8 Insegnamenti S.S. Dalai Lama Kalachakra Washington DC 11.07.11

Sua Santità il Dalai Lama Kalachakra Washington DC: “Dobbiamo pensare alla gentilezza degli altri esseri senzienti”.

Sua Santità il Dalai Lama Kalachakra Washington DC: “Dobbiamo pensare alla gentilezza degli altri esseri senzienti”.

Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama preliminari all’Iniziazione al Kalachakra a Washington DC, USA, il 11 luglio 2011 (seconda parte del terzo giorno) su “Le 37 Pratiche del Bodhisattva (laklen sodunma)” di Gyalsey Thokme Sangpo (liberamente disponibile qui https://www.sangye.it/altro/?p=134) e sugli “Stadi Intermedi della Meditazione (gomrim barpa)” di Kamalashila (liberamente disponibile qui https://www.sangye.it/altro/?p=1698 ). Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Questo lavoro è basato su quanto espresso direttamente in inglese da Sua Santità il Dalai Lama vedi http://www.dalailama.com/webcasts/post/195-kalachakra-preliminary-teachings e sulle traduzioni dal tibetano in inglese del Prof. Lobsang Jimpa e dal tibetano in italiano di Fabrizio Pallotti.

Sua Santità il Dalai Lama

L’altruismo è facile da capire, ma è molto difficile da sperimentare. Mentre sunyata è più difficile da comprenderne bene il significato, però è più facile da praticare. È più difficile comprendere dal punto di vista della vacuità e del fatto che i fenomeni appaiono ed esistono come mere imputazione del nome, designazione mentali e, nello stesso tempo, sono in grado di svolgere le loro funzioni, questo tipo di soggetto è un attimino difficile da comprendere. Però, nel momento in cui questo viene compreso, dopo aver riflettuto molto, allora diventa sempre più chiaro. L’esperienza vera e propria per ottenere l’altruismo è difficile. Per quanto riguarda me, ho un po’ di comprensione per quanto riguarda sunyata, già quando avevo 30 anni avevo un pochino di comprensione. Per me era difficile provare l’altruismo universale, c’era l’aspirazione ma era distante. Poi ho ricevuto la trasmissione orale del Bodhisattvacharyavata e ho pensato e meditato su quel soggetto e gradualmente mi ci sono avvicinato sempre di più. Adesso, se avessi un po’ di tempo, potrei impegnarmi su sunyata e bodhicitta, e realizzarle in questa vita. La scusa è che non ho abbastanza tempo, però coloro che hanno abbastanza tempo non hanno scuse, per cui dovete assolutamente praticare.
Una volta a Barcellona ho fatto un pellegrinaggio in un monastero, mi disse: ho meditato sull amore per molti anni. Ho visto nei suoi occhi qualcosa di particolare. Per cui ho veramente provato un rispetto ed un’ammirazione profonda e genuina. Per cui 5 anni la vita da eremita meditando, credo che di sicuro quel monaco ha avuto dei risultati. Adesso ho 76 anni, fra 10 anni ne ho 86, fra altri 10 96. poi sarò pronto a salutare. Mi domanda se ho veramente speranza o no. Posso assicurarvelo che se vi impegnate, la mente effettivamente migliora. Il laboratorio è qua dentro. Se avrete dei problemi, il vostro livello mentale può rimanere pacifico e felice, per quanto riguarda l’altruismo ci sono due modi per praticare l’altruismo.
Un metodo per prima cosa ci ricorda della gentilezza di propria madre, però alcune madri sono terribili in effetti. Una volta mi hanno chiesto come posso sviluppare il concetto di tutti gli esseri senzienti, quando mia madre non è gentile ed è una persona terribile. Ma, veramente, la madre ci ha detto questo corpo e ci ha nutriti per parecchio anni, per cui, anche gli animali apprezzano la madre. Ci sono state persone estremamente gentili e vicine a noi come dei grandi amici. Quando diciamo le madri esseri senzienti, il suono stesso della parola è bello, se diciamo i padri esseri senzienti, è già diverso. Per cui, dobbiamo pensare alla gentilezza degli altri esseri senzienti. L’altro metodo è più potente: si pensa a se stessi pensando al proprio egoismo. Quell’egoismo crea gelosia, paura, sfiducia, attaccamento, odio: tutti questi sorgono dall’egoismo. E’ questo che va cambiato con l’attitudine altruista, non c’è più base per gelosia, per avversione e odio, ed anche la paura diminuisce. Queste sensazioni diminuiscono la paura, credenti o non credenti. Si pensa io, tutto il nostro pensiero diventa claustrofobico e rigido, e sulla base di quello, tutto diventa difficile. Ci sono anche degli scienziati che hanno cominciato a realizzare che, anche dal punto di vista scientifico medico, con l’altruismo la saluta migliora, si hanno più amici, la persona altruista è in realtà più felice pensando in questo modo. Poi, naturalmente, dal punto di vista buddhista, dal momento in cui si sviluppa questo altruismo, non c’è più possibilità di rubare, uccidere, stuprare, dividere..il terreno negativo per queste negatività non esiste più. Solamente pensando al beneficio degli altri non c’è spazio per l’ipocrisia.

