Sua Santità il Dalai Lama: “Avete ogni diritto di investigare le religioni”

Sua Santità il Dalai Lama: C’è la natura convenzionale delle cose e la natura ultima delle cose. La natura ultima delle cose non è opera di nessuno. La natura convenzionale delle cose cambia in conformità col karma degli esseri senzienti. Meditiamo.

Sua Santità il Dalai Lama: “Avete ogni diritto di investigare le religioni”

Il Dalai Lama, leader politico e religioso del popolo tibetano, è stato invitato ad una sessione di domande e risposte alla fine di un ritiro di meditazione intensiva vipassana per occidentali condotto da Christopher Titmuss e John Orr al Thai Temple di Bodh Gaya (India) nel gennaio 1982. Pubblichiamo il testo tradotto in italiano per gentile concessione della rivista «Reality» (n. 1, 1982, pp. 1-3).

Intervista a Sua Santità il Dalai Lama

Domanda. Negli ultimi 10 anni ed oltre è sorto tra gli occidentali un crescente interesse per le pratiche e le discipline spirituali del buddhismo. C’è la possibilità di coltivare il cuore e la mente praticando in Oriente, mentre la società occidentale non sembra altrettanto propizia. Che suggerimento può dare a questo proposito?

Sua Santità il Dalai Lama: Innanzitutto sono felice di essere di nuovo qui. Attraverso questo corso di meditazione ottenete un beneficio ottimo, utilissimo. L’ambiente conta parecchio. La pratica spirituale è difficile da svolgere con continuità. Se avete una conoscenza ed esperienza di fondo sull’atteggiamento da assumere nei confronti dell’ostilità presente in una società competitiva, allora potete vivere anche in una società le cui circostanze non sono tanto favorevoli alla pratica. In determinate situazioni occorre reagire, restando però, nel profondo, in armonia con l’insegnamento. Se rimarrete genuinamente onesti ed umili, qualcuno potrà trarne giovamento. A livello superficiale intraprendete azioni corrette, rammentando di essere tolleranti e compassionevoli. Ogni tanto recatevi a Bodh Gaya o in luoghi dove sia possibile ricevere insegnamenti per ricaricarsi, anziché spendere denaro per una vacanza.

Domanda. Se una persona si vede priva di esistenza inerente, sarebbe possibile assumere come oggetto meditativo qualunque fenomeno animato o inanimato, attraverso il potere di imputazione o attraverso la parola?

Sua Santità il Dalai Lama: Comprendere il significato della vacuità è comprendere il significato dell’originazione interdipendente. L’originazione interdipendente può esserci soltanto se qualcosa avviene in dipendenza di qualcos’altro. I fenomeni dipendono da altri fattori, cosicché non possono esistere in virtù del proprio essere. Non riusciamo a trovare il sé, che usualmente sembra qualcosa di solido e concreto. Allora potremmo essere indotti a pensare che il sé o io non esista affatto. Ma, grazie alla nostra esperienza, evitiamo l’estremo del nichilismo. Se ad un certo punto vi sembra che il vostro intendimento della vacuità si avvicini al nichilismo, allora datevi un semplice pizzico per capire che il nichilismo è sbagliato. Un buddhista coltiva la fine della sofferenza per tutti gli esseri senzienti.

Domanda. È lecito far del male a qualcuno per aiutare gli altri?

Sua Santità il Dalai Lama: Occorre osservare la situazione per vedere quale valore si potrebbe raggiungere e quale sia la proibizione. Se qualcuno compie qualcosa di orribilmente dannoso per molta gente, allora, con una motivazione compassionevole, cercate di fermare tale cattiva azione. In questo caso una azione energica o rude è permessa e necessaria.

Domanda. Può spiegare l’applicazione della vipassana (visione profonda) nel tantra?

Sua Santità il Dalai Lama: Si incrementa una visione profonda dei fenomeni. È possibile analizzare la natura profonda dei fenomeni solo se la mente non ondeggia. Occorre dunque, innanzitutto, una quiete costante del corpo e della mente. Ciò si chiama unione di samatha e vipassana, di quiete costante e visione profonda. La quiete costante della mente si raggiunge tramite la meditazione stabilizzante, mentre la visione profonda si raggiunge tramite la meditazione analitica. La differenza fra i sistemi è che il tantra possiede tecniche speciali per raggiungere rapidamente questa unione di quiete costante e visione profonda.

