3 – Insegnamenti di S.S. il Dalai Lama a Bodhgaya 06.01.10 mattino.

Sua Santità il Dalai Lama: "Alla radice del Buddhismo troviamo le quattro nobili verità".

Sua Santità il Dalai Lama: "Alla radice del Buddhismo troviamo le quattro nobili verità".

registrazione audio secondo giorno mattino

Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Bodhgaya, India 6 gennaio 2010 secondo giorno mattino

Traduzione dal tibetano in italiano di Fabrizio Pallotti. Appunti, traduzione dall’inglese ed editing del Dott. Luciano Villa, dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Sua Santità il Dalai Lama

Ci troviamo in India dove il gentile maestro Buddha Shakyamuni girò la ruota del Dharma 2500 anni fa. Sua Santità sta parlando della mongolia. Negli ultimi 50 anni hanno sviluppato un grande interesse in mongolia e nelle regioni himalayane. In passato prendevano gli insegnamenti per sentito dire, anche persone nel governo. Dal momento che noi siamo seguaci del buddhismo è nostra responsabilità preservare queste tradizioni. Nelle regioni himalayane, India, Tibet, Mongolia la nostra cultura tradizionale è completamente imbevuta dal buddhismo. E’ naturale sentire un desiderio di preservare le proprie tradizioni, l’identità tibetana, del popolo stesso, è molto legata al buddismo. In occidente ci sono la religione cristiana e così via e rappresentano l’identità del popolo. L’india è un posto particolare in cui ci sono così tante tradizioni filosofiche, in generale si rispettano l’un l’altra. Buddhismo, Induismo, Sik, Jaina, la tradizione Zoroastra che viene dall Iran, poi c’è l’islam, il cristianesimo. Tutte queste tradizioni, che sono le principali religioni del mondo, sono presenti qui in India. Negli ultimi 30000 anni questi seguaci hanno coesistito armoniosamente, anche se ovviamente ogni tanto sono sorti dei problemi. Bodhgaya anche se è considerato il posto più importante buddhista è un posto importante anche per i musulmani. Ci sono molti musulmani in questa regione. Sembra anche che i pellegrini buddhisti che vengono a bodhgaya sono sostenuti dai musulmani perché provvedono all’infrastruttura. Per cui siamo tutti fratelli e sorelle e questa armonia in India è una bella cosa. Questa coesistenza di tante religioni è un vero esempio per il mondo. Quando vado in Occidente a parlare di buddhismo dico sempre che questa non è la vostra religione tradizionale ed è una cosa difficile cambiare. In generale è meglio seguire la propria tradizione religiosa però a livello individuale gli individui possono scegliere. In Mongolia dico sempre che è meglio seguire la loro religione tradizionale che il Buddhismo perché la pratica diventa più stabile e facile. C’erano delle persone, laici del governo tibetano, uno di questi lavorava in un piccolo ufficio al confine e per loro era facile portare i bambini a scuola e fare avanti ed indietro dal confine. Poi questa persona morì e la moglie e i figli rimasero da soli, erano disperati e incontrarono dei missionari cristiani. I cristiani hanno aiutato molto i tibetani. Anche il governo indiano in quel periodo difficile ci ha aiutati. Attorno al 1962 questa signora venne e mi raccontò la sua storia e mi disse che i bambini non avevano più nessuna figura paterna e che questo missionario aiutò lei e i bambini, li educò e lei mi disse che in questa vita era diventata cristiana ma che la prossima vita sperava di ritornare buddhista. In quel momento non mi sembrava né cristiana né buddhista Se si è veramente buddhisti è impossibile non essere sicuri su quello che è il proprio rifugio. Per cui quando ci sono situazioni difficili bisogna analizzare attentamente, ad esempio in queste regioni in mongolia per loro è meglio seguire le loro tradizioni anche se è una libertà individuale scegliere.

