1 Sua Santità il Dalai Lama: Insegnamenti sul Lam-rim Chen-mo o Grandi Stadi del Sentiero per l’Illuminazione di Lama Tzong Khapa alla Lehigh University, PA, USA.
1 ° giorno, Sessione pomeridiana, 10 luglio 2008 Introduzione di Sua Santità il Dalai Lama. Responsabilità globale. Armonia religiosa Il Buddhadharma: la tradizione Nalanda. Atisha, il grande trattato e trasmissione. Traduzione dal tibetano in inglese del Dr. Ghesce Thupten Jinpa e dall’inglese in Italiano del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Sua Santità il Dalai Lama
Buon pomeriggio a tutti. In effetti sono molto, molto felice di essere qui per tenere un insegnamento sul Lam-rim Chen-mo. In primo luogo, molti anni fa ho visitato il Centro del compianto Gheshe Wangyal, durante la mia prima visita in America, era il 1979, a causa del legame storicamente molto stretto tra il popolo tibetano e quello mongolo, ed in particolare dal momento che il Terzo Dalai Lama ebbe davvero delle strette relazioni con la Mongolia.
Quindi, quando diciamo la Mongolia, questo include Kalmucchia, Buriazia e tutte queste etnie di mongoli. Esiste con loro un tipo davvero unico di relazione. Poi anche nel mio caso, uno dei miei migliori compagni di studio di Tsenshap, Ngodrub Chowanyi, era mongolo, che mi ha aiutato molto. Quindi con questo mongolo c’era qualcosa di molto vicino, personalmente, una stretta connessione, un collegamento. In un’occasione, al Centro del compianto Wangyal-la, Sok-po [in mongolo] abbiamo riflettuto su tutti questi tipi di vicende passate. Noi, tutti, siamo molto commossi, non è vero? Tutti piangevano. Ero molto commosso.
Quindi il centro: Joshua, non è tibetano, non è mongolo, ma europeo americano. Ma voi due [Joshua e Diana Cutler], penso, portate avanti molto fedelmente lo spirito del defunto Wangyal-la. Quindi, su quelle basi, mi hanno chiesto di dare insegnamenti sul Lam-rim Chen-mo. Ed hanno anche tradotto il Lam-rim Chen-mo. Quindi in un’occasione ho promesso che insegnerò Lam-rim Chen-mo. Il che oggi si è materializzato.
Ma certo, vedete, questo libro è piuttosto voluminoso. Leggere tutto questo libro entro pochi giorni è impossibile.
Quindi procederò col mio insegnamento su questo testo, riassumendo principalmente i punti essenziali e, dove necessario, potrò approfondire questi punti.
Anche se il libro del Lam-rim Chen-mo, penso sia disponibile, ho portato con me, vedi, questo mio Lam-rim Chen-mo personale, perché questo testo, il 17 marzo 1959, quando quella notte lasciai il Norbulingka, questo libro lo portai con me.
Quindi fino ad ora, credo che ho dato insegnamenti da questo Lam-rim Chen-mo per dieci o quindici volte.
Quindi, fino ad ora penso d’aver dato per almeno una quindicina di volte gli insegnamento del Lam-rim Chen-mo. Quindi tutti questi insegnamenti, vedete, li ho dati attraverso questo libro. Conseguentemente questo è personalmente un qualcosa, un qualcosa che mi è molto caro. Come il Sutra del Cuore che reciteremo ora.
[Canto del Sutra del Cuore]
Così come al solito, quando tengo lezioni sul Buddismo, c’è sempre un qualche tipo di procedura. In primo luogo, recitiamo in Pali il Mangalam Sutra https://www.sangye.it/altro/?p=1868 o qualsiasi altro sutra, che viene cantato perché è il primo, è il Buddhadharma originale.
Quindi, da secondo, il sanscrito. Dal primo secolo a.C. o secondo secolo a.C., credo, il sanscrito divenne poi la lingua principale. In particolare nella tradizione di Nalanda, la lingua principale è il sanscrito. Quindi, il Sutra del Cuore https://www.sangye.it/altro/?p=6098, che sarà recitato in sanscrito dal mio bhikshu e grande studioso buddista indiano Bhikkhu Bodhi.
