La morte è un semplice passaggio
Jean-Claude Carriere: “Mi trovavo nel 1992 in Iran, paese islamico, che noi definiamo integralista, e con mio grande stupore vidi alla televisione, sul canale ufficiale, una trasmissione, condotta da donne, che spiegava e consigliava la contraccezione.”
Sua Santità il Dalai Lama: “In Iran?”
Jean-Claude Carriere: “Ma sì. E credo che in Egitto esista la stessa cosa. È un genere di informazioni che l’Occidente non ama diffondere. Perché su questo punto siamo in ritardo.”
Sua Santità il Dalai Lama: “Si assiste anche, negli Stati Uniti così come in Europa, a un ritorno di quello che voi chiamate l’ordine morale.”
Jean-Claude Carriere: “Esatto. Un ritorno della censura, dell’agitazione convulsa di coloro che, ad esempio, si oppongono all’aborto, un atto violento, con ancora più violenza. Come se volessero l’impossibile, cioè tornare indietro.”
Smetto a mia volta di parlare, restiamo un momento in silenzio, poi gli domando:
Jean-Claude Carriere: “La vita è diventata nemica della vita?”.
Sua Santità il Dalai Lama: “La vita umana sì. Perché minaccia ogni vita.”
Jean-Claude Carriere: “Le riflessioni tradizionali, su questo punto, non ci aiutano affatto.”
Sua Santità il Dalai Lama: “No, perché risalgono a un’epoca in cui la vita umana era rara, ricercata. Numerosi pericoli la minacciavano. I bambini morivano in tenera età. Oggi tutto è cambiato, soprattutto da una cinquantina di anni a questa parte.”
Jean-Claude Carriere: “Che dire di quel che ci promette la genetica del secolo venturo? La clonazione, cioè la riproduzione facile, e all’infinito, dell’essere umano, impeccabilmente simile a se stesso. E, come ultimo sogno, l’immortalità.”
Sua Santità il Dalai Lama: “Ma questa riproduzione facile e fedele suppone che noi poniamo un limite alle nostre possibilità di evoluzione. Sosteniamo di essere perfetti e ci fermiamo lì. E d’altra parte, se raggiungeremo l’immortalità, cioè se sopprimeremo la morte, dovremo nel contempo sopprimere la nascita. Poiché la terra diventerebbe troppo rapidamente sovrappopolata.”
Jean-Claude Carriere: “Un po’ ovunque continuo il semplice prolungamento della durata media della vita pone dei problemi insolubili. Come trattare i nuovi vecchi? Come tenerli occupati? Come pagare la loro pensione?”
Sua Santità il Dalai Lama: “Sì, Che fare allora dell’immortalità? Nel nostro rapporto con la vita, il cambiamento è radicale. Anche il cambiamento del nostro pensiero, e di conseguenza del nostro atteggiamento, dev’essere radicale.”
Jean-Claude Carriere: “Non è strettamente vincolato alla lettera delle Scritture?”
Sua Santità il Dalai Lama: “Al contrario. Bisognerebbe essere folli per conservarle inalterate a ogni costo in un mondo che comporta il movimento del tempo. Ad esempio, se la scienza mostra che le Scritture si ingannano, bisogna modificare le Scritture.”
Jean-Claude Carriere: “Per secoli, la Chiesa cattolica ha perseguito una lunga e sterile battaglia per salvaguardare la verità storica della Bibbia di fronte alle scoperte scientifiche. Le pare irrilevante?”
Sua Santità il Dalai Lama: “Inutile, in ogni caso. Perché il buddhismo ci dice tutto il contrario. Ed è un tema centrale, che tutte le scuole accettano: noi siamo, nostro malgrado, immersi nella caducità. Proprio come l’essenza degli esseri, la loro stabilità è un’illusione. La realtà ci sfugge dalle dita, senza che noi possiamo trattenerla.”
Jean-Claude Carriere: “Questo sentimento dipende dalla certezza che abbiamo della nostra morte?”
Sua Santità il Dalai Lama: “No, perché la morte è un semplice passaggio da uno stato a un altro. Si tratta di una dissoluzione e di una ricomposizione di ogni istante. Il mondo si muove. Nulla di fisso, nulla di stabile vi dimora. Le Scritture, anche se venerabili e sacre, sono relative e caduche, come ogni cosa.”
Da: Il Dalai Lama, La Compassione e la Purezza. Conversazioni Con Jean-Claude Carriere. Traduzione di Laura Deleidi. Fratelli Fabbri Editori Anno: 1995 http://it.scribd.com/doc/157928207/Dalai-Lama-Purezza