Sua Santità il Dalai Lama: Affidarsi tramite l’azione ad un maestro spirituale
17 Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama del Lamrim del Panchen Lobsang Choekyi Gyaltsen a Dharamsala, in India, marzo 1988.
Sua Santità il Dalai Lama
Questa pratica deve essere eseguita seguendo gli insegnamenti che vi ha trasmesso il vostro maestro, vivendo secondo i suoi consigli, facendo a lui delle offerte e onorandolo.
Sebbene la vera offerta al maestro sia vivere secondo i suoi consigli, se qualcuno di questi vi sembra in contraddizione con la dottrina buddista, dovreste esaminarlo con attenzione e poi spiegare al guru i motivi per i quali non vi sentite di seguire le sue indicazioni. Come afferma Ashvagosha nel suo Guru Panchashika (I Cinquanta Versi sul Guru), «Guardando le istruzioni che sono inadatte, spiegane il motivo con le parole». Anche Gunaprabha, nel suo Vinayasutra, (L’Essenza dell’Etica), dice: «Non seguire le istruzioni se non sono salutari». Analogamente un sutra Mahayana recita: «Segui i consigli che si accordano con le idee positive e disattendi quelli che vanno contro i principi». Vi sono però alcune eccezioni quando un maestro spirituale è in grado di vedere determinati benefici per uno specifico individuo. In quel caso, sebbene il consiglio possa non essere in sintonia con l’approccio generale del buddismo, viene comunque dato. Vi sto parlando sulla base della mia personale esperienza, ma non dovreste accettare ogni cosa che vi dico. Se le istruzioni che vi dà il Dalai Lama si accordano con l’approccio generale del buddismo, allora seguitele. Invece se vi sembra che qualcosa delle affermazioni del Dalai Lama contraddica l’approccio generale del buddismo, dovreste lasciar perdere. Questo è un punto di grande importanza.
Se non siete in grado di procedere con questo tipo di cautele, correrete il rischio di imbattervi in una persona che afferma, a torto, di essere un maestro spirituale e potrebbe darvi consigli poco saggi. In quel caso verrebbero danneggiati sia il maestro sia il discepolo.
È perciò molto importante comprendere se le istruzioni sono in sintonia con il contesto della dottrina buddista così come viene spiegata nel Tripitaka, (La Raccolta delle Tre Scritture), [Si basa sulla differenza nella presentazione della materia principale, l’intero corpo degli insegnamenti buddisti è raccolto in tre gruppi di discorsi conosciuti come Tripitaka, che letteralmente significa «i tre cesti». Questi sono relativi all’etica, ai discorsi e alla conoscenza e rispettivamente hanno a che fare con l’addestramento sull’etica, sulla meditazione e sulla saggezza. Per ulteriori spiegazioni cfr. Opening the Eye of New Awareness di Sua Santità il Dalai Lama (Wisdom Publications, Londra 1985, pp. 48-51; tr. it. Il buddismo tibetano, Newton & Compton, Roma 2001).]. Molti occidentali, sbagliando, chiamano il buddismo tibetano “Lamaismo”, [Alcuni dei primi autori occidentali che si sono occupati di buddismo tibetano devono essere biasimati per aver fornito questa immagine. Essendo consapevoli solo dei suoi aspetti devozionali, hanno interpretato male il buddismo tibetano considerandolo una forma degenerata dell’originario insegnamento del Buddha profondamente contaminato dal Bon, l’antica religione del Tibet. Anche il forte legame con il guru, che è una caratteristica del tantra, venne visto come una sorta di culto della personalità. Tutti questi fraintendimenti diedero origine al termine lamaismo. Fortunatamente la situazione è completamente cambiata con il progredire e il diffondersi degli studi sul buddismo tibetano.]. Quindi si corre il pericolo, se non si fa attenzione, di farlo diventare realmente un Lamaismo nel vero senso del termine. Questo aspetto è stato sottolineato da Lama Tsongkhapa nel suo Lamrim Chenmo.
Attività finali
Mentre meditate sulla pratica di affidarsi a un guru, rivolgetegli una richiesta. In una sadhana, quando ci si sente stanchi di meditare, alla fine si possono ripetere dei mantra. Allo stesso modo, qui, dopo che avete fatto le particolari meditazioni del Lamrim, dovreste recitare dei mantra o il nome del vostro guru. Invocate l’ispirazione del vostro maestro e dedicate i meriti che avete accumulato attraverso la pratica al bene di tutti gli esseri senzienti. Potete quindi di nuovo visualizzare del nettare che discende su di voi dal vostro guru o potete direttamente visualizzare il vostro maestro che entra nel vostro cuore e vi prende stabile dimora. Si tratta di una pratica molto potente che vi renderà invulnerabile dalle azioni negative poiché avrete sempre il guru come testimone di tutte le vostre azioni.
Sebbene l’abitudine di affidarsi a un maestro spirituale sia di natura contemplativa, alla fine della contemplazione dovreste fare delle meditazioni «assorbenti». Questa pratica di contemplazioni e meditazioni «assorbenti» è assolutamente necessaria.
Dovreste terminare ogni sessione di Lamrim prima di sentirvi troppo stanchi. Altrimenti, se fate delle sessioni troppo lunghe, potreste essere tentati di abbandonare la pratica. Così all’inizio è davvero importante smettere prima di essere esausti, in modo che la vostra pratica del Dharma sia un qualcosa di continuativo e non l’infatuazione di un momento.