1 S.S. Dalai Lama: Insegnamenti sui 18 Grandi Stadi Sentiero Lam Rim Sera Monastery 13-14

Sua Santità il Dalai Lama: I perfetti maestri sono diventati illuminati attraverso le pratiche.

Sua Santità il Dalai Lama: I perfetti maestri sono diventati illuminati attraverso le pratiche.

Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama nella grande Università monastica di Sera a Bylakuppe nello stato indiano del Karnataka, dal 25 dicembre 2013 al 4 gennaio 2014, basati sui 18 Grandi Commentari del Lamrim o Sentiero Graduale per l’Illuminazione.

Traduzione dall’inglese https://www.sangye.it/wordpress2/?cat=82 , appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, basati sulla traduzione dal Tibetano in Inglese di Mr. Tenzin Tsepag, revisione dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” approvato direttamente da Sua Santità il Dalai Lama, vedi http://www.youtube.com/watch?v=uRh3Kj_UETU e finalizzato alla diffusione degli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama per il beneficio di tutti gli esseri senzienti . Ci scusiamo per i possibili errori ed omissioni, che vi preghiamo di segnalarci scrivendo a sangye7@gmail.com.

25.12.2013 Sua Santità il Dalai Lama: prima parte del mattino.

Oggi si sono qui riuniti nel Cortile dei Dibattiti all’Università Monastica di Sera Je in Sud India, sia monaci che laici, che hanno affrontato un gran sforzo finanziario, e, nonostante i problemi e le difficoltà. Avete manifestato tutto il vostro interesse e siete venuti finalmente qui. E vorrei ringraziare tutti voi, è grazie alla vostra fede ed alla devozione che siete venuti fin qui. Di conseguenza sono molto felice che siete venuti fin qui.

Lo scorso anno abbiamo iniziato un insegnamento sul Lamrim, abbiamo iniziato con 8 Grandi Testi, a cui abbiamo aggiunto una serie di altri testi, raggiungendo il numero di 11 testi definitivi, di cui ho ricevuto istruzioni e la trasmissione. L’anno scorso abbiamo già finito un testo ed ora abbiamo il testo ” L’essenza dell’oro raffinato “, e cercherò di comprendere il maggior numero possibile di testi. Non so se riuscirò a terminare tutti i testi, perchè se dovessi insistere troppo, potrei dennaggiarmi gli occhi. Così farò del mio meglio per completare il maggior numero di testi possibile.

L’obiettivo per cui ci siamo raccolti qui oggi è per concretizzare alcuni benefici per questa vita, per sviluppare un modo di pensare che ci sia vantaggioso in questa vita. Se ci riuscirete, sarà una garanzia per conseguire una buona rinascita. Nel momento della morte, se si ha una vita negativa, anche se possiamo fare preghiere ed offerte, come lampade di burro e così via, sarà molto difficile aiutare noi stessi. Ma, quando si fa una vita piena di significato, possiamo ora essere abbastanza sicuri che avremo una vita migliore nella prossima rinascita. Questo è il motivo per cui ci siamo raccolti qui per questo discorso dio dharma.

Così, all’inizio reciteremo per tre volte, insieme, i versi del rifugio e bodicitta. Lo scopo di questa recitazione è che, qualunque sia il tema di Dharma in cui ci stiamo impegnando, abbiamo bisogno di avere la giusta motivazione, ogni azione che facciamo con il nostro linguaggio del corpo e della mente, per diventare virtuosa o non, dipende dalla nostra motivazione. Esternamente possiamo sembrare intenti in pratihe di dharma; fare offerte e così via. Ma, se la tua motivazione è intrisa con preoccupazione mondane, quella pratica non diventerà mai una pratica di dharma. Ma, con la giusta motivazione, con la motivazione pura tutte le cose che farai, allora diventeranno una pratica di Dharma.

Reciteremo la Lode a Buddha Shakyamuni poi la preghiera del Lam Rim.

Qualunque sia la pratica di Dharma che fate, specialmente nel Mahayana, è necessario sviluppare la giusta motivazione.

Il Lama dovrebbe insegnare con motivazione pura ed anche gli ascoltatori dovrebbero sviluppare la pura motivazione. Prendere rifugio, e generare bodichitta: dovremmo avere questo tipo di motivazione per il rifugio. Ascoltare con questa motivazine l’insegnamento sarà in questo modo efficace. Se la mia intenzione e la motivazione fossero sbagliate, allora starò accumulando le non virtù e le conseguenze di cattive azioni.

Quindi, da parte del lama, deve essere in grado di insegnare in accordo con la tradizione che discende dal maestro Nagarjuna, dal maestro Tsonkg Khapa e così via. E con questo giusto tipo di motivazione sarà in grado di fare il giusto insegnamento nel giusto modo. E, da parte del discepolo, da parte del pubblico, si dovrebbe ugualmente avere la giusta motivazione per ascoltare l’insegnamento, per trasformare sè stessi, e in questo modo sarà efficace.

In caso contrario, se chi insegna lo fa perchè spinto dalla bramosia di far soldi, senza la giusta motivazione, creerà azioni negative.

