1 Insegnamenti S.S. Dalai Lama Tolosa 13.08.11


Sua Santità il Dalai Lama: "Non credete ai miei insegnamenti soltanto perché vi giungono dalla mia voce, non cadete nell'errore di generare una fede cieca in quel che vi dico. Ma mettete alla prova la bontà di ciò che ascoltate da me, verificatelo!"

Sua Santità il Dalai Lama: "Non credete ai miei insegnamenti soltanto perché vi giungono dalla mia voce, non cadete nell'errore di generare una fede cieca in quel che vi dico. Ma mettete alla prova la bontà di ciò che ascoltate da me, verificatelo!"

Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Tolosa, Francia il mattino del 13 agosto 2011 (prima parte del primo giorno) su “Gli stadi intermedi di meditazione” di Acharya Kamalashila liberamente disponibile qui https://www.sangye.it/altro/?p=1698. Traduzione dal tibetano in italiano di Fabrizio Pallotti. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Sua Santità il Dalai Lama

Quando conferisco degli insegnamenti su dei testi Buddhisti, sono solito aprire la sessione con la recitazione del Sutra del Cuore, che Buddha Sakyamuni stesso trasmise più di 2.500 anni fa in India, sul Picco dell’Avvoltoio a Ragyr, comunicando le basi del suo pensiero.

Perciò, recitiamo ora il Sutra del Cuore.

Solitamente, e l’occasione odierna ne e’ la conferma, inizio sempre con un’introduzione al Dharma. Soprattutto in questa situazione, dobbiamo essere i Buddisti del 21mo secolo, con una conoscenza estremamente solida, comprese le nuove acquisizioni della scienza, a partire della filosofia buddista. Come possiamo raggiungere la possibilità di diventare buddisti?

Come possiamo riuscire a conseguirne gli effetti?

Si tratta di uno scopo elevato, non facile da realizzare.

Esiste per davvero la possibilità di conseguire questa meta!

Una delle pratiche che contraddistingue i praticanti buddisti e’ la recitazione del Rifugio nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha.

Tuttavia questo non basta!

Lo ribadisco sempre ai miei amici indiani: e’ importante conoscere i fondamenti, le basi del Buddismo, poi si procede a praticare, solo successivamente si recitano le preghiere, si scandiscono i mantra!

Sua Santità il Dalai Lama

Occorre conoscere i testi.

Infatti: recitare le preghiere od i mantra senza averne chiaro il significato e’ un controsenso. Il nostro e’ il buddismo della conoscenza, proprio come e’ la caratteristica della tradizione di Nalanda. Non e’ l’accettazione supina, ma lo studio, la verifica. Allora e’ efficace! Solo così si rivela una pratica effettivamente utile per il nostro sviluppo interiore. Proprio per questo motivo il Buddha stesso mise in guardia i suoi discepoli, dicendo loro: “Non credete ai miei insegnamenti soltanto perché vi giungono dalla mia voce, non cadete nell’errore di generare una fede cieca in quel che vi dico. Ma mettete alla prova la bontà di ciò che ascoltate da me, verificatelo! Provate a vedere da voi se vi sembra corretto. Solo allora, solo dopo aver sottoposto a verifica le mie parole, solo se allora vi sentirete d’accordo, allora condividetele!”

Quindi, non accettate supinamente le mie parole, non prendetele come se fossero un precetto di fede! Questi non esistono! Accettatele solo se vi paiono giuste dopo averle verificate. Fecero così’ anche i grandi maestri dell’Università di Nalanda. Così si comporto’ Nagarjuna, che per l’appunto proveniva proprio da Nalanda. Nagarjuna approfondì il percorso del Buddha, senti’ la necessita’ di sottoporre a verifica i suoi insegnamenti, perché e’ attraverso la ragione e la logica che si conosce, attraverso la sperimentazione. In questo modo si giunge a condividere il buddismo!

Sono infatti molto lieto della presenza di diversi monaci cristiani cattolici, perché’ la loro presenza e’ il risultato dei miei sforzi per una vera armonia inter-religiosa. E’ questa la mia strada: la via della vera spiritualità. Questo e’ il mio intento principale. Questo e’ il miglior servizio che si possa rendere all’umanità: lavorare insieme per l’armonia di tutti gli esseri. Ed e’ un risultato possibile, che possiamo senz’altro ottenere.

Sua Santità il Dalai Lama

Prendiamo in considerazione l’India. Qui convivono diversissime tradizioni religiose. E’ l’unica, almeno tra le più importanti nazioni a costituire un esempio, pur tra inevitabili contrasti, di come tutte le più importanti tradizioni religiose possano convivere insieme. Recentemente sono stato in Rajastan, dove ho visitato un villaggio dove, tra oltre 2.000 famiglie, vivono solo tre famiglie induiste: tutte le altre sono musulmane. Ebbene, tutte queste famiglie vivono in modo estremamente armonioso tra loro, in grande amicizia, senza conflitti religiosi. Non dimentichiamo che anche l’India ha i suoi problemi: e non di poco conto. Ma i conflitti che scoppiano in India non sono diversi di quanto succede in tanti altri paesi. L’India ha più d’un miliardo d’abitanti: anche in India, come ovunque, non mancano i malintenzionati! L’ India e’ un gran paese ed in un gran paese deve pur succedere qualcosa che non va per il verso giusto! L’India e’ proprio l’esempio della vera armonia di mutua comprensione tra tradizioni religiose diverse. Pensiamo che in India hanno trovato rifugio i Parsi, i seguaci di Zoroastro che nell’VIII secolo, perché perseguitati lasciarono il loro paese d’origine: l’Iran, che allora si chiamava Persia. I Parsi sono, così, stati tranquillamente accettati in India senza discriminazioni.

Tornando alla presenza qui dei monaci cristiani cattolici, e’ importante l’esperienza comune, proveniente dalla nostra tradizione, di meditazione comune, di meditazione profonda, di Samadhi. Mentre, d’altro canto. I Buddisti possono trovare una gran ispirazione dalle pregevoli iniziative dei fratelli cristiani in tema dell’assistenza sanitaria e dell’educazione. Tempo addietro un monaco cattolico negli USA, che praticava Samadhi, un giorno mi chiese della vacuità, al che mi sentii di rispondergli: “Non e’ affar tuo. Se la dovessi studiare ed ancor peggio praticare, la troveresti d’ostacolo alla pratica della tua fede univoca verso dio”.

Perciò abbiamo bisogno d’un approccio diverso: ed in questo senso do’ il benvenuto ai fratelli cristiani.