La radice del buddhismo sono le 4 nobili verità, in termini di entità risultato e attività. Per quanto riguarda la verità della cessazione ci si chiede è la verità della cessazione anche la situazione della base? Dunque la verità della cessazione dal punto di vista della base e dal punto di vista ultimo. Avendo questa base che cosa bisogna fare?Bisogna conoscere la sofferenza, le sue cause ed applicare il metodo per ottenere la cessazione. Per il risultato si parla della verità del sentiero del modo di progredire attraverso il sentiero fino al risultato. La pratica del sentiero porta al risultato finale, è possibile ottenere un risultato finale? Sì è possibile. Dal punto di vista ultimo non c’è un qualcosa che i chiama ottenimento o abbandono della sofferenza e così via. Per cui una volta che abbiamo abbandonato le sofferenze e le loro cause, a quel punto non ci sono più sofferenze da eliminare, avendo ottenuto questo questa è la cessazione ultima finale in cui non c’è più nulla da ottenere. Sta parlano adesso della pratica dei tre addestramenti superiori. Unione di shinè e penetrazione speciale. Per ottenere shinè è indinspensabile ottenere una concentrazione perfetta. Per ottenerla bisogna meditare e abituarsi alla consapevolezza e per questo è indispensabile perfezionare la pratica della moralità. In questo modo si progredisce nel sentiero addestrandosi in quelli che sono si 37 rami dell’illuminazione e così via. In un commentario di Nagarjuna quando si parla degli 8 reami dell’abbandono negli 87 rami dell’illuminazione l’ottuplice sentiero è insegnato in questo modo. Questo commentario di cui sto parlando parla della pratica a livello dell’essere ordinario. Il modo con cui i tibetani lo spiegano è un po’ separato da una pratica quotidiana. Sopratutto per quanto riguarda la pratica monastica. Per cui per quanto riguarda la pratica dei monaci, per quanto riguarda il Tibet. Ho una camicia che è stata fatta dalla tradizione del collegio tantrico superiore: il gyuto. In passato c’erano lama che avevano dei titoli e indossavano abiti particolari che venivano dati dal’imperatore cinese. Non c’è niente di speciale nell’indossare qualcosa che ci è stato dato dall’imperatore. Per cui per noi monaci è importante mantenere ciò che Buddha shakyamuni ha prescritto per noi.

Negli insegnamenti del la rim si parla moltissimo del modo giusto, virtuoso di vivere. Sembra un po’ una contraddizione avere questi vestiti speciali addosso. Nella preziosa ghirlanda di Nagarjuna sì parla di come nel jainismo fanno le penitenze e così via, che hanno questa tradizione di strapparsi i capelli, io scherzando a uno gli ho detto sì strappati i capelli e dalli a me che sono senza. Visto che nei rituali in alcuni punti siamo simili, per esempio tutte quelle sostanze come il latte e così via che usiamo quando facciamo le abluzioni anche loro li usavano. Per cui fanno questa benedizione, il rituale è molto simile, hanno anche la tradizione di offrire una corona alla statua e mi hanno chiesto di farlo. Per cui nella religione jaina si parla di un sé permanente etc…però la loro pratica principale è la pace, la non violenza. Per quanto riguarda la retta parola è quello di essere onesti, di non mentire e di non essere ipocriti.

A volte incappiamo in quello che chiamiamo l’amore pesante, nel senso che dobbiamo per amore essere assertivi allora si fanno determinate cose. Un maestro aveva del burro e chiese ad uno studente di portare questo burro al sole. Per cui il maestro sì preoccupò perché questo studente faceva tutto ciò che diceva senza investigare, in realtà se porti il burro al sole si scioglie. Poi c’è la retta concentrazione, consapevolezza, per quanto riguarda il comportamento è bene svegliarsi presto di mattina e le preghiere vanno fatte di mattina. Dobbiamo basarci sulle parole per poter capire il significato, ma il significato va estratto con l’analisi e con il pensiero. Per quanto riguarda la calma dimorante ci sono 9 stadi. Oggigiorno purtroppo è molto difficile trovare qualcuno che ha l’esperienza della concentrazione. Ci sono persone che la studiano, che sanno molte cose, ma è triste che non possiamo indicare persone che hanno l’esperienza diretta di questi 9 livelli di concentrazione. Bisogna capire anche come si utilizza questa concentrazione univoca. Per cui concetrazione e consapevolezza devono essere applicate. Poi c’è la visione corretta, molti di voi stanno studiando filosofia per cui lo fanno su base giornaliera questo tipo di analisi. Per visione intendiamo principalmente comprensione di originazione interdipendente. Il retto sforzo va applicato alle tre pratiche: moralità, concentrazione e saggezza. Ho consultato un commentario del tengyur per capire un po’ meglio questi 8 rami e ho visto che questo proviene dalla tradizione Pali e l’ho trovato anche nel tengyur della tradizione tibetana. Le afflizioni mentali che disturbano la pace della nostra mente e la concezione che si afferra al sé vanno eliminate. Per farlo dobbiamo ottenere la concentrazione e per ottenere la concentrazione dobbiamo distrarci dalla mondanità e praticare la moralità. Per cui altre persone devono sapere che nella tradizione abbiamo una pura tradizione tibetana mentre questi monaci non lo sapevano per niente. Per entrare in un certo addestramento, è importante generare un profondo interesse. Quindi anche per eliminare i problemi che si presentano nella nostra vita è bene praticare questo ottuplice sentiero.

