4-Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Dharamsala sulle Quattro Nobili Verità 20-22.10.09

Sua Santità il Dalai Lama: Ogni falsità non è fondata, non ha una base, ma, se investigate di più, non c’è verità. La verità significa realtà, realtà è in opposizione a menzogna. Certe volte la falsità sembra più forte della verità. Ma poi, la verità prende il sopravvento. Ci sono delle grandi forze che fanno sì che la verità alla fine prenda il sopravvento, sono le forze della ragione.

Sua Santità il Dalai Lama: Ogni falsità non è fondata, non ha una base, ma, se investigate di più, non c’è verità. La verità significa realtà, realtà è in opposizione a menzogna. Certe volte la falsità sembra più forte della verità. Ma poi, la verità prende il sopravvento. Ci sono delle grandi forze che fanno sì che la verità alla fine prenda il sopravvento, sono le forze della ragione.

20 ottobre 2009 mattino, primo giorno d’insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Dharamsala, India, sulle Quattro Nobili Verità, ai Singaporesi.

Appunti dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, prima revisione ed editing del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” a beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per i possibili errori ed omissioni. Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama sulle Quattro Nobili Verità qui liberamente disponibile https://www.sangye.it/altro/?p=3785 , su richiesta di devoti Taiwanesi.

Primo giorno d’insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama, mattino

Sua Santità il Dalai Lama

LA VERITÀ DELLA CESSAZIONE DELLA SOFFERENZA: NIRUDA.

Nel sutra in pali non sembra molto razionale provare la possibilità della cessazione della sofferenza, mentre nei testi sanscriti la prova della cessazione della sofferenza niroda, e quindi raggiungere questa cessazione, è possibile. E tutto ciò è basato sull’esperienza quotidiana. Questa è la tradizione sanscrita di Nalanda, pertanto la tradizione sanscrita è molto, molto utile. La tradizione sanscrita è importantissima per capire e rendere chiara quanto sia importante la conoscenza del Buddhismo, altrimenti avremmo molte lacune. Nel settimo – ottavo secolo, troviamo Shantarakshita, grande maestro dell’ottavo secolo, grande filosofo e grande logico. Nei suoi scritti possiamo vedere che è un grande logico. Pertanto la tradizione buddhista tibetana è nata da questi maestri. Sulla filosofia Madhyamika, la tradizione tibetana si basa su quella di Nalanda, sullo studio della logica in modo critico e nella sperimentazione nella vita di tutti i giorni. Grazie a questi maestro, Guru Padmashambava si dedicò a insegnare soprattutto insegnamenti tantrici. Shantarakshita istituì il sistema monastico in Tibet e diede quindi insegnamenti in questo senso in Tibet. Questo è il contorno, adesso dobbiamo arrivare a questo insegnamento fondamentale sulle 4 nobili verità. Adesso parlerò in tibetano.

DUE LIVELLI DI SOFFERENZA

Noi abbiamo sempre il senso dell’io. Per questo proviamo sofferenza, piacere. Ci sono due livelli di sofferenza: uno sensoriale ed uno a livello mentale. Certe volte mentalmente siamo molto felici ma fisicamente abbiamo dei disturbi, certe volte fisicamente stiamo benissimo ma mentalmente abbiamo troppe preoccupazioni, ma le esperienze a livello mentale sono di sofferenza e così anche a livello fisico. Il livello mentale di queste due è più importante. A livello fisico possiamo benissimo far tacere la sofferenza fisica attraverso il pensiero. Se mi fa male un braccio, se penso a quel dolore lo sento ancora di più. Se pensiamo invece a quella persona senza braccio, senz’altro il nostro dolore si affievolirà e quindi noi staremo un pochino meglio, l’esperienza mentale è molto più importante dell’esperienza fisica. Quindi la sofferenza fisica può essere domata dalla sforzo mentale. A livello fisico tropo stress, troppa paura, troppi dubbi, troppa gelosia, quel livello mentale di sofferenza non può essere bloccato, abbiamo due livelli, non vogliamo la sofferenza per natura, nessuno vuole soffrire.

POSSIAMO ELIMINARE LA SOFFERENZA PREGANDO?

No! Sembra che solo eliminando le cause e le condizioni, siamo in grado di ridurre la sofferenza, quindi, dobbiamo agire sulla cause. Perciò Buddha insegnò la seconda verità che sono le cause della sofferenza. Dobbiamo approfondire, deve esserci una certa ignoranza di base, differenti livelli sfavorevoli di emozioni. A livello profondo qual è la causa di base dell’ignoranza? Molti livelli d’ignoranza sono a livello convenzionale delle apparenze, ma sono basati sull’ignoranza della realtà ultima. Questi due tipi di ignoranza: convenzionale e ultima, derivano dalla concezione errata. Ogni concezione errata porta a confusione, e quindi la concezione errata è, vedere qualcosa ma trarre delle conclusioni errate. Quindi, la cessazione si basa sulla comprensione che la realtà è differente da come appaiono le cose. Ogni falsità non è fondata, non ha una base, ma se investigate di più, non c’è verità. La verità significa realtà, realtà è in opposizione a fandonia. Certe volte la menzogna sembra più forte della verità. Ma poi, la verità prende il sopravvento. Ci sono  delle grandi forze che fanno sì che la verità alla fine prenda il sopravventò, sono le forze della ragione.

Tanto più si approfondisce, tanto più l’ignoranza scompare. La possibilità della cessazione della sofferenza, una volta che sviluppiamo un certa consapevolezza, emerge la possibilità d’eliminare le cause della sofferenza, se non conosciamo le cause, non possiamo seguire il metodo per raggiungere la felicità permanente. La quarta verità, proprio perché non vogliamo la sofferenza, la legge di causalità ci permette di eliminarla. La quarta è il metodo, l’ottuplice sentiero della virtù.

Per avere cura di noi stessi è meglio mangiare, è ora dei pranzo.