Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Le Due Ali del Risveglio

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Le nostre menti sono tutte uguali: sono chiare e conoscono ed in questo senso sono tutte uguali. Tutte le macchie sono avventizie e sopraggiungono per il potere dell’abitudine e non fanno parte della natura della mente.

Ven. Ghesce Tenzin Temphel: Le Due Ali del Risveglio

Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI, 11-18/08/24

Volare verso lo stato della completa illuminazione poggiando sul sostegno della mente della grande compassione (bodhicitta) congiunta alla saggezza che realizza la vacuità.

Dal punto di vista Mahayana, lo stato che ci permette di emergere definitivamente dall’esistenza condizionata e di acquisire ogni mezzo abile per guidare anche gli altri verso la liberazione è lo stato del risveglio di un buddha, che viene ottenuto attraverso la propria pratica.

Per raggiungere tale supremo obiettivo è necessario l’impegno nella generazione di quella particolare mente detta ‘pensiero altruistico dell’illuminazione’ o della ‘responsabilità universale’, in congiunzione con la saggezza che comprende e realizza il modo ultimo di esistenza dei fenomeni e delle persone, e la loro interdipendenza, ed è così in grado di tagliare la radice del samsara, ossia l’ignoranza che apprende falsamente e si afferra a una loro intrinseca esistenza. Continue reading »

La vita di Namkhai Norbu

Namkhai Norbu Rinpoche conferì le transmissioni di tutti i tre lignaggi dello Dzogchen con istruzioni pratiche dei loro specifici metodi di pratica.

Namkhai Norbu nacque in un piccolo villaggio chiamato Geuk (dge ‘ug) vicino a Changra (lcang ra) a Derge, Kham, nel 1938, il tredicesimo giorno del decimo mese lunare dell’anno della tigre di terra. Più avanti nella vita scelse di celebrare il suo compleanno l’8 dicembre. Suo padre, Tsewang Namgyel (tshe dbang rnam rgyal, 1889–1962) del clan Trokhe (gro khe) di Kamtok (skam thog), era un funzionario governativo del regno di Derge; sua madre, Yeshe Chodron (ye shes chos sgron, 1904–1965), apparteneva ai Ngonatsang (sngo rna tshang), una delle famiglie più antiche di Derge. Era la nipote di Jamyang Chokyi Wangpo (‘jam dbyangs chos kyi dbang po, 1893–1908) e la sorella della sua reincarnazione, Khyentse Chokyi Wangchuk (mkhyen brtse’i chos kyi dbang phyug, 1909–1960), rispettivamente la prima e la seconda generazione di reincarnazioni di Jamyang Khyentse Wangpo (‘jam dbyangs mkhyen brtse’i dbang po, 1820–1892). Aveva tre sorelle maggiori: Jamyang Chodron (‘jam dbyangs chos sgron, 1921–1985), nota come Jamcho; Sonam Pelmo (bsod nams dpal mo, 1924–1988), nota come Aso; Tashi Yangdzom (bkra shis dbyangs ‘dzoms, 1929–2006), nota come Trayang; e una sorella minore, Tsering Yangdzom (tshe ring dbyangs ‘dzoms, n. 1946). I suoi due fratelli minori erano Pema Gungtsen (padma gung btsan, 1940–1960) e Jamyang Puntsok (‘jam dbyangs phun tshogs, 1943–1948). Suo padre, la nonna paterna Lhundrub Tso (lhun grub mtsho) e lo zio paterno Tokden Orgyen Tenzin (rtogs ldan o rgyan bstan ‘dzin, 1888–1962) erano tutti discepoli del maestro Nyingma Adzom Drukpa (a ‘dzom ‘brug pa, 1842–1924). Dopo la nascita del loro terzo figlio, una bambina, come le sue due sorelle maggiori, Adzom Drukpa regalò loro una statua di Green Tārā e disse ai genitori di Namkhai Norbu che se si fosse pregata fervidamente la divinità, qualsiasi desiderio si sarebbe avverato. Sperando in un figlio maschio, Tsewang Namgyel assunse un lama chiamato Dondrub Chodar (don grub chos dar), noto anche come Drolma Lama (sgrol ma bla ma), per cantare la Lode ai Ventuno Tārā per un anno. Alla fine del suo ritiro, il lama fece un sogno che annunciava la nascita di tre figli maschi, il primo dei quali era Namkhai Norbu. Continue reading »

The life of Namkhai Norbu Rinpoche

Namkhai Norbu Rinpoche gave transmission of all the three series of Dzogchen with practical instructions of their specific methods of practice

Namkhai Norbu was born in a small village called Geuk (dge ‘ug) near Changra (lcang ra) in Derge, Kham, in 1938, on the thirteenth day of the tenth lunar month of the earth-tiger year. Later in life he chose to mark his birthday on December 8. His father, Tsewang Namgyel (tshe dbang rnam rgyal, 1889–1962) of the Trokhe (gro khe) clan from Kamtok (skam thog), was a government official of the Derge kingdom; his mother, Yeshe Chodron (ye shes chos sgron, 1904–1965), belonged to the Ngonatsang (sngo rna tshang), one of the most ancient families in Derge. She was the niece of Jamyang Chokyi Wangpo (‘jam dbyangs chos kyi dbang po, 1893–1908) and the sister of his reincarnation, Khyentse Chokyi Wangchuk (mkhyen brtse’i chos kyi dbang phyug, 1909–1960), the first and second generation reincarnations of Jamyang Khyentse Wangpo (‘jam dbyangs mkhyen brtse’i dbang po, 1820–1892), respectively.

He had three elder sisters: Jamyang Chodron (‘jam dbyangs chos sgron, 1921–1985), known as Jamcho; Sonam Pelmo (bsod nams dpal mo, 1924–1988), known as Aso; Tashi Yangdzom (bkra shis dbyangs ‘dzoms, 1929–2006), known as Trayang; and one younger sister, Tsering Yangdzom (tshe ring dbyangs ‘dzoms, b. 1946). His two younger brothers were Pema Gungtsen (padma gung btsan, 1940–1960) and Jamyang Puntsok (‘jam dbyangs phun tshogs, 1943–1948). Continue reading »

Patrul Rinpoche: Una breve guida ai terreni ed ai sentieri dei Bodhisattva

Patrul Rinpoche: “Incommensurabili raggi di luce brillano dal corpo del bodhisattva e fanno offerte a tutti i buddha del passato, presente e futuro, che rimandano indietro enormi raggi di luce potenziante.”

Patrul Rinpoche: Una breve guida ai terreni ed ai sentieri dei Bodhisattva

Rendo omaggio al mio maestro che è inseparabile dal Signore Mañjughoṣa!

Ora esporrò le varie fasi e i sentieri dei bodhisattva in modo chiaro e facile da capire. Ci sono cinque sentieri e dieci stadi (o bhūmi). I cinque sentieri sono i seguenti:

1. Il sentiero dell’accumulazione

2. Il sentiero dell’unione

3. Il sentiero della visione

4. Il sentiero della meditazione

5. Il sentiero del non-più-apprendimento

I dieci bhūmi saranno spiegati di seguito insieme al sentiero della meditazione.

1. Il sentiero dell’accumulazione

Sul sentiero dell’accumulazione, i bodhisattva, o “eredi dei vittoriosi”, generano l’intenzione positiva e bodhicitta sia dell’aspirazione che dell’azione. Dopo aver sviluppato a fondo questa bodhicitta relativa, aspirano alla bodhicitta ultima, la saggezza non concettuale del sentiero della visione. Questo è noto, quindi, come lo stadio della “pratica aspirazionale“.

È chiamato il sentiero dell’accumulazione perché è lo stadio in cui facciamo uno sforzo speciale per raccogliere l’accumulo di meriti, e anche perché segna l’inizio di molti eoni incalcolabili di raccolta delle accumulazioni. Continue reading »

Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità – I

Kandro-là: Tutti i problemi vengono dalla saggezza contaminata dalle afflizioni mentali, perciò è indispensabile dirigere qui la nostra attenzione.

Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità, 17 maggio 2024 Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI

Sono molto felice di trovarmi qui con tutti voi, insieme, in questo Centro, l’Istituto Lama Tzong Khapa, che è anche un centro del nostro lama: Lama Zopa Rinpoche. Ma, siamo allo stesso tempo molto dispiaciuti per la sua scomparsa, siamo come dei bimbi che hanno perso la madre.

Perciò tutti noi dobbiamo avere una fortissima attitudine a servire, a praticare con sforzo il Dharma profondo senza disperarsi. Dovremmo sempre avere una forte attenzione per quel che facciamo, sia che pratichiamo il dharma che nelle nostre attività quotidiane, in modo di sforzarci che siano tutte improntate da motivazioni pure.

La motivazione pura è quella migliore. Ma, non basta, la nostra attitudine mentale deve essere vasta e lungimirante, così saranno sempre più vaste le nostre azioni generate da pura motivazione.

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Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità – II

Kandro-là: È perciò indispensabile comprendere la natura del sorgere dipendente perché questa è la medicina contro l’attaccamento e l’odio.

Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità, 18 maggio 2024 mattino. Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI

Il soggetto del nostro incontro è il sentiero che unisce bodhicitta e vacuità. Lo affronterei in modo semplice in modo che si possa tradurre in un comportamento conseguente nella vita quotidiana.

Non utilizzerò i termini dei grandi trattati che, ad esempio, parlano di base, sentiero e risultato, proprio perché il Dharma va praticato in ogni istante, non userò questi termini.

Ad esempio, quotidianamente usiamo il nostro livello di saggezza, d’intelligenza per la ricerca della verità. Così, d’altra parte, proviamo dei sentimenti che ci portano a prenderci cura delle persone malate, bisognose.

E sono sentimenti molto preziosi.

Anche se proviamo questi sentimenti d’amore e compassione, grazie all’intelligenza che abbiamo, tutto ciò non sembra che ci porti alla felicità.

Perché?

In ogni istante dobbiamo affrontare problemi e pensiamo a situazioni che dobbiamo affrontare, il che non ci porta di certo felicità.

Quindi questi sentimenti preziosi e questa saggezza vanno sviluppati.

Perciò, per farla diventare la saggezza insuperabile, dobbiamo guardare la saggezza ed intelligenza che ora abbiamo per capire perché e come è afflitta. E dobbiamo cercare di superare questa situazione.

Perché pur avendo, noi e tutti gli esseri, saggezza ed intelligenza, incontriamo tantissime sofferenze? Continue reading »

Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità III

Kandro-là: Guardiamo il nostro comportamento quotidiano: come dirigiamo le nostre azioni?

Kandro-là: Unione di Bodhicitta e Vacuità, 18 maggio 2024 pomeriggio. Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI

Abbiamo in precedenza analizzato in tanti modi. Abbiamo parlato della saggezza meravigliosa e delle menti disturbate.

La saggezza meravigliosa serve ad ottenere la visione perfetta dei fenomeni. È importante riconoscere e sviluppare la saggezza meravigliosa perché elimina tutti i tipi d’allucinazione, d’oscurazione, di distorsione mentale.

Abbiamo visto la visione e l’azione per identificare quella corretta, per generare la visione perfetta ed indirizzare le nostre azioni non distorte e dobbiamo capire le nostre azioni sbagliate e perché e come sbagliamo e come conseguire l’azione corretta.

Se andiamo a guardare cosa distingue l’insegnamento del Buddha Baghawan è il sorgere dipendente https://www.sangye.it/altro/?p=11735. Perché è con questa saggeza che si eliminano le oscurazioni mentali, le emozioni distruttive, il che spiega la natura della nostra sofferenza, delle nostre esperienze di sofferenza, il che dimora la natura stessa dellla mente. Ciò ti porta nella visione corretta, spiegata a livelli vasti e profondi, a partire dalla percezione diretta, ad una più profonda basata su ragioni valide.

Senza aprire la porta della saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=4206 non possiamo capire la natura di base dei fenomeni, non possiamo capire la loro vera natura. Continue reading »

Il lascito di Gheshe Rabten

Gheshe Rabten Rinpoche

Il lascito del gheshe Rabten

Il gheshe Rabten Rimpoche si è spento a Mont Pélérin (Svizzera) lo scorso 26 fobbraio 1986. Nato nel Kham (Ti’bet Orientale) nel 1920, a 17 anni abbandonò la fattoria paterna per rnggiunrgere, dopo un cammino di oltre due mesi, il monastero di Sera, presso la capitale Lhasa, dove pe·vent’anni si dedicò allo studio, alle pratiche meditative (ritirandosi sovente nelle vicine grotte) e poi all’insegnamento. Nel ’59 scelse l’esilio in India e qui conseguì il titolo accademico di Gheshe Lharampa. Considerato dalle comunità tibetane un maestro fra i più preparati ed esemplari, è stato consigliere spirituale del Dalai Lama e dal 1967 ha cominciato a comunicare il Dharma agli occidentali prima a Dharamsala (India) e successivamente in Svizzera, dove ha fondato nel 1972 il monastero tibetano di Rikon e nel ’79 il Tharpa Coeling, Centro di Alti Studi Buddhisti, a Mont Pélérin. È stato uno dei maestri tibetani più impegnati nel dialogo interreligioso: nel 1977 ha partecipato ad una esperienza di vita comune tra monaci cristiani, buddhisti e indù, organizzata dall’Abbazia benedettina di Praglia, presso Padova. Lascia numerosi discepoli anche in Italia, dove ha dato importanti insegnamenti ed ha promosso la costituzione dei centri Ghe Pel Ling a Milano e Maitri a Torino. Nei suoi insegnamenti, dedicati soprattutto ad argomenti di filosofia e psicologia, ha presentato il Buddhismo tibetano come comprensivo di tutte le tradizioni, proponendo il sentiero Hinayana, in quanto fondato sulla moralità, come una base indispensabile per ogni altra pratica. Ai praticanti che indulgevano talora a tendenze settarie ricordava: «Ogni tradizione del Dharma ha origine dal Buddha, Che ha promosso una piluralità di scuole con la più pura delle intenzioni: aiutare tutti gli esseri. Non siate settari nemmeno verso le altre religioni; pregiudizi e discriminazioni sono un inutile velo, che ostacola la realizzazione spirituale ». Rimarrà vivo e fecondo nei suoi discepoli questo lascito spirituale.

https://maitreya.it/wp-content/uploads/2020/02/Paramita-18.pdf

Geshe Thubten Rabten speaks about the phenomenal work that has brought The Great Stupa into actualisation and the positive karma it generates for society and individuals. https://www.youtube.com/watch?v=F1agbOHSDLI

Patrul Rinpoche: Meditazione dell’autoliberazione

Patrul Rinpoche: Dallo stato naturale della base della vostra mente (la visione),
appaiono i maṇḍala delle deità come incessante energia compassionevole (la meditazione) …

Patrul Rinpoche: Meditazione dell’autoliberazione [1]

Un metodo profondo per conseguire l’Illuminazione secondo la Grande perfezione assoluta.

Hai udito, hai udito
questo consiglio del cuore messo in versi da Abu il cencioso?

Emaho!
senza allontanarsi dallo stato del dharmakāya perfettamente puro,
recidi l’illusione alla radice e realizza esperienzialmente il risveglio primordiale:

Samantabhadra, ch’io possa velocemente ottenere la tua realizzazione,
nel tuo identico modo, senza errori.
Figli fortunati, se cercate di conseguire l’Illuminazione,
allora io, il vagabondo errante, Patrul il vecchio cane,
vi darò il mio infallibile consiglio del cuore spiegandolo in poche parole:
mettetelo in pratica, miei figli determinati, vi prego.

Ciò che chiamiamo “dharmakāya della vacuità” è la pratica del cuore di tutti i maestri e di tutti i siddha realizzati. È la mente di saggezza di tutti i buddha del passato, del presente e del futuro; la forza vitale di tutte le deità yidam, il sangue del cuore di tutte le ḍākinī, la dimora che accoglie tutti i protettori del dharma, l’essenza di tutti i sūtra e di tutti i tantra, e la più fine quintessenza di tutti i mantra segreti e dei mantra vidyā. È il Mahāmudrā, il Madhyamaka e lo Dzogchen combinati insieme in un unico insegnamento: mostrare l’indivisibilità del dharmakāya e della nostra mente. È conoscere quell’unica cosa che le libera tutte. È la soluzione sovrana, universale. È il Grande sigillo (Mahāmudrā) della realtà. Se realizzato al mattino, causa l’Illuminazione al mattino. Se realizzato la sera, causa l’Illuminazione la sera. Continue reading »

Sostenere la Mente dell’Illuminazione

Sostenere la Mente dell’Illuminazione

Come ci insegna Sua Santità:

Io faccio questa pratica tutti i giorni molte volte, è il mio primo pensiero quando mi sveglio e anche tutte le pratiche che faccio dello yoga della divinità, anche solo visualizzare Tara di fronte a me, colgo l’occasione per generare la mente dell’illuminazione e prendere i voti del Bodhisattva. Fate così anche voi, copiate da me”.

Come ci insegnano i maestri Khadampa:

Questa vita preziosa è grazie alle vite passate preziose,
ora con questa vita preziosa fai in modo di non precipitare in quella futura ancora nell’abisso dei reami infelici.

Dobbiamo dare significato al fatto che siamo esseri umani, anche se abbiamo un corpo di carne e ossa che è contaminato, usiamolo nel modo migliore, visto che dentro c’è questa mente che possiede la potenzialità di Buddha.

Come insegna Maitreya nel continuo Sublime:

Tutti gli esseri incarnati possiedono sempre l’essenza di Buddha,

poiché il Corpo Supremo dei Buddha perfetti si irradia,
la natura ultima è la stessa
e il lignaggio è presente.

Questo vuole dire che ottenere l’illuminazione è possibile, perchè la natura della mente che abbiamo, anche se in un corpo contaminato, è luminosa e co- gnitiva, chiara luce, e le afflizioni mentali non sono intrinseche in questa natu- ra, sono solo temporanee e avventizie.

Essendo delle cognizioni distorte le afflizioni possono essere eliminate con la forza dell’applicazione dell’antidoto, la saggezza che realizza la natura del sor- gere dipendente.
Quindi le potenzialità dello sviluppo completo delle qualità è già presente nel nostro continuum mentale”.
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La vita di Serkong Rinpoche

Tsenshab Serkong Rinpoche viaggiò molto in tutta l’India e in Nepal e nelle remote valli himalayane, per dare insegnamenti e iniziazioni e aiutare i monasteri a riavviare i loro rituali.

Kyabje Tsenshab Serkong Tugse Rinpoche è nato il 27 luglio 1914 nella zona di Loka, nel Tibet meridionale. Suo padre era uno dei maestri più importanti del secolo precedente, il grande Serkong Dorjechang, l’incarnazione di Marpa il traduttore, sua madre l’incarnazione della moglie di Marpa Dagmema e Tsenshab Serkong Rinpoche l’incarnazione del figlio di Marpa, Darmadodey.

Tsenshab Serkong Rinpoche ha studiato con maestri di tutte e quattro le principali tradizioni del buddismo tibetano. Era membro dell’Università monastica Ganden Jangtze, dove ha conseguito la laurea in Geshe Lharampa dopo quattordici anni di studio. Trascorse poi nove anni al Gyume Tantric College, dove dopo aver superato tutti gli esami ricoprì la posizione di Maestro di Disciplina, prima di essere nominato nel 1948 come uno dei sette Tsenshab o Maestri Partner di Dibattito di Sua Santità il Quattordicesimo Dalai Lama. Tsenshab Serkong Rinpoche ha servito la Sua Santità in questo incarico per il resto della sua vita e ha impartito alla Sua Santità molti lignaggi, iniziazioni e trasmissioni orali. Accompagnò Sua Santità in Cina nel 1954 e andò in esilio in India nel 1959. Continue reading »

Gheshe Jampa Tegchok: Trasformando le avversità in gioia e coraggio

Gheshe Jampa Tegchok: Queste sono cose che possiamo fare in questa stessa vita. Non dobbiamo aspettare un’opportunità migliore.

Gheshe Jampa Tegchok: Trasformando le avversità in gioia e coraggio

Se in un momento può avvenire una grande, profonda e vasta pratica meditando sull’intenzione altruistica e sul vuoto, che bisogno c’è di dire quanto si può fare in un giorno, un mese, un anno, o una vita intera?

Meditando sull’amore, sulla compassione, sull’intenzione altruistica o sul vuoto anche per un solo momento possiamo creare impronte molto speciali sul nostro flusso mentale ed eliminare un karma negativo molto potente. Se riflettiamo su uno di questi argomenti, i risultati sono inesauribili.

Naturalmente, se non sappiamo come fare, questa pratica è impossibile per noi. Ma se lo facciamo, ogni momento della nostra vita è estremamente prezioso, e soffriremo anche solo un momento sprecato. In una guida al modo di vivere del Bodhisattva, Shantideva ha detto: se non sfruttiamo al meglio questa vita, stiamo imbrogliando noi stessi. Se fermiamo il nostro tempo, o lo usiamo per distrazione, nessuno si è giocato un trucco più grande a se stesso. Se usiamo bene questa vita, non avremo rimpianti al momento della morte. Se non lo facciamo, quando arriverà l’ora della morte, ci troveremo di fronte ai ricordi del tempo sprecato e saremo superati dal rimorso. Continue reading »

Nagarjuna: Lode al Dharmadhatu

Nagarjuna: Quando si vede il dharmakaya in tutta la sua purezza,
si dimora nell’oceano di saggezza…

Nagarjuna: Lode al Dharmadhatu

In Sanscrito: dharma da tu tha bam

In Tibetano: chos kyi dbyings su bstod pa

Mi prostro al giovane Arya Manjusri

1. Ciò che, se non compreso,

si continua a girare nelle tre esistenze e

di sicuro permane in tutti gli esseri senzienti:

mi prostro al Dharmadhatu.

2. Quando esso viene purificato

della causa che fa girare il samsara,

il suo essere puro è il nirvana;

esso è anche il dharmakaya.

3. Così come nel burro, l’essenza che è

mescolata nel latte, non appare,

nello stesso modo, poiché è mescolato alle afflizioni mentali,

il Dharmadatu non è visibile. Continue reading »

The Great Yogi Saraha

The Great Yogi Saraha

The Great Yogi Saraha.

Acclaimed one of the greatest yogis of India in the late 8th century, the indomitable Saraha heads the Mahamudra lineage. He was born into a brahmin class family in Bengal, eastern India, and was raised to become a Buddhist monk. The Pala dynasty of Bengal promoted Buddhism, supported many large Buddhist universities, and encouraged wide-spread learning. Saraha become one of the noted sages of his time. He did not, however, remain a monk.

One story has it that he was expelled from the monastic order for indulging in alcohol or some similar breakage of the rule. This may be, or he may have left of his own accord. At any rate, he became a wandering, white robed yogi, homeless and free of desire, seeking only to fathom the mystery of life.

He became the disciple of a saint named Ratnamati, who was a master of the Guhyasamaj Tantra. Thus Saraha learnt the profound secrets of a method of meditation that focuses on raising kundalini (Tib: gTum-mo) and abiding in blissful Mind’s own innate state. Continue reading »

Sakya Paṇḍita Kunga Gyaltsen: Meravigliose istruzioni orali riguardanti il momento della morte

Meravigliose istruzioni orali riguardanti il momento della morte redatte in poche parole dal glorioso Sakya Pandita

Sakya Paṇḍita Kunga Gyaltsen: Meravigliose istruzioni orali riguardanti il momento della morte

Si renda omaggio a Manjusri, lama e protettore.

