Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Manchester il 18 e 19 giugno 2012 alla Manchester Arena sul “Trattato sui Fondamenti della saggezza” di Nagarjuna e sugli “Otto versi per l’addestramento mentale” di Langri Tangpa qui liberamente disponibili https://www.sangye.it/altro/?p=27. Traduzione dal Tibetano di Andrea Cappellari. http://tibet.net/2012/06/19/mind-training-and-wisdom-in-manchester/ Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Sua Santità il Dalai Lama. La mente che s’afferra all’apparenza illusoria.
Dalla tradizione Jonampa, Taranata preghiera in quattro versi.
L’espressione della apparenza illusoria e’ vivida, la stessa consapevolezza appare luminosa e chiara, parlando di mancanza di esistenza solida dei fenomeni li categorizza come inesprimibili dell’apparire dei fenomeni, il che e’ simile alla preghiera di Vajrayogini: la mente trova riposo nella foresta dell’indescrivibile. La maggior parte delle nostra afflizioni sorgono dall’afferrarsi ad un qualcosa di solido. Il che porta alla formazione di speranze e di illusioni. Il che crea un senso di frustrazione.
Nagrjuna ribadì: “Quando parlo di mancanza di esistenza intrinseca non sto dicendo che i fenomeni non esistono ma che sono vuoti di esistenza intrinseca”. Perciò, il cuore della dottrina del Buddha e’ il sorgere dipendente, a sua volta dipendente dalla originazione dipendente. Sviluppando un oggetto ultimo, un risultato, altrimenti sono solo parole, compariamo quelle che sono le nostre esperienze con le nostre conoscenze: avremo una certa comprensione di tutte le visioni distruttive che, a loro volta, sono basate su comprensioni errate. Tutte le importanti religioni enfatizzano la fede in dio che ha un immenso effetto per ridurre l’arroganza e l’egocentrismo. Tutte le religioni importanti hanno differenti metodi, ma tutte si propongono di eliminare la visione egocentrica. Il che identifica la ragione per cui si deve avere rispetto per tutte le importanti religioni. Nel contesto della pratica buddista, la meditazione sulla mancanza del se ha la funzione di contrapporsi all’io illusorio che sorge spontaneamente.
Rispetto all’altruismo, gli Otto Versi, (liberamente disponibili qui https://www.sangye.it/altro/?cat=5) la prima strofa di Lanrin Tempa sottolinea l’impegno a coltivare, come obiettivo principale, l’aspirazione per il benessere degli esseri. Il II verso sottolinea l’obiettivo di mantenere la percezione degli altri come più importanti, senza orgoglio, con un attitudine di profondo rispetto altruistico, la necessita’ della compassione, osservando gli altri con rispetto e non con un senso di pietà, cosi nel Ratnavali di Nagarjuna, cosi nel Bodisattvavatara: “Possa io diventare una risorsa per tutti gli esseri viventi”. Questa e’ la compassione che riconosce il grande valore di tutti gli esseri.
La III strofa: Le afflizioni, come l’orgoglio, devono essere concepiti come causa del proprio danno, capendo come sono una percezione erronea della realtà e su questa base sorgono tutte le afflizioni. Per un neuroscienziato, il 90% di tutte le percezioni durante l’avversione e’ distorta dalla avversione stessa. Non impegnandoci nella pratica altruismo, tutte le afflizioni sorgeranno, sia per autogratificazione, tutte le afflizioni sorgeranno per la forte familiarità con esse. Le afflizioni sorgono per questa nostra prospettiva verso la realtà e sono altamente proiettanti. La negatività che una persona vede con la rabbia, per il 90% dipende dalle afflizioni mentali. Quindi dobbiamo realizzare l’idonea percezione e la corretta comprensione della realtà. Il IV verso: “Gli esseri viventi che sono sotto l’influsso delle percezioni erronee, devono esserci ancora più cari. Perciò dobbiamo praticare comprensione per gli esseri spiacevoli, antipatici.
