Sua Santità il Dalai Lama: Il karma, le altre religioni e la depressione.

Sua Santità il Dalai Lama: Se davvero non vogliamo avere dolore, dobbiamo concentrarci sulla causa di fondo del dolore. Se c'è una possibilità di rimuoverlo, dovremmo cercare di farlo, ma se non vi è alcuna possibilità, è inutile preoccuparsene.

Sua Santità il Dalai Lama: Se davvero non vogliamo avere dolore, dobbiamo concentrarci sulla causa di fondo del dolore. Se c'è una possibilità di rimuoverlo, dovremmo cercare di farlo, ma se non vi è alcuna possibilità, è inutile preoccuparsene.

In udienza da Sua Santità il Dalai Lama al Tushita Meditation Centre FPMT, Dharamsala, in India, nel novembre 1990. Sua Santità discute una serie di argomenti, tra cui il karma, le altre religioni e la depressione. Trascritto e curato da Ven. Thubten Chodron.

Continua qui https://www.sangye.it/wordpress2/?p=3801. .

Domanda: Come si fa a convincersi del karma? Il Karma funziona solo se ci crediamo?
Sua Santità il Dalai Lama: Penso che ci siano due modi di pensare a questo. In primo luogo, i buddisti non accettano un creatore.
Se accettassimo un creatore pienamente compassionevole, onnisciente e onnipotente, questo creatore allora coinciderebbe con la realtà ultima o verità ultima. Un creatore è qualcosa di indipendente, tuttavia, dal punto di vista buddista, questo presenta alcune contraddizioni, per cui un creatore non è facile da accettare. Non c’è un creatore onnipotente. Ma, allo stesso tempo, dobbiamo accettare che le cose stanno cambiando in ogni istante, quindi dobbiamo scoprire le cause e le condizioni che cambiano. Da questo punto di vista proviene la discussione sul karma. Questo è un modo di pensare al karma.
Il secondo modo di pensare al karma è che anche il nostro cibo, vestiti, casa ed esperienza di vita quotidiana dipendono da cause o azioni, soprattutto le azioni degli esseri senzienti, quelli che hanno la mente e l’esperienza. Le nostre esperienze quotidiane accadono a causa di nostre azioni, che compiamo con certe motivazioni. A causa di varie motivazioni, diverse azioni portano risultati diversi. Questa è la nostra esperienza quotidiana.

Gli eventi di domani dipendono molto dalle azioni di oggi. Alcune delle azioni di oggi possono produrre risultati immediati, ma alcune azioni porteranno i loro risultati dopo 10 o 100 o 1.000 giorni.

Questa è la consueta funzione delle cose. Karma significa azione. Ad esempio, a causa delle nostre azioni verbali, fisiche e mentali, certi risultati vengono all’istante. Inoltre, a causa di azioni attuali, alcuni risultati possono svilupparsi dopo un certo tempo, in alcuni casi dopo alcuni anni. Questa è la legge del karma o azione. Poiché i buddisti accettano la continuità della mente, noi crediamo in molte vite, vite infinite. Di conseguenza, alcuni risultati delle azioni di oggi possono accadere dopo 10.000 o 100.000 anni, in vite diverse. Questo livello di karma è una presentazione, ne possiamo parlare e pensare.
Su un altro livello più complicato o più profondo, dobbiamo accettare le leggi naturali universali.
Prendete queste piante, per esempio. Naturalmente, a causa di certe cause e condizioni germogliano e crescono, ma le stesse piante non hanno coscienza. Noi non crediamo che sono esseri senzienti, tuttavia, le piante sono create a causa di karma o azione. Karma è stato creato da qualcuno che ha la motivazione, che ha esperienza e che agisce. Il seme è cresciuto in una pianta, ma non credo che ci sia una connessione karmica tra il seme e la pianta.

