Matt Lindén: Cos’è il rifugio?
Tutti noi cerchiamo un significato nella nostra vita. Alcuni lo inseguono nella carriera, altri stando al passo con l’ultima moda, e altri ancora viaggiando verso destinazioni lontane. Alla fine, però, la carriera termina con la pensione, la moda cambia costantemente e le vacanze finiscono in un batter d’occhio. Nessuna di queste ci fornisce soddisfazione o felicità permanenti. Visti i milioni di scelte – materialistiche e spirituali – disponibili nel nostro mondo moderno, c’è molta confusione rispetto a ciò che potremmo fare della nostra vita.
Nel Buddhismo, il rifugio consiste nel porre una direzione significativa nella nostra vita. Tale direzione consiste nel lavorare su noi stessi per superare tutti i nostri difetti e realizzare tutti i nostri potenziali, in modo da essere di aiuto a noi stessi e a tutti nel miglior modo possibile. Il rifugio buddhista funge da riparo da qualcosa di più della semplice noia, della fame o dello stress temporanei. Non si tratta di cambiare nulla esternamente: non abbiamo bisogno di indossare abiti speciali o modificare la nostra acconciatura. Il rifugio nel Buddhismo riguarda il cambiamento del nostro stato mentale. Ciò significa approfondire la nostra comprensione di ciò che dà uno scopo alla vita e di ciò che ci porterà felicità ora e in futuro. In breve, il rifugio buddhista ci protegge dalla sofferenza.I buddhisti generalmente usano l’espressione “prendere rifugio” perché questo è un processo attivo. È un passo fondamentale in cui ci impegniamo nel sentiero buddhista. Perché, però, faremmo una cosa del genere? Quando comprendiamo la natura umana – il fatto che tutti cerchiamo felicità e soddisfazione e nessuno di noi vuole la sofferenza – dovremmo cercare qualcosa che ci aiuti. E così, nel Buddhismo ci rivolgiamo ai Tre Gioielli per trovare rifugio.
Questi Tre Gioielli sono il Buddha, il Dharma e il Sangha.
Cerchiamo rifugio nel Buddha perché, come insegnante illuminato, egli ci mostra la via per uscire non solo da un’esistenza insignificante, ma dalla sofferenza nella sua totalità. Ha insegnato che la mente è essenzialmente pura e che, mediante compassione e saggezza, qualsiasi confusione ed emozione negativa che abbiamo può essere rimossa per sempre, in modo che non torni mai più. Il Dharma è l’insegnamento del Buddha sul modo in cui poter raggiungere questo obiettivo; quando cerchiamo rifugio, quindi, ci rivolgiamo ai vari metodi buddhisti per affrontare tutti i problemi della nostra vita e li adottiamo. Il è costituito dai monaci, dalle monache e dai nostri compagni buddhisti. Quelli tra di loro che realmente praticano gli insegnamenti del Buddha agiscono come modelli di vita e fonte di ispirazione per continuare a seguire il sentiero buddhista.
Il nostro impegno non implica che dobbiamo isolarci dai nostri amici o dalla società. In effetti, quando prendiamo rifugio nei Tre Gioielli, non solo creiamo una vita significativa per noi stessi, ma ci apriamo agli altri e iniziamo a vedere come possiamo offrire il nostro contributo a chi ci circonda e al mondo nella sua globalità.
Quando prendiamo rifugio nel , nel Dharma e nel , non dovremo più sentirci confusi. Non avremo più bisogno di guardarci attorno a livello spirituale e, sebbene ovviamente avremo ancora necessità di un certo livello di agio materiale e di una certa quantità di beni, non ci affideremo a questo, immaginando che ci renderà felici per sempre. L’impegno che prendiamo nei confronti dei principi buddhisti, in realtà, ci libera dallo stress e ci offre più tempo per lavorare su ciò che è importante: renderci emotivamente più felici e più sani.
Ecco perché il rifugio è un processo continuo e attivo. È qualcosa su cui dobbiamo lavorare incessantemente. Non si tratta semplicemente di credere nel Buddha e pregarlo come se fosse un dio. E i nostri amici buddhisti non potranno compiere il lavoro per noi, al posto nostro. Questo è il motivo per cui si dice che il rifugio più elevato siano gli insegnamenti del , il . Anche se abbiamo forte fede nel Buddha e molti amici buddhisti saggi e compassionevoli, non raccoglieremo i frutti del rifugio se non seguiremo e utilizzeremo noi stessi gli insegnamenti del . Quando seguiremo il consiglio principale – non danneggiare gli altri, partecipare ad attività benefiche e domare la nostra mente – la nostra vita diventerà sicuramente più significativa.
Sebbene ci siano cerimonie speciali in cui possiamo formalmente iniziare il nostro cammino sul sentiero buddhista, il vero impegno deve provenire dal cuore. Quando iniziamo davvero a lavorare su noi stessi, è allora che abbiamo realmente preso rifugio.
Verificato e approvato dal Dott. Alexander Berzin; traduzione italiana a cura di Chiara Mascarello. (Tratto dal sito https://studybuddhism.com/it/punti-essenziali/cos-e/che-cos-e-il-rifugio che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)