Quindi, in relazione a qualsiasi tradizione religiosa, abbiamo diverse pratiche del rifugio. Ad esempio, nella religione teistica, ci si rifugia in Dio, il Dio Creatore. Inoltre, i non- teisti hanno il loro Maestro fondatore, e possiamo rifugiarci nel Maestro fondatore. Quindi, per quanto riguarda il Buddismo, Chandrakirti ha detto che i Tre Rifugi – Buddha, Dharma e Sangha – sono il rifugio per coloro che ispirano alla liberazione. Per quanto riguarda la moksha o liberazione, non è un qualcosa che si compra nè è un luogo che si raggiunge: è l’eliminazione di tutti i tipi di carenze, che si trovano all’interno delle nostre auto-limitazioni. Quindi, in altre parole, ci sono due livelli di moksha: l’eliminazione di tutte le illusioni, illusioni che portano ad emozioni negative, e l’eliminazione di ogni contaminazione negativa mentale. In altre parole: da entrambe le oscurazioni .

Così, il Buddha è il maestro della mancanza del sé. Per quanto riguarda il dharma, che comprende il percorso del sentiero e la cessazione, una volta che li pratichi, allora sarai qualcuno che ha raggiunto i due oggetti di rifugio dentro te stesso: la realizzazione diretta della vacuità e la realizzazione, il raggiungimento della cessazione in te stesso. Così, dopo aver realizzato entrambi, la cessazione ed la vacuità in noi stessi, abbiamo realizzato grandi obiettivi, che non ci portano alla ricchezza od al potere, ma a quello che noi, come monaci, chiamiamo l’esperienza della virtù che annienta le Otto Preoccupazioni o Dharma o Atteggiamenti Mondani (Desiderio di fama, Infelicità o angoscia alla perdita di fama, Desiderio di piaceri mondani, Infelicità o angoscia alla perdita di piaceri mondani, Desiderio di profitti materiali, Infelicità o angoscia alla perdita di profitti materiali, Desiderio di lodi, Infelicità o angoscia alla perdita di lodi), totalmente concentrata sul nostro corpo, parola e mente: per la liberazione.

Così, dunque, come dice Chandrakirti: Buddha, Dharma e Sangha sono il rifugio per coloro che aspirano alla liberazione. Quindi, se si prende rifugio, solo per ottenere benefici per questa vita, allora quando si muore l’effetto è finito. Anche se si prende rifugio per ottenere benefici nella prossima vita, l’effetto si concluderà con la prossima vita. Anche se si prende rifugio con l’intento di raggiungere il Nirvana, quando si raggiungerà questo obiettivo: è fatto. Ecco di cosa stiamo parlando: prendere rifugio nella comprensione del sentiero Mahayana al fine di raggiungere la completa Buddhità per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Così, quando raggiungerò uno stato in cui si sono eliminate tutte le illusioni, tutte le contaminazioni dentro la nostra mente, allora raggiungerò la grande illuminazione, la piena illuminazione di Buddha.

Quando si dice “Prendo rifugio nel Buddha, Dharma e Sangha finché non raggiungerò l’illuminazione” affermo che si prende rifugio fino a raggiungere l’illuminazione. Lo si fa al fine di raggiungere l’ultimo percorso di definitiva cessazione, fino al superamento di tutte le tue carenze, in modo da progredire sempre di più in te stesso. Così, quando pensiamo di beneficiare di tutti gli esseri senzienti, ci si rifugia non solo nel Buddha, che è in grado di beneficiare tutti gli esseri senzienti, ma anche ci si rifugia nella sensazione che t’ispira a diventare un Buddha, da ultimo: come il Buddha Sakyamuni per prima generò bodhicitta, allora m’impegno nella accumulazione di meriti e saggezza, per poi diventare illuminato in questa stessa vita. Anche il maestro Nagarjuna e così via il lignaggio indiano ed i maestri del Tibet, le tradizione buddiste tibetane Ghelu, Sakya, Nyma, Kargyu e Jonang, tutti sono impegnate nelle sei perfezioni della pratica del bodhisattva (generosità, moralità, pazienza, sforzo entuisiastico, concentrazione, saggezza). Anche le pratiche tantriche dipendono dalla pratica del bodhisattva. Quindi, tutti questi maestri perfetti sono diventati illuminati attraverso queste pratiche o sono ancora a praticare questa prassi. Pertanto, quando si dice – mi rifugio nel Supremo Buddha, Dharma e Sangha finché otterrò l’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti – questo significa che si vuole conseguire l’illuminazione a beneficio di tutti gli esseri senzienti, allora si prende rifugio per realizzare l’illuminazione e lo facciamo accumulando meriti attraverso la generosità e così via.

A volte avete sentito dire: “Creo meriti attraverso la generosità e così via”. Questo non basta, non basta dire il “solo” merito. E’ l’accumulazione che risulta indispensabile. Quindi, devo dire: “Attraverso l’accumulazione creo meriti, attraverso la generosità e così via. Possa diventare un Buddha per il beneficio di tutti gli esseri senzienti”. Naturalmente, con la comprensione di ciò che Buddha o di Bodhi in realtà significa, ci si impegna nella pratica, questa, naturalmente, comprenderà pure l’aspetto della saggezza.

Così, quando vedete questa preghiera: “attraverso l’accumulazione di meriti e così via, possa “Io” diventare un Buddha a beneficio di tutti gli esseri senzienti” si incontra il termine “io”, e dovreste rammentare nella vostra mente che il sé che si concentrarta sull’ “Io” non esiste nel modo in cui vi appare, in quanto ha una sorta di inesistenza indipendente, che non è reale. Allo stesso modo: noi stessi, il Buddha, il Dharma ed il Sangha e tutti gli esseri senzienti siamo semplicemente designati sulla base dei nostri aggregati.