1 – Il Dhammapada: le massime del Buddha

Dhammapada 421. Chi non ha passato, né futuro, né presente, che non ha e non prende nulla, questo io dico Arhat.

Dhammapada 2. Se un uomo parla o agisce con mente serena, gliene seguirà felicità,

Il Dhammapada, o Libro della legge, raccoglie 423 aforismi che, secondo la tradizione, sono stati pronunciati dal Buddha e poi raccolti da un ignoto autore, probabilmente un suo discepolo. Essi possono considerarsi una sorta di summa del pensiero e della dottrina buddhisti, da utilizzarsi soprattutto nella vita quotidiana per iniziare quel cammino di affrancamento dalle passioni terrene e dagli affanni quotidiani che, una volta compiuto, porta alla liberazione (mukti). Il Dhammapada costituisce una delle opere più note della fede buddhista, la cui influenza si è estesa ben oltre i confini del Buddhismo.

* Strofe accoppiate

1

Tutto ciò che siamo è il prodotto della nostra mente,

è basato su di essa e da essa è formato. Continue reading »

2 – Il Dhammapada: La riflessione

Dhammapada 25: Elevandosi per mezzo della riflessione, dell'introspezione e dell'autodominio, l'uomo saggio costruisce per sé un isola che l'inondazione non può sommergere.

Dhammapada 25: Elevandosi per mezzo della riflessione, dell'introspezione e dell'autodominio, l'uomo saggio costruisce per sé un isola che l'inondazione non può sommergere.

La riflessione

21

La riflessione è la via che conduce all’immortalità,

mentre la mancanza di essa conduce alla morte:

coloro che sono riflessivi, infatti, non muoiono mai,

mentre gli sconsiderati è come fossero già morti.

22

Quanti hanno chiaro questo concetto praticano

da esperti la riflessione e se ne dilettano, rallegrandosi

di appartenere al gruppo degli eletti.

23

Costoro, gente accorta, sapiente, meditativa e sempre

in possesso di grandi energie, pervengono

alla Verità Assoluta (nirvana), al sommo bene. Continue reading »

3 – Il Dhammapada: Il pensiero

Dhammapada 35: Il pensiero dominato reca felicità.

Dhammapada 35: Il pensiero dominato reca felicità.

Il pensiero

33

L’uomo saggio raddrizza il proprio pensiero

malfermo, vacillante,

difficile da conservare e da trattenere,

così come colui

che fabbrica un dardo fa con la freccia.

34

Il nostro pensiero vacilla quando deve rinunciare

a soggiacere al dominio di Mara, Continue reading »

4 – Il Dhammapada: Il saggio

Il Dhammapada 89:Coloro il cui pensiero è pienamente raccolto sui sette componenti della perfetta illuminazione, che si rallegrano del non ricevere nulla, dell'essersi affrancati dall'attaccamento, che dominano i propri desideri, che sono colmi di luce, questi sono giunti alla liberazione ancora in questo mondo.

Il Dhammapada 89: Coloro il cui pensiero è pienamente raccolto sui sette componenti della perfetta illuminazione, che si rallegrano del non ricevere nulla, dell'essersi affrancati dall'attaccamento, che dominano i propri desideri, che sono colmi di luce, questi sono giunti alla liberazione ancora in questo mondo.

Il saggio

76

Se vedete un uomo che vi indica

quello che bisogna evitare, che vi rimprovera,

ed è intelligente, seguitelo come un saggio,

come se fosse uno che svela tesori: per chi segue

una persona simile, sarà meglio, non peggio.

77

Che vi rimproveri, che vi impartisca ordini,

che vi impedisca di fare ciò che è disdicevole:

questi sarà amato da chi è buono

e sarà odiato da chi è cattivo. Continue reading »

5 – Il Dhammapada: L’Arhat

Dhammapada 96: Serena è la mente, serene sono le parole, serena è l'azione di colui che ha raggiunto la liberazione per mezzo della retta conoscenza e si è pacificato nell'intimo.

Dhammapada 96: Serena è la mente, serene sono le parole, serena è l'azione di colui che ha raggiunto la liberazione per mezzo della retta conoscenza e si è pacificato nell'intimo.

