Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Sarnath India il mattino del 13 gennaio 2011 (secondo giorno) su “Gli stadi intermedi di meditazione” di Acharya Kamalashila https://www.sangye.it/altro/?p=1698 e “La via del Bodhisattva” o Bodhisattvacharyavatara di Shantideva https://www.sangye.it/altro/?cat=15 . https://www.sangye.it/altro/?p=1698 e “La via del Bodhisattva” o Bodhisattvacharyavatara di Shantideva https://www.sangye.it/altro/?cat=15 .
Traduzione dal tibetano in italiano di Teresa Bianca. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Sua Santità il Dalai Lama
Ho spesso e ripetutamente spiegato, in particolare ai tibetani ed agli abitanti delle regioni himalayane, gli svantaggi ed i problemi derivanti dalla pratica di shugten, vedasi https://www.sangye.it/wordpress2/?p=2301 . Qualcuno dice: “Ma, lo praticavano anche i maestri”. È vero. Lo praticavano i miei tutori ed anch’io l’ho fatto. Anche Trichang Rinpoche ed il suo maestro Papongka l’hanno propiziato. Tuttavia, sin dagli anni ’70 ho iniziato a nutrire dei sospetti. Quando terminai la mia ricerca, mi resi conto dell’errore. Anche Ling Rinpoche mi disse d’aver maturato anch’egli dei sospetti. Ed aggiunse che, ma mano che approfondiva la ricerca, s’era reso conto che erano validi. Trichang era un gran yogi d’Heruka, ne era la manifestazione, così come lo era Paponka, il signore del Lamrim. Shugden non va considerato nemmeno un protettore mondano, ma un’entità di 2° grado, per giunta nociva. Il gran V Dalai Lama lo descrive come un falso lama. Falsa reincarnazione d’un maestro che al momento della morte fece preghiere distorte. La madre di Trapga Gyaltsen era molto intrigante e voleva che fosse riconosciuto come reincarnazione, ma non era vero. Quando morì fece delle preghiere sbagliate, distorte. In proposito, esiste un libro scritto da un giornalista italiano, Raimondo Bultrini, che è chiarissimo in merito. Quindi, Shugden è uno spirito malefico nato da preghiere sbagliate, che danneggia gli esseri, il Tibet.
Nell’Uttaratantra Buddha parla del rifugio nel Dharma e nel Sangha. Buddha prima ha girato la ruota del Dharma, poi l’ha fatto successivamente quando i livello di realizzazione sono diventati più alti. Quindi, l’ordine sarebbe: il Buddha, poi il Dharma, quindi il Sangha. Prima c’è il gioiello Dharma. Poi, quando queste realizzazioni si perfezionano, allora si diventa Buddha. Il Dharma realizzato diventa Sangha, ed un Dharma realizzato diventa un Buddha. Per avere le realizzazioni del sentiero della visione si deve passare estroverso il sentiero dell’accumulazione e preparazione. Poi si continua attraverso il percorso della meditazione, per poi entrare nello stato del non più apprendimento. Adesso dobbiamo guardalo come un nostro esempio. Questo stato ci può sembrare molto lontano, ma, se prendiamo rifugio e prendiamo come esempio i membri del nobile Sangha, allora questo diventa una meta più vicina.
Quando si genera la bodicitta, è un qualcosa che ci connette, questi diversi sentieri connettono la nostra situazione presente. Quando si parla di benedizioni, ci vuole il recipiente delle benedizioni, questo è la natura di Buddha, la mente ultima in cui possono essere poste le benedizioni. Questa natura di Buddha è la natura fondamentale della mente. Questa stessa natura, progressivamente si purifica, è la trasformazione di questa stessa mente, ma la qualità fondamentale della mente, di essere carente di esistenza inerente, è la stessa. Adesso pensateci: se dovessimo morire questa sera cos’avremmo veramente a cui affidarci? Un qualcosa che ci proteggerà?
Gioisco di quella virtù che diventa la causa della liberazione, con grande felicità gioisco di quella virtù che proviene dalla mente dell’illuminazione. Praticamente abbiamo fatto le offerte. Passiamo al quinto ramo: con le mani giunte fate risplendere la luce del Dharma, con le mani giunte imploro i vittoriosi di non andare nel Nirvana.
