Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità – I

Kandro-là: Tutti i problemi vengono dalla saggezza contaminata dalle afflizioni mentali, perciò è indispensabile dirigere qui la nostra attenzione.

Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità, 17 maggio 2024 Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI

Sono molto felice di trovarmi qui con tutti voi, insieme, in questo Centro, l’Istituto Lama Tzong Khapa, che è anche un centro del nostro lama: Lama Zopa Rinpoche. Ma, siamo allo stesso tempo molto dispiaciuti per la sua scomparsa, siamo come dei bimbi che hanno perso la madre.

Perciò tutti noi dobbiamo avere una fortissima attitudine a servire, a praticare con sforzo il Dharma profondo senza disperarsi. Dovremmo sempre avere una forte attenzione per quel che facciamo, sia che pratichiamo il dharma che nelle nostre attività quotidiane, in modo di sforzarci che siano tutte improntate da motivazioni pure.

La motivazione pura è quella migliore. Ma, non basta, la nostra attitudine mentale deve essere vasta e lungimirante, così saranno sempre più vaste le nostre azioni generate da pura motivazione.

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Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità – II

Kandro-là: È perciò indispensabile comprendere la natura del sorgere dipendente perché questa è la medicina contro l’attaccamento e l’odio.

Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità, 18 maggio 2024 mattino. Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI

Il soggetto del nostro incontro è il sentiero che unisce bodhicitta e vacuità. Lo affronterei in modo semplice in modo che si possa tradurre in un comportamento conseguente nella vita quotidiana.

Non utilizzerò i termini dei grandi trattati che, ad esempio, parlano di base, sentiero e risultato, proprio perché il Dharma va praticato in ogni istante, non userò questi termini.

Ad esempio, quotidianamente usiamo il nostro livello di saggezza, d’intelligenza per la ricerca della verità. Così, d’altra parte, proviamo dei sentimenti che ci portano a prenderci cura delle persone malate, bisognose.

E sono sentimenti molto preziosi.

Anche se proviamo questi sentimenti d’amore e compassione, grazie all’intelligenza che abbiamo, tutto ciò non sembra che ci porti alla felicità.

Perché?

In ogni istante dobbiamo affrontare problemi e pensiamo a situazioni che dobbiamo affrontare, il che non ci porta di certo felicità.

Quindi questi sentimenti preziosi e questa saggezza vanno sviluppati.

Perciò, per farla diventare la saggezza insuperabile, dobbiamo guardare la saggezza ed intelligenza che ora abbiamo per capire perché e come è afflitta. E dobbiamo cercare di superare questa situazione.

Perché pur avendo, noi e tutti gli esseri, saggezza ed intelligenza, incontriamo tantissime sofferenze? Continue reading »

Samdhong Rinpoche: il sorgere dipendente, Tendrel

Samdhong Rinpoche: Se fate qualcosa qui, a migliaia di chilometri di distanza, quell’azione può avere una reazione o un effetto su qualcos’altro, anche se non saremo in grado di vederlo o capirlo.

Samdhong Rinpoche: il sorgere dipendente, Tendrel

Il sorgere interdipendente, in tibetano tendrel, è una traduzione dell’espressione sanscrita pratityasamutpada. La parola pratityasamutpada ha una connotazione molto complessa. In realtà, l’intera filosofia buddhista si basa sul concetto di pratityasamutpada, che può essere interpretato in modo molto approssimativo come ‘interrelazione’, ‘interdipendente’ o ‘origine dipendente’.

Tutte queste parole non possono racchiudere la completezza della connotazione della parola pratityasamutpada, ma in modo molto approssimativo possiamo dire ‘sorgere interdipendente’, perché significa che le cose non esistono, o sorgono, per propria natura senza dipendere da qualcos’altro.

Tutto esiste in relazione a qualcosa. Tutto sorge per cause e condizioni.

Ogni cambiamento si verifica a causa dell’interconnessione, dell’interrelazione o della reciproca dipendenza da qualcos’altro. Tendrel implica che nessuna azione, nessuna esistenza, nulla può rimanere assoluto, separato, indipendente o esistere di propria natura convenzionale e questa visione distingue il Buddhismo da tutte le visioni pre-buddiste dell’India. Ed è anche un motivo di speranza per l’umanità, per impegnarsi per ottenere la liberazione, offrendo a ciascun individuo la possibilità di cambiare, di svilupparsi e di raggiungere l’obiettivo ultimo della vita.

I fenomeni della totalità dell’esistenza appaiono alla mente della persona non illuminata come se esistessero intrinsecamente per la loro stessa natura o per la loro stessa esistenza indipendente. A causa di questa apparenza, abbiamo l’illusione di afferrare le cose come se avessero una vera natura o una natura assoluta, come il sé e l’altro, che è la radice del dualismo, della divisione. E quando c’è una divisione, il conflitto è quasi inevitabile. A sua volta, il conflitto porta a emozioni negative come l’attaccamento, l’odio, la rabbia e l’ignoranza. Continue reading »

Ghesce Tenzin Tenphel: La saggezza che realizza la vacuità ed il sorgere dipendente

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Prima d'addormentarvi, meditate per alcuni minuti. Riflettete sui vostri pensieri.Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 3 4 dicembre 2016 sul tema “La saggezza che realizza la vacuità ed il sorgere dipendente. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per ogni errore ed omissione. Continue reading »

Ven. Dagri Rinpoche: Commentario a La Saggezza Fondamentale di Nagarjuna

Ven. Dagri Rinpoche: Non fatevi mai ingannare dalle apparenze.

Ven. Dagri Rinpoche: Commentario dei Capitoli 18, 22, 24, 26 della Saggezza Fondamentale di Nagarjuna. Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI 14 -18.11.15, traduzione dal tibetano di Fabrizio Pallotti. Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per beneficiare tutti gli esseri senzienti, ci scusiamo per qualsiasi errore od omissione.

Ven. Dagri Rinpoche.

Un caro saluto a tutti. Con molti di voi ci conosciamo da tempo e vedo delle persone nuove e sono molto contento d’essere qui con voi.

Siamo buddisti e, come tali, nel Buddhismo si parla d’azione e di non violenza. Perciò, le nostre azioni devono essere generate dall’affetto e dall’amore e dalla compassione. Costantemente col nostro ragionamento dobbiamo partire da come i fenomeni esistono. Dobbiamo ricordare che noi Buddisti non crediamo in un dio creatore. La sofferenza, il piacere e la felicita non sorgono di per sé, ma sono il risultato dalle azioni che abbiamo compiuto, sono risultati che sorgono in dipendenza. Continue reading »

La rinascita

È stato impressionante per me rincontrare i miei maestri nelle loro vite seguenti.

