23 Sua Santità il Dalai Lama: Cercare rifugio

Sua Santità il Dalai Lama: La radice della dottrina del Buddha è la compassione, unita alla pratica di non danneggiare gli altri.

Sua Santità il Dalai Lama: La radice della dottrina del Buddha è la compassione, unita alla pratica di non danneggiare gli altri.

Sua Santità il Dalai Lama: Cercare rifugio

23 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama del Lamrim del Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen a Dharamsala, in India, marzo 1988.

Sua Santità il Dalai Lama

La fase successiva è la pratica di prendere rifugio e sviluppare una profonda convinzione sulla verità della legge di causa ed effetto.

Per poter avere una decisa ed efficace pratica del rifugio è necessario visualizzare gli oggetti del rifugio. Dunque, dovete visualizzare raggi di luce che fuoriescono dal cuore del maestro spirituale e raggiungono il vostro. Quindi visualizzate nuovamente di fronte a voi Buddha e bodhisattva. Riflettete sulle loro eccezionali capacità di corpo, parola e mente, pensando che avete sperimentato nelle vostre esistenze precedenti le intense sofferenze dei reami inferiori e, se non migliorate in questa vita, ripeterete quelle dolorose situazioni in futuro. Con queste riflessioni dovreste prendervi cura degli oggetti di rifugio e affidarvi a essi. Poi visualizzate del nettare che discende su di voi e purifica ogni negatività.

Per dirla in poche parole, prendere rifugio è l’atto che determina se una persona è o meno buddista. Quindi segna l’ingresso nella comunità buddista e pone delle buone fondamenta per prepararsi a prendere, in un secondo momento, i voti. La pratica del rifugio può essere fatta in vari modi. Alcune forme di rifugio si basano su una convinzione razionale acquisita tramite valide prove. Però ci possono essere persone che non sono in grado di avere una simile facoltà ma che hanno visto e ammirato le grandi qualità e capacità del Buddha, del Dharma e del Sangha. Costoro – sulla base delle loro personali intuizioni – possono prendere questi oggetti come un infallibile rifugio. In un sutra il Buddha disse:

«La fede è il precursore di tutte le azioni positive,

Quindi dovrebbe essere coltivata fin dall’inizio;

Essa salvaguarda tutte le qualità virtuose,

E nel medesimo tempo le rafforza.»

Più fate progressi nel vostro cammino spirituale, migliore diviene la vostra pratica del rifugio. Coloro che hanno preso rifugio con convinzione profonda si affidano ai Tre Gioielli e prendono rifugio in essi. Per poter avere una buona pratica del rifugio, sin dall’inizio è necessario coltivare le due principali cause che portano a cercare rifugio, vale a dire quel senso di paura dovuto alla consapevolezza delle sofferenze sperimentate nei reami inferiori e la convinzione che sia possibile evitarle con una pratica appropriata.

Riflettete su come la vostra naturale tendenza sia quella di sperimentare la felicità ed evitare il dolore e che potrete soddisfarla coltivando il Dharma al vostro interno. Quello che intendiamo con il termine «Dharma» è la realizzazione spirituale che si può ottenere come risultato della pratica. Ogni fattore che vi può essere di aiuto a ottenere la totale liberazione dall’illusione e dalla sofferenza e condurvi alla definitiva liberazione dal ciclo delle nascite e successive rinascite, viene chiamato Dharma. Dal momento che le illusioni non costituiscono la vera natura della mente, possono essere estirpate se riuscirete a combatterle con i giusti mezzi.

Una volta che sarete riusciti a liberarvi completamente dal potere delle illusioni – che sono la vera causa del dolore , allora non dovrete più sperimentare la sofferenza. Il raggiungimento di quella liberazione segna la vostra totale vittoria, vale a dire l’effettiva cessazione. In altre parole il Dharma. Quando parliamo di cessazione di sofferenza e illusioni, ci riferiamo a quello stato in cui si è raggiunta ogni forma di cessazione grazie alla totale sconfitta di ogni forma di illusione e di ignoranza. Questa «cessazione» è il Dharma, quindi quando si dice che «il Dharma è il rifugio» si dovrebbe comprendere che il Dharma è il sentiero che conduce allo stato di liberazione e, nel medesimo tempo, è anche lo stesso stato di cessazione e che entrambi sono il vero rifugio.

