Sarnath 12.01.09: V giorno d’insegnamenti di S.S. il Dalai Lama: mattino

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In quanto occidentali, oggi Sua Santità il Dalai Lama ci ha ricevuti in udienza pubblica: eravamo un migliaio circa. L’ora di convocazione era l’alba, o giù di lì. Non pioveva. E questo era già tanto, perché l’incontro è ovviamente all’aperto. Abbiamo aspettato tanto, ed era ovvio perché Sua Santità il Dalai Lama ha una tabella di marcia supeimpegnata. Abbiamo pazientemente atteso e siamo stati ben ripagati. Era davvero come ritrovare un vecchio amico, perché, oltre ad aver fatto alzare le mani ai vari americani, inglesi, tedeschi, francesi, italiani, russi, ecc, ha iniziato a salutare  praticamente tutti quelli che riconosceva d’aver conosciuto precedentemente. Ha una memoria di ferro! Dopodiché ha parlato del suo Tibet presentando la situazione in tutta la sua drammaticità, ma senza piangerci sopra.

Luciano Villa ed Alessandro Tenzin Villa

GLI INSEGNAMENTI INIZIANO DA QUESTO PUNTO:

Partiamo con il sutra del cuore in inglese.

Sua Santità il Dalai Lama

Il ven. Arya Maytreia ha detto che ogni prostrazione fatta alla mente del risveglio, la mente di Bodhicitta, conduce alla libertà dai reami inferiori, dal samsara e conduce all’illuminazione. Le sofferenze sorgono da cause e condizioni. Tutto il mondo esterno ed interno è causato dalle rispettive azioni che danno i rispettivi risultati. Più la mente è calma, meno è concentrata su se stessa meno ci saranno distrazioni. Questa mente di Bodhicitta è la porta aperta verso rinascite superiori.

Questo deve essere basato sull’aspirazione che tutti gli esseri possano rinascere con queste rinascite superiori. Nel contesto del corpo contaminato e nel contesto della sottigliezza dell’energia vi sono due stati, uno è il nirvana non dimorante. Gli arhat quando raggiungono il nirvana hanno un altro stato che non è il nirvana non dimorante ma il nirvana stesso, mentre la mente di Bodhicitta conduce ad un livelo più alto: il nirvana non dimorante perchè decide di porre tutto il suo sforzo nella pratica dell’altruismo. Per questo motivo decide di non rimanere in questo stato di beatitudine ma di tornare per aiutare tutti gli esseri. Perciò la mente di Bodhicitta ha una base profonda, la mente di Bodhicitta è la mente più grande.

Sua Santità il Dalai Lama

Per questo si recita il mantra OM MANI PADME HUM, si sviluppano ispirazioni, si fanno preghiere…se a livello profondo, anche a livello incontrollato, vi è una motivazione egoistica questo non avrà alcun valore. I gesti devono essere tutti fatti dalla motivazione altruistica di aiutare gli altri altrimenti non avranno alcun valore sarà una perdita di tempo.

Noi dobbiamo aiutare e rimanere fino a che durerà lo spazio e gli esseri che vi dimorano. Per ottenere la mente di bodhicitta è necessario praticare regolarmente, sorgeranno esperienze, da queste esperienze si raggiungeranno livelli e partendo da questi livelli si arriverà ad una pratica spontanea.

All’inizio il praticante usa solo parole ma non sappiamo veramente che cosa è questa mente di Bodhicitta. Questa mente è molto difficile da sviluppare, ma dobbiamo avere la convinzione che ci porterà beneficio e mantenere vivo il desiderio che un giorno diventerà vivo dentro di noi. All’inizio non dobbiamo preoccuparci, se la tecnica con cui ci accingiamo a sviluppare questa mente di bodhicitta è una tecnica non spontanea. Successivamente sorgerà un livello spontaneo dentro di noi. Dalla mente ordinaria la mente passa attraverso i livelli del sentiero dell’accumulazione, preparazione ed arriva al sentiero della visione.

