S.S. Dalai Lama: A chi non ha un atteggiamento settario verso le religioni.

Sua Santità il Dalai Lama: Quando ci si spinge più innanzi sulla via, le cose cambiano.

Sua Santità il Dalai Lama: Quando ci si spinge più innanzi sulla via, le cose cambiano.

Sua Santità il Dalai Lama: A chi non ha un atteggiamento settario verso le religioni.

Vedo due modi possibili per non essere settari in materia religiosa.

Da una parte si può provare rispetto per tutte le confessioni. Per esempio io sono buddhista, ma allo stesso tempo tengo in alta stima il cristianesimo e le altre religioni.

D’altra parte, se uno può limitarsi a portare rispetto alle altre religioni, può anche volerle praticare. È così che alcuni praticano contemporaneamente il cristianesimo e il buddhismo. Fino a un certo punto è del tutto possibile.

Quando ci si spinge più innanzi sulla via, però, le cose cambiano.

Quando si approfondisce la “vacuità”, e l’interdipendenza di qualsiasi cosa, è difficile accettare allo stesso tempo l’idea di un Dio creatore, esistente di per sé e immutabile [La “vacuità”, nell’accezione buddhista, non è il nulla ma soltanto il fatto che nulla ha una realtà intrinseca. L’interdipendenza, intimamente legata alla vacuità, e talvolta considerata equivalente a essa, è il principio per cui i fenomeni non possono esistere se non in rapporto di dipendenza con altri fenomeni, niente può essere causa di sè stesso, e in particolare l’esistenza di una causa originaria è logicamente impossibile.]. Allo stesso modo per colui che crede in un Dio creatore dell’universo, l’interdipendenza costituisce un problema. A partire da un certo livello si arriva a toccare ciò che costituisce la base della propria religione e si è obbligati, per così dire, a specializzarsi.

Questo non impedisce affatto di rispettare le altre vie, ma rende difficile praticarle insieme. [Talvolta il Dalai Lama dice che il concetto di Dio non pone problemi al buddhista se lo si considera come amore infinito. Costituisce invece un problema se considerato causa originaria.].

Inoltre, nel buddhismo esiste una pratica particolare chiamata il “prendere rifugio”. [Prendere rifugio è una delle pratiche fondamentali del buddhismo. Equivale a prendere il Buddha come guida, il suo insegnamento come via e la comunità dei praticanti come compagni di viaggio. A livello più profondo o in una fase successiva della pratica, consiste nel riconoscere la propria natura ultima come il Buddha stesso.]. Quando si è preso rifugio nel Buddha non sono sicuro che si possa prendere rifugio anche nel Cristo, per esempio, senza giungere a un dilemma. Penso che sia preferibile, in questo caso particolare, considerare il Cristo come l’emanazione di un bodhisattva.

Fonte che si ringrazia http://www.hardwaregame.it/images/guide/batik/16172064-Dalai-Lama-I-Consigli-Del-Cuore.pdf,