È stato impressionante per me rincontrare i miei maestri nelle loro vite seguenti.

La rinascita

Singapore, 10 agosto del 1988. Estratto rivisto da Alexander Berzin e Thubten Chodron. Glimpse of Reality. Singapore: Amitabha Buddhist Centre, 1999.

Domanda: Credi nella rinascita?

Risposta: Si, ci credo. Tuttavia, c’è voluto molto tempo per me prima d’arrivare a questo punto. Non si crede alla rinascita subito. In alcune aree del mondo, per esempio in molte parti dell’Asia, credere alla rinascita fa parte della cultura: le persone ne hanno sentito parlare fin dalla loro infanzia e per questo ci credono automaticamente. Per chi proviene da culture occidentali, invece, può sembrare strano credere alla rinascita. Normalmente, non ci si convince di colpo della sua esistenza: non è che tutto d´un tratto appaiono arcobaleni e musica… e poi gridiamo “Alleluia! Ora credo!” Di solito le cose non avvengono così. La maggior parte delle persone ha bisogno di molto tempo per abituarsi all´idea della rinascita. Ho attraversato vari stadi prima di crederci. Per primo, mi sono aperto alla possibilità che esistesse, pensando: “Non capisco cosa sia la rinascita.” Continue reading »

Ghesce Tenzin Tenphel: Vacuità e sorgere dipendente

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Impariamo a pensare correttamente. Iniziamo dalle piccole cose.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Impariamo a pensare correttamente. Iniziamo dalle piccole cose.

Insegnamenti del Venerabile Lama Ghesce Tenzin Tenphel all’Istituto Lama Tzong Khapa a Pomaia PI, dal 07 al 09 settembre 2012, sul tema “Apparenza e realtà: la saggezza della vacuità e del sorgere dipendente”. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania, Daniela Razeto, Francesca Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings del Centro Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano di Anna Maria De Pretis, che si ringrazia.

Il Ven. Ghesce Tenzin Tenphel ha affrontato questo argomento nel contesto degli insegnamenti di “Alla Scoperta del buddhismo”, presentando così l’argomento del 12 modulo dedicato alla spiegazione della vacuità secondo la visione della scuola Prasanjika.

Secondo il Buddhismo, la nostra realtà dipende dai nostri concetti, e liberarsi dalla sofferenza è impossibile senza la comprensione della vera natura dell’esistenza: la vacuità dell’essenza concreta e indipendente delle persone e delle cose.  Continue reading »

Khandro-la: “Bodhicitta e vacuità”.

Khandro-la: “L’essenza della vita è ottenere la realizzazione di bodhicitta e della vacuità”.

Riassunto dell’intervista realizzata dal Ven Roger Kunsang nel 2008 e pubblicata su FPMT Mandala Magazine.

Ven. Roger Kunsang: Perché hai lasciato il Tibet?

Khandro-la. Non avevo l’intenzione e nemmeno il denaro per partire. Ho seguito i segni che ho avuto in un sogno: c’era un autobus che stava suonando indicando la partenza imminente, e vi sono salita senza sapere dove sarebbe andato. Durante il viaggio alcune persone mi hanno detto che saremmo andati prima a Lhasa poi a Shigatze. Dopo un paio di giorni di viaggio sono venuta a sapere che saremmo andati anche al Monte Kailash. Mentre eravamo fermi a Shigatze, mentre circoambulavo intorno al monastero di Tashi Lhunpo, ho incontrato un signore anziano vestito con un doti indiano.

Questo sconosciuto si è avvicinato e mi ha dato 2000 Rupie, mi ha chiesto di sedermi vicino a lui e ha iniziato a raccontarmi storie molto strane. Mi ha detto che l’India era solo al di là della montagna, e che vi avrei incontrato la Sua Santità il Dalai Lama e tanti altri Lama.

Mi sollecitava ad andare in India, in quel momento non mi sembrava affatto strano, ma ora, quando ci ripenso, mi sembra incredibile! Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: cap. IX Bodhisattvacharyavatara

Il Ven Ghesce Ciampa Gyatzo con Alessandro Tenzin Villa da piccolo

Il Ven Ghesce Ciampa Gyatzo con Alessandro Tenzin Villa da piccolo

Insegnamenti del VEN. GHESCE CIAMPA GHIATSO conferiti il 16 – 17 luglio 2005 all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (Pisa), dal capitolo IX dal Bodhisattvacharyavatara LO STILE DI VITA DEL BODHISATTVA” di Shantideva. Appunti di Alessandro Tenzin Villa, Sabato 16 luglio 2005 Ore 10.30

Per comprendere la vacuità dobbiamo riconoscere qual è l’oggetto di negazione. Per i Prasangica l’oggetto di negazione è l’esistenza intrinseca. Potremmo svolgere questo esercizio ragionando per assurdo: mentalmente dovremmo immaginare il sé come se esistesse di per sé. E’ come immaginare degli esseri umani con la coda, il terzo occhio, le corna. Continue reading »

Ghesce Yesce Tobden: Le ragioni che sostengono la rinascita

Il Ven Ghesce Yesce Tobten

Potremmo domandarci se esistono vite future e per arrivare ad affermarlo, bisogna prima chiederci se ci sono state delle esistenze precedenti a questa. Noi siamo costituiti da una parte fisica e da una mentale. La prima, il corpo, è composta di atomi, di materia, mentre la seconda, la mente, non è fatta di parti fisiche ma di fattori mentali, che non hanno alcuna forma. Corpo e mente hanno ciascuno una loro propria causa, una loro origine. Distinguiamo due tipi di cause: quella sostanziale, che poi si trasforma nel suo specifico effetto e ne ha la stessa sostanza, e quella circostanziale che è una causa ambientale, o secondaria, e aiuta la causa sostanziale a trasformarsi nel suo effetto.
Facciamo un esempio: per avere un albero di mele devono esserci la causa sostanziale, che è il seme del melo, e le cause circostanziali, rappresentate dal terreno, il sole, l’acqua, senza le quali non potremmo avere come risultato quel frutto.
Anche la mente deve avere due tipi di cause. Siccome non è materia e non è fatta come il corpo di atomi, deve avere una causa sostanziale della sua stessa natura e questa è rintracciabile solo nella mente di un momento precedente: non può esserci una mente che nasce così, all’improvviso, autonomamente. Continue reading »

Lama Yeshe: Capire la realtà

Lama Tubten Yeshe (foto del 1983): “Perché, quando l’ambiente cambia, anche il vostro comportamento cambia immediatamente ?”.

