Sua Santità il Dalai Lama: Le sofferenze dei reami inferiori
22 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama del Lamrim del Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen a Dharamsala, in India, marzo 1988.
Sua Santità il Dalai Lama
La successiva meditazione, per i praticanti per così dire allo stadio iniziale, è la riflessione sulle sofferenze dei reami inferiori. Focalizzate di nuovo la vostra attenzione sul maestro spirituale e riflettete che quando terminerà la vostra vita attuale avrete solo due possibilità davanti a voi, una futura esistenza favorevole o sfavorevole.
Come abbiamo detto prima, il fine della nascita è la morte, il momento in cui il presente corpo cessa di esistere. Tra le differenti forme di coscienza ce ne sono di grossolane, come quella sensoriale, che sono dipendenti dal corpo. Tutte queste coscienze, però, hanno una loro natura fondamentale che è la Chiara Luce. Non c’è alcuna possibilità di una coscienza che sia originata da una causa differente dalla Chiara Luce. La mente della Chiara Luce è conosciuta come la basilare, innata coscienza, e quando interagisce con gli eventi, con fattori esterni, produce i livelli più grossolani della mente.
Dal momento che la continuità di questa sottile forma di coscienza è senza inizio, qualche volta è possibile – perfino per le persone comuni – ricordare l’esperienza delle morti precedenti. Conosco alcuni bambini indiani che sono in grado di ricordare con grande chiarezza alcune delle loro vite passate, le circostanze della loro morte e le esperienze attraverso le quali sono passati al momento del trapasso. Questo genere di ricordi è un fenomeno che potete vedere adesso. Alcune persone, quando sottomettono – grazie alla meditazione – le forze dei livelli mentali grossolani, possono incrementare le capacità dei livelli sottili di consapevolezza tramite l’esperienza della Chiara Luce. Così diventano capaci di ricordare chiaramente le loro trascorse esistenze. Questo dimostra che alcuni fatti del passato sono oggetti del nostro ricordo e della nostra memoria. E vuol dire anche che esistono vite precedenti a quella che sperimentiamo attualmente.
Non c’è alcun fattore che può mettere termine alla continuità di questa coscienza composta della natura della chiarezza e della conoscenza. Al momento della morte la coscienza si separa dal corpo ed entra in uno stato intermedio. A questo punto si sperimenta una sottile forma di coscienza che è il risultato della pratica di meditazione. Esistono vari livelli di coscienza. Quando la mente si allontana dall’attenzione agli oggetti esteriori, si possono abbandonare i livelli grossolani e sperimentare quelli più sottili.
Ci sono tre livelli di coscienza. Le esperienze di queste differenti coscienze corrispondono a diversi livelli di esistenza. Il più basso è il reame del desiderio, dove il livello mentale è grossolano e la gente molto attaccata agli oggetti esteriori. Poi segue il reame della forma con le sue sedici divisioni, in cui la mente è un po’ più sottile e meno attratta dagli oggetti esterni. Quindi ecco il reame detto senza forma, che al suo interno ha quattro divisioni. Si tratta di uno stato di esistenza temporaneamente libero, non solo dalla sofferenza e dall’insoddisfazione ma anche dagli ordinari sentimenti di gioia e piacere, sentimenti che normalmente producono desiderio e insoddisfazione. Sebbene sia piuttosto difficile provare logicamente l’esistenza di questi livelli, potete ritenere che gli stati mentali di cui fate esperienza potrebbero diventare in futuro degli stati di esistenza. La natura di questi stati può essere compresa guardando la qualità della nostra mente e da cosa essa sia dominata, desiderio, odio, rabbia e così via.
Dopo la morte, l’individuo rinasce in uno dei tre reami di esistenza che possono essere grosso modo divisi in favorevoli e sfavorevoli o anche intesi come alte e basse rinascite. Le trasmigrazioni favorevoli includono la nascita come esseri celestiali, – nei reami senza forma, con forma o del desiderio, – come asura, – semidei, – o come esseri umani. Le trasmigrazioni sfavorevoli includono la rinascita come animale, spirito errante o essere infernale.
