S.S.Dalai Lama Nantes 16.08.08: 1°giorno d’insegnamenti, mattino

la sala con i monaci in prima linea

la sala con i monaci in prima linea, tra cui il Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

Dobbiamo premettere che questi sono solo appunti, presi a mano e scaricati sul computer subito dopo gli insegnamenti, perciò non riusciamo certo a darvi una trascrizione esatta di ciò che ha detto Sua Santità nei suoi insegnamenti, in cui parla in tibetano. Pertanto vi preghiamo di scusarci se vi sono errori o incomprensioni. Né quello che qui trovate non sono certo le parole esatte della traduzione di Andrea Capellari, in quanto sarebbe stato impossibile riuscire a seguirlo in tutto il suo discorso.

Appunti, traduzione dall’inglese ed editing del Dott. Luciano Villa, dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Sua Santità il Dalai Lama

E’ importante mantenere la propria religione. Cambiare religione non è consigliabile e, se lo si fa, può creare confusione.

Facciamo un esempio. Un organizzazione cristiana venne in soccorso negli anni ’60 ad una madre tibetana rimasta vedova con parecchi figli che si trovava in grande indigenza. La donna mi venne a trovare e mi disse (ed era molto confusa): “per questa vita mi faccio cristiana ma nella prossima tornerò ad essere buddhista”. E questo è un episodio rivelatore di grande confusione. Così posso raccontare di una signora polacca che si avvicinò al buddhismo dopo aver aderito alla Società Teosofica di Madrass, che esprime idee non settarie. Tuttavia, ad un certo punto pensò di essere più vicina ad un concetto di un Dio creatore e ciò la fece cadere in una certa confusione.

Per esempio, vi sono dei tibetani musulmami specialmente in Ladakh. E non ci sono problemi. Ugualmente ci sono delle popolazioni dell’Amdo che hanno aderito al Cristianesimo, ed anche questo va bene.

Alcune volte si abbraccia una nuova religione e può sorgere un rigetto per la religione precedente. Questo deve essere evitato.

Tutte le religioni più importanti danno speranza, fede e forza interna, pertanto dobbiamo rispettare tutte le tradizioni religiose.

Inoltre la realtà del mondo attuale è sicuramente differente dalla realtà passata. Nel passato le persone di differenti tradizioni rimanevano più o meno isolate nelle loro regioni d’origine. Ora la situazione è cambiata: per ragioni economiche, per turismo. Esiste una comunità mondiale che ci deve far osservare il pianeta come una signola entità. Questa entità è multietnica e multireligiosa. Questo contatto così ravvicinato fra tradizioni differenti può essere visto secondo due prospettive. Da un lato può nascere un certo senso di insicurezza, un lieve disagio, motivato dal cambiamento della situazione e dal timore del nuovo. Dall’altro, questa situazione offre la possibilità di sviluppare un armonia effettiva fra le varie tradizioni.

Tranne le fedi che sono prive d’un supporto filosofico, tutte le altre, quindi, mi riferisco all’ebraismo,al cristianesimo, all’islam, giainismo, induismo ed altre ancora, possono arricchire la nostra particolare tradizione contingente. Per esempio, noi buddhisti eravamo isolati fra le montagne del’Himalaya e non avevamo idea di cosa accadesse fuori.

