S.S. Dalai Lama Nantes 19.08.08: 4°giorno d’insegnamenti, pomeriggio

Sua Santità il Dalai Lama ci guida tra le pagine del teso di Nagarjuna

Dobbiamo premettere che questi sono solo appunti, presi a mano e scaricati sul computer subito dopo gli insegnamenti, perciò non riusciamo certo a darvi una trascrizione esatta di ciò che ha detto Sua Santità nei suoi insegnamenti, in cui parla in tibetano. Pertanto vi preghiamo di scusarci se vi sono errori o incomprensioni. Né quello che qui trovate non sono certo le parole esatte della traduzione di Andrea Capellari, in quanto sarebbe stato impossibile riuscire a seguirlo in tutto il suo discorso.

Appunti, traduzione dall’inglese ed editing del Dott. Luciano Villa, dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Come dobbiamo comportarci quando sì disprezza se stessi?

Sua Santità il Dalai Lama

Questo è totalmente sbagliato. Per via di un egoismo forte, non ottenendo ciò che sì vuole, o fallendo in qualcosa, può sorgere un sentimento di disprezzo verso se stessi. Sì può pensare che davvero pochi esseri siano riusciti ad ottenere esattamente ciò che volevano, se non nessuno. Sì può pensare che persino Buddha o Cristo non sono riusciti ad ottenere tutto ciò che desideravano…questi desideravano la completa felicità di tutti gli esseri viventi ma tuttora non ci sono riusciti. Perciò potete pensare che non siete soli. Forti applausi e risate.

Domanda: qual è il ruolo delle divinità nel buddhismo?

Sua Santità il Dalai Lama

Tutte le divinità nel buddhismo non sono delle entità creatrici. Considero il buddhismo come non teistico. Buddha stesso era un essere vivente, non un creatore, non è Dio. E poi queste differenti divinità con i loro mandala mostrano il metodo di meditazione agli esseri per ottenere l’illuminazione. Ricordatevi che il corpo della forma è per il beneficio degli altri. Mentre il corpo della realtà è per il beneficio proprio. E’ per via delle preghiere e delle aspirazioni degli esseri che sì manifesta il corpo della forma. Non è che il Buddha ha necessità di manifestare il corpo della forma di per sé, ma solo per aiutare gli altri. Di per sé il corpo del Buddha è il corpo della realtà. Se sì pensa alle pratiche tantriche sì vede che i discepoli devono visualizzare se stessi come divinità piuttosto che visualizzarle all’esterno. Per cui il vero e proprio proposito dello yoga delle divinità non è quello di visualizzare una forza esterna come un Dio quanto piuttosto un metodo tramite il quale purifichiamo noi stessi.

Domanda: che cosa significa ricevere un’iniziazione di Padmasambhava come quella di domani? Necessitiamo di un impegno di una pratica buddhista per partecipare?

Sua Santità il Dalai Lama

Se c’è un impegno da parte vostra questo vuol dire che riceverete l’iniziazione in forma completa. Altrimenti se non c’è impegno da parte vostra vuol dire che non la riceverete in forma completa, allora non sarà una iniziazione vera e propria ma una benedizione. Prima stavo pensando di dare i voti di liberazione individuale. Vi sono differenti livelli, siccome i voti sono non uccidere, non rubare, non avere condotta sessuale scorretta, non mentire e non assumere intossicanti. Ora questi 5 possono essere presi o meno, anche singolarmente, sulla base del proprio impegno. Sì può pensare di riuscire ad osservarne solo uno, e quindi prenderne uno solo, oppure prendendone solo due e così via…tra l’altro sapendo che rubare è un crimine, che uccidere è un crimine…

Applausi.

Domanda (non siamo riusciti a scriverla): penso che sia (?) relazioni fra essere vegetariani e non violenza (AIMSHA)?

Sua Santità il Dalai Lama

Il cibo non vegetariano è alla spese delle vite altrui. Pensiamo nei tempi moderni queste grandi aziende dove vi sono molti polli o molti pesci, tempo fa non c’era nessun pollo. Ora nel progresso vi sono tanti polli, durante l’estate soffrono molto caldo e durante l’inverno soffrono molto freddo. Non c’è la considerazione della loro singola vita ma della massa. Pertanto da parte della nostra pratica della non violenza credo che mantenere una dieta vegetariana sia una buona cosa. Anch’io ero diventato vegetariano, ma poi, dopo due anni, ho contratto una forma d’epatite, avevo gli occhi gialli, ed anche le mie unghie erano gialle, il corpo era giallo…ero diventato una sorta di Buddha vivente.