Primo, si prende rifugio nei tre gioielli.

Poi si deve coltivare il bodhicitta.

E meditare Amitabha, colui il quale mi sta dinanzi.

A lui si rende omaggio e si facciano offerte.

PRELUDIO

Si deve avere la certezza che le opere cattive sono state purificate,

Si deve abbandonare ogni attacco.

E con una mente che non teme la morte

Si metterà in pratica Amitabha Samadhi.

PRATICA PRINCIPALE

Poi dissolvi Amitabha nel tuo corpo e

Visualizza te stesso come la sua essenza.

La virtù dedicala a tutti gli esseri senzienti.

Più volte bisogna esercitarsi in tutto questo.

LA CONCLUSIONE

Non sorgeranno allora malattie e spiriti cattivi e

Quando sarà il tempo della morte non vi saranno sofferenze.

Nel bardo, Shakyamuni si prenderà cura di te

E nella vita futura otterrai la liberazione.

BENEFICO.

Meravigliose istruzioni orali riguardanti il momento della morte redatte in poche parole dal glorioso Sakya Pandita, secondo quanto insegnato dal venerabile Sakya lama e dai suoi figli.

(Tratto dal sito https://www.lotsawahouse.org/it/tibetan-masters/sakya-pandita/wondrous-instruction-moment-of-death che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)

Dzongsar Jamyang Khyentse Rinpoche: La Rinuncia

Dzongsar Jamyang Khyentse Rinpoche: E tutti parleranno dolcemente l’un l’altro.

Dzongsar Jamyang Khyentse Rinpoche: La Rinuncia

Insegnerò brevemente sul Kunzang Gongdü Ngöndro.

Il Dharma è diretto alla prossima vita ed in particolare verso il conseguimento della liberazione e dell’illuminazione. Dal momento che anche i laici dovrebbero fare del loro meglio per sviluppare repulsione verso il samsara, non ho bisogno di menzionare quanto sia importante per i praticanti del Dharma generare tale rinuncia.

Come dobbiamo intendere la rinuncia? Quando hai il mal d’auto perdi ogni desiderio di mangiare cibo. Allo stesso modo, dovresti essere disgustato dalla ricchezza e dalle attività samsariche, sapendo che non hanno alcuna essenza o valore duraturo. Continue reading »

Lama Zopa Rimpoche: I quattro benefici generali della devozione al guru

Lama Zopa Rimpoche: Come la pioggia che bagna un campo permette ai semi di germogliare, la pioggia delle benedizioni del guru cade sul campo della nostra mente perché le realizzazioni possano manifestarsi.

Lama Zopa Rimpoche: I quattro benefici generali della devozione al guru

Senza la devozione al guru, nulla avviene: né realizzazioni, né la liberazione, né l’illuminazione. Proprio come senza le radici dell’albero non ci possono essere tronco, rami, foglie o frutti. Tutto, perfino l’illuminazione, dipende dalla devozione al guru.

Ricevere le benedizioni del guru

Provare devozione significa vedere il guru come un Buddha e ricevere le benedizioni che diventano la causa della realizzazione del sentiero per l’illuminazione. Solo così è possibile raggiungere la piena illuminazione e offrire un servizio perfetto a tutti gli innumerevoli esseri senzienti, liberandoli dalle sofferenze, e dalle relative cause, per condurli all’illuminazione. Questo è l’obiettivo ultimo della nostra vita ed è per questa ragione che la devozione al guru, cioè la radice del sentiero, è una pratica essenziale. Come la pioggia che bagna un campo permette ai semi di germogliare, la pioggia delle benedizioni del guru cade sul campo della nostra mente perché le realizzazioni possano manifestarsi. Senza devozione, non c’è modo di ricevere le benedizioni e senza di esse non c’è modo di realizzare il sentiero per l’illuminazione e raggiungere lo scopo ultimo della nostra vita. Ricevere le benedizioni è quindi il primo beneficio della pratica della devozione al guru; ma ci sono anche altri tre benefici. Continue reading »

Ven. Thubten Pemo: Perché fare un ritiro?

La Ven. Thubten Pemo, newyorkese, è stata tra i primi studenti di Lama Thubten Yeshe e Lama Zopa Rinpoche.

Ven. Thubten Pemo. Il beneficio di fare un ritiro è che si diventa una persona migliore, un essere umano migliore, un buon membro della società umana. Si diventa migliori di quanto non si fosse prima e, poco alla volta, si abbandona ogni pensiero o desiderio di fare del male agli altri esseri viventi. Si aiuta, si serve e si beneficiano gli altri con il corpo, la parola e la mente.

Il beneficio di fare un ritiro è che si diventa più calorosi, più amorevoli, generosi, aperti, compassionevoli, pazienti e sinceramente gentili. Una persona gentile. Si diventa davvero gentili.

Per più di trent’anni ho ascoltato gli insegnamenti buddhisti e ho cercato di comprenderli. Durante i miei ritiri ho deciso che la cosa più importante nella nostra vita è la gentilezza. Essere gentili. Con tutti quelli che incontriamo. Sempre. Tutti apprezzano la gentilezza. Tutti vogliono ricevere gentilezza. La gentilezza è il senso della vita. Gentilezza amorevole. Compassione. Bodhicitta. Sono il senso e lo scopo della nostra rinascita umana.

Sua Santità il Dalai Lama ha detto: “La mia religione è la gentilezza”. Il Buddhismo ha migliaia di insegnamenti e Sua Santità li ha condensati in una sola parola: gentilezza. Una parola dal significato vasto e profondo. Essere gentili è il compito della nostra vita, desiderare di essere gentili, coltivare la gentilezza, esprimere la nostra amorevolezza ogni volta che interagiamo con gli altri. Guardare con occhi amorevoli un altro essere senziente. Agire sempre con amore. Coltivare questo atteggiamento è il beneficio di fare un ritiro. Continue reading »

Sua Santità il Dalai Lama: Che cos’è la mente?

Sua Santità il Dalai Lama: Come le nuvole possono oscurare temporaneamente il cielo perché non sono della natura del cielo, così l’ignoranza e altre afflizioni oscurano temporaneamente la natura pura della mente.

Sua Santità il Dalai Lama: Che cos’è la mente?

La scienza moderna si concentra principalmente sull’acquisizione di conoscenze relative al mondo della materia. Gli scienziati hanno sviluppato strumenti così sofisticati da poter manipolare persino le particelle subatomiche e misurare anche i minimi cambiamenti negli stati chimici ed elettrici dei neuroni. Oggi sappiamo dell’esistenza di stelle lontane anni luce dalla Terra e di piccoli organismi che i nostri occhi non possono vedere.

La scienza ha fatto enormi passi avanti nella comprensione del mondo materiale e delle sue componenti subatomiche, tuttavia non ha prestato altrettanta attenzione al mondo interiore della mente, della coscienza e dell’esperienza. Non ha ancora formulato una definizione universalmente condivisa di che cos’è la mente, della sua natura, delle sue cause e del suo potenziale. La letteratura sull’anatomia e la fisiologia del cervello è vastissima, ma la mente raramente vi trova spazio.

Molti tendono a spiegare la mente in termini di fenomeni materiali: i neurologi la considerano il risultato delle interazioni tra neuroni, specialmente quelli del cervello; gli psicologi fanno riferimento al comportamento e al linguaggio; gli scienziati cognitivi studiano la percezione, il pensiero e i processi mentali come comportamenti esteriori misurabili e le attività cerebrali.

Il limite di questi approcci è che non offrono alcuna indicazione utile a comprendere accuratamente e profondamente l’esperienza umana. Gli scienziati possono parlarci degli eventi neurali nel cervello, della reazione ormonale che accompagna la compassione
o la rabbia e del comportamento delle persone quando sono arrabbiate, ma tutto ciò non descrive il modo in cui si provano queste emozioni, il loro lato esperienziale. Altri studiosi parlano della mente come di un sé o di uno spirito immateriale e permanente, ma anche in questo caso non esistono strumenti in grado di osservare la coscienza.
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Chogye Trichen Rinpoche: La vera natura della mente.

Chogye Trichen Rinpoche: Durante l’iniziazione, se si ha fede, si possono ricevere benedizioni e riconoscere la vera natura della mente.

Chogye Trichen Rinpoche: La vera natura della mente.

Grazie a Fabrizio Pallotti

La vera natura della mente è difficile da esprimere a parole o da illustrare veramente con degli esempi. Questo perché è molto sottile. Tuttavia, per necessità, la natura della mente viene spesso introdotta in modo simbolico. Ci sono molti esempi utilizzati negli insegnamenti, ma sono solo indicazioni per sottolineare ciò che si deve riconoscere.

Per esempio, si dice che la consapevolezza (rigpa) è come un vajra o un diamante, il che significa che ha il potere di tagliare qualsiasi cosa. La consapevolezza può tagliare i pensieri, proprio come un diamante può tagliare qualsiasi cosa, ma non può essere spezzata da nulla. Allo stesso modo, la consapevolezza non può essere rotta, danneggiata o disturbata dai pensieri.

Un altro esempio è che si dice che la natura della mente sia come il centro dello spazio. Sebbene sia vuota come lo spazio, non è una vacuità vuota e inconsapevole. La vera natura della mente ha l’aspetto della chiarezza (sal cha), quindi c’è la qualità della vacuità della conoscenza (sal tong), a differenza dello spazio fisico, che non sa nulla. Si dice che la consapevolezza sia come il centro dello spazio, perché non può essere individuata.

Quando si cerca di individuare la natura della mente, essa scompare; non può essere localizzata da nessuna parte. Per rendersene conto, bisogna impegnarsi nella pratica della ricerca della mente, cercando di scoprire se c’è un luogo in cui la mente sorge, un luogo in cui risiede, un luogo in cui va o cessa di essere. Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Temphel: Insegnamenti sul Commentario alla Mente dell’Illuminazione di Nāgārjuna

Ven. Ghesce Tenzin Temphel: Siamo noi che dobbiamo trasformare la nostra mente. Siamo noi che dobbiamo cambiarla. Siamo noi i responsabili di trasformare, cambiare la nostra mente, di realizzare la nostra felicità.

Ven. Ghesce Tenzin Temphel: Insegnamenti sul Commentario alla Mente dell’Illuminazione di Nāgārjuna. Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, Pi, 30/07-06/08/2023

È sempre importante generare una buona motivazione quando si ascoltano gli insegnamenti di Dharma e verificarla, chiederci se effettivamente la nostra motivazione è positiva e cosa significa.

Tutti noi desideriamo la felicità e la desiderano tutti gli esseri. Tuttavia siamo sofferenti. Perché? Ci si ammala perché il nostro corpo è della natura della sofferenza, tuttavia abbiamo dei mezzi per lenire la sofferenza del corpo. Siamo avanzati nel progresso materiale, ma, a livello interiore, non lo siamo molto. Se manca questo livello interiore è impossibile ottenere la pace e la serenità. Il miglioramento economico non ha portato ad un progresso della mente, al miglioramento della nostra interiorità, ed è li che dobbiamo arrivare.

Il luogo principale dove creare la felicità è nella mente. E, per farlo dobbiamo trasformare il nostro modo di pensare. Proprio perché non vogliamo alcuna sofferenza non vogliamo problemi e quando li troviamo diventiamo infelici. Non possiamo eliminare la sofferenza semplicemente non desiderandola. Diventiamo infelici quando incontriamo un problema. In tal modo il potere della nostra mente si affievolisce.

Dobbiamo accettare la situazione.

Se c’è un rimedio allora dobbiamo applicarlo per risolvere il problema. Altrimenti: che serve preoccuparsi? Una gran parte della nostra infelicità deriva dal non voler sperimentare la sofferenza e proprio il non voler sperimentare i problemi diventa a sua volta causa della sofferenza. Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu: Compassione, cultura e comprensione

Chögyal Namkhai Norbu: “La nostra condizione naturale é pura fin dall’inizio. Ciò che è necessario è che ci risvegliamo e rimaniamo nella nostra vera natura”.

Chögyal Namkhai Norbu: Compassione, cultura e comprensione

“Chi comincia a sviluppare un interesse per gli insegnamenti può tendere ad allontanarsi dalla realtà delle cose materiali, come se gli insegnamenti fossero un qualcosa di completamente estraneo alla vita quotidiana. Spesso, alla base di tutto questo, c’è un atteggiamento di rinuncia, di fuga dai propri problemi, con l’illusione di essere in grado di trovare qualcosa che ci aiuterà miracolosamente a trascendere tutto questo. Ma gli insegnamenti si basano sul principio della nostra attuale condizione umana. Abbiamo un corpo fisico con tutti i suoi vari limiti: ogni giorno dobbiamo mangiare, lavorare, riposare, ecc.. Questa è la nostra realtà, e non possiamo ignorarla.

Gli insegnamenti Dzogchen non sono né una filosofia, né una dottrina religiosa, né una tradizione culturale. Comprendere il messaggio degli insegnamenti significa scoprire la propria vera condizione, spogliata di tutti gli autoinganni e le falsificazioni che la mente crea. Il significato stesso del termine tibetano Dzogchen, Grande Perfezione, si riferisce al vero stato primordiale di ogni individuo e non ad alcuna realtà trascendente.

Molti percorsi spirituali hanno come base il principio della compassione, del beneficare gli altri. Nella tradizione buddista Mahayana, ad esempio, la compassione è uno dei punti fondamentali della pratica, insieme alla conoscenza della vera natura dei fenomeni, o vacuità. A volte, però, la compassione può diventare qualcosa di costruito e provvisorio, perché non ne comprendiamo il vero principio. Una compassione genuina, non artificiale, può sorgere solo dopo che abbiamo scoperto la nostra condizione. Osservando i nostri limiti, i nostri condizionamenti, i nostri conflitti e così via, possiamo diventare veramente consapevoli della sofferenza degli altri, e allora la nostra stessa esperienza diventa una base o un modello per poter meglio comprendere e aiutare coloro che ci circondano.

L’unica fonte di ogni tipo di beneficio per gli altri è la consapevolezza della propria condizione. Quando sappiamo come aiutare noi stessi e come lavorare con la nostra situazione, possiamo davvero beneficiare gli altri e il nostro sentimento di compassione sorgerà spontaneamente, senza la necessità per noi di attenerci alle regole di comportamento di una data dottrina religiosa. Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu: Compassion, Culture and Understanding

Chögyal Namkhai Norbu: “Our natural condition is self-perfected from the very beginning. What is necessary is that we reawaken and remain in our true nature”.

Chögyal Namkhai Norbu: Compassion, Culture and Understanding

“Someone who begins to develop an interest in the teachings can tend to distance themselves from the reality of material things, as if the teachings were something completely apart from daily life. Often, at the bottom of all this, there is an attitude of giving up and running away from one’s own problems, with the illusion that one will be able to find something that will miraculously help one to transcend all that. But the teachings are based on the principle of our actual human condition. We have a physical body with all its various limits: each day we have to eat, work, rest, and so on. This is our reality, and we can’t ignore it.

The Dzogchen teachings are neither a philosophy, nor a religious doctrine, nor a cultural tradition. Understanding the message of the teachings means discovering one’s own true condition, stripped of all the self-deceptions and falsifications which the mind creates. The very meaning of the Tibetan term Dzogchen, Great Perfection, refers to the true primordial state of every individual and not to any transcendent reality.

Many spiritual paths have as their basis the principle of compassion, of benefiting others. In the Mahayana Buddhist tradition, for example, compassion is one of the fundamental points of the practice, together with the knowledge of the true nature of phenomena, or voidness. Sometimes, however, compassion can become something constructed and provisional, because we don’t understand the real principle of it. A genuine, not artificial, compassion, can only arise after we have discovered our own condition. Observing our own limits, our conditioning, our conflicts and so on, we can become truly conscious of the suffering of others, and then our own experience becomes a basis or model for being able to better understand and help those around us.

The only source of every kind of benefit for others is awareness of our own condition. When we know how to help ourselves and how to work with our situation we can really benefit others, and our feeling of compassion will arise spontaneously, without the need for us to hold ourselves to the rules of behaviour of any given religious doctrine. Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Le otto strofe della Trasformazione del Pensiero

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Se sappiamo pensare correttamente, se la nostra amorevole gentilezza è perfetta, tanto più la nostra compassione sarà intensa.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel il 3, 4 e 5 febbraio 2023 all’Istituto Lama Tzongkapa, Pomaia, PI, su “Il destino compiuto”. L’educazione di Tzong Khapa in un canto di realizzazione. Una panoramica di come Je Rimpoche ha ottenuto le realizzazioni.

Dal momento che il buddismo tibetano rappresenta la tradizione buddista più completa oggi, dovremmo essere grati ai maestri del passato come Jé Tsongkhapa e seguire il loro esempio condividendo le nostre conoscenze con gli altri”. (Sua Santità il Dalai Lama)

In questo testo, Il destino compiuto, Lama Tzong Khapa, racconta ciò che ha studiato e come le scritture si sono rivelate a lui come istruzioni spirituali. Studiò i grandi trattati indiani alla luce della logica e della ragione.

Ciò che Tzong Khapa rivela è come ottenne un vasto apprendimento, entrò nella vita di un eremita e acquisì esperienza delle fasi del sentiero, inclusi i sentieri profondi ed estesi.
Il testo è stato scelto da Sua Santità il Dalai Lama, durante gli insegnamenti del 1° giugno 2021, per far conoscere ai giovani tibetani l’origine della tradizione Ghelug e il venerabile Ghesce Tenzin Tenphel ha espresso il desiderio di seguire il Suo esempio esponendo i contenuti durante gli insegnamenti.

Appunti non revisionati ed editing del Dott. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti”. Ci scusiamo per ogni errore ed omissione. Traduzione dal tibetano di Filippo Centrone che vivamente si ringrazia. L’insegnamento del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel è focalizzato su “Gli otto versi dell’addestramento mentale” oGli otto versi di trasformazione mentale” oLe otto strofe della Trasformazione del Pensiero”, in tibetano Blo-sbyong tsig-brgyad-ma, Lojong di Langri Tangpa Dorje Senghe.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

venerdì 03/02/2023

Destino compiuto” https://www.sangye.it/altro/?p=11556 di Lama Tzong Khapa è come una sua biografia.

Lama Tzong Khapa: All’inizio, ho cercato un ampio apprendimento,
Nel mezzo, tutti gli insegnamenti sono apparsi come istruzione spirituale,
E, alla fine, ho praticato tutto il giorno e tutta la notte:

Tutto questo l’ho dedicato alla diffusione dell’Insegnamento!

Qual è la necessità di ascoltare molto? Per comprenderlo dobbiamo partire dalla radice della sofferenza che è rappresentata dalle afflizioni mentali che, a loro volta, provocano karma negativo.

Per emanciparci dalla sofferenza dobbiamo cercare di comprendere e per farlo dobbiamo studiare. E questa è la ragione prima di cercare di ascoltare intensamente, così come dice Lama Tzong Khapa: “All’inizio ho ascoltato molto”. Continue reading »

Ghesce Thubten Dargye

Ven. Ghesce Thubten Dargye

Ghesce Thubten Dargye nasce nel 1949 a Tashigang, in Bhutan. All’età di quindici anni conosce il suo primo maestro, un Lama Gelug dal monastero di Tawang, in Arunachal Pradesh (India), giunto in Buthan per dare insegnamenti: studierà sotto la sua guida per i successivi quattro anni.
Nel 1960 è il primo monaco buddhista di tradizione Gelug ad essere ordinato in India dopo la fallita rivolta tibetana del 1959 e l’esilio indiano di SS. il Dalai Lama e di molti altri grandi maestri. Riceve i voti dal Ven. Serkong Tsenshab Rinpoche, maestro dello stesso Dalai Lama e riconosciuto all’epoca come il più alto tra i lama reincarnati presenti al monastero di Gaden. Studia presso il medesimo monastero sotto la guida di vari maestri qualificati, tra cui gli abati Kensur Yeshe Gawa, Kensur Sonam Gyaltsen e Khenpo Atso Sonam Kunga. Nel 1994 consegue il più alto titolo di studio di Ghesce Lharampa. Dopo gli esami, viene scelto per dibattere davanti a Sua Santità il Dalai Lama, suo Maestro radice,a Dharamsala davanti a un’assemblea di Maestri e monaci proveniente dai più grandi monasteri in India.
Una volta conseguito il titolo di Ghesce Lharampa, trascorre un anno nel monastero tantrico di Gyudmed, dove ha studiato i testi tantrici, tra cui il “Sentiero graduale dei Tantra” di Lama Tzong Khapa.
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Sua Santità Sakya Trizin: Perché è importante la pratica spirituale

Sua Santità Sakya Trizin con Sua Santità il Dalai Lama

Sua Santità Sakya Trizin: Perché è importante la pratica spirituale.

Noi esseri umani abbiamo bisogno di molte cose e altrettante ne vogliamo realizzare. Eppure è chiaro che indipendentemente da quanto possediamo o a che punto siamo della nostra vita, abbiamo sempre la sensazione che non sia abbastanza. Ci sono sempre nuove cose da desiderare e nuovi motivi di insoddisfazione. E’ quindi sulla base della nostra esperienza che arriviamo a capire la verità dell’insegnamento del Buddha: il samsara non è altro che sofferenza. Ma allora che cosa possiamo fare?

Tutti desiderano essere liberi dalla sofferenza e desiderano avere la felicità e in nome di questa felicità, ognuno si impegna nella vita di tutti i giorni, spiritualmente o in altri modi. Eppure, poco importa quel che facciamo, non c’è fine alla sofferenza e all’insoddisfazione, non otteniamo mai la felicità che cerchiamo. Ma è davvero possibile conquistarla? Continue reading »

Shantideva

Shantideva

Shantideva (VIII secolo) fu la fonte indiana per gli insegnamenti del Bodhisattva che si trovano in tutte le tradizioni del Tibet, specialmente quelli che riguardano la pratica delle sei paramita (le sei perfezioni).

Shantideva nacque nell’ottavo secolo come il figlio del re di una terra nella regione del Bengala nell’India orientale. Quando stava per salire al trono ebbe un sogno di Manjushri, il quale disse, “Il trono non è per te”. Seguendo il consiglio di Manjushri, rinunciò al trono e si ritirò nella giungla. Lì incontrò e studiò con diversi guru non buddhisti, meditò intensamente e ottenne stati avanzati di concentrazione assorta. Ma, come nel caso di Shakyamuni, si rese conto che ritirarsi in stati profondi di concentrazione non elimina le radici della sofferenza. Affidandosi a Manjushri, alla fine ebbe vere e proprie visioni di questa incarnazione della saggezza di tutti i Buddha e ricevette insegnamenti da lui.
In seguito Shantideva lasciò la giungla e si recò all’università monastica di Nalanda, dove ricevette l’ordinazione monastica dall’abate. Lì studiò i grandi sutra e i tantra e li praticò intensamente, ma egli tenne nascoste tutte le sue pratiche. Tutti pensavano che egli non facesse altro che mangiare, dormire e andare al gabinetto. Ma in realtà era sempre in uno stato meditativo di chiara luce.
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La vita di Tsongkhapa

Tsongkhapa: Per fare un dolce abbiamo bisogno di diversi ingredienti: farina, burro, latte, uova, ecc. I nostri maestri ci mostrano come fare il dolce e ne preparano alcuni per noi. Potrebbero essere molto buoni e potrebbero piacerci molto. Grazie alla gentilezza dei nostri maestri, ora sappiamo come fare un dolce. Questo non significa che non possiamo attuare dei cambiamenti.

