Ghesce Yesce Tobden: Le ragioni che sostengono la rinascita

Il Ven Ghesce Yesce Tobten

Potremmo domandarci se esistono vite future e per arrivare ad affermarlo, bisogna prima chiederci se ci sono state delle esistenze precedenti a questa. Noi siamo costituiti da una parte fisica e da una mentale. La prima, il corpo, è composta di atomi, di materia, mentre la seconda, la mente, non è fatta di parti fisiche ma di fattori mentali, che non hanno alcuna forma. Corpo e mente hanno ciascuno una loro propria causa, una loro origine. Distinguiamo due tipi di cause: quella sostanziale, che poi si trasforma nel suo specifico effetto e ne ha la stessa sostanza, e quella circostanziale che è una causa ambientale, o secondaria, e aiuta la causa sostanziale a trasformarsi nel suo effetto.
Facciamo un esempio: per avere un albero di mele devono esserci la causa sostanziale, che è il seme del melo, e le cause circostanziali, rappresentate dal terreno, il sole, l’acqua, senza le quali non potremmo avere come risultato quel frutto.
Anche la mente deve avere due tipi di cause. Siccome non è materia e non è fatta come il corpo di atomi, deve avere una causa sostanziale della sua stessa natura e questa è rintracciabile solo nella mente di un momento precedente: non può esserci una mente che nasce così, all’improvviso, autonomamente.Se analizziamo, vediamo che ogni istante mentale appartiene a un continuum: la mente di questo momento è il frutto o il risultato di quella di ieri, la mente di una persona adulta proviene da quella di quando era giovane, che a sua volta deriva dalla mente di quando era bambino, che proviene dalla mente di quando era neonato, che è susseguente alla mente del primo momento del concepimento e quest’ultima deve venire ancora da una mente, che possiamo trovare solo nella vita antecedente.
Il corpo fisico proviene dall’incontro del seme paterno con l’ovulo materno, ma la mente non può essere fatta risalire alla mente dei genitori, bensì alla precedente mente dello stesso continuum mentale. Se comprendiamo questo, possiamo risalire a una vita passata da cui siamo arrivati a questa e applicare la stessa logica per affermare che abbiamo una vita futura.
La causa della mente deve essere di natura mentale ed è la mente che trova riparo in un involucro fisico, come il ventre materno. Prima di tale unione c’è uno stato intermedio, il bardo, dove si possiedono una mente e un corpo fisico molto sottili e si è alla ricerca di una nuova esistenza che viene determinata dal karma delle vite precedenti e anche dalle particolari relazioni karmiche con i futuri genitori. Quando la mente dell’essere del bardo trova questa causa circostanziale (la nuova madre pronta al concepimento) allora prende rinascita.
Se possiamo rintracciare in questo modo una vita precedente all’attuale, andando con il pensiero alla vita precedente e guardando alla nostra adesso, questa risulta essere la vita futura della vita passata. C’è una formula nei testi di logica buddhista che indica perché si afferma l’esistenza di una vita passata: la mente di un bambino al momento della nascita deve avere una mente precedente, perché è mente.
Ci sono scuole di pensiero che affermano che la mente non deve avere una causa precedente che sia mentale perché è prodotta dal corpo, ma affermando che la mente sorge da un corpo fisico, bisognerebbe allora chiedersi se un cadavere ha mente, visto che è un corpo fisico: se abbiamo questa stessa visione materialista dovremmo ragionare in questo modo.
Inoltre, se la mente sorge da un corpo fisico, in uno stesso corpo dovrebbero esserci più menti, perché il corpo è costituito da molti atomi: questo è un secondo tipo di argomentazione.
Un’altra prova per dimostrare che la mente deriva da una vita precedente è constatare che i figli degli stessi genitori, o i gemelli o gli individui che hanno avuto le stesse esperienze, possono avere attitudini diverse e una differente intelligenza: ciò è dovuto alle differenti cause da ognuno poste nella vita precedente.
Ci sono dei metodi anche nella meditazione per poter vedere le proprie vite precedenti, così come quelle degli altri. E’ possibile conoscere che cosa eravamo e, a riguardo, ci sono varie prove.
Si può guardare alla vita attuale del Dalai Lama, che è ritenuto essere la reincarnazione del suo predecessore, il tredicesimo Dalai Lama. In Tibet c’è un lago sacro dove è possibile conoscere il proprio futuro e tutti lo possono fare. Quando arrivò il momento di cercare la quattordicesima reincarnazione del Dalai Lama, il reggente di allora vide apparirvi l’immagine di una piccola valle, con caratteristiche molto ben definite e furono distinte anche tre lettere tibetane: A, KA, MA. Si ebbero poi delle predizioni e furono mandate varie spedizioni alla ricerca della terra apparsa nel lago. Venne infine riconosciuta la casa del piccolo che si pensava essere il nuovo Dalai Lama che allora aveva tre anni, e lo si sottopose a varie prove: egli riconobbe tra i vari oggetti simili, quelli appartenuti al tredicesimo Dalai Lama e scoprì pure la vera identità di un grande Lama conosciuto nella vita passata che, presentandosi a lui in quella occasione, si era travestito da servitore. Non c’è nulla nell’universo che si generi senza causa, ogni fenomeno ne ha una per poter nascere, ed è per questo che le cose si producono in certe situazioni specifiche e in certe condizioni. Il fatto che ci siano appunto momenti particolari, dimostra che quando la causa è operante si produce anche l’effetto, quando la causa non è operante, non lo si ha.
La mente può essere causa circostanziale del corpo e il corpo può essere causa circostanziale della mente, ma questi due non possono essere causa circostanziale uno dell’altra.
L’essere del bardo e l’essere della rinascita successiva hanno mente e corpo. La mente del primo è causa sostanziale della mente del secondo; la mente di ora ha un legame con la mente dell’essere del bardo e a sua volta questa ha un legame con la mente dell’essere del momento precedente e si tratta di legami di causalità.
Il nostro corpo e la nostra mente si separeranno. Il corpo sarà distrutto ma la mente non sparirà nel nulla e prenderà un’esistenza nel bardo, dopo questa in un’altra rinascita e continuerà ancora in vite future, a meno che non eliminiamo le cause perché ciò accada.