Dobbiamo accettare che l’intero universo sia sorto a causa del karma degli esseri senzienti. Pertanto, l’intero universo o un pianeta è tale perché ci sono esseri senzienti che utilizzano questo pianeta. Prendiamo l’esempio di un edificio, che verrà utilizzato da altri esseri umani. Qualcuno l’ha progettato e poi ha cominciato a costruirlo. La persona che ha progettato o costruito quel palazzo non necessariamente deve viverci, però, la costruzione s’è realizzata a causa di quella persona. Allo stesso modo, quando il pianeta s’è appena formato, non ci sono esseri senzienti su di esso, ma ci sono stati sicuramente degli esseri senzienti che sono venuti dopo. Questo è la concezione buddista.
Le piante hanno sicuramente qualche connessione con gli esseri senzienti che le utilizzano. Penso che le piante probabilmente sono nate a causa del karma collettivo, non solo degli esseri umani, ma anche degli insetti. Oggi noi esseri umani apprezziamo il bel colore, la forma ed il buon odore di queste piante. Le api assumono il nettare dalle piante, alcuni uccelli le usano per abitarvi ed alcuni piccoli insetti le usano per raparvisi e cibarsene. Per alcuni piccoli uccelli, le piante rappresentano il loro rifugio, così, quando qualcosa li minaccia, subito corrono a rifugiarsi tra i cespugli. Penso che queste cose accadono a causa del karma collettivo di quegli esseri.
Dal punto di vista buddista, il karma è un processo naturale, ma non dipende dal fatto che ci crediamo o meno. Questo processo naturale esiste indipendentemente dal fatto che lo accettiamo o no. Questa è una questione un po’ complicata. Per esempio, è molto difficile dire se vi sia o meno un creatore.

Noi buddisti abbiamo la nostra concezione e certi modi di studio e sperimentazione. Se l’analizziamo, se cercassimo di accettare un creatore potremmo trovarvi delle contraddizioni. Allo stesso tempo, dal punto di vista di coloro che accettano un creatore, per loro c’è un creatore, anche se i buddisti non l’accettano. Allo stesso modo, dal punto di vista buddista, anche se qualcuno non può accettare la teoria del karma, ma il karma c’è comunque. Se ci avviciniamo ad un non credente, risponderebbe che non c’è nessuno dei due. Il che è complicato.
Credo che la teoria della vacuità possa essere facilmente spiegata sia che sei un credente o non credente. Anche argomenti come l’impermanenza sottile possono essere spiegati. Penso che questi punti possono essere compresi anche dal punto di vista scientifico da un fisico.