L’Arhat

90

Non esiste più arsura per chi ha terminato la sua strada,

che non prova sofferenza, che si è liberato in tutti i sensi,

che si è affrancato da ogni tipo di legame.

91

(L’Arhat) si accinge con la mente ben raccolta

a intraprendere la strada e non si rallegra di rimanere

nella propria abitazione: come cigni

che hanno abbandonato il loro specchio d’acqua,

essi abbandonano la loro abitazione e la loro famiglia.

92

Di quanti non possiedono ricchezze,

che sanno quale sia il cibo (consentito), che conoscono

la vacuità e la liberazione privi di condizionamenti,

di questi è difficile seguire la strada, come accade

per (chi osservi) quella degli uccelli nel cielo. Continue reading »

6 – Il Dhammapada: Le migliaia

Dhammapada 104: Chi vince se stesso è senz'altro migliore degli altri esseri.

Dhammapada 104: Chi vince se stesso è senz'altro migliore degli altri esseri.

Le migliaia

100

A un sermone, anche se composto

di mille (vocaboli), ma vocaboli privi di senso, è preferibile

una sola parola ponderata,

udendo la quale un uomo si senta tranquillo.

101

A un poema, anche se composto

di mille (strofe),ma strofe prive di senso, è preferibile

un poema costituito da un solo verso,

udendo il quale un uomo si senta tranquillo.

102

Piuttosto che recitare cento poemi composti

di versi senza senso alcuno, è preferibile recitare un solo

verso, udendo il quale ci si senta tranquilli. Continue reading »

7- Il Dhammapada: Il male

Dhammapada 118: Se un uomo compie il bene, ripeta ancora la buona azione e in essa trovi compiacimento. L'accumulo di bene, infatti, è fonte di felicità.

Dhammapada 118: Se un uomo compie il bene, ripeta ancora la buona azione e in essa trovi compiacimento. L'accumulo di bene, infatti, è fonte di felicità.

Il male

116

E’ necessario che l’uomo si avvicini

sempre più al bene e si adoperi per preservare

la propria mente dalla malvagità.

La mente di colui che compie

buone azioni di malavoglia, infatti, si diletta nel male.

117

Se un uomo compie qualche azione malvagia,

eviti di ripetere ancora la cattiva azione,

non si compiaccia nel peccato.

L’accumulo di male, infatti, è fonte di dolore. Continue reading »

8 – Il Dhammapada: La punizione

Dhammapada 132: Chi, perseguendo la propria felicità, non colpisce esseri che ricercano anch'essi la propria felicità, dopo la morte raggiungerà la felicità.

Dhammapada 132: Chi, perseguendo la propria felicità, non colpisce esseri che ricercano anch'essi la propria felicità, dopo la morte raggiungerà la felicità.

La punizione

129

Ogni uomo trema di fronte alla punizione,

ogni uomo teme la morte: come se ti trovassi al suo posto,

non uccidere né fa’ uccidere.

130

Ogni uomo trema di fronte alla punizione,

ogni uomo ama la vita: come se ti trovassi al suo posto,

non uccidere né fa’ uccidere. Continue reading »

9 – Il Dhammapada: La vecchiaia

 Dhammapada 156: Chi non ha rispettato la disciplina e da giovane non ne ha fatto tesoro giace come un arco spezzato, rimpiangendo il passato.

Dhammapada 156: Chi non ha rispettato la disciplina e da giovane non ne ha fatto tesoro giace come un arco spezzato, rimpiangendo il passato.

La vecchiaia

146

Qual è il motivo per il quale si ride, si gioisce,

quando tutto è preda delle fiamme?

Avvolti dalle tenebre, non cercate una luce?

147

Volgete lo sguardo verso questa figura colorata,

questo corpo ricoperto di ferite,

tenuto insieme, malandato, pieno di fantasie, nel quale

non esiste forza, che è privo di stabilità!

