Lama Yesce: Sul sentiero della meditazione

Il nucleo essenziale degli insegnamenti di Lama Tzong Khapache sono questi tre punti, su cui si basa la meditazione del Sentiero Graduale (Lam Rim): rinuncia alla sofferenza, sviluppare un buon cuore, avere una corretta visione della realtà dei fenomeni.

Il nucleo essenziale degli insegnamenti di Lama Tzong Khapache sono questi tre punti, su cui si basa la meditazione del Sentiero Graduale (Lam Rim): rinuncia alla sofferenza, sviluppare un buon cuore, avere una corretta visione della realtà dei fenomeni.

Lama Thupten Yesce: Sul sentiero della meditazione

Sicuramente abbiamo ricevuto molte informazioni in questa vita, abbiamo ascoltato e letto parecchie cose, però nulla ha fatto veramente presa su di noi. La confusione che c’è dentro di noi, non ci ha permesso di raccogliere alcunché e ben poco siamo riusciti a utilizzare per lo sviluppo della nostra saggezza. Perciò abbiamo bisogno di qualcosa di chiaro, semplice e concreto, che possa condurci e dirigerci sulla via giusta, cioè verso un comportamento che ci porti a eliminare  la confusione in noi. Molto spesso pensiamo “io so benissimo quello che voglio” ma in realtà non ci rendiamo conto che  siamo confusi e non sappiamo cosa vogliamo in realtà. La sorgente della confusione e’ la nostra mente. La  mente, il nostro pensiero e’ la causa di ogni nostro problema in società ed in famiglia ed anche per la singola persona; tutto e’ causato dalla mente – anche l’inquinamento, la guerra,  le invenzioni che utilizziamo nella quotidianità, le nostre scelte esistenziali,   i libri che leggiamo,  tutto e’ mente. Quando si   riesce a riconoscere la diversa natura dei  vari tipi di pensieri ed i diversi  atteggiamenti mentali, non si ha più bisogno di qualcuno che ci insegni qualcosa.  Alcuni miei studenti negli  Stati  Uniti hanno tenuto un corso di meditazione in una prigione. I detenuti erano molto soddisfatti, hanno manifestato il desiderio di meditare ed ora vogliono costruire un centro di meditazione  all’interno della prigione. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Abbracciare la Rabbia

Thich Nhat Hanh: Il mio suggerimento è praticare la calma, l’essere concentrati, innaffiare i semi di saggezza e compassione che sono già in noi.

Thich Nhat Hanh: Abbracciare la Rabbia

Cari amici, vorrei dirvi come pratico quando mi arrabbio. Durante la guerra in Vietnam, c’erano molte ingiustizie, e furono uccise molte migliaia di persone, fra le quali molti miei amici e discepoli. Ero molto arrabbiato. Una volta venni a sapere che la città di Ben Tre, una città di trecentomila abitanti, era stata bombardata dall’aviazione americana solo perché alcuni guerriglieri erano scesi in città e avevano cercato di abbattere gli aeroplani americani. I guerriglieri non ebbero successo, e dopo quel tentativo se ne andarono. E la città fu distrutta. In seguito il militare che si era reso responsabile di ciò dichiarò che aveva dovuto distruggere la città per salvarla. Ero molto arrabbiato.

Ma a quel tempo ero già un praticante, un solido praticante. Non dissi nulla, non feci nulla, perché sapevo che agire o dire cose mentre si è arrabbiati non è saggio. Può creare molta distruzione. Tornai a me stesso, riconoscendo la mia rabbia, abbracciandola, e guardai profondamente nella natura della mia sofferenza. Continue reading »

Corrado Pensa: Sulla morte

Il Buddha dice a Patachara: "Pensi che sia la prima volta che piangi per la morte di qualcuno? Ti è successo moltissime volte, talmente tante che per accogliere le tue lacrime non basterebbero i quattro oceani".

Il Buddha dice a Patachara: "Pensi che sia la prima volta che piangi per la morte di qualcuno? Ti è successo moltissime volte, talmente tante che per accogliere le tue lacrime non basterebbero i quattro oceani".