Allora forse anche in cinese. Quindi oggi in queste tre lingue.
Bhikkhu Bodhi: Il sutra che reciterò si chiama Ratana Sutta. Questo è un inno di lode ai tre gioielli – il Buddha, il Dharma ed il Sangha – ed è un modo di invocare le benedizioni dei tre gioielli su questa assemblea del Dharma. Il sutra è abbastanza lungo ma ne recitò una versione abbreviata.
[Canto del Ratana Sutta in Pali]
Tadyatha gate gate paragate parasamgate bodhi soha [cantato tre volte]
Sua Santità il Dalai Lama: La Responsabilità Globale
Ora, come ho menzionato in una precedente conferenza sul Buddismo, un testo particolare, il Lam-rim Chen-mo fu scritto da Lama Tsongkhapa, un grande studioso ed un vero detentore della tradizione di Nalanda. Penso che fosse uno dei migliori studiosi tibetani.
Penso che molti di voi conoscano già il mio impegno, il mio punto di vista od il mio pensiero. Forse alcuni potrebbero essere nuovi, quindi voglio menzionare brevemente le mie opinioni o impegni di base.
Il primo. Sono solo un essere umano. Tra i sei miliardi di esseri umani, sono solo uno di loro. Penso che, oltre alle nostre preghiere, in realtà tutti noi sei miliardi di esseri umani condividiamo un pianeta. Sopravviviamo tutti sotto un unico sole.
Quindi, in particolare nella realtà odierna, a causa della popolazione ed anche, penso, delle comunicazioni più agevoli, di queste cose, ed anche dell’economia moderna, dell’economia globale, della questione ambientale, a causa di questi nuovi fattori, in realtà diventiamo semplicemente una comunità, un’unica entità. Quindi, secondo questa realtà, non esiste un interesse individuale, indipendente, singolo. Per ognuno di noi, il nostro futuro dipende interamente dal resto dell’umanità, dal resto del mondo.
Così, nei tempi antichi, ogni nazione od ogni comunità viveva più o meno indipendentemente. Quindi, sembra il nostro solito concetto od il nostro punto di vista, ancora quel vecchio modello di pensiero, il vecchio pensiero rimane ancora lì. Quindi, il divario tra la realtà e la nostra percezione: quel divario c’è. A volte aumenta. Quindi, a causa di ciò, il nostro vecchio modo di pensare, il vecchio modo di vedere, in realtà con quella visione, le nostre azioni diventano irrealistiche. In questo modo il nostro punto di vista è, credo, un vecchio modo di pensare.
Ecco perché penso che quasi nessuno voglia più problemi. Quindi nessuno vuole creare più problemi, ma i problemi ci sono. Un sacco di problemi creati dall’uomo ci sono perché ci manca questa visione olistica e realistica. Quindi, per sviluppare un senso di responsabilità globale, guarda all’intero pianeta. È solo un piccolo pianeta. Ed il futuro di un individuo dipende interamente da questo. Quindi dobbiamo stare attenti.
Questo è il modo migliore per salvaguardare il nostro futuro individuale, no? Così. Quindi, abbiamo bisogno del senso di preoccupazione per il benessere del resto della gente, per tutti gli esseri senzienti, il resto del mondo.
Questo è il mio impegno numero uno: chiarire che abbiamo bisogno di una visione più ampia ed un senso di responsabilità globale.
Questo è il mio impegno numero uno.
Per quanto riguarda l’insegnamento buddista, ritengo che non non vada preso come una religione ma semplicemente per alcune idee. Pensare all’insieme degli esseri senzienti è utile. Forse è irrealistico pensare, preoccuparsi dello spazio esterno, è troppo lontano. Sembra che non abbia molto senso, ma emotivamente è molto utile. Quindi, quando pensiamo agli infiniti pianeti, agli infiniti esseri senzienti, allora, quando pensiamo ai sei miliardi di esseri umani su questo pianeta, allora non c’è dubbio. Ed ai miliardi di animali che soffrono davvero immensamente sotto le mani dell’uomo. Non è così?