Dr. Alexander Berzin: La vita di Tsongkhapa

Tsongkhapa (1357 – 1419) fu un grande riformatore del Buddhismo tibetano. Sostenne una stretta aderenza alla disciplina monastica e chiarì molti dei punti più profondi della filosofia buddhista e della pratica tantrica. La tradizione Ghelugpa che risale a lui divenne la forma predominante del Buddhismo in Tibet.

Sia Buddha Shakyamuni che Guru Rinpoche profetizzarono la nascita e i successi di Tsongkhapa. Al tempo di Buddha Shakyamuni, un ragazzo che era una precedente reincarnazione di Tsongkhapa, offrì un rosario di cristallo al Buddha e ricevette una conchiglia in cambio. Il Buddha profetizzò che Manjushri sarebbe nato come un ragazzo in Tibet, avrebbe fondato il monastero di Ganden e avrebbe offerto una corona alla sua statua. Buddha diede al ragazzo il nome futuro di Sumati-kirti (Blo-bzang grags-pa, Lozang-dragpa). Anche Guru Rinpoche profetizzò che un monaco chiamato Lozang-dragpa sarebbe nato vicino alla Cina, sarebbe stato considerato un’emanazione di un grande bodhisattva e avrebbe trasformato una statua di Buddha in una rappresentazione del sambhogakaya.
Diverse indicazioni prima della nascita di Tsongkhapa mostrarono inoltre che sarebbe stato un grande essere. I suoi genitori, per esempio, ebbero molti sogni propizi che il loro figlio sarebbe stato un’emanazione di Avalokiteshvara, Manjushri e Vajrapani. Il suo futuro maestro, Chojey Dondrub-rinchen (
Chos-rje Don-grub rin-chen), ebbe una visione di Yamantaka in cui gli disse che lui (Yamantaka) sarebbe arrivato in Amdo (A-mdo, nel nordest del Tibet) in un certo anno e sarebbe diventato suo discepolo. Continue reading »

La vita di Atisha

Atisha

Ghesce Ngawang Dhargyey: La vita di Atisha
L’infanzia e la rinuncia alla vita reale

Nell’India orientale, nella terra di Jahor, nella città di Bangala, nel palazzo dello stendardo dorato, abitano il re Kalyana il Buono e la regina Prabhavati la Splendente. Il palazzo reale era incoronato da tredici tetti dorati posti uno sopra l’altro e magnificamente adornato da 25.000 stendardi dorati. Era circondato da innumerevoli parchi, piscine e stupendi giardini. Il regno era ricco come le antiche ed opulenti dinastie cinesi.
La coppia reale aveva tre figli, Padmagarbha, Chandragarbha e Shrigarbha. Il secondo principe, che da grande divenne il nostro illustre maestro, era Atisha (Jo-bo rje dPal-ldan A-ti-sha) (982-1054 d.C.).
Quando Atisha aveva 18 mesi fu portato dai genitori alla sua prima udienza pubblica al tempio locale, Kamalapuri. Senza nessuna istruzione, si prostrò ai venerabili oggetti al suo interno e recitò spontaneamente: “Grazie alla compassione dei miei genitori ho ottenuto una preziosa vita umana ricca dell’opportunità di vedere tutti voi grandi esseri. Seguirò sempre nella mia vita la direzione sicura (rifugio)”. Quando fu presentato ai suoi sudditi all’esterno, pregò di realizzare il suo pieno potenziale per soddisfare ogni loro bisogno. Pregò anche di essere in grado di assumere la veste di un ricercatore spirituale che rinuncia alla vita familiare, di non essere mai orgoglioso e di avere sempre comprensione compassionevole e premura amorevole verso gli altri. Questo era davvero straordinario per un bambino così piccolo.

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La pratica del Chod

Yeshe Tsogyal: “Non commettere nemmeno una singola azione negativa; ma pratica la ricchezza delle virtù.”

La pratica del Chod secondo il Longchen Nyingthig di Jigme Lingpa “ La Fragorosa Risata delle Dakini ”

Mi prostro alla regina dello spazio, signora della grande beatitudine, Yeshe Tsogyal.

La vera natura, la Grande Perfezione, recide alla radice il Samsara tutto di un colpo, in tal modo trascende colui che taglia e ciò che è tagliato.

Ma per coloro che amano l’elaborazione e realizzano la via dell’attività dei Mahasidda, insegnerò le istruzioni quintessenziali per offrire il proprio corpo come cibo.

Gli oggetti di cui hai bisogno sono: per vincere l’arroganza, la pelle di un animale selvaggio con gli artigli intatti.

Per simbolizzare la visione trascendente, una piccola tenda e, per dimostrare una condotta umile, un khatvanga. Continue reading »

Yeshé Tsogyal: la madre dei Vittoriosi

Yeshé Tsogyal

Nel 1959, il mio guru radice, Vidyādhara Chögyam Trungpa Rinpoce, scampò per poco alla morte durante la fuga dal Tibet con un grande gruppo di devoti. Trovò brevemente rifugio nella terra nascosta di Pema Kö. Là, in una grotta di roccia naturale, cantò spontaneamente una lunga canzone di ringraziamento a Yeshé Tsogyal, Madre dei vittoriosi, con un ritornello ripetuto:

Madre di tutti i vincitori, così gentile Ama Tsogyal,
Rifugio per questa vita e oltre, madre gentilissima, mi manchi.
Questo bambino, pensando ad Ama, semplicemente non lo sopporta affatto
Ama, A LA LA, per favore mostrami davvero un chiaro segno delle tue benedizioni.

Questa canzone ossessionante e penetrante parla di Yeshé Tsogyal come Ama, la Madre dei Vittoriosi, i Buddha.

Questa immagine della madre racchiude molteplici aspetti della vita di Yeshé Tsogyal e la sua importanza per tutti i praticanti buddhisti tibetani. Fornisce il lignaggio ancestrale e spirituale, la realizzazione della saggezza e la protezione per tutti coloro che seguono fedelmente il sentiero. Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Temphel: Insegnamenti su “Il destino compiuto”

Ven. Ghesce Tenzin Temphel: “Con l’addestramento mentale possiamo essere in grado d’accettare qualsiasi situazione delle vita. “

Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel il 4 e 5 giugno 2022 all’Istituto Lama Tzongkapa, Pomaia, PI, su “Il destino compiuto”. L’educazione di Tzong Khapa in un canto di realizzazione. Una panoramica di come Je Rimpoche ha ottenuto le realizzazioni.

Appunti non revisionati ed editing del Dott. Luciano Villa MD nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per ogni errore ed omissione. Traduzione dal tibetano di Rita Trento.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

Ascoltiamo gli insegnamenti non solo per il nostro beneficio, ma per la felicita ultima degli esseri senzienti, avendo attenzione per la propria mente. Facciamo in modo quindi di controllarla. Perché questo è l’aspetto principale che ci conduce alla felicità.

Evitiamo i tre difetti dell’ascolto: quello di essere come un vaso bucato, un vaso sporco ed un vaso capovolto.

Anche nella dedica, non dimentichiamoci di dedicare i nostri meriti agli esseri, affinché raggiungano la felicità.

Come possiamo farlo, visto che questi sono illimitati?

Possiamo pregare perché siano felici.

Ma, se parlassimo loro: quanti sarebbero disposti ad ascoltarci? Continue reading »

Sua Santità il Dalai Lama: La Terra, la nostra sola casa

Sua Santità il Dalai Lama: Come esseri umani che vivono su questo unico pianeta, dobbiamo fare uno sforzo per vivere felicemente insieme.

Sua Santità il Dalai Lama: La Terra, la nostra sola casa

22 aprile 2022. Nella Giornata della Terra 2022, dobbiamo ricordare che tutti vogliono vivere una vita felice. Non solo gli esseri umani, ma anche gli animali, gli uccelli e gli insetti.

Tutti noi dovremmo preoccuparci della nostra esistenza collettiva. Come esseri umani, il nostro meraviglioso cervello ci dà notevoli opportunità per fare del bene eppure, ma se osserviamo attentamente il mondo contemporaneo, dovremmo ammettere che dobbiamo fare meglio.

Abbiamo bisogno di un’educazione più olistica, di un’educazione che includa i valori interiori, come una preoccupazione compassionevole per il benessere degli altri.

Il nostro mondo è profondamente interdipendente. Le nuove sfide come la crisi climatica, che riguarda ciascuno di noi, e la globalizzazione economica implicano che dobbiamo prendere in considerazione l’intera umanità. Dobbiamo mettere l’interesse globale al primo posto.

Dobbiamo adottare misure urgenti per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e affidarci a fonti di energia rinnovabili, come quelle che si basano sul vento e sul sole.

Dobbiamo prestare attenzione alla deforestazione e proteggere davvero l’ambiente. Dobbiamo piantare e curare più alberi.

Nella mia vita ho assistito a una progressiva diminuzione delle nevicate, prima in Tibet e poi a Dharamsala. Alcuni scienziati mi hanno detto che corriamo il rischio che luoghi come il Tibet diventino alla fine dei deserti. Ecco perché mi impegno promuovere la protezione del fragile habitat del Tibet.

La nostra vita è fatta di speranze, desideriamo che le cose vadano bene. Ma la speranza riguarda il futuro e anche se non c’è alcuna garanzia di ciò che avverrà, tuttavia dobbiamo rimanere fiduciosi. E’ molto meglio che essere pessimisti.

Anche se il riscaldamento globale continua ad aumentare, soprattutto i più giovani stanno lavorando insieme per trovare e condividere soluzioni. Loro sono la nostra speranza.

Di fronte a gravi problemi derivanti dalla crisi climatica, dobbiamo aiutarci a vicenda, fissando un calendario per il cambiamento.

Come esseri umani che vivono su questo unico pianeta, dobbiamo fare uno sforzo per vivere felicemente insieme. Continue reading »

Sua Santità il XIV Dalai Lama: Ambiente e consumismo

Sua Santità il Dalai Lama: Con buon cuore e saggezza, troveremo la determinazione a fare ciò che deve essere fatto per proteggere gli altri e l’ambiente.

Sua Santità il XIV Dalai Lama: Ambiente e consumismo

La pace e la vita sulla Terra sono minacciate da attività umane prive di valori etici. La devastazione dell’ambiente e delle risorse naturali sono il prodotto dell’ignoranza, dell’avidità e del disprezzo per gli esseri senzienti che dipendono dalla terra per la propria sopravvivenza. Il degrado ambientale rappresenta una minaccia anche per le generazioni future, che erediteranno un pianeta malato se la distruzione continua al ritmo attuale. Proteggere il pianeta è una questione etica.

In passato potremmo aver agito per ignoranza, ma oggi abbiamo più informazioni. Dobbiamo imparare a lavorare insieme per qualcosa a cui tutti teniamo: la sopravvivenza e la prosperità del nostro pianeta e degli esseri che lo abitano. La scienza, la tecnologia e l’industrializzazione hanno portato molti benefici, ma sono state anche la causa di molte tragedie, come il surriscaldamento globale e l’inquinamento.

Se possiamo ammettere e perdonare le azioni ignoranti del passato, possiamo anche trovare la forza per risolvere costruttivamente i problemi del presente.

Le previsioni scientifiche riguardo ai cambiamenti ambientali sono difficili da comprendere appieno per la gente comune. Sentiamo parlare di riscaldamento globale e d’innalzamento del livello dei mari, di aumento dell’incidenza delle malattie tumorali, di esaurimento delle risorse, di estinzione di specie animali e di sovrappopolazione. L’economia globale cresce e con essa l’estremo consumo energetico, la produzione di anidride carbonica e la deforestazione. La prospettiva è un futuro di sofferenza globale e di degrado ambientale senza precedenti nella storia dell’umanità.

Dobbiamo fare del nostro meglio per prevenire ciò che è evitabile e prepararci per ciò che non lo è.

L’attività umana guidata dal desiderio di benessere a basso costo, disinteressata agli esseri viventi futuri e al loro ambiente, non è più sostenibile. La nostra avidità deve passare in secondo piano rispetto alla tutela dell’ambiente e delle risorse naturali. Una più equa distribuzione della ricchezza tra nazioni e tra individui all’interno della stessa nazione è essenziale, così come l’educazione al rispetto delle persone e dell’ambiente. Ricordare la nostra reciproca interdipendenza è la chiave per contrastare le attività più dannose.

Ogni essere senziente vuole la felicità, non la sofferenza. Sviluppare un senso autentico e compassionevole di responsabilità universale è cruciale. Se siamo motivati dalla saggezza e dalla compassione, i risultati delle nostre azioni andranno a beneficio di tutti, non solo al nostro. Il consumismo è strettamente correlato alla situazione dell’ambiente. Anche se i progressi della scienza e della tecnologia possono compensare almeno in parte alcuni effetti deleteri del consumo eccessivo di risorse naturali, non dovremmo essere troppo ottimisti e delegare alle generazioni future il compito di risolvere i problemi che noi abbiamo creato. Dobbiamo prendere in considerazione l’ipotesi che un giorno scienza e tecnologia non siano più in grado di aiutarci.

La terra che condividiamo non è infinita. Come individui e come società, dobbiamo praticare la sobrietà per contrastare di più e meglio la nostra avidità. Non importa che cosa facciamo per cercare di gratificare i nostri desideri, non troveremo mai una soddisfazione definitiva; i beni materiali non possono garantirla. Il vero appagamento si trova praticando le discipline interiori dell’autocontrollo e della contentezza, della gioia dell’amore, della compassione e della libertà. Ogni individuo e ogni nazione vuole migliorare il proprio tenore di vita, ma se quello dei Paesi più poveri dovesse arrivare al livello di quello dei Paesi più ricchi, le risorse naturali non sarebbero in grado di soddisfare la domanda. E anche se avessimo le risorse dotare di un’automobile ogni essere umano sul pianeta, avrebbe senso? Saremmo capaci di controllare l’inquinamento che si produrrebbe? Prima o poi lo stile di vita delle nazioni più ricche dovrà cambiare secondo nuovi imperativi. La gente si aspetta ogni anno una crescita esponenziale, ma la crescita ha i suoi limiti e anziché far finta che non sia così, dovremmo iniziare a coltivare un senso di contentezza e di moderazione per poter evitare o quanto meno mitigare i risultati disastrosi del sovraconsumo. Continue reading »

Samdhong Rinpoche: il sorgere dipendente, Tendrel

Samdhong Rinpoche: Se fate qualcosa qui, a migliaia di chilometri di distanza, quell’azione può avere una reazione o un effetto su qualcos’altro, anche se non saremo in grado di vederlo o capirlo.

Samdhong Rinpoche: il sorgere dipendente, Tendrel

Il sorgere interdipendente, in tibetano tendrel, è una traduzione dell’espressione sanscrita pratityasamutpada. La parola pratityasamutpada ha una connotazione molto complessa. In realtà, l’intera filosofia buddhista si basa sul concetto di pratityasamutpada, che può essere interpretato in modo molto approssimativo come ‘interrelazione’, ‘interdipendente’ o ‘origine dipendente’.

Tutte queste parole non possono racchiudere la completezza della connotazione della parola pratityasamutpada, ma in modo molto approssimativo possiamo dire ‘sorgere interdipendente’, perché significa che le cose non esistono, o sorgono, per propria natura senza dipendere da qualcos’altro.

Tutto esiste in relazione a qualcosa. Tutto sorge per cause e condizioni.

Ogni cambiamento si verifica a causa dell’interconnessione, dell’interrelazione o della reciproca dipendenza da qualcos’altro. Tendrel implica che nessuna azione, nessuna esistenza, nulla può rimanere assoluto, separato, indipendente o esistere di propria natura convenzionale e questa visione distingue il Buddhismo da tutte le visioni pre-buddiste dell’India. Ed è anche un motivo di speranza per l’umanità, per impegnarsi per ottenere la liberazione, offrendo a ciascun individuo la possibilità di cambiare, di svilupparsi e di raggiungere l’obiettivo ultimo della vita.

I fenomeni della totalità dell’esistenza appaiono alla mente della persona non illuminata come se esistessero intrinsecamente per la loro stessa natura o per la loro stessa esistenza indipendente. A causa di questa apparenza, abbiamo l’illusione di afferrare le cose come se avessero una vera natura o una natura assoluta, come il sé e l’altro, che è la radice del dualismo, della divisione. E quando c’è una divisione, il conflitto è quasi inevitabile. A sua volta, il conflitto porta a emozioni negative come l’attaccamento, l’odio, la rabbia e l’ignoranza. Continue reading »

Robert Thurman: La rivoluzione del Buddha

Sua Santità il Dalai Lama con Robert Thurman

Robert Thurman: La rivoluzione del Buddha

Agli albori del Buddhismo, in India, il Buddha insegnò con grande enfasi che era necessario rompere con le convenzioni sociali a cui tutti erano soggetti. La società del suo tempo non era l’India illuminata, bella, splendente e raffinata che conosciamo oggi, emersa gradualmente dopo secoli di oppressione coloniale.

L’India, al tempo del Buddha, era un paese militarizzato, come l’antica Grecia, l’Iran o l’Egitto, un paese fatto di città-stato con eserciti e armamenti, con un rigido sistema di caste, dove c’era schiavitù e sfruttamento, dove si uccideva, combatteva, conquistava.

Alcuni sovrani stavano accumulando ricchezze e poteri spropositati, soprattutto gli appartenenti alla casta dei governanti-guerrieri. Buddha stesso nacque come sovrano guerriero e si prevedeva che avrebbe persino potuto conquistare l’India intera, se solo avesse rivolto la sua attenzione al potere mondano, alla ricchezza e al dominio. Continue reading »

Lama Thubten Yesce: Perché meditare è utile?

Lama Yeshe: La mente incontrollata è per natura malata; l’insoddisfazione è una forma di malattia mentale. Qual è il giusto antidoto?

Lama Thubten Yesce: Perché meditare è utile?

Fin dall’inizio dell’evoluzione umana su questo pianeta, le persone hanno cercato di fare del loro meglio per essere felici e godersi la vita. Nel corso del tempo, hanno sviluppato un numero incredibile di metodi diversi nel perseguimento di questi scopi. Fra questi metodi troviamo diversi interessi, diversi lavori, diverse tecnologie e religioni. Dalla produzione del piccolo pezzo di dolce alla più sofisticata navetta, la spaziale sottostante è trovare la felicità. Le persone non fanno queste cose per niente. In ogni modo, tutti noi abbiamo familiarità con il corso della storia umana; dietro a tutto questo c’è il costante perseguimento della felicità.

Tuttavia, e la filosofia buddhista è estremamente chiara su questo, non importa quanto progresso raggiungiate nello sviluppo materiale, non troverete mai soddisfazione e felicità durevoli; è impossibile. Il Buddha lo affermò categoricamente. È impossibile trovare la felicità e la soddisfazione soltanto attraverso i mezzi materiali.

Quando il Buddha affermò questo, non stava solo proponendo una qualche teoria da intellettuale scettico. Lo aveva imparato dalla sua esperienza personale. Aveva provato di tutto: “Forse questo mi farà felice; forse quello mi renderà felice; forse ancora quell’altra cosa mi farà felice.” Provò di tutto, arrivò a una conclusione e poi delineò la sua filosofia. Nessuno dei suoi insegnamenti è una teoria arida e intellettuale. Continue reading »

Sua Santità il Dalai Lama: Prendere rifugio

Sua Santità il Dalai Lama: Buoni risultati nel nostro cammino spirituale si possono raggiungere solo se studiamo e pratichiamo sotto la guida di un lama che abbia raggiunto un’esperienza autentica di quanto deve insegnare e trasmettere ai suoi discepoli.

Sua Santità il Dalai Lama: Prendere rifugio

Prendere rifugio” significa riconoscere la validità dell’insegnamento buddhista e affidarsi ad esso per ottenere la propria liberazione. Si ritiene quindi che l’intrinseca bontà della dottrina dell’Illuminato possa aiutare, proteggere e guidare il praticante lungo la via della liberazione, che non sempre è facile da percorrere. Ma tornando al rifugio, dopo il Buddha, si prende rifugio nel Dharma, l’insegnamento spirituale.

Anche qui con Dharma si intende sia l’insegnamento storico del Buddha Shakyamuni, sia il concetto stesso di insegnamento. In un certo senso potremmo dire che il Dharma è il risultato dell’Illuminazione, perché il Buddha non ha tenuto per sé quanto compreso grazie all’Illuminazione ma lo ha voluto condividere con l’intera umanità. Infine, si prende rifugio nel Sangha, la comunità dei discepoli del Buddha. La comunità composta sia da monaci e monache, sia dai praticanti laici, che consente all’Insegnamento di preservarsi e continuare nel corso del tempo. Quando si prende rifugio nel Triplice Gioiello del Buddha, del Dharma e del Sangha, si è purificati dalle negatività delle azioni passate, compiute in questa o in altre vite, e l’aspirazione al cambiamento interiore, al raggiungimento dell’Illuminazione è fortemente incrementata. Continue reading »

Ven. Jampa Sangmo: Introduzione al Ciod.

Ven. Bikshuni Jampa Sangmo: È molto difficile impegnarsi nel Ciod. Perciò prima occorre impegnarsi nel Lamrim, il sentiero graduale.

Ven. Bikshuni Jampa Sangmo: È molto difficile impegnarsi nel Ciod. Perciò prima occorre impegnarsi nel Lamrim, il sentiero graduale.

Ven. Bikshuni Jampa Sangmo: Introduzione al Ciod. Istituto Lama Tzongkhapa Pomaia,PI 17-19.02.17 Traduzione della Ven. Bikshuni Cristiana Ciampa Tsomo. Appunti non revisionati del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Ven. Bikshuni Jampa Sangmo. Grazie per essere venuti qui, grazie per il vostro interesse per il Ciod, perché effettivamente sono pochi che se ne dimostrano interessati. E non è nello stile di Macig Labdron diffondere questi insegnamenti senza cautela.

Meditazione. Sedetevi, anche su una sedia, non importa se a gambe incrociate. L’importane è di avere una connessione con la terra, perché essa ci conferisce fiducia di base e, se ci poniamo col nostro chakra inferiore in connessione con le qualità della terra, essa stessa ci sosterrà. In india è detta la madre terra, il che la fa veramente preziosa, perché essa è davvero la madre degli esseri ed è il luogo dove al momento viviamo, ed è bene rinnovarla al più presto.

Respiriamo profondamente e siamo pronti ad iniziare. Le gambe incrociate vano bene per il fluire dell’energia, come vanno bene altre posture. Dobbiamo innanzitutto stabilizzare la posizione. Le braccia possono essere poste sulle cosce o nella classica posizione di meditazione e deve passare dell’aria tra le braccia ed il corpo, non devono essere incollate. Continue reading »

Sua Santità Dudjom Rinpoche: Istruzioni sulla meditazione

Dopo una seduta formale di meditazione mantieni, ovunque ed in ogni attività quotidiana, questa consapevolezza spaziosa e luminosa. Gradualmente essa sarà rafforzata e la fiducia interiore crescerà.