Non so se i reami infernali esistano esattamente come li descrive l’Abhidharma, ma una cosa è ovvia, vale a dire che l’ambiente è associato con gli esseri che lo abitano. Nel nostro caso siamo realmente interdipendenti con il pianeta Terra, l’habitat in cui viviamo. Purtroppo questa interdipendenza troppo spesso non è stata compresa e così gli esseri umani danno troppe cose per scontate. Questa ignoranza ha prodotto uno sfruttamento immorale del pianeta con effetti devastanti sia sull’ambiente sia sugli esseri viventi. Se osserviamo il nostro pianeta e le specie che lo abitano, non potremo non prendere coscienza dell’equilibrio che esiste alla base di tutto. Considerate, per esempio, come differenti tipi di alberi possono crescere e moltiplicarsi. Alcuni possono farlo grazie ai semi che il vento spande nell’aria. Se riflettiamo sui motivi di tutte queste differenze non riusciamo facilmente a darci una risposta logica. Lo stesso si può dire per gli esseri umani. Il fatto che la nostra specie sia passata attraverso un processo evolutivo per più di cinque milioni di anni non è tanto facile da comprendere. Non sorprende quindi che anche le descrizioni di altre forme di vita su altri pianeti siano difficili da accettare, ma questo non significa che non esistano.
Quindi, dal momento che le forme di vita sono infinite e assumono ogni genere di forma, aspetto e colore, uno può ritenere che anche i loro habitat possano essere totalmente differenti dai nostri. I testi buddisti parlano di un infinito numero di universi. La moderna cosmologia scientifica in qualche modo si è avvicinata al punto di vista buddista ma le descrizioni che troviamo nell’Abhidharma e in alcuni sutra, come il Do-de Drempa Nyershag, (Il Sutra sulla Presenza Mentale), non dovrebbero essere prese alla lettera. Le spiegazioni logiche delle cause alla base delle diverse forme, composizioni fisiche, colori di un infinito numero di universi, sono molto recondite, rappresentano gli aspetti più sottili del karma e dei loro risultati.
Nei reami inferiori ci sono diverse sofferenze. Quei reami in cui l’esperienza del dolore è più intensa vengono chiamati reami infernali. I luoghi dove la confusione e l’ignoranza sono molto intense sono considerati reami animali, in cui il forte divora il debole. I reami dove le principali sofferenze sono causate da un’incontenibile fame e sete sono detti dei preta (fantasmi affamati).
Dovreste riflettere su cosa vuol dire rinascere in uno stato di esistenza inferiore. Immaginate come vi sentireste e quale sarebbe il vostro destino! E non dimenticate che non si rinasce in quei reami senza un motivo, così, solo per caso. Quando si sono determinate le cause e le condizioni per una rinascita del genere, questa avviene naturalmente. Non dovreste mai dimenticare che le azioni negative che compirete, come rubare, uccidere e così via, sono molto forti e potenti e a causa loro dovrete rinascere nei reami infernali. Azioni un po’ meno potenti vi faranno rinascere come un fantasma affamato e quelle ancor meno negative vi procureranno una rinascita nel reame animale.
Dal momento che è certo che abbiamo accumulato ogni genere di azioni negative nel corso della vita, il rinascere in uno di questi reami inferiori sarà solo questione di tempo. Nel momento in cui cessa il respiro ha inizio la nostra successiva esistenza. Comprendere questo, non solo pensandoci ma anche immedesimandoci nella situazione, immaginando di stare sperimentando realmente quelle sofferenze, vi sarà di grande aiuto.
Fate questa contemplazione nel modo in cui è descritta nel Lamrim del quinto Dalai Lama e nel Lamrim Chenmo di Lama Tsongkhapa, cioè immaginandovi di sperimentare tali sofferenze fino a sviluppare un senso di autentica paura e intollerabilità.. Una volta compreso quanto intollerabili possono essere queste esperienze, penserete che potete fin da ora cercare di non cadere nei reami infernali. Pensate ai fattori che causano le rinascite in quei mondi e considerate se avete commesso in passato azioni che hanno creato le premesse per tali rinascite o se le state commettendo adesso o in futuro. Quindi cercate i mezzi per eliminarle. Promettete al vostro maestro spirituale che non compirete mai più tali azioni. Ciò che vi può davvero proteggere dalla caduta nei reami di esistenza inferiori è realizzare il Dharma all’interno della vostra mente.
Alcuni possono avere la sensazione che, se si troveranno a fare l’esperienza dei reami inferiori, potranno comunque affrontarli. Ma dal momento che non la stanno vivendo al presente non c’è ragione di imitarla e di immaginare di attraversarli. Questa però non è una giusta osservazione. In genere, una persona coraggiosa prende delle precauzioni e si prepara ad affrontare eventuali rischi. Ma è folle aspettare che una cosa accada e non prepararsi a essa. Farete attivamente qualcosa per difendervi dalle sofferenze esistenti nei reami inferiori di esistenza, solo se riuscirete a comprendere, prima di caderci, quanto siano intollerabili le sofferenze che vi si vivono. Lo ripeto, il modo più efficace per evitare di rinascere in quei reami di esistenza consiste nel prendere, dal profondo del cuore, rifugio nei Tre Gioielli e di rispettare la legge karmica di causa ed effetto.