1 Commentario di Sua Santità il Dalai Lama alla Preziosa Ghirlanda di Nagarjuna

Sua Santità il Dalai Lama: È possibile realizzare uno stato completamente libero da ogni difetto, uno stato dove si dice che tutti gli aspetti positivi della nostra natura sono realizzati? Uno stato in cui l’individuo ha raggiunto le più alte perfezioni di compassione universale?

Commentario di Sua Santità il Dalai Lama alla Preziosa Ghirlanda “Ratnavali” di Nagarjuna alla UCLA University of California, Los Angeles USA, 5-8 giugno 1997. Traduzione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Prima parte.

Sua Santità il Dalai Lama

Stiamo iniziando ora una serie di insegnamenti per tre giorni e mezzo. La prima parte degli insegnamenti sarà un commentario alla Preziosa Ghirlanda di Nagarjuna, che presenterò più come una sorta di introduzione agli insegnamenti di base del buddismo, invece che una lezione. La seconda parte degli insegnamenti sarà una cerimonia d’iniziazione che avrà più che altro l’aspetto di insegnamento religioso tradizionale per il quale è richiesto che sia condotto nel formato tradizionale del guru che impartisce istruzioni ai discepoli.

All’inizio della sessione odierna, gli anziani della tradizione Theravada https://www.sangye.it/altro/?p=6122 faranno una recita del Mangala Sutta, che ritengo sarebbe di buon auspicio.

[Sua Santità ed i monaci Theravada, che erano guidati dal defunto Ven. Havanpola Ratanasara, cantano la formula del triplice rifugio, seguita dai monaci che recitano il sutra.]

Sento che è un grande onore che le sessioni di insegnamenti vengano aperti con una recita dai Pali Sutra [la prima raccolta di “scritture”, scritta in lingua Pali], perché credo che quando rifletto sulle parole del il significato dei sutra Pali, in particolare quello che è stato recitato qui, che iniziò con un saluto al Buddha, Dharma e Sangha, sento che questa tradizione di recitare questi sutra ha origini molto antiche nella storia del buddismo. E credo che molti dei sutra che troviamo negli insegnamenti Pali, molte delle idee e dei pensieri, che sono insegnati nel Canone Pali, sono davvero il fondamento ed il nucleo della tradizione e degli insegnamenti buddisti.

Generalmente, quando in un consesso buddista come questo, dove c’è una rappresentazione sostanziale del Sangha buddista cinese, a volte chiedo loro di recitare una preghiera in quattro versi veramente meravigliosa e commovente che ho trovato nella tradizione cinese. Ma poiché qui non sembra esserci un numero considerevole di Sangha cinese, faremo le recitazioni preliminari in tibetano. Faremo le recitazioni che implicano il rendere omaggio al Buddha, al Dharma e al Sangha. Quindi, riflettendo sul significato di alcuni dei sutra, in particolare sugli insegnamenti fondamentali della natura transitoria della vita e dell’esistenza, reciteremo il Sutra del Cuore https://www.sangye.it/altro/?p=6098.

Quindi, quando facciamo la recitazione, che sarà in tibetano, coloro che possono riflettere sul significato dei sutra, e anche, naturalmente sul Sutra della Prajna-paramita (Sutra del Cuore), dovrebbero non solo partecipare alla recitazione, ma anche riflettere sul significato delle parole, quelli che non possono recitare a memoria, possono riflettere sulle qualità e sulla grande gentilezza del Buddha: del corpo, della parola e della mente del Buddha. E quando reciteremo il Sutra del Cuore, potrete aderire riflettendo sul significato della vacuità, sugli insegnamenti sulla vacuità, per quanto concerne la vostra comprensione.

[Sua Santità quindi conduce il canto]

Reciteremo ora I versi di lode a Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?cat=9 composti da Konchog Tenpey Dronmey. Faremo la recitazione in inglese, quindi potete parteciparvi.

Luce della centralità. Elogio del Glorioso Protettore Nagarjuna

Il Dharma che il Vittorioso [Buddha] insegnò

è per beneficiare gli esseri avvolti nell’oscurità (dell’ignoranza),

illuminandoli con la luce della conoscenza:

quindi, vittoria alla lampada, o Nagarjuna!

Gli esseri restano esauriti

delle infinite percezioni.

Tu li guidi alla beatitudine della pace, l’impercettibile;

come tale, sei la grande guida.

La perfezione della saggezza e

l’addestramento superiore alla saggezza

sono gli aspetti supremi dei sutra della saggezza.

Quindi, hai composto i trattati di saggezza suprema –

tra tutti i detentori di insegnamenti, tu sei il guru.

