2 Insegnamenti S.S. Dalai Lama Kalachakra Bodhgaya 4.01.12

Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama preliminari all’Iniziazione al Kalachakra a Bodhgaya India il 4 gennaio 2012: seconda parte del primo giorno. Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Sua Santità il Dalai LamaUn mio amico sufi mi disse che le religioni rispondono a tre domande fondamentali: l’io ha un inizio ed una fine? Il sè ha un inizio o fine?

Pensiamo alla base d’imputazione del sé, ha questa un inizio o una fine? Tra i fenomeni impermenenti ci sono quelli che sono solo materia e quelli che sono solo mente. I fenomeni sorgano per le loro cause e condizioni, per cui i fenomeni materiali esterni hanno una causa sostanziale ed anche delle condizioni che coadiuvano lo sviluppo di questo seme e quindi dell’albero stesso. Per cui questo è il modo in cui i fenomeni esterni, gli ambienti e così via esistono. In un certo senso esistono perché si formano dagli elementi e, così come si formano, si dissolvono. Questo è un qualcosa da riflettere profondamente, proprio come i fenomeni esterni materiali.

Per migliaia di anni queste religioni sono presenti sul mondo, se guardiamo nella storia di migliaia e migliaia di anni, a parte alcuni situazioni dovute ad alcuni individui, tutte le religioni del mondo sono andate d’accordo. Per i buddhisti non esiste un Dio creatore, a livello filosofico non esiste un Dio creatore. Questa è una qualità naturale, presente nella mente degli esseri umani: la saggezza che comprende i fenomeni. Che sono di vario tipo. E’ importante avere questa attitudine di armonia. Dal momento che alcuni musulmani crearono molti problemi, è sbagliato pensare che tutto il sistema sia sbagliato. Colo che causano dei problemi ci sono tra i cristiani, tra gli indù, tra i tibetani: ci sono dappertutto. Pensare che tutti i buddhisti siano negativi perché alcuni si comportano in un certo modo non andrebbe bene, perciò in generale non vorrebbe assolutamente dire che siano negativi. Ci sono diverse visioni filosofiche, però qual è l’obiettivo di queste visioni filosofiche? Quello di diventare dei bravi esseri umani, che adottano un comportamento positivo e abbandonano un comportamento negativo. Tutte le visioni filosofiche hanno lo stesso obiettivo di migliorare gli esseri umani. Buddha stesso ad alcuni ha insegnato che il sé, l’io esiste come il possessore degli aggregati, ad altri ha detto che non c’è. Per cui ha insegnato in accordo alle capacità dei diversi esseri senzienti, in accordo con le loro attitudini e capacità. Siamo in 7 miliardi a questo mondo, è meglio se ci sono tante visioni filosofiche e religiose, che siano in accordo con le predisposizioni di queste 7 miliardi di persone. Ho un amico indiano che era l’ex ministro degli affari interni, mi ha detto che da moltissimi anni c’è la tradizione di fare dibattito e confronti tra le varie tradizioni filosofiche, per cui si dibatte, ma si mantiene il rispetto per colui che osserva la visione filosofica alternativa. C’è una visione filosofica indiana nichilista ed una materialista, nel momento in cui dibattono, hanno rispetto per la persone e dibattono con l’intelligenza e si chiamano mutuamente saggi.

Questi charvaka, edonisti, nichilisti, sono presenti in India da migliaia di anni, per cui gli si porta rispetto.

Non importa che tipo di visione filosofica hanno, solamente da quel punto di vista lì è giusto portar rispetto. Laicismo non vuol dire andare contro la religione, ma significa avere rispetto. Se guardiamo nel particolare cosa dice il buddhismo, dopo aver ottenuto l’illuminazione il Buddha si recò a Varanasi dove insegnò le 4 nobili verità.

In abbinamento a questo, ha insegnato i tre canestri dell’abhidarma e così via: moralità, concentrazione e saggezza.

La prima ruota del dharma è stata girata in Pali mentre la seconda in sanscrito.