148

Questo corpo è logoro, pieno di malattie, fragile:

questo coacervo putrescente

è in disfacimento; infatti la vita è contigua alla morte. Continue reading »

10 – Il Dhammapada: Se stesso

Dhammapada 160: Ognuno è signore di se stesso: quale altro signore potrebbe esistere?

Dhammapada 160: Ognuno è signore di se stesso: quale altro signore potrebbe esistere?

Se stesso

157

Se ci si riconosce come cosa cara,

ci si custodisca.

Delle tre veglie notturne, durante una vegli il saggio.

158

Prima di tutto ci si indirizzi verso ciò che è giusto,

poi si istruisca altri:

così chi è saggio non avrà danni.

159

Ci si comporti in modo da poter insegnare ad altri:

chi si domina potrà dominare

poiché è difficile dominare se stessi. Continue reading »

11 – Il Dhammapada: II mondo

Dhammapada 173: Chi riscatta un'azione cattiva con una buona illumina il mondo come luna non offuscata da nubi.

Dhammapada 173: Chi riscatta un'azione cattiva con una buona illumina il mondo come luna non offuscata da nubi.

II mondo

167

Non vivete nel male e nella distrazione, non seguite false

dottrine, non esaltate il vivere mondano!

168

Alzati! Non essere disattento! Pratica la legge della virtù!

Chi pratica la buona legge

è seguito dalla felicità in questo mondo e in quello futuro.

169

Segui la legge della virtù, non quella del cattivo

comportamento. Chi pratica la buona legge è seguito dalla

felicità in questo mondo e in quello futuro. Continue reading »

12 – Il Dhammapada: Il Buddha

Dhammapada 183: Non fare il male, compi il bene, purifica la mente, questo insegna il Buddha.

Dhammapada 183: Non fare il male, compi il bene, purifica la mente, questo insegna il Buddha.

Il Buddha

179

Colui la cui vittoria non può essere riconquistata,

nelle cui conquiste nessuno può entrare,

questo Buddha che domina l’infinito, che non ha via,

su che via vorreste condurlo?

180

Chi nessun desiderio, coi suoi lacci venefici,

può deviare, questo Buddha che domina l’infinito,

che non ha via, su che via vorreste condurlo?

181

Quei forti, dediti alla meditazione,

che godono nella pace della liberazione! Anche gli dei

invidiano chi è risvegliato e cosciente. Continue reading »

13 – Il Dhammapada: La felicità

Dhammapada 205: Chi ha assaggiato la dolcezza della solitudine e il nettare della meditazione non ha dolori né peccato, avendo già sorbito la gaia essenza della legge.

Dhammapada 205: Chi ha assaggiato la dolcezza della solitudine e il nettare della meditazione non ha dolori né peccato, avendo già sorbito la gaia essenza della legge.

La felicità

197

Viviamo dunque felici senza odiare chi ci odia:

fra chi ci è nemico, viviamo senza odio.

198

Viviamo dunque felici senza dolore

tra chi è addolorato: fra chi è addolorato,

viviamo senza dolore.

199

Viviamo dunque felici senza desideri

fra chi è preda del desiderio:

fra chi è avido viviamo senza avidità Continue reading »

14 – Il Dhammapada: Il piacere

Dhammapada 217: La gente ha caro chi è virtuoso, intelligente, giusto, veritiero e diligente.

Dhammapada 217: La gente ha caro chi è virtuoso, intelligente, giusto, veritiero e diligente.

Il piacere

209

Chi si dedica a cose vane e non alla meditazione,

avendo lasciato l’utile

per il futile, invidierà chi si concentra su se stesso.

210

Non avvinghiarti a ciò che piace

né a ciò che spiace. Non vedere ciò che piace è doloroso

come vedere ciò che spiace. Continue reading »

15 – Il Dhammapada: L’ira

Dhammapada 224: Di' la verità, non ti adirare, dona anche se poco, quando ti si chiede: queste sono le tre condizioni che ti faranno essere presto vicino agli dei.

Dhammapada 224: Di' la verità, non ti adirare, dona anche se poco, quando ti si chiede: queste sono le tre condizioni che ti faranno essere presto vicino agli dei.