Così il messaggio buddista, il messaggio d’infinito altruismo, è un qualcosa di molto rilevante. Non sto parlando della prossima vita. O non parliamo di buddità. Ma, semplicemente, di essere una persona più felice, una persona più sensibile, una persona più utile su questo pianeta, penso che il messaggio o l’insegnamento dell’infinito altruismo sia un qualcosa di molto utile.
Ed anche nella vita di tutti i giorni, ogni volta che siamo di fronte a qualche difficoltà, alcune di queste idee sono davvero utili per rinforzare le nostre menti, od in particolare le nostre emozioni, in modo che quando stiamo attraversando le difficoltà, possiamo ancora mantenere la nostra pace della mente. Anche questo è molto, molto positivo per la nostra salute. Troppa preoccupazione, troppa avversità, troppa ambizione: sono quindi destinate ad aumentare il sospetto, l’invidia, tutte queste cose.
Risultato? Più disordini. Quindi alcuni di questi pensieri, questi tipi di idee, sono molto, molto utili per il benessere di un individuo, sia mentalmente che emotivamente, e anche in questo modo, anche fisicamente.
Così. Quindi il secondo impegno. Quindi, quindi, ai non credenti che non hanno alcun interesse per la religione, okay. Ascoltate alcune di queste idee. Se sentite qualcosa di utile, assumetelo. Se vi pare insensato allora dimenticatelo. Nessun problema.
Armonia religiosa.
Il mio secondo impegno è la promozione dell’armonia religiosa. Sono un buddista. A volte mi descrivo come un fedele buddista. Perché, vedete, quegli antichi maestri buddisti, in particolare i maestri di Nalanda, le loro menti sono molto, molto critiche, compresa l’analisi delle parole del Buddha. Quindi la loro analisi critica sulle tradizioni non buddiste, le loro analisi in merito sono molto acute. Questi maestri sono molto eruditi e molto critici. Sono in grado di trovare, ovunque ci possano essere, crepe in posizioni non buddiste. Quindi, tutti questi maestri, tra cui Nagarjuna, Aryadeva, Dignaga, Dharmakirti e Shantarakshita, queste menti molto acute e grandi logici chiariscono tutte le debolezze di diversi tipi di tradizioni all’interno della tradizione buddista.
Quindi anche la mia mente in qualche modo, almeno in un modo, è indirizzata in quel modo per investigare, analizzare. Quindi, da quel punto di vista, posso dire di essere un fedele buddista.
Tuttavia, accetto anche il valore od il potenziale di tutte queste importanti tradizioni. Questo è il lato positivo. Il conflitto, la divisione nel nome della religione, è un evento tanto grave. Così triste. Alcune persone innocenti, sincere, fedeli, a volte soffrono. Quindi, lo sforzo, la promozione dell’armonia religiosa unita al rispetto reciproco, la comprensione reciproca: è molto, molto importante.
Quindi, per sviluppare una comprensione più profonda con i non buddisti, è utile conoscere la struttura buddista.
In effetti ho fatto un pellegrinaggio ad Ajmer, nel Rajasthan, un famoso luogo sacro musulmano, principalmente un centro Sufi. È il luogo più santo, penso, secondo il Sufismo. Lì, dal mattino presto, per cinque giorni o per una settimana si tengono preghiere e l’annuale incontro religioso. Pregano per tutta la notte. Così mi hanno invitato. Ed ho preferito partecipare fin dal mattino. Quindi ieri, dalle 3:30 alle 4:30, ho partecipato alla preghiera con un abito da monaco musulmano-monaco buddista ed un cappello musulmano. Là, faceva molto, molto caldo e c’era molta umidità e troppa folla e la mia veste ne ha ancora l’odore. Credo che ci fossero state centomila, anzi, diverse centinaia di migliaia di persone. C’era molta, molta folla. E, naturalmente erano tutti molto vicini l’un l’altro.
