Ghesce Ciampa Ghiatso: cap. IX Bodhisattvacharyavatara

Il Ven Ghesce Ciampa Gyatzo con Alessandro Tenzin Villa da piccolo

Il Ven Ghesce Ciampa Gyatzo con Alessandro Tenzin Villa da piccolo

Insegnamenti del VEN. GHESCE CIAMPA GHIATSO conferiti il 16 – 17 luglio 2005 all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (Pisa), dal capitolo IX dal Bodhisattvacharyavatara LO STILE DI VITA DEL BODHISATTVA” di Shantideva. Appunti di Alessandro Tenzin Villa, Sabato 16 luglio 2005 Ore 10.30

Per comprendere la vacuità dobbiamo riconoscere qual è l’oggetto di negazione. Per i Prasangica l’oggetto di negazione è l’esistenza intrinseca. Potremmo svolgere questo esercizio ragionando per assurdo: mentalmente dovremmo immaginare il sé come se esistesse di per sé. E’ come immaginare degli esseri umani con la coda, il terzo occhio, le corna. Tutte queste cose non esistono ma proviamo a immaginarle. Per quanto riguarda il poter apprendere direttamente la vacuità dobbiamo raccogliere meriti, dobbiamo liberarci dalle oscurazioni mentali. L’obiezione che si può porre è la seguente: se le cose non esistono intrinsecamente allora fare offerte non avrebbe alcun senso e non ci sarebbe raccolta di meriti. –

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Deriva merito da un conquistatore simile a un’illusione proprio come deriva da un conquistatore veramente esistente.

Questi meriti sorgono come un illusione, non c’è contraddizione. Quindi se considerate che i conquistatori sono intrinsecamente esistenti allora anche i meriti lo sono. E quindi se sostenete che i vittoriosi esistono in modo intrinseco allora i meriti sono intrinsecamente esistenti. Vale anche l’opposto se i vittoriosi esistono come illusioni allora anche le offerte e i meriti sono come illusioni.

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Se gli esseri senzienti sono come illusioni dopo la morte come possono rinascere?

Le scuole inferiori pongono questa obiezione: come può la coscienza prendere rinascita dopo la morte se gli esseri senzienti sono come illusioni. A loro volta le scuole superiori rispondono che non c’è contraddizione, gli esseri senzienti prendono nascita come un illusione e muoiono come un illusione. Indipendentemente da come lo si presenti sta di fatto che gli esseri muoiono e prendono rinascita all’interno del ventre materno.

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Finché saranno riunite quelle condizioni, per quel periodo di tempo, anche le illusioni dureranno. Perché gli esseri senzienti dovrebbero essere intrinsecamente esistenti, semplicemente perché il loro continuum dura più a lungo?

Se ci sono tutte le cause che vengono a incontrarsi, come quando un mago raccoglie assieme tutte queste condizioni, allora l’illusione può essere manifestata e, dunque, appare ciò che l’illusionista vuole presentare. Questa illusione è falsa, non esiste di fatto. Di seguito un esempio. Un mago riprodusse una meravigliosa fanciulla. Un ragazzo attratto da questa meravigliosa fanciulla provò ad abbracciare questa illusione. Il padre chiese di far scomparire questa illusione e alla fine il ragazzo scoprì che stava abbracciando un rametto di legno. Se tutte le condizioni non convergono non c’è l’illusione. Allo stesso modo se non ci sono le cause dell’ignoranza allora non avviene il concepimento. L’ignoranza è la causa principale che induce a prendere rinascita. Oltre a questo c’è bisogno delle altre condizioni che sono la brama e l’attaccamento. Poi c’è anche il divenire. Nel concepimento si entra nella vita successiva. Questo per i Prasangika mentre altri rifiutano questo passare da una vita all’altra come un’illusione. Quindi i Prasangika, a proposito della questione se gli esseri esistono intrinsecamente oppure o no, rispondono che non ha importanza se l’illusione è breve oppure no, sta di fatto che c’è un illusione continua in ogni caso. Nei confronti del sogno, breve o lungo che sia, c’è illusione indipendentemente che sia esistente intrinsecamente oppure no. Secondo una scuola, a proposito del sogno, che è come un illusione, è necessario distinguere fra veramente esistente e intrinsecamente esistente, per i Prasangika i due hanno lo stesso significato. Comunque ci sono fenomeni veri e altri che non sono veri. La verità ultima è vera perché non è ingannevole. All’interno di qualsiasi fenomeno possiamo individuare due verità. Queste due verità sono un unica entità però all’opposto sono isolati. Ad esempio la luna in sanscrito viene chiamata come la casa del coniglio. Nella luna c’è qualcosa che ci richiama l’immagine di un coniglio. Gli si può dare qualsiasi nome. Dal punto di vista dei Prasangika eiste sulla base dell’imputazione mentale e si nega che esista qualcosa di per sé, è con questi ragionamenti che bisogna procedere per comprendere la vacuità. A proposito di un sogno, esso può essere ricordato come molto lungo e noi possiamo rimanere un eone in questo stato oppure anche un solo giorno. Messi a confronto possiamo dire che uno dei due è esistente e l’altro no dal punto di vista della loro lunghezza? Non possono ribattere in questo senso le scuole inferiori. Le scuole inferiori obiettano a questo punto: allora se i fenomeni non esistono intrinsecamente allora il karma non funziona.