Per quanto riguarda l’amore e la compassione mi prostro a bodhicitta che è la mente dell’illuminazione che ci porta a tutti i sentieri che ci portano alle rinascite fortunate. Porta come risultato lo stato di libertà totale dalla vecchiaia e dalla morte. Il risultato della pratica dell’altruismo è che al 100 % avrete una vita fantastica. Alla fine anche lo stato di Buddha. Se, invece di arrabbiarsi con azioni fisiche, a volte è bene scappare, se per esempio arriva un cane arrabbiato, e parliamo solo di compassione, è meglio scappare via. Altre volte, criticare verbalmente, offendere, avere avversione e così via, se pratichiamo in accordo al 6° capitolo del bodhisattvachariavatara, allora saremo in grado di avere una vita felice.
Se manteniamo una mente tranquilla possiamo vedere bene qual è il punto debole del nemico e vedere con oggettività come rispondere per essere efficaci. Questo tipo di azioni sono distruttive per questa persona. E’ giusto, intelligente, è un azione del bodhisattva prendere delle azioni per contrastare coloro che causano problemi. Il metodo migliore per contrastare è la pratica dell’altruismo, se è un amico sensibile è possibile che poi diventi il vostro amico migliore. Per cui, l’attitudine altruistica è veramente preziosa. Benché l’enfasi venga spiegata nei testi buddhisti, questa è una pratica che può essere usata da tutti. I Versi seguenti sono tutti in relazione all’altruismo, siamo al verso 18 per cui andiamo a pagina 36. Nel momento in cui si ha grande successo e tutti ti lodano, si può perdere la propria pratica, in questi momenti bisogna stare ancora più attenti per non diventare arroganti. Questi due versi sono dei consigli per quanto riguarda l’attaccamento, l’odio, il verso 22 parla di sunyata.
Questo particolare verso si può spiegare sulla base del svatantrika yogacharya. Anche si può spiegare dal punto di vista dei prasangika. Dopo di che i versi successivi incorporano la pratica delle 6 perfezioni. Poi andiamo a pagina 37 verso 31. E’ un verso molto importante per me. Per esempio, nel caso fossimo praticanti di Buddha dharma, non è sufficiente cambiare i nostri vestiti.
Se non esamini la tua confusione, anche vestito nell’aspetto di praticante di Dharma, le tue azioni non sono di dharma. Qualcuno potrebbe pensare che, solamente cambiamento l’aspetto esteriore si può ottenere le realizzazioni del dharma. Non si deve aver l’attitudine di vestirsi come un monaco per praticare il Dharma. Coloro che sono monaci e praticanti devono costantemente avere un’introspezione e verificare se le proprie azioni son in accordo al dharma. Altrimenti, uno sembra un praticante del dharma, ha l’aspetto del praticante del dharma, però in realtà lo stile della propria vita no si accorda con quella pratica, per cui bisogna costantemente sforzarsi in questa pratica. I precetti del bodhisattva riguardano la mente. L’essenza è la diciplina dell’introspezione ed il corretto modo di pensare. A pagina 119 del tibetano. Questi 8 versi sono composti da un grande praticante di bodhicitta, giornalmente li recito. Quando sono in aeroporto e mi dicono l’aero è in ritardo di un ora, allora recito questi versi, in questo modo non mi annoio. Se avete qualcosa da pensare va bene: 1 ora, 2 ore, 3 ore, non importa. Da quando sono piccolo ho imparato a memoria questi versi li recito e rifletto sul loro significato. Adesso torniamo a Kamalashila. Qui a pagina 41, dove dice che la bodhicitta è di due tipi: convenzionale ed ultima. Abbiamo parlato di quella convenzionale, adesso andiamo a vedere la bodhicitta ultima. Questa seconda parte parla della vera saggezza che realizza la realtà ultima. Qui è importante comprendere bene i vari tipi di coscienza, le cognizione valide che non sono valide e così via. Qui siamo a pagina 41, attorno alla metà della figura di cenresig, la bodhicitta ultima è trascendentale e libera di concettualizzazioni.