Quindi, forse possiamo chiamarlo il profumo di una sana disciplina etica, disciplina etica musulmana, mista, ovviamente, col sudore. Così mi è davvero piaciuto quell’incontro. Molto bene. Quindi, in realtà, penso che poche settimane fa, di nuovo, a Delhi si è tenuta una conferenza internazionale dei musulmani, a cui mi hanno invitato. Quindi penso di essere stato l’unico non musulmano a partecipare a quella conferenza. E, di nuovo, nel pomeriggio ho visitato la moschea di Delhi, l’antica Jamma Masjid. Così sono andato lì, ho pregato insieme ai musulmani, a migliaia e migliaia di musulmani. Quindi, questa è la prima volta, vedete, che indossavo il cappello bianco musulmano, quindi ho avuto un piccolo dubbio. Personalmente ero molto felice, ma anche un po’ titubante perché alcuni indù, un po’ integralisti, potrebbero sentire tutto ciò in un modo un po’ diverso. Ma più tardi, anche la risposta della comunità indù è stata eccellente, molto buona.
Sembra quindi che la gente apprezzi il mio sforzo di promuovere l’armonia religiosa ed il rispetto genuino. Quindi, se vi piace davvero questo tipo di sforzo, vi prego di esercitarvi da parte vostra. Insomma, fatelo!
Penso che sia molto, molto importante stabilire contatti più stretti con altre tradizioni, con seguaci di altre tradizioni, ed in particolare con fratelli e sorelle musulmani. Dall’11 settembre, a volte mi affiora qualche impressione negativa, che è quindi del tutto sbagliata. Bene.
Naturalmente, da un punto di vista buddhista, penso che, in passato, nella storia passata, molti buddisti indiani soffrissero molto sotto il dominio dei musulmani. Ma il passato è passato.
Non serve, vedete, pensare in questo modo e poi continuare ad odiare. È assolutamente sciocco. Il passato è passato.
Oggi, ad esempio, quei musulmani nell’area di Bodhgaya, penso che i loro antenati siano venuti a Bodhgaya per distruggere il gran tempio buddista di Bodhgaya. Ma ora, oggi, sono i migliori amici dei pellegrini buddisti. Come quelli che, ogni volta che visito Bodhgaya mi invitano sempre, mi offrono tè e noci deliziose. Il che mi fa sempre piacere. Questa è la realtà di oggi.
Comunque i musulmani sono un miliardo. Il che è molto importante. Quei veri praticanti musulmani: sono persone meravigliose.
Il Buddhadharma: la tradizione di Nalanda.
Quindi, ora è il momento dell’insegnamento sul Buddhadharma. Quindi, secondo la comprensione convenzionale della storia, Buddha arrivò al mondo quasi 2.600 anni fa. Quindi alla fine, penso, che il Buddhadharma si diffuse poi dall’India in diversi paesi, molti nel Sud-est asiatico e l’Asia orientale. Così, oggi, in Birmania, Sri Lanka, Thailandia, Cambogia, in queste aree, principalmente, si è sviluppata la tradizione Pali. Poi il Buddhadharma si diffuse principalmente in Cina, Corea, Giappone, Vietnam, poi anche in Tibet ed in Mongolia. Naturalmente, in quei paesi si diffuse anche la tradizione Pali, ma, per lo più, quella sanscrita. Sembra che, la lingua straniera principale, oltre al sanscrito, fosse, prima di tutto, soprattutto, il cinese. Quindi, penso che venisse la lingua tibetana. Quindi il buddismo fiorì in Cina almeno tre o quattro secoli prima che in Tibet. Quindi, ritengo sempre che, in primo luogo, la tradizione pali fosse la più antica.
Questa è la base di Buddhadharma. I detentori della tradizione Pali sono i primi praticanti del Buddhadharma, sono gli anziani del Buddha.
Quindi veniamo al Buddismo in Cina. Nella tradizione sanscrita, il buddismo cinese è il più antico, cui successivamente seguiamo noi tibetani ed i mongoli. Quindi, ovunque dia insegnamenti alla comunità cinese, sempre, all’inizio, esprimo il mio saluto perché sono gli studenti più antichi del Buddha. Nel frattempo accenno anche, per quanto sia a mia conoscenza, che, a volte, l’allievo più giovane è il migliore. E lo penso proprio perché il buddismo tibetano fu fondato da Shantarakshita, che era uno dei più acuti logici e filosofi dell’Università di Nalanda, che venne personalmente in Tibet. Poi arrivò Kamalashila https://www.sangye.it/altro/?p=1698 uno dei suoi più importanti allievi. Entrambi furono dei grandi studiosi. Potete leggere i loro scritti, che sono tuttora disponibili.