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Visto che un essere è un illusione e così via non c’è negatività perché esso è privo di mente. Per qualcuno che possiede una mente illusoria il merito e la negatività sorgono.

Se un essere che praticamente è un illusione uccide un altro essere non c’è negatività perché quell’essere è privo di mente. La negatività è dovuta all’intenzione di voler uccidere qualcuno e la conseguente azione. E quindi un essere che abbia una mente veramene esistente oppure una mente come un illusione. Comunque queste due sono entrambi non esistenti intrinsecamente.

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I mantra e così via, poichè non possono, non fanno sorgere una mente illusoria. Le illusioni che nascono da condizioni differenti sono anch’esse varie.

Un illusione creata da un illusione è un apparenza che è priva di mente. Qualsiasi illusione che il mago riesce a creare ha un aspetto di quel tipo ma è priva di mente perché il potere dell’illusionista non è tale per potere creare mente sulla base delle sue capacità. Ci sono diversi aspetti di illusione. Allo stesso modo gli esseri senzienti appaiono in modo diverso sulla base delle condizioni. Cmq sia le diverse condizioni che convergono portano a un loro specifico risultato, una sola causa non può essere ciò che crea tutti i diversi risultati.

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In nessun luogo esiste una condizione che sia in grado di far sorgere tutto.

Affinché vi sia coscienza visiva sono necessarie 3 condizioni. Prima condizione è l’oggetto stesso. Seconda condizione è la facoltà del nostro organo. La terza è la condizione immediata. Quando queste tre convergono c’è coscienza visiva altrimenti niente.

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Se a livello ultimo vi sono nirvana e convenzionalmente, esistenza ciclica, anche un buddha sarebbe esistenza ciclica, perciò quale sarebbe l’utilità della condotta del bodhisattva? Se le condizioni non vengono interrotte, anche le illusioni non cesseranno.

Se dal punto di vista ultimo non esiste il sorgere, l’invecchiare e il divenire allora non c’è neanche la possibilità di ottenere il nirvana, se non esiste intrinsecamente il nirvana.

Verità ultima: nirvana

Verità convenzionale: samsara

Ne consegue che buddha sta ancora vagando nel samsara? Voi dite che la vacuità di esistenza intrinseca è sinonimo di nirvana e d’altra parte la verità convenzionale è sinonimo di samsara. Se dite così vuol dire che c’è base comune fra samsara e esistenza ciclica. Voi Prasangika volete dire che Buddha sta ancora vagando nel samsara. No perché, se è così, vuoldire che le attività dei bodhisattva sono completamente inutile.

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Poichè le condizioni sono state interrotte, egli non sorge neppure convenzionalmente.

La natura del nirvana è la vacuità, dunque non ha bisogno di essere purificata. Quindi questa natura del nirvana non dipende dalla familiarizzazione con certi processi meditativi ma è sempre lì perché è la natura stessa del nirvana. E viceversa, se per nirvana si intende quel processo ottenuto mediante il processo di evoluzione di un essere senziente, non c’è più possibilità di riprendere rinascita perché non ci sono più le condizioni per riprendere rinascita.

Gli esseri senzienti una volta che eliminano l’ignoranza non sorgono nell’esistenza ciclica. Sono degli arat.