Adesso siamo alla strofa di prendere i voti del bodhisattva. Lo stesso modo, per il bene di tutti gli esseri viventi, genererò questi precetti. Questa mente virtuosa di bodhicitta anche se viene generata in modo artificiale, non spontaneo, può trasformarsi in altruismo. La vera puja di lunga vita è la meditazione di bodhicitta: è perché ci credo che ve lo dico. Se si medita sulla bodhicitta avrò tutto quello che mi serve. Saremo amici di tutti e, anche se dovessimo avere dei problemi troveremo sempre qualcuno che ci aiuti. Ma, alla richiesta d’aiuto, non faremo finta di non trovare un soldo nella saccoccia!. Coloro che ci danneggiano sono degli esseri afflitti, proprio perché mi ha danneggiato è senza libertà, ciò che lo rende senza controllo è l’afflizione e l’ignoranza. Quindi, dovremmo sviluppare una vera compassione per coloro che non hanno nessun credo religioso e non hanno questi insegnamenti. Coloro che ci danneggiano: pensiamo che sono dominati dalle afflizioni mentali. Se non fossero turbati dalle afflizioni, non si comporterebbero così. Noi abbiamo l’intelligenza umana, questa saggezza umana: la funzione di questa, dovremmo usarla per rimanere inizialmente come neutrali.
Noi abbiamo questa capacità discriminante analitica, però, se siamo all’acme della faziosità, non possiamo utilizzare al meglio questa potenzialità dell’intelligenza, quindi, per prima cosa, bisogna essere neutrali e non abbattuti dalla mente dell’attaccamento.
Non c’è un capitolo riservato alla moralità.
Ora noi, dal punto di vista cronologico, in questo periodo della nostra vita ed in questo frangente storico abbiamo incontrato il buddhismo. Siamo stati presi dalla cura da questi lama e ghesce.
All’inizio, quando mi applicavo nello studio, non avevo nessun interesse, lo facevo perché lo dovevo fare e basta. Ero molto pigro. Successivamente, quando avevo 15/16anni ho pensato veramente alla pratica. Un po’ alla volta l’interesse è cresciuto, mi sono familiarizzato, mi è stato veramente di grande utilità nella mia vita riflettere su questi soggetti. La conoscenza è la vera amica. Quando sono fuggito in India, tra le altre cose diedi l’iniziazione del kalachakra. Quei lama tra i nomadi apparivano molto interessati all’esteriorità, perché s’ornavano di vesti ricche e splendenti e di pietre preziose. Nel 2006 ho fatto un appello verso le famiglie di non vivere nello sfarzo, ricordavo che ci sono persone che conosco che si vestono molo umilmente. Ci sono anche stranieri, ricchi: la grandezza dello stomaco di un miliardario e di uno povero è la tessa. Prima, quando erano poveri, erano molto magri e adesso, che sono ricchi, sono diventati grassi. Sembrerebbe quasi che ricchezza e cibo diventino causa di sofferenza. Se ci si mettesse un anello per ogni dito sarebbe molto antiestetico: ma qualcuno lo fa.
Ci sono dei ricchi veramente incredibili: quei soldi li usano per istituire suole o ospedali, oppure danno prestiti a bassissimo interesse a delle persone povere. Ci sono diversi modi d’esser ricco. Essere così interessati all’esterno e non dare peso alle qualità interne: quello è un grave problema.
Quando sono andato in Sikkim, ho sentito dire che quando una persona muore, la famiglia deve offrire 40.000 rupie al monastero e, se non hanno questi soldi, allora non rimane loro altra scelta che rivolgersi ai missionari cristiani che danno soldi alla popolazione. Se questo è vero, non c’è assolutamente bisogno di fare questo. Anche in Ladakh ci sono cose che non servono. La radice di tutti i difetti mentali è l’ignoranza che concepisce la radice come veramente esistente. E, tuttavia, i difetti mentali non esistono negli oggetti, allora dov’è la loro dimora e cose possono recare a mondo?