Sua Santità il Dalai Lama: Prendere rifugio

Sua Santità il Dalai Lama: Buoni risultati nel nostro cammino spirituale si possono raggiungere solo se studiamo e pratichiamo sotto la guida di un lama che abbia raggiunto un’esperienza autentica di quanto deve insegnare e trasmettere ai suoi discepoli.

Sua Santità il Dalai Lama: Prendere rifugio

Prendere rifugio” significa riconoscere la validità dell’insegnamento buddhista e affidarsi ad esso per ottenere la propria liberazione. Si ritiene quindi che l’intrinseca bontà della dottrina dell’Illuminato possa aiutare, proteggere e guidare il praticante lungo la via della liberazione, che non sempre è facile da percorrere. Ma tornando al rifugio, dopo il Buddha, si prende rifugio nel Dharma, l’insegnamento spirituale.

Anche qui con Dharma si intende sia l’insegnamento storico del Buddha Shakyamuni, sia il concetto stesso di insegnamento. In un certo senso potremmo dire che il Dharma è il risultato dell’Illuminazione, perché il Buddha non ha tenuto per sé quanto compreso grazie all’Illuminazione ma lo ha voluto condividere con l’intera umanità. Infine, si prende rifugio nel Sangha, la comunità dei discepoli del Buddha. La comunità composta sia da monaci e monache, sia dai praticanti laici, che consente all’Insegnamento di preservarsi e continuare nel corso del tempo. Quando si prende rifugio nel Triplice Gioiello del Buddha, del Dharma e del Sangha, si è purificati dalle negatività delle azioni passate, compiute in questa o in altre vite, e l’aspirazione al cambiamento interiore, al raggiungimento dell’Illuminazione è fortemente incrementata. Continue reading »

Karmapa: Il significato di ‘Prendere Rifugio’

17° Karmapa Ogyen Trinley Dorje: "Penso che per ricordare a noi stessi il fatto che il maestro abbia realmente la qualità di realizzazione e di libertà come quelle del Buddha, immaginiamo e pensiamo al maestro come il Buddha, come un modo per tornare dal regno della fantasia al regno della realtà"!.

17° Karmapa Ogyen Trinley Dorje: "Penso che per ricordare a noi stessi il fatto che il maestro abbia realmente la qualità di realizzazione e di libertà come quelle del Buddha, immaginiamo e pensiamo al maestro come il Buddha, come un modo per tornare dal regno della fantasia al regno della realtà"!.

Il significato di ‘Prendere Rifugio’ del 17° Karmapa Ogyen Trinley Dorje.
Il senso di diventare buddhista e un approccio realistico e responsabile alla pratica del buddhismo spiegati dal 17° Karmapa, guida della scuola Karma Kagyu del buddhismo tibetano
Credo che il modo migliore per introdurre l’idea di Prendere Rifugio sia iniziare con delle domande: da cosa cerchiamo Rifugio? Da cosa stiamo cercando Protezione? Cosa o chi può offrire questa Protezione o Rifugio?
Iniziando da chi ci protegge realmente, direi che la risposta comprende due aspetti:
– La fonte di protezione diretta
– Le fonti di protezione indiretta
Chi offre protezione diretta siamo noi stessi. Come viene detto negli insegnamenti, dovremmo diventare i protettori di noi stessi. Del resto chi altri può proteggerci? La ragione sta nel fatto che la responsabilità di proteggere noi stessi dalla sofferenza immediata e a lungo termine è solamente nostra.
Il Buddha ci protegge mostrandoci il Sentiero, Continue reading »

S.S. Karmapa: il rifugio.

XVII Karmapa: "Vi sono tre precetti relativi al Bodhicitta: astenersi dal commettere azioni negative, accumulare azioni positive e adoperarsi per il bene degli altri".

XVII Karmapa: "Vi sono tre precetti relativi al Bodhicitta: astenersi dal commettere azioni negative, accumulare azioni positive e adoperarsi per il bene degli altri".

Il primo insegnamento di Sua Santità il 17° Gyalwa Karmapa, Monastero di Tsurphu, Tibet, luglio 1998.

Oggi vorrei presentare un breve insegnamento sul RIFUGIO.

Non si è Buddhisti finché non si prende Rifugio. E’ la comprensione e l’osservazione degli impegni del Rifugio che definisce una persona come Buddhista. Continue reading »

Rifugio

Azioni per la pratica derivanti dal prendere una direzione sicura (Rifugio)

Estratto modificato in Marzo 2002 da: Berzin, Alexander: L’Iniziazione di Kalachakra. Roma: Ubaldini Editore, 2002. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.

