Sua Santità il Dalai Lama: Il Commentario sull’Addestramento Mentale Simile ai Raggi del Sole – 1 – La Motivazione

Sua Santità il Dalai Lama: Ognuno deve lavorare sulla propria mente, sul proprio cuore, sui propri atteggiamenti: questo è ciò che condurrà alla felicità.

Sua Santità il Dalai Lama: Il Commentario sull’Addestramento Mentale Simile ai Raggi del Sole. 1 – La Motivazione

In questo testo di addestramento mentale del XV secolo, Namkapel, discepolo di Tsongkhapa, presenta una variante del lignaggio dell’Allenamento mentale in sette punti, integrandovi numerosi materiali dal lam-rim, il sentiero graduale. In questo ciclo di insegnamenti del 1985, il Sua Santità il Dalai Lama descrive in dettaglio come meditare su ciascun punto.

Lavorare sulle nostre menti: Instaurare la motivazione

Per differenziarsi dai non buddhisti si prende il rifugio o la direzione sicura, e per differenziarsi dal sentiero Hinayana si prende il rifugio Mahayana. Consideriamo Buddha Shakyamuni come il nostro principale esempio di fonte di una direzione sicura. L’estremamente gentile e compassionevole Guru Shakyamuni giunse in questo mondo 2500 anni fa, agì come una persona illuminata dando indicazioni complete su tutti i metodi del Dharma. I suoi molti seguaci le riunirono e seguirono la pratica dei tre addestramenti superiori in disciplina etica, concentrazione e consapevolezza discriminante o saggezza. Questi metodi si diffusero ampiamente in India e furono portati in Tibet, dove fiorirono durante i periodi di traduzione precedente e successivo, così che ora abbiamo tutti gli insegnamenti ben conservati del Buddha e dei seguaci dei suoi insegnamenti che seguirono.

Sebbene possa sembrare che potrei non possedere tutte le qualifiche, ciò nonostante, come detentore di questi insegnamenti del Buddha e per il desiderio di giovare alle persone, la mia consapevolezza della responsabilità talvolta mi dà un grande coraggio; altre volte ho una sensazione di trepidazione, se posso aiutare gli altri allora faccio del mio meglio per praticare questi insegnamenti e provare a donarli agli altri.

Ovviamente tutto questo dipende dalla motivazione, dalle ragioni per ciò che facciamo. Nel mio caso, anche se non ho delle grandi capacità, cerco di affrontare tutto questo in modo pratico e con i piedi per terra. Prendiamo l’esempio di un esercito: se è debole, non può permettersi di perdere l’opportunità di attaccare; al contrario se esso è molto forte può restare indietro, rilassarsi e lasciarsi sfuggire l’occasione. Allo stesso modo, se abbiamo molti oggetti costosi, non dobbiamo arrabbiarci se perdiamo qualcosa e così, confrontandoci con questo esempio, abbiamo un’opportunità che dobbiamo cogliere.

Se abbiamo accumulato molti beni materiali, ma non li usiamo e li teniamo stretti, li consideriamo molto importanti, anche se non ci sono di alcun beneficio. Ad esempio, prendiamo gli oggetti che abbiamo ereditato dai nostri genitori: se adesso non hanno un uso pratico dobbiamo liberarcene. Questa è la natura delle cose. Proprio come non conserviamo ed eliminiamo i capelli e le unghie del nostro corpo, allo stesso modo dobbiamo essere molto pratici, guardare la situazione nel mondo e quella con cui ci confrontiamo, accordandovi le nostre pratiche e i modi di spiegare. Non dobbiamo aggrapparci alle vecchie usanze e ai modi superati che non hanno alcuna applicazione pratica nella situazione attuale: sono inutili.

Rispetto al prendere una direzione sicura, recitare la formula quando ci prostriamo è la prostrazione della parola e ricordarne il significato è la prostrazione della mente, giungere le mani è la prostrazione del corpo. Cerco di seguire la tradizione di Kunu Lama Rinpoce nel recitare i versi di prostrazione e lode a Buddha Shakyamuni all’inizio degli insegnamenti.

Poiché il guru ha un’enorme importanza, in particolare nel tantra, quando prendiamo una direzione sicura (prendiamo rifugio) https://www.sangye.it/altro/?p=11683 per prima cosa diciamo: “Prendo una direzione sicura nei guru”, poi in Buddha, Dharma, Sangha. Non è che esista una quarta fonte di direzione sicura: i guru incorporano tutte le qualità dei tre gioielli del rifugio.

Questo è un testo per purificare e allenare i nostri atteggiamenti (allenamento mentale) chiamato: Addestramento mentale come i raggi del sole, di un reale discepolo diretto di Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=11772: Namka Palzang, a volte chiamato semplicemente Namkapel. Ho ricevuto diverse volte questi insegnamenti da Kyabje Ling Rinpoce e anche da un Lama dell’Amdo.