Nel sutra della saggezza c’è Shariputra che fa domande a Cenresig nell’aspetto non di un essere umano ma di un deva bodhisattva. Per cui Shariputra in quel momento poteva vedere anche coloro che hanno questo aspetto divino. E così c’erano anche tanti altri esseri: gli 8 grandi bodhisattva e così via, per cui qui si parla di insegnamenti dati nello specifico a coloro che avevano un karma particolarmente purificato, non in generale. Il picco dell’avvoltoio è un posto piccolo dove non sembrano poterci stare tante persone come invece appare dai testi. Per cui, la percezione degli esseri presenti dipendeva dalle persone presenti con un karma particolarmente purificato.

Altri grandi praticanti come Shantideva hanno spiegato come gli insegnamenti siano dati a persone con un karma particolarmente purificato, per esempio si dice che quando Buddha ha insegnato in Pali, a volte ha anche dato delle grandi spiegazioni per quanto riguarda la perfezioni della saggezza. Nella visione Vaibashika ci si basa su citazioni e non su visioni valide.

Quelli che dicono che il sentiero mahayana non è stato insegnato da Buddha è insostenibile dal punto di vista razionale. Se prendiamo ad analizzare veramente il significato delle 4 nobili verità, il Buddha le insegnò considerando principalmente l’insegnamento della verità della cessazione. In alcuni sutra ha utilizzato varie visioni filosofiche: in alcuni cittamatra, in altri prasangika. Per cui non solo ha spiegato la chiara luce dal punto di vista dell’oggetto, la vacuità dei fenomeni, ma anche del soggetto, ha spiegato la vacuità della mente stessa. Anche nei tantra la vacuità è spiegata principalmente dal punto di vista del soggetto, della coscienza stessa. La prima ruota del Dharma è stata insegnata per un pubblico generale, il tantra non è stato insegnato pubblicamente, anche il sentiero mahaayana non è stato insegnato pubblicamente come le 4 nobili verità insegnate in Pali. Alcune volte ha dato insegnamenti a monaci completamente ordinati, a ghelong, ad altri mostrando l’aspetto della divinità principale col mandala e così via, tutti questi aspetti derivano dall’aspetto più o meno purificato della mente dei discepoli e ha insegnato in accordo a quei vari livelli.

Anche, per esempio, alcuni insegnamenti che si chiamano segreti, per il mantra segreto, la pratica del tong len, che segretamente prende su stessi le sofferenze degli altri, sono diretti a diversi tipi di discepoli che hanno in diversi momenti diversi tipi di purificazioni mentali. Per cui, non si può dire che il Buddha non ha più insegnato dopo essere passato nel paranirvana. Conosco dei grandi praticanti che hanno visioni pure e prendono insegnamenti, per cui anche adesso è possibile incontrare il nirmanakaya supremo e così via. Per cui, solamente il dire che quell’insegnamento non sia presente in un momento storico conosciuto non è una posizione valida.

Parliamo di citazioni valide, esperienza valide, insegnamenti validi e lama valido. Ciò che dice il lama si mette in pratica e si genera un’esperienza, poi sulla base della propria esperienza si comprende che quel lama è un lama valido. Ciò che ha insegnato quel lama, se capisci che deriva dalle realizzazioni come Nagarjuna e così via, su questa base si comprende a sua volta che quelle citazioni sono valide. Poi ci sono dei sutra che non sono ricollegabili al momento in cui il Buddha era presente, però, dal momento che li cita Nagarjuna, hanno una loro validità. Ci sono dei cosiddetti esperti occidentali, i buddologi, che dicono che alcune scritture non sono quelle di Buddha. Per esempio, si dice che Nagarjuna ha composto il compendio di tutti i sutra, alcuni buddologi dicono che non lo ha composto lui perché a quel tempo non erano stati insegnati tutti i sutra contenuti nel compendio. Per cui sostengono che sia stato composto da Avayakara.

