32 Sua Santità il Dalai Lama: Le azioni del bodhisattva

Sua Santità il Dalai Lama: Donare il Dharma» significa donare gli insegnamenti agli altri esseri senzienti sulla base della pura motivazione ad aiutarli. 

Sua Santità il Dalai Lama: Donare il Dharma» significa donare gli insegnamenti agli altri esseri senzienti sulla base della pura motivazione ad aiutarli.

Sua Santità il Dalai Lama: Le azioni del bodhisattva

32 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama del Lamrim del Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen a Dharamsala, in India, marzo 1988.

Sua Santità il Dalai Lama

La generazione di una mente altruistica non basta, dovreste infatti impegnarvi concretamente anche nelle azioni del bodhisattva. Infatti se non lo farete non riuscirete a ottenere lo stato di onniscienza che è vitale per poter aiutare nel migliore dei modi il prossimo.

Le azioni, o stile di vita, del bodhisattva devono essere in sintonia con i principi che avete adottato quando avete generato la mente altruistica di bodhicitta, l’impegno a lavorare per il bene di tutti gli esseri. Dunque, l’oggetto finale dell’aspirazione di un bodhisattva è l’ottenimento della forma fisica di un Buddha, poiché solo così si diventa in grado di insegnare agli esseri senzienti e di operare per il bene del prossimo. Si può ottenere un tale corpo soltanto dopo aver eliminato completamente tutte le barriere alla conoscenza. Dovrete sviluppare l’intero potenziale della mente di Chiara Luce per giungere all’onniscienza, poiché senza di essa non riuscirete a ottenere il corpo di un buddha. Esistono due corpi, o kaya: il sottile corpo di verità, (dharmakaya), e il sublime corpo della forma, (rupakaya).

Il bodhisattva deve impegnarsi in un sentiero che presuppone la pratica del metodo e della saggezza per ottenere un tale stato. In altre parole, si tratta del sentiero che unisce l’accumulazione dei meriti e la saggezza. Le pratiche del metodo e della saggezza dovrebbero essere portate avanti insieme. La pratica della saggezza consiste nell’accumulazione della saggezza, mentre tutte le altre, come bodhicitta, generosità, moralità e così via sono pratiche che fanno accumulare i meriti.

Le sei perfezioni

L’applicazione di bodhicitta può essere fatta attraverso lo studio e la pratica delle sei perfezioni.

1. Generosità

La prima delle sei perfezioni è la generosità, che può essere di tre tipi:

  1. quella che dona aiuti materiali

  2. quella che dona il Dharma

  3. quella che protegge dalla paura.

«Donare il Dharma» significa donare gli insegnamenti agli altri esseri senzienti sulla base della pura motivazione ad aiutarli. Questa massima non si riferisce solo ai grandi lama che impartiscono gli insegnamenti seduti su alti troni. Non dovreste farvi l’idea che gli insegnamenti del Dharma siano solamente rituali suggestivi. Al contrario, ogni istruzione trasmessa con buon cuore e compassione da chiunque, deve essere considerata la generosità del Dharma.

Donare tutto quello che si possiede senza alcun pensiero di riaverlo indietro fa parte della pratica della generosità. È di grande beneficio, se volete praticare la generosità, aiutare concretamente quanti sono malati e le università monastiche in cui molti giovani monaci studiano e si addestrano nella pratica del Dharma.

Dovreste donare più che potete. Dovreste anche sviluppare i vostri sentimenti di generosità fino al punto in cui sarete disposti a donare perfino la vostra vita, il bene più prezioso che possedete, senza il minimo timore. Come in ogni altra pratica, è importante cominciare nel modo giusto e non scoraggiarsi. Non dovreste mai pensare che non ce la farete.

Proteggere qualcuno dal pericolo o dalla paura è il donare dell’assenza di paura, come salvare la gente dalle malattie e così via. Anche la pratica di celebrare dei rituali di guarigione potrebbe con buon motivo far parte del donare. Ma la genuina pratica del Dharma, che è in totale sintonia con il Lamrim e la trasformazione del pensiero, non dovrebbe basarsi sul preconcetto che la sofferenza sia causata da questo o quello spirito maligno. Sebbene ci possa essere anche questa possibilità, fondamentalmente sono le proprie azioni karmiche le responsabili ultime della sofferenza e dei problemi di un individuo. Se pensate di essere entrati nel mirino di qualche spirito maligno, allora, invece di far celebrare tutti quei rituali, per superare i vostri problemi sarebbe meglio praticare la compassione nei confronti di quelle forze che ora vi sono contrarie. Un’occasione del genere vi permette di avere nuove opportunità per praticare la vostra compassione, che è molto più efficace che celebrare dei rituali.