Alcune persone hanno modi bruschi e rudi tanto che allontanano perfino i loro genitori e amici. Ma possiamo sviluppare un cuore gentile, caloroso e osservare gradualmente giorno dopo giorno che aumentano le nostre buone qualità ed anche la nostra capacità di portare felicità agli altri, e naturalmente noi stessi saremo più felici. Se siamo persone buone e gentili, allora tutte le cose di cui abbiamo bisogno nella vita verranno a noi; alla fine saremo in grado di ottenere tutte le buone qualità e le cose di cui abbiamo bisogno sia a livello ultimo che relativo. Comportandoci da persone rozze e volgari e agendo sempre in modo meschino non otterremo mai nulla di ciò che desideriamo.

Come con l’allenamento fisico, per sviluppare una mentalità nuova e differente abbiamo bisogno di compiere vari esercizi per allenare le nostre menti e i nostri cuori giorno dopo giorno, mese dopo mese per un lungo periodo di tempo, con uno sforzo costante per poterla ottenere. Un buon cuore e una buona mente non si ottengono semplicemente desiderandoli, ma allenandoli e consolidandoli. Gli insegnamenti del Buddha non accettano un creatore, affermano che tutto si verifica in modo dipendente: qualunque cosa accade avviene in maniera razionale e ordinata, per via di causa ed effetto. Non esiste un qualche creatore che vuole solo che succedano cose, tutto deriva da cause e circostanze e, se proviamo a identificare le cause, dovremmo dire che i fenomeni provengono dal karma.

Il karma, a sua volta, si manifesta in termini di menti di varie persone e delle varie azioni che compiono, in particolare in che modo giovano o nuocciono agli altri.

La radice di tutto questo risiede nell’avere il controllo della propria mente o meno: se non ce l’abbiamo commettiamo diverse azioni distruttive a cui seguiranno disastri, infelicità, ecc. Se le nostre menti sono invece ben addestrate, allora queste cose non accadranno. Se si verificano disgrazie non possiamo puntare il dito contro il Buddha, né addossare la colpa a qualcun altro così come non possiamo dire che la nostra felicità è causata da qualcun altro. Tutte queste cose si verificano a prescindere che le nostre menti siano o meno domate; quando lo sono, ci impegniamo in azioni costruttive, costruiamo forza positiva (meriti) e ne deriverà allora felicità. Se vogliamo sbarazzarci dei nostri problemi e delle nostre sofferenze, allora dobbiamo lavorare sui nostri atteggiamenti e domare bene le nostre menti.

Allo stesso modo la felicità e l’assenza di problemi e sofferenze non provengono solo dal pregare il Buddha di concedercele, bensì dai nostri sforzi, dall’aver purificato le nostre menti dagli atteggiamenti negativi e dall’averle addestrate in quelli positivi. In altre parole, tutto dipende dal fatto che le nostre menti sono domate o meno. Se vogliamo la felicità dobbiamo domare le nostre menti e se vogliamo sbarazzarci dei problemi, dobbiamo domare le nostre menti. Quindi allenarsi e purificare la propria mente è il punto principale quando si considera come raggiungere la felicità e eliminare problemi e sofferenza.

Non spieghiamo questo con l’esistenza di un qualche dio che ci dona la felicità attraverso le sue benedizioni e grazia, ma piuttosto che il potere delle singole persone e il potere del Buddha sono uguali. Sebbene possiamo trarre ispirazione dai Buddha, la cosa fondamentale che dobbiamo fare è domare le nostre menti. Ecco perché abbiamo questo tipo di insegnamento sull’allenamento mentale (lojong). Ognuno deve lavorare sulla propria mente, sul proprio cuore, sui propri atteggiamenti: questo è ciò che condurrà alla felicità.

Non importa quale sia la situazione, in qualunque cosa facciamo è molto importante avere la motivazione adeguata: con la giusta motivazione, qualunque cosa può diventare un’attività costruttiva. Pensare che stiamo facendo qualcosa di positivo, come ascoltare questi insegnamenti, solo per essere liberi dalla malattia, per sbarazzarci di questo genere relativamente piccolo di cose: è un grosso errore. Dobbiamo evitare di avere scopi limitati: come voler essere felici solo in questa vita, evitare le malattie o essere più felici in futuro. Perfino ascoltare questi insegnamenti solo per ottenere la liberazione dal samsara è un grosso errore, dovremmo puntare all’obiettivo di bodhichitta pensando: “Sto ascoltando questo per avvicinarmi all’illuminazione in modo da poter essere di grande aiuto per tutti” – questo è il tipo di motivazione che dobbiamo avere.