La spiegazione avviene meditando sui soggetti per 141 giorni, oggi spiegheremo dal testo radice. Quindi se avete il testo prendetelo: rilassare la mente nel suo stato naturale. Questo è un insegnamento di Tzo cen del grande completamento o della grande perfezione tso cen. Perfezione cosa vuol dire? Nell’esposizione estesa e intermedia di Je Rinpoche le outline sono strutturate sulla base di tre individui: di capacità inferiore, media e superiore. Per cui nelle esposizioni del lam rim si comincia dalla devozione al guru, alla rinascita e così via. Questi sono mezzi abili per guidare gli esseri senzienti. Per cui quando si parla di purificazione del karma c’è anche la pratica del rifugio per ottenere come risultato le future rinascite superiori.

Ho incontrato delle persone musulmane che mi hanno detto che tutti quei musulmani che causano tutti questi problemi nel mondo non sono musulmani perché il vero musulmano non può danneggiare gli esseri senzienti. Quindi queste tradizioni hanno la pratica di non danneggiare gli altri.

Torniamo al nostro soggetto la pratica del lam rim deve essere unita alla pratica del rifugio, così come i cristiani hanno la loro pratica del rifugio. Queste sono tutte cause per rinascite superiori. Per poter essere una pratica genuina di rifugio dobbiamo basarci sulla pratica del karma dell’abbandono delle azioni non virtuose, dobbiamo osservare le sofferenze dei reami inferiori e con paura prendere rifugio nei tre gioielli rari e supremi. Queste pratiche sono fatte per sviluppare la rinuncia. L’individuo di scopo inferiore non è confinato a rimanere in questo stato, l’obiettivo è quello di portarlo alla rinuncia e fargli abbandonare le fantasie rispetto a questa vita. Ci sono diversi modi di condurre il discepolo su questo sentiero. Per coloro che hanno attitudine alla pratica dello Tso Cen questo testo è fondamentale, in cui il maestro Lonchempo guida il discepolo attraverso una serie di pratiche individuali. Cos’è che devono fare all’inizio per praticare? Ecco che questa presentazione si trova in questo testo.

In passato ci sono stati grandissimi maestri in Tibet, come ad esempio il primo Dalai Lama, Ghendun Durk. Facevano pratiche non settarie. Anche gli altri Dalai Lama hanno seguito questa tradizione non settaria, incluso anche il quinto Dalai Lama. Ha composto anche testi Nymapa e di tso cen, scrisse anche le parole segrete di Manjusrhi, che sono le parole segrete di lam rim. Compose un testo che è come un supplemento a questo testo composto da uno dei Chenzen. Chenzen dicono che fosse un grande maestro non settario. Certo c’erano anche dei maestri Nymapa.