Sua Santità il Dalai Lama

Ed al sentiero della visione iniziano i sentieri del Bodhisattva. E questo non avviene spontaneamente richiede molto sforzo. Vi sono livelli di progressione successivi attraverso i quali il praticante sviluppa gradualmente la propria mente. Al sentiero della visione si ha il primo sentiero dei Bodhisattva. Le prime oscurazioni vengono eliminate, l’attaccamento al sé viene in vari livelli eliminato. Poi si arriva al sentiero della meditazione gradualmente. E nel mantra TAYATA GATE GATE PARAGATE PARASAMGATE BODHI SOHA vengono recitati tutti questi livelli. Poi si arriva al 7° livello in cui si eliminano tutte le oscurazioni e si diviene ARHAT poi si eliminano le oscurazioni all’onniscienza e si raggiunge l’illuminazione. Il più sottile livello della mente diventa la mente inesauribile del Buddha. Qui si realizza completamente lo stato di Buddha che è già dentro di noi. Questo è il significato del mantra della perfezione della saggezza. La mente accompagnata dall’energia più sottile all’ultimo livello si uniscono e diventano la vacuità. A volte io scherzo dicendo che questo mantra può essere relazionato alla nostra vita quotidiana. La nostra vita può essere suddivisa in infanzia, adolescenza, età adulta, età in cui si ha realizzato quasi tutto della vita, vecchiaia, momento della morte. A volte scherzo paragonando il mantra a questo processo di trasformazione. La mente di Bodhicitta deve essere coltivata attraverso un training, un esercitazione profonda ed in modo regolare, questa mente di Bodhicitta deve essere la base fondamentale della nostra pratica deve essere generata dentro di noi attraverso la trasmissione da un maestro vivente. Questo è il motivo per cui oggi siamo qui con questo rituale che permette di ottenere dentro di noi l’ispirazione di Bodhicitta in forma di impegno. In questo rituale si promette di non compiere mai più le 5 azioni negative e di compiere le 5 positive. Vi sono vari impegni, compendio delle esercitazioni di Shantideva. Qui oggi dobbiamo visualizzare di fronte a noi l’immagine di Buddha Shakyamuni con i 17 arya, Nagarjuna, Asanga che sono seduti in sequenza in ordine cronologico. Questo tipo di pratica ha proliferato all’inizio in Cina con l’insegnamento di vari maestri…poi in Korea, poi in Vietnam. Poi vi sono i tre grandi maestri: Shantarakshita, guru Padmasambava, l’abate Shantarakshita che ha portato i testi in Tibet ed il guru Padmasambava che ha portato il Dharma in Tibet dopo che era degenerato. Poi sono da visualizzare anche tutti gli altri maestri: della scuola Kagyur, Ghelupa,.., immaginiamo che tutti i maestri sono visualizzati attorno a Buddha Shakyamuni in modo da avere un quadro completo, totale. Tutti questi maestri sono messaggeri della visione profonda e della condotta che vi corrisponde.

Sua Santità il Dalai Lama

Trasmissione dei voti del Bodhisattva!

Dopo i voti torniamo al capitolo 9 di Shantideva. Shntideva prende in esame la visione di Chandrakirti e Nagarjuna, questa visione rifiuta anche le caratteristiche degli oggetti esterni. Nonostante abbiamo razionalmente compreso la vacuità tuttavia queste apparenze sorgono di fronte a noi. Anche se noi meditiamo sui livelli più grossolani della mancanza del sé e della persona questa meditazione sulla vacuità del sé non elimina l’attaccamento al corpo ed alla persona.

Nella prospettiva dei cittamatra vi è la possibilità ovvia di eliminare l’attaccamento verso gli oggetti esterni in quanto si afferma che non esistono. Il praticante cittamatra ha una realizzazione molto potente del fatto che la realtà esterna è ingannevole e non riesce a realizzare che la realtà esiste in modo convenzionale.

Qual è l’oggetto di negazione? Alcune scuole filosofiche dicono che i fenomeni mancano di esistenza reale anche se mantengono delle carattteristiche proprie che le definisce.

Sua Santità il Dalai Lama

Benchè le cose non esistano realmente le caratteristiche che li definiscono appaiono in maniera oggettiva. Quindi possiamo dire che anche se abbiamo una chiara comprensione di questi passi avanti fatti durante queste scuole vi è il sorgere di menti erronee. Per avere una totale comprensione della visione filosofica delle visioni più alte isogna compiere altri passi che superano questi errori. Se noi analizziamo e arriviamo ad un senso di convicimento che le cose ci appaiono in un modo che non è la loro realtà in qualche modo abbiamo compiuto un passo che non è definitivo.

Nagarjuna afferma che nella mente vi è l’apparenza della realtà oggettiva. E quindi Nagarjuna afferma che questa mente è una mente erronea.

Anche se noi abbiamo un’esperienza di vacuità di Svatantrika Madhyamika vi è ancora una leggera impronta che può dar luogo ad attacamento ed avversione, perchè vi è ancora un piccolo spazio per affermare le caratteristiche dei fenomeni. Come in definitiva afferma la Madhyamika Prasangika non vi è più spazio. Se i fenomeni esistessero dalla loro parte proprio per via delle loro caratteristiche indipendenti questi fenomeni sarebbero reali e quindi darebbero origine ad attitudini negative dai loro confronti.

Se i fenomeni dipendono da cause e condizioni si dovrebbe realizzare che mancano totalmente di indipendenza. Non solo il sé della persona ma anche il sé dei fenomeni manca di esistenza intrinseca, indipendente ed autonoma.

Sua Santità il Dalai Lama

Il testo di Nagarjuna si focalizza sulla vacuità i natura indipendente. Nei testi Madhyamika ci si riferisce alla mancanza di esistenza intrinseca della natura delle forme. Non si cade nel nichilismo dove nulla può esistere ma si afferma che i fenomeni come designazione esistono.