Sebbene noi tibetani parliamo molto della legge di causa ed effetto e della dottrina del Buddha, quando ci troviamo ad affrontare una situazione difficile diamo spesso la colpa a degli spiriti maligni. Sarebbe meglio essere un po’ meno superstiziosi e credere di più nella legge del karma.

Comunque, se diversi segni interiori ed esteriori indicano che i vostri problemi sono causati dalle interferenze di questi spiriti, allora in quel caso ci sono dei riti raccomandati dallo stesso Buddha a cui è bene fare ricorso e che, se celebrati nel modo corretto, otterranno i risultati sperati. I monaci incaricati di celebrare i rituali dovrebbero eseguirli sulla base di una pura identificazione con una divinità meditativa e una forte motivazione altruistica.

2. Moralità

La successiva è la pratica della moralità. Se avete ricevuto i voti monastici, osservateli in modo corretto e vivete l’esistenza dei bhikshu del Buddha. Non dovrete mai seguire l’esempio dei monaci corrotti. Nel mondo ci sono individui che arrivano perfino a uccidere i loro genitori. Il fatto però che esistano persone del genere non vuol dire ovviamente che ne dovreste seguire l’esempio. In modo analogo, sebbene in alcune comunità buddiste ci siano monaci che conducono stili di vita sconvenienti, voi non solo non dovreste imitarli ma dovreste al contrario seguire l’esempio dei bravi e perfetti monaci. È meglio averne di meno ma migliori che un numero maggiore ma di qualità inferiore.

I laici dovrebbero impegnarsi nella pratica della moralità, astenendosi dalle dieci azioni negative. Se possibile, proprio da tutte e dieci. Se invece non è possibile, dovrebbero almeno astenersi dall’uccidere, dal mentire e dall’indulgere in pratiche sessuali scorrette; infatti queste azioni sono dannose non solo per l’individuo che le compie ma anche per l’armonia e la pace della comunità in cui vive. Anche parlare per mettere discordia è un comportamento estremamente distruttivo. Causa infatti un’enorme quantità di problemi e discordie sia all’interno di una stessa comunità sia tra comunità differenti, causando così grandi ostacoli alla pace e alla felicità della mente. Lo stesso discorso vale per le bugie. Pettegolezzi senza senso, sebbene non siano così distruttivi per chi li fa, lo sembrano invece a chi ne è vittima. Dovreste anche astenervi dall’usare parole violente e bramose così come dovreste astenervi dall’avere intenti aggressivi e visioni perverse. «Visioni perverse» significa avere idee che negano l’esistenza della vita dopo la morte e la legge del karma.

Come consiglia Nagarjuna nel suo Ratnavali, (La Preziosa Ghirlanda), è importante astenersi dal consumare bevande alcoliche. In Tibet, a causa dei problemi portati dalla dura occupazione cinese, alcune persone hanno cominciato a bere, e questo è molto negativo. Lo stesso Buddha aveva affermato che i suoi discepoli non avrebbero dovuto consumare bevande alcoliche, nemmeno in minima parte.

È anche considerata molto negativa l’abitudine del gioco d’azzardo che implica ogni genere di azioni negative, come la menzogna, la cupidigia e il turpiloquio. A causa di tutto questo, Nagarjuna insegnò che non è bene giocare d’azzardo.

Lo stesso vale per il fumo. Anche la moderna medicina è molto esplicita riguardo alle conseguenze nefaste che il fumo ha sulla salute delle persone. In più il fumo costituisce una vera dipendenza, non è come prendere una tazza di tè. Fumare è qualcosa di completamente diverso, non dovremmo proprio farlo. Spesso i fumatori trovano addirittura piacevole l’odore del tabacco che, tra l’altro, fa male anche al portafoglio. Sarebbe meglio, piuttosto che spendere i soldi nel fumo, fare un picnic e godersi un bel pranzo o una bella cena all’aperto. Queste non sono considerazioni di carattere religioso, sto parlando della salute delle persone. Sarebbe bene non iniziare a fumare e non prendersi il vizio.