Quando era in Amdo, prima di venire in esilio, ricevette degli insegnamenti dai lama dell’amdo sulla chiarificazione di tutti i punti segreti di Je Rinpoche. Ricevette insegnamenti di lam rim chempo, da me non sono riuscito a dargli la trasmissione completa ma un pochino glie la ho trasmessa. Anche Tulshi Rinpoche è l’altro grande lama Nymapa. So di due lama dell’area di Golok. Uno di questi era Cheo Tsulrei che era un grande maestro Nymapa, ci sono sei/sette volumi suoi, ho ricevuto la trasmissione orale, uno di questi è la trasmissione sullo tso chen. C’è anche un testo commentario alle 4 nobili verità e alle due verità. Questi testi portano dei versi della lode all’originazione interdipendente di Je Rinpoche. Questo era un maestro Nymapa ma anche un Ghesce Ghelua che studiò tutte le varie differenti tradizioni. Questo maestro era molto familiare, anche fra i Ghelu, era uno studente di questo altro lama Janpo. In cui compose questo commentario tso cen della grande perfezione. Anche questo maestro Ghelupa ricevette insegnamenti da ten to tsorie. Queste istruzioni sono come delle istruzioni guidate veramente eccezionali. Ci sono anche lama Nymapa che leggendo gli scritti di Je Rinpoche li hanno capiti e scritto commentari. Quando qualcuno scrive un commentario dopo aver compreso tutte le differenti tradizioni, vecchie e nuove allora questi commentari risultano veramente efficaci, scritti bene. Un altro lama che confuta il commentario di Nyma Rinpoche. In seguito andò a trovare questo lama Mymp nel kam che scrisse parecchi volumi sulla tradizione della prajnapramita. Le altre culture vanno conosciute, non è sufficiente avere rispetto per le varie tradizioni ma bisogna studiarle, praticarle in modo da lasciare un’ereditarietà di pratica.

Quindi questi 9 livelli, i primi otto sono portare la mente sul sentiero il nono è portare la saggezza trascendentale primordiale nel sentiero. Nella grande perfezione ci si riferisce a questo ultimo yana: il nono. Questo testo è scritto avendo come obiettivo il nono veicolo. Fu scritto per noi per poter riposare l’attività della mente, che è continuamente coinvolta dagli affari di questa vita.

Primo verso.

Oggi la nostra stanchezza è portata nel riposo della natura della mente.

Abbiamo la libertà e ricchezze, difficili da ottenere. Queste ci permettono di praticare agevolmente il Dharma, per cui dobbiamo concentrarci verso tutto ciò che è di significato. Non siamo rinati negli inferni, non siamo degli animali, non siamo dei barbari, non siamo degli dei di lunga vita e così via. Questo cosa mostra? Nei reami degli esseri umani siamo liberi da queste condizioni sfavorevoli. Per questo si dice che siamo liberi. L’onnisciente lon ger na champa parla anche di 16 condizioni di non libertà, normalmente sono 8. Anche se fossimo rinati in un posto in cui il Dharma è fiorito ma siamo completamente persi, distratti e attaccati ai nostri cari allora non riusciremo a praticarlo. Se sei una persona ricca e così via devi essere sempre preoccupato tra l’attaccamento e l’avversione. Anche se hai desiderio di praticare il Dharma queste preoccupazioni gli impediranno di perseguirlo, anche perché sarai sempre preoccupato a cercare il sostentamento per la tua vita. Ci sono persone che sono veramente senza ritegno. Non avendo fede, non avendo nessun pensiero di Dharma.

Anche se siamo monaci ma non manteniamo l’ordinazione e i nostri voti, se abbiamo ricevuto le iniziazioni e gli insegnamenti del Tantra ma non manteniamo i nostri precetti non siamo praticanti. Dal momento che abbiamo una mente disturbata appena c’è una piccola condizione di provocazione ci arrabbiamo facilmente, oppure abbiamo un grande desiderio, questo significa che siamo facilmente preda di queste afflizioni mentali. Se non riusciamo ad affrontare queste emozioni negative subito, nel momento in cui sorgono, allora il karma positivo accumulato precedentemente viene distrutto. Anche accompagnarci a persone che ci distraggono dalla pratica del dharma o essere influenzati negativamente da persone che non praticano il Dharma. Altrimenti vi troverete a pensare 30 anni sono passati senza praticare il Dharma anche se volevo praticarlo e altri 30 sono passati con il pensiero di averli persi. Così come nella mia situazione i primi 30 anni se ne sono andati, così i secondi 30 anni volevo praticarlo ma ero troppo preoccupato. Per cui facendo un analisi approfondita scoprirete il più delle volte che nona avete fatto una buona pratica. Se non controllate potreste pensare che state facendo una buon pratica quando non lo è. Mi raccontarono che qualcuno in Tibet stava facendo le circoambulazioni e vide qualcuno che stava meditando. Gli chiesero su cosa stesse meditando e lui rispose sto meditando la pazienza. Allora gli dissero vabbè allora mangia questa merda e lui rispose arrabbiato no mangiatela voi. In realtà alla minima provocazioni reagì. Proprio come nel detto esteriormente sembra che stai praticando il Dharma ma interiormente no. Quindi è importante controllare noi stessi se veramente stiamo seguendo gli insegnamenti del Buddha oppure no. Ad esempio tutti mi considerano il Dalai lama, sono seduto su un trono alto, tutti mi considerano un grande maestro però io non sono completamente consapevole di queste cose, cerco di controllare la mia attitudine costantemente e anche voi dovete farlo. A volte cadiamo sotto l’influenza degli altri e perdiamo l’opportunità di praticare il Dharma. Per esempio i tibetani che sono in Tibet, a volte si è preda di maturazioni karmiche molto potenti. Ci sono coloro che studiano il Dharma ma poi alla fine inseguono solamente i dollari. Ci sono queste 8 condizioni di non libertà. Buddha è apparso e ha insegnato il Dharma e ci sono persone che lo seguono. Ci sono altre persone che ci trattano con gentilezza, questi sono i 5 fattori che possediamo dal punto di vista degli altri.