Nel momento in cui una persona raggiunge queste realizzazioni viene considerata un essere superiore, un arya. Tutti coloro che, grazie all’uso dei giusti mezzi, sono stati in grado di liberarsi dalle illusioni e dalle sofferenze, sono esseri spirituali e formano la comunità spirituale.

Dal momento che incontrare tali esseri può essere di grande ispirazione, le comunità spirituali sono di notevole beneficio. Noi che siamo all’inizio del cammino abbiamo bisogno dell’aiuto della comunità spirituale. Grazie al sostegno di individui di ordine superiore saremo in grado di progredire. Persone del genero possiedono le necessarie realizzazioni e cessazioni, quindi grazie alla loro esperienza sono in grado di guidarci nel modo corretto. Del resto, anche per le nostre attività mondane, abbiamo bisogno di validi insegnanti.

Abbiamo bisogno della guida di un maestro pienamente realizzato che sia in grado di guidarci sul sentiero verso l’Illuminazione grazie a un processo graduale, poiché la cessazione si può raggiungere solo a poco a poco. Come vedete, è dunque indispensabile affidarsi a una guida qualificata o al Buddha, il maestro della dottrina, un guru che possieda la necessaria compassione e che sia totalmente aperto e amorevole. Lama Tsongkapa disse:

«Coloro che sono fuori della dottrina,

Sebbene da molto tempo stiano cercando,

Se si aggrappano all’idea di un «sé»,

Non fanno altro che rafforzare

Le loro misere condizioni.»

I maestri delle altre discipline religiose sono ammirevoli, dal momento che i loro insegnamenti sono di beneficio a molte persone, ma i praticanti buddisti, poiché sono impegnati a percorrere un sentiero che li condurrà alla definitiva liberazione e non solo alla perfezione in questa vita, dovrebbero avere un’unica guida che sia in sintonia con il loro sentiero spirituale. In linea di massima, tutti i maestri delle principali religioni del mondo dovrebbero essere rispettati e ammirati, buddisti e non buddisti. Però, nel medesimo tempo, quando si prende rifugio è importante prenderlo nel Buddha. Non è questione di essere faziosi, ma solo qualcuno che ha compreso l’effettivo significato della vacuità potrà indicarvi il sentiero che porta alla liberazione e la conseguente dottrina.

L’importanza e il significato del Buddha deriva infatti proprio dalla natura del Dharma. Come ho fatto notare prima, la comprensione del Dharma si può sviluppare sulla base della comprensione delle Due Verità e delle Quattro Nobili Verità. Prendiamo un fenomeno, un singolo oggetto. Sebbene abbia molte differenti caratteristiche, non è necessario che le si comprenda tutte e allo stesso tempo. Analogamente, ci sono diversi livelli di comprensione delle Quattro Nobili Verità. Solo la sottile analisi della Madhyamika Prasangika consente di comprendere gli aspetti più sottili delle Quattro Nobili Verità. Ma questo non significa certo che non le si possa capire anche a un livello meno sottile.

Comprendere il Dharma significa anche rispettare i Tre Gioielli. Il termine Kanchok, (Gioiello), ha un significato speciale. Il Dharma è raro e prezioso e lo stesso si può dire della comunità spirituale e del maestro della dottrina. Queste riflessioni vi porteranno a sviluppare il profondo convincimento che i Tre Gioielli sono una guida infallibile quando si prende rifugio in essi. Dopo aver visualizzato i Tre Gioielli, è molto importante riflettere sulle qualità eccezionali del maestro della dottrina, il Buddha. Come si afferma nel verso di apertura del Pramana-samucca, (Compendio delle Valide Conoscenze), di Dignaga, il Buddha è un individuo che si è evoluto in un essere pienamente realizzato attraverso la perfezione della saggezza e della compassione universale e quindi ha ottenuto tutte le realizzazioni e le cessazioni. Quindi possiamo vedere come la saggezza e la compassione siano le principali qualità del Buddha. Perfino in termini mondani, più una persona è intelligente e competente, più la si rispetta. In modo analogo, più una persona è gentile, compassionevole e gentile, più dovrebbe essere rispettata. Non si tratta semplicemente di religione. Oltre a quelli umani, tutti gli esseri – perfino i più piccoli insetti – possiedono un naturale istinto a essere felici e a evitare il dolore. Quindi se sarete in grado di sviluppare al massimo grado intelligenza e altruismo, riuscirete anche a essere ammirati e rispettati.