3. Pazienza

Ci sono differenti tipi di pazienza: rimanere indifferenti alle violenze subite, accettare volontariamente le avversità e quella sviluppata attraverso una ragionata fiducia nel Dharma. I praticanti del Dharma dovrebbero possedere tutti questi tipi di pazienza ed essere in grado di sopportare le avversità, ma questo ovviamente non significa che non devono avere a cuore la propria salute.

Quando cominciate a sentirvi male, è saggio andare subito da un medico e curarsi con i farmaci prescritti. Non va bene ridursi all’ultimo momento, anche se è proprio quello che fanno invece molti tibetani. Poiché in Tibet c’erano pochi dottori, quando qualche persona si ammalava gli altri gli consigliavano di mangiare molto e riposarsi. Ma non si trattava dei consigli giusti. È invece importante comprendere quali siano le vere cause della malattia e combatterle attraverso i giusti rimedi. È fondamentale prendersi cura della propria salute, particolarmente per quanti meditano sulle montagne e per coloro che studiano nelle comunità monastiche che devono sottostare a un regime molto rigoroso.

Nello stesso tempo, meditatori e studenti dovrebbero possedere la pazienza che accetta volontariamente le avversità. Senza di essa non avranno mai successo. Come dice Gungthang jampeyang,

«Dovreste desiderare di essere istruiti

Sulle vie che vi portano a superare le illusioni

E ottenere la liberazione,

E a raggiungere la gloria di un grande studioso

A suo agio in ogni assemblea,

Accettate con pazienza ogni avversità.

Per il rilassato stile di vita attuale,

Totalmente legato ai piaceri del mangiare,

Del bere e dell’eccessivo dormire,

Non andrete da nessuna parte.»

In modo analogo la pazienza nel rimanere indifferente alle violenze subite è importante in particolare per i praticanti del Mahayana, perché il Mahayana, così come l’intera dottrina buddista, è radicato nella compassione. Quindi dovreste essere in grado di sopportare le violenze che vi infliggono gli altri. Il Buddha diceva che quanti reagiscono alle violenze subite non sono suoi seguaci. Dovreste vedere tutte le forme di violenza che vi sono state inflitte da altri – così come tutte le avversità in cui vi trovate – come una manifestazione e una conseguenza delle vostre azioni negative. Farlo vi permetterà di sopportare le sofferenze con maggiore pazienza.

Quando affrontate dei problemi quali malattie, avversità eccetera è importante riflettere sulla legge dicausa ed effetto e concludere che tutto quello che vi sta capitando è la conseguenza di quanto avete fatto in passato.

E una simile riflessione vi proteggerà dal cadere vittime di superstizioni o di stati mentali ansiosi, ma ovviamente questo non vuol dire che non dovrete cercare di risolvere il problema.

Alcune persone fraintendono il concetto di karma. Ritengono che significhi che tutto sia predeterminato e l’individuo non ci possa fare niente. Ma è un punto di vista assolutamente sbagliato. Il termine karma – azione – ha in sé il significato di forza attiva e indica molto chiaramente che il futuro è nelle vostre mani. Dal momento che un’azione è un fenomeno legato a una persona, un essere vivente, sta a voi impegnarvi o meno in quella determinata azione.

Esistono differenti tecniche per i diversi tipi di praticanti. Per alcuni è più efficace, quando devono affrontare qualche avversità, pensare che queste siano causate dal fatto di vivere nel ciclo delle esistenze. Altri potrebbero essere maggiormente aiutati dalla considerazione che le avversità in cui si trovano sono la conseguenza delle loro azioni negative e quindi potrebbero desiderare che nessun altro essere senziente possa sperimentarle in futuro.

4. Sforzo gioioso

Quanti possiedono la facoltà dello sforzo gioioso saranno in grado di raggiungere gli scopi che si erano prefissi. Quindi è molto importante che l’abbiano i praticanti spirituali. Ci sono, in linea di massima, tre tipi di sforzo gioioso:

1. quello come un’armatura,

2. quello per ottenere le virtù,

3. quello per lavorare a favore degli altri.

