4 Insegnamenti S.S. Dalai Lama “Lampada” Atisha Friburgo 13-14.04.13


Sua Santità il Dalai Lama: La saggezza dipende dalla concentrazione, e la concentrazione dipende dall'etica.

Sua Santità il Dalai Lama: La saggezza dipende dalla concentrazione, e la concentrazione dipende dall'etica.

Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama il 13 e 14 aprile 2013 a Friburgo suLa lampada sul sentiero verso l’illuminazione’ di Atisha https://www.sangye.it/altro/?p=81 . Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e del Dott. Luciano Villa, basati sulla traduzione dal Tibetano in Italiano di Fabrizio Pallotti e dal tibetano in inglese di Tenzin Tsepag, revisione e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” approvato da Sua Santità il Dalai Lama, vedi http://www.youtube.com/watch?v=uRh3Kj_UETU e finalizzato alla diffusione degli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama per il beneficio di tutti gli esseri senzienti . Ci scusiamo per i possibili errori ed omissioni.

Sabato 13.04.2013 seconda parte del pomeriggio.

Tutti i fenomeni sono affetti del loro opposto, cosi’ come immettiamo aria fresca se fa troppo caldo, e viceversa se fa troppo freddo. Allo stesso modo avviene per la concezione errata del se’, che correggiamo con quella corretta. Ad esempio, la kata ed il fiore sono diversi, ma non completamente, perché possono coesistere insieme, ma non e’ cosi per il fiore ed il non fiore, che non possono coesistere. Quando si comprende correttamente la mancanza del se, allo stesso modo svanisce la visione distorta. Tra le emozioni negative ci sono quelle chiamate non viste e quelle chiamate punti vista (eternalismo). Una ha come essenza il se’, l’io; e per superare questo punto di vista dobbiamo sviluppare la saggezza che realizza la mancanza del se’. Opponendo uno all’altro, l’uno si rafforza man mano che l’altro si indebolisce. Come il freddo e il caldo. Se il freddo aumenta il caldo gradualmente diminuisce, e viceversa. Nel principio di contraddizione c’e’ la mutua esclusione dei due contraddittori opposti contemporaneamente veri. Perciò, per sconfiggere l’attaccamento al se’ dobbiamo sviluppare la visione del non se’. Se prendi una sciarpa ed un fiore, ovviamente uno non e’ l’altra. Essere uno esclude l’altro, ma non e’ mutualmente esclusivo. Ovviamente il fiore non ha un’essenza indipendente di fiore, ma questo non significa che il fiore possa ottenere la liberazione. Non e’ che il semplice motivo di esistere per le sue cause rende il fiore capace di ottenere l’illuminazione poiché questa capacita’ ce l’ha la mente non presente nel fiore. E’ il flusso mentale che può distruggere le emozioni negative ed il samsara e’ posto sulla base della mente. Con riferimento alla mera luminosità e chiarezza (natura cognitiva della mente) questa non e’ contaminata dalle emozioni negative. La chiarezza e la consapevolezza sono la natura della mente non è contaminata dalle emozioni disturbanti che ci legano all’interno del ciclo di esistenza, è per questo che è possibile per noi raggiungere la liberazione.

Fino a quando ci sarà questa misconcenzione che comprende la realtà in modo distorto siamo nel samsara. Può essere eliminata dallo stesso flusso di coscienza. La natura di base della mente e’ luminosità, consapevolezza e cognitività. Possiamo dire che su questa base c’è la possibilità di ottenere il nirvana.

Per fare questo abbiamo bisogno di ascoltare gli insegnamenti, capirne il significato, in modo da metterli in pratica, sviluppare la convinzione attraverso la riflessione e meditare su ciò che abbiamo capito. Per sradicare le emozioni disturbanti abbiamo bisogno di sviluppare la saggezza che comprende la mancanza del sé e la base rappresentata dall’etica e dalla concentrazione. L’etica, implicando consapevolezza ed introspezione, fa scaturire la concentrazione, che consente lo sviluppo della saggezza. Ci sono 3 categorie dei fenomeni: quelli ovvi percepiti dai sensi, quelli che devono essere compresi e inferite tramite la logica e il ragionamento. I Sutra dicono che, sia che il Buddha sia venuto o no, la realtà dei fenomeni e’ la stessa, perché i fenomeni sono originati in modo interdipendente. Allo scopo di raggiungere il nirvana dobbiamo coltivare il percorso praticando il dharma e comprendendo l’origine interdipendente. Dovremmo sviluppare questa convinzione riflettendo sugli insegnamenti e quindi praticando la meditazione. Questa e’ solo una spiegazione generale del buddhismo. Di solito dico che sviluppando una vera e profonda comprensione del buddhismo si può compiere una trasformazione andando a fondo con questa pratica. Anche gli insegnamenti sulla profonda realtà dei fenomeni sono fatti a un livello basico.