Riflettere sulle qualità e le capacità degli oggetti del rifugio permette di sviluppare una convinzione, profondamente razionale, in grado di superare qualsiasi prova logica. Non dovreste credere nella preziosità e nella santità di un essere spirituale o del Buddha solo perché qualcuno ve lo dice. Piuttosto, dovreste sviluppare fede e convincimento attraverso un processo analitico, paragonando questi esseri agli altri maestri della dottrina. Una pratica del rifugio basata su un simile processo sarà stabile e ferma, mentre una fondata solo sul sentito dire no. Sarà invece molto simile a quello che gli attuali governanti cinesi dicono della pratica buddista, una fede cieca..

L’attitudine di affidarsi con il cuore a un essere superiore é il modo giusto di prendere rifugio. Dovrebbe trattarsi di un gesto profondamente sentito e dovreste affidarvi alla protezione dei Tre Gioielli. La recita della formula tradizionale, «Prendo rifugio nel Buddha», ispirata da una simile forza mentale, segna la presa di rifugio.

Lasciate perdere per un attimo la questione delle divinità meditative, dei dharmapala, degli eroi come oggetti di rifugio, e concentratevi invece sui Tre Gioielli. Ora dovreste comprendere che quando nel contesto del Mahayana si parla del Buddha, non ci si riferisce unicamente al personaggio storico. Se invece questo fosse il caso, allora dovremmo concludere che nei testi Mahayana ci sono tante incongruenze.

È molto difficile spiegare come un individuo normale possa raggiungere la piena Illuminazione nel corso di una sola esistenza senza aver praticato le forme più elevate del tantra. All’interno del contesto Mahayana, il Buddha Shakyamuni dovrebbe essere visto come Mimanakaya, (corpo di emanazione), l’ottenimento del quale è possibile solo quando un essere ha raggiunto il sambhogakaya, (corpo del godimento). Entrambi questi corpi dipendono dall’ottenimento del dharmakaya, (corpo di verità). Dunque è molto importante comprendere bene cosa significhino questi tre corpi, nirmanakaya, sambhogakaya e dharmakaya..

Poi dovreste riflettere sulle eccezionali qualità della compassione, della saggezza e dell’abilità del Buddha, in altri termini sulle qualità del suo corpo, della sua parola, della sua mente e così via. E proseguendo nel cammino dovreste riuscire a sviluppare una profonda fiducia nelle capacità dei Buddha, poiché essi sono esseri che hanno superato tutti gli ostacoli nelle loro menti e quindi sono in grado di aiutare gli altri a fare altrettanto. L’autentico significato del termine «buddha», (pienamente illuminato), si comprende solo quando si raggiunge una completa unione di metodo e saggezza. Solo quando si riesce a ottenere una simile conoscenza, la divinità meditativa assume un effettivo significato nella pratica. Infatti ci si può relazionare compiutamente con una divinità meditativa soltanto sulla base di una reale unione di metodo e saggezza. E lo stesso vale per i protettori, gli eroi, le eroine, le dakini e tutti coloro che ci assistono lungo il sentiero. Se non possedete una tale ferma comprensione di cosa rappresenti una divinità meditativa, è meglio relazionarsi unicamente al Buddha Shakyamuni nella sua forma di bhikshu, cioè di semplice monaco. Se la vostra comprensione di una divinità meditativa non differisce molto dalla percezione di una divinità non buddista, allora vuol dire che non è così profonda. Senza tale appropriata comprensione, visualizzare tutte queste divinità potrebbe essere più di danno che di beneficio.

Dapprima chiedete al maestro spirituale che risiede sopra la vostra testa di aiutarvi a ottenere la perfetta realizzazione della pratica del rifugio. Come discepoli Mahayana dovreste anche desiderare che tutti gli esseri senzienti possano sviluppare la medesima aspirazione. come si è visto nella parte dedicata al rapporto con il maestro spirituale, dovreste fare la visualizzazione del campo dei meriti in sintonia con le vostre predisposizioni mentali.

A questo punto è molto efficace riflettere sulle eccezionali qualità del sentiero iniziando dal livello sravaka, e riflettendo dapprima sulla realizzazione dello sravaka nel sentiero dell’accumulazione, vale a dire sulla forza della sua saggezza, della sua stabilizzazione meditativa, moralità e così via.

