Sua Santità il Dalai Lama: Morte, stato intermedio e rinascita
Morte
Attraverso le afflizioni di attaccamento, odio e ignoranza, si compiono azioni contaminate (karma) che determinano delle potenzialità nella mente sotto forma di predisposizioni.
Quando l’esistenza si esaurisce, la persona con tali predisposizioni rinasce nell’esistenza ciclica con mente e corpo appropriati a queste cause contaminate.
Alcuni individui muoiono per l’esaurirsi, in modo completo, dello stimolo dell’azione che in un’altra vita aveva posto la base per l’attuale. Altri muoiono senza aver interamente utilizzato il tempo disponibile per la scomparsa delle cause che sostengono la vita come la penuria di generi di prima necessità. Questa è definita morte prematura o morte tramite l’esaurirsi del merito poiché l’impulso dell’azione, che ha determinato la vita presente, permane mentre le circostanze esterne, ottenute tramite azioni meritevoli nelle vite precedenti, vengono a mancare.
Un individuo muore con una mente virtuosa, non-virtuosa o neutrale.
Nel primo caso il morente dovrebbe rivolgere il pensiero verso l’oggetto prezioso: i tre Gioielli (Buddha, Dharma Comunità spirituale) o verso il proprio maestro, generando una mente di fede; oppure dovrebbe incrementare equanimità illimitata, liberandosi dall’attaccamento e dall’odio verso tutti gli esseri senzienti oppure dovrebbe meditare sulla vacuità o sviluppare compassione. Questo può essere fatto individualmente oppure tramite la sollecitazione di altri. Se viene mantenuto questo comportamento nel momento della morte, la cessazione avverrà con una mente virtuosa tramite la quale ci sarà una rinascita migliore. È, quindi, positivo morire in questo modo.
A volte, tuttavia, l’apprensione di altre persone presenti, benché non abbiano alcuna intenzione di suscitare collera, disturbi il morente, provocando in tal modo irritazione.
Altre volte amici e parenti si raccolgono intorno al capezzale, rattristandosi in modo tale da far sorgere un attaccamento manifesto. Benché sia attaccamento o collera, familiarizzare e morire con questa attitudine deplorevole, è molto pericoloso.
Altri muoiono mantenendo un atteggiamento neutrale: essi non visualizzano né un oggetto virtuoso né dimostrano attaccamento collera.
Queste tre comportamenti (virtuoso, non-virtuoso e neutrale) si manifestano nella fase della mente sottile della morte. In accordo al metodo dei Sutra, questa mente sottile finale è sempre neutrale; a differenza dello Yoga Tantra supremo, i Sutra non descrivono nessuna tecnica per la trasformazione delle menti sottili in stati virtuosi, ma si limitano solo alle coscienze grossolane. Un praticante qualificato di tantra può, quindi, trasformare le menti sottili, collegate alla morte, nella consapevolezza di un sentiero virtuoso: la pratica, a questo livello, è molto profonda.
In ogni caso l’attitudine immediatamente prima della morte è molto importante perché, anche se il praticante è discretamente esperto ma viene disturbato in quel momento, sorgerà un attaccamento evidente o una profonda avversione. Questo perché tutti noi abbiamo predisposizioni stabilite da precedenti azioni non-virtuose che si attivano in circostanze sfavorevoli.
Queste inclinazioni causano la spinta verso esistenze animali.
In modo simile abbiamo predisposizioni stabilite da precedenti azioni virtuose che si attivano in circostanze favorevoli, potenziando la spinta verso esistenze future felici come esseri umani.
Tali potenzialità, già presenti nel nostro continuum mentale, vengono alimentate dall’attaccamento e dall’afferrarsi, determinando una rinascita positiva o negativa. Così se l’impronta lasciata da un karma negativo viene sollecitata, darà come risultato un’esistenza nel regno animale, come spirito famelico o come essere infernale.
Nello stesso modo la persona che ha abitualmente mantenuto un comportamento non-virtuoso, ma muore con attitudine virtuosa, avrà una rinascita presumibilmente migliore. Pertanto è molto importante evitare situazioni di attaccamento o avversione sia da parte della persona che sta morendo sia da parte di coloro che le sono vicino, favorendo, invece, stati mentali virtuosi. Dobbiamo essere consapevoli di questo.
Coloro i quali muoiono con un’attitudine positiva hanno la sensazione di passare dall’oscurità alla luce; non sono ansiosi e sono accompagnati da visioni piacevoli. Ci sono molti esempi di persone gravemente malate che all’avvicinarsi del tempo della morte, affermano di provare un profondo benessere nonostante l’infermità. Altri, invece, affetti da malattie meno gravi, precipitano nel terrore con serie difficoltà respiratorie. Questi ultimi sono assorti in pensieri negativi e hanno la sensazione di passare dalla luce all’oscurità e intravedono forme, apparenze sgradevoli.
Alcuni, la cui temperatura corporea scende a causa dell’infermità, desiderano intensamente calore, rafforzando, in tal modo, la predisposizione a una rinascita nell’inferno caldo; passano, poi, a una rinascita in luoghi di calura estrema. Altri si aggrappano alla sensazione di freschezza, anelando, ad esempio, un sorso d’acqua, aumentando, così, la predisposizione a rinascere come essere nell’inferno freddo: creano,quindi, la connessione per tale rinascita. Pertanto è molto importante evitare pensieri di attaccamento nel momento di morte e indirizzare la mente verso oggetti di beneficio.