In particolare dove opera la mente concettuale, non concettuale? Bisogna comprendere queste differenze. Per ripeterlo, la compassione delle menti concettuali e non concettuali, del modo in cui operano con il loro oggetto. Vedete, quella esperienza, la coscienza visiva vede in un modo diretto non concettuale.
Un altro punto importante, la differenza tra le esperienze concettuali e dirette sono differenti, perchè quella non concettuale è discriminativa. Solamente su ciò che esiste adesso, che non c’era prima o che ci sarà dopo, se in questo momento qualcosa vola qua dentro come una farfalla, così viene percepito. Però non vuol dire che, sulla base di questo, per poter ricordare è indispensabile essere selettivi sulla base di quell’oggetto. Nel momento in cui ci ricordiamo, ecco che non siamo più ad un livello non concettuale, mentre la motivazione dell’esperienza diretta non è selettiva, è generale. Uno può anche pensare: ho visto questa cosa ieri. Il pensiero concettuale va attraverso quello che è il tempo e lo spazio temporale. Questo è qualcosa che noi facciamo costantemente, giornalmente, nelle nostre esperienze. Ecco perché nelle mie discussioni con gli scienziati l’ho chiesto a loro.
Sono cambiamenti che avvengono a livello cerebrale, per cui ho chiesto ai miei amici scienziati di esplorare questo tipo di realtà. Adesso siamo al punto della spiegazione della meditazione della calma dimorante ed introspezione speciale. Lo sviluppo di shinè si fa sulla base della meditazione, focalizzandosi su un oggetto, non solo senza perdere il focus sull’oggetto, ma anche l’apparenza deve essere estremamente chiara e vibrante. Con questo avviene il vero ottenimento di shinè e della calma dimorante. Una comprensione speciale che si basa sull’aver analizzato il significato, ed è lo sviluppo della saggezza che realizza individualmente i fenomeni. Ed è indispensabile per ottenere l’esperienza della visione speciale, di ottenere prima la pratica di shinè. Proprio come l’effettiva realizzazione di shamata avviene quando si genera quel tipo di esperienza speciale, su quella base si procede con quel tipo di saggezza che analizza i fenomeni. Bisogna arrivare al punto in cui si genera ulteriormente la flessibilità mentale e fisica. Prima bisogna ottenere la flessibilità mentale e fisica di shinè. Nella pratica del mantra segreto specialmente dal punto i vista dello yoga tantra e del supremo yoga tantra, in questi shamata e vipassana vengono generate simultaneamente. Quando parliamo di Tso Cen e Mahamudra, la meditazione della vacuità, che si chiama saggezza simultanea con la grande beatitudine, questo approccio anche dal punto di vista sakyapa nel contesto dei 3 tantra, in cui si focalizza nella visione ed eguaglianza di samsara e nirvana. Mentre invece, l’approccio ghelupa del tantra supremo è l’unione della beatitudine e della vacuità che sorgono simultaneamente. In tutti questi contesti non c’è pensiero discorsivo, è esclusivamente meditazione di assorbimento meditativo.
Andiamo a pagina 105 del testo per quanto riguarda il tibetano. Andiamo un po’ avanti a vedere. A pagina 44 che spiega quando lo yogi medita che cosa deve fare. L’ultimo paragrafo spiega che bisogna sedere sulla posizione di Vairochana, il corpo non deve essere piegato in avanti con le spalle nella loro posizione naturale, bisogna respirare in un modo gentile, non forzato, non troppo profondo, nè tropo sottile, ma inalare ed esalare in modo naturale. Se la mente è agitata, è bene utilizzare la meditazione del respiro dei 9 cicli per poter pacificare la mente.
Nei 6 yoga di Naropa c’è un modo particolare di praticare i 9 cicli di respiro, facciamolo perché è molto utile. L’oggetto di concentrazione da prendere è l’immagine di Buddha. Prima dobbiamo guardare un’immagine di Buddha con i nostri occhi e poi portarla alla mente di fronte a noi e visualizzarla molto piccola, pesante e molto luminosa. Per quanto riguarda il tantra ci si visualizza noi stessi nell’aspetti di Buddha o Divinità. Per quanto riguarda il Mahanauttarayogatantra si visualizzano i canali si pongono delle sillabe e ci si concentra su quelle sillabe. La mente stessa diventa oggetto di concertazione.