Tanti Buddha sono apparsi nel passato ma non siamo riusciti ad essere guidati da loro. Adesso siamo rinati in questo tempo che è il tempo delle degenerazioni e siamo rimasti in questa condizione patetica. Per cui il Dharma piano piano scomparirà. Così anche Vasubndu ha spiegato: dobbiamo essere molto attenti quando pratichiamo il Dharma. Certo viviamo in democrazia, in libertà, i monasteri nel sud dell’india sono enormi e belli. Ma dobbiamo stare molto attenti.

Questi sono i 18 tipi di libertà e ricchezza, in questa occasione di grande auspicio li possediamo completamente per cui dal profondo del cuore sforzati per potere ottenere la liberazione. Se non otteniamo il beneficio in questa vita in futuro non saremo neanche in grado di udire le parole reami superiori per un periodo molto lungo, ruotando continuamente nei reami inferiori senza nessuna conoscenza di cosa deve essere adottato ed abbandonato. Certamente entreremo in un sentiero sbagliato e vagheremo nel samsara senza inizio né fine. Per cui ora affidandosi nei Dharma virtuosi inesauribili, ottenuti con le due accumulazioni, cerchiamo di andare al di là del samsara. Se non attraversiamo l’oceano illimitato del samsara adesso che abbiamo ottenuto questa nave preziosa come potremo mai in un altro momento in cui ci sono le dolorose onde del karma e dei difetti mentali che ci stanno rovinando. Per cui avendo ottenuto questa vita preziosa se non la viviamo completamente nel Dharma cercando di beneficiare noi stessi e gli altri allora questa vita preziosa diventa completamente priva di significato. Abbiamo questa intelligenza, se la usiamo solamente per ingannare gli altri, per il nostro torna conto, per disonestà allora è una perdita totale del nostro tempo. Nel omento in cui mentiamo siamo noi i primi ad essere infelici e cominciamo a preoccuparci che gli altri scoprano la verità. Mentre invece se siamo onesti non avremo niente di cui aver paura. Se fai finta di essere una persona brava, intelligente ingannando gli altri, una vita passato in questo modo è una vita persa senza significato. Per esempio guardate questi terroristi, quando c’è stato l’11 settembre, che vita fa questa gente? Avevano calcolato tutto, quanto tempo ci voleva per distruggere le torri, hanno usato degli arei partiti dalla minima distanza così da averli più carichi di carburante e ottenere un fuoco più intenso. Costoro hanno usato la loro intelligenza per questi scopi totalmente negativi. Per questo la vita di queste persone è una perdita totale. Una grande perdita. Il solo pensiero di vivere una vita non significativa non ci piace, non vogliamo neanche sentire gli altri che ce lo dicono. Per cui una vita significativa si vive generando amore verso gli altri. Per cui se puoi vivi la tua vita praticando amore e compassione verso gli altri. Si cerca la felicità duratura per gli altri allora avrai una vita molto preziosa. Se invece vivi la tua vita per ingannare gli altri allora è persa.

Per cui, adesso che abbiamo la capacità di farlo in queste condizioni di auspicio. Il Buddha ha detto che questi hanno un corpo umano speciale.