Nella vita di tutti i giorni le attitudini di attaccamento, odio, gelosia, ecc., a cui tutti noi siamo molto abituati, diventano evidenti alla minima provocazione; mentre gli atteggiamenti con i quali abbiamo meno familiarità, hanno bisogno di un intervento rilevante, come il raziocinio, per essere evidenti. Nello stesso modo durante il tempo della morte i comportamenti con cui abbiamo dimestichezza da tempo, hanno, di norma, la precedenza e dirigono la rinascita. Per la stessa ragione si sviluppa un forte attaccamento al sé per il timore che stia diventando non – esistente. Tale attaccamento serve da anello di congiunzione tra le vite e lo stato intermedio (bardo); la predilezione verso un corpo agisce, a sua volta, come causa determinante per la fisionomia dell’essere intermedio.
Per coloro che sono fortemente coinvolti in azioni non- virtuose, il calore corporeo diminuisce dapprima nella parte superiore del corpo e poi dalle altre; per coloro, invece, profondamente abituati ad azioni virtuose, il calore comincia a diminuire nell’estremità inferiori. In entrambi i casi il calore si raccoglie infine al cuore, dal quale esce la coscienza. Le particelle di materia, costituite da liquido seminale e sangue, in cui inizialmente la coscienza era entrata nel ventre materno all’inizio della vita, si sono depositate ora al centro del cuore e da questo punto preciso la coscienza si avvia, in conclusione, verso il trapasso.
Stato intermedio
Immediatamente dopo ha inizio lo stato intermedio – ad eccezione di coloro che rinascono nei reami senza forma dello spazio infinito, coscienza illimitata, stato di non-esistenza o vetta dell’esistenza ciclica, per i quali la nuova vita inizia immediatamente dopo la morte.
Chi è nato nei reami del desiderio e della forma deve passare attraverso lo stato intermedio ove assume la fisionomia della persona in cui rinascerà. L’essere di stato intermedio possiede tutti i cinque sensi ma anche la chiaroveggenza, la mancanza di contatto ostruttivo e la capacità di arrivare immediatamente ovunque desideri; vede gli altri esseri dello stato intermedio a lui o a lei simili (esseri infernali, spiriti famelici, animali, umani, semidei o dei) e può essere visto da esseri umani dotati di chiaroveggenza.
Se non viene trovato un luogo adatto alle proprie predisposizioni, dopo sette giorni sopraggiunge una debole morte, quasi insignificante: si rinasce in un altro stato intermedio. Ciò può avvenire non più di sei volte con il risultato che il periodo più lungo trascorso nello stato intermedio è di quarantanove giorni.
Rinascita
Questo lasso di tempo determinato rivela che quegli esseri che, a un anno dalla morte, non hanno trovato nessun luogo per rinascere, non sono nello stato intermedio ma sono spiriti.
Se la rinascita è umana, si vedono la propria futura madre e il proprio futuro padre in copulazione. Se la rinascita è maschile, tale vista provocherà attaccamento per la madre e odio per il padre, viceversa se la rinascita è femminile. Con bramoso desiderio l’essere si precipita ove avviene il coito, l’accoppiamento, ma, ivi giunto, vede solo l’organo sessuale del patner desiderato. Ciò provoca collera e la cessazione dello stato intermedio: si crea il legame con la nuova esistenza. Si entra,così, nel grembo materno: la vita umana ha inizio.
Quando il seme paterno e il sangue materno si congiungono a questa coscienza, le componenti di un essere umano si sviluppano in modo graduale e progressivo.
Si è bramosamente attirati dal proprio luogo di nascita, anche se sarà un inferno. Ad esempio un macellaio potrebbe scorgere in lontananza alcune pecore come in un sogno; se si affrettasse verso quel punto con il fine di ucciderle, la visione svanirebbe provocando la sua collera: in quell’istante il suo stato intermedio avrebbe termine e una nuova vita infernale avrebbe inizio. Come affermato in precedenza, coloro i quali rinascono negli inferni caldi sono attratti dal calore; negli inferni freddi dal fresco: lo stato intermedio di chi avrà una migrazione negativa è orribile. In conclusione ci si affretta verso il luogo della rinascita e, quando il desiderio non si realizza, interviene la collera: in quel momento finisce lo stato intermedio e la nuova vita ha inizio.
Il legame alla vita è, perciò, indotto da attaccamento, odio e ignoranza. Fino a che queste afflizioni non vengono annientate, rimaniamo incatenati, senza libertà alcuna. Ci sono, indubbiamente, rinascite positive e negative ma, fino a che permangono le catene, dobbiamo sostenere il fardello degli aggregati fisici e mentali, che sono conseguenti ad azioni contaminate e afflizioni. Tutto ciò non avviene una sola volta, ma di continuo, senza tregua.
Attaccamento, odio e confusione devono essere sconfitti per superare le sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte. La loro causa (radice) è l’ignoranza: la convinzione di un’esistenza intrinseca della persona e dei fenomeni. Le cure mediche alleviano l’aspetto esteriore e superficiale della sofferenza ma non il problema principale: le pratiche interiori, come l’utilizzo di antidoti specifici contro odio e attaccamento, hanno maggiore efficacia: ma con risultati temporanei, provvisori. Tuttavia l’ignoranza si può demolire, la sua radice, e allora tutto ciò ha fine in modo spontaneo.
Con l’eliminazione dell’ignoranza, anche le azioni contaminate, che dipendono da essa, verranno a cessare.
Senza l’ignoranza, inoltre, l’attaccamento e le predisposizioni create da azioni precedenti, avranno termine e, di conseguenza, anche il ciclo della rinascita incontrollata avrà una fine.
Pubblicato come prefazione a “Death, Intermediate State and Rebirth” di Lati Rinpoche e Jeffrey Hopkins. Riprodotto su autorizzazione di Snow Lion Pubblications, Ithaca, New York.
Colophon: stampato qui per “Discovering Buddhism” su autorizzazione di Snow Lion Pubblications.