(All’inizio del sentiero spirituale, basato sulle differenti predisposizioni mentali, gli allievi sono divisi in tre categorie. Quelli il cui sforzo è principalmente motivato dalla ricerca della loro liberazione individuale dalla schiavitù dell’esistenza ciclica sono chiamati sravaka (uditori); quelli che, sebbene cerchino principalmente la loro salvezza, hanno comunque un forte desiderio di servire gli altri e possiedono una notevole intelligenza, sono chiamati pratyekabuddha (realizzatori solitari), e quelli che cercano la liberazione con lo scopo di aiutare tutti gli esseri a ottenere l’Illuminazione, sono chiamati bodhisattva, guerrieri del risveglio).

(Tutti gli stadi del sentiero che conduce all’Illuminazione sono inclusi nei cinque sentieri:

1. il sentiero dell’accumulazione;

2. il sentiero della preparazione;

3. il sentiero della visione;

4. il sentiero della meditazione;

5. il sentiero del non più addestramento.

Per ulteriori spiegazioni sui cinque sentieri, cfr. Opening the Eye of New Awareness, cit.)

Dovreste riuscire a vedere come tutte queste cose aumentano man mano che si progredisce sul sentiero e infine conducono alla completa Illuminazione. Quindi sarete in grado di comprendere le insuperabili qualità dello stato del Buddha, così come è spiegato nel Ratnavali, nell’Uttaraiantra, nel Madhyamikavatara, nell’Abhisamaialankara e in altri testi analoghi. Questa comprensione vi aiuterà a sviluppare una profonda fiducia nel Buddha. Riflettete anche sul fatto che, sebbene tutti gli esseri senzienti hanno questi oggetti di rifugio, se non capiscono il loro significato e potenzialità, come possono prendervi rifugio? Così rimangono nella confusione e nel dolore dell’esistenza ciclica. Pregate affinché, da adesso in poi, proprio come voi che iniziate la pratica del rifugio, lo possano fare anche tutti gli altri esseri senzienti.

Dopo aver preso rifugio, ne dovreste osservare i precetti, le astinenze e gli impegni. Tutti questi precetti dovrebbero essere studiati nel Lamrim Chenmo di Lama Tsongkhapa. Questo testo è come la costituzione, è di eccezionale importanza e dovreste studiarlo e praticarlo. Dovreste usare Il Sentiero verso la Beatitudine, su cui state adesso ricevendo gli insegnamenti, come una chiave per aprire il forziere dei tesori contenuti nel Lamrim Chenmo.

Come parte dei precetti contenuti nella presa di rifugio, dovreste impegnarvi a non commerciare in statue e testi sacri. Inoltre non dovreste esprimere un parere sul valore delle statue, dal momento che non si tratta di beni di consumo. Devono essere considerate tutte allo stesso modo, sia che vengano fatte con materiali preziosi o con argilla. Inoltre dovreste anche ricordarvi di rispettare i maestri spirituali e la dottrina. In ogni caso il più importante dei precetti del rifugio è la consapevolezza della verità della legge di causa ed effetto, e quindi vivere in sintonia con le leggi del karma.

Riflettete anche sul fatto che tutte le attività del Buddha sono motivate dalla sua grande compassione e che l’essenza della dottrina è essere compassionevoli e lavorare per il bene degli altri. Il centro del suo messaggio al mondo è la pratica di un buon cuore che, unito all’altruismo, può creare un’atmosfera positiva intorno a coloro che lo praticano. Perfino un cane, se è gentile, fa sentire meglio quanti gli sono vicini, mentre uno aggressivo spaventa la gente e la mette sulla difensiva. Ovviamente questo è ancora più vero nel caso degli uomini. Quando la gente intorno a voi è calma, gentile, di buon cuore, potete rilassarvi e avere fiducia. Gli esseri umani sono «animali sociali» che per la loro sopravvivenza dipendono gli uni dagli altri. Quindi non è gradevole frequentare persone aggressive e violente. Non potrete mai fidarvi di gente del genere, ma sarete sempre sospettosi e tesi. Analogamente, è triste quando sono invece gli altri che vi evitano a causa del vostro carattere. Dunque un buon cuore e la compassione sono le autentiche fonti della pace e della felicità. E la compassione, quando la portate all’ennesima potenza grazie alla pratica della meditazione, conduce a realizzare la compassione universale. E quando la migliorerete ancora, grazie all’intelligenza e alla saggezza, raggiungerete lo stato della buddità in cui sacrificherete completamente voi stessi per il beneficio degli altri. Una tale compassione e un tale buon cuore sono le cose più preziose e impagabili.

