S.S. Dalai Lama: Il settarismo trasforma una medicina salutare in veleno

Sua Santità il Dalai Lama: "Un praticante che abbia raggiunto una certa comprensione della vastità e della profondità delle dottrine buddhiste raccolte ed esposte da antichi maestri buddhisti indiani quali Nagarjuna, Asanga, Vasubandhu, Dharmakirti ed altri ancora, rispetterà immediatamente ogni lignaggio del Dharma per il suo proprio valore. Anche noi dovremmo cercare di seguire questo tipo di approccio eclettico messo in pratica da innumerevoli maestri del passato."

Sua Santità il Dalai Lama: "Un praticante che abbia raggiunto una certa comprensione della vastità e della profondità delle dottrine buddhiste raccolte ed esposte da antichi maestri buddhisti indiani quali Nagarjuna, Asanga, Vasubandhu, Dharmakirti ed altri ancora, rispetterà immediatamente ogni lignaggio del Dharma per il suo proprio valore. Anche noi dovremmo cercare di seguire questo tipo di approccio eclettico messo in pratica da innumerevoli maestri del passato."

Sua Santità il Dalai Lama: La maggior parte dei lama tibetani pratica in questo modo. Quando si comprende la vera natura del sentiero spirituale, non si colgono contraddizioni fra i vari tipi di addestramento buddhista.

Sua Santità il XIV Dalai Lama Tenzin Ghyatso

Ne “Il sentiero per la liberazione” alle pagine da 63 a 67 il Dalai Lama – mentre prosegue la sua esposizione dell’insegnamento del Lam Rim – affronta ancora il tema del settarismo affermando che se mentre ci si avvicina (leggendo o ascoltando) si pensa: “Io appartengo a questa scuola e quella è una dottrina di un’altra scuola” non si trarrà alcun vantaggio significativo dal proprio studio. Prosegue annotando che: leggere con pregiudizio è come mettere un orecchino d’oro a un asino, che è troppo stupido per distinguere il ferro dal metallo prezioso. E ancora si esprime nel modo che segue:
“Il Primo, il Secondo, il Terzo, il Quinto ed il Tredicesimo Dalai Lama praticarono insegnamenti di tutte le scuole buddhiste tibetane, in particolare quelli della tradizione Nyingma-pa (pron. Gnimapa). Questi Dalai Lama vennero tutti chiamati “Lama Drepung” e “Detentori del Cappello Giallo”, tuttavia rispettarono allo stesso modo tutte le scuole, e studiarono con maestri detentori dei lignaggi che li interessavano, a prescindere dalla tradizione che seguivano.”
“Essere prevenuti nei confronti di una scrittura o di un lignaggio del Dharma con bigottismo settario significa trasformare una medicina salutare in veleno.
Questo
complesso di superiorità religiosa trasforma una persona in uno stupido.”
“Io ho ricevuto l’ordinazione monastica e l’addestramento dai Gelupa (pron. Ghelupa), ma i lignaggi tibetano sono estremamente connessi, e una delle più importanti meditazioni dei Gelupa è costituita da un lignaggio portato in Tibet dal fondatore dell’ordine Kagyu (scuola Kagyupa, pron. Kadiupa), ossia Marpa Lotsawa. Il trenta per cento di ciò che rimane della mia pratica è incentrato su un lignaggio Nyingma (Gnima). Ma ho anche incontrato e scambiato le mie idee con maestri giapponesi, theravadin e con altri ancora. La maggior parte dei lama tibetani pratica in questo modo. Quando si comprende la vera natura del sentiero spirituale, non si colgono contraddizioni fra i vari tipi di addestramento buddhista.
Buddha non impartì la sua vasta messe di insegnamenti per confondere la gente a proposito di buddhismo puro e di quello non puro, di ciò che è elevato e di ciò che non lo è. Chiunque abbia ottenuto una comprensione fondamentale dello scopo degli Illuminati può percepire il puro Dharma in ogni parola di ogni maestro, al di là della tradizione e del lignaggio.”
“Proprio come un viaggiatore indossa vari tipi di abbigliamento, per adattarsi ai climi dei diversi paesi, così ogni lignaggio del Dharma assume un carattere leggermente differente a seconda dei tempi e della cultura in cui si sviluppa.
Tuttavia, se verifichiamo la fonte di tale lignaggio potremo scoprire che esso proviene, attraverso una linea ininterrotta, dallo stesso Buddha Sakyamuni.”
“Un praticante che abbia raggiunto una certa comprensione della vastità e della profondità delle dottrine buddhiste raccolte ed esposte da antichi maestri buddhisti indiani quali Nagarjuna, Asanga, Vasubandhu, Dharmakirti ed altri ancora, rispetterà immediatamente ogni lignaggio del Dharma per il suo proprio valore.
Anche noi dovremmo cercare di seguire questo tipo di approccio eclettico messo in pratica da innumerevoli maestri del passato.”
“Questo non significa che dovremmo mischiare le nostre pratiche facendone una grande zuppa: si tratta di essere aperti a tutti gli insegnamenti, in quanto valide trasmissioni del pensiero degli illuminati e fonti di conoscenza che possono sostenere e rafforzare ogni particolare lignaggio che decidiamo di seguire.”
Il Dalai Lama conclude poi il suo discorso come segue:
“Un’altra qualità preliminare di un praticante è l’intelligenza critica.
insegnare ad uno studente privo di tale vivo interesse critico sarebbe come portare in giro una scimmia legata ad una catena. Anche se la nostra fede è molto intensa, se non adottiamo costantemente un atteggiamento inquisitivo e critico la nostra pratica sarà sempre carente. Se non coltiviamo una corretta struttura mentale, neppure le quattro iniziazioni del Supremo Yoga Tantra potranno essere di beneficio. Lo scopo di ogni insegnamento degli illuminati è quello di calmare la mente negativa e far sorgere le qualità positive. Tuttavia se non abbiamo una certa intelligenza critica ed analitica non potremo determinare come applicare le particolari istruzioni al nostro continuum mentale. Impiegare un’intera vita di studio e di pratica del Dharma, mantenendo tuttavia una mente incontrollata e confusa significa far diventare un essere divino un demonio. Se la lettura di dozzine di scritture non riduce il nostro attaccamento, odio, orgoglio e così via, è il momento di riconsiderare i metodi con cui assimiliamo gli insegnamenti e pensiamo di metterli in pratica nella nostra esperienza quotidiana. Tutto ciò è particolarmente vero per i principianti.”

Capoversi tratti, fra le pagine 63-67 de: “Il sentiero per la liberazione” Autore: S.S. XIV Dalai Lama Tenzin Ghyatso, Edizioni: 1997 Chiara Luce Edizioni http://www.chiaraluce.it/index_file/index.htm. Si consiglia vivamente di leggere integralmente questo prezioso libro.