Lama Tubten Yeshe (foto del 1983): “Perché, quando l’ambiente cambia, anche il vostro comportamento cambia immediatamente ?”.

Ai nostri giorni, in Occidente, sentiamo molto parlare di apertura del cuore, di aprire il proprio cuore. Questa è una cosa comune. Dal punto di vista Buddhista, per poter aprire il proprio cuore bisogna prima realizzare qualcosa. “Voglio aprire il mio cuore, ma come?” — questo è il problema. L’aprirsi ha a che fare con la realizzazione; se non c’è realizzazione, non si apre niente. Non importa se noi diciamo in maniera emotiva, “Sono aperto. Ti amo e tu mi ami moltissimo”. Questo non significa essersi aperti. Noi diciamo queste cose, non è vero? “Non importa quanto io mi apra con te, tu non ti apri mai con me”. Questa è una sciocchezza. Non è vero.

Bene, forse è vero in un certo senso, ma in realtà la vera apertura implica lo spazio — la vostra coscienza che abbraccia un qualche tipo di totalità. Questa esperienza stessa di abbracciare la totalità diviene la soluzione o antidoto alla mente ristretta, fanatica, che concettualizza in maniera dualistica. Ma poi vi è il pericolo del sorgere di un atteggiamento del tipo “Wow! La realtà universale è incredibilmente speciale!” Abbiamo l’impressione che shunyata sia un fenomeno fantastico, realmente speciale. Quest’atteggiamento è sbagliato. Invece di pensare “Oh, la non-dualità è speciale, lassù in alto; la bolla ordinaria, relativista del samsara è quaggiù”, il che è completamente sbagliato, la nostra posizione dovrebbe essere più realistica: ovunque vi sia l’apparenza della bolla della relatività, dovremmo simultaneamente vedere in essa la non-dualità. Continue reading »

Lama Tzong Khapa: I tre aspetti principali del sentiero

Je Tzong Kapa: "Senza una pura Rinuncia, non vi è modo di placare l’ardente desiderio dei piaceri".

Je Tzong Kapa: "Senza una pura Rinuncia, non vi è modo di placare l’ardente desiderio dei piaceri"

Lama Tzong Khapa: I Tre Aspetti Principali del Sentiero.

In questo breve insegnamento Lama Tzong Khapa ha concentrato tutti i principali punti della filosofia e della pratica buddhista, organizzandoli in modo da mostrare come il Sentiero interiore verso l’Illuminazione sia un graduale proces- so di maturazione della mente. Cominciamo con l’identificare la natura dell’esistenza ciclica (samsara) e ciò vita al primo aspetto del sentiero, ovvero la rinuncia. Visto che tutti gli esseri senzienti soffrono nel samsara, proprio come noi, sviluppiamo la Mente dell’Illuminazione (Bodhicitta), il secondo aspetto del sentiero, per renderli tutti liberi dalla sofferenza. Dato che la causa radice di tutte le sofferenze è l’ignoranza dell’aggrapparsi al sé, dobbiamo ottenere la saggezza che realizza la vacuità, il terzo aspetto del sentiero.

Namo Guru Manjushri

Mi prostro ai Venerabili Maestri Continue reading »

Lama Tzong Khapa: L’essenza delle buone esposizioni

Lama Tzong Khapa: "Tu hai proclamato che così come nulla esiste oltre l’aspetto dell’interdipendenza".

Lama Tzong Khapa: “Tu hai proclamato che così come nulla esiste oltre l’aspetto dell’interdipendenza”.

Lama Tzong Khapa: L’essenza delle buone esposizioni o L’essenza delle buone spiegazioni. 

La lode a Buddha Shakyamuni per i suoi Insegnamenti sulla Interdipendenza dei fenomeni.

Mi prostro a Guru Manjughosha!

Io prego il Buddha perfetto, il Supremo Filosofo,

Colui che ci ha insegnato l’interdipendenza di ogni fenomeno;

libero da ogni (reale) inizio o fine, oltre i concetti di nichilismo o di (reale) esistenza, ed anche di unità o pluralità, la pacificazione di ogni costruzione mentale, la Beatitudine Suprema. Continue reading »

Lama Zopa: Riconoscere l’oggetto di negazione

Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoce

Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “Milarepa è un esempio, ma ci sono molti altri esempi di praticanti che hanno realizzato la vacuità impegnandosi nella pratica ”.

Ven. Lama Thubten Zopa Rinpoce: Riconoscere l’oggetto di negazione

Per il gentile guru convenzionale Buddha Shakyamuni, lo scopo di apparire in questo mondo era quello di rivelare le quattro nobili verità, il fondamento del Buddha-Dharma, e il sentiero mahayana, sia dei sutra che dei tantra – i mezzi per liberare gli esseri senzienti dall’oceano delle sofferenze samsariche. Il Buddha ha detto che i il modo in cui i Buddha liberano gli esseri senzienti non è tramite il lavare via con l’acqua il loro karma negativo – la causa della sofferenza – né tramite la rimozione a mano simile al rimuovere una spina. Inoltre non liberano gli esseri senzienti impiantando le proprie realizzazioni nelle menti degli altri esseri senzienti. Invece, il modo in cui i Buddha liberano gli esseri senzienti è tramite il rivelare loro la verità: la perfezione della saggezza, la vacuità – la natura ultima dell’io, degli aggregati, della mente, dei fenomeni. Questo viene presentato indirettamente ne L’ornamento per la chiara realizzazione e direttamente negli insegnamenti de La via di mezzo e ne Il sutra del cuore, l’essenza della perfezione della saggezza. Continue reading »

9 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la Saggezza

Manjushri, la saggezza di tutti i Buddha

Manjushri, la saggezza di tutti i Buddha

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 9: LA SAGGEZZA

Il nono capitolo, eccetto i versi introduttivi e finali, è in forma di prosa e di dibattito fra la scuola di Shantideva, la Madhyamaka ed altre scuole buddiste e non. Lo scritto in carattere corpo normale è dell’autore Shantideva, il corsivo ( o italico) fa parte di un commentario.

Ogni parte della Dottrina venne insegnata dal Possente Re per accrescere la saggezza degli esseri senzienti, perciò chi vuole abbandonare la sofferenza deve sviluppare la saggezza.

I come riconoscere la natura delle saggezza.

A accertamento delle Due Verità

2. le verità illusorie o convenzionali sono definite così poiché sono realtà accertate da menti valide, le quali hanno apparenze dualistiche, che non comprendono il significato reale e le verità assolute hanno tale denominazione in quanto realizzate da un essere con saggezza suprema, o arya, la mente del quale non possiede apparenza dualistica, queste vengono considerate le due verità. Quelle assolute non vengono apprese dalla mente convenzionale, la quale ottiene la conoscenza delle verità assolute. Continue reading »

Ven. Kensur Jampa Tegchok: Originazione dipendente e vacuità.