Introduzione

Prendere rifugio (skyabs-‘gro) significa imprimere alla nostra vita, in maniera formale, la direzione sicura e positiva indicata dal Triplice Gioiello – i Buddha, il Dharma e il Sangha – e promettere di mantenere risolutamente questa direzione stabile, finché non ci porti alla liberazione o all’illuminazione. Continue reading »

Il Rifugio: una direzione sicura e significativa nella vita

Il Rifugio: una direzione sicura e significativa nella vita

Dr. Alexander Berzin

Prendere rifugio è il fondamento di tutti gli insegnamenti e le pratiche buddhiste. È chiamato “la via d’accesso al sentiero buddhista”. Quando capiamo che prendere rifugio significa lavorare su noi stessi, allora è chiaro che si tratta di un processo in cui attivamente diamo una direzione sicura e significativa alla nostra vita. Lavoriamo su noi stessi mettendo in pratica i metodi che ci sono stati insegnati dal Buddha per liberarci dalla confusione, dalle emozioni disturbanti e dai comportamenti compulsivi nonché per sviluppare tutte le qualità positive. Questo è tutto ciò che i Buddha hanno fatto, ciò che maestri altamente realizzati stanno facendo e ciò che noi possiamo provare a fare seguendo le loro orme. Continue reading »

Ven. Ghesce Yesce Tobden: I tre oggetti del rifugio

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La prima richiesta agli esseri illuminati dovrebbe partire da noi.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: La prima richiesta agli esseri illuminati dovrebbe partire da noi.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: I tre oggetti del rifugio

12. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Dei tre oggetti del rifugio prima abbiamo Buddha che è l’essere illuminato che non ci protegge con la sua mano, con il suo potere; egli ci mostra come realizzare la protezione, come realizzare il rifugio. Quindi Buddha, il primo oggetto del rifugio, è colui che mostra il sentiero del rifugio, della protezione.

Il secondo oggetto del rifugio è il Dharma che sarebbe la pratica personale. La salvezza, cioè il vero rifugio, viene dalla pratica personale. Quindi il Dharma è la vera protezione, la sicurezza, che uno può avere.

Se uno pratica, cioè abbandona le azioni negative, distruttive, e quindi non accumula delle impronte negative, e invece si impegna sempre nelle azioni positive, lasciando un’impronta positiva, in questo modo evita di rinascere nelle esistenze inferiori e si salva dal rinascere nelle esistenze inferiori perché non ha accumulato impronte negative. La pratica personale, Dharma, è il passaporto, la garanzia, che uno può avere per non avere la sofferenza, per non rinascere nella esistenza di infelicità. Continue reading »

Le pratiche preliminari

Le pratiche preliminari tipiche del Vajrayana costituiscono i “preliminari straordinari” Thun-mon ma-yin-pa’i snon-‘gro bzi, che consistono in 100.000, o, meglio, 111.111:

prostrazioni e prese di Rifugio;
• recitazioni del mantra di Vajrasattva;

offerte del mandala;
• recitazioni del guru-yoga;

da compiersi ovviamente in successive sedute di meditazione.
Nell’Ordine Ghelupa a un praticante possono essere assegnati fino a 9 tipi di “preliminari straordinari”, ossia 9 serie di “centomila”: rifugio, prostrazioni davanti al simbolo dei Tre Gioielli (che costituiscono un ‘preliminare’ a sé stante), offerte d’acqua, offerte del mandala semplice, fabbricazione e offerte di tsa-tsa, mantra lungo di Vajrasattva, mantra dei voti di purificazione (mantra di Vajradakiniu e mantra di Samayavajra), offerta del fuoco, guru-yoga.
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Cos’è il rifugio?

Matt Lindén: Cos’è il rifugio?

Tutti noi cerchiamo un significato nella nostra vita. Alcuni lo inseguono nella carriera, altri stando al passo con l’ultima moda, e altri ancora viaggiando verso destinazioni lontane. Alla fine, però, la carriera termina con la pensione, la moda cambia costantemente e le vacanze finiscono in un batter d’occhio. Nessuna di queste ci fornisce soddisfazione o felicità permanenti. Visti i milioni di scelte – materialistiche e spirituali – disponibili nel nostro mondo moderno, c’è molta confusione rispetto a ciò che potremmo fare della nostra vita.
Nel Buddhismo, il rifugio consiste nel porre una direzione significativa nella nostra vita. Tale direzione consiste nel lavorare su noi stessi per superare tutti i nostri difetti e realizzare tutti i nostri potenziali, in modo da essere di aiuto a noi stessi e a tutti nel miglior modo possibile. Il rifugio buddhista funge da riparo da qualcosa di più della semplice noia, della fame o dello stress temporanei. Non si tratta di cambiare nulla esternamente: non abbiamo bisogno di indossare abiti speciali o modificare la nostra acconciatura. Il rifugio nel Buddhismo riguarda il cambiamento del nostro stato mentale. Ciò significa approfondire la nostra comprensione di ciò che dà uno scopo alla vita e di ciò che ci porterà felicità ora e in futuro. In breve, il rifugio buddhista ci protegge dalla sofferenza.
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La pratica del rifugio esterno, interno e segreto del Mahāsiddha Thangtong Gyalpo