Sua Santità Dudjom Rinpoche: Istruzioni sulla meditazione

Poiché ogni cosa si origina nella mente ed essendo questa la causa radice di tutte le esperienze sia “buone” che “cattive”, è prioritario lavorare con la propria mente, non lasciando che si disperda o che smarrisca sé stessa nel suo vagare. Tagliare il superfluo accumulo di complessità e artificiosità che invita alla confusione mentale. Stroncare il problema sul nascere, così per dire. Permetti a te stesso di rilassarti e sentire un pò di spaziosità, lasciando che la mente si sistemi naturalmente. Il tuo corpo dovrebbe essere tranquillo, la parola silente ed il respiro lasciato fluire liberamente. Quindi, c’è un senso di lasciar andare, di distensione, di lasciar essere.

A cosa è simile questo stato di rilassamento? Dovreste sentirvi come dopo una dura giornata di lavoro, in cui siete esausti e pacificamente appagati, con la mente soddisfatta a riposo. È come qualcosa che si sistema nella zona della pancia e, sentendola riposare a quel livello, si comincia a sperimentare leggerezza. È come se ti sciogliessi. Continue reading »

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang : utilizzare la conservazione dell’ambiente come terreno per coltivare Bodhicitta.

Sua Santità il Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Usiamo la conservazione dell’ambiente come terreno per coltivare Bodhicitta. Accumuliamo più meriti, facciamo progressi nella pratica del Dharma e miglioriamo gli esseri.

Sua Santità il Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche – Azione di tutela della natura: utilizzare la conservazione dell’ambiente come terreno per coltivare Bodhicitta.

Secondo il Dharma, tutti gli esseri ed i fenomeni sono causati dall’esistenza da altri esseri e fenomeni. Tutto ciò che è, è perché le altre cose sono. Tutto è interconnesso. Per fermare il deterioramento del nostro ambiente, dobbiamo agire. L’azione di tutela della natura è la nostra azione. È ripristinare il sistema ecologico distrutto. Per raggiungere questo obiettivo non bastano solo le parole, devono seguire i fatti.

Dobbiamo agire ora. In termini di pratica del Dharma, il Buddismo Mahayana ci chiede di praticare la prajnaparamita. Quindi cantiamo, preghiamo e riceviamo insegnamenti. Ma, cosa più importante, la nostra pratica deve riflettersi nell’azione di conservazione dell’ambiente. L’essenza del Buddismo Mahayana – amore, gentilezza e compassione – deve riflettersi nella risoluzione di questo problema concreto. Solo andando oltre i canti e le meditazioni, solo intraprendendo azioni ed acquisendo esperienze personali, possiamo fare veri progressi nella nostra pratica del Dharma e possiamo dire di essere veri praticanti del Dharma.

Piantare alberi ed imboschire è una pratica di liberazione della vita che salva numerose vite e costruisce una bella casa per gli esseri. Eseguita con amore e gentilezza, questa pratica coltiva anche Bodhicitta. Continue reading »

Chandrakirti: Il Commentario al Supplemento di Madyamika o alla “Via di Mezzo”

Chandrakirti

Chandrakirti: Il Commentario al Supplemento di Madyamika

Nella lingua indiana: Madhyamakavatara bhashyam nama

In tibetano: dbu ma la ’jug pa’i bshad pa zhes bya ba

In italiano: Commentario al ‘Supplemento alla “Via di Mezzo”’

Omaggio al giovane Arya Manjushri.

Poiché il Trattato sulla Via di Mezzo (Madhyamakashastra) è ciò che deve essere supplementato e, dal momento che desideravo comporre il Supplemento alla ‘Via di Mezzo’, invece di [lodare], perfetti all’inizio i Buddha e perfetti e completi e i Bodhisattva, per poter indicare come degna di lode l’eccellente causa fondamentale della Buddhità: la grande compassione distruttrice del nemico che ha la caratteristica di proteggere completamente, senza eccezione, gli incommensurabili vulnerabili esseri senzienti legati nella prigione del samsara, esprimo questi due versi: Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Le 37 Pratiche dei Bodhisattva, conclusione

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Solo insistendo sui nostri comportamenti possiamo cambiare noi stessi, in modo altruistico e generoso, senza aspettarci nulla dagli altri.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: conclusione del commentario basato sul testo di Gyalsey Thokme Sangpo: “Le 37 Pratiche dei figli dei vittoriosi o le 37 Pratiche dei Bodhisattva”, conferito dal 15 al 22 agosto 2021 all’Istituto Lama Tzongkapa, Pomaia, PI. Traduzione dal tibetano di Rita Trento.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel 15 Agosto 2021. Sebbene questo incontro è chiamato ritiro, il vero ritiro è prendersi cura della propria mente. Ci sono vari metodi per farlo, ma ognuno di noi se ne deve prendere cura tutti i giorni, ed è fondamentale non essere sopraffatti dalle emozioni disturbanti.

Questo quindi non è un classico ritiro. Vi pregherei di fare attenzione al modo in cui parlate. Vi esorto pure a parlare meno del solito. Osservate voi stessi e vedete se ci riuscite.

Quando parliamo molto e senza controllo, i discorsi finiscono per essere sempre gli stessi e, spesso, non sono positivi, si parla frequentemente delle stesse cose. Il che non ci porta ed essere persone migliori. L’uso senza controllo della parola non ci aiuta ad allontanare i veleni mentali. Fate attenzione anche al modo in cui pensate. Vi esorto ad usare consapevolezza ed introspezione, ad avere sempre consapevolezza dei vostri pensieri, e quindi della vostra parola. Ma non limitatevi a questo, portate anche a casa questo tipo di pratica, portatela con voi appena lasciate questo luogo. Continue reading »

His Holiness the Dalai Lama: Prayer to Padmasambhava

Guru Padmasambhava

Yearning Song of Prayer to Invoke the Wisdom Mind of the Compassionate Teacher Padmasambhava

by His Holiness the Fourteenth Dalai Lama

མཐའ་བྲལ་དོན་དམ་འོད་གསལ་གཉུག་མའི་གཤིས། །

tadral döndam ösal nyukmé shi

The absolute, which is beyond all limits and extremes is the fundamental nature of clear light,

ལྷུན་གྲུབ་མཚན་དཔེའི་གཟི་འབར་ལོངས་སྤྱོད་རྫོགས། །

lhündrub tsenpé zibar longchö dzok

The perfect sambhogakāya is resplendent with the spontaneously present major and minor marks, Continue reading »

Dilgo Khyentse Rinpoche: Mai nato, mai finito

Dilgo Khyentse Rinpoche: La pura consapevolezza non è condizionata da percezioni piacevoli o spiacevoli.

Un insegnamento sulla natura della mente di Sua Santità Kyabje Dilgo Khyentse Rinpoche.

In uno stato di vacuità, fai roteare la lancia della pura consapevolezza.

Popolo di Tingri, la visione è del tutto libera dall’esser catturata da qualsiasi cosa. La nostra realizzazione, la nostra visione, dovrebbe essere alta e vasta come il cielo. Una volta sorto il risveglio della pura consapevolezza entro il vortice della vacuità, le emozioni conflittuali non potranno più continuare ad oscurala, piuttosto diverranno il suo ornamento. L’immutabile realizzazione di questa visione, che non ha nascita, durata o cessazione, è accompagnata da una consapevolezza illuminata che osserva il movimento dei pensieri come un sereno uomo anziano considera il gioco dei bambini. I pensieri confusi non possono condizionare la pura consapevolezza non più di quanto una spada possa trafiggere il cielo. Lady Peldarbum disse a Milarepa:

Quando ho meditato sull’oceano,

La mia mente era a proprio agio.

Quando ho meditato sulle onde,

la mia mente era irrequieta.

Insegnami a meditare sulle onde!

Il grande yogi rispose:

Le onde sono il movimento dell’oceano.

Lasciale calmare da sole nella sua vastità. Continue reading »

Sogyal Rinpoche: La mente è la radice di tutto

Sogyal Rinpoche (1947-2019) è stato uno scrittore e insegnante tibetano. Fu un maestro buddhista e lama tibetano, molto noto come autore del bestseller Il libro tibetano del vivere e del morire.

Sogyal Rinpoche: La mente è la radice di tutto, Como 1980

Nell’insegnamento di Buddha si dice che siamo tutti naturalmente dotati di saggezza infinita, compassione incommensurabile, infinita potenza e capacità. Eppure abbiamo perso il contatto con queste qualità interiori e raramente andiamo oltre la superficialità del potenziale che possediamo. Quando lo facciamo veniamo in contatto con la nostra vera natura e possiamo davvero essere di servizio e beneficio, non solo per noi stessi, ma anche per gli altri e le loro esigenze. Quindi, prima, al fine di aiutare veramente gli altri, dobbiamo aiutare noi stessi. Come si dice nella tradizione cristiana: “La carità comincia a casa tua.”In realtà, l’intero insegnamento del Buddha potrebbe essere riassunto in una frase: “ La mente è la radice di tutto: creatrice di felicità e di sofferenza; il creatore di ciò che chiamiamo nirvana e di ciò che chiamiamo samsara”. Samsara è il ciclo di esistenza, di nascita e morte, caratterizzata da dolore e determinato dalle nostre emozioni distruttive e dalle nostre azioni dannose. Nirvana è, letteralmente, lo stato oltre la sofferenza e il dolore; si può dire essere lo stato di Buddha o l’illuminazione stessa. Continue reading »

Dilgo Khyentse Rinpoche: The Sage who Dispels Mind’s Anguish

Tashi Paljor, Dilgo Khyentse Rinpoche (1910-1991) was a Vajrayana master, scholar, poet, teacher, and recognized by Buddhists as one of the greatest realized masters. Head of the Nyingma school of Tibetan Buddhism from 1988 to 1991, he is also considered an eminent proponent of the Rime tradition.

The Sage who Dispels Mind’s Anguish

Advice from the Guru, the Gentle Protector Mañjuśrī

On the Means of Accomplishing the Yogas of Śamatha and Vipaśyanā

by Dilgo Khyentse Rinpoche

Homage to the Guru Śākyamuni!

When training in the yogas of śamatha and vipaśyanā by focusing on the body of the Teacher, Buddha, infuse your mind with precious bodhicitta—the wish to attain buddhahood for the benefit of all sentient beings—and think:

At this time when I have obtained the support of the freedoms and riches and met the Tathāgata’s teachings, I will put aside all worldly activities which only bring about negative results. Although such practices as making offerings to the Tathāgata’s form and so on do generate immeasurable merit, these accumulations of merit based on material wealth are something that the Tathāgata advised mainly for householders. As something far superior, for renunciates, those following in his own footsteps, he praised discipline and genuine inward resting. In accordance with the Tathāgata’s words, therefore, I will practice these as much as I can.

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Dilgo Khyentse Rinpoche: Samsara e Nirvana sono paralleli

Sua Santità il Dalai Lama considerava Dilgo Khyentse il suo principale maestro della tradizione Nyingma e dello Dzogchen. Khyentse fu anche uno dei principali maestri di Chögyam Trungpa, che teneva in grande considerazione. Dilgo Khyentse fu anche anche il maestro di maestri di tutte e quattro le scuole del buddismo tibetano.

Dilgo Khyentse Rinpoche Dzongsar Khyentse Rinpoche

Samsara e Nirvana sono paralleli, sta a noi decidere in quale reame portare avanti la nostra esistenza, utilizzando la nostra potenzialità interna che ci aiuterebbe a comprendere la nostra potenzialità primordiale, per ritrovare la nostra capacità elevata che e la vera condizione per realizzare un istantanea presenza! Tutto questo è già dentro di noi, ma la nostra ignoranza ci porta a ricercarlo al di fuori, ecco perché ci perdiamo nelle supposizioni e nelle valutazioni che riteniamo che la cultura ci possa dare! Tutto quello che dentro di te non potrà mai essere scritto. Che però tu lo puoi leggere nella tua vera natura Il Buddha non ti a dato la Buddità, come si lancia una pietra. Non ha intenzione di purificarti, come lavare un panno sporco, né ti cura dall’ignoranza, come un medico che gestisce la medicina ad un paziente passivo. Dopo aver raggiunto la piena illuminazione, ti sta mostrando il cammino, e sta a te seguirlo o no! Sta a voi ora praticare questi insegnamenti e sperimentare i loro risultati Se non si ha fiducia, se non si ha apertura verso lo spirito sveglio che abita il guru, non si incontra mai il guru: si può passare la vita ai suoi piedi senza vederlo un solo istante, si incontra una Persona umana, ma mai il guru. Al contrario, si può vivere molto lontano dal guru, vederlo molto raramente o forse no, ma la nostra mente, attraverso il legame della fiducia e della devozione, è indissociabilmente unito allo spirito del maestro con cui si È sempre.” Continue reading »

Dilgo Khyentse Rinpoche: Il Bardo della morte.

Dopo aver completato quelle che sono conosciute come le Pratiche Preliminari (Ngöndro), Tashi Paljor, Dilgo Khyentse Rinpoche (1910-1991) trascorse la maggior parte dei successivi 13 anni in un ritiro silenzioso in remoti eremi e grotte vicino al suo luogo di nascita.

Dilgo Khyentse Rinpoche: Il Bardo della morte, 1979.

Quando raggiungi la soglia della morte, gli amici e i parenti intorno a te non hanno modo di accompagnarti oltre. C’è pochissimo che possono fare per aiutarti. Neanche il magnate più ricco può portare con sé un centesimo della sua ricchezza, e sarebbe invano che anche i generali più potenti ordinarono alle sue truppe di tenere a bada la morte: come tutti gli altri, dovrà solo arrendersi. La tua coscienza lascerà il tuo corpo e vagherà nel bardo. Lì, con un corpo mentale illusorio, ti troverai da solo nell’ombra, perso e disperato, senza sapere cosa fare, non sapere dove andare. Le allucinazioni che tormentano la maggior parte degli esseri in quel momento sono terrificanti oltre la descrizione. Anche se non sono altro che proiezioni della mente, all’epoca hanno una realtà potente. L’unica possibile fonte di comfort sarà l’esperienza che potresti aver acquisito praticando il Dharma. Ecco perché è così importante fare lo sforzo per praticare ora. Anche in tempi di pace, una nazione prevede l’eventuale guerra e rimane pronta a rispondere. Allo stesso modo, state in allerta e preparatevi alla morte praticando il Dharma. Come una vendemmia eterna, ti terrà fornito di disposizioni per la vita e sarà la base stessa della tua felicità futura. https://www.facebook.com/bibi.rossi.10

Dilgo Khyentse Rinpoche: La paura è irragionevole ed inutile

Dilgo Khyentse Rinpoche fino al suo parinirvana nel 1991 fu coinvolto nella pubblicazione del maggior numero possibile di insegnamenti buddisti tibetani, oltre 300 volumi in tutto.

Dilgo Khyentse Rinpoche: La paura è irragionevole ed inutile.

Questo è quello che il Buddha ha chiamato ‘fissazione’. Ti concentri sui metodi che usi per cercare di dimostrare a te stesso che esisti. Eppure tutto quello che ti immagini di essere e tutto ciò che senti, vedi, gusti, tocchi, i valori, giudichi e così via, è complice il significato che è stato condizionato dal tuo ambiente, culturale, famiglia e valori umani. Conquistando queste imputazioni diventa il tuo condizionamento, puoi anche conquistare la tua paura di morte. Questo è ciò che i buddisti descrivono come liberarsi dalle distinzioni dualistica che richiede molto poco sforzo e assolutamente nessuna sacrificio. Tutto quello che devi fare è chiedere a te stesso: Quanto sono sicuro, in questo momento, che sono davvero qui? Quanto sono sicuro che sono davvero vivo? Semplicemente chiedendoti queste due domande inizi a stuzzicare le mancanze di tutta la tua concreta realizzazione. Continue reading »

Dilgo Khyentse Rinpoche: Un tesoro raro e prezioso

Dilgo Khyentse Rinpoche (1910-1991) fu un perfetto esempio di maestro Ri-me. Fu determinante nel salvaguardare imparzialmente tutti i lignaggi del buddismo tibetano.

Dilgo Khyentse Rinpoche: Un tesoro raro e prezioso

Incontrare qualcuno che ti fa davvero del male, è incontrare un tesoro raro e prezioso. Tieni quella persona in alta stima, e fai pieno uso dell’opportunità di sradicare i tuoi difetti e fare progressi sul percorso.

Se non riesci ancora a sentire amore e compassione per chi ti tratta male, è un segno che la tua mente non è stata completamente trasformata, e che hai bisogno di continuare a lavorare su di essa con maggiore applicazione.

Coloro che cercano la felicità nel piacere, nella ricchezza, nella gloria, nel potere e nell’eroismo sono ingenui come il bambino che cerca di catturare un arcobaleno e lo indossa come un cappotto. https://www.facebook.com/bibi.rossi.10

Dilgo Khyentse Rinpoche: La fervente devozione

Tashi Paljor, Dilgo Khyentse Rinpoche (1910-1991) era un maestro Vajrayana, studioso, poeta, insegnante e riconosciuto dai buddisti come uno dei più grandi maestri realizzati. Direttore della scuola Nyingma di buddismo tibetano dal 1988 al 1991, è anche considerato un eminente fautore della tradizione Rime.

Dilgo Khyentse Rinpoche: La fervente devozione

La fervente devozione è la porta del Dharma e la qualità più importante da possedere.

Senza di essa non c’è modo di ottenere alcuna comprensione o realizzazione genuina del Dharma, nessun modo di progredire lungo il sentiero, e nessun modo di superare gli ostacoli.

La devozione è la vera ricchezza del praticante, la mano che raccoglie tutti i risultati, e la ruota che percorre uno verso l’obiettivo.

Quando la tua mente è sollevata e trasformata ascoltando le storie di vita di Buddha e santi, vivi la fede chiara. Quando desideri seguire il loro esempio e raggiungere la liberazione, hai una fede desiderata.

Quando la certezza nasce come conseguenza della propria pratica spirituale, si ottiene una fede fiduciosa.

Infine, quando la fede è così tanto parte del tuo essere che non potresti rinunciare nemmeno a costo della vita, allora hai una fede irreversibile.”

https://www.facebook.com/bibi.rossi.10

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel “Come praticare il puro Dharma”

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Meditiamo con la motivazione che tutti gli esseri possano eliminare la sofferenza e conseguire la felicità e che questa pandemia possa scomparire nel più breve tempo possibile.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel “Come praticare il puro Dharma” all’Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, Pi, 22-25/07/2021 basati sul testo di Gyalsey Thokme Sangpo: “Le 37 Pratiche dei figli dei vittoriosi o le 37 Pratiche dei Bodhisattva”.

Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa MD, nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. 

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

Sapete l’importanza di generare una buona motivazione. Ma non dimentichiamo che questa va espressa sempre. Perché coltivando una motivazione positiva, questa renderà ogni vostra azione sempre positiva. È importante! Perché, dal momento che la nostra mente non è sottomessa, non ne abbiamo il controllo, quindi, pur non desiderando affatto la sofferenza, non avendo il controllo della nostra mente, vi ricadiamo costantemente ed invariabilmente.

È davvero importante avere i controllo della nostra mente, perché così abbiamo il controllo delle nostre afflizioni mentali e così ne diventiamo autonomi e ne siamo felici. Continue reading »

Dilgo Khyentse Rinpoche on Training the Mind

Dilgo Khyentse Rinpoche: “When we think that someone has done something to hurt us and anger arises, we should ask ourselves whether the anger is part of the enemy’s makeup or whether it is in ourselves”.

Dilgo Khyentse Rinpoche on Training the Mind

Lay the blame for everything on one.

All suffering, all sickness, possession by spirits, loss of wealth, involvements with the law and so on, are without exception the result of clinging to the “I.” That is indeed where we should lay the blame for all our mishaps. All the suffering that comes to us arises simply through our holding on to our ego. We should not blame anything on others. Even if some enemy were to come and cut our heads off or beat us with a stick, all he does is to provide the momentary circumstance of injury. The real cause of our being harmed is our self clinging and is not the work of our enemy. As it is said:

All the harm with which this world is rife,
All the fear and suffering that there is:
Clinging to the ‘I’ has caused it!
What am I to do with this great demon?

When people believe that their house is haunted or that a particular object is cursed, they think that they have to have it exorcized. Ordinary people are often like that, aren’t they? But ghosts, devils and so on are only external enemies; they cannot really harm us. But as soon as the inner ghost of ego-clinging appears—that is when the real trouble starts. Continue reading »

Dilgo Khyentse Rinpoche: Advice to Three-Year Retreatants

Tashi Paljor, Dilgo Khyentse Rinpoche (c. 1910 – 28 September 1991) was a Vajrayana master, scholar, poet, teacher, and recognized by Buddhists as one of the greatest realized masters. Head of the Nyingma school of Tibetan Buddhism from 1988 to 1991, he is also considered an eminent proponent of the Rime tradition.

Advice to Three-Year Retreatants by Dilgo Khyentse Rinpoche

Homage to the guru!

This is addressed to those staying in three-year retreat in France.

Those of you who live in Europe and other modern countries have all the amenities and luxuries this life affords, but until recently you had never even heard of the practice of Dharma. In recent times, it so happened that the teachings declined in Tibet, and many lamas of senior and junior rank from all four schools of Tibetan Buddhism arrived in India. Now, when their various teachings are being revived and the allotted time for the Buddhadharma to remain has not yet passed, a number of great masters went to visit and settle in other countries, with the result that many people throughout the modern world now have the intention to practise Dharma.

The students of my teacher, Kangyur Rinpoche, in particular have come to regard me as their own root teacher and have a sincere desire to practise Dharma throughout their entire lives. Through the inspiration and assistance of Tsetrul Pema Wangyal Rinpoche, they have established a retreat centre at Chanteloube. The real purpose behind this centre is that those who remain there in retreat establish themselves firmly on the path to liberation. If they do so, they will fulfil the enlightened vision of Kangyur Rinpoche, serve their own teachers, and make the very best use of the many profound teachings they have received. Continue reading »

I versi che salvarono i Sakya dalla malattia: una preghiera per pacificare la paura della malattia di Thangtong Gyalpo

Thang Tong Gyalpo (1385–1464 dC) fu un grande praticante buddista, un maestro Chöd, yogi, medico, architetto e pioniere dell’ingegneria civile. È considerato un’emanazione della mente di Padmasambhava.

I versi che salvarono i Sakya dalla malattia: una preghiera per pacificare la paura della malattia

di Thangtong Gyalpo

ལས་དང་གློ་བུར་རྐྱེན་ལས་གྱུར་པ་ཡི། །

lé dang lobur kyen lé gyurpa yi

Che tutte le malattie da cui le menti degli esseri senzienti sono perturbate,

གདོན་དང་ནད་དང་འབྱུང་པོའི་འཚེ་བ་སོགས། །

dön dang né dang jungpö tsewa sok

risultato del karma e di condizioni temporanee,

སེམས་ཅན་ཡིད་མི་བདེ་བའི་ནད་རྣམས་ཀུན། །

semchen yi midewé né nam kün

quale il male inflitto dagli spiriti, dalla malattia e dagli elementi,

འཇིག་རྟེན་ཁམས་སུ་འབྱུང་བར་མ་གྱུར་ཅིག །

jikten kham su jungwar magyur chik

mai accadano nei regni di questo mondo.