Possiamo dire che le cose non sono indipendentemente esistenti e, se altri chiedono se questa è la natura ultima, possiamo dire che lo è e che siamo in grado di spiegarlo.
Un creatore indipendente non può essere spiegato, ma questo non significa che non v’è alcun creatore. In un certo senso, è possibile accettare una sorta di creatore, ma non è necessariamente un qualcosa di indipendente. Sembra che l’asserzione di un creatore da parte di quei sistemi religiosi che hanno fede sostanziale in un creatore, non si basa su un’approfondita analisi se c’è o non c’è un’esistenza indipendente. Non si basa su un’analisi che porta coloro che ne sono coinvolti in una complessa meditazione analitica. Penso che il concetto di creatore sia soprattutto per promuovere le buone qualità degli esseri umani.
Dal punto di vista buddista, una volta che si accetta un creatore, non è necessario andare fino all’estremo di dire che il creatore è indipendente da cause e condizioni. In generale, anche i buddisti possono dire, in una certa misura, che il Buddha è il creatore. Lo capisci questo?
Domanda: Chi è il creatore del Buddha?
Sua Santità il Dalai Lama: In generale, preghiamo il Buddha e accettiamo che il Buddha ha qualità straordinarie, quindi, è ovvio che l’intelligenza e la capacità di Buddha sono molto più grandi delle nostre. Se seguiamo correttamente i suoi insegnamenti otterremo qualche beneficio. Così, da quel punto di vista, il vantaggio che riceviamo è stato creato da Buddha.
I Cristiani non dicono che chi non accetta Gesù Cristo alla fine raggiungerà la salvezza, perché Dio è il creatore. Essi dicono che, per raggiungere la salvezza, dobbiamo seguire in modo corretto gli insegnamenti di Gesù. Anche dopo aver accettato un creatore, sembra che i risultati dipendano da altre cause e condizioni.
L’altro giorno ho incontrato un gruppo d’Ebrei. M’hanno spiegato che Dio è la realtà ultima, la verità ultima. Essi hanno inoltre sottolineato che ogni singolo essere umano è responsabile e non credono che tutto è nelle mani di Dio. Essi credono che Dio è il creatore ed, allo stesso tempo, abbiamo la grande responsabilità di costruire un’umanità più felice ed un mondo più felice. Essi credono che, anche se Dio è il creatore, noi esseri umani abbiamo una certa quantità d’energia condivisa. Esiste, per loro, un’interazione tra Dio e gli esseri umani. Quindi, in questo senso, siamo anche noi dei piccoli creatori.
Pertanto, ci sono diverse interpretazioni di Dio come creatore. In una certa misura, da un certo punto di vista, possiamo chiamare Buddha un creatore, anche se non è necessariamente qualcosa di assoluto. Se accettiamo il Buddha o Dio come un assoluto, in base al punto di vista buddista emergono contraddizioni.
Domanda: Perché le persone diventano depresse e quali sono delle tecniche di meditazione per superare la depressione e la paura?
Sua Santità il Dalai Lama: Secondo alcuni scienziati e psicologi, questi problemi di depressione e disordini mentali sono dovuti alla mancanza di affetto, la mancanza di amore e compassione a livello familiare o della comunità. La loro spiegazione è che, spesso, come risultato si sviluppa la depressione. Gli esseri umani sono animali sociali e, naturalmente, la nostra natura di base è tale da farci apprezzare molto l’affetto degli altri. Così, quando abbiamo ricevuto poco affetto o siamo privati ​dell’affetto, allora diventiamo molto infelici. E’ utile prendere in considerazione questo quando meditiamo, perché aiuta ad aumentare la forza del nostro amore e compassione.
Le tecniche che dovremmo usare per contrastare la depressione e la paura dipendono in larga misura dall’individuo-persona in base al fatto se siamo un credente o un non credente. E, se siamo credenti, che tipo di credenza. Quindi, ci sono diverse tecniche a seconda degli individui.
Per un buddista, gli insegnamenti sulla natura del Buddha sono molto utili.
Inoltre, penso che ci sono due modi diversi per superare la depressione. Un modo è quello di
aumentare o sviluppare la realizzazione delle nostre potenzialità, giungendo a capire che non importa quanto deboli possiamo a volte essere ad un livello superficiale, in fondo non vi è alcuna differenza tra il Buddha e noi. Tutti noi abbiamo la natura di Buddha, quindi, tutte le persone finiranno per diventare Buddha. C’è la possibilità per tutti di diventare un Buddha. La natura di Buddha non è un qualcosa di unico al Buddha; tutti hanno questa stessa qualità. E’ molto importante riconoscere la nostra capacità, il nostro potenziale.

D’altra parte, in questo momento siamo sotto il controllo di comportamenti inquietanti e dell’ignoranza. Fintanto che ci sono emozioni disturbanti, c’è sempre un qualche tipo di problema, ma è inutile preoccuparsi. Per esempio, quando c’è qualcosa di sbagliato nel nostro corpo, quindi sentiamo dolore. Il dolore è sintomatico della malattia sottostante, quindi: preoccuparsi solo del dolore è stupido, è inutile.

Se davvero non vogliamo avere dolore, dobbiamo concentrarci sulla causa di fondo del dolore. Se c’è una possibilità di rimuoverlo, dovremmo cercare di farlo, ma se non vi è alcuna possibilità, è inutile preoccuparsene. Allo stesso modo, siamo in grado di pensare la natura fondamentale dell’esistenza ciclica. Questo corpo è influenzato dall’ignoranza, quindi da quando e’ in preda all’ignoranza, ha sempre avuto qualche problema. Questo è il motivo per cui vogliamo ottenere la liberazione o nirvana.
Ci sono due modi per contrastare la depressione e la paura. In primo luogo, possiamo realizzare il nostro potenziale per incrementare e sviluppare la forza interiore, e in secondo luogo, dobbiamo renderci conto della natura della sofferenza. Dobbiamo accettare la realtà della natura della sofferenza. Quindi, ci sono due modi per rimuovere la paura e la depressione.   Fonte https://www.sangye.it/wordpress2/?p=3792.