Non parlo di compassione verso le persone che ci sono indifferenti, ma verso coloro che ci maltrattano ed insultano, verso di loro dovremmo essere più premurosi. Senza accusare la persona, ma riconoscendone l’attività, riconoscendo le persone verso cui agiamo. Nella VI strofa si parla di coloro che ci danneggiano e rispondono al nostro aiuto con maggiore danno e ci vengono indicati come maestri spirituali ancora più preziosi. Se siamo in grado di vedere il grande valore degli stessi che ci danneggiano, allora la pratica diventa ancora più potente. Nel VII verso del commentario della pratica del bodisattva i Budda sono coloro che si occupano prioritariamente degli altri, mentre gli esseri maturi si occupano di se stessi, e nel momento in cui ci preoccupiamo degli altri, tutte le preoccupazioni svaniscono. La causa principale deriva dalla sola angusta preoccupazione per se stessi, ma, quando vi preoccupate degli altri, svaniscono i difetti dell’attaccamento e della rabbia. Finche non c’e’ quest’intento prioritario dell’io c’e’ sempre questo rischio che la mente egocentrica abbia il sopravvento. Cambiare la mente in un attitudine egoistica e’ la fonte di ogni benessere. La VII stanza spiega ulteriormente la pratica dell’altruismo, di prendere su di se la sofferenza, comunicando agli altri la propria felicita. Questi insegnamenti sono nel Ratnavali e nel Bodishattvacharuavatara, qualsiasi sofferenza nel mondo sorge dall’attitudine egocentrica, come qualsiasi felicita’ dipende dai benefici dell’altruismo. Se siamo in grado di sviluppare una prospettiva che ci permette di vedere anche coloro che ci danneggiano come fonti di beneficio, allora realizzeremo effettivamente i nostri interessi personali come ricaduta in termini di altruismo. Altrimenti, creiamo da noi stessi le basi della nostra infelicita’, perché creiamo attaccamento ed ignoranza sulla base della nostra attitudine egoistica. Creiamo un essere insicuro, sofferente, relegato alla solitudine. I corvi sono spaventati dalla loro stessa ombra. Cosi creiamo una prospettiva umana degradante quando precipitiamo nell’egocentrismo, altrimenti non solo non sarà possibile ottenere lo stato di bh ma anche nel samsara non sarà possibile ottenere la felicita, anche nella esistenza ciclica se si e’ capaci di sopportare le avversità come sentiero. Mentre siamo capaci di restare nello stato afflitto non siamo in grado di stare in questo stato di pace. VIII strofa: lo sviluppo della mente di bodicitta ultima, nella mente d’illuminazione non deve esserci contaminazione con le 8 Preoccupazioni Mondane (Otto darma mondani), anzi, percepirò ogni fenomeno come illusorio.
L’ultima strofa focalizza l’importanza che la nostra pratica non sia contaminata da aspirazione mondana e qualsiasi pratica deve essere basata sulla realtà ultima dei fenomeni e che la comprensione di ogni fenomeno illusorio sia libera da fraintendimenti e conduca alla virtù.
Mi riferisco a Nagarjuna, nel commentario della III ruota dharma della discriminazione eccellente. Nel Sutra che svela l’intento del Buddha si spiega come la III ruota del dharma deve essere considerata essenziale. Le tre nature dei fenomeni sono: la natura condizionata da altri, la natura completamente condizionata, la natura di realtà. Esistono due tipi di scritture della III ruota del Dharma: una si riferisce alla realtà ultima come spiegato nella ruota stessa, l’altra offre una specificazione delle 3 nature. La III ruota e’ di due tipi. Uno di questi e’ di tipo Jonampa: i 10 sutra che rappresentano la III ruota comprendono il Sandimochasutra che spiega le intenzioni del Bhudda. La I e II ruota del Dharma sono considerabili come interpretabili mentre la III e’ considerabile come definitiva. Nella III ruota vengono espressi gli insegnamenti sulla mancanza d’esistenza intrinseca, viene spiegato come i fenomeni e le persone siano mancanti di esistenza intrinseca. Nel Sandimochana sutra viene trattato questo soggetto, ma la II ruota va considerata come interpretabile.