Il proposito fondamentale per la realizzazione della vacuità è il fatto di tagliare alla radice completamente l’oggetto che si aggrappa ad esso. La vacuità e l’originazione dipendente sono due faccie della stessa medaglia. Se si parla di originazione dipendente vuol dire che questa dipendenza dei fenomeni gli uni dagli altri li fa esistere dipendentemente. Vuol dire che le cose esistono ma non esistono indipendentemente. Le cose ed i fenomeni esistono ma solo in dipendenza. Quindi si analizza la dipendenza da cause, successivamente da parti e successivamente dalla designazione. Tutti i fenomeni esistono in dipendenza di altri fattori per questo sono vuoti di esistenza indipendente. Seguendo questa linea di analisi si arriva alla formulazione della teoria Madhyamika, si dice che anche le cause dipendono dai risultati, le cause danno luogo ai risultati ma non sarebbero tali senza i risultati. Questo da luogo ad una catena ininterrotta. Quindi l’oggetto che rimane come punto di riferimento della designazione esiste ma non dalla sua parte, esiste solo per il potere della designazione.

Questo tipo di comprensione ci fa capire che i fenomeni esistono a livello di designazione e non hanno nessun’altra realtà. Così si eliminano tutti i livelli di esistenza intrinseca alla quale la mente si aggrappa.

Bisogna che alla mente del calmo dimorare si unisca questo tipo di mente. L’elemento fondamentale è la mente che si aggrappa all’esistenza intrinseca dei fenomeni. Il livello Madhymika Prasangika è il livello più alto dell’interpretazione della vacuità. Si può usare l’analogia dell’illusione. Chi propone l’idea della vacuità della natura intrinseca può usare l’esempio dell’illusione. Chi parla invece di qualcosa di intrinseco che può ancora esistere non può usare l’esempio dell’illusione.

Se vi è un miraggio e l’acqua che si vede è illusoria questo esempio può essere utilizzato come grossolana interpretazione della vacuità. Bisogna comprendere a livello più sottile che l’acqua, l’agente..sono tutti dipendenti e mancano di esistenza intrinseca.

Il camminatore esiste in dipendenza dall’azione del camminare e non esiste alcun caminatore prima dell’azione del camminare. Il sarto è tale nel momento in cui compie l’azione del cucire i vestiti. Non possono esistere l’una senza dipendere dall’altra.

Sua Santità il Dalai Lama

Anche il karma esiste a livello convenzionale. La realtà convenzionale è come un illusione non è un illusione totale, le cose sono prodotte da cause e condizioni e danno i risultati. Se tutto fosse un illusione qualunque cosa potrebbe sorgere indipendentemnete dalle proprie cause e condizioni.

Ma tutti questi fenomeni sono pure apparenze, non in termini di essere pure illusioni, ma in termini di esere simili ad illusioni, privi di una intrinseca realtà.

Quindi una cognizione è valida in rapporto a queste apparenze che sono come illusioni. Per cui tutti i fenomeni vengono conosciuti in maniera valida, apparendo alla mente che li comprende come illusioni. Per esempio i 16 attributi delle 4 nobili verità e tutto il sentiero graduale esistono come illusioni in dipendenza dal momento precedente e successivo.

Se le cose nella loro impermanenza non esistessero come potrebbe esistere l’impermanenza? Queste qualità di impermanenza esistono solo a livello convenzionale. Questa è la realtà delle due verità: convenzionale ed ultima.

Gli esseri senzienti che sono come illusioni agiranno e compieranno azioni che sono come illusioni. In termini di reale e illusioni, il colore, la forma della persone, caratterizzate dalla mente, non avranno un esistenza come illusione. Le cose che sono come illusione non possono essere conosciute da una mente valida.

Sua Santità il Dalai Lama

Vi sono tipi diversi di nirvana: nirvana con residui, senza residui, tutti questi sono passaggi per raggiungere il nirvana non dimorante. Se si parla di nirvana naturale si intende dove gli esseri, dopo aver percorso il sentiero e aver raggiunto realizzazioni, vanno a dimorare, anche questo è come un illusione.

Vi deve essere per forza un qualche agente di fronte al quale appare l’illusione della realtà convenzionale. Questa è l’obiezione della scuola cittamatra. La scuola Madhyamika risponde rigettando ogni grado di intrinseca esistenza, anche quella della mente. Se non esistono i fenomeni illusori creati dalla mente è impossibile che la mente, che è intrinseca, possa percepire qualcosa che è un illusione. La mente stessa necessariamente deve essere illusione per poter percepire un illusione.

Vi sono una serie di esempi: il viso non può guardare se stesso, la luce non può illuminare se stessa e così via.

Si fa l’esempio del colore blu e del cristallo che riflette il colore blu. Il cristallo non compie nessuna azione nel riflettere il colore blu, lo riflette naturalmente. Quindi il cristallo non compie nessuna azione, nella scuola Madhyaika Prasangika si rigetta persino la visione di questo agente.

La spiegazione che viene data dalla scuola di sola mente rispetto alla capacità dell’agente di apprendere i fenomeni esterni è che ammettono la presenza di un substrato realmente esistente. Invece la scuola Madhyamika afferma che l’esistere di questi fenomeni è totalmente in dipendenza, non esiste precedentemente all’apparire dei fenomeni ma tutto avviene contemporaneamente. Ovviamente a livello convenzionale ci sono cause prima dei risultati e così via.





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