Ma ricordiamoci, e lo conferma la stessa scienza, più del 90% delle negatività che attribuiamo a quel nemico o persona antipatica, dipende dalle nostre proiezioni. E’ quando comprendiamo che e’ la mente che costruisce tutto ciò, tutte queste visioni distorte, che usciamo dal samsara. Ma non esistono solo le sovrapposizione concettuali ma anche l’illusione di credere in una realtà inesisistente, ma che crediamo ostinatamente esistere. Ed invece non esiste. Se la mente stessa e le oscurazioni distruttive fossero per natura uguali, della stessa natura, sarebbe impossibile eliminarle. E’ possibile farlo generando una corretta comprensione della realtà, eliminando quelle che sono le proiezioni errate che ci fanno concepire la realtà in un modo sbagliato.

Cosi’ come ha insegnato Buddha ci sono 3 tipi di fenomeni: apparenti, inferenza corretta e fenomeni molto nascosti che richiedono la realizzazione sulla base di una realtà considerata valida.

Così la pratica deriva dai Tre Addestramenti Superiori: sia che siate concentrati sul Vinaya, sulla Perfezione della Saggezza o o sul tantra. La saggezza dipende dalla concentrazione, e la concentrazione dipende dall’etica.

L’eliminazione parziale delle negatività e in fine raggiungere il dharmakaya, la natura della mente. La cessazione ultima o nirvana. Le negatività hanno le loro radici nell’ignoranza e nell’impronte lasciate da essa, queste sono le oscurazioni cognitive. Dal punto di vista delle emozioni negative ci sono queste impronte. Con la realizzazione della coscienza del non se’ si può sradicare queste negatività e non con la pratica della moralità. Abbiamo bisogno di una potente saggezza basata sulla moralità. Se sei un monaco ricorda a te stesso che sei un monaco, e questo aiuta a costruire una mente virtuosa. L’addestramento nella concentrazione univoca di per se’ non sviluppa la saggezza. Sia che tu sia un praticante dei sutra che dei tantra, devi basarti sull’addestramento alla concentrazione ed alla moralità. Quando si fa esperienza diretta si ha realizzato il sentiero della verità. Questo punto di arrivo rappresenta per noi il vero rifugio. Quando si raggiunge il punto del sentiero in cui si vede direttamente la vacuità si ottiene l’antidoto diretto da applicare sulla propria mente. Quando si ottiene la vera cessazione non cadrai più nuovamente preda delle negatività. A questo punto si diventa parte del Sangha.

Re Songtsen Gampo nel 7° secolo sposò una principessa cinese ed una nepalese, ma poi s’indirizzò verso l’India, la terra di origine del buddismo, piuttosto che la Cina, per conoscere la dottrina del Risvegliato. Trisong Detsen invitò in Tibet Shantarakshita, abate di Nalanda. Shantarkshita era un seguace della scuola Yogachara-Svatantrika-Madhyamika, di cui era il fondatore. Tra Svantratrika e Cittamatra, i Cittamatra sono una scuola superiore. Il Madhyamika ha preso il suo sistema dai Cittamatra. Shantarakshita era un grande saggio, se vai a vedere negli scritti si può capire che era un grande saggio. In principio ha stabilito il buddhismo in Tibet. Con l’aiuto di Padmsambava ha stabilito il buddhismo in modo definitivo in Tibet e ha portato il sistema Madhyamika di Nagarjuna. Egli fu un grande studioso che ha fondò la tradizione Yogachara-Svatantrika-Madhyamika che unificò il pensiero di Nagarjuna e d’Asanga con la logica e l’epistemologia di Dharmakirti. Si prese la responsabilità di stabilire il buddismo in Tibet e d’avviare la traduzione delle scritture.

Negli studi tibetani abbiamo gli studi della perfezione della saggezza usando la logica ed epistemologia. Quando abbiamo dibattiti con gli scienziati grazie all’aver studiato logica, possiamo sottolineare le contraddizione a cui le persone possono incorrere nei loro discorsi. Ho incontrato molti saggi buddhisti dal 1956, la prima volta che sono andato in India, ho incontrato molti praticanti religiosi e non conoscevo l’inglese e non avevo mai avuto nessun tipo di educazione moderna. Ma quando parlavo di scienza moderna non mi sono sentito fuori luogo. Lo stesso Buddha ha detto di non prendere letteralmente questi insegnamenti. Tra gli insegnamenti del Buddha ci sono quelli che non devono essere necessariamente presi letteralmente ma ci può ragionarci sopra con l’ausilio della logica.