Ven. Kensur Jampa Tegchok: Quando diciamo che ciascun singolo fenomeno ha la sua propria entità, la sua propria natura, questa è la natura che è stabilita in dipendenza, nominalmente, sulla base dell’essere un sorgere dipendente, e così via.

Ven. Kensur Jampa Tegchok: Quando diciamo che ciascun singolo fenomeno ha la sua propria entità, la sua propria natura, questa è la natura che è stabilita in dipendenza, nominalmente, sulla base dell’essere un sorgere dipendente, e così via.

Ven. Kensur Jampa Tegchok: Originazione dipendente e vacuità.
Quando parliamo di esseri senzienti ordinari immaturi si tratta di coloro che non hanno realizzato la vacuità. Tutto quello che essi percepiscono – ad es. i colori come blu, giallo, verde e così via, le forme, i suoni, i sapori, ecc. – non lo percepiscono nel loro modo reale di dimorare; il loro modo reale è quello di sorgere in modo dipendente dalle cause e dalle condizioni, ma essi sono oscurati dal vederlo. Continue reading »

Lama Tzong Khapa: Lode al sorgere dipendente

Lama Tzong Khapa: In tutte le mie vite future, anche a costo della vita o di parti del corpo, Possa io non fermarmi, né essere incostante neppure per un momento,

Lode del sorgere dipendente, chiamata il cuore delle buone spiegazioni.

Una lode al Maestro insuperabile, il Buddha Bhagavan, in considerazione del suo insegnamento del profondo sorgere dipendente.

Di Lama Tzong Khapa

Dal Mala-Madhyamaka-karika [Trattato in versi sulla Via di Mezzo, di Nagarjuna]:

Mi prostro alle sante parole

Del perfetto Buddha,

Che insegnano il sorgere dipendente

– Senza cessazione né produzione,

Senza annullamento né permanenza,

Senza venire né andare,

Senza differenza né identità –

E a quella pace che è la [totale] pacificazione

Di tutte le elaborazioni.

Namo Guru Manjughoshaya! Continue reading »

Lama Geshe Lobsang Tenkyong: La radice della sofferenza.

Gheshe Lobsang Tenkyong: Ognuno di noi è responsabile di se stesso, ognuno è responsabile di costruire il proprio cammino interiore e sviluppare le proprie qualità interiori.

Gheshe Lobsang Tenkyong: Ognuno di noi è responsabile di se stesso, ognuno è responsabile di costruire il proprio cammino interiore e sviluppare le proprie qualità interiori.

Lama Geshe Lobsang Tenkyong: La radice della sofferenza.

Per il ciclo di conferenze “Filosofia tra oriente e occidente. Dialoghi e pratiche per la verità”. La Filosofia del Buddismo Tibetano e l’inesistenza dell’Io Dialogo con Lama Geshe Lobsang Tenkyong (14 dicembre 2006 presso Asia Modena).

Domanda: Lama Tenkyong, nella sua tradizione vengono accuratamente descritte diverse forme di distorsioni mentali ed emozioni distruttive. Viene data l’indicazione di elaborare un buon “programma di investimento emotivo” per contenere la collera e per coltivare le buone qualità interiori, sviluppare la compassione e la benevolenza verso noi stessi e gli altri. Ma quale è la fonte di queste emozioni distruttive che ci fanno soffrire? È possibile porvi rimedio attraverso una realizzazione, oltre che con i comportamenti etici e compassionevoli?

Lama Tenkyong: la causa principale della nostra sofferenza e la radice di tutte le passioni disturbanti come collera e attaccamento, è l’ignoranza. Continue reading »

Ghesce Giampa Ghiatso: Quattro consapevolezze 1

Ghesce Ciampa Ghiatso: Se cade la pioggia nei campi crescono dei buoni raccolti, similmente se ascoltiamo bene gli insegnamenti e cerchiamo di sviluppare ciò che abbiamo ascoltato, allora anche nella nostra mente possono svilupparsi delle buone qualità.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Se cade la pioggia nei campi crescono dei buoni raccolti, similmente se ascoltiamo bene gli insegnamenti e cerchiamo di sviluppare ciò che abbiamo ascoltato, allora anche nella nostra mente possono svilupparsi delle buone qualità.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce sul testo “Il cantico delle quattro consapevolezze”, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=2445, di Lama Tzong Khapa dal 16 al 18 giugno 2006 al Centro ScenPhen GiamTse Ling di Parma presso la Badia di Torrechiara in provincia di Parma. Traduzione della Ven. Losan Trime (Birgit Shweiberer) e trascrizione immediata di Ivan Zerlotti. Attenzione: questa è la trascrizione simultanea degli insegnamenti, non è stata né rivista né corretta, pertanto potrebbe contenere degli errori. Nel corso del testo della trascrizione le parti tra parentesi quadre indicano una mancata trascrizione eventualmente sostituita con una sintesi.

Prologo

Cercate di sviluppare una buona motivazione che desidera ottenere l’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, e per questo scopo ci impegniamo ad ascoltare gli insegnamenti.

Pensate che tutti gli esseri senzienti sono tormentati dalla sofferenza e mancano di felicità e per questo generiamo il desiderio di liberarli dalla sofferenza e dalle cause della sofferenza e porli nella felicità e nelle cause della felicità.

Per quello cerchiamo di sviluppare nel nostro cuore amore e compassione verso tutti gli esseri senzienti. Non è giusto escludere dal nostro amore e dalla nostra compassione nessun essere senziente. Non è giusto generare amore e compassione verso alcuni e non verso altri. Continue reading »

2 Ghesce Giampa Ghiatso “I Tre Aspetti Principali del sentiero”

"Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce :Dobbiamo comprendere che tutti i fenomeni sono in relazione dipendente e simultaneamente comprendiamo la loro mancanza di esistenza intrinseca".

"Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce :Dobbiamo comprendere che tutti i fenomeni sono in relazione dipendente e simultaneamente comprendiamo la loro mancanza di esistenza intrinseca".

Ghesce Giampa Ghiatso Rinpoce: Insegnamenti al Centro ScenPhen GiamTse Ling, Parma, 23/25 apr sul testo di Lama Tzong Khapa “I Tre Aspetti Principali del sentiero”, seconda parte.  Leggi il testo radice https://www.sangye.it/altro/?p=489 .