La nostra mente è costantemente impegnata, l’esperienza interna della mente appare nella mente in quel modo, sia che la mente prenda l’aspetto di suoni, oggetti esterni la mente è più o meno sempre impegnata in questo tipo di lavoro. Infatti quando parliamo della mente che è cognitiva, questa cognizione è un processo in cui la mente appare diventa dell’aspetto di quell’oggetto in quel modo diventa cognitiva. Nelle scuole filosofiche buddhiste Vaibashika sono gli unici che non accettano l’aspetto oggettivo, tutte le altre scuole asseriscono che la mente conosce gli oggetti apparendo nell’aspetto di quell’oggetto. Anche nelle mie conversazioni degli scienziati, quando parliamo di processi cognitivi, sembra che gli scienziati siano più dell’idea del secondo, che la mente appare nell’aspetto dell’oggetto. Quando ci si chiede come queste concezioni appaiano nell’aspetto dell’oggetto in che modo. Alcuni credono che in dipendenza alle varietà degli oggetti, anche le percezioni hanno degli aspetti corrispondenti di varietà. Altre scuole filosofiche dicono invece che è come tagliare un uovo a metà. Nel momento in cui avviene la percezione, la metà è l’oggetto l’altra metà è il soggetto. Nel momento in cui avviene quella cognizione, quel momento è singolo e simultaneo. Quando vediamo un oggetto con molti colori, non importa quanti colori ci sono, c’è un solo processo cognitivo che conosce una varietà. Questo momento, ho pensato che questa spiegazione del fatto che non importa la varietà ed è un unico momento che vengono percepite tutte assieme, mi domando se anche il pensiero concettuale, che è più selettivo, avviene nello stesso modo.
Una frase del trattato di logica di Paravamartika, mi ricordo l’ultima parte ma non la prima, nessuno se lo ricorda. Quando fermiamo i pensieri del passato e quelli del futuro, quella non è vacuità. Nel momento in cui manteniamo quel tipo di vuoto, e lo prolunghiamo un attimino, ecco che allora si comincia a sperimentare una mera luminosità di chiarezza. Come niente di particolare in sé ma come uno specchio che riflette. Quello è il livello convenzionale della realtà della mente. E’ neutrale, puro, solamente luminosità. Vedendo come è designata sulla base della continuità di quella esperienza. Questa meditazione in confronto a generare un’immagine una visualizzazione mentale e concentrarsi su di esse è più sottile, un oggetto molto utile su cui focalizzarsi è proprio il respiro, perchè non è così grossolano come un oggetto esterno, non è così sottile come la mente stessa. Solamente prendendo quel tipo di respiro come oggetto per l’ottenimento di shamata o shinè. Solamente concentratevi completamente sul respiro, che va e che viene. Senza distrazioni. Potete anche contare i respiri. Andate avanti 20, 50 100 questo è un modo di addestrare la nostra mente a non essere distratta e a canalizzarla su un punto. Due o tre ore di recitazione di sadhana che facciamo qua, concentrandosi sulle parole, la mente che segue la visualizzazione di ciascuna parola, uno due tre ore in questo modo passano molto velocemente. A differenza del passato questa volta ho notato che la mia mente è più concentrata, sembra essere migliorata un po’ la mia concentrazione. Questo per quanto riguarda la meditazione.

Colophon

Questa prima bozza d’appunti, a cura del dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, sui preziosi insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama preliminari all’Iniziazione al Kalachakra a Washington DC, USA, è da ritenersi provvisoria, quindi lacunosa, con possibili errori nonché imperfezioni, anche rilevanti, e non rappresenta affatto una trascrizione letterale delle parole che Sua Santità il Dalai Lama espresse direttamente in inglese o tradotte dal tibetano in inglese dal Prof. Lobsang Jimpa o in italiano da Fabrizio Pallotti, ma semplicemente un limitato spunto di riflessione.