Supponiamo di essere saliti su un treno: dovunque andrà la locomotiva noi andremo. Il karma e i difetti mentali ci portano ovunque e noi li dovremo seguire. Se riusciamo a purificare il karma e a eliminare i difetti mentali, allora potremo saltare giù dal treno, prendere la nostra macchina e andare dove ci pare: avremo completa libertà di scegliere dove rinascere.

Ci sono molte vite passate, così come molte vite future; varie prove e ragionamenti sostengono questa teoria, invece l’unica cosa che si può dire a favore della non esistenza delle vite passate è il fatto che non le vediamo, e questa non è una prova logica.
Credendo nelle rinascite, faremo tutti i preparativi necessari e nelle esistenze future non saremo dei perdenti. Se invece non vi crediamo non faremo nulla, poi però, quando ci renderemo conto che esistono, realizzeremo di aver perso molto tempo e di non aver più la possibilità di prepararci.
Ci sono due modi per conoscere i fenomeni:
* con la percezione diretta,
* con il ragionamento perfetto.
Molte cose non possono essere viste con la percezione diretta e devono essere quindi comprese con il ragionamento perfetto.
Ora noi siamo in una situazione in cui non possiamo vedere direttamente le vite future e forse non siamo nemmeno in grado di comprenderne l’esistenza attraverso il ragionamento perfetto, ma attraverso la meditazione e la pratica si può raggiungere uno stadio in cui si ottiene la chiaroveggenza, o occhio della divinità, con la quale si può vedere come esista effettivamente la rinascita dopo la morte. Quindi dobbiamo dare ascolto alle persone che hanno esperienza e che sono in grado di guidarci.
Perché non è possibile ricordare le vite passate?
Prima di tutto perché la nostra memoria non è tale da ricordare tutte le cose accadute prima, poi perché abbiamo cambiato vita e passare da una vita a un’altra è un grande salto. Comunque ci succede anche in episodi quotidiani, come quando, se stiamo cucinando e poi usciamo, ci dimentichiamo il fuoco acceso, lasciando bruciare tutto. Può esserci quindi anche un difetto nella nostra memoria.
Non si può dire che, siccome non ce ne ricordiamo, le vite passate non esistono! Ad esempio tutti siamo stati nel ventre materno, ma non ci ricordiamo di quel momento e io stesso non lo ricordo, però c’è chi può farlo. E qualche persona può anche ricordare le vite passate.

Tratto dal Commentario al BodhisattvacharyavataraUna guida allo stile di vita del Bodhisattva – Ghesce Yesce Tobden – Chiara Luce Edizioni 1999