Corrado Pensa: Insegnamento sulla morte

Pubblichiamo dal n°2, anno IV, maggio-agosto 2000, di Buone Notizie (rivista a cura dell’associazione culturale Rete di Indra, che ringraziamo), la trascrizione di un discorso tenuto a Milano il 10 febbraio 1999 da Corrado Pensa per presentare il libro Chi muore di Stephen Levine (Ediz. Sensibili alle Foglie, 1998; sul numero 1 di Dharma ne è stato pubblicato un estratto). Quella che presentiamo è una versione leggermente rivista e annotata dall’Autore stesso.

Il tema di questa sera è una riflessione sull’insegnamento del Buddha sulla morte, che è stata stimolata dalla pubblicazione del libro ‘Chi muore?’, di Stephen Levine, autore che si è occupato a lungo di meditazione e che, da un certo momento in poi, si è dedicato all’assistenza a malati terminali, con seminari molto apprezzati, rivolti sia a persone che stanno vicino a malati terminali, sia ai malati stessi. Dal materiale proveniente da questi seminari è nato questo libro Chi muore? tradotto adesso anche in italiano . Quindi, faremo questa chiacchierata facendo la spoletta tra il Buddha e Stephen Levine, considerando entrambi i modi, quello antico e classico del Buddha e quello contemporaneo di Stephen Levine. Continue reading »

Il Bon e il Buddhismo tibetano

bh3-copia-2

Il Bon e il Buddismo tibetano

Alexander Berzin, Amsterdam, Olanda, 23 Dicembre 2001, trascrizione leggermente rivista di un corso.

Preliminari

Prima di tutto calmiamoci concentrandoci sul respiro.Se la nostra mente è molto agitata possiamo contare i respiri – espiro, inspiro, uno; espiro, inspiro, due – fino a undici, ripetendo qualche volta. Se invece la nostra mente è abbastanza tranquilla non occorre contare, basta concentrarsi sulla sensazione del respiro mentre entra ed esce dal naso.

Poi riaffermiamo la nostra motivazione. In occidente mi sembra che questo termine indichi le ragioni psicologiche o emotive per fare qualcosa. Ma non è questo il significato del termine tibetano ‘dun-pa, che indica piuttosto lo scopo, ciò che si vuole realizzare. Il nostro scopo, ciò che vogliamo ottenere venendo qui e ascoltando questo discorso è un quadro più chiaro del Bon e dei suoi rapporti con il Buddhismo. E lo facciamo per poter seguire qualunque sentiero abbiamo intrapreso, Bon o buddhista, con maggiore chiarezza e senza opinioni settarie. Questo per poter porre tutta la nostra attenzione sul sentiero spirituale per raggiungere l’illuminazione per il bene di tutti. Riaffermiamo questo scopo. Continue reading »

Shamatha e Vipashyana

monaciPresentazione generale di Shamatha e Vipashyana

Alexander Berzin, Maggio, 2001. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

La stabilità mentale nel contesto di bodhicitta

La bodhicitta è una consapevolezza principale (gtso-sems) che è focalizzata sulla nostra futura illuminazione ed è accompagnata da due intenzioni (‘dun-pa):

1. ottenere tale illuminazione, Continue reading »

Rinuncia: la determinazione ad essere liberi

budh-paradRinuncia: la determinazione ad essere liberi

Alexander Berzin, Morelia, Messico, 10 Ottobre 2001. Traduzione in italiano a cura di Valentina Tamiazzo.

Definizione e implicazioni

La rinuncia (tib. nges-‘byung) è la determinazione ad essere liberi non soltanto da una qualche forma di sofferenza, ma anche dalle sue cause. Essa comporta la volontà di abbandonare quella sofferenza e le sue cause. Richiede quindi un grande coraggio. Continue reading »

I punti principali riguardo il karma

bh-copia-2Breve presentazione dei punti principali riguardo il karma

Alexander Berzin, Berlino, Germania, 28 Marzo 2001. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Il karma e le quattro nobili verità

Questa sera parleremo del karma. Questo è un argomento centrale nel Buddhismo. Possiamo vederne l’importanza osservando come esso si inserisce nel contesto delle quattro nobili verità, i quattro fatti visti come veri da qualsiasi essere altamente realizzato. Queste quattro verità sono ciò che Buddha ha insegnato come struttura di base dei suoi insegnamenti.

Il primo fatto della vita è che la vita è difficile e piena di problemi. Quali sono questi problemi? Sono fondamentalmente le sensazioni di diversi livelli di felicità e infelicità che abbiamo ad ogni istante. Questo è il vero problema. Continue reading »