Cosa significa esistenza ciclica? Ciclico si riferisce al ripetersi in un ciclo. L’esistenza ciclica può essere presa in considerazione sulla base dei dodici rami: ignoranza, formazioni carmiche, la coscienza, nome e forma, le sei entrate, contatto, sensazione, attaccamento, afferrarsi o attaccamento forte, esistenza o divenire, rinascita, invecchiamento e morte. Noi giriamo in questo modo. Questi dodici anelli possono essere suddivisi in due categorie, le cause e risultati. Le cause proiettanti (i primi tre anelli). Gli anelli dal quarto al settimo, sono risultati proiettati. Gli anelli dall’ottavo al decimo sono le cause attualizzanti. Continue reading »

Namkhai Norbu: Il samsara è irreale

Namkhai Norbu Rinpoche: Non sono interessato al numero degli studenti, ma al fatto che qualcuno di questi capisca ciò che sto davvero comunicando, perché può essere utile per il futuro, per preservare l’insegnamento e per gli esseri senzienti. Particolarmente per gli esseri umani, affinché abbiano meno tensioni e siano più consapevoli.

Namkhai Norbu Rinpoche: Non sono interessato al numero degli studenti, ma al fatto che qualcuno di questi capisca ciò che sto davvero comunicando, perché può essere utile per il futuro, per preservare l’insegnamento e per gli esseri senzienti. Particolarmente per gli esseri umani, affinché abbiano meno tensioni e siano più consapevoli.

Namkhai Norbu Rinpoche: Il samsara è irreale

Una delle pratiche più importanti è essere consapevoli, essere presenti e quindi integrare corpo, voce e mente nello stato naturale. Inoltre quando siete presenti si manifestano i segni in maniera concreta: non sentite che la vita è pesante. Vedete, alcuni sentono di avere sempre molti problemi e tensioni. Altri mantengono tensioni accumulate da molti anni. Poi vi aggiungono più tensioni e covano dentro una specie di rabbia. Ciò è molto negativo. Dovete liberarvene. Liberarvi significa sapere qual è la vostra vera condizione. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Il Sutra del Cuore

Ghesce Ciampa Ghiatso: Meditare vuol dire rendere la propria mente familiare con l’oggetto su cui si medita. Se meditiamo sulla compassione questo significa che stiamo familiarizzando la nostra mente con la compassione.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Meditare vuol dire rendere la propria mente familiare con l’oggetto su cui si medita. Se meditiamo sulla compassione questo significa che stiamo familiarizzando la nostra mente con la compassione.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Introduzione al Sutra del Cuore

Insegnamenti conferiti dal venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nell’ottobre 1996.Traduzione dall’inglese di Annamaria De Pretis. Trascrizione di Gianna Calabria. Revisione di Francesco La Rocca, Annalisa Lirussi, Joan Nicell.

IL SUTRA DEL CUORE DELLA VITTORIOSA PERFEZIONE DELLA SAGGEZZA

Così una volta udii.

Il Bhagavan dimorava a Rajghir, sulla montagna Picco degli Avvoltoi, assieme a un vasto sangha di monaci e a un vasto sangha di bodhisattva. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le tre porte.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Il Buddha ha proposto differenti esposizioni perché qualcuno potrebbe preferire una elaborazione minima, apprezzando una maggiore semplicità e meditare sui cinque aggregati; altri potrebbero preferirne una intermedia e quindi meditare sulle dodici entrate; altri ancora potrebbero preferire una elaborazione più accurata e meditare quindi i diciotto costituenti.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Il Buddha ha proposto differenti esposizioni perché qualcuno potrebbe preferire una elaborazione minima, apprezzando una maggiore semplicità e meditare sui cinque aggregati; altri potrebbero preferirne una intermedia e quindi meditare sulle dodici entrate; altri ancora potrebbero preferire una elaborazione più accurata e meditare quindi i diciotto costituenti.

Terza parte degli Insegnamenti conferiti dal venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nell’ottobre 1996: Introduzione al Sutra del Cuore. Traduzione dall’inglese di Annamaria De Pretis. Trascrizione di Gianna Calabria. Revisione di Francesco La Rocca, Annalisa Lirussi, Joan Nicell.

Ghesce Ciampa Ghiatso: LE TRE PORTE

Allo stesso modo, Shariputra, tutti i fenomeni sono vuoti, sono privi di caratteristiche definite; non sono generati e non cessano; sono privi di impurità e non sono separati dalle impurità; non diminuiscono e non aumentano.”Vengono considerati otto aspetti in relazione alle tre porte della liberazione. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: 4 consapevoezze, 12 entrate, 18 costituenti

Ghesce Ciampa Ghiatso: La stabilizzazione meditativa ci porta ad applicarci con impegno, ci porta alla perseveranza. Impegnarci nella meditazione concentrata univocamente su un oggetto porta benessere e felicità mentale, la nostra mente diventa più ferma e stabile.

Ghesce Ciampa Ghiatso: La stabilizzazione meditativa ci porta ad applicarci con impegno, ci porta alla perseveranza. Impegnarci nella meditazione concentrata univocamente su un oggetto porta benessere e felicità mentale, la nostra mente diventa più ferma e stabile.

Quarta parte degli Insegnamenti conferiti dal venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nell’ottobre 1996: Introduzione al Sutra del Cuore. Traduzione dall’inglese di Annamaria De Pretis. Trascrizione di Gianna Calabria. Revisione di Francesco La Rocca, Annalisa Lirussi, Joan Nicell.

Ghesce Ciampa Ghiatso: LE QUATTRO CONSAPEVOLEZZE o I quattro piazzamenti ravvicinati della consapevolezza. LE DODICI ENTRATE e I DICIOTTO COSTITUENTI.

I testi parlano di quattro consapevolezze:

A) consapevolezza del corpo,

B) consapevolezza delle sensazioni,

C) consapevolezza della mente,

D) consapevolezza dei fenomeni.

Vediamo ora le quattro consapevolezze in relazione ai cinque aggregati: forma, sensazioni, discriminazione, fattori di composizione e coscienza. Continue reading »

Pema Jigdrel: Il dogma del non sé

Il Buddha: “Questo non è mio, questo non sono io, questo non è il mio sé”.

Pema Jigdrel: Il dogma del non sé

La cultura buddhista è dominata da dogmi basati su fraintendimenti o interpretazioni errate. Uno di questi dogmi, forse il più rilevante, è quello del “non sé”: in pāli anattā, in sanscrito anātmā. (Entrambi i termini sono maschili e declinati al nominativo. Le forme non declinate sono anattan e anātman.)