Risate.

Ma non tramite la pratica spirituale. Risate:-)Alcuni medici mi hanno suggerito di tornare alla mia dieta di prima. Comunque sia essere vegetariani è molto importante. Applausi:-)

Domanda: Come arrivare a morire in pace?

Sua Santità il Dalai Lama

Principalmente dipende dalla nostra attitudine pratica. La cosa più importante è il modo di pensare che abbiamo durante la vita. Ad esempio come diceva l’insegnamento dei precedenti maestri kadampa, il grande praticante sente una grande gioia nell’incontrare la morte come quando un figlio incontra la propria madre. Il praticante medio non avrà alcun risentimento. Mentre il praticante minimo non avrà paura. Se invece durante la vita non sì pone molta importanza nei valori, se viviamo così come capita, allora avere una morte pacifica diventa più difficile. Abbiamo parlato dei 12 anelli del sorgere dipendente giusto? Che cosa proietta l’attaccamento e il desiderio? Il karma già accumulato. Noi abbiamo un enorme quantità di karma già accumulato. Ma nel momento della morte, se riusciamo ad avere una mente virtuosa, questo può essere d’aiuto perchè è quello il momento in cui viene alimentata l’impronta mentale che ci proietterà. Se siamo consueti all’amore e alla compassione, se c’è questa consuetudine durante la vita, anche se abbiamo numerosi crediti negativi, allora al momento della morte vengono pescate proprio queste impronte mentali positive.

Abbiamo detto che l’ignoranza è un’attenzione mentale impropria. E’ dalla mente che il karma sì manifesta. La mente non è altro che l’incontro delle tendenze abituali. Sulla base della meditazione prolungata sulla vacuità vengono eliminate le afflizioni. Se invece non sì conosce la vacuità non si elimineranno le afflizioni e quindi sì continuerà nell’esistenza ciclica. Coloro che non hanno afferrato la vacuità, continueranno a migrare nei sei reami, che costituiscono la prigione dell’esistenza. Parliamo dello stato al di là della sofferenza. Questo è il vero Dharma. Quando parliamo del Dharma quindi è il vero rifugio, il Buddha è colui che proclama questo sentiero verso l’illuminazione mentre il Sangha sono coloro che aiutano a percorrere questo sentiero. In questo senso questi sono gli oggetti del rifugio.

In generale tutte le religioni hanno una fede verso il proclamatore del proprio metodo. E’ sulla base del conoscere le specifiche del sentiero che sì prende rifugio nel Darma. Perché altrimenti senza conoscere il Dharma come sì può prendere rifugio nel Dharma?

Nagarjuna perciò dice, ci sono due cose da ottenere, gli stati elevati e il benessere definitivo.

I primi vengono ottenuti tramite un’attitudine virtuosa e questo è necessario anche per ottenere il benessere definitivo. Per ottenere i reami superiori è necessaria fede mentre per ottenere il benessere definitivo è necessaria la saggezza. La fede si basa sugli oggetti del rifugio, sul Buddha e i metodi che ha esposto quale sentiero. Quindi fede verso i suoi suggerimenti, consapevolezza rispetto a ciò che deve essere abbandonato (azioni negative che pongono le cause per rinascere nei reami inferiori) e ciò che deve essere praticato (le 10 azioni virtuose che pongono le cause per rinascere nei reami superiori). Fra le azioni non virtuose come l’uccidere e così via, ce ne sono di due tipi.

Quando sì parla dei benefici di coltivare la mente dell’illuminazione sì intende anche evitare la spontaneità con la quale sorgono le azioni negative.

Similmente nelle 400 stanze di Aryadeva, all’inizio abbandona le azioni negative e a metà elimina la fonte dell’esistenza ciclica. Generando l’antidoto all’ignoranza bisogna meditare per eliminare questa fonte. Le impronte che danno adito alle apparenze di dualità vengono eliminate tramite la meditazione prolungata sulla vacuità, così sì eliminano le oscurazioni all’onniscenza. Facendo in questo modo sì diventa abili nell’intero Dharma di Buddha.

Quando parliamo di nirvana, intendiamo la separazione dall’origine della sofferenza.

Quando parliamo di afflizioni, intendiamo che devono essere eliminate secondo vari livelli:

  1. eliminare i comportamenti erronei

  2. eliminare davvero le afflizioni

  3. eliminare le impronte delle afflizione

  4. completa liberazione dalle afflizioni

  5. stato di separazione dalle oscurazioni naturali ed avventizie. Corrisponde al corpo di realtà del Buddha.