ཇི་ལྟར་གཤེད་མས་འཁྲིད་པའི་གསད་བྱ་བཞིན། །

jitar shemé tripé seja shyin

Che tutte le sofferenze dovute a malattie che mettono a rischio la vita,

སྐད་ཅིག་གཅིག་ལ་ལུས་སེམས་འབྲལ་བྱེད་པའི། །

kechik chik la lü sem dral jepé

e che, come il macellaio che conduce un animale al macello,

སྲོག་འཕྲོག་ནད་ཀྱི་སྡུག་བསྔལ་ཇི་སྙེད་པ། །

sok trok né kyi dukngal jinyé pa

separano in un solo istante il corpo dalla mente,

འཇིག་རྟེན་ཁམས་སུ་འབྱུང་བར་མ་གྱུར་ཅིག །

jikten kham su jungwar magyur chik

mai accadano nei regni di questo mondo.

འཆི་བདག་གཤེན་རྗེའི་ཁ་ནང་ཚུད་པ་ལྟར། །

chidak shen jé kha nang tsüpa tar

Che tutti gli esseri incarnati siano al riparo dal male,

ནད་ཀྱི་མིང་ཙམ་ཐོས་པས་སྐྲག་བྱེད་པའི། །

né kyi ming tsam töpé trak jepé

dalle malattie acute, croniche e infettive Continue reading »

Il rito del Ciod

ciod

Il rito del Ciod

Il rito del gcod (Letteralmente significa: “tagliare, recidere”. In sanscrito: ‘chiada’.) è una pratica tantrica straordinaria (basata su tutti gli insegnamenti dei sutra e dei tantra) tendente a troncare sia il senso dell’esistenza autonoma dell’individuo (attaccamento all’ego) sia l’interesse per se stessi (attaccamento alla mente autogratificantesi): serve quindi a rafforzare e sviluppare la cognizione dell’assenza del sè e per generare compassione per tutti gli esseri. Nella forma in cui viene praticato oggi, il gcod fu creato dalla Maestra tibetana Ma-cig Lab-sgron (1055-1149), che venne a ciò ispirata dal Maestro indiano Padampa Sangye Pha-dam-pa Sans-rgyas.

Qualità di un praticante del Chod.

Per uno studente che vuole fare la pratica del Chod, sono necessarie quattro caratteristiche. Continue reading »

Dilgo Khyentse Rinpoche: Heart Advice in Four Lines

Dilgo Khyentse Rinpoche was the archetype of the spiritual teacher. His inner journey led him to an extraordinary depth of knowledge and enabled him to be, for all who met him, a fountain of loving kindness, wisdom, and compassion.

Heart Advice in Four Lines

by Dilgo Khyentse Rinpoche

བླ་མ་མ་བརྗེད་རྟག་ཏུ་གསོལ་བ་ཐོབ།།

lama ma jé tak tu solwa tob

Do not forget the guru;
Pray to him1 at all times.

རང་སེམས་མ་ཡེངས་རང་ངོ་རང་གིས་ལྟོས།།

rang sem ma yeng rang ngo rang gi tö

Do not let your mind be distracted;
Look into its very essence.

འཆི་བ་མ་བརྗེད་ཆོས་ལ་བསྐུལ་མ་ཐོབ།།

chiwa ma je chö la kul ma thob

Do not forget death;
Let it spur you on to Dharma.

སེམས་ཅན་མ་བརྗེད་སྙིང་རྗེ་བསྔོ་སྨོན་གྱིས།།

semchen ma je nyingje ngo mön gyi

Do not forget sentient beings;
With compassion dedicate your merit to them and make prayers of aspiration.
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Alexander Berzin: La recitazione dei mantra

Il Monte Kailash ed il Mantra

Ci sono molti modi di recitare i mantra. Uno è vocale e uno è mentale. Questo soggetto si trova come elenco delle modalità in cui si recitano i mantra. Ci sono anche altri modi di pronunciarli, visualizzandone le lettere e recitandoli mentalmente in quel modo, o immaginando che siano le lettere stesse a emettere il suono. C’è una lunga lista di vari modi in cui poter lavorare con i mantra. Se esaminiamo la questione in modo più approfondito, però, ci rendiamo conto che ciò che desideriamo è poter allenare il nostro corpo, la nostra parola e la nostra mente e non soltanto la mente, o solo la coppia di corpo e mente. La parola ha a che fare con la comunicazione, quindi è davvero molto importante. Se vogliamo aiutare gli altri, insegnare agli altri, ecc., dobbiamo comunicare; in quanto esseri umani, usiamo quindi il linguaggio.

E così, a un primo livello, lavorare a voce alta con i mantra trasforma quantomeno la parola in qualcosa di positivo, perché integriamo tre aspetti: manteniamo il corpo in una certa posizione, immaginando di essere una certa divinità; recitiamo un mantra; teniamo a mente la compassione, la chiarezza della mente, o qualunque rappresentazione si dia. Questo è dunque un modo di integrare i tre: corpo, parola e mente. Continue reading »

Dilgo Khyentse Rinpoche: Letter of Advice to Jamyang Gyaltsen

Dilgo Khyentse Rinpoche (1910–1991) was a highly accomplished meditation master, scholar, and poet, and a principal holder of the Nyingma lineage. His extraordinary depth of realization enabled him to be, for all who met him, a foundation of loving-kindness, wisdom, and compassion. A dedicated exponent of the nonsectarian Rime movement, Khyentse Rinpoche was respected by all schools of Tibetan Buddhism and taught many eminent teachers, including His Holiness the Dalai Lama. 

Letter of Advice to Jamyang Gyaltsen by H.H. Dilgo Khyentse Rinpoche. 

The following is offered to Jamyang Gyaltsen, who is virtuous and possesses the qualities of discipline and liberation!

I was delighted to learn that you are well. I too am in good health.

When practising The Bright Lamp of the Heart Essence, remember that the enlightened body, speech and mind of all the buddhas pervade the guru’s body, speech and mind. This is because his body, speech and mind are primordially pure, in both appearance and reality. There is no difference, therefore, between the guru’s body, speech and mind and those of all the buddhas.

Our own body, speech and mind, too, are, in their nature, pure, enlightened body, speech and mind. Yet, in their appearance, they seem to us impure and deluded. This is like someone with jaundice perceiving a white conch shell as yellow. Although they are the pure enlightened body, speech and mind in both nature and appearance, still, due to our confusion, they appear to us as the three impure doors. Such impurity, however, is not found either in the nature or appearance of the three doors themselves; it is simply how they seem to us from a deluded perspective. Continue reading »

Una breve meditazione su Vajrasattva

Vajrasattva

Lama Zopa Rinpoche: Una breve meditazione su Vajrasattva

Il potere della dipendenza (a): rifugio

“Prendo rifugio per sempre nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha,

Mi rifugio in tutti e tre i veicoli,

Nelle Daka e nelle Dakini del mantra yoga segreto,

Negli eroi e nelle eroine, gli dei e le dee

E nei Bodhisattva dei dieci bhumi.

Ma soprattutto, mi rifugio per sempre nel mio santo guru. “(3x)

Il potere dell’impegno

Per prima cosa ricorda la definizione di karma negativo: qualsiasi azione che si traduca in sofferenza, di solito un’azione motivata da ignoranza, attaccamento od avversione.

“Quasi ogni azione che faccio, ventiquattro ore al giorno, è motivata dalla preoccupazione mondana, dall’attaccamento al conforto di questa vita. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Lettera d’amore alla Madre Terra

Thich Nhat Han: La nostra coscienza è della stessa natura della coscienza dell’universo …

Thich Nhat Hanh: Conversazione intima con la Madre Terra o Lettera d’amore alla Madre Terra.

Cara madre, mi inchino di fronte a te con il massimo rispetto e la chiara consapevolezza della tua presenza in me e del mio essere parte di te. Tu mi hai dato la vita e mi hai fornito tutto ciò di cui avevo bisogno per il mio nutrimento. Mi hai dato aria per respirare, acqua da bere, cibo da mangiare ed erbe medicinali con cui curarmi quando ero malato. Poiché mi hai già dato la vita una volta so che continuerai a darmela più volte nel futuro, ecco perché non potrò mai morire. Ogni volta che mi manifesto sono fresco e nuovo; ogni volta che ritorno tu mi ricevi e mi abbracci con grande compassione. Tu sei la grande Terra, sei Gaia, questo bellissimo pianeta blu. Tu sei il Bodhisattva 1 che rinnova la terra; sei fragrante, fresca, gentile e pura. Sei infinitamente bella; hai la grande capacità di ricevere, di prenderti cura e di trasformare ogni cosa, incluso il sudiciume di ogni genere, i fumi velenosi e persino i rifiuti radioattivi. Il Tempo è con te nello svolgere questo lavoro, e tu lo farai, anche se dovessi impiegare un milione di anni. Hai innumerevoli figli, milioni di specie, di cui la specie umana è soltanto una. Molti di noi umani, accecati dall’avidità, dall’orgoglio e dall’illusione, sono stati incapaci di riconoscerti come nostra Madre, ecco perché abbiamo causato tanta sofferenza gli uni agli altri e abbiamo danneggiato la tua salute e la tua bellezza. Sappiamo che possiedi energia sufficiente per abbracciare e trasformare i nostri errori, ma le nostre menti illuse continuano a spingerci a sfruttarti, creano conflitti e questo ti causa molta tensione. Continue reading »

Ma Gcig: Canti spirituali

Macig

Macig

Canti spirituali di Ma Gcig

Lode a quello stato
che trascende ogni considerazione oggettiva,
dimensione pura, inesprimibile,
inimmaginabile,
che va oltre il pensiero.
Ho scritto questa
«Raccolta di insegnamenti orali
sulla Recisione dei demoni»
pensando che qualcuno, un giorno,
ne trarrà beneficio.
La radice di tutti i demoni è la propria mente.
Quando, nel percepire un qualsiasi fenomeno,
si prova attrazione e poi desiderio,
si è catturati dai demoni.
Quando nella mente si afferrano i fenomeni
come se fossero oggetti esteriori,
si è contaminati. Continue reading »

ven. Tulku Gyatso

ven. Tulku Gyatso

Il ven. Tulku Gyatso fu riconosciuto all’età di 13 anni come la reincarnazione di Ghesce Kelsang Namghiel, un celebre Lama del collegio monastico Dzadrel Kantsen del Monastero di Sera, una delle più grandi università monastiche del Tibet.

Divenuto monaco all’età di 13 anni, fino all’età di 27 anni studiò al monastero di Bum Ning dove potè approfondire e completare lo studio di tutti i maggiori e più importanti testi di Dharma sia dei Sutra che dei Tantra che lo resero un Maestro perfettamente qualificato.

Riceve inoltre, da numerosi Lama realizzati, molte iniziazioni e trasmissioni orali.

Nel 1959, in occasione dell’occupazione militare cinese del Tibet, viene arrestato e condannato ai lavori forzati e tenuto prigioniero per tre anni con la sola accusa di praticare il Dharma.

Rilasciato dopo 21 anni, tornato nella sua valle natale, viene tenuto sotto stretto controllo dai militari cinesi, nel 1983 a 51 anni riesce ad incontrare il ven Ghesce Tasci Bum che lo aiuta a fuggire in India. Nel 1992, nel ricostruito monastero di Sera-Je in India, ottiene il titolo di Due Va Ne Lama: maestro qualificato a trasmettere consigli qualificati. Continue reading »

Kirti Rinpoce: Commentario alle “Otto strofe della Trasformazione del Pensiero”

Ven. Kirti Tsenshab Rinpoce: “Sono emersi tre punti principali: la rinuncia o il rifiuto dell’esistenza ciclica, la Bodhicitta e la realizzazione della vacuità, la comprensione della natura ultima dei fenomeni. Sono i tre punti fondamentali del sentiero interiore ed è su questa base che il Bodhisattva si muove.  Sempre più in alto su stadi sempre più elevati. Fino a giungere allo stato dell’Illuminazione.”

Le otto strofe della Trasformazione del Pensiero
Blo-sbyong tsig-brgyad-ma, Lo-jong di Langri Tangpa Dorje Senghe, insegnamento conferito dal Ven. Kirti Tsenshab Rinpoce il 6 marzo 1992 presso il Centro Ewam di Firenze.

Dobbiamo sforzarci d’ottenere l’illuminazione, lo stato di Buddha in cui tutte le oscurazioni siano state eliminate e tutte le qualità e le conoscenze siano state acquisite: è lo stato in cui si manifesta la mente onnisciente. Dobbiamo indirizzare le nostre energie verso questo traguardo.

Qualunque essere dotato di coscienza, dotato di mente, desidera essere felice e non vuole soffrire. Questo è un desiderio condiviso da tutti, da chiunque abbia una mente. Tutti gli esseri senzienti vogliono la felicità e vogliono eliminare la sofferenza e cercano metodi e percorsi interiori per ottenere questo risultato.

Ci sono diversi metodi che vengono utilizzati dagli esseri, in accordo ai loro interessi, al loro livello intellettuale, alla loro conoscenza e predisposizione. C’è un livello più elevato di cammino interiore, una tecnica più elevata interiore che viene applicata da coloro che hanno una capacità di sviluppo maggiore, coloro che hanno una capacità mentale maggiore. Coloro che sono di un livello intermedio di capacità utilizzano tecniche di livello intermedio di sviluppo interiore. Invece coloro che hanno un livello di sviluppo interiore minimo utilizzeranno il grado minore del sentiero interiore.

Gli esseri senzienti, in particolare gli esseri umani, utilizzano diversi metodi e tecniche per ottenere soddisfazione immediata, per ottenere felicità in questa vita. Coloro che desiderano ottenere felicità sulla base di un corpo umano o di uno stato divino, coloro che desiderano ottenere felicità nella vita futura – una rinascita elevata – oppure uno stato di felicità definitiva, una felicità interna adottano un diverso percorso interiore. Però ottenere l’illuminazione sulla base di un corpo umano o divino non è possibile senza l’utilizzo di un particolare percorso interiore.

In accordo al diverso potenziale mentale dei diversi individui, diversi obiettivi a cui anelano diversi praticanti interiori, in accordo alle diverse capacità minori, intermedie e superiori, c’è una diversa ricerca dei tre obiettivi.

Coloro che desiderano una rinascita come essere divino o come umano praticano un certo sentiero; si parla di una capacità ridotta di pratica interiore e di una motivazione ridotta. Considerano queste rinascite umane o divine come uno stato di soddisfazione e di felicità e ambiscono a queste rinascite.

Poi un livello intermedio di pratica, capacità e motivazione riguarda la ricerca della propria liberazione individuale dall’esistenza ciclica, dal Samsara.

Il livello superiore di capacità di pratica e di motivazione riguarda la ricerca dell’illuminazione, dello stato di Buddha per poter essere di beneficio a tutti gli esseri senzienti. Continue reading »

ven. Gheshe Ghedun Tharchin: La pratica dello Dzogchen II

Insegnamenti del Ven. Ghesce Lharampa Gendun Tarcin: La pratica dello Dzochen II. Sassari 19-19/01/2020. Appunti non revisionati del Dott. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Ven. Ghesce Ghendun Tarcin.

Quest’incontro è finalizzato a sviluppare una nuova esperienza nel mondo, in modo significativo, gioioso, di libertà, in modo da eliminare la sofferenza che pervade ogni atto, oltre la sofferenza, è come fermare il tempo, ma non è possibile, ma nella nostra mente c’è la concettualizzazione, il seguire questo mondo d’illusione, questo è il nostro fermare il tempo, cosi è il nostro praticare, che riguarda il tempo. In realtà ciò che dobbiamo capire è che il tempo è infinito, non ha misura, quindi, essendo infinito, non esiste. Continue reading »

Chi era Patrul Rinpoche?

Matthieu Ricard: Chi era Patrul Rinpoche?

Il monaco buddista Matthieu Ricard offre uno sguardo sulla vita di Patrul Rinpoche, uno yogi errante che divenne uno dei più illustri maestri del buddismo tibetano. Dal numero di primavera del 2018 di Buddhadharma: The Practitioner’s Quarterly.

Patrul Rinpoche, Orgyen Jigme Chökyi Wangpo (1808–1887), un praticante errante nell’antica tradizione dei rinuncianti vagabondi, divenne uno dei più venerati insegnanti spirituali della storia tibetana, ampiamente noto come studioso e autore mentre allo stesso tempo viveva una vita della massima semplicità. Forte sostenitore delle gioie della solitudine, ha sempre sottolineato l’inutilità delle attività e delle ambizioni mondane. Il ricordo dell’esempio della sua vita è ancora molto vivo oggi, offrendo una fonte di ispirazione sempre nuova per i praticanti del buddismo tibetano. Continue reading »

Buddha in Theravada, Mahayana e Tantra: è lo stesso?

Il Buddha, lasciando le comodità della sua casa e della sua famiglia, cercò di combattere la sua battaglia interiore contro le afflizioni e non ottenne ciò attraverso la pratica ascetica, bensì con la compassione interessata alla sofferenza universale.

Dr. Alexander Berzin: Buddha in Theravada, Mahayana e Tantra: è lo stesso?

Le varie versioni o presentazioni della vita di Buddha non devono essere considerate in termini di meri fatti in un contesto storico rigoroso, né devono essere considerate contraddittorie: bisogna capire, invece, che ogni presentazione è stata composta e bisogna leggerla all’interno di un certo contesto e che ognuno è corretto e valido. Se guardiamo come questi diversi contesti ci forniscono insegnamenti specifici, non solo otterremo un apprezzamento più profondo degli insegnamenti del Buddha in generale, ma impareremo anche come applicare gli insegnamenti da tutte queste varie presentazioni all’interno delle nostre vite. Se seguiamo le fasi della vita di Buddha applicando gli insegnamenti in questo modo, allora saremo in grado di realizzare la verità come fece Buddha stesso e raggiungere lo scopo di aiutare compassionevolmente gli altri. Continue reading »

Praise to the 17 Masters of Nalanda

The Seventeen Paṇḍitas of Nālandā

A Prayer to Kindle the Three Kinds of Faith

Addressed to the Seventeen Great Paṇḍitas of Glorious Nālandā

by His Holiness the Fourteenth Dalai Lama

འགྲོ་ལ་ཕན་བཞེད་ཐུགས་རྗེས་རབ་བསྐྲུན་པའི། །

dro la pen shyé tukjé rab trun pé

Perfectly arisen through the compassionate wish to benefit beings, Continue reading »

Ven. Geshe Thubten Sherab: Le otto strofe della Trasformazione del Pensiero

Ven. Ghesce Thupten Sherab: Dal preciso momento in cui cominciate a pensare agli altri, proprio da quel momento cominciate a creare le cause per la vostra felicità, fino all’illuminazione.

Ven. Ghesce Thupten Sherab: Le Otto Strofe della Trasformazione del Pensiero.

Questa mattina abbiamo parlato particolarmente dei vari punti su come sviluppare la Bodhicitta e gli eventuali metodi. Abbiamo parlato di cinque punti per sviluppare la Bodhicitta. Il primo era, appunto, quello di equalizzare se stessi con gli altri, ovvero generare l’equanimità riconoscendo noi stessi uguali agli altri esseri viventi, in modo uguale, equanime. Poi abbiamo parlato del secondo punto e questo secondo punto è in relazione al riconoscere gli svantaggi del coltivare l’egoismo, di mantenere l’egoismo dentro di noi.

Se analizziamo correttamente la nostra vita, possiamo rendere conto che molte volte noi soffriamo, e causiamo anche sofferenza agli altri, proprio a causa dei conflitti che noi stessi abbiamo dentro di noi.

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La vita di Nagarjuna

Nagarjuna

La vita di Nagarjuna

Dr. Alexander Berzin

Nagarjuna (Klu-grub) e Asanga (Thogs-med) furono i due grandi pionieri della tradizione mahayana. Nagarjuna trasmise il lignaggio degli insegnamenti sulla visione profonda della vacuità da Manjushri, mentre Asanga trasmise il lignaggio degli insegnamenti sulle vaste pratiche dei bodhisattva da Maitreya.
Nagarjuna nacque in una famiglia di bramini, probabilmente intorno alla metà del primo secolo o all’inizio del secondo secolo d.C., a Vidarbha nell’India del sud, un regno nell’odierna Maharashtra e Andhra Pradesh.
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Dagyab Rinpoche: Essere una buona persona

H. E. Loden Sherab Dagyab Kyabgoen Rinpoche

H. E. Loden Sherab Dagyab Kyabgoen Rinpoche

Essere una buona persona: alcuni pensieri fondamentali sulla comunicazione umana di S.E. LODEN SHERAB DAGYAB RINPOCHE

I FONDAMENTI

Voglio essere una buona persona!

Non esiste essere umano che desideri essere cattivo.
Perciò, sarà importante che tutti i giorni

io sia consapevole dei punti seguenti:

1 – Considerazioni generali

  1. Ogni mattina devo iniziare con una buona motivazione. Ciò sarà di duplice beneficio durante la giornata, per me e per gli altri. La sera, dovrei guardarmi interiormente riesaminando lo svolgimento della mia giornata. Dovrei riconoscere le azioni malsane compiute e rallegrarmi delle azioni salutari, mie e altrui.

  2. Se puoi cambiare le cose che ti preoccupano, non c’è bisogno di preoccuparsi. Continue reading »

Ven. Ghesce Gendun Tarcin: La pratica dello Dzochen

Ven. Ghesce Gendun Tarcin: La forza della consapevolezza, è lo stato che un’individuo esprime attraverso la propria consapevolezza, attraverso la vera saggezza, il che rende tutto flessibile, si trova subito una soluzione ad ogni problema, quindi i problemi scompaiono.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Lharampa Gendun Tarcin: La pratica dello Dzochen. Sassari 30-31/03/2019. Appunti non revisionati del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Ven. Ghesce Ghendun Tarcin. Buongiorno a tutti, questo è come un laboratorio, al quale, alla fine, consideriamo che tutti abbiamo collaborato. Quel che ne godiamo dipende dal nostro impegno e lavoro.

Dipende dal nostro senso di responsabilità, perché il tempo trascorso non ritorna più.

Quindi dobbiamo impegnarci per costruire insieme i nostri frutti, che chiameremo la nostra torta, di cui godremo tutti insieme i frutti. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Trasformare i problemi in felicità. Come evitare la rabbia.

Lama Zopa Rinpoche: Addestrando la mente e abituandovi a non vedere i problemi come disgrazie, anche quelli più gravi diventano più semplici da sopportare e gestire.

Lama Zopa Rinpoche: Trasformare i problemi in felicità. Come evitare la rabbia.

In quest’epoca piena di problemi e di infelicità, gli esseri umani sono spesso sopraffatti dalla sofferenza, la loro mente non è resiliente. Questo accade perché, in generale, non sono in grado di riconoscere che le difficoltà e gli ostacoli possono trasformarsi in benefici, in vere e proprie cause di felicità. Chi non ha incontrato il Dharma non è in grado di rendersene conto, né di addestrare la propria mente a farlo.

Anziché considerare i problemi, siano essi causati da altri esseri viventi o da situazioni e circostanze avverse, come tali è invece necessario sviluppare l’abitudine a vederli come condizioni favorevoli a sostegno della felicità, e di fatto come cause della felicità. Continue reading »

Thich Nhat Hanh: Innamorarsi della Terra

Thich Nhat Hanh viene accolto con grande affetto da Sua Santità il Dalai Lama

Thich Nhat Hanh: Innamorarsi della Terra

Questo meraviglioso, generoso e fecondo pianeta che chiamiamo Terra ha dato vita a ciascuno di noi, e ciascuno di noi custodisce la Terra in ogni singola cellula del proprio corpo.
Siamo un tutt’uno con la Terra.
La Terra è nostra madre: essa ci protegge e nutre in ogni momento, donandoci aria da respirare, acqua fresca da bere, cibo da mangiare ed erbe curative per guarirci quando siamo malati.
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Ven. Sogan Rinpoche: Commentario sulle 37 Pratiche del Bodhisattva

Il Ven Sogan Rinpoce col Dr. Luciano Villa

Insegnamenti del Ven. Sogan Rinpoche il 09/03/2019 al Centro Tupten Osel Ling di Manzano di Mori (TN) sulle Trentasette Pratiche del Bodhisattva di Gyalse Togme Zangpo. Traduzione dal tibetano in italiano di Fabrizio Pallotti, appunti ed editing del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore ed imperfezione.