Domanda. Man mano che si sviluppano il sentiero e la pratica spirituali, capita talvolta che un uomo o una donna provino il desiderio di prendere gli ordini monastici. Che cosa ne pensa?

Sua Santità il Dalai Lama: Il Buddha ha creato metodi differenti. C’è un’etica per i monaci ed una per i laici. Bisogna considerare se si è in grado di prendere i voti o no. Se ci sono esitazioni, allora è meglio non essere ordinati.

Domanda. A che cosa collegherebbe il fascino crescente che l’Occidente (e specialmente l’America) prova per le religioni orientali? Molti culti stanno diventando estremamente forti in America. Incoraggerebbe chi non trova un sollievo spirituale a cercare più a fondo nella propria religione di origine oppure a considerare il Buddhismo come un’alternativa?

Sua Santità il Dalai Lama: È una domanda in cui ci si può invischiare. Dal punto di vista buddhista, un essere umano ha tutti i diritti di investigare la propria religione o un’altra.

Domanda. Ma consiglierebbe di rivolgersi prima alla propria tradizione religiosa di origine, oppure di guardare oltre?

Sua Santità il Dalai Lama: In tal senso uno studio comparativo sarebbe utile. Ogni religione possiede la capacità di dare all’essere umano qualche buon consiglio. Individui diversi hanno differenti predisposizioni. Scegliete l’inserimento più adatto al vostro gusto. Ecco il mio consiglio. Non posso suggerire a chiunque di praticare il Buddhismo, non posso dire così. Nei primi anni sessanta una signora americana, che provava simpatia per i tibetani, mi disse che erano un popolo così amabile, umile ed onesto, peccato che non avessero religione! Per « religione » intendeva soltanto il cristianesimo. Lei deve seguire il cristianesimo. Ecco il mio parere.

Domanda. Molti occidentali fanno confusione a proposito delle diverse scuole del buddhismo. Noi non siamo nati buddhisti né abbiamo ragione di essere settari. È contraddittorio praticare il Mahayana ed il Theravada?

Sua Santità il Dalai Lama: Non c’è alcuna contraddizione. Sembra che, per raggiungere la buddità, il particolare tipo di visione profonda descritto nelle scritture più antiche non sia sufficiente. Alcuni tipi di visione profonda sono condivisi da entrambe le scuole. Tuttavia lo stile meditativo differisce un po’. Le meditazioni su impermanenza, vacuità, non-sé e sofferenza sono pressoché uguali. Esiste però una differenza nella visione della vacuità.

Domanda. In che modo il suo contatto col mondo occidentale negli ultimi anni ha influenzato o cambiato il suo modo di vedere il Dharma e le sue applicazioni pratiche?

Sua Santità il Dalai Lama: Non credo che sia cambiato. Il Buddhismo ha a che fare con la sofferenza umana di base. La sofferenza è la stessa per un occidentale od un orientale. Il nostro nemico interno è la gelosia, la collera e l’attaccamento. Le cose superficiali non hanno molto significato. Alcuni occidentali sono pieni di fede cieca, ancora più ortodossi dei tibetani! Molti di noi sono scoraggiati dai riti. Mi rendo conto che il rito può essere un potentissimo mezzo per coltivare la mente.

Domanda. In che modo il rito può essere riportato dalla tradizione tibetana ad uno stile di pratica occidentale?

Sua Santità il Dalai Lama: È difficile da dire. Ogni punto del simbolismo ha un vasto significato. I punti essenziali dovrebbero rimanere. Alcune cose cambieranno. Accadrà da solo.

Domanda. Ha qualche valore mantenere cerimonie, iniziazioni e riti nella lingua tibetana anziché tradurli in inglese?

Sua Santità il Dalai Lama: Ciò è giusto e necessario. L’insegnamento tantrico è essenzialmente una dottrina segreta e non è utile a tutti. È indispensabile ricevere istruzioni soltanto da chi sia qualificato nella· pratica. Questo è un altro punto da tenere presente.

Domanda. Perché la realtà è così com’è?

Sua Santità il Dalai Lama: C’è la natura convenzionale delle cose e la natura ultima delle cose. La natura ultima delle cose non è opera di nessuno. La natura convenzionale delle cose cambia in conformità col karma degli esseri senzienti. Meditiamo.

(trad. dall’inglese di Lorenzo Giovannini) https://maitreya.it/wp-content/uploads/2020/02/Paramita-21.pdf