Sua Santità il Dalai Lama: Agli uomini e alle donne

Sua Santità il Dalai Lama: Secondo il buddhismo uomini e donne possiedono, senza alcuna differenza, ciò che si chiama la natura del Buddha

Sua Santità il Dalai Lama: Secondo il buddhismo uomini e donne possiedono, senza alcuna differenza, ciò che si chiama la natura del Buddha

Agli uomini e alle donne

Gli uomini e le donne si differenziano, è ovvio, dal punto di vista fisico, e questo comporta anche alcune diversità sul piano emotivo. Ma sono fondamentalmente uguali nel modo di pensare, nelle sensazioni e in tutti gli altri aspetti della loro persona. Gli uomini sono più adatti a fare lavori di fatica; le donne sembrano più efficienti nei compiti che richiedono lucidità e capacità di pensare in fretta. Per lo più, uomini e donne sono su un livello paritario nelle sfere in cui occupa un ruolo importante la riflessione. Poiché tra di essi non esistono differenze significative, va da sé che hanno gli stessi diritti e che qualsiasi discriminazione è ingiustificata. Inoltre gli uomini hanno bisogno delle donne quanto le donne degli uomini.

Quando i diritti delle donne vengono calpestati, esse devono rivendicarli e gli uomini devono sostenere la loro lotta. Io stesso da vent’anni mi batto in India perché le donne possano, tra l’altro, proseguire gli studi e occupare posti di responsabilità a tutti i livelli sociali allo stesso titolo degli uomini.

Secondo il buddhismo uomini e donne possiedono, senza alcuna differenza, ciò che si chiama la natura del Buddha, o potenziale per il Risveglio. Nella sostanza sono dunque perfettamente uguali. È vero che in alcune tradizioni la segregazione c’è sempre stata. Ma aveva cause di carattere soprattutto sociale e culturale. Nagarjuna [Uno dei principali esegeti del pensiero del Buddha, visse nel II secolo, fu l’iniziatore del Màdhyamaka, o Via di mezzo, una delle grandi correnti di pensiero del Mahàyàna.], nel suo Ratnavali o “Preziosa ghirlanda”, e Shantideva [gran maestro buddhista, poeta e filosofo indiano dell’VIII secolo, nel suo celebre Bodhicaryavatara espose quella che deve essere la condotta del bodhisattva, colui che desidera conseguire il Risveglio per liberare tutti gli esseri dalla sofferenza.], nel Bodhicharyavahira o “Guida allo stile di vita del bodhisattva”, parlano dei “difetti del corpo delle donne”. Ma con questo non intendono dimostrare che le donne sono inferiori. La maggior parte di quanti avevano pronunciato i voti monastici erano uomini, e la descrizione dei difetti aveva come unico scopo di aiutare tali uomini a vincere il desiderio del corpo femminile. Una monaca deve certo fare un’analisi analoga del corpo maschile.

Nelle pratiche più elevate del Vajrayàna [Uno dei tre veicoli o tre vie buddiste: gli altri due sono l’Hinayàna (Veicolo minore) e il Mahayana (Veicolo grande). Il Vajrayàna, o Veicolo di diamante, è chiamato così perché descrive la natura ultima degli esseri e delle cose, indistruttibile e immutabile, paragonata al diamante. Si caratterizza tra l’altro per una gran varietà di procedimenti che permettono di conseguire il Risveglio con rapidità.] non soltanto non si opera alcuna segregazione tra uomini e donne, ma l’elemento femminile svolge un ruolo fondamentale, al punto che il disprezzo verso le donne è considerato una trasgressione alla dottrina.

Fonte che si ringrazia http://www.hardwaregame.it/images/guide/batik/16172064-Dalai-Lama-I-Consigli-Del-Cuore.pdf,