Questa situazione è cambiata negli ultimi 50 anni. Come rifugiati privi di casa e d’un Paese abbiama trovato nuove case e l’opportuneità di imparare da altre tradizioni. Abbiamo sviluppato programmi di interscambio, monaci e monache tibetane sono andate in monasteri cristiani cattolici ed hanno fatto delle vere e proprie esperienze, imparato nuovi modi di porsi e questo è stato estremamente utile. Quindi se non rimanete isolati ma in qualche modo vi spingete fuori potete sviluppare un ammirazione mutua e rispetto reciproco. In questa nuova realtà è necesario promuovere un armonia ecumenica. Io credo che questi piccoli seminari sul buddhismo possano aiutare a sviluppare una mutua ammirazione fra fedi religiose. Senza il ragionamento, la ragione, la sola fede rimane irrilevante. Attraverso la ragione invece la fede può essere parte della vostra vita. Durante periodi di grande difficoltà la fede può darci speranza e ottimismo e inoltre può darci la possibilità di evitare la rabbia, l’odio, la gelosia…qundi è per questo che nella tradizione buddhista è importante sin dall’inizio utilizzare la ragione. Al giorno d’oggi possiamo identificare due fedi religiose: teistiche e non teistiche. Il buddhismo è non teistico pertanto l’enfasi sarà sulla legge di causa ed effetto. Sulla consapevolezza che le emozioni distruttive e costruttive sono causa di futuro dolore o di futura felicità. Dobbiamo conoscere le forze opponenti a queste foze distruttive. Pertanto la descrizione della mente è estremamente dettagliata nella tradizione buddhista e indiana. Oggi la scienza moderna sta sviluppando sempre più profonde comprensioni. Ad esempio nel campo medico gli scienziati cominciamo ad interessarsi alle emozioni, perché vengono considerate molto importanti ai fini di una buona salute. Vi sono scienziati che portano avanti ricerche avanzate rispetto alle nostre emozioni. Quindi l’interesse rispetto alla mente e alle emozioni sta crescendo.

Bisogna tener presente che il Buddha insegnava il Dharma agli esseri ordinari pertanto il suo insegnamento verteva su come trasformare la mente degli altri gradualmente fino ad ottenere la completa illuminazione. Pertanto l’approccio buddhista inizia da questo livello, dagli esseri ordinari fino allo stato di Buddha. Il buddhismo ha degli aspetti scientifici che possono essere divisi in due parti: la scienza interna della mente e l’altra parte che riguarda le particelle, la fisica l’astrofisica. La scienza moderna è estremamente avanzata, per cui noi buddhisti possiamo apprendere molte cose rispetto alle particelle, o rispetto all’evoluzione ad esempio. Ora per quanto riguarda il nostro mondo è chiaro che il Monte Meru non esista. Per cui alcuni dei nostri testi classici, che ne affermano l’esistenza, devono necessariamente cambiare. Per esempio quanto rivela la meccanica quantistica rispetto al fatto che la realtà ha un origine interdipendente è estremamente vicino alle rivelazioni del buddhismo. Per cui i buddhisti possono apprendere molto dalla scienza moderna, e la scienza moderna può apprendere molto dalla scienza della mente del buddhismo. Pertanto sembra corretto un seminario buddhista in un Paese non buddhista o ad un pubblico non buddhista. Consentiteci solo una piccola cerimonia iniziale e a parte questo sarà un semplice seminario accademico.

Va bene?

applausi

Sua Santità il Dalai Lama

Molto tempo fa eravamo preoccupati unicamente dagli elementi della vita quotidiana, come il rifugio, il cibo, la riproduzione, come gli animali, poi la nostra mente si è evoluta, è divenuta più sofisticata, quindi ci siamo cominciati ad interessare ad eventi misteriosi, inspiegabili.

Quindi sì sono sviluppate fedi religiose differenti, che hanno cercato di rispondere fondamentalmente a tre domande: cos’è l’io? L’io ha un inizio oppure no? L’io ha o non ha una fine?