Il dogma del “non sé” purtroppo deriva da un’interpretazione errata del termine originario così come è impiegato nei sutta, i discorsi in lingua pāli attribuiti al Buddha. La fonte più significativa è Il discorso sulla caratteristica del non sé (Anatta-lakkhaṇa-sutta), (Saṁyutta Nikāya 22.59. Vedi Piya Tan, SD 1.2. Testo pāli: suttacentral.net.) qui tradotto. Si ritiene che il Buddha abbia avuto tale dialogo con i primi cinque discepoli. In ogni caso, l’argomentazione centrale è la stessa di un dialogo posteriore (Saṁyutta Nikāya 22.88. Vedi Piya Tan, SD 42.8.) e il tema del “non sé” è trattato con espressioni simili anche in altri sutta (Cfr. Majjihima Nikāya 35 (Piya Tan, SD 26.5, pp. 70-74); Majjihima Nikāya 109 (Piya Tan, SD 17.11); Majjihima Nikāya 148 (Piya Tan, SD 26.6, pp. 85-92); Saṁyutta Nikāya 22.76; Piya Tan, SD 26.7).

La prima frase in cui compare anattā recita così: «La forma, o monaci, è non sé» Rūpaṁ bhikkave anattā. La “forma” (rūpa) è il primo dei cinque aggregati della propria esperienza psicofisica: il corpo con le facoltà sensoriali e i relativi oggetti percepiti. La medesima formula ricorre anche in riferimento agli altri aggregati. «La sensazione è non sé». «Il concetto è non sé». «Gli impulsi sono non sé». «La percezione è non sé».

La sensazione può essere piacevole, neutra o sgradevole. Il concetto è la nozione o idea dell’oggetto percepito. Gli impulsi sono le spinte interiori a compiere determinate azioni. La percezione è la ricezione cosciente dei dati sensoriali e mentali. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 1

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo sviluppare un buon cuore e l’attitudine che si prende cura degli altri.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo sviluppare un buon cuore e l’attitudine che si prende cura degli altri.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità – 1

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa nel settembre 2000.

Introduzione

Tutti i fenomeni, tutti gli oggetti della conoscenza, sono inclusi nella duplice divisione di verità convenzionale e verità ultima, e queste a loro volta, possono essere definite l’una come verità ingannevole e l’altra come verità non ingannevole.

Queste due verità includono le quattro nobili verità:

  1. verità della sofferenza

  2. verità dell’origine della sofferenza Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 2

Ghesce Ciampa Ghiatso: L’importante è capire cosa esiste convenzionalmente e cosa esiste in modo ultimo secondo ogni scuola.

Ghesce Ciampa Ghiatso: L’importante è capire cosa esiste convenzionalmente e cosa esiste in modo ultimo secondo ogni scuola.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità secondo i Vaibhashika

La definizione di verità convenzionale per i Vaibhashika è un fenomeno tale che se fosse rotto o mentalmente separato in parti, la mente che apprende quell’oggetto cesserebbe, prendiamo ad esempio un vaso o una coperta. Se un vaso fosse rotto o se una coperta fosse completamente disfatta in singoli fili, la mente che li apprende cesserebbe. Dal punto di vista dei Vaibhashika un tavolo è verità convenzionale. Infatti se lo distruggessimo in più parti, ciò che rimarrebbe non sarebbe più appreso come tavolo. Questa casa è verità convenzionale oppure ultima? Dal punto di vista Vaibhashika è convenzionale. Anche dal punto di vista Cittamatra o Madhyamika il vaso è un esempio di verità convenzionale. Invece, dal punto di vista Sautantrika, questo tavolo è verità ultima in quanto, a livello ultimo, è in grado di svolgere una funzione. Dal punto di vista Sautantrika tutti i fenomeni che possono svolgere funzioni a livello ultimo sono esempi di verità ultima. Quei fenomeni che non hanno la proprietà di svolgere una funzione sono verità convenzionali. La verità ultima per i Vaibhashika è: un fenomeno tale che se fosse rotto o mentalmente separato in parti, la mente che apprende quell’oggetto non cesserebbe, per esempio, le particelle direzionali prive di parti, o gli istanti temporali di coscienza privi di parti, o lo spazio non composto. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 3

Ghesce Ciampa Ghiatso: I nostri problemi, la sofferenza, sono permanenti o impermanenti? Impermanenti. La sofferenza e i problemi sono impermanenti? Sì, lo sono. Pertanto, se sono impermanenti cambiano e quindi non c’è bisogno di preoccuparsene eccessivamente, possono intervenire cause e condizioni e i problemi d’oggi possono mutare. Questo è il modo in cui si deve meditare sull’impermanenza.

Ghesce Ciampa Ghiatso: I nostri problemi, la sofferenza, sono permanenti o impermanenti? Impermanenti. La sofferenza e i problemi sono impermanenti? Sì, lo sono. Pertanto, se sono impermanenti cambiano e quindi non c’è bisogno di preoccuparsene eccessivamente, possono intervenire cause e condizioni e i problemi d’oggi possono mutare. Questo è il modo in cui si deve meditare sull’impermanenza.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità secondo i Cittamatra

Per i Cittamatra, la definizione di verità convenzionale è: ciò che è realizzato attraverso un percettore diretto che lo realizza chiaramente con un’apparenza dualistica. Per esempio: qualunque oggetto esclusa la vacuità. Dal punto di vista dei Cittamatra, tutti i fenomeni funzionanti sono verità convenzionale e anche tutti i fenomeni imputati dalla mente sono verità convenzionale. Solo la vacuità è verità ultima.

La definizione di verità ultima è: ciò che è realizzato attraverso un percettore valido diretto che lo realizza chiaramente senza un’apparenza dualistica. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 4

Ghesce Ciampa Ghiatso: Anche nel compiere le azioni più piccole – per esempio nel donare perfino il più piccolo dei doni – bisognerebbe applicare contemporaneamente la pratica della altre cinque perfezioni. Se pratichiamo combinando fra loro le sei perfezioni, allora la raccolta dei meriti aumenterà continuamente.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Anche nel compiere le azioni più piccole – per esempio nel donare perfino il più piccolo dei doni – bisognerebbe applicare contemporaneamente la pratica della altre cinque perfezioni. Se pratichiamo combinando fra loro le sei perfezioni, allora la raccolta dei meriti aumenterà continuamente.

Ghesce Ciampa Ghiatso: La pratica delle sei perfezioni in rapporto alle due verità.