Ven. Sogan Rinpoche.

Saluto tutti voi, molti di voi vengono da lontano, ed è stato impegnativo e, da parte mia, ho impiegato nove ore d’aereo per giungere in Italia, e vi apprezzo molto.

Generiamo una buona motivazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti affinché tutti possano ottenere l’illuminazione, a questa motivazione improntiamo la nostra condotta. Continue reading »

Ven. Kensur Rinpoche: Commentario sul “Nyur Lam”, il Sentiero Rapido Lam Rim o Sentiero Graduale del Risveglio del 5° Panchen Lama Lobsang Yeshe

Lobsang Yeshe il V Panchen Lama

Commentario sul “Nyur Lam”, il Sentiero Rapido Lam Rim o Sentiero Graduale del Risveglio del Quinto Panchen Lama Lobsang Yeshe (1663–1737) conferito nel luglio 1986 all’Istituto Vajra Yoghini in Francia dal Ven. Gyudmed Kensur Rinpoche Ghesce Lharampa Sonam Gyaltsen.

Gyudmed Khensur Rinpoche Sonam Gyaltsen – Introduzione

L’istituto mi ha richiesto di dare un insegnamento sulla via progressiva che conduce al risveglio, insegnamento accompagnato da meditazioni. Questo mi fa estremamente piacere, perché voler riflettere, meditare sul Lam-Rim è eccezionale. In effetti io non mi considero affatto qualificato per insegnare il Lam-Rim ma sarò molto felice di condividere con voi quelle conoscenze che ho acquisito.

Sia che si voglia praticare il Dharma o intraprendere delle attività mondane, è indispensabile prendere la strada giusta. Continue reading »

Shantideva

Shantideva

Shantideva (8th century) was the Indian source for the bodhisattva teachings found in all traditions of Tibet, especially regarding the practice of the six paramitas (the six perfections).

Shantideva was born in the eighth century as the son of the king of a land in the Bengal region of East India. When he was about to ascend to the throne, he had a dream of Manjushri, who said, “The throne is not for you.” Heeding Manjushri’s advice, he renounced the throne and retreated to the jungle. There he met and studied with various non-Buddhist gurus, meditated intensely and achieved advanced states of absorbed concentration. But, as was the case with Shakyamuni, he realized that withdrawing into deep states of concentration did not eliminate the roots of suffering. Relying on Manjushri, he eventually had actual visions of this embodiment of the wisdom of all the Buddhas and received teachings from him. Continue reading »

HH Ling Rinpoche: Generating Bodhicitta

HH Ling Rinpoche: The most important step in spiritual growth is the first: the decision to avoid evil and cultivate goodness within your stream of being. On the basis of this fundamental discipline, every spiritual quality becomes possible, even the eventual perfection of buddhahood.

HH Ling Rinpoche, New Delhi, India November 1979. Generating Bodhicitta

Bodhicitta and wisdom

The enlightened attitude, bodhicitta, which has love and compassion as its basis, is the essential seed producing the attainment of buddhahood. Therefore, it is a subject that should be approached with the pure thought, “May I gain enlightenment in order to be of greatest benefit to the world.”

If we want to attain the state of the full enlightenment of buddhahood as opposed to the lesser enlightenment of an arhat, nirvana, our innermost practice must be cultivation of bodhicitta. If meditation on emptiness is our innermost practice, we run the risk of falling into nirvana instead of gaining buddhahood. This teaching is given in the saying, “When the father is bodhicitta and the mother is wisdom, the child joins the caste of the buddhas.” In ancient India, children of inter-caste marriages would adopt the caste of the father, regardless of the caste of the mother. Therefore, bodhicitta is like the father: if we cultivate bodhicitta, we enter the caste of the buddhas. Continue reading »

Ghesce Tenzin Tenphel: Mente Chiara, Mente Serena

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: L'amore e la compassione vanno nutriti. Coltivare amore e compassione costa poco.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: L'amore e la compassione vanno nutriti. Coltivare amore e compassione costa poco.

Insegnamenti sul temaMente Chiara, Mente Serena del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 28 29 marzo 2009 . Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, revisione del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per ogni possibile errore ed omissione.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel 28 marzo 2009, mattino.

Per sua natura la mente è chiara. Ciò che dobbiamo cercare di comprendere è quanto può essere felice la mente. La mente così come è naturalmente, è chiara, questo è un dato di fatto. Ma non è per nulla detto che sia serena. Ci son molti livelli della mente: partendo da quelli più grossolani arriviamo a quelli sempre più sottili. La mente che quotidianamente utilizziamo è estremamente grossolana. Pensiamo a ciò che ci succede in un intervallo di tempo ristretto, ed è difficile che abbiamo una visione più ampia di tutta la prospettiva, in questo senso la mente è limitata e ha delle barriere che dipendono da questo limite. Continue reading »

Il Ven. Geshe Tenzin Tenphel

Il Ven. Geshe Tenzin Tenphel insegna che “alla pace si arriva educando la mente: la pace è prima di tutto un fatto interiore”.

Il Ven. Geshe Tenzin Tenphel insegna che “alla pace si arriva educando la mente: la pace è prima di tutto un fatto interiore”.

Ven. Lama Geshe Tenzin Tenphel

Nato nel 1956 in Tibet, nel Domo, una regione vicina al Sikkim, da una famiglia di agricoltori e nomadi. Nel 1959, dopo l’invasione cinese del Tibet, fugge con la famiglia dapprima in Sikkim e, nel 1960, nell’India del Sud.
A nove anni diventa monaco e fino ai diciassette frequenta una scuola pubblica, utilizzando le vacanze scolastiche per memorizzare i testi classici della filosofia buddhista.
A diciassette anni entra nell’università monastica di Sera-je, allievo del Ven. Ghesce Tasci Bum, grande maestro della Sera je Monastic University, dove studia per ventun anni e accede al titolo di Ghesce Lharampa. Nel 1994 riceve l’ordinazione monastica completa e si reca per quasi un anno al monastero tantrico del Gyuto, per completare la sua formazione.Tra il 1995 e il 1996 Ghesce Tenzin Tenphel viaggia  con altri monaci in Europa, negli Stati Uniti e nel Canada, dove dà insegnamenti e partecipa alla costruzione di mandala e a perfomance di danze rituali. Dopo essere ritornato in India per una breve parentesi, dal 1998 è Ghesce residente dell’Istituto Lama Tzong Khapa. Continue reading »

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: I benefici della mente dell’illuminazione

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: La mente d’illuminazione è la mente che desidera l’illuminazione, cos’è l’illuminazione?

Commentario del Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel su I benefici della mente dell’illuminazione”, Primo Capitolo del Bodhisattvacharyavatara o Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva di Shantideva, al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio 8 e 9 aprile 2017. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, ci scusiamo per i possibili errori ed omissioni. Traduzione dal tibetano in italiano di Lotzava Thubten Sherab Sherpa.

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel.

La motivazione è importante non solo per seguire gli insegnamenti, ma in ogni momento della nostra vita, ed è particolarmente importante mantenerla. Continue reading »

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: Confessare le Negatività

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Il significato di tutto ciò è: “Non compio più azioni negative”.

Commentario del Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel su Confessare le Negatività”, Secondo Capitolo del  Bodhisattvacharyavatara o Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva di Shantideva 21-22 ottobre 2017, al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, ci scusiamo per i possibili errori ed omissioni. Traduzione dal tibetano in italiano del Dr. Massimo Dusi.

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel sabato 21 ottobre 2017

La migliore motivazone è quella di essere di beneficio tutti gli esseri, se non ci riuscite cercate almeno di non nuocere. La base di questi insegnamenti è il Secondo Capitolo del Bodhisattvacharyavatara o Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva di Shantideva.

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Ven. Lama Gheshe Tenzin Tenphel: L’amorevole gentilezza, la Bodhicitta.

Ven. Gheshe Tenzin Tenphel: Ricordatevi l’importanza di avere una mente buona, onesta, limpida, e così fare la pratica.

Commentario al Terzo Capitolo del Bodhisattvacharyavatara o Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva di Shantideva al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, 28-29 aprile 2018. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano del Dr. Massimo Dusi.

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel.

È molto importante la motivazione generata dal desiderio di essere beneficio a tutti gli esseri ed è altrimenti importante non essere di danno a nessuno. Con questi propositi ascolta il Dharma prezioso. Quindi, la migliore motivazione è quella di essere di beneficio a tutti esseri. Se non ci riuscite, almeno cercate di non nuocere. Continue reading »

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: La coscienziosità

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: L’attaccamento sorge verso un oggetto, un suono, ecc.: ma questo esiste veramente?

Commentario del Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel conferito il 27-28 ottobre 2018 sul Quarto Capitolo “La coscienziosità”del Bodhisattvacharyavatara o Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva di Shantideva, al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, ci scusiamo per i possibili errori ed omissioni. Traduzione dal tibetano in italiano del Dr. Francesco Tormen.

Ven Ghesce Tenzin Tenphel

Esprimiamo il forte proposito di porre e correggere la giusta motivazione, la bodhicitta, altrimenti generiamo un qualcosa di simile, altrimenti generiamo una motivazione altruistica, altrimenti generiamo la motivazione di non essere di danno agli altri. Continue reading »

Ghesce Tenzin Tenphel: Come meditare

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: La pazienza è considerata il migliore addestramento. Senza questo addestramento tutti gli altri sono molto difficili.

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: La pazienza è considerata il migliore addestramento. Senza questo addestramento tutti gli altri sono molto difficili.

Insegnamenti “Come Meditare” del 28-29.04.12 del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio. Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano di Sebastiano Sforza. Continue reading »

I Sei Lumi

Il libro dei “Sei Lumi”
Congedandosi dal siddha Nagzher Lodpo, che aveva infine riconosciuto in lui un Nirmanakaya, Tapihritsa proferì queste parole: “Sono Tapihritsa, non dimenticarmi! Se ti ricorderai di me, ci incontreremo ancora.”
Così accadde in altre due occasioni nel corso delle quali Nagzher Lodpo ricevette altri insegnamenti estremamente elevati e segreti: gli “Upadesha in Otto Capitoli”, i “Sei Lumi”, ed i “Ventuno Sigilli”.
I “Sei Lumi” rappresenta il testo centrale del cosiddetto “ciclo interno”, o delle istruzioni dirette, degli insegnamenti dello Shang-Shung-Nyen-Gyud.

Il testo, tra i più importanti della tradizione pre-buddhista del lignaggio Bon, è un’esposizione completa della pratiche più riservate e segrete dello Dzochen, dalla “ricerca della Natura della Mente” fino alle pratiche superiori del Treckchod, delle visioni del Thodgal, del Bardo (ovverosia: morte, post-mortem e trasmigrazione) e della Chiara Luce.

Gli argomenti trattati nei “Sei Lumi”, sempre nei termini delle istruzioni pratiche, possono essere così riassunti, per sommi capi:

1) Il Lume della Base della realtà e della “Natura della Mente”.
2) Il Lume del cuore, dimora e luogo di rivelazione della “Natura della Mente”.
3) La fisiologia occulta dello Dzochen, il “canale kati” e la via dell’emergere delle visioni.
4) Il “Lume dell’acqua”, ovverosia il senso della vista come manifestazione delle visioni, il “lacco che cattura da lontano” la Visione Originaria della Realtà.
5) Il Lume delle Visioni. La Pratica delle Visioni e l’Introduzione Diretta ai Regni Puri.
6) Il Lume del Bardo e della Chiara Luce.

Il testo è disponibile in italiano, curato da Giuseppe Baroetto https://www.amazon.it/libro-tibetano-Linsegnam…/…/8834013824

in inglese si consiglia la traduzione di Jean-Luc Achard, molto curata e ricca di commenti https://www.amazon.it/Six-Lamps-Dzogchen-Inst…/…/ref=sr_1_1… Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Il flusso della vita

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Ricordiamoci che tutte le negatività le possiamo purificare!

Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 16 e 17 marzo 2013 sul tema “Il flusso della vita: la morte e la rinascita”, 5° incontro del Programma “Alla Scoperta del Buddhismo”. Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, revisione del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano del Dr. Massimo Dusi.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

Dobbiamo renderci conto che nel mondo intorno a noi non c’è niente di impossibile che non possa succedere. Continue reading »

Milarepa: Song on Mt. Kailash

Mt. Kailash

Milarepa’s Song on Mt. Kailash
The renowned snowy white Tise Mountain (Mt. Kailash):
Those who haven’t seen it still hear of it from afar.
Some say, “It’s like a white crystal stupa.”
When one approaches and is able to see,
The head of the mountain is wrapped in snow.
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Chandrakirti

Chandrakirti

Chandrakirti nacque a Samanta o Samana, cittadina nell’India meridionale, nel sesto secolo d.C. e in giovane età padroneggiò la conoscenza della Dottrina e fu ordinato monaco nel Sangha buddhista. Giunto a Nalanda, concentrò i suoi studi sui trattati di https://www.sangye.it/altro/?cat=9 e ottenne in quella università la carica di Upadhyaya, cioè la cattedra di professore della Dottrina.

In quello stesso periodo Chandragomin, un laico seguace del sentiero del Bodhisattva, arrivò in quella regione e Chandrakirti, saputo della sua presenza, gli chiese di entrare nell’università con tutti gli onori, conferendogli, si direbbe oggi, una laurea “honoris causa”. Continue reading »

Ven Ghesce Tenzin Tenphel: La mente come creatrice: tutto sul karma.

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: L’obiettivo è avere una disciplina della propria mente.

Seminario del Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: “La mente come creatrice: tutto sul karma” al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 16 e 17 novembre 2013. Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, revisione del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano di Sebastiano Sforza.

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel

Prima di tutto dobbiamo sviluppare una buona motivazione a beneficio di tutti gli esseri. La riflessione che dovremmo fare è che tutti noi desideriamo essere felici e non vogliamo soffrire.
Nonostante questo continuano ad arrivare sofferenze, ogni tanto sei felice, per un po’ di tempo poi questa se ne va via. Qual è lo sbaglio? Se ogni volta che sperimento una sofferenza riflettessi su quali condizioni esterne mi fanno soffrire, allora potrei fare dei passi avanti. Ma queste condizioni esterne sono l’unica ragione per la quale soffriamo?
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Lama Zopa Rinpoce: Praticando Consapevolezza di Bodhichitta nella Cucina

Lama Zopa Rinpoce

Lama Zopa Rinpoce: Praticando Consapevolezza di Bodhichitta nella Cucina

Qui vi sono alcuni metodi per pensare quando state preparando e cucinando del cibo:

Quando state tagliando qualsiasi cosa, pensate:

Sto tagliando la radice della sofferenza di tutti gli esseri senzienti che sorge dall’ignoranza e dal pensiero autogratificante, con il coltello della saggezza che realizza la vacuità (shunyata) e bodhichitta.

Quando state lavando delle pentole ecc. pensate: Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu: The Importance of Being Present

Chögyal Namkhai Norbu: “The principle of the Dzogchen teaching is, that is, being forever in the state of the contemplation, in our real nature”.

Chögyal Namkhai Norbu: The Importance of Being Present After finishing Ati guruyoga what should you do? We do not have any kind of rule that says, “In the Dzogchen teaching you should do this or that”. Dzogchen teaching is beyond rules.

In the Dzogchen teaching the rule is that you are present. You are not distracted. This is what you should learn. This is the second most important thing in the Dzogchen teaching.

If you like to do some visualization of deities, chanting mantras, invocations, etc., the Dzogchen teaching does not say that you shouldn’t do that. You are always free. You should work with circumstances and when there are possibilities, you can apply [these things]. But after being in the state of Ati guruyoga, what is really necessary is that you should be present, not distracted. You should learn this.

Some of my students say, “You always tell us that being present is very important. I have tried to do this, but it is not so easy. I am always distracted”. Then that person no longer tries to be present. This is not good. Even though it is not easy, you should learn because it is not as difficult as, for example, making a sacrifice. I am not telling you to spend many years on a mountain and do like Milarepa did. That would be really difficult. I am not asking you to do anything like that. I’m only asking you to be present, not distracted. So, maybe if you don’t know that then you should learn.

Our concept of not being distracted is a little different from not being distracted in the teaching. Our concept of not being distracted is this. If you think about something in your mind, for example, you want to write a letter, then you think that you don’t want to be distracted by anything else. You always concentrate on what you should say in this letter and go ahead. If you are not present about that and do something else, then we say that you are distracted. Continue reading »

Ven. Ghesce Ciampa Ghelek: Mahamudra.

Commentario del testo di Panchen Losang Chokyi Gyeltzen: Il Sentiero Principale dei Vittoriosi. Un testo radice per la preziosa tradizione Gelug / Kargyu del Mahamudra https://www.sangye.it/altro/?p=10138, conferito dal Ven. Ghesce Ciampa Ghelek al Centro Ritiri Vajrayogini dal 14 al 16.07.17 a San Cipriano di Serra Riccò (Genova). Traduzione dal tibetano di Sherab Sherpa. Appunti non revisionati del dr. Luciano Villa, nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, ci scusiamo per ogni errore ed omissioni.

Ven. Ghesce Ciampa Ghelek: Se controlliamo la nostra mente, allora potremo eliminare qualsiasi sofferenza e raggiungere il nirvana.

(Commentario al testo radice dello stesso Panchen Losang Chökyi Gyeltsen)

Qui, come spiegazione delle istruzioni sul Mahamudra secondo la tradizione degli esseri santi che sono dotti (pandita) e realizzati (siddha), vi sono tre linee guida: Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: “I Tre Gioielli: Buddha, Dharma e Sangha”.

Il Ven. Ghesce Tenzin Tenphel coi partecipanti al suo insegnamento al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 17 maggio 2014

Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 17 -18 maggio 2014 sul tema “I Tre Gioielli: Buddha, Dharma e Sangha, 7° incontro del Programma “Alla Scoperta del Buddhismo”. Appunti dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, editing e revisione del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti”. Traduzione dal tibetano in italiano di Lotsawa Thubten Sherab Sherpa.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

Maturiamo una motivazione sincera, la più grande, l’eccellente, avendo una mente molto pura e l’atteggiamento di non danneggiare gli altri esseri.

Cosa significa generare la giusta e corretta motivazione? Continue reading »

Ven. Ghesce Gendun Tarcin: La mente nel Buddhismo.

Ven. Ghesce Gendun Tarcin: Tutti i fenomeni che dipendono da cause e condizioni svaniscono come un lampo.

Ven. Ghesce Gendun Tarcin: La mente nel Buddhismo. Solanas, CA 02-04 giugno 2018. Appunti non revisionati del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Venerdì 02.06.18 Ven. Ghesce Gendun Tarcin.

Benvenuti al nostro seminario sulla mente nel Buddhismo e neuroscienze. Continue reading »

Ghesce Tenzin Tenphel: Il Lamrim

Lama Ghesce Tenzin Tenphel: Siamo senza libertà, perché sottoposti al nostro karma, quindi dobbiamo conoscere bene la legge di causa effetto.

Lama Ghesce Tenzin Tenphel: Siamo senza libertà, perché sottoposti al nostro karma, quindi dobbiamo conoscere bene la legge di causa effetto.

Insegnamenti del Venerabile Lama Ghesce Tenzin Tenphel il 25-26 ottobre 2014 al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama, sul tema: “Meditazione sul Lamrim, il Sentiero Graduale verso l’Illuminazione: stabilire una pratica quotidiana”. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito delProgetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano del Dr. Massimo Dusi, che vivamente si ringrazia.

Venerabile Lama Ghesce Tenzin Tenphel

La buona motivazione, che è indispensabile ora generare, è un qualcosa che dovremmo generare sempre, in ogni istante della nostra vita. Oggi dovrei parlare del Lamrim ed il suo scopo è di migliorare la nostra mente. Oggi tratterò il Lamrim, il Sentiero Graduale verso l’Illuminazione. Continue reading »

Chandrakirti: Il ragionamento in sette punti

Chandrakirti: il sé è la forma degli aggregati?

Chandrakirti: Il ragionamento in sette punti.

Analizzare l’io.

Inizia identificando l’oggetto della negazione: l’io/il sé intrinsecamente esistente.
Quindi accerta la pervasione: se un io/sé esistesse intrinsecamente, dovrebbe esistere in uno di questi sette modi:

1) il sé è intrinsecamente unito con le sue parti, il corpo e la mente/gli aggregati? In questo caso, ci dovrebbe essere solo un aggregato, dato che c’è un io; oppure ci dovrebbero essere molti io, dato che ci sono molti aggregati. Inoltre, dovremmo essere in grado di indicare qualcosa, qualche parte del corpo o della mente, e dire “questo è me/è l’io”. E’ così? Continue reading »

Ven Gheshe Jampa Gelek: La luce dell’illuminazione e Tong Len

Ven Gheshe Jampa Gelek: L’importante è essere in un clima amorevole, la ricchezza non significa affatto amorevolezza.

Ven Gheshe Jampa Gelek: La luce dell’illuminazione e Tong Len 

Insegnamenti del Ven. Gheshe Jampa Gelek al Centro Studi Tibetani “Tara Bianca” di Genova dal 15 al 17 giugno 2018 sul tema: La luce dell’illuminazione e Tong Leng. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano della Dr.ssa Chiara Mascarello. Ci scusiamo per ogni errore ed omissione.

Ven. Gheshe Jampa Gelek, Venerdì 15.06.18

Coltiviamo con la meditazione la bodhicitta. Continue reading »

Choekhortshang Rinpoche: I Sei Lumi

Choekhortshang Rinpoche

Choekhortshang Rinpoche: I Sei Lumi

Venerdì 20/04/2018

Questa è una delle versioni dello Dzochen.

Questo dei Sei Lumi è esattamente l’insegnamento di ciò che è lo Dzochen, che non è un insegnamento, ma è lo stato naturale della nostra mente, è ciò che tutti noi abbiamo.

Siamo tutti esseri umani, ma con menti differenti, memoria, capacità, pazienza, acume mentale, tutti hanno qualità diverse. La nostra mente è funzionalmente diversa. In base a ciò, il Buddha insegnò in rapporto alle capacità di ciascuno. La nostra mente ha diverse qualità, ha caratteristiche che la differenziano dalle altre. Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Gli otto Dharma mondani

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: “Se partiamo con questo atteggiamento tranquillo, sereno, è sicuro che un po’ alla volta arriveremo ad un punto in cui tutte le 24 ore saranno pratica.”

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Gli otto Dharma mondani: sconfiggere le preoccupazioni

La cosa importante da fare, all’inizio, è sempre quella di generare una motivazione positiva, e questo vale in particolare, e soprattutto, quando insegniamo il Dharma oppure ascoltiamo il Dharma. Insomma, quando compiamo questo tipo di attività è fondamentale la motivazione. E, in realtà, sarebbe importante sviluppare sempre un’abitudine a coltivare una motivazione positiva.