Per quanto riguarda la prima domanda, in accordo alla nostra esperienza quotidiana abbiamo la sensazione di io, e a causa di questa diciamo il mio corpo, la mia mente, i miei amici, i miei bambini, e inoltre nell’esperienza comune diciamo quando ero giovane, quando ero malato. In questo caso giovane significa un corpo giovane e malato significa qualcosa non va nel mio corpo. Abbiamo la sensazione che l’io era lo stesso di quando ero malato ed ero giovane come se l’io fosse il proprietario del corpo, della mente e anche della parola. Pertanto torniamo alla domanda cos’è l’io? C’è un io indipendente? A parte il buddhismo tutte le religioni accettano l’atman, mentre per il buddhismo non esiste un sé intrinsecamente esistente ma un io meramente designato sulla combinazione di corpo e mente. All’interno del buddhismo vi sono differenti opinioni rispetto al sé, all’io. Alcuni affermano che l’io sia come una sesta coscienza. L’io non può essere una cocienza sensoriale, altrimenti i ciechi e i sordi non avrebbero l’io, quindi deve esserci una coscienza mentale. Molti designano l’io su una sesta coscienza: la coscienza mentale. Un ulteriore investigazione rispetto alla sesta coscienza ha rivelato differenti livelli di esistenza della coscienza mentale. C’è un livello di veglia. Per esempio in questo momento quando guardiamo qualcosa, il messaggio giunge al nostro cervello e questo viene discrimato come positivo o negativo, questo livello di coscienza mentale è la veglia. Ma quando non esiste più la veglia l’io c’è ugualmente anche se la coscienza è assente. Durante il sonno profondo quella mente di veglia non esiste più quindi abbiamo ancora un altro livello, e con il sogno abbiamo ancora un altro livello. Per esempio nel coma la coscienza vigile è assente, ma l’io c’è, per cui non possiamo affermare che la coscienza sia l’io. Dopo la morte clinica il corpo di qualcuno rimane fresco, e questo è un ulteriore livello in cui si trova la coscienza rimanendo nel corpo. Stiamo invetigando con alcuni scienziati, il problema è che quando ci sono gli scienziati con l’attrezzatura non vi è nessuno che muore permanendo per un periodo nel corpo. Perciò ora abbiamo dell’attrezzatura semplice a Dharamsala e stiamo aspettando che muoia qualcuno per fare un bell’esperiemento. Applausi:-) Pertanto noi concludiamo che il sé, l’io è una mera designazione e non è meramente esistente.

Le fedi teistiche affermano che c’è un inizio e che corrisponde alla creazione delle creature da parte di Dio, che è infinito. Le fedi non teistiche esprimono che non vi sia un inizio dell’io, ma non sono sicuro se proprio tutte lo affermano, dobbiamo fare più ricerche. Interroghiamoci su cos’è la causa sostanziale del corpo? Dobbiamo guardare le particelle che hanno dato origine al corpo, probabilmente le particelle che in questi anni formano il nostro corpo esistono sin da prima del big bang. Per cui se guardiamo l’aggregato fisico troviamo una continuità previa infinita. Ma per quanto riguarda questo corpo in particolare è difficle trovare una causa sostanziale prima del concepimento da parte dei nostri genitori. E’ difficile rintracciare dove fossero quelle particelle materiali che ora compongono il nostro corpo prima del concepimento. Invece la coscienza ha una sua continuità, per questo si dice che la coscienza ha tempo senza inizio, non ha un inizio. E’ difficile trovare un istante cognitivo iniziale perchè ogni istante attuale è determinato dall’istante cognitivo precedente. sì può andare indietro a ritroso ed è difficile rintracciare un istante cognitivo iniziale. Per questo la coscienza mentale risulta priva di inizio. Per quanto riguarda le religione teistiche, come le fedi ebraiche, questa esistenza non è creata direttamente da Dio, quanto piuttosto vi sia una legge di causa ed effetto, karma, e che solo a livello ultimo l’esistenza sia creato da Dio. Alla fine si ci riassorbe in Brahma. Il Buddhismo dice che non c’è né inizio né fine. Una categoria del Buddhismo afferma che quando si giunge nel nirvana non dimorante, che corrisponde allo stato di Buddha, tutti i 5 skhanda(aggregati) sono cessati, e poiché la base del sé non c’è anche il sé scompare. Per cui in accordo a questa scuola di pensiero anche la mente di Buddha è cessata. Altre scuole budhiste affermano che la mente in se stessa è pura, tuttte le emozioni afflittive sono basate sull’ignoranza, che può essere eliminata tramite la saggezza. Una volta che abbiamo sviluppato tale saggezza l’ignoranza viene rimosa quindi c’è una fine solo di quella emozione afflittiva mentre la mente, di per sé pura, continua. Quando tutte le emozioni affllittive vengono eliminate e quelle costruttive accresciute quella mente diventa la mente di Buddha. Vi sono tre corpi: corpo di realtà, corpo della forma(diviso in corpo della gioia e corpo di emanazione)….pertanto il sé è sempre lì non ha fine. Pertanto abbiamo tre risposte a tre domande.

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