È importante sviluppare la bodhicitta, la mente dell’illuminazione, la mente che desidera ottenere lo stato di buddha per prendersi cura degli altri esseri senzienti. Qual è la risposta corretta alla domanda:“E’ sufficiente generare bodhicitta?” La risposta corretta è no. Di che cosa c’è bisogno ancora? Della generosità, della moralità, della pazienza e delle altre perfezioni. Le prime tre sono pratiche importanti per i laici. Il dare si riferisce al donare cose materiali, donare protezione, donare amore e donare insegnamenti di Dharma. Tra queste, la cosa più semplice è il dono materiale; anche donare amore alla propria famiglia non è difficile. Ma abbiamo bisogno di sviluppare il dono dell’amore verso tutti gli esseri senzienti. Questo è più difficile da mettere in pratica. È importante, quindi, iniziare almeno dai membri della nostra famiglia. Dobbiamo sviluppare l’amore l’uno verso l’altro. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 5

ven. Ghesce Ciampa Ghiatso

ven. Ghesce Ciampa Ghiatso

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità per gli Svatantrika Madhyamika. I 108 fenomeni, le 12 entrate, i 18 costituenti, le 20 vacuità, le 16 vacuità, le 4 vacuità.

La definizione di verità convenzionale secondo gli Svatantrika è: un oggetto che è realizzato in un modo dualistico da un valido cognitore diretto che lo realizza direttamente. Per esempio: un vaso. Tutti i fenomeni funzionanti sono, quindi, verità convenzionale.

Quanti fenomeni esistono? Dalla forma fino alla mente onnisciente vi sono 108 fenomeni. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 6

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo sempre prestare attenzione alle qualità e non ai difetti. Se ci concentriamo a cercare i difetti ne troveremmo sempre, all’infinito.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo sempre prestare attenzione alle qualità e non ai difetti. Se ci concentriamo a cercare i difetti ne troveremmo sempre, all’infinito.

Ghesce Ciampa Ghiatso: I fenomeni convenzionali o verità ingannevole

In generale, i fenomeni sono enumerati nella serie dei cinque aggregati,in quella delle dodici entrate e in quella dei diciotto costituenti.

I cinque aggregati sono: l’aggregato della forma, l’aggregato della sensazione, l’aggregato della discriminazione, l’aggregato dei fattori di composizione, l’aggregato della coscienza. L’aggregato della forma si riferisce all’insieme di particelle, quindi agli oggetti della vista, del suono, dell’odorato, del gusto e del tatto. L’aggregato della coscienza include le menti primarie quali le sei coscienze che sono: coscienza dell’occhio, dell’orecchio, del naso, della lingua, del corpo e della mente. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 7

Ghesce Ciampa Ghiatso: È possibile trovare un io che mangia, beve, cammina, studia, medita, e così via, questo esiste convenzionalmente. È solo un io convenzionale, non è un io ultimo.

Ghesce Ciampa Ghiatso: È possibile trovare un io che mangia, beve, cammina, studia, medita, e così via, questo esiste convenzionalmente. È solo un io convenzionale, non è un io ultimo.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità secondo i Prasangika Madhyamika

La definizione di verità convenzionale secondo i Prasangika è: un oggettoche è trovato da un valido cognitore che distingue una convenzionalità erispetto al quale un valido cognitore che distingue una convenzionalità diviene un valido cognitore che distingue una convenzionalità. Per esempio: un vaso.

L’esempio del vaso è usato anche dagli Svatantrika, ma nei due modi di concepire la verità convenzionale c’è qualche differenza: per gli Svatantrika la verità della cessazione è una verità convenzionale mentre per i Prasangika è verità ultima. Infatti dal punto di vista degli Svatantrika Madhyamika tutte le quattro nobili verità sono verità convenzionale, mentre per i Prasangika la verità della cessazione è inclusa nella verità ultima e le verità di sofferenza, di origine della sofferenza e di sentiero sono incluse nella verità convenzionale.

La definizione di verità ultima per i Prasangika Madhyamika è: un oggetto che è trovato da un valido cognitore che analizza il modo finale dell’esistenza, rispetto al quale un valido cognitore che analizza il modo finale dell’esistenza diventa un valido cognitore che analizza il modo finale dell’esistenza. Continue reading »

L’impermanenza come risorsa

meditazione sulla impermanenza

Meditazione sulla impermanenza

L’impermanenza come risorsa per costruire relazioni sane

Alexander Berzin, Friburgo, Germania, 15 Marzo 2002. Traduzione in italiano a cura di Benedetta Lanza.

Il titolo di questa lezione suggerisce che la conoscenza o la comprensione dell’impermanenza può essere di aiuto come risorsa per affrontare la vita, in particolare per le difficoltà derivanti dal costruire relazioni sane con gli altri. Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Gli otto dharma mondani 4

Ghesce Ciampa Ghiatso: Nel nostro continuum mentale vi è l’ignoranza e per tale motivo commettiamo molte azioni negative. Le azioni lasciano un’impronta nella nostra mente.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Nel nostro continuum mentale vi è l’ignoranza e per tale motivo commettiamo molte azioni negative. Le azioni lasciano un’impronta nella nostra mente.

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso su COME SCONFIGGERE LE ‘OTTO PREOCCUPAZIONI MONDANE’ presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nel novembre 1985.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: L’ignoranza

Il peggiore difetto presente nel nostro continuum mentale è l’ignoranza.

Vi sono due tipi di ignoranza:

  1. uno è il non conoscere la legge di causa ed effetto;

  2. e l’altro è il non comprendere la vacuità o mancanza di esistenza intrinseca.

A causa del non conoscere la legge di causa ed effetto si crea una lunga serie di azioni negative che portano a sperimentare risultati di sofferenza. Se ne ignoriamo Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Gli otto dharma mondani 5

Ghesce Ciampa Ghiatso: Non è il caso di offendersi quando ci criticano o di inorgoglirsi quando ci elogiano. Non dovremmo prestare troppa attenzione a ciò che gli altri dicono sul nostro conto, sia che ci lodino sia che ci critichino. Dovremmo sviluppare un’attitudine equanime.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Non è il caso di offendersi quando ci criticano o di inorgoglirsi quando ci elogiano. Non dovremmo prestare troppa attenzione a ciò che gli altri dicono sul nostro conto, sia che ci lodino sia che ci critichino. Dovremmo sviluppare un’attitudine equanime.