Oggigiorno questi buddologi scrivono tutte queste cose qua per queste e quelle ragioni però se andiamo a guardare le loro ragioni, Nagarjuna è venuto 400 anni dopo Buddha Shakyamuni mentre rispetto a voi sono passati 2500 anni. In più era indiano e conosceva meglio la storia indiana di voi. In più Nagarjuna non era un essere ordinario, ma un qualcuno che ha investigato le parole di Buddha senza crederci, usando la ragione. Il modo con cui sono scritti in sanscrito i suoi elaborati è davvero eccellente, in più i suoi discepoli erano esperti di ragione valida e nella logica.

Per cui, non era un qualcuno che parlava così a vanvera, ma accettava solo ciò che era sostenuto dalla ragione e non accettava le parole di Buddha solamente perché le aveva dette lui. Per cui, questo personaggio ha di sicuro le capacità di essere valido rispetto ai buddologi moderni. In più, per quanto riguarda il tantra guyasamaja, così pure il suo discepole Aryadeva ha composto la purificazione delle negatività della mente, un testo di tantra che si trova nel Tengyur, questo maestro del tantra, che è morto, era un rande esperto di tantra che diventò buddhista verso la fine della sua vita. Disse che, a un certo punto, trovò un commentario di kalachakra in sanscrito, quando andò in Nepal esaminò il modo con cui questo testo era scritto: su fogli di palma. Vide un foglio con questo testo sanscrito e mentre lo leggeva vide che era un testo di tantra. Il modo con cui era scritto in sanscrito era lo stesso modo e grammatica con cui Aryadeva ha composto le sue 400 stanze. Questa è una prova incontrovertibile che proprio Aryadaeva, un discepolo principale di Nagarjuna, praticava il tantra. Come pure vide uno scritto di Chandrakirti e comprese chiaramente che anche Chandrakirti aveva praticato il tantra. Ed anche Kamalashila cita delle scritture del tantra, per cui vuol dire che anche lui accettava il tantra. Anche Atisha quando arrivò in Tibet compose la Lampada, per cui tutti questi maestri accettarono il tantra come insegnamenti di Buddha. Coloro che abusano del tantra, bevendo alcool, sesso e così via, quelli sono loro problemi, ma in realtà gli insegnamenti del tantra sono insegnati da Buddha. Colui che non ha compreso bene il significato, cadrà nei reami inferiori. Una delle ragioni principali, stando a quanto mi disse un grande esperto dell’università di Mumbai, per cui è degenerato il tantra in india è che la pratica del tantra si è propagata troppo largamente ed è completamente degenerata. Per cui la prima ruota del dharma è stata insegnata in generale, la seconda ruota del dharma è la Prajnaparamita, dopo di che sono stati insegnati gli insegnamenti su aspetti molto più sottili rispetto a ciò che deve essere realizzato. Dopo la terza ruota del Dharma ecco che si entra negli aspetti più sottili.

Songtzen Ganpo sviluppò il dharma invitando Shantarakshira e Guru Rinpoche, ed è grazie a loro che si e’ sviluppato il dharma in Tibet.

Guru Rinpoche insegno il tantra per eliminare gli ostacoli.

Shantaraksita sviluppò le traduzioni.

Kamalashila fu l’allievo più import di Shantaraksita.

Egli scrisse il Gom Rim su richiesta di Trisong Detzen, dal che ne scaturì una relazione interdipendente col re.

Ricevetti questo testo da Sakya Rinpoche, che ha lasciato il corpo, egli ricevette la trasmissione orale a Samye, dove c’era ancora il trono di Kamalashila e ricevette la trasmissione da un lama del Kam. Immediatamente pensai, quando penso a questo, che lo dovevo proprio ricevere!

Quanti hanno il testo in tibetano? Alzate la mano.

Leggero questo testo e darò spiegazioni, ma non pensate che se avete ricevuto spiegazioni su questo testo lo potete mettere da parte, ma consideratelo come un seme e mettete in pratica i suoi insegnamenti. Andate direttamente all’inizio del testo saltando l’introduzione. Nella lingua indiana Bawanakrama, mi prostro al giovane Manjustri.