Il maggior ostacolo allo sviluppo di questi sforzi è costituito dai diversi generi di pigrizia, innanzitutto dalla pigrizia che porta a rimandare e poi quella che proviene dall’indolenza e da un senso di inferiorità.’

5. Concentrazione

Dal momento che della pratica della concentrazione e della saggezza parliamo in altri capitoli, qui accenneremo solo poche cose.

In genere con il termine «concentrazione» ci riferiamo alla facoltà di focalizzare la mente che serve come potente base per ogni genere di meditazione. Ci sono due tipi di concentrazione, ognuno con differenti funzioni, mondane e sopramondane.

6. Saggezza

Con il termine «saggezza» ci si riferisce alla facoltà analitica della mente che consente di entrare nella natura più profonda delle cose. A grandi linee possiamo dire che è di due tipi, quella che esamina la natura ultima dei fenomeni e quella che di essi prende in considerazione la natura convenzionale, o relativa.

I quattro fattori di maturazione

I quattro fattori di maturazione si riferiscono ai quattro principali fattori che i bodhisattva impiegano nell’attrarre i discepoli e aumentare i loro potenziali spirituali. Sono:

1. dare aiuto materiale,

2. parlare in modo eloquente,

3. dare sempre il consiglio corretto,

4. essere un esempio vivente della pratica.

È attraverso questi mezzi abili che i compassionevoli bodhisattva operano per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Impegni e precetti della pratica della trasformazione del pensiero

Impegni della pratica della trasformazione del pensiero.

1. Non abbandonate né contraddite alcun impegno che avete preso.

2. Non lasciate che la vostra pratica di trasformazione del pensiero aumenti l’arroganza.

3. Non lasciatevi andare ad atteggiamenti faziosi nei confronti del prossimo.

4. Esteriormente mantenete un comportamento gradevole per gli altri e interiormente trasformate la vostra mente.

5. Non parlate dei difetti altrui.

6. Non pensate agli errori degli altri perfino quando ne siete testimoni.

7. Applicate gli antidoti appropriati alle illusioni che sono più forti.

8. Abbandonate ogni speranza di un riconoscimento personale grazie alla vostra pratica di trasformazione del pensiero.

9. Non permettete che le vostre azioni positive vengano contaminate dal veleno dell’attitudine egoistica e da pensieri che si aggrappano all’idea di una natura inerente dei fenomeni.

10. Non portate rancore a chi vi fa del male.

11. Non reagite negativamente quando gli altri vi rimproverano.

12. Non reagite quando siete attaccati.

13. Astenetevi da qualsiasi azione che possa danneggiare i corpi e le menti altrui.

14. Non rimproverate gli altri per i loro comportamenti sbagliati.

15. Non vi impossessate dei beni della comunità per il vostro personale guadagno.

16. Non impegnatevi nella pratica della trasformazione del pensiero unicamente per il desiderio di essere protetti da qualche forza malevola.

17. Non siate arroganti e presuntuosi per via della vostra pratica di trasformazione del pensiero.

18. Eliminate i motivi che portano gli altri a pagare per la vostra felicità.

Precetti della pratica della trasformazione del pensiero

1. Impegnatevi nelle vostre attività con il pensiero di fare del bene agli altri.

2. Combattete le interferenze e rinvigorite la vostra pratica tramite l’attitudine altruistica di equiparare e scambiare voi stessi con gli altri.

3. Portate avanti tutte le attività positive all’inizio con la motivazione di bodhicitta e fate la dedica alla fine.

4. Trasformate ogni circostanza, sia essa favorevole o sfavorevole, in modo che possa essere complementare alla vostra pratica della trasformazione del pensiero.

5. Considerate tutti gli impegni, in particolare quelli della trasformazione del pensiero, come prioritari.

6. Quando le illusioni prendono forma applicate immediatamente gli antidoti appropriati.

7. Coordinate le tre principali cause della vostra pratica:

a. affidarsi in modo corretto a un’esperta guida spirituale;

b. avere una mente ricettiva alle azioni virtuose;

c. proteggere i precetti dei tre voti (liberazioneindividuale, bodhisattva, tantra) dalla degenerazione.

8. Mantenete le tre attitudini indefesse:

a. la devozione verso il vostro maestro spirituale;

b. la gioia durante la pratica della trasformazione del pensiero;

c. il desiderio di osservare i tre voti.