L’ira

221

Lascia l’ira, abbandona l’orgoglio, va al di là dei legami:

nessun dolore sfiora

chi è lontano da nome e forma e non possiede nulla.

222

Chi frena l’ira come fosse un carro

che precipita, questi io definisco un vero cocchiere,

gli altri tengono solo le briglie.

223

Che l’assenza d’ira vinca l’ira; che la bontà vinca

la cattiveria. Che la generosità

vinca l’avarizia, che la verità vinca la menzogna. Continue reading »

16 – Il Dhammapada: Le impurità

Dhammapada 252: L'errore degli altri è facile da vedere, non così il proprio.

Dhammapada 252: L'errore degli altri è facile da vedere, non così il proprio.

Le impurità

235

Ora sei come una foglia ingiallita;

i messaggeri di Yama (dio della morte) ti sono già vicini:

la tua dipartita è prossima,

non si trovano però provviste per il viaggio.

236

Fa’ dite stesso un’isola, lavora duramente, sii saggio.

Quando l’impurità

sarà soffiata via, senza colpa entrerai nel celeste mondo

degli Eletti.

237

La tua vita è alla fine.

Sei ora vicinissimo a Yama, non c’è fermata sulla strada

e non si trovano ancora le provviste.

238

Fa’ di te stesso un’isola, lavora duramente,

sii saggio. Quando l’impurità

sarà soffiata via, non tornerai più a vivere e ad invecchiare. Continue reading »

17 – Il Dhammapada: L’uomo giusto

Dhammapada 279: "Tutta la realtà non ha esistenza inerente": chi comprende questo si sottrae alla sofferenza. Questa è la strada per la purificazione.

Dhammapada 279: "Tutta la realtà non ha esistenza inerente": chi comprende questo si sottrae alla sofferenza. Questa è la strada per la purificazione.

L’uomo giusto

256

Un uomo non è giusto

se tratta una questione con violenza, ma se discerne

tra il reale e ciò che non lo è.

257

Chi guida gli altri con calma, secondo la legge,

che custodisce il diritto

ed è attento, questi e un uomo giusto.

258

Non è saggio

chi parla molto, ma chi è paziente,

tranquillo e coraggioso.

259

Non si è esperti di dottrina perché se ne parla molto;

anche se si è imparato poco,

ma si reputa il dharma una cosa concreta, allora si è esperti

di dottrina e non la si trascura. Continue reading »

18 – Il Dhammapada: Miscellanea

Dhammapada 314: E' preferibile non fare un'azione che non va fatta, perché dopo ci si pente.

Dhammapada 314: E' preferibile non fare un'azione che non va fatta, perché dopo ci si pente.

Miscellanea

290

Se tralasciando un piccolo piacere, se ne può provaré

uno grande, abbandoni pure

chi è forte il piacere piccolo per contemplare quello grande.

291

Chi per raggiungere la propria

felicità causa dolore agli altri esseri, stretto nei vincoli

dell’odio, non si affranca dall’odio.

292

Quando si rifiuta quello che si deve fare e si fa quello

che non si dovrebbe,

aumentano i vincoli per gli arroganti e gli sbadati.

293

Ma chi è bene attento,

si impegna nel controllo del proprio corpo, non fa ciò Continue reading »

19 – Il Dhammapada: L’elefante

Dhammapada 372: Non c'è meditazione senza conoscenza, né conoscenza senza meditazione. Chi le possiede entrambe è vicinissimo al nirvana.

Dhammapada 372: Non c'è meditazione senza conoscenza, né conoscenza senza meditazione. Chi le possiede entrambe è vicinissimo al nirvana.

L’elefante

320

Io soffrirò in silenzio,

come un elefante centrato da una freccia in battaglia,

mentre il popolo è privo di virtù.

321

Si porta in battaglia (l’elefante) domato, il re monta

l’elefante domato. L’uomo migliore

è colui che è domo, colui che soffre in silenzio.

322

I muli domati sono buoni,

come pure i purosangue Shindu e gli elefanti

imponenti. Chi ha domato

se stesso è ancora migliore di loro.

