7 Dalai Lama: Otto versi, Washington ’98

Sua Santità il Dalai Lama: Ecco come addestrare la mente a coltivare l'aspirazione altruistica di aiutare altri esseri senzienti.

Sua Santità il Dalai Lama: Ecco come addestrare la mente a coltivare l'aspirazione altruistica di aiutare altri esseri senzienti.

Insegnamenti di Sua Santità il XIV Dalai Lama

a Washington DC, USA, 8 novembre 1998

Tema degli Insegnamenti: gli Otto versi di trasformazione della mente

Trasformare la mente: Verso 7

Traduzione dall’inglese all’italiano della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi, revisione del Dott. Luciano Villa, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Trasformare la mente:

Il settimo verso riassume tutte le pratiche discusse fino ad ora. Si legge:

In breve direttamente e indirettamente offro

Ogni beneficio e felicità a tutti gli esseri senzienti mie madri,

possa io segretamente prendere su di me

tutte le loro azioni negative e sofferenze.

Questo verso presenta una specifica pratica buddista conosciuta come “la pratica di prendere e dare” (tong len), ed è attraverso la visualizzazione di dare e avere che poniamo sullo stesso piano e scambiamo noi stessi con gli altri. “Scambiare noi stessi con gli altri” non dovrebbe essere inteso in senso letterale di trasformare noi stessi negli altri e degli altri in noi stessi. Ciò è, in ogni caso, impossibile. Qui si intende un capovolgimento dell’attitudine che normalmente abbiamo verso noi stessi e gli altri. Abbiamo la tendenza a riferirci a questo cosiddetto “sé”come un nucleo prezioso al centro del nostro essere, qualcosa di cui vale davvero la pena prenderci cura fino ad essere disposti a trascurare la felicità degli altri.

Al contrario, il nostro atteggiamento verso gli altri assomiglia spesso ad indifferenza, nella migliore delle ipotesi potremmo avere qualche preoccupazione per loro, ma anche questa potrebbe semplicemente rimanere a livello di un sentimento o un’emozione. Nel complesso, siamo indifferenti verso la felicità altrui e non la prendiamo sul serio. Dunque, il punto di questa particolare pratica è d’invertire questo atteggiamento in modo da ridurre l’intensità del nostro afferrarci e dell’attaccamento verso noi stessi, e sforzarci di considerare la felicità degli altri come significativa ed importante.

Quando ci avviciniamo a pratiche buddiste di questo tipo, in cui si suggerisce di accogliere le negatività e la sofferenza su di noi, credo che sia fondamentale considerarle attentamente e apprezzarle nel loro giusto contesto. Qui si suggerisce che nel percorrere il vostro cammino spirituale e nell’imparare a pensare alla felicità degli altri, siete indotti a caricarvi di alcuni disagi o persino di sofferenza, e dovreste essere completamente preparati a questo. I testi non implicano che dovreste odiare voi stessi o essere severi con voi stessi o che dobbiate in qualche modo desiderare di soffrire in modo masochista. E’ importante sapere che non è questo il significato.

Un altro esempio non dobbiamo fraintendere è il verso di un famoso testo tibetano che recita: «Posso avere il coraggio, se necessario, di passare eoni ed eoni, innumerevoli vite, perfino nel regno più profondo dell’inferno.” Qui si dice: ecco il livello del vostro coraggio dovrebbe essere tale che, se vi è richiesto, come parte del processo di lavorare per la felicità altrui, allora dovreste avere la volontà e l’impegno di accettarlo.

Una corretta comprensione di questi passaggio è molto importante, perché altrimenti potreste utilizzarlo per rafforzare sentimenti di odio verso voi stessi, pensando che se il sé fosse l’incarnazione dell’ egocentrismo, ci dovremmo bandire nel dimenticatoio.

Non dimenticate che, in ultima analisi, la motivazione dietro al desiderio di seguire un cammino spirituale è di raggiungere la felicità suprema, così, proprio come cerchiamo la felicità per noi stessi, la cerchiamo anche per gli altri. Anche da un punto di vista pratico, affinché qualcuno sviluppi una genuina compassione verso gli altri, prima deve avere una base su cui coltivare la compassione e quella base è la capacità di connettersi a propri sentimenti e di prendersi cura per la propria felicità.