Cosa significa meditazione? Si parla di ascolto riflessione e meditazione, perché questa e’ l’abitudine Gom, che cambia la mente, sulla basse di un’attività che cambia una persona, singifica abituarsi per tanto tento tempo: ad esempio, se prendiamo in considerazione la compassione, la mente che non sopporta che gli altri soffrano, prima impariamo la compassione per giungere alla grande compassione Mahayana, questa è la riflessione, la causalità.

È importante l’invocazione a Manjustri.

Pensandoci sempre più, facciamo un esperienza che dapprima deriva da uno sforzo, poi a si ascolta, è la saggezza dell’ascolto, ma è instabile, pensandoci ancor più giungiamo alla saggezza della riflessione che è valida, certezza che sorge dall’aver riflettuto profondamente sui particolari aspetti di un certo fenomeno è quella della meditazione.

La meditazione “gate gate” indica che le realizzazioni si basano sullo sviluppo graduale, gli stadi di meditazione indicano le relazioni.

Più di 100 volumi del Kangyur e del Tenguyr sono per la maggior parte tradotti dalla lingua indiana. Il che identifica la sorgente autorevole di questo testo, ovvero la sua derivazione dall’India.

Il riferimento a Manjustri contraddistingue i testi dell’Abidarma, mentre per il Vinaya facciamo prostrazioni all’onniscenza.

Spiegherò gli stadi di meditazioni spiegati dai sutra Mahayana: i fenomeni non possono esistere senza cause.

Tutto deriva dalle sue cause e condizioni, perciò dobbiamo riunire tutte le cause e condizioni in modo impeccabile. Come un professore universitario non lo diventa improvvisamente ma dopo aver attraversato tutti gli studi e molte scuole, così anche l’onniscenza sorge da cause e condizioni.

Un spiegazione fondamentale del Buddha è l’originazione dipendente, e vi sono dipinti che servono a meditare sulle fasi dell’impermanenza. Prima sono dipinti i deva per la sofferenza del cambiamento e non dolore, mentre altrove è più la sofferenza del dolore, di primo tipo.

Come potrebbe essere che un qualcosa sorgesse per altre cause, se non dipendesse da cause che evidenziano la continuità simile al loro significato?

Le rinascite fortunate derivano da azioni virtuose, solo se non si comprendono le cause della sofferenza e della felicità non giungiamo a dove vogliamo arrivare. La sofferenza sorge da una mente sbagliata. La sofferenza sorge probabilmente da una mente non valida, pensate a come nella ruota sono dipinti i tre veleni.

Sulla base del karma si accumulano le azioni da cui dipendono i risultati, il cieco è la mente errata che non vede, sono le azioni che lasciano le impronte sulla coscienza che costituiscono il karma, mentre il se che sperimenta l’esistenza è designato in base agli aggregati, ne deriva che è l’ignoranza a condizionare tutta l’esistenza.

L’onniscenza non si verifica sempre, ma dipende dalle sue cause e condizioni. Anche la verità dell’origine, è una sensazione che viene dall’aver generato l’antidoto alla sofferenza, quindi non solo è antidoto, ma pacificazione.

Le 4 nobili verità sono il fondamento della pratica e di tutti gli insegnamenti.

Arche le cause specifiche dipendono dalle loro cause e condizioni, perciò, io che sono maestro di

Madiamika di 2 tipi, fenomeni con caratteristiche proprie, varie visioni filosofiche come quelle di Bavaviveka, un maestro incredibile, un gran logico, lodato immensamente da Je Rinpoche

nei testi Madimika, insegno i 2 aspetti dell’origine dipendente.

La legge di cause ed effetto è condivisa da tutte le scuole, ma quando analizziamo profondamente: qual’è il risultato che sorge? La causa è ciò che porta il beneficio e così sembrerebbe che la causa risulti già designata dal risultato, ciò che porta beneficio e ciò che viene designato.