Oh grandi logici e filosofi, filosofi Madhyamika.
Quindi naturalmente data l’elevata qualifica dei maestri stessi – monaci, grandi studiosi, logici – è praticamente consequenziale che i suoi allievi lo fossero altrettanto. Non vi pare?
Pensate che, fino ad ora, nel 21° secolo, è vivo lo studio rigoroso di tutti questi importanti testi. All’inizio li impariamo a memoria. Quindi, procediamo alla spiegazione parola per parola. E non è solo una semplice spiegazione, ma diventa l’apprendimento attraverso un’approfondita discussione. È tanto precisa, lo è con tanta precisione da diventare un dibattito.
Tuttavia, in generale, la conoscenza del Buddhadharma da parte dei tibetani non è nulla di speciale, ma, grazie a questi grandi maestri, penso che siano i veri detentori della tradizione di Nalanda. Lo penso come detentori d’una forma più completa o più profonda, penso che la tradizione tibetana sia la migliore.
Quindi, ci sono differenze. In tutti i testi dei maestri indiani e nei testi dei maestri tibetani, ci sono differenze, stili diversi a causa delle diverse circostanze. In India c’erano non solo buddisti ma anche non buddisti e molti dibattiti tra i migliori studiosi di queste diverse tradizioni.
Quindi gli scritti di Nagarjuna o Aryadeva, tutti questi erano più comparativi nella loro prospettiva. C’è in essi anche un’analisi più dettagliata ed approfondita. Quindi, i testi dei maestri tibetani, in genere erano solo buddisti. Conseguentemente, chi li ascoltava, penso, dava per scontato che fossero buddisti.
Quindi non c’era molta enfasi sul confronto.
Come questo.
Atisha, il grande trattato e la trasmissione.
Questo libro, questo testo, Bodhipathapradipa, o Lampada sul sentiero verso l’illuminazione https://www.sangye.it/altro/?p=81 fu scritto da Atisha Dipamkara, un bengalese che nell’undicesimo secolo venne in Tibet. Shantarakshita arrivò nell’ottavo secolo. Nell’undicesimo secolo Dipamkara Atisha venne in Tibet. Quindi penso che, in fondo, la tradizione di Nalanda vi fosse già ben stabilita. Così Atisha compose questo breve testo, poiché la tradizione Nalanda era già ben consolidata, e lo scopo del testo è di fornire una sorta di metodo su come integrare la conoscenza dei vari insegnamenti buddisti nel contesto di un praticante dai diversi livelli di capacità mentali. Così questo testo, noto come Bodhipathapradipa o Lampada sul Sentiero verso l’Illuminazione https://www.sangye.it/altro/?p=81 divenne la radice di tutti i testi di Lam-rim, dei testi sugli stadi del sentiero.
Quindi, in questo senso, si può considerare questo, il testo di Tsongkhapa, Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero verso l’Illuminazione https://www.sangye.it/altro/?cat=110 come una sorta di ampio commentario o esposizione di quel breve testo di Atisha.
Qualcuno di voi ha con sé il testo del Grande Trattato? Chi ce l’ha alzi ala mano.
Ho ricevuto la trasmissione di questo insegnamento di Lam-rim Chen-mo https://www.sangye.it/altro/?cat=110 dai miei due tutori: Kyabje Trijang Rinpoche e Kyabje Ling Rinpoche https://www.sangye.it/altro/?cat=117.
Il lignaggio di Trijang Rinpoche proviene da Thukje Pabongka Rinpoche https://www.sangye.it/altro/?p=6086. Poi nel lignaggio di Ling Rinpoche https://www.sangye.it/altro/?cat=117 c’è anche Pabongka Rinpoche https://www.sangye.it/altro/?p=6086, ma una discendenza principale proveniva dal 13° Dalai Lama. Così il 13° Dalai Lama diede un insegnamento sul Lam-rim Chen-mo nel Norbulingka. Ling Rinpoche era allora piuttosto giovane, ma ricevette insegnamento dal 13° Dalai Lama.