Quindi, è importante abituarsi a questa cosa. Per lo meno nelle attività di ascolto del Dharma, nelle attività di meditazione, nelle attività in cui facciamo dei canti, delle recitazioni. In particolare, in questo tipo di pratiche, se noi le facciamo dopo aver generato una motivazione positiva, allora queste pratiche riescono in modo perfetto, quindi è molto importante. Che tipo di motivazione?

Se riusciamo, una motivazione altruistica e, diciamo, come minimo, la motivazione di non danneggiare, di non fare del male agli altri.

Quindi, per questo discorso che stiamo facendo, diciamo almeno che nelle attività di ascolto e di pratica del Dharma è importante avere una motivazione positiva. Perché diciamo “almeno” in queste pratiche? Perché è difficile avere una motivazione positiva sempre, durante la maggior parte del nostro tempo.

Durante la maggior parte del nostro tempo quello che succede è che non abbiamo una motivazione positiva e quindi le nostre azioni finiscono col diventare delle azioni non virtuose.

E le azioni non virtuose che cosa sono? Sono causa di sofferenza, ma noi in realtà non vogliamo soffrire, vogliamo stare bene. Però, appunto, le azioni che compiamo la maggior parte del tempo sono causa di sofferenza e, se noi vogliamo stare bene, vogliamo la felicità, purtroppo non basta questo desiderio, non basta desiderare la felicità per ottenerla, bisogna porre le cause della felicità. Continue reading »

Ghesce Choe-Khor Tshang Rinpoche: I Sei Lumi

Choekhortshang Rinpoche: È la nostra mente che ci crea i problemi, per far sì che scopriamo il suo stato primordiale, non si tratta di incolpare, biasimare ciò che è all’esterno, ma di dirigere la nostra attenzione all’interno.

Conferenza e Seminario di Choe-Khor Tshang Rinpoche ad Azzano d’Asti dal 20 al 22 aprile 2018.

Appunti non revisionati.

Nyima Woser Choekhortshang Rinpoche è un maestro appartenente alla tradizione Bon del Buddismo tibetano. Rinpoche è nato nel Dolpo, una regione di alta montagna nel Nepal nord- occidentale al confine col Tibet, nel 1976, in una importante famiglia del posto. Egli è il capo spirituale del monastero di Tashi Namgyal nel Dolpo. Seguendo l’usanza tradizionale, all’età di otto anni suo padre e suo nonno lo portarono in India, per studiare presso il monastero di Menri, nel villaggio di Dolanji nell’Himachal Pradesh. Questo è il luogo dove risiede il capo spirituale di tutta la religione Bon, Sua Santità Menri Trizin. Qui, Rinpoche ha frequentato la scuola ricevendo un’istruzione fondamentale e moderna. Nel 1992, all’età di 16 anni, ha preso I voti monastici ed incominciato lo studio delle materie tradizionali, quali filosofia, astronomia, astrologia, storia e letteratura tibetana, medicina tradizionale tibetana, rituali di guarigione e meditazione. Dopo 16 anni, nel 2008, ha conseguito il diploma di Gheshe, e da allora è impegnato in un’intensa attività accademica, sia presso alcuni monasteri che presso prestigiose università europee, come Leiden, Oxford and Praga. Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu: Un Insegnamento sulla Danza del Vajra

Chögyal Namkhai Norbu: Se realizzi il corpo di arcobaleno allora non hai problemi!

Chögyal Namkhai Norbu (1938-2018): Un Insegnamento sulla Danza del Vajra

Dzamlingar 31 dicembre 2017

“In qualche modo, un giorno, potrai scoprire la tua vera natura.”

Se impari e capisci cosa è contenuto nel Santi Maha Sangha, potresti non diventare un insegnante, ma anche così, diventerai un tesoro di conoscenza dell’insegnamento Dzogchen. È molto importante capirlo. In relazione all’insegnamento del Santi Maha Sangha, ve l’ho già detto ieri, è lo stesso con lo Yantra Yoga e la Danza del Vajra. La Danza del Vajra è qualcosa di molto importante. Nella Danza del Vajra danziamo e ci occupiamo del Canto del Vajra. Il Tantra dello Dzogchen Upadesha dice che se hai ricevuto un’introduzione diretta in modo autentico, ma rimani in dubbio, cosa puoi fare per superarlo?

Ricordi come il Maestro ha dato l’introduzione diretta e lo ripeti molte volte da solo. E in qualche modo un giorno puoi scoprire la tua veranatura. Quindi il Tantra Upadesha dice: “Se non scopri la tua vera natura, nonostante un grande sforzo, cosa dovresti fare?” In questo caso, non è sufficiente ripetere la pratica che hai imparato con l’introduzione diretta.
Dovresti fare Ati Guruyoga ed essere nello stato di Guruyoga; dovresti cantare il Canto del Vajra e integrarlo con esso. il Canto del Vajra non è come i mantra ordinari, non è la stessa cosa. Ad esempio, nei Tantra superiori come il Kalachakra, c’è un mantra radice. Il mantra radice è HAM KSAH MA
LA VA RA YA. Questo è il mantra di Kalachakra. Allo stesso modo, forse segui Hevajra o Chakrasamvara o uno qualsiasi di questi tipi di tantra. Per riuscire a realizzare lo stadio di sviluppo, la fase di realizzazione e lo stadio di sviluppo e di sviluppo non duale, devi cantare una grande quantità di mantra.

In questo modo, puoi entrare nello stato non duale chiamato Mahamudra. Per fare questo, è molto importante sapere come funzionano in generale quei mantra. Ma il Canto del Vajra è diverso da quei tipi di mantra, che si cantano per quello scopo. È spiegato che ci sono tre modi di apprendere e conoscere la funzione del Canto del Vajra. Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: La Bodicitta

Il Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 28-29.11.15

Il Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 28-29.11.15

Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 28 e 29 novembre 2015 sul tema “Bodhicitta: la mente dell’illuminazione”, 10° incontro del Programma “Alla Scoperta del Buddhismo”. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano di Sherab Sherpa.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

La Bodicitta è la via che ci fa diventare Bodisattva, chiamato anche il figlio del Buddha, percorrendo quindi il veicolo Mahayana. Altrimenti, pur avendo concentrazione e chiaroveggenza, ovvero qualità superiori, non si potrà mai diventare un Mahayana qualificato, né entrare nel ciclo del tantra. Perciò è fondamentale generare Bodicitta, la mente d’illuminazione. Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: L’addestramento mentale.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Come dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare?

Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama, il 12 e 13 marzo 2016 sul tema “L’addestramento mentale, come affrontare i problemi con serenità.11° incontro del Programma “Alla Scoperta del Buddhismo”. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano di Lotzava Thubten Sherab Sherpa.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

Innanzitutto cerchiamo di coltivare una motivazione altruistica, la mente di buon cuore per il beneficio di tutti esseri senzienti, al minimo cerchiamo di non far danni, beneficiando tutti gli esseri. Continue reading »

Lama Zopa Rinpoce: Impermanenza e morte.

Lama Zopa Rinpoce: Se si ha una casa che rischia di subire dei danni da un’inondazione è saggio controllare in anticipo quanto è grande il pericolo che si corre.

Lama Zopa Rinpoce: Impermanenza e morte.

Quanto è lunga la vita?

La vita è così fragile, la sua natura è transitoria. Si può vedere come cambia anche in un solo anno, in un mese, in una settimana, un giorno, un’ora, un minuto e di secondo in secondo.

Nel tempo necessario a schioccare le dita trascorrono sessantacinque brevissimi istanti (Il momento di tempo più breve è postulato in un sessantacinquesimo di uno schiocco di dita) e anche in queste infinitesimali frazioni di secondo la vita sta cambiando.

Potreste pensare: “Perché dovrei sorprendermi per il fatto che la vita cambia così tanto? È naturale; lascia che accada!”, ma questo modo di pensare è molto sciocco e ignorante perché, mentre la vita sta cambiando così velocemente, in questi stessi brevi istanti stiamo diventando più vecchi.

Qualcuno potrebbe asserire: “E’ naturale, divento più vecchio; lascia che accada!”, ma anche non curarsi del fatto di invecchiare è un’altra attitudine errata. Altri invece negano la natura impermanente della loro vita, non vogliono vedere per niente la sua vera natura; cercano di camuffare la loro apparenza agli occhi degli altri, i quali compiono anch’essi lo stesso gioco. Si tratta di sforzi assolutamente vani, tali azioni sono al di fuori del livello di conoscenza potenziale della mente umana e la loro creazione non è certo lo scopo della rinascita umana dal punto di vista del Dharma. Nessuno sforzo artificiale può mutare ottant’anni in sedici. L’età non può mai diminuire nella visione della mente completamente illuminata, che realizza pienamente che la sofferenza del corpo samsarico è causata dalla sua natura impermanente.

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Ghesce Tenzin Tenphel: La saggezza che realizza la vacuità ed il sorgere dipendente

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Prima d'addormentarvi, meditate per alcuni minuti. Riflettete sui vostri pensieri.Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 3 4 dicembre 2016 sul tema “La saggezza che realizza la vacuità ed il sorgere dipendente. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per ogni errore ed omissione. Continue reading »

1.1 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa

1.1 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Primo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016.

Capitolo 1 Atisha. Capitolo 2 La grandezza dell’Insegnamento. Capitolo 3 Come ascoltare e spiegare l’Insegnamento. 

Atisha.

{33} PROLOGO

Omaggio a guru Manjughosa

Chino la testa al capo dei Sakya,

Il cui corpo fu formato da dieci milioni di virtù perfette,

La cui parola realizza le speranze degli esseri illimitati, Continue reading »

Ven. Lama Ciampa Monlam

Ven. Lama Ciampa Monlam con la nipote sua traduttrice Anila Tenzin Tsomo

Ven. Lama Ciampa Monlam (Preghiera d’Amore) nasce in Tibet nel 1926 da una famiglia di nomadi. All’eta di 4 anni entra nel monastero Tsecioling a Lhasa, dove viveva un suo fratello più anziano. Compito specifico del Gompa era quello della celebrazione quotidiana dei rituali al Palazzo del Potala, sia per il Dalai Lama che per il Governo Tibetano. Lì Lama Monlam riceve la formazione ed acquisisce il titolo di “Maestro di cerimonia”. Era a Lhasa quando l’invasore cinese bombardava nel 1959 il Potala. Vi rimane per qualche anno travestito da laico. Nel 1962 a causa dell’invasione Cinese fugge dal Tibet, si rifugia prima in India a Dharamsala e poi in Nepal al monastero di Samtenling a Boudhanath, dove stringe amicizia con Lama Thupten Yesce.

Nel 1972 Lama Thupten Yesce lascia il monastero per fondare Kopan offrendo a Lama Monlam la carica di Abate, che tuttavia rinuncia, decidendo di dedicarsi intensamente alla meditazione seguendo i consigli del suo maestro, spostandosi nei luoghi sacri nepalesi. I primi 9 anni di ritiro li trascorre in una minuscola capanna sulla collina di Swayambu successivamente, invitato da alcuni discepoli Nepalesi, si sposta a vivere e meditare vicino a Katmandu al tempio di Vajra Yogini a Pharping, benedetto alla meditazione di Guru Padmasambawa e visitato da Marpa Lotzawa e caro a tutte le tradizioni tibetane, dove risiede tutt’ora. Qui continua incessantemente la sua pratica meditativa in relazione a Tara Bianca, Vajra Yogini, Yamantaka perfezionando le sue doti di guaritore. A metà degli anni 90 comincia ad avere discepoli occidentali e diventa guida spirituale di una scuola sperimentale per bambini disagiati con sede a Sarnat e Bodhgaya nel nord dell’India. Lama è particolarmente devoto alla pratica di Tara Bianca cui a rivolto molte preghiere.
È depositario della preghiera di “guarigione con il sale” tramandatagli oralmente per guarire in special modo le malattie provocate dai “Naga”. Ha conosciuto l’Occidente nel 2002 tramite gli amici che lo hanno invitato in Italia. Dal 2005 è assistito e tradotto (parla solo tibetano) dalla nipote Tenzin Tsomo del monastero.

Ven. Lama Ciampa Monlam: Vajrasattva 1

Ven. Lama Ciampa Monlam col Dott. Luciano Villa

 Ven. Lama Ciampa Monlam: Ritiro di Vajrasattva, Centro Tara Bianca Genova 20-22/12/17. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in inglese di Tenzin Tsomo e dall’inglese in italiano da Sabrina Facco. Prima parte.

 Ven. Lama Ciampa Monlam 20/12/17 sera

Buonasera a tutti, ci troviamo qui di nuovo, ed alla mia età a 91 anni, è molto bello, perché ho la possibilità d’incontrare nuove persone e vecchi amici. Il ritiro di questi giorni è su Vajrasattva, ed è positivo perché prima di praticare dobbiamo conoscere perciò stasera vi parlerò dell’importanza delle pratiche preliminari.

Per essere un buon praticante, dovete sapere come prepararvi alla pratica di Vajrasattva. È una pratica preliminare di purificazione. E, per poterla fare, dobbiamo possedere 4 qualità della mente, perciò dobbiamo essere consapevoli degli 8 Dharma mondani (Desiderio di fama, Infelicità o angoscia alla perdita di fama, Desiderio di piaceri mondani, Infelicità o angoscia alla perdita di piaceri mondani, Desiderio di profitti materiali, Infelicità o angoscia alla perdita di profitti materiali, Desiderio di lodi

Infelicità o angoscia alla perdita di lodi, https://www.sangye.it/altro/?p=658https://www.sangye.it/altro/?p=3896il che è la base. Innanzitutto ci dobbiamo impegnare nelle pratiche di base, il che implica la mente dell’ascoltare gli insegnamenti ed in particolare, l’attitudine, l’apertura all’ascolto. E, per ascolto, intendo mantenere la concentrazione mentale per tutto il tempo degli insegnamenti. Ma, per farlo, dobbiamo avere la mente pulita. Continue reading »

Ven. Lama Ciampa Monlam: Vajrasattva 2

Lama Ciampa Monlam: È molto importante nella pratica Buddhista generare la mente dell’altruismo o di bodicitta e la vacuità, altrimenti non ne conseguiremo il valore.

Ven. Lama Ciampa Monlam: Ritiro di Vajrasattva, Centro Tara Bianca Genova 20-22/12/17. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in inglese di Tenzin Tsomo e dall’inglese in italiano da Sabrina Facco. Seconda Parte.

 Ven. Lama Ciampa Monlam

Le afflizioni mentali non sono la nostra mente, noi percepiamo i suoni, la bellezza dei colori, ma è la mente è ad essere il nostro boss. E lo scordiamo, perché siamo inconsapevoli del valore della nostra mente, immediatamente il desiderio s’impadronisce della nostra mente, e quella è la prova che non controlliamo la nostra mente. E diventiamo schiavi delle emozioni affliggenti. Dobbiamo essere consapevoli che la nostra mente è sempre più forte, che è pacifica, ed il boss che è in noi in questo momento che li ascolta, si concentra sugli insegnamenti, e non sulle afflizioni mentali! Continue reading »

Lama Monlam: La felicità nella vita di tutti i giorni

Ven. Lama Ciampa Monlam: Le afflizioni mentali non sono la nostra mente.

Ven. Lama Ciampa Monlam: La felicità nella vita di tutti i giorni, Centro Tara Bianca Genova 23/12/17. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in inglese di Tenzin Tsomo e dall’inglese in italiano da Sabrina Facco.

Ven. Lama Ciampa Monlam Sabato 23/12/2017

Buon pomeriggio, parlerò di come avere la felicità nella vita di tutti i giorni, parlerò del Buddhismo in generale.

Chi gestisce un centro di dharma deve avere una buona motivazione, dev’essere una buona persona.

Nella nostra società abbiamo molte religioni, ma ci sono anche molti che non credono in una religione, perché desiderano la felicità. Ma non mi riferisco solo agli umani, ma anche agli animali, partendo da quelli più grandi come gli elefanti, le tigri, fino agli insetti, tutti vogliono la felicità e la pace. Continue reading »

1.2 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

1.2 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Primo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016. Capitolo 4 Avere fiducia nell’Insegnante. Capitolo 5 La sessione di Meditazione. 6 Confutare le concezioni errate della meditazione. 7 Una vita umana di condizioni favorevoli ed opportunità.

Capitolo 4 Avere fiducia nell’insegnante

IV. Come guidare gli studenti con le effettive istruzioni
A. Come avere fiducia nell’insegnante, la radice del sentiero
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1.3 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa

1.3 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Primo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016. Capitolo 8 I tre tipi di persone. Capitolo 9 La consapevolezza della morte. Capitolo 10 Riflettere sulla tua vita futura.

Capitolo 8 I TRE TIPI DI PERSONE

2. Come trarre pieno vantaggio da una vita di condizioni propizie e opportunità

a. Come sviluppare conoscenza certa della presentazione generale del sentiero

1) Come tutte le scritture sono incluse entro i sentieri dei tre tipi di persone. Continue reading »

1.4 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa

1.4 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Primo Volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016. Capitolo 11 Prendere Rifugio nei Tre Gioielli. Capitolo 12 I Precetti del Rifugio. Capitolo 13 Le caratteristiche generali del Karma. Capitolo 14 Le varietà del Karma.

Capitolo 11 PRENDERE RIFUGIO NEI TRE GIOIELLI

ii) Affidarsi ai mezzi per ottenere la felicità nella prossima vita.
a’ Addestrarsi nel prendere rifugio, l’eccellente porta per accedere all’insegnamento.

1’ Le cause del prendere rifugio.
2’ Sulla base di questo, gli oggetti in cui prendere rifugio.

a” Identificare gli oggetti in cui prendi rifugio. Continue reading »

1.5 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa

1.5 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Primo Volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016. Capitolo 15 Coltivare il comportamento etico. Capitolo 16 L’attitudine di una persona dalla capacità ridotta. Capitolo 17 Gli otto tipi di sofferenza. Capitolo 18 I sei tipi di sofferenza. Capitolo 19 Ulteriori meditazioni sulla sofferenza.

Capitolo 15 COLTIVARE IL COMPORTAMENTO ETICO {247}

3’ Come ti impegni nella virtù e ti distogli dalla non-virtù dopo aver riflettuto sul karma e i suoi effetti in generale e in dettaglio.
a” Una spiegazione generale.
b” In particolare, il modo di purificazione tramite i quattro poteri
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10 Principi buddhisti fondamentali

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: 10 Principi buddhisti fondamentali

Tutti vorrebbero avere una vita felice, ma pochi sanno cosa ciò vorrebbe dire o come realizzarla.

  1. Le nostre emozioni e atteggiamenti influenzano come ci sentiamo. Con l’addestramento, possiamo sbarazzarci di quelli negativi e sviluppare quelli che sono più salutari e più positivi. Fare questo renderà le nostre vite più felici e più gratificanti.

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Cos’è il Buddhismo?

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è il Buddhismo?

Il Buddhismo è un insieme di metodi che ci aiutano a sviluppare in pieno il nostro potenziale umano attraverso la comprensione della vera natura della realtà.

Fondato in India 2500 anni fa da Siddharta Gautama, meglio conosciuto come il Buddha, il Buddhismo si diffuse in tutta l’Asia ed è oggi la quarta religione al mondo. Il Buddha passò la maggior parte della sua vita insegnando i metodi per il risveglio che lui stesso aveva realizzato, affinché gli altri potessero diventare essi stessi dei Buddha illuminati. Il Buddha aveva compreso che se da un lato siamo tutti uguali nella nostra capacità di diventare dei Buddha, ci sono anche enormi differenze nelle nostre inclinazioni, interessi e talenti. Rispettando questo, il Buddha insegnò una grande varietà di metodi per superare i nostri limiti e realizzare in pieno il nostro potenziale. Continue reading »

1.6 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa

1.6 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Primo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016. Capitolo 20 L’origine della sofferenza. Capitolo 21 I dodici fattori del sorgere dipendente. Capitolo 22 L’attitudine di una persona dalle medie capacità. capitolo 23 Accertare la natura del sentiero che conduce alla liberazione. Capitolo 24 La Natura dei tre addestramenti.

Capitolo 20 L’ORIGINE DELLA SOFFERENZA {297}

2’ Riflessione sul processo dell’esistenza ciclica nei termini della sua origine

a” Come sorgono le afflizioni

1” Identificare le afflizioni
2” L’ordine in cui sorgono le afflizioni
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Ognuno può diventare un Buddha

Dr. Alexander Berzin: Ognuno può diventare un Buddha

Tutti noi vogliamo raggiungere una felicità di lungo termine, quindi la cosa più significativa e logica da fare consiste nel lavorare in maniera realistica verso questo obiettivo. Sebbene gli oggetti materiali potrebbero darci una certa felicità, la vera fonte della felicità è la nostra mente. Quando tutte le nostre capacità sono pienamente sviluppate e tutti i nostri difetti vengono sconfitti, diventiamo un Buddha, una fonte di felicità non solo per noi stessi, ma per tutti gli altri. Ognuno di noi può diventare un Buddha, perché abbiamo al nostro interno tutti i fattori funzionanti che ci consentiranno di raggiungere questo obiettivo. Noi tutti abbiamo la natura di Buddha.

Il Buddha affermò energicamente che tutti noi possiamo diventare dei Buddha, ma cosa significa effettivamente?

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2.1 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa

2.1 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Secondo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016.

Capitolo 1 Gli stadi del sentiero per le persone di grandi capacità. Capitolo 2 Compassione, l’ingresso nel Mahayana. Capitolo 3 Le istruzioni personali sulle sette cause ed effetti (sei cause e un effetto). Capitolo 4 Scambiare se stessi con gli altri. Capitolo 5 Il rituale per adottare la mente dell’illuminazione. Capitolo 6 Mantenere la mente dell’illuminazione. Continue reading »

2.2 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa: Se sei capace di generare un intenso diletto nel contemplare i molti benefici del dare via le cose e la grande paura nel riflettere sui difetti dell’avarizia, produrrai in modo naturale un’attitudine generosa.

2.2 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Secondo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016.

Capitolo 7 Una introduzione alle sei perfezioni. Capitolo 8 L’addestramento nel Mahayana: precetti e perfezioni. Capitolo 9 La perfezione della generosità. Capitolo 10 Come dare. Capitolo 11 La perfezione della disciplina etica.

Capitolo 7 Una introduzione alle sei perfezioni {85}

c) Come apprendere gli atti del bodhisattva dopo aver sviluppato la mente dell’illuminazione.

i) La ragione per cui devi apprendere gli addestramenti dopo aver sviluppato la mente dell’illuminazione.

ii) Dimostrazione che non diventerai un Buddha apprendendo separatamente metodo e saggezza.
c)
Come apprendere gli atti del bodhisattva dopo aver sviluppato la mente dell’illuminazione. Continue reading »

2.3 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa: La generosità è la causa più preziosa di tutte le cose eccellenti per tutti gli esseri viventi.

2.3 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Secondo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016.

Capitolo 12 La perfezione della pazienza. Capitolo 13 La perfezione della perseveranza gioiosa. Capitolo 14 La perfezione della stabilizzazione meditativa e della saggezza. Capitolo 15 Aiutare gli altri a maturare: i quattro modi di radunare discepoli.

Capitolo 12 La perfezione della pazienza {151}

(iii) Come addestrarsi nella perfezione della pazienza

(a’) Cos’è la pazienza
(b’) Come cominciare a coltivare la pazienza
(c’) Le divisioni della pazienza

(1’) Sviluppare la pazienza del non tenere conto del danno fatto a te.