Il tuo intelletto si è completamente espanso,

eliminando l’oscurità e la confusione

su tutte le scienze e su tutto ciò che può essere conosciuto;

quindi sei chiamato “Nagarjuna, il secondo Buddha”.

Persino gli essenzialisti si inchinano a te.

(Tradotto da John Dunne e Sara McClintock.) [Il Secondo il libro commemorativo, la Luce della centralità fu composta dal monaco Konchog Te Npey Dronmey (1762-1824) su richiesta di Halha Rabjampa Sangey.]

Sua Santità il Dalai Lama.

Normalmente quando insegno su uno qualsiasi dei testi di ciò che è noto come i Sei Corpus analitici di Nagarjuna, recito un’altra serie di preghiere, ma oggi non lo faremo.

[Si riferisce ai “Venti Versi di Lode dalla Preziosa Ghirlanda”, che saranno inclusi in un’altra sezione dell’incontro.]

Rifugio

Buddham saranam gacchami

Dhammam saranam gacchami

Sangham saranam gacchami

Prendo rifugio nel Buddha.

Prendo rifugio nel Dhamma.

Prendo rifugio nel Sangha.

Mangala Sutra o Discorso sulla felicità

Una volta che il Sublime viveva nelle vicinanze di Sàvatthì, al monastero di Anàthapindika, nel boschetto di Jeta. A notte fonda apparve un deva, tanto bello e luminoso da fare risplendere l’intero bosco. Dopo avere reso omaggio al Buddha, si fermò di lato ed il deva gli pose una domanda in versi:

Molti deva e uomini sono ansiosi di sapere

quali siano le azioni benedette

che conducono ad una vita di pace e felicità.

Per favore, vorresti indicarcele?”

Così il Buddha rispose:

Non frequentare gli stolti,

ma vivi in compagnia dei saggi

e onora coloro che ne sono degni.

Questa è una benedizione suprema.

Vivi in un ambiente favorevole,

lasciando semi positivi

e rendendoti conto di essere sul retto sentiero.

Questa è la più grande felicità.

Avere la possibilità di imparare e crescere,

essere abili nelle professioni o nei mestieri

e sapere come praticare i precetti e la parola amorevole.

Questa è la più grande felicità.

Essere ben attento alla madre, al padre,

alla cura di moglie e figli,

ad impegnarsi in un’occupazione che non nuoccia,

questa è una benedizione suprema.

Vivere in maniera retta, essere generosi,

essere capaci di dare sostegno a parenti ed amici

e vivere una vita irreprensibile.

Questa è la più grande felicità.

Evitare di commettere cattive azioni,

evitare di cedere all’alcol o alle droghe

ed essere diligenti nell’agire per il bene.

Questa è la più grande felicità.

Essere umili e gentili,

mostrare gratitudine, essere paghi di una vita semplice

e non perdere occasione di imparare il Dhamma.

Questa è la più grande felicità.

Perseverare ed essere aperti ai cambiamenti,

avere contatti regolari con persone spirituali

e partecipare alle discussioni di Dhamma.

Questa è la più grande felicità.

Vivere in maniera austera e pura,

comprendere le nobili verità

e realizzare il nibbàna.

Questa è la più grande felicità.

Vivere nel mondo,

con cuore non turbato dal mondo,

liberati dalla sofferenza, in pace.

Questa è la più grande felicità.

Coloro che realizzano tutto ciò

non saranno mai sconfitti, ovunque vadano.

Saranno sempre sereni e lontani dal pericolo.

Questa è la più grande felicità.

Seconda parte

Chi, tra il pubblico pratica il Buddismo, ascoltando l’insegnamento, dovrebbe farlo con la motivazione di riaffermare il proprio Rifugio nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha. Non solo, anche per rafforzare la propria compassione verso tutti gli esseri senzienti e la propria aspirazione a raggiungere la Buddhità per il bene di tutti gli esseri senzienti.