La pratica del tong len, dare ed avere, ingloba le pratiche dell’amorevole gentilezza e della compassione: la pratica di dare enfatizza la pratica dell’amorevole gentilezza, mentre la pratica di ricevere enfatizza la pratica della compassione.

Nella Guida allo stile di vita del Bodhisattva, Shantideva suggerisce un modo interessante di fare questa pratica. E’ una visualizzazione per aiutarci ad apprezzare gli svantaggi dell’ egocentrismo, e ci fornisce dei metodi per affrontarlo. Da un lato visualizzate il vostro comune sé, il sé che è totalmente impermeabile alla felicità degli altri: l’incarnazione dell’egocentrismo. Questo è il sé che si preoccupa solo della propria felicità, al punto che spesso è disposto a sfruttare gli altri in modo alquanto arrogante per raggiungere i propri fini.

Poi, dall’altra parte, visualizzate un gruppo di esseri che soffrono, senza protezione e senza rifugio. Potete concentrare la vostra attenzione, se volete, su specifiche persone. Ad esempio, se volete visualizzare qualcuno che conoscete bene e di cui vi prendete cura e che soffre, allora potete prendere quella persona come un oggetto specifico della vostra visualizzazione e fare l’intera pratica del dare e ricevere in relazione a lui o lei. In terzo luogo, vedete voi stessi come una terza persona, un osservatore neutrale che cerca di valutare quale interesse sia il più importante. Se vi isolate nella posizione di un osservatore neutrale, per voi è più facile vedere i limiti dell’egocentrismo, e rendervi conto di quanto più equo e razionale, è prendervi cura della felicità degli altri esseri senzienti.

Come risultato di questa visualizzazione, lentamente cominciate a sentire una certa affinità con gli altri ed una profonda empatia con la loro sofferenza, e a questo punto potete iniziare la meditazione vera e propria del dare e ricevere.

Al fine di effettuare la meditazione sul ricevere, spesso è molto utile fare un’ altra visualizzazione. In primo luogo, focalizzate la vostra attenzione sulla sofferenza degli esseri, e cercate di sviluppare e intensificare la vostra compassione verso di loro, fino a sentire che la loro sofferenza è quasi insopportabile. Al tempo stesso, però, vi rendete conto che non c’è molto che potete fare per aiutarli praticamente. Quindi, per addestravi a diventare più efficaci, con una motivazione compassionevole visualizzate di prendere su di voi la loro sofferenza, la causa delle loro sofferenze, i loro pensieri negativi e le emozioni, e così via. Potete farlo immaginando tutta la loro sofferenza e negatività in forma di un flusso di fumo scuro, e visualizzate che questo fumo si dissolve in voi.

Nel contesto di questa pratica è anche possibile visualizzare di condividere le vostre qualità positive con gli altri. Potete pensare qualunque azione meritoria che avete fatto, tutte le potenzialità positive in voi, e anche ogni conoscenza spirituale o intuizione che possiamo aver realizzato che così mandate agli altri esseri senzienti, in modo che anch’essi possano godere dei loro benefici. Potete farlo immaginando le vostre qualità sotto forma di luce brillante o un flusso di luce biancastra, che penetra gli altri esseri e si assorbe in loro. Questo è il modo di praticare la visualizzazione di ricevere e dare.

Naturalmente, questo tipo di meditazione non avrà un effetto rilevante sugli altri, perché si tratta di una visualizzazione, ma può aiutare ad accrescere il vostro interesse per gli altri e la vostra empatia verso la loro sofferenza, e allo stesso tempo contribuire a ridurre il potere del vostro egocentrismo. Questi sono i benefici della pratica.

Ecco come addestrare la mente a coltivare l’aspirazione altruistica di aiutare altri esseri senzienti. Quando questa sorge assieme all’aspirazione ad ottenere la piena illuminazione, avete generato bodhicitta, cioè l’intenzione altruistica di diventare pienamente illuminati per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Otto versi di trasformazione della mente https://www.sangye.it/altro/?p=27

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