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso su COME SCONFIGGERE LE ‘OTTO PREOCCUPAZIONI MONDANE’ presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nel novembre 1985.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: La vacuità sottile della persona

Abbiamo esaminato la vacuità grossolana della persona, ora vedremo quella sottile. L’individuo è vuoto di un’esistenza autosufficiente e sostanziale. Per riconoscere qualcuno è necessario, infatti, vederne gli aggregati. Se la persona esistesse in maniera autosufficiente, indipendente, sostanziale, dovremmo poterla riconoscere anche senza venire a contatto con i suoi aggregati, mentre questo non è possibile, anzi, è proprio vero il contrario; per questo affermiamo che essa è vuota di esistenza autosufficiente e sostanziale. Se si comprende questo, si riuscirà a comprendere la vacuità sottile della persona, che è un livello di comprensione più profondo Continue reading »

Introduzione alla vacuità

lotusIntroduzione alla vacuità e alla designazione mentale

Alexander Berzin, Berlino, Germania, 14 Febbraio, 2000. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

Inconsapevolezza

Buddha ha dato insegnamenti in termini delle quattro nobili verità.Queste verità sono quattro fatti che vengono visti come veri da qualsiasi essere altamente realizzato o arya. Fondamentalmente, esse affermano che:

  1. Tutti affrontiamo problemi nella vita,
  2. Questi problemi nascono da delle cause,

  3. È possibile avere un arresto completo di questi problemi in modo tale che essi non ritornino mai più,

  4. Un tale arresto è raggiunto attraverso una comprensione che elimina la causa dei problemi.

Quando parliamo della causa più profonda dei nostri problemi, fondamentalmente essa si riduce a quello che viene normalmente tradotto come “ignoranza.” In inglese, “inconsapevolezza,” è molto meglio. Ignoranza implica che sei stupido e quindi non è una buona parola. Non significa che siamo stupidi. Continue reading »

Meditazione sulla vacuità

Per capire la vacuità ed essere convinti che sia corretta dobbiamo compiere un’analisi utilizzando la logica. Come conosciamo le cose? Qual è un modo valido di conoscere? Nel Buddhismo parliamo di due modi validi di conoscere qualcosa.

Dr. Alexander Berzin: Meditazione sulla vacuità

Identificare il falso “io”

La continuità dell’“io” convenzionale

Secondo la tradizione buddhista indo-tibetana, abbiamo un “io” convenzionale, e in realtà esso è un’astrazione: consiste in un’imputazione sul flusso di continuità, in continuo cambiamento, dei cinque fattori aggregati che costituiscono ogni momento della nostra esperienza soggettiva individuale. Questo “io” convenzionale è incluso nell’aggregato delle altre variabili influenzanti – il grande aggregato che include tutto ciò che è non statico e non negli altri, come tutte le emozioni. L’“io” convenzionale è qualcosa che cambia di istante in istante, non è statico. “Ora sto facendo questo, ora sto facendo quello”. Cambia, ovviamente, attimo dopo attimo. Inoltre può produrre degli effetti. “Posso lavare i vestiti; posso rendere felice qualcuno; posso rendere infelice qualcuno”.

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Kontrul Rimpoce: L’importanza del connubio fra i sutra e i tantra

Kongtrul Rinpoche: “Nei sutra si mette l’accento sulla conoscenza e la vacuità, nei tantra sui metodi e la compassione…”

Kontrul Rimpoce: L’importanza del connubio fra i sutra e i tantra

Gli insegnamenti dei sutra e quelli dei tantra sono tra loro complemetari; è questo un concetto che è necessario comprendere bene per una buona pratica. Il Buddha ha proposto questi due insegnamenti proprio perché si completassero a vicenda.

Con gli insegnamenti dei sutra si raggiunge una giusta comprensione nel contesto della conoscenza trascendentale; con gli insegnamenti dei tantra si raggiunge una giusta comprensione nel contesto dei metodi.

Quello che conta è soprattutto il loro intreccio, che va salvaguardato in ogni caso.

Con gli insegnamenti dei sutra si può sviluppare la conoscenza della vera natura dei fenomeni e con gli insegnamenti dei tantra si possono sviluppare i mezzi abili, che permettono di conseguire le realizzazioni. Stiamo bene attenti a non separarli durante la nostra pratica! Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: La non dualità.

Lama Thubten Yeshe: Ogni fenomeno è caratterizzato da due qualità o nature.

Lama Thubten Yeshe: Ogni fenomeno è caratterizzato da due qualità o nature.

Lama Thubten Yeshe: La non dualità.

Studiare questo argomento semplicemente per soddisfare l’intelletto è una attività priva di valore o di scopo – sarebbe solo uno spreco di tempo. La conoscenza contenuta negli insegnamenti di Maitreya è incredibilmente profonda, ma vale la pena affrontarla solo se si possiede la giusta motivazione. Se non ci cimentiamo in questo studio con il fine di sradicare i nostri problemi psicologici, allora sarebbe meglio spendere il nostro tempo a preparare una bibita – così facendo almeno riusciremo a placare la nostra sete.

Probabilmente abbiamo sentito molto parlare della meditazione sul mahamudra.“Maha” significa grande e “mudra” significa sigillo. Se io possiedo il sigillo Reale, nessuno può ostacolarmi o infastidirmi. Quando il mio passaporto viene vistato con il sigillo di Stato, io posso andare e viaggiare liberamente. Il sigillo che è mahamudra è una cosa molto simile anche se stiamo parlando di uno stato della mente che è oltre la nostra ordinaria visione dualistica dell’esistenza. Questo è il grande sigillo che ci libera dal samsara. Continue reading »

H.H. Sakya Trizin: Emptiness

His Holiness Sakya Trizin: “The meaning of emptiness is not that phenomena do not exist. What is truly meant by emptiness is that everything that appears to our senses, absolutely everything, is interdependent ”.

His Holiness Sakya Trizin:The meaning of emptiness is not that phenomena do not exist. What is truly meant by emptiness is that everything that appears to our senses, absolutely everything, is interdependent ”.

Emptiness as Expressed in the Heart Sutra. A Teaching by His Holiness the Sakya Trizin.

The teachings of the Buddha are the source of all happiness and benefit, in this life as well as in future ones. Life makes many demands on us – we need food, shelter and other basic necessities for our survival. But the most meaningful thing in our lives is to discover the truth of all phenomena. One of the most important teachings that the Buddha gave us is that everything is impermanent, particularly our human life, which faces so many obstacles, and which can be cut short at any time. Whatever gains we attain in this life, whether it be wealth, fame, or prosperity, these gains will only last us during this lifetime, which is a very limited amount of time. This is why Jnanakirti, the great master, said that we must strive to realize truth while we have this great opportunity, as to have such an opportunity is very difficult, and it may not happen again for a very, very long time. And so, the most important, the most meaningful thing that we can do during this lifetime, which provides all the right conditions and is free from all the unfavourable states, is to discover the truth about the nature of reality. Continue reading »