Così, dopo aver sviluppato una forte motivazione a prendere rifugio nei Tre Gioielli, dovreste recitare, in quanto espressione della vostra attitudine mentale, la formula del rifugio. Ripetete la recitazione fino a quando non sentirete che comincia a perdere slancio. A quelpunto fermatevi un istante e rafforzate la vostra contemplazione riflettendo sulla gentilezza del Buddha, sulle qualità del Dharma e cose del genere. Dovreste portare avanti la pratica in questo modo.

Normalmente, se vi siete affidati a qualche persona in cui riponete grande fiducia, riuscite a seguire i consigli che vi offre. In modo analogo, più avrete fede nei Tre Gioielli, più forza darete alla vostra pratica del rifugio. Vi sentirete prossimi a divenire un Buddha e, dal profondo del vostro cuore, esprimerete una totale e intensa fiducia in quella persona.

Come conseguenza di tutto questo, la vostra ammirazione per lui o lei crescerà e cercherete di seguire il suo nobile esempio. Quindi, anche se vi troverete in circostanze fàvorevoli per delle azioni negative, ve ne asterrete naturalmente pensando: «Non devo fare cose che siano contro gli ideali del Buddha e la sua dottrina; io sono un essere spirituale, un bhikshu, che non deve farsi coinvolgere in azioni sbagliate». E in seguito potrete riuscire a evitare i pensieri negativi perfino nei sogni. Astenersi dal compiere azioni errate segna la realizzazione della vostra ricerca del rifugio, infatti questo è rinforzato dal vostro coraggio di intraprendere azioni positive mentre si è molto indebolita la tendenza a indulgere in quelle negative.

La radice della dottrina del Buddha è la compassione, unita alla pratica di non danneggiare gli altri. Dal momento che dichiarate di essere un praticante di questa dottrina, dovreste seguire i precetti essenziali del prendere rifugio nel Dharma: non fare mai del male a nessuno, nemmeno agli insetti. Per esempio, è di grande beneficio salvare gli animali in pericolo di vita. Se potete farlo, fatelo, in caso contrario almeno astenetevi dal far loro del male.

Come impegno dell’aver preso rifugio nella comunità spirituale non dovreste frequentare persone che non sono praticanti del Dharma. Poiché la comunità spirituale è considerata un oggetto di rifugio, i suoi membri hanno una particolare responsabilità e devono condurre vite esemplari e fare di tutto per meritarsi il rispetto del prossimo. Comunque è molto importante sforzarsi di praticare. Non è mai esistita alcuna persona, non importa quanto grandi siano state le sue realizzazioni spirituali, (fosse egli Aryadeva, Nagarjuna o perfino lo stesso Buddha), venuta al mondo completamente libera e senza difetti.

Tutti noi siamo nati con debolezze e difetti, ma questa evidenza non deve scoraggiarci e indurci a concludere che «siamo pieni di difetti e non possiamo farci niente». Al contrario, dovreste riflettere che avete anche la naturale tendenza che ci porta a desiderare di raggiungere la felicità e a evitare il dolore. Se cercherete di trasformare voi stessi in senso positivo, potrete sperare di ridurre le possibilità di soffrire ancora in futuro ,e incrementare invece la possibilità di essere felici. È anche molto importante che la comunità dei laici rispetti quella dei monaci.

In tutte le pratiche, è fondamentale avere un’attitudine altruista che, come abbiamo visto, è l’essenza della dottrina. Ed è inoltre la via per una società felice e sviluppata. Dovreste essere di buon cuore e non danneggiare il prossimo. Lo dico ogni volta che incontro qualcuno, dal momento che credo fermamente in questi principi e li trovo di grande beneficio ed efficaci. E credo che questo valga anche per le altre persone. Se un individuo manca di buon cuore e della motivazione altruistica e magari possiede una mente negativa, non gli servirà nemmeno diventare un monaco e vestirsi come tale. Sotto ogni punto di vista – religioso, politico o mondano , l’altruismo e il buon cuore sono veri e propri gioielli viventi, la gemma che esaudisce ogni desiderio. Per questo meditare sulla compassione è la cosa più importante, non solo per quanti hanno una buona conoscenza del Dharma, ma per tutti.