Ore 17.30

Noi tutti vaghiamo nell’ignoranza: il non conoscere la vera natura dei fenomeni, il non conoscere la legge di causa ed effetto. Benchè pensiamo di conoscere tanto non conosciamo la legge di causa ed effetto. Siamo imprigionati nei 12 anelli dell’originazione interdipendente. Di questi 12 il primo è appunto l’ignoranza: l’afferrarsi all’esistenza dei fenomeni come se fossero intrinsecamente esistente. Quindi qua stiamo introducendo il concetto di mancanza del sé di persona e mancanza del sé dei fenomeni. Ci riferiamo ai 5 aggregati che compongono l’essere umano. Sono l’oggetto di imputazione, il nome è ciò che viene imputato su questa base. E quindi la persona è quella imputazione che viene fatta sulla base dei suoi aggregati tramite l’assegnazione di un nome. La persona non sorge in modo indipendente, e quindi la persona è vuota di esistenza intrinseca: vacuità o talità. E quindi se osserviamo in modo attento scopriremo che ogni fenomeno non esiste in modo ultimo, intrinsecamente. Da questo possiamo capire che tutti i fenomeni che fanno parte del nirvana non esistono intrinsecamente e questo è ciò che si intende per vacuità o vuoto. Motivati dall’ignoranza che non riconosce la talità, le azioni che ne conseguono sono contaminate, karma proiettante: le azioni che ci proiettono all’interno dell’esistenza cicica. Il terzo anello è la coscienza. I risultati proiettanti sono quattro: il quarto è nome e forma, il quinto è l’intenzione, il sesto è il contatto (oggetto, soggetto, unione di questi). Ogni volta che sovviene un contatto questo contatto produce la sensazione. Questi 4 fanno parte del risultato proiettante. I successivi due sono l’attaccamento e il desiderio. Le azioni che vengono fatte nel passato rimangono come un seme con la pianta in potenza. Karma attualizzante, quel karma che porta i frutti nel presente e ha le radici nel passato. Desiderio, afferrarsi e il divenire. Gli ultimi due sono la rinascita, l’invecchiamento e la morte. Per tagliare l’ego ci vuole la comprensione della vacuità, la mancanza del sé dei fenomeni. Ancora oggi vaghiamo all’interno del’esistenza ciclica a causa dell’ignoranza. Sulla base di questa ignoranza abbiamo accumulato azioni negative contaminate dall’ignoranza. Tutto questo causa il concepimento e quindi il fatto che prendiamo rinascita. Dal secondo istante le due sostanza in unione mutano, cambiano la loro composizione fino a che si definisce la figura con 4 arti + testa. Questo processo all’interno di questi 12 anelli si chiama invecchiare, il 12° anello. La rinascita, l’invecchiamento e la morte possono avvenire tutte nello stesso ambiente, come nel ventre materno.

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Cittamatra: se non esistesse nemmeno una coscienza errata, cos’è che osserverà l’illusorio?

Ma se non esistono i fenomeni in modo intrinseco chi è che osserva l’illusorio, del resto persino la coscienza errata non esiste. Quindi se esiste l’illusorio deve essere intrinsecamente esistente.

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Madhyamaka: se l’illusorio stesso, per voi, non esiste, allora cos’è che viene osservato?

La scuola cittamatra pensa che tutti i fenomeni siano della stessa natura della mente, quindi non esistono. Gli oggetti esterni benché appaiono come esterni in realtà non esistono esternamente ma sono un illusione. L’obiezione è che se non esistono per niente non possono neanche apparire alla mente. Se non esiste l’oggetto di apprendimento vuoldire che la forma non esiste esternamente quindi non esiste intrinsecamente. Viceversa i Prasangika dicono che gli oggetti esterni non sono delle stessa entità della mente e asseriscono l’esistenza degli oggetti esterni e quindi negano che tutto dipenda unicamente dalla propria mente. Secondo i Prasangika i fenomeni sono composti da sottili atomi che entrano in collisione.

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Poiché l’altro esiste con riferimento ad esso, quegli aspetti sono solo mente.

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Se quella mente stessa è l’illusorio, che cosa viene visto da che cosa? Inoltre il protettore del mondo insegnò “la mente non vede la mente”. Proprio come la lama di una spada non taglia sé stessa, allo stesso modo è la mente.

Si può affermare che la fiamma illumina sé stessa?