9. Non isolate il vostro corpo, parola, mente da uno stile di vita etico.

10. Praticate sempre la trasformazione del pensiero con assoluta imparzialità.

11. Applicate i principi della trasformazione del pensiero a tutti gli eventi.

12. Meditate con attenzione speciale sull’amore e la compassione nei confronti dei vostri nemici, rivali eccetera.

13. Praticate sempre la trasformazione del pensiero senza dipendere dalle circostanze favorevoli.

14. Sforzatevi di cogliere l’essenza della pratica.

15. Astenetevi dalle sei azioni inverse:

a. inversa pazienza: avere molta pazienza per le avversità della vita ordinaria piuttosto che avere pazienza per le difficoltà che si incontrano cercando di coltivare l’aspirazione altruista;

b. inversa volontà: avere una forte determinazione per il raggiungimento di obiettivi materiali ma non avere tale volontà nella pratica del Dharma;

c. inverso gusto: godere dei piaceri derivanti da emozioni negative quali il desiderio, l’odio eccetera, piuttosto che gioire della beatitudine della meditazione;

d. inversa compassione: provare pietà per un sincero praticante del Dharma di infime condizioni economiche e ammirare invece chi ha raggiunto posizioni importanti nella vita materiale;

e. inversa lealtà: incoraggiare coloro che vi sono accanto a impegnarsi in attività materiali piuttosto che guidarli lungo la via del Dharma;

f. inversa gioia: gioire delle disgrazie di quanti detestate e rimanere indifferenti verso le azioni di chi aiuta gli altri.

16. Siate costanti e non intermittenti nella vostra pratica.

17. Concentrate e usate al meglio la vostra abilità senza farvi distrarre da dubbi o esitazioni.

18. Eliminate le vostre illusioni tramite l’uso costante dell’analisi.

19. Non vantatevi di quello che avete fatto per gli altri.

20. Non lasciatevi provocare dai piccoli inconvenienti.

21. Non usate la vostra pratica per ottenere gratitudine e fama.

22. Non siate volubili.

I voti del bodhisattva

Le diciotto infrazioni radice

1. Elogiare se stessi e disprezzare gli altri.

2. Non condividere con gli altri il Dharma e la propria ricchezza.

3. Non perdonare perfino quando gli altri si scusano.

4. Denigrare e mettere in dubbio la dottrina del Grande Veicolo.

5. Appropriarsi delle offerte destinate ai Tre Gioielli.

6. Abbandonare la dottrina (tramite il settarismo eccetera).

7. Convincere un monaco ad abbandonare la sua condizione monastica.

8. Commettere uno dei cinque crimini di immediata punizione.

9. Coltivare idee perverse.

10. Distruggere luoghi come le città.

11. Insegnare la vacuità a coloro che non sono propriamente addestrati.

12. Scoraggiare gli altri dal cercare la piena Illuminazione.

13. Convincere gli altri a rompere i voti della liberazione individuale.

14. Disprezzare coloro che seguono il sentiero della liberazione individuale.

15. Millantare realizzazioni non vere (della vacuità eccetera).

16. Accettare doni che sono stati presi in modo non appropriato dai Tre Gioielli.

17. Dettare regole dannose ed emettere sentenze errate.

18. Abbandonare gli impegni per l’aspirazione altruistica (bodhicitta).

Tranne che nel caso dell’abbandonare l’aspirazione altruistica e dell’avere idee perverse, un’infrazione completa di qualsiasi voto radice richiede l’associazione con quelli che vengono chiamati «i quattro fattori per un vero coinvolgimento»:

1. non essere consapevoli degli svantaggi;

2. non invertire il desiderio di indulgere negli errori;

3. crogiolarsi nelle azioni negative con piacere e gioia;

4. essere privi di ogni vergogna e consapevolezza.

