Sua Santità il Dalai Lama: Attività nei periodi intermedi – Le istruzioni del Lamrim o cammino graduale.
15 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama del Lamrim del Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen a Dharamsala, in India, marzo 1988.
Sua Santità il Dalai Lama
Al termine della sessione, prendetevi un breve periodo di riposo. A volte, mentre ci si riposa, si può avere un’improvvisa ispirazione che aiuta a vedere aspetti che non si erano mai presi in considerazione prima di allora.
Sebbene nel periodo che segue la sessione non siate impegnati in una formale meditazione, dovreste tuttavia mantenere la vostra mente concentrata sulla pratica, per non disperdere i benefici ottenuti durante la sessione appena conclusa. Così, quando inizierete la successiva, sarete in grado di portarla a buon fine sfruttando i progressi che avete fatto nella precedente. Al contrario, se usate il periodo intermedio unicamente come fonte di distrazione, tutti i progressi che avete conseguito andranno perduti e nella nuova sessione dovrete ricominciare tutto da capo. Non dimenticate che è di enorme aiuto leggere alcuni testi relativi a questa pratica.
Quando vi svegliate al mattino, dovrete recitare alcuni mantra specifici e sviluppare una forte determinazione a impiegare bene le ventiquattro ore successive e a non sprecare neppure un singolo minuto della giornata. Aiutati da una tale determinazione, fate le vostre pratiche e impegnatevi in quella del Lamrim.
Una vita vissuta in questo modo vi metterà in grado di fare notevoli progressi, mentre se vi scoraggiate fin dall’inizio e non vi impegnate a fondo, non vi rimarraanno molte speranze. Quindi coraggio e determinazione sono essenziali. Accade lo stesso nella vita di ogni giorno. Appena vi alzate è importante sviluppare la decisa volontà di non sprecare la giornata e di non recare danno al prossimo. Per esempio, i tibetani dovrebbero sviluppare il convincimento che se durante il giorno non saranno in grado di fare qualcosa per la causa tibetana, per lo meno non dovrebbero nuocere al Tibet con azioni negative. Quei tibetani che mi vogliono bene dovrebbero sviluppare la determinazione quanto meno a non ingannarmi.
Quindi monaci, laici e tutti voi potrete vivere una vita in sintonia con il Dharma sin dall’inizio delle prime ore del giorno, adottando la corretta attitudine e la giusta determinazione, e, soprattutto, mettendo in pratica gli insegnamenti che avete ricevuto. Dovreste anche pensare che quanto non riuscirete a fare adesso lo farete in futuro. Ma sempre con grande determinazione. Questo è il modo certo per progredire lungo la via.
Alla fine della giornata, quando è arrivata l’ora di andare a letto, prima di addormentarvi dovreste analizzare la natura delle attività in cui vi siete impegnati nel corso del giorno. Dovreste pentirvi delle azioni negative che avete compiuto e pensare di non compierle più in futuro. Rallegratevi invece di tutte le azioni positive che avete compiuto.
Inoltre, quando vi coricate, è importante avere qualche pensiero virtuoso poiché a volte, per alcuni praticanti, è possibile fare determinate pratiche anche durante il sogno. Questo vi sarà di particolare aiuto al momento del risveglio, la mattina seguente, quando avete una mente fresca e lucida. Ovviamente usare quei particolari istanti per la pratica sarà di notevole beneficio.
Coloro che meditano nelle grotte dovrebbero evitare di fare incontri, poiché potrebbe essere dannoso per la loro concentrazione. Anche solo la consapevolezza che uno straniero si aggira nei paraggi potrebbe distrarvi e quindi danneggiarvi. Dunque fate attenzione. Ecco come dovreste praticare il Dharma. Se sarete in grado di farlo, indipendentemente da quanti testi avrete recitato, riuscirete a progredire realmente. E quindi ci sarà una speranza che potrete ottenere l’Illuminazione in questa stessa vita o, almeno, in una prossima.
Le istruzioni del Lamrim o cammino graduale in sintesi.
Tutti gli stadi delle pratiche preliminari, così come li abbiamo spiegati negli ultimi due capitoli all’interno del contesto chiamato delle sei pratiche preparatorie, sono comuni agli aspetti della meditazione del Lamrim e quindi precedono ogni sessione di meditazione. Questi stadi preparano non solo l’ambiente fisico dove si deve meditare ma, cosa ancora più importante, anche la mente di colui che medita rendendola in questo modo aperta a quel cambiamento spirituale che sarà il risultato dell’intero processo. Come avete potuto vedere, le pratiche preliminari discusse in questo ambito si basano su quelle esposte nel libro Jorchoe, (Le Sei Pratiche Preliminari), e le conseguenti visualizzazioni sono spiegate in modo piuttosto dettagliato.
Comunque, man mano che progredite sul sentiero della meditazione (e in armonia con il tempo a vostra disposizione), dovreste dedicare sempre minor tempo alle pratiche preliminari. Potreste fare una versione abbreviata basata su uno solo degli elementi della pratica, per esempio sette rami, rifugio, generazione dell’altruistica motivazione, offerta del mandàla, richiesta ai maestri del lignaggio, dedica e così via.
Essendovi preparati attraverso questo processo, dovreste poi impegnarvi nella meditazione principale. Per ogni importante meditazione Lamrim, per esempio il corretto rapporto con il maestro spirituale, l’effettiva meditazione viene eseguita subito dopo la dissoluzione del campo dei meriti.
A quel punto, tutti i membri del campo dei meriti si sono già dissolti nella figura principale, vale a dire il vostro guru radice nella forma di Buddha Shakyamuni. E lo fa anche il vostro maestro, attraverso un processo di riduzione delle dimensioni della sua immagine che lo porta fino ad avere la dimensione di un pollice. Infine il vostro guru radice entra in voi attraverso l’apertura della calotta cranica, dove rimane seduto guardando nella stessa direzione in cui guardate voi. Mentre fate questa visualizzazione del vostro guru, rivolgetegli una fervente richiesta.
E immaginate che, grazie alla forza della vostra richiesta, nettare e raggi di luce fluiscano dal suo corpo e riempiano il vostro, purificando le macchie fisiche e mentali che vi impediscono di stabilire un corretto rapporto con la guida spirituale. Immaginate che la vostra mente sia divenuta completamente ricettiva e aperta a quest’esperienza. Potete adesso dare inizio alla vostra meditazione sul soggetto che avrete scelto.
Infine, immaginate di nuovo che raggi di luce e nettare fluiscano dal corpo del guru e scendano su di voi, infondendovi il potere della sua ispirazione.
A quel punto la vostra sessione meditativa dovrà terminare dedicando tutta l’energia positiva che avete accumulato con la pratica alla felicità di tutti gli esseri viventi.
Le pratiche consigliate per la meditazione della devozione al guru vanno bene anche per tutte le successive meditazioni.