Il significato del testo, come spiegato da Maitreya nel’Anuttara Tantra, riguarda l’importanza di distinguere tra sutra interpretabili e definitivi.
La vacuità della mente stessa si riferisce alla II ruota del dharma, in cui, oltre alla illustrare la vacuita come chiara luce oggettiva, la si illustra anche come soggettiva.
Lode alla sfera dei fenomeni.
La natura di chiara luce e’ il soggetto principale del testo di Nagarjuna: tre gemme correlate alle tre qualità. Nel momento in cui il Buddha giunge nel mondo, egli fa girare la ruota del Dharma e su questa base c’e’ la possibilità di svelare la natura del Buddha in cui tutto risiede. Buddita’ come interazioni di bhudda, dharma sangha, lignaggio che dimora naturalmente, in cui vengono naturalmente rimosse le oscurazioni. Unificazione della propria potenzialità innata.
Osservare il continuo sublime di Maitreya. Bhudda, dharma, sangha, natura di Buddha e spiegazione delle qualità illuminate. Il Buddha viene nel mondo sulla base di insegnamenti. E sulla base di queste pratiche si manifesta la natura di Buddha, che e’ già naturalmente presente in noi, e si sviluppano le attività illuminate. Tatagatagarba o natura del Buddha. Ci sono differenti aspetti come natura ultima della propria mente incontaminata, 2 semi che contengono la potenzialità della famosa realizzazione dei 3 kaya del Buddha. Non c’e natura ultima degli esseri viventi e quella del Buddha. Il seme della realizzazione dei 3 corpi del Budda e’ condivisa da tutti gli esseri. Queste afflizioni che coprono la realtà ultima della mente sono avventizie perché non intaccano la realtà ultima dei fenomeni. La mente non riesce a manifestare la completezza della sua potenzialità: la possibilità di poter percepire la natura ultima delle cose che viene ostruita dalle macchie avventizie. La conoscenza completa dei fenomeni non e’ qualcosa che si stabilisce ex novo, ma che viene riscoperta, in quanto preesistente. Nirvana dimorante o non dimorante o con o senza residuo vengono definiti in base alla funzione ultima della mente.
La prima strofa: finche’ non lo conosciamo siamo obbligati a circolare nello stesso ambito di conoscenza. Riferimento alla vacuità mente, alla sua natura ultima. E gli esseri dimorano nella vacuità nella mente, che ci sarà finche ci sarà la mente, ma prendendo la sfera dei fenomeni come limpidezza e cognitivita’. Il soggetto del continuum sottile di Maitreya, le macchie avventizie, che sorgono sulla base di comprensione erronea della realtà, non intaccano la natura ultima della mente ed attraverso il metodo e’ possibile rimuoverle. Se guardiamo ai 10 poteri del Buddha, osserviamo i 10 poteri. Nei Sakya, tutte le caratteristica del sentiero sono caratteristiche della mente e le caratteristiche di illuminazione sono in potenza, nello tzochen la mente e’ naturalmente illuminata. Natura cognitiva della chiara luce, ma gli esseri non sono in grado di riconoscerla perché sono coperti da strati di concettualizzazioni. Kundu rimpoche: come dalla base del monte si giunge al passo, nella III ruota si spiega la natura di saggezza e nel trantra di Guyasamaja si spiega come la sfera dei fenomeni ha la sua espressione nella sfera di chiara luce.
Poiché la mente e’ vuota di esistenza intrinseca, la mutabilità delle cose indica anche la possibilità di rimuovere le macchie avventizie. Sulla base di comprendere la correlazione di esistenza intrinseca c’e la possibilità di ripristinare la purezza originale della mente. Sulla base di essere ignoranti della vacuità della propria mente, si continua a circolare nel samsara. Comprendendo la natura della realtà si e’ in grado di rimuovere le contaminazioni e di ottenere la liberazione dal samsara e l’ingresso al nirvana e le impronte sottili vengono eliminate ottenendo il nirvana non dimorante.