Le quarantasei infrazioni secondarie

Sette cadute in relazione con la generalità:

1. Non fare offerte quotidiane ai Tre Gioielli.

2. Agire ispirati dal desiderio a causa dell’insoddisfazione.

3. Non portare rispetto a coloro che ti sono superiori nell’ordinamento monastico e nel ricevere i voti del bodhisattva.

4. Non rispondere per pigrizia alle domande a cui potreste rispondere.

5. Rifiutare degli inviti per orgoglio, per voluta scortesia, o per rabbia e pigrizia.

6. Non accettare doni per motivi di gelosia, rabbia o semplicemente per offendere gli altri.

7. Non offrire gli insegnamenti del Dharma a quanti desiderano ottenerli.

Nove cadute in relazione alla pratica della moralità

1. Insultare chi ha commesso uno qualsiasi dei cinque crimini infami o violato i suoi voti, e trattarlo con disprezzo.

2. Non osservare i precetti della condotta morale per ingraziarsi qualcuno.

3. Osservare i precetti minori quando la situazione richiede di non farlo per il più grande impegno di beneficiare gli altri.

4. Non commettere una delle sette azioni negative del corpo e della parola quando in casi particolari l’amore e la compassione universali lo richiederebbero.

5. Accettare cose che sono state acquisite tramite uno dei cinque modi errati: adulazione, allusione, corruzione, estorsione e falsità.

6. Perdere tempo in azioni frivole: disattenzione, mancanza di pura moralità, danzare, suonare musica per divertimento, spettegolare.

7. Negare che i bodhisattva rinunciano spontaneamente a ottenere la liberazione e non vedere le illusioni come nemici da eliminare.

8. Non essere all’altezza dei propri precetti pensando che farlo possa diminuire la propria popolarità o non correggere gli errati comportamenti di corpo e parola facendosi così una cattiva fama che impedisce di adempiere ai compiti del bodhisattva.

9. Non correggere chi, a causa delle illusioni, commette azioni negative. Farlo li aiuterebbe a purificare le loro azioni mentre lasciar correre genera il sospetto che lo facciate per non dispiacere agli altri.

Quattro cadute in relazione con la pazienza

1. Allontanarsi dalle quattro nobili discipline: vale a dire di non reagire quando gli altri vi rimproverano, vi umiliano, vi picchiano e perfino vi uccidono.

2. Trascurare chi è arrabbiato con voi.

3. Rifiutarsi di accettare le scuse altrui.

4. Agire accecati dalla rabbia; non reagire a essa riflettendo sulle sue conseguenze.

Tre cadute in relazione allo sforzo gioioso

1. Radunare intorno a voi gruppi di discepoli per il desiderio di fama e guadagni materiali.

2. Sprecare tempo ed energia occupandosi di cose volgari; non reagire alla pigrizia; dormire eccessivamente e rinviare il da farsi.

3. Essere schiavi dei discorsi frivoli.

Tre cadute in relazione alla concentrazione

1. Non cercare le appropriate condizioni per ottenere la concentrazione e meditare senza l’ausilio di una guida esperta.

2. Non eliminare gli ostacoli alla concentrazione.

3. Considerare l’esperienza di beatitudine della concentrazione come il principale obiettivo della meditazione.

Otto cadute in relazione alla saggezza

1. Abbandonare le dottrine del Piccolo Veicolo pensando che i praticanti del Grande Veicolo non debbano studiarle e praticarle.

2. Spendere inutilmente le proprie energie in altre direzioni pur conoscendo i metodi del Grande Veicolo.

3. Studiare altri insegnamenti al posto di quelli del Dharma.

4. Studiare con grande impegno soggetti non buddhisti.

5. Abbandonare le dottrine del Grande Veicolo affermando che non producono frutti e non voler studiare i testi a causa del loro stile letterario.

6. Elogiare voi stessi e denigrare gli altri a causa di rabbia e odio.

7. Non partecipare alle cerimonie del Dharma, a insegnamenti e ad altro per pigrizia o orgoglio.

8. Denigrare il vostro guru e non ascoltare le sue parole.

Dodici cadute in relazione all’etica altruistica

1. Non aiutare chi ne ha bisogno.

2. Non prendersi cura dei malati.

3. Non impegnarsi per alleviare le sofferenze altrui come i sette tipi di frustrazioni: essere cieco, sordo, zoppo, sfinito, depresso, ingiuriato e disprezzato; soffrire dei cinque impedimenti a calmare la mente.