Mahāsiddha Thangtong Gyalpo

La pratica del rifugio esterno, interno e segreto del Mahāsiddha Thangtong Gyalpo

Rivelata da Ka Ngapa Paljor Sherab

མ་ནམ་མཁའ་དང་མཉམ་པའི་སེམས་ཅན་ཐམས་ཅད་བླ་མ་སངས་རྒྱས་རིན་པོ་ཆེ་ལ་སྐྱབས་སུ་མཆིའོ།།

ma namkha dang nyampé semchen tamché lama sangye rinpoche la kyab su chi o

Tutti gli esseri senzienti simili alle nostre madri e infiniti quanto lo spazio prendono rifugio nel lama, il prezioso buddha.

སངས་རྒྱས་ཆོས་དང་དགེ་འདུན་རྣམས་ལ་སྐྱབས་སུ་མཆིའོ། །

sangye chö dang gendün nam la kyab su chi o

Nel Buddha, Dharma e Sangha, prendiamo rifugio.

བླ་མ་ཡི་དམ་མཁའ་འགྲོའི་ཚོགས་ལ་སྐྱབས་སུ་མཆིའོ། །

lama yidam khandrö tsok la kyab su chi o

Nell’assemblea dei lama, delle deità yidam e delle ḍākinī, prendiamo rifugio.

རང་སེམས་སྟོང་གསལ་ཆོས་ཀྱི་སྐུ་ལ་སྐྱབས་སུ་མཆིའོ།།

rangsem tongsal chö kyi ku la kyab su chi o

Nel dharmakāya, la vacuità e chiarezza inseparabili della nostra mente, prendiamo rifugio.

ཞེས་སྤྱན་རས་གཟིགས་ཀྱིས་ཆོས་རྗེ་བཀའ་ལྔ་པར་གནང་ནས་འདི་དགེ་སློང་བརྩོན་འགྲུས་བཟང་པོ་ཐང་སྟོང་རྒྱལ་པོ་ལ་བྱིན་ཅིག་དེས་འཛམ་གླིང་གི་མི་ལ་བསྒྲགས་ནས། གནས་སྐབས་ནད་གདོན་བར་ཆད་ཐམས་ཅད་བསལ། ངན་སོང་ལས་སྐྱོབ་པར་བྱེད་དོ་གསུངས་པ་བྱིན་རླབས་ཅན་ནོ། །དགེའོ།། །།

Questa preghiera contiene la benedizione di Avalokiteśvara, che la trasmise al Signore del Dharma Ka Ngapa e gli disse di darla a Gelong Tsöndru Zangpo (Thangtong Gyalpo), dicendo che se l’insegnasse alla gente di questo mondo, eliminerebbe immediatamente tutte le malattie, le influenze negative e gli ostacoli, e proteggerebbe ugualmente dai regni inferiori. Virtù! 

https://www.lotsawahouse.org/it/tibetan-masters/thangtong-gyalpo/outer-inner-secret-refuge-thangtong-gyalpo

I preliminari

Vajrasattva come Manifestazione di tutti gli esseri illuminati

Le pratiche preliminari tipiche del Vajrayana costituiscono i “preliminari straordinari” Thun-mon ma-yin-pa’i snon-‘gro bzi, che consistono in 100.000, o, meglio, 111.111:

prostrazioni e prese di Rifugio;
• recitazioni del mantra di Vajrasattva;

offerte del mandala;
• recitazioni del guru-yoga;

da compiersi ovviamente in successive sedute di meditazione.
Nell’Ordine Ghelupa a un praticante possono essere assegnati fino a 9 tipi di “preliminari straordinari”, ossia 9 serie di “centomila”: rifugio, prostrazioni davanti al simbolo dei Tre Gioielli (che costituiscono un ‘preliminare’ a sé stante), offerte d’acqua, offerte del mandala semplice, fabbricazione e offerte di tsa-tsa, mantra lungo di Vajrasattva, mantra dei voti di purificazione (mantra di Vajradakiniu e mantra di Samayavajra), offerta del fuoco, guru-yoga.

I “Preliminari ordinari” sono invece le “4 meditazioni che rivolgono la mente al Dharma”: il prezioso corpo umano, l’impermanenza, la legge del karma, la struttura sofferente del samsara. Continue reading »