323

Non sarebbe però possibile andare con quei quadrupedi

nel Paese non calpestato

(il nirvana), mentre chi ha domato se stesso vi va per mezzo

di se stesso ben domo. Continue reading »

20 – Il Dhammapada: L’Arhat

407 Chi ha fatto cadere passione; odio, arroganza e ipocrisia, come l'ago fa con un seme di senape, questo io dico Arhat.

407 Chi ha fatto cadere passione; odio, arroganza e ipocrisia, come l'ago fa con un seme di senape, questo io dico Arhat.

L’Arhat

383

Ferma la corrente fluviale con coraggio, oh Arhat,

dissipa i desideri: dopo aver compreso il dissolvimento

degli elementi dell’esistenza, comprenderai anche

ciò che non fu creato (il nirvana).

384

Quando un Arhat giunge all’altra riva

per mezzo delle due leggi, quella del controllo

e quella della meditazione, ogni legame verrà meno

per lui che ha conosciuto.

385

Chi non conosce questa riva è l’altra ed entrambe,

che non ha paura e vincoli, questo io chiamo Arhat.

386

Chi medita senza contaminazioni e fa quello

che bisogna fare senza passione e in maniera distaccata è

giunto alla meta finale e questo io chiamo Arhat.

387

Durante il giorno splende il sole,

durante la notte la luna, splende il guerriero nell’armatura,

splende l’Arhat quando medita,

ma il Buddha splende sempre, di giorno e di notte. Continue reading »

The Tibetan Dhammapada: 1 – 15

buThe Tibetan Dhammapada, the Udanavarga – compiled by DHARMATRATA

Translated into English from Tibetan by Gareth Sparham with guidance from Lobsang Gyatso and Ngawang Thekchok. English editing by Beth Lee. First published in 1979 by The Tibetan Cultural Printing Press (Dharmasala, India). Published in 1983 by Mahayana Publications (New Delhi, India). Re-published in 1986 by Wisdom Publications (London, England) (out of print). The text herein has been checked against the Tibetan, lightly edited and reformatted. Preface, Introduction, Poem and endnotes are omitted.

The Tibetan Dhammapada

capp 1 – 15

Chapter 1 – IMPERMANENCE

1 I I will relate correctly here

The Conqueror’s indicative teachings.Dispel dullness and sleepiness

And listen well with a joyful mind. Continue reading »

The Tibetan Dhammapada: 16 – 28

buddha-tushita11The Tibetan Dhammapada, the Udanavarga – capp 16 – 28 Compiled by DHARMATRATA

Translated into English from Tibetan by Gareth Sparham with guidance from Lobsang Gyatso and Ngawang Thekchok. English editing by Beth Lee. First published in 1979 by The Tibetan Cultural Printing Press (Dharmasala, India). Published in 1983 by Mahayana Publications (New Delhi, India). Re-published in 1986 by Wisdom Publications (London, England) (out of print). The text herein has been checked against the Tibetan, lightly edited and reformatted. Preface, Introduction, Poem and endnotes are omitted.

Chapter 16 – MISCELLANEOUS

1 Do sentry work, one’s task, at the outset

Because the time for work reverts.

2 When first you have done like this ― Continue reading »

The Tibetan Dhammapada: 29 – 33

budThe Tibetan Dhammapada, the Udanavarga (capp  29 – 33) – Compiled by DHARMATRATA

Translated into English from Tibetan by Gareth Sparham with guidance from Lobsang Gyatso and Ngawang Thekchok. English editing by Beth Lee. First published in 1979 by The Tibetan Cultural Printing Press (Dharmasala, India). Published in 1983 by Mahayana Publications (New Delhi, India). Re-published in 1986 by Wisdom Publications (London, England) (out of print). The text herein has been checked against the Tibetan, lightly edited and reformatted. Preface, Introduction, Poem and endnotes are omitted.

Chapter 29 – ANTITHESES

1 Just as the fireflies appear

Until the sun begins to shine,

And when the sun is shining

Turn dowdy and do not appear,

So too philosophers appearUntil the Ones Thus Gone start to shine

And when the Universal Buddha shines

Those [philosophers] with their listeners do not show up. Continue reading »