4. Non mostrare la via del Dharma a coloro che sono impegnati solo nelle cose materiali.

5. Non ripagare la gentilezza altrui.

6. Non aiutare quanti soffrono, per esempio coloro che hanno perso chi gli era caro.

7. Non aiutare materialmente chi ne ha bisogno.

8. Non prendersi cura di discepoli, amici e parenti offrendo loro insegnamenti e aiuti materiali.

9. Non agire in accordo con i desideri altrui.

10. Non elogiare quanti lo meritano e le loro buone qualità.

11. Non fare tutto il possibile per prevenire azioni dannose.

12. Non usare il coraggio o, avendoli, poteri soprannaturali al momento opportuno.

Schema del Sentiero verso la Beatitudine (Delam)

1. Come affidarsi a un maestro spirituale, la base del sentiero.

A. Attività durante la sessione.

1. Attività preliminari.

2. Attività durante la sessione principale:

a. affidarsi tramite il pensiero;

b. affidarsi tramite l’azione;

coltivare la fede, fattore radice:

coltivare il rispetto attraverso il ricordo della gentilezza.

3. Attività conclusive

B. Attività durante il periodo di intervallo tra le sessioni.

2. Gli stadi dell’addestramento della mente basati sull’affidamento.

A. Convincervi a prendere l’essenza di una vita umana pienamente dotata.

1. Attività durante la sessione:

a. preliminari;

b. sessione principale:

riflessione sul grande valore del tempo libero e della fortuna,

riflessione sulla sua rarità;

c. attività conclusive.

B. Il modo in cui prendere realmente l’essenza

1. addestrare la mente negli stadi del sentiero comune ai praticanti di capacità inferiori:

a. attività durante la sessione:

  1. preliminari,

  2. sessione principale;

a) meditazione sulla consapevolezza della morte;

b) riflettere sulle sofferenze dei reami inferiori;

c) prendere rifugio nei Tre Gioielli;

d) generare la convinzione nella legge del karma;

3) attività conclusive;

b. attività durante il periodo intermedio;

2. addestrare la mente negli stadi del sentiero comune ai praticanti di medie capacità;

a. generare l’aspirazione a raggiungere la liberazione:

1) attività durante la sessione:

a) preliminari,

b) sessione principale,

i) riflettere sulle sofferenze del ciclo di esistenza,

ii) riflettere sulle specifiche sofferenze dei reami individuali,

c) attività conclusive;

2) attività durante il periodo intermedio;

b. presentazione della natura del sentiero che conduce alla liberazione:

1) attività durante la sessione:

a) preliminari,

b) sessione principale,

c) attività conclusive;

2) attività durante il periodo intermedio:

3. addestrare la mente negli stadi del sentiero comune ai praticanti di grandi capacità

a. il modo di coltivare bodhicitta

1) l’effettiva generazione di bodhicitta

a) generare bodhicitta attraverso la settuplice istruzione di causa ed effetto

i) meditazione sull’equanimità

– preliminari

– sessione principale attività conclusive

  1. i sette punti

    o riconoscere tutti gli esseri senzienti come vostre madri ricordare la loro gentilezza

o ricambiare la loro gentilezza

o gentilezza amorevole grande compassione attitudine superiore

o bodhicitta

b) generare bodhicitta attraverso le istruzioni sull’equiparare e scambiare se stessi con gli altri

i) attività durante la sessione

– preliminari sessione principale

– attività conclusive

ii) attività durante il periodo intermedio

2) rinforzare la mente altruista attraverso la cerimonia

c) attività durante la sessione

i) preliminari

ii) sessione principale

– come si ricevono i voti

– come proteggere i voti

iii) attività conclusive

d) attività durante il periodo intermedio

b. il modo di impegnarsi nelle azioni che seguono la generazione della mente altruistica

1) addestramento generale nelle azioni del bodhisattva

a) attività durante la sessione

i) preliminari

ii) sessione principale

generosità moralità pazienza sforzo gioioso concentrazione saggezza, i quattro fattori di maturazione

iii) attività conclusive

b) attività durante il periodo intermedio

2) addestramento sulle ultime due perfezioni

a) addestramento nella stabile calma, essenza della concentrazione

i) attività durante la sessione

– preliminari

– sessione principale

– attività conclusive

  1. attività durante il periodo intermedio

  2. addestramento nella speciale visione, essenza della saggezza

i) attività durante la sessione

– preliminari

– sessione principale di meditazione sulla mancanza del «sé» nelle persone sulla mancanza del «sé» nei fenomeni sull’esistenza non inerente dei fenomeni composti sull’esistenza non inerente dei fenomeni non composti

ii) attività durante il periodo intermedio