Il desiderio di separarsi dalla sofferenza trova una sua realizzazione quando sì vede che c’è la possibilità di ottenere tale liberazione. Perché sì generi il desiderio di liberarsi dal samsara bisogna conoscere le caratteristiche della sofferenza, sennò è difficile che la mente desideri in modo spontaneo la liberazione. Bisogna constatare che c’è la possibilità di eliminare la sofferenza. Perché nel momento in cui lo sì comprende sorge il desiderio di ottenere la liberazione. Dopo di che sì inizia a desiderare che anche gli altri esseri realizzino il loro diritto di separarsi dalla sofferenza. E’ così che in coloro che meditano attentamente sulla vacuità sorge la mente di emersione definitiva e con lei sorge la compassione che sì adopera per il beneficio degli esseri. E’ per questo che ai bodhisattva di facoltà acute vengono prima addestrati alla vacuità rispetto che alla bodhicitta.

Nel momento in cui sì vede la sofferenza degli altri e la propria sorge il desiderio di liberarsi dalla sofferenza e quindi sorge la compassione.

Se vediamo che una persona sta annegando in un fiume, e nello stesso tempo vediamo che semplicemente con un po’ del nostro impegno quella persona potrebbe raggiungere una sponda sicura su cui approdare, allora sorge il desiderio di impegnarsi per aiutarla.

Se invece vediamo che quella persona è in mezzo al fiume e non c’è possibilità di aiutarla, allora sentiamo impossibile la salvezza di quella persona e ci sentiamo impotenti.

Il punto che voglio sottolineare è che è possibile ottenere la liberazione.

Altrimenti diciamo che sì è desolati sin dall’inizio.

Il pensiero che desidera proteggere gli altri dalla sofferenza e che sì prende la responsabilità che gli altri siano liberi dalla sofferenza viene chiamato pensiero speciale. Allora sorge la mente dell’illuminazione che aspira a due obbiettivi: l’illuminazione e la liberazione degli altri dalla sofferenza.

La mente di saggezza è la mente che percependo la vacuità percepisce la possibilità di eliminare le impronte delle afflizioni e quindi intravede la possibilità di ottenere l’illuminazione.

La saggezza percepisce la possibilità di ottenere l’illuminazione, mentre la compassione vede in modo intollerabile la sofferenza degli altri.

Quindi il Bodhisattva di facoltà minori desidera fortemente ottenere l’illuminazione per il beneficio degli esseri. Mentre il bodhisattva di facoltà acute svolge il percorso di cui abbiamo parlato prima. In entrambi i modi sì può giungere al medesimo risultato.

Vi sono due modi per ottenere la compassione, la mente che sì sente desolata per la sofferenza altrui, oppure riconoscendo la propria sofferenza, sorge la mente di emersione definitiva.

La necessità è quella di comprendere il dukta onnipervasivo costituente. E’ questa la causa per generare la mente che aspira al nirvana.

In tutte le religioni vi è questa enfasi nello sviluppo dell’amore e della compassione. E’ una pratica universalmente nota. Tutte le principali religioni portano questo messaggio. Con questo la pratica della tolleranza e il perdono, fa tutto parte delle tradizioni più importanti. Nelle pratiche teistiche vi è il concetto di Dio e questo è un potente metodo per sviluppare amore e perdono.

Un musulmano mi ha detto che se una persona, uomo o donna che sia, è un vero musulmano allora deve estendere questo amore a tutte le creature di Allah.

La parte essenziale della pratica è estendere l’amore a tutti gli esseri.

Ogni creatura nel suo profondo ha il seme della compassione, questo è meraviglioso non credete?

Nel buddhismo vi sono differenti visioni o teorie rispetto alla vacuità e sono tutte differenti visioni insegnate dal Buddha stesso. Il Buddha ha insegnato differenti filosofie contraddittorie. Non certamente perché fosse confuso, o perché intendesse confondere gli esseri. Ma perché insegnava diverse versioni filosofiche compatibili rispetto al livello di ogni persona, con l’intento di guidarle gradualmente. Quindi un approccio per qualcuno è più adatto o più efficace di altri.

Quindi è tutto. Good night.

Applausi finali.

Domani 20 agosto Sua Santità conferirà l’iniziazione di Padmasambava, sarà un grande momento di condivisione e di gioia, nel pomeriggio Sua Santità ripercorrerà i punti salienti degli insegnamenti di questi giorni.

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