8 – Il Dhammapada: La punizione

Dhammapada 132: Chi, perseguendo la propria felicità, non colpisce esseri che ricercano anch'essi la propria felicità, dopo la morte raggiungerà la felicità.

Dhammapada 132: Chi, perseguendo la propria felicità, non colpisce esseri che ricercano anch'essi la propria felicità, dopo la morte raggiungerà la felicità.

La punizione

129

Ogni uomo trema di fronte alla punizione,

ogni uomo teme la morte: come se ti trovassi al suo posto,

non uccidere né fa’ uccidere.

130

Ogni uomo trema di fronte alla punizione,

ogni uomo ama la vita: come se ti trovassi al suo posto,

non uccidere né fa’ uccidere.131

Chi, perseguendo la propria felicità,

colpisce esseri che ricercano anch’essi la propria felicità,

dopo la morte non raggiungerà la felicità.

132

Chi, perseguendo la propria felicità,

non colpisce esseri

che ricercano anch’essi la propria felicità, dopo la morte

raggiungerà la felicità.

133

Non rivolgerti con tono sferzante ad alcuno

coloro ai quali ti rivolgerai

in questo modo ti potrebbero rispondere nello stesso

modo: le ingiurie sono dolorose;

colpo su colpo, esse ricadranno sopra di te.

134

Se rimani in silenzio al pari di un gong sconquassato,

allora significa

che hai raggiunto il nirvana, l’ira ti è ignota.

135

Come il pastore con il suo bastone

sospinge le sue mucche in direzione della stalla,

così la vecchiaia e la morte

sospingono l’esistenza degli uomini.

136

Lo stolto non sa discernere quando compie cattive azioni,

però in seguito è bruciato

da quanto ha compiuto come se fosse arso dal fuoco.

137

Chi infligge dolore

a chi non lo merita, molto presto giungerà

a una di queste dieci condizioni:

138

si troverà a patire castigo terribile,

perdita dei propri beni, danno nel fisico, oppure grave

malattia, o perdita della ragione,

139

sopruso da parte del re,

spaventevole imputazione, perdita di familiari,

sfacelo delle ricchezze,

140

un fulmine gli brucerà la casa

e quando il suo corpo sarà distrutto, quello stolto

finirà all’inferno.

141

Non il fatto di andarsene in giro nudo, o di portare

i capelli attorcigliati, non la sozzura,

non il digiuno o lo stare sdraiato per terra, non lo stare

seduto immobile, accovacciato, oppure

il soffregarsi con la polvere possono rendere puro l’essere

mortale che non abbia vinto il desiderio.

142

Chi, anche se ben vestito, sia giusto, quieto, dominato,

controllato, puro e abbia deposto il bastone

nei confronti di tutti gli altri esseri, questi è davvero

un brahmano, un asceta (samana), un bhikshu!

143

(Non) esiste al mondo un uomo tanto tenuto a freno

dalla vergogna da (non) provocare

un rimprovero, al pari di un nobile destriero la frusta.

144

Come un nobile destriero sotto lo sprone della frusta

dovete essere coraggiosi e pronti;

per mezzo della fede, della virtù, della forza, della

meditazione e della conoscenza

della legge, divenuti perfetti nella sapienza e nella

condotta e concentrati

nella memoria supererete questo non piccolo male.

145

I fontanieri convogliano le acque,

gli armaioli curvano le frecce, i falegnami piegano il legno,

i fedeli forgiano se stessi.