In generale, in questo mondo ci sono così tante importanti tradizioni religiose e ritengo che sia più adatto per individui di diverse società e culture seguire la propria religione tradizionale. Ad esempio, negli Stati Uniti, da quando i coloni europei arrivarono qui e formarono l’appartenenza dominante della comunità americana, la religione tradizionale degli Stati Uniti è la tradizione giudaico-cristiana. Ritengo che per la maggioranza del popolo americano sia meglio, e anche, in effetti, più adatto al temperamento ed alle inclinazioni, seguire gli insegnamenti della propria religione tradizionale. Tuttavia, potrebbero esserci delle persone che, a causa di alcuni fattori, nonostante siano cresciute in una comunità e in una cultura dove esiste una religione tradizionale, per qualche motivo non sono mai state in grado di sviluppare qualsiasi senso di affinità o fede per le forme di pratica tradizionali. Allora un tale individuo potrebbe a volte trovare maggiore attrazione o maggiore inclinazione per altre forme di insegnamenti religiosi, come il buddismo. In ogni caso, è sicuramente una scelta personale, che lo porta ad adottare o meno, certe forme d’insegnamento, come il buddismo. Tuttavia, è molto importante, una volta adottati tali insegnamenti, non soccombere mai alla tendenza di essere eccessivamente critico verso la propria religione tradizionale.

Per tali individui, anche se sono giunti, come risultato della propria indagine personale, alla conclusione che gli insegnamenti buddisti sono più adatti al proprio temperamento ed inclinazione, è quindi molto importante assicurarsi di non perdere mai il rispetto verso le altre religioni tradizionali. Questo è un qualcosa da tenere a mente.

Gli insegnamenti che vengono dati ora sono un commentario sulla Preziosa Ghirlanda di Nagarjuna. Gli insegnamenti sono stati richiesti da Geshe Gyeltsen [un insegnante tibetano con sede a Long Beach, California, scomparso nel 2009]. Io stesso ho ricevuto la trasmissione su questi insegnamenti da [nome non chiaro] Rinpoche, che a sua volta lo ha ricevuto da [nome non chiaro] Rinpoche, e oltre a questo non posso rintracciarne il lignaggio. È qualcosa che forse potreste scoprire. (risata)

Il punto è che nella tradizione tibetana esiste una percezione generale che quando si riceve un commentario od un testo particolare, se lo si riceve da un qualcuno che fa parte di un lignaggio ininterrotto di trasmissione, risalente all’autore originale del testo, ne deriva una dimensione aggiunta di spiritualità. E si dice anche che per alcuni individui, quando ti avvicini ad un testo filosofico buddista, e questo è un qualcosa che potresti trovare difficile da comprendere nelle fasi iniziali, il risultato di ricevere un commentario su un insegnamento che ha una discendenza ininterrotta di trasmissione, migliora davvero la comprensione del testo in modo che ti avvicini al testo stesso in una luce diversa.

C’è stato un leggero cambiamento nel programma di oggi, anche se la sessione del mattino doveva durare fino alle 12, c’è un bel numero di membri del Sangha che osservano il precetto monastico di non mangiare dopo mezzogiorno. Quindi finiremo la sessione del mattino alle 11.30. Per recuperare la mezz’ora persa, riprenderemo la sessione pomeridiana alle 13:30, anziché alle 14.

Quindi, dato che la sessione di questa mattina sarà piuttosto breve, non avremo una sessione di domande e risposte. Ma nel pomeriggio, all’inizio o alla fine, cercheremo di avere una mezz’ora per domande e risposte.

Dopo aver offerto alcune osservazioni introduttive, il Dalai Lama inizia ora il suo commentario sulla preziosa Ghirlanda di Nagarjuna.

La scuola della “Via di Mezzo” qui menzionata è il filone della filosofia Madhyamaka (Via di Mezzo) basata sugli insegnamenti di Nagarjuna. In termini di dottrina, tutte le scuole del Tibet sono all’interno della tradizione Madhyamaka.

Parte III

La Preziosa Ghirlanda

Inizieremo ora con una lettura dal testo. Penso che tutti voi abbiate una copia del volume del testo. Il nome del testo è “La Preziosa Ghirlanda, una lettera ad un re”. Inizialmente troviamo il saluto del traduttore, in tibetano, che recita, “Omaggio a tutti i Buddha e Bodhisattva”. Mentre l’omaggio effettivo del testo stesso è nella prima strofa, che recita,

1 – Mi inchino all’Onnisciente,

libero da ogni difetto,

adorno di tutte le buone qualità,

il solo amico di tutti gli esseri.

La Preziosa Ghirlanda fu composta dal maestro indiano Nagarjuna, che, non era solo un grande studioso, ma anche un adepto altamente realizzato. Si trattava d’una eminente persona universalmente riverita ed ammirata dal mondo buddhista indiano e anche da maestri che potevano condividere una persuasione filosofica di un tipo diverso, come la scuola della Sola Mente e così via. Ma è universalmente riconosciuta l’ammirazione e la riverenza verso Nagarjuna per la qualità del suo contributo al Buddismo in India. La Preziosa Ghirlanda fa parte di una classe di testi, composta da Nagarjuna, nota come i “Sei corpus analitici”. All’interno di questo, il testo fondamentale della scuola della Via di Mezzo è, ovviamente, il Madhyamaka-karika https://www.sangye.it/altro/?p=9194 [“Fondamenti di la Via di mezzo”], ed il ” Ratnavali “o Preziosa Ghirlanda https://www.sangye.it/altro/?p=2788, https://www.sangye.it/altro/?p=2799 fa parte di quella categoria.