Una volta ho incontrato dei bramini indù che mi hanno detto che la loro pratica era quella di ascoltare il suono dei veda. Era contento di incontrarmi e mi disse: con la mente devi ascoltare il suono dei veda. Ho provato a soddisfarlo per un po’ di giorni ma non ho sentito niente. Gli insegnamenti del Buddha devono essere praticati con la mente. Aryadeva dice che è facile praticare le religioni esterne che si concentrano solo sul corpo ma la vera pratica, la pratica del Dharma, va fatta con la mente. Nella comunità tibetana ci sono molti monaci che hanno i loro altari con molte statue, con offerte etc…fanno le loro preghiere in 7 rami, rituali ma non passano molto tempo a riflettere sulla pratica. Quando provano a farlo si addormentano. Per cui succede che la pratica più importante la lasciano da parte e si concentrano su quelle che non sono importanti per niente. Presteremo grande attenzione alle pratiche fisiche e verbali considerando che esse siano più importanti di quelle mentali. Per cui l’intelligenza deve essere usata per investigare, analizzare e questo deve essere fatto tramite l’uso della mente. Il Dharma è una pratica mentale.

Siamo al verso 25.

Per cui gioisci per aver ottenuto questa preziosa rinascita umana. Persino coloro che sono rinati nel regno degli Dei guardano con ammirazione la nostra rinascita umana poiché tramite questo corpo, in questa terra, possiamo ottenere l’illuminazione in una sola vita. Per cui questa condizione viene lodata anche da coloro che hanno ottenuto rinascite superiori.

Il livello di saggezza che vede la verità senza concezioni è facile da ottenere tramite il corpo umano. Anche il veicolo vajra è facilmente ottenuto il suo frutto tramite il corpo umano.

Adesso 31.

Questo corpo è la sorgente principale di tutte le afflizioni. Anche gli scienziati dicono che quando ci arrabbiamo i muscoli e i nervi vengono irrorati di più dal sangue. Questo perché volendo respingere qualcuno il sangue automaticamente va nei muscoli e nelle mani mentre quando abbiamo paura le gambe vengono irrorate di più perché vogliamo scappare via. Per cui ci sono delle relazioni tra il nostro corpo che abbiamo adesso e le afflizioni mentali.

Siamo al verso 37.

Dal momento che è certo che moriremo non abbiamo la certezza di come, dove e quando. La lunghezza della nostra vita diminuisce continuamente e non si incrementa mai. Le condizioni per la morte sono numerose. Non ho tempo da perdere. Da oggi in poi l’unica cosa che è giusto fare è il lavoro del Dharma.

Nel verso numero 70.

Quando parla delle città che appaiono, che appaiono a metà e che non appaiono si parla di tre reami: desiderio, forma e senza forma. Nello tso cen c’è la corrispondenza con coscienza, mente e consapevolezza. Si parla di vari livelli di mente, dalla grossolana alla sottile. Nel tantra di Guyasamaja si parla di mente e coscienza. Per quanto riguarda le tre luminosità: bianca, rossa e quella dell’ottenimento vicino nera. Si usano mente, coscienza e consapevolezza per definire tre livelli diversi. C’è anche un termine chiamato alaya. Non è solamente quell’alaya di cui si parla nella tradizione filosofica cittamatra ma viene usato per indicare diverse cose.

Verso numero 72.

Dice che la radice del samsara e della sofferenza è l’ignoranza: ignoranza che si afferra a un sé (innata e completamente concettuale). E’ bene riconoscere quali sono i differenti significati della parola ignoranza come in tibetano che viene detto arikpa. Anche quando la parola Alaya viene usata dobbiamo contestualizzarla. Ci sono i vari dibattiti e obiezioni, a volte questi sono fatti senza avere una comprensione profonda dell’uso contestualizzato della terminologia. Per cui è importante quando leggiamo i testi, li studiamo se vogliamo fare delle obiezioni dobbiamo sapere perfettamente di cosa quel testo sta parlando, il contesto in cui i vari termini vengono usati è molto importante capirlo. C’è una citazione dal Bodhisattvacharyavatra: chi è che ha creato la piattaforma di metallo rovente negli inferni? Sono tutte creazioni della mente negativa.

Verso 96.

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