Percettore diretto fisico(5 sensi), mentale(non valido perché benchè abbia l’apparenza non è in grado di accertare l’apparenza, coscienza concettuale) e yogico. I prasangika negano l’esistenza del quarto: l’autoconoscitore. I cittamatra asseriscono che la vacuità è l’essere vuoti dal fatto di essere sostanze diverse. Dal punto di vista dei prasangika l’oggetto di negazione del sè della persona e delle cose non sono la stessa cosa.

Domenica 17 luglio Ore 10.30

In qualsiasi occasione dobbiamo immaginare che la sofferenza che sperimentiamo è il sostituto della sofferenza degli altri esseri, e quindi rendiamo gli altri liberi da quel problema. E’ utile in questo senso la meditazione del prendere e del dare, così accumuliamo meriti e riduciamo anche lo stesso problema che stiamo sperimentando.

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Cittamatra: E’ proprio come un lampada al burro che illumina perfettamente la cosa che è sé stessa.

L’esempio portato dai cittamatra è portato a paragone per dire che la coscienza può conoscere un oggetto esterno che è se stessa, questo per convalidare la loro teoria che esiste un autoconoscitore.

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Madhyamaka: Una lampada al burro non è un oggetto che deve essere illuminato perché non è oscurato dal buio.

Non c’è nessuna oscurità da togliere rispetto a se stessa. E questo perchè

se la lampada non funzionasse non illuminerebbe niente, né le cose attorno né se stessa. Si può affermare che l’oscurità oscura se stessa? Quando è completamente buio le cose attorno non possono essere viste. L’oscuro non può oscurare se stesso e la luce non può illuminare se stessa. Si rifiuta perciò questo autoconoscitore. Mula (radice) shastri (testo) panghia (saggezza). E’ importante che la saggezza venga sviluppata tramite la nostra mente. E l’oggetto principale di abbandono è l’ignoranza: tutti i difetti mentali e l’ignoranza. Comunque sia l’ignoranza non può essere lavata (il Gange non serve a un tubo), non può essere rimosso chirurgicamente, le oscurazioi mentali non possono essere tolte così. Questa ignoranza produce odio e attaccamento. Questi tre portano a ulteriori difetti mentali e problemi anche a livello fisico. Molte malattie derivano da questi difetti mentali. Le realizzazioni non possono essere trasferite su se stesse. Bisogna applicare gli antidoti. Di questi antidoti ce ne sono di diversi livelli, ma l’antidoto diretto è quello di meditare ripetutamente sulla vacuità.

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Cittamatra: c’è il blu, come per un vetro, che dipende da altro per il suo essere di colore blu e quello che non dipende.

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Similmente, alcune cose vengono viste in dipendenza da altro, e alcune sono viste senza dipendenza.

Ad esempio se noi mettiamo un telo blu sul tavolo e ci appogiamo sopra un bicchiere o un ripiano di vetro trasparente. Quel vetro appare blu ma il vetro non è blu, il colore dipende dalla base che è sotto. Il colore blu di quel vetro non si trova nella sua entità. Poi ci sono oggetti naturalmente blu. In modo convenzionale il blu esiste, in modo intrinseco non esiste come blu

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Madhyamaka: non è che quello che non era di colore blu si è reso blu da solo.

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Si può asserire “una luce illumina (se stessa)” nel momento in cui è conosciuta dalla coscienza. Ma per via dell’essere conosciuta da che cosa si può asserire “la consapevolezza illumina (se stessa)”?

L’essere illuminato è la sua natura, ma non è che si autoillumina, non è da se stessa che viene la luce. Così la coscienza di per sé è chiara, non è un autoconoscitore. Mentre un conoscitore riesce a conoscere gli oggetti che ha attorno, non c’è la possibilità di esprimere l’autocoscienza come un vero conoscitore. Secondo i Prasangika la mente, apprendendo il suo oggetto esterno, apprende la mente stessa, c’è la possibilità di riconoscere quale tipo di coscienza sta conoscendo l’oggetto. La coscienza produce la memoria dell’oggetto, la consapevolezza dell’oggetto. Quindi tramite l’esperienza precedente uno si ricorda ho già visto quell’oggetto tramite la mia coscienza visiva. L’oggetto quando viene visto e percepito poi rimane una memoria nella coscienza e può essere ricordata mentre i cittamatra dicono che ci deve essere un autoconoscitore.