Certamente, alcune contano separatamente i “Sei corpus analitici” dalla Preziosa Ghirlanda. Indipendentemente dal fatto che contiate o meno il “Ratnavalli” come parte dei “Sei corpus analitici”, l’unicità del “Ratnavali” sta nel fatto che non affronta solo molti dei problemi filosofici fondamentali della filosofia della Via di Mezzo, ma inoltre si occupa di molti aspetti dei mezzi abili [Skt. upaya; Jp. Hoben] e le dimensioni del sentiero buddista. Inoltre, la Preziosa Ghirlanda è stata esplicitamente scritta sotto forma di lettera, sotto forma di consigli, e si occupa di molte questioni, come la compassione, la giustizia sociale e così via. Quindi, in questo senso, la Preziosa Ghirlanda, come testo, è davvero unica nella letteratura buddista.

Se guardate alcune sezioni del testo, in particolare le sezioni sui due altruismi, il non-sé della persona ed il non-sé dei fenomeni, il modo in cui i concetti sono introdotti ed insegnati in questo testo, personalmente trovo, non solo che siano molto profondi, ma, quando li metti in relazione con la propria comprensione ed esperienza personale, li trovo altamente penetranti ed anche efficaci. Allo stesso modo, quando leggi la sezione che parla delle cause e delle condizioni per ottenere certe qualità del Buddha ed anche l’accumulo di merito, c’è anche una sezione che parla delle Quattro Pratiche Senza Limite, e quando rifletto su quei punti, trovo che non solo hanno ispirato profondamente ma anche una enorme fonte di coraggio.

Quindi, questo deriva dalla mia esperienza personale. Sento che la Preziosa Ghirlanda non è solo molto profonda come scrittura buddhista, ma anche un qualcosa che ha rilevanza diretta nella nostra vita quotidiana, nella nostra esperienza quotidiana.

Anche se non pretendo di assumere quest’atteggiamento, non sono solo da parte mia ma anche di molte persone qui presenti, quando si avvicinano ad un testo come questo, tendono ad affrontare il testo in un modo che riflette una vera arroganza: ovvero di sentirsi in realtà, in un certo senso, più abili e dotati di maggiore intelligenza rispetto al testo. Quindi, non seguiamo ogni singola parola che viene insegnata nel testo. Piuttosto, selezioniamo ciò che pensiamo sia più appropriato per noi e sentiamo d’aver davvero penetrato le intuizioni che vengono insegnate nel testo. Ma sento che quando leggo e rifletto sui significati degli insegnamenti di questo testo e sugli insegnamenti che si trovano nella Guida di Shantideva allo Stile di Vita del Bodhisattva https://www.sangye.it/altro/?cat=15 quando paragono i due, trovo questo sforzo combinato profondamente commovente ed anche molto efficace.

Quindi, quando leggo il testo, dove ci sono sezioni che ritengo importanti, spiegherò il significato del testo.

Ora, quando riflettiamo sul significato del primo verso che rende omaggio e porge il saluto al Buddha, sorge subito una domanda: è possibile realizzare un tale stato? È possibile realizzare uno stato completamente libero da ogni difetto, uno stato dove si dice che tutti gli aspetti positivi della nostra psiche o della nostra natura sono realizzati? Anche uno stato in cui l’individuo ha raggiunto le più alte perfezioni di compassione universale. Quindi, immediatamente si pone la questione se il raggiungimento di tale stato sia possibile o meno.

Conseguentemente, si potrebbe dire che è necessario comprendere i principi fondamentali del buddismo.

Poiché una riflessione sulla prima strofa richiede un’introduzione agli insegnamenti di base del buddismo, sento tuttavia che la maggior parte del pubblico qui ha già familiarità con l’argomento grazie ad alcune conferenze che ho tenuto sull’introduzione al Buddismo. Inoltre, dato che viviamo in un’epoca in cui sono disponibili tecnologie che rendono queste lezioni immediatamente disponibili sotto forma di audiocassette o trascrizioni o libri e così via. Quindi, sento che la maggior parte del pubblico ha già familiarità con le idee di base del Buddismo, quindi, in un certo senso, non c’è bisogno di ripeterle.