(a”) Porre freno all’impazienza verso quelli che ti danneggiano. Continue reading »

3.1 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa: Tutte le buone qualità mondane e sovramondane del Mahayana e dell’Hinayana sono il risultato di serenità e visione profonda.

3.1 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Terzo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016.

Capitolo 1 Serenità e visione profonda (insight). Capitolo 2 Preparare la serenità meditativa. Capitolo 3 Focalizzare la mente. Capitolo 4 Come comportarsi con la mollezza e l’eccitazione. Capitolo 5 Conseguire la serenità.

Capitolo 1 Serenità e visione profonda (insight) {13}

2” In particolare, come addestrarsi nelle ultime due perfezioni
(a) I benefici del coltivare serenità e visione profonda (
insight)

(b) Come serenità e visione profonda includono tutti gli stati di concentrazione meditativa
(c) La natura della serenità e della visione profonda

(d) Perché è necessario coltivarle entrambe

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3.2 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa: La serenità è necessaria come base per eliminare le afflizioni.

3.2 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Terzo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016.

Capitolo 6 La serenità come parte del sentiero. Capitolo 7 Perché è necessaria la visione profonda (insight). Capitolo 8 Fare affidamento su sorgenti definitive. Capitolo 9 Gli stadi dell’ingresso nella realtà. Capitolo 10 Erronea identificazione dell’oggetto di negazione. Capitolo 11 Sorgere dipendente e vacuità. Capitolo 12 Analisi razionale. Capitolo 13 Determinazione valida.

Capitolo 6 La serenità come parte del sentiero {91}

  1. (2’)  Presentazione generale del modo di procedere lungo il sentiero sulla base della serenità meditativa.

  2. (3’)  Presentazione specifica del modo di procedere lungo il sentiero mondano.
    (a’’) La necessità di conseguire la serenità meditativa prima di procedere sul sentiero che porta gli aspetti di calma e grossolanità
    (b’’) La via verso la liberazione dall’attaccamento al regno del desiderio, sulla base della serenità meditativa.

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3.3 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa: La gente comune non comprende il karma e i suoi effetti, i livelli dei sentieri o argomenti di questo genere, ma ne sente parlare e li sperimenta, prendendoli in tal modo come oggetti.

3.3 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Terzo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016.

Capitolo 14 L’esistenza convenzionale. Capitolo 15 La produzione non è confutata . Capitolo 16 Non negare abbastanza. Capitolo 17 L’effettivo oggetto da negare. 18 Interpretazioni errate della distinzione svatantrika/prasangika.

Capitolo 14 L’esistenza convenzionale {177}

In questo modo, noi Madhyamika postuliamo convenzionalmente, all’interno del nostro sistema, molte presentazioni dell’esistenza ciclica e del nirvana; confutiamo anche l’esistenza convenzionale dei costrutti che sono proposti come asserzioni uniche dagli essenzialisti. Tutto questo è estremamente difficile, la conoscenza precisa della presentazione delle due verità è scarsa. Continue reading »

3.4 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa: Per la forza del conoscere che il sé manca di esistenza intrinseca, tu comprendi che anche ciò che il sé possiede manca di esistenza intrinseca.

3.4 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Terzo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016.

Capitolo 19 Confutare le interpretazioni errate della distinzione tra svatantrika e prasangika. Capitolo 20 La nostra interpretazione della distinzione svatantrika/prasangika. Capitolo 21 La nostra critica dello svatantrika non lede le nostre argomentazioni. Capitolo 22 Analizzare un carro. Capitolo 23 La persona manca di natura intrinseca.

Capitolo 19 Confutare le interpretazioni errate della distinzione tra Svatantrika e Prasangika {233}

(b’)) Confutare quelle posizioni
(1’)) Confutare la prima interpretazione errata

(2’)) Confutare la seconda interpretazione errata Continue reading »

3.5 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa: All’inizio, la radice del sentiero proviene dalla tua fiducia in un maestro.

3.5 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Terzo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016.

Capitolo 24 Gli oggetti mancano di natura intrinseca. Capitolo 25 La visione profonda [insight] richiede analisi. Capitolo 26 Unire insight (visione penetrante intuitiva) e serenità. Capitolo 27 Sommario e Conclusione.

Capitolo 24 Gli oggetti mancano di natura intrinseca {309}

(3)) Come applicare queste linee di ragionamento ad altri fenomeni

(b)) Come determinare che non c’è un sé nei fenomeni

[(1)) Confutazione della produzione da sé]
[(2)) Confutazione della produzione da altro]
[(3)) Confutazione della produzione sia da sé che da altro]
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Aryadeva


Aryadeva

Aryadeva (‘Phags-pa’i lha) was born in Sri Lanka to a royal family, and lived between the middle of the 2nd and the middle of the 3rd centuries C.E. According to some accounts, he was born from a lotus. At an early age, he became a monk and studied the Buddhist scriptures, the Tripitaka, thoroughly there before leaving to South India to study with Nagarjuna in the Shatavahana kingdom of King Udayibhadra. King Udayibhadra was the recipient of Nagarjuna’s Letter to a Friend and The Precious Garland. Aryadeva accompanied Nagarjuna and continued to study with him at Shri Parvata, the holy mountains overlooking modern-day Nagarjunakonda Valley in Andhra Pradesh, within the Shatavahana kingdom. Continue reading »

Cos’è la pratica buddhista?

Una volta il Buddha era proprio come noi: una persona normale, che soffriva le difficoltà della vita. E proprio come tutti noi, anche lui voleva migliorare la sua vita e quella di coloro che lo circondavano. Mediante la sua introspezione, arrivò a realizzare che a prescindere da quello che accade intorno a noi, abbiamo il potere e l’abilità di restare calmi, consapevoli, e di controllare le nostre emozioni.

Il punto centrale nel Buddhismo consiste nel lavorare per superare i nostri difetti e realizzare i nostri potenziali positivi. I difetti includono la mancanza di lucidità e uno squilibrio emotivo, che generano confusione sulla vita. Di conseguenza, agiamo in modo compulsivo, spinti da emozioni disturbanti come rabbia, avidità, e ingenuità. I nostri potenziali positivi includono la nostra abilità di comunicare in modo chiaro, di comprendere la realtà, di immedesimarci con gli altri, e di migliorare noi stessi.

Il punto di partenza della pratica buddhista consiste nel calmare le nostre menti ed essere consci, il che significa ricordarsi costantemente di essere consapevoli di come stiamo agendo e parlando con altri, e di come stiamo pensando quando siamo da soli. Non è che li osserviamo semplicemente e li lasciamo così come sono. Quando restiamo consapevoli, possiamo distinguere tra ciò che è costruttivo e ciò che è distruttivo. Questo non vuol dire preoccuparsi di sé stessi: in effetti diventiamo più premurosi ed aperti verso gli altri. Continue reading »

Le quattro conseguenze assurde

Sua Santità il Dalai Lama durante gli insegnamenti sul Sutra del Cuore dal 5 al 7 gennaio 2021 https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14510, https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14521, https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14529

Le quattro conseguenze assurde

Durante gli insegnamenti sul Sutra del Cuore del 5-6-7 gennaio 2021, su richiesta dei buddhisti coreani, Sua Santità il Dalai Lama ha fatto riferimento ai quattro ragionamenti speciali. Fabrizio Pallotti (senior traduttore ILTK Manjusri Lotsawa/FPMT e traduttore italiano ufficiale di Sua Santità il Dalai Lama) ha condiviso gentilmente questi passaggi tratti dal “Commentario al Supplemento della Via di Mezzo” di Chandrakirti. I ragionamenti speciali, le “quattro conseguenze assurde”, sono citati da Sua Santità come sua importante riflessione quotidiana. Ringraziamo Fabrizio Pallotti per la sua gentilezza e la sua dedizione a beneficio di tutti.


Strofe e spiegazioni tratte dal sesto capitolo del commentario di Chandrakirti al suo Supplemento di Madhyamika

Traduzione dal tibetano di Fabrizio Pallotti

1. (Questa strofa mostra la prima delle 4 conseguenze assurde, ovvero che se i fenomeni fossero intrinsecamente esistenti, l’equilibrio meditativo di un Arya sulla vacuità li distruggerebbe [Che la realizzazione della vacuità distrugge i fenomeni]): Continue reading »

Saraha: Canto per il popolo, Dohakosha-giti

Saraha, surrounded by other Mahāsiddhas

Dohakosha-giti – Canto per il popolo (Saraha)
1 Ignorando il mistero profondo, i bramini recitano invano i Veda.

2 Cantano salmi, fanno l’offerta dell’acqua, della terra e del fuoco, bruciano l’erba kus
ha, con gli occhi arrossati dal fumo.
3 Con un’aria da Bhagavan, impugnano un bastone, si pavoneggiano e i fedeli si lasciano ingannare. Essi separano arbitrariamente il puro e l’impuro.
4 Nudi, coperti di ceneri, portano lo ” chignon “, accendono una lampada ad olio e fanno tintinnare i loro campanelli.
5 Seduti nella posizione del loto, confidano segreti, abusano dei fedeli e vendono l’iniziazione alle vedove e alle monache.
6 Vagabondano nudi o vestiti di stracci, si lasciano crescere smisuratamente le unghie e trascurano il loro corpo. La loro liberazione non é altro che una parodia.
7 Se basta denudarsi per conoscere la liberazione, cani e sciacalli sono liberati! Se basta rasarsi il cranio per conoscere l’illuminazione, i fianchi delle donne sono più che illuminati!

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Nagarjuna: Lode a Ciò che Soddisfa gli Esseri Senzienti

Nagaarjuna: Chiunque ha equanimità, gioia, attitudine per la liberazione e così via
avendo essi come oggetto in ogni cosa,
e con una mente mossa dalla compassione si applica con impegno per il loro bene,
mediti a lungo sulla pazienza!

Nagarjuna: Lode a Ciò che Soddisfa gli Esseri Senzienti

In lingua sanscrita: Sata ah ra dana ta bam
In lingua tibetana: Semcen gubar giaue töpa

Omaggio a Manjushri!

1) Rispettare me altro non è che avere rispetto per gli esseri senzienti.
Chiunque non abbandoni la compassione è uno che mi sta porgendo rispetto.
Coloro che rinunciano alla compassione e permangono in tale caduta
possono essere recuperati da quello stato dalla compassione stessa, e non da altro.

2) Di conseguenza, chiunque abbracci la compassione verso gli esseri senzienti
è uno che mi compiace e che assume su di sé la responsabilità degli insegnamenti.
Moralità, ascolto, compassione e chiarezza mentale da ognuno posseduti
costituiscono sempre un’offerta ai 
Sugata.
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Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: La Pazienza

Commentario del Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel su I benefici della mente della illuminazione”, Sesto CapitoloLa Pazienza” della Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva Bodhisattvacharyavatara di Shantideva, al Centro Studi Tibetani Tara Bianca di Genova 6-7.05.17. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania e di Daniela Razeto nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, ci scusiamo per i possibili errori ed omissioni. Traduzione dal tibetano in italiano di Anna Maria De Pretis https://www.sangye.it/altro/?p=2405

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel

Ascoltare il Dharma è solo per farci star bene, e, per riuscirci, dobbiamo coltivare, indirizzare la nostra mente. E, se l’insegnamento, lo studio, non è usato per coltivare la nostra mente: non è Dharma. Continue reading »

Ritratto di Tsenciab Serkong Rinpoche

Tsenshap Serkong Rinpoche era, come Sua Santità, un maestro di tutte e quattro le tradizioni tibetane ed era pienamente esperto nell’intera gamma delle due principali divisioni dello studio del Buddhismo, i sutra ed i tantra.

Ritratto di Tsenciab Serkong Rinpoche. Alexander Berzin, 1998.

La vita e la personalità di Rinpoche. Studiare con Rinpoche. L’approccio di Rinpoche nell’essere un grande maestro. Le altre qualità di Rinpoche. Consigli generali di Rinpoche ai praticanti buddisti. Consigli specifici per i praticanti tantrici. La morte di Serkong Rinpoche.

Nell’Aprile del 1998 tornai alla mia casa a Dharamsala, in India, dopo un lungo giro di conferenze e un intenso periodo trascorso scrivendo in Mongolia ed in Occidente. Fin dal 1969 ho vissuto alle pendici dell’Himalaya, lavorando e studiando con la comunità di rifugiati Tibetani raccolta intorno a Sua Santità il Dalai Lama. Stavolta però ero tornato per trasferirmi in Germania, a Monaco, dove avrei avuto la possibilità di dedicarmi con maggiore efficienza alla scrittura e all’insegnamento del Buddhismo in modo più regolare. Desideravo informare Sua Santità della mia decisione e di chiedere un suo consiglio. Come mio maestro spirituale, Sua Santità mi aveva già insegnato a prendere autonomamente le mie decisioni circa il modo e il luogo in cui vivere, così da poter dare il migliore e più significativo aiuto agli altri. L’esperienza sarebbe stata la mia migliore guida. Continue reading »

Ven Ghesce Gendun Tarchin: Il tantra come via della liberazione.

Ven Ghesce Gendun Tarchin: Quando ci troviamo in un incontro di Dharma dobbiamo avere la mente di gioia.

Ven Ghesce Gendun Tarchin: Quando ci troviamo in un incontro di Dharma dobbiamo avere la mente di gioia.

Ven Ghesce Gendun Tarchin: Il tantra come via della liberazione. Cagliari 11-12 febbraio 2017. Appunti non revisionati del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Ven Ghesce Gendun Tarchin. Siamo oggi qui per un lavoro molto importante. Questo lavoro è da realizzare con la mente, cuore e spirito. Cosa abbiamo nella nostra vita? Continue reading »

Longchenpa dice

longchenpa1

Longchenpa dice

L’onnisciente Longchenpa, il re del Dharma, dice.

Assalito da afflizioni, scopriamo Dharma,

E troviamo la strada verso la liberazione. Grazie, o forze del male!

Quando il dolore invade la mente, scopriamo Dharma,

E troviamo la felicità duratura. Grazie, o sofferenze!

Attraverso i danni causati da spiriti: scopriamo il Dharma

E troviamo coraggio. Grazie, o fantasmi e demoni!

Attraverso l’odio della gente scopriamo il Dharma

E troviamo benefici e felicità. Grazie, a coloro che ci odiano!

Attraverso le crudeli avversità, scopriamo il Dharma

E troviamo la via immutabile. Grazie, o avversità!

Essendo alle sollecitazioni daltri scopriamo il Dharma

E troviamo il significato essenziale. Grazie a tutti voi che ci guidate in alto!

Dedichiamo i nostri meriti a tutti voi, per ripagare la vostra gentilezza.

Traduzione dall’inglese da https://www.sangye.it/altro/?p=9816 del Dr. Luciano Villa il 27 febbraio 2017 al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling Sondrio (il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama), nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il benefico di tutti gli esseri senzienti.

1 Ghesce Ciampa Ghiatzo: Le potenzialità della mente umana

Ghesce Ciampa Ghiatzo: Abbiamo bisogno di coltivare la moralità ossia cercare di impegnarci in azioni positive, in azioni giuste.

Ghesce Ciampa Ghiatzo: Abbiamo bisogno di coltivare la moralità ossia cercare di impegnarci in azioni positive, in azioni giuste.

Ghesce Ciampa Ghiatzo: Le potenzialità della mente umana 1

Come trasformare i principali difetti mentali nelle 5 saggezze trascendentali che conducono all’illuminazione. A cura di Bruno Vannucchi Ciampa Yesce.

È molto importante cercare di generare una buona motivazione e in particolare la motivazione del buon cuore che desidera ottenere l’illuminazione per il beneficio di tutti quanti gli esseri viventi.

Nella meditazione ci sono due cose molto importanti: all’inizio la motivazione e alla fine la dedica.

La buona motivazione va fatta all’inizio di qualsiasi azione che noi facciamo; se l’azione è motivata da un pensiero positivo sarà la causa di azioni positive, virtuose.

Alla fine si dedica l’energia che si è creata con queste azioni positive; la si dedica affinché tutti quanti gli esseri viventi possano ottenere l’illuminazione e diventino la causa per l’ottenimento della loro illuminazione. Continue reading »

2 Ghesce Ciampa Ghiatzo: Le potenzialità della mente umana

 Ghesce Ciampa Ghiatzo: Espiriamo tutte le energie negative e inspiriamo tutte le energie positive.

Ghesce Ciampa Ghiatzo: Espiriamo tutte le energie negative e inspiriamo tutte le energie positive.

Ghesce Ciampa Ghiatzo: Le potenzialità della mente umana 2

Quindi dobbiamo meditare in questo modo sulla impermanenza e sulla morte e impegnarci nella meditazione analitica. Ecco quando si parla di saggezza dell’analisi, saggezza discriminativa si intende proprio l’impegnarsi in questi tipi di riflessioni e analisi. Si parla dell’impermanenza: l’esempio dell’impermanenza è che noi siamo nati e la nascita è la causa stessa della morte, per forza moriremo. Quindi noi accumuliamo tantissime cose però, prima o poi, avverrà la separazione da queste cose, perché per ogni incontro c’è la separazione, non si può stare per sempre insieme. Continue reading »

Sogyal Rinpoche: Vivere nello specchio della morte.

Sogyal Rinpoche: Ero sbalordito che si potesse guardare in faccia la morte con tanta fiducia

Sogyal Rinpoche: Ero sbalordito che si potesse guardare in faccia la morte con tanta fiducia

Sogyal Rinpoche: Vivere nello specchio della morte.

Incontrai per la prima volta la morte a sette anni. Stavamo facendo i preparativi per un viaggio dagli altipiani orientali al Tibet centrale. Il mio maestro aveva un attendente, Samten, un monaco meraviglioso molto gentile con me. Samten aveva un viso rotondo, luminoso e paffuto, sempre pronto a illuminarsi in un sorriso. In monastero era il preferito per la sua bontà d’animo. Il mio maestro dava ogni giorno insegnamenti e iniziazioni, e guidava pratiche e rituali. Verso la fine della giornata, io radunavo i miei amici e davo una piccola rappresentazione teatrale mimando gli avvenimenti del mattino. Samten mi imprestava gli abiti indossati dal mio maestro, e mai una volta me li rifiutò.

Improvvisamente Samten si ammalò. Era chiaro che stava morendo. Rimandammo la partenza, e non dimenticherò mai le due settimane che seguirono. Continue reading »

A. Berzin: Overview of Kalachakra

His Holiness the Dalai Lama preparing the Kalachakra Mandala

Dr. Alexander Berzin: Overview of Kalachakra

The word kalachakra means cycles of time, and the Kalachakra system presents three such cycles – external, internal and alternative. The external and internal cycles deal with time as we normally know it, while the alternative cycles are practices for gaining liberation from these two. The structures of the external and internal cycles are analogous, similar to the parallel between macrocosm and microcosm discussed in Western philosophy. This means that the same laws that govern a universe also pertain to atoms, the body and our experience of life. The practices of the alternative cycles also follow this structure so as to allow us to engage with and surmount these forces in an efficient manner. Such mimicking is, in fact, one of the distinguishing features of the anuttarayoga tantra method. Continue reading »

A. Berzin: Why Study and Practice Kalachakra?

Kalachakra Mandala

Alexander Berzin: Why Study and Practice Kalachakra?

An important question to ask ourselves before we receive a Kalachakara empowerment and to continue asking ourselves periodically after we have attained one is why study and practice Kalachakra?Before that, we need to ask ourselves why study and practice anuttarayoga tantra? And before that, why study and practice tantra in general? And before that, why study and practice the sutra methods of Buddhism at all?

Why Practice Sutra?

We practice the Mahayana sutra methods in order to rid ourselves of suffering in future lives, in samsara in general, and to be able to help others to do the same. To attain true stoppings of these sufferings, we need to attain true stoppings of their true cause, grasping for self-established existence.

The habits of grasping for self-established existence have no beginning, and thus everything that is based on this grasping also has no beginning. These include the tendencies of unawareness, the tendencies of the disturbing emotions, both positive and negative karmic force and both positive and negative karmic tendencies.

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Sogyal Rinpoche: La morte nel mondo occidentale.

Sogyal Rinpoche: Mi rincuora l'approccio di apertura alla morte e al morire che, in questi ultimi anni, è stato sviluppato in Occidente

Sogyal Rinpoche: Mi rincuora l'approccio di apertura alla morte e al morire che, in questi ultimi anni, è stato sviluppato in Occidente

Sogyal Rinpoche: La morte nel mondo occidentale.

Quando arrivai in Occidente fui colpito dal contrasto tra l’atteggiamento verso la morte in cui ero stato allevato e quello con cui ora ero venuto in contatto. Nonostante le sue conquiste tecnologiche, la moderna cultura occidentale non ha una conoscenza reale della morte, di ciò che accade al momento della morte e dopo.

Scoprii che agli occidentali viene insegnato a negare la morte, che viene presentata solo come annientamento e perdita definitiva. Quasi tutti negano la morte o ne sono atterriti. Persino parlare della morte è considerato morboso, e molti credono che basti menzionarla per attirarla su di sé.

Altri considerano la morte con ingenuità e leggerezza irriflessiva; pensando che per qualche sconosciuta ragione la morte si risolverà per loro nel migliore dei modi, e che non sia una cosa preoccupante. Riflettendo su questo atteggiamento, mi tornano alla mente le parole di un maestro tibetano: “Spesso la gente commette l’errore di prendere la morte con leggerezza, pensando: ‘Tutti dobbiamo morire. Non è quella gran cosa, è un fatto naturale. Andrà tutto bene’. È una teoria ottima, finché non tocca a noi morire.

Di questi due atteggiamenti, uno vede la morte come qualcosa da cui fuggire, e l’altro crede che la morte si prenderà cura di se stessa. Quanto sono lontani dal coglierne il vero significato! Continue reading »

Sogyal Rinpoche: Il viaggio attraverso la vita e la morte

Sogyal Rinpoche: Il messaggio fondamentale del Buddhismo è che, se siamo preparati, nasce una speranza straordinaria, tanto nella vita che nella morte.

Sogyal Rinpoche: Il messaggio fondamentale del Buddhismo è che, se siamo preparati, nasce una speranza straordinaria, tanto nella vita che nella morte.

Sogyal Rinpoche: Il viaggio attraverso la vita e la morte

Secondo la saggezza del Buddha, noi possiamo usare la vita per prepararci alla morte. Non dobbiamo aspettare che la morte dolorosa di una persona cara o una malattia terminale ci costringano finalmente a considerare la nostra vita. E neppure siamo condannati ad affrontare la morte a mani vuote, andando incontro all’ignoto. Possiamo incominciare qui e ora a trovare un significato nella nostra vita. Possiamo trasformare ogni momento in un’occasione per cambiare e per prepararci, con sincerità, accuratezza e pace mentale, alla morte e all’eternità.

Nel Buddhismo la vita e la morte sono viste come un tutto in cui la morte è l’inizio di un altro capitolo della vita. La morte è lo specchio in cui si riflette il significato della vita.

Questa visione è centrale nell’insegnamento della più antica scuola di Buddhismo tibetano. Continue reading »

Sogyal Rinpoche: L’impermanenza

Sogyal Rinpoche: Forse la ragione più profonda che ci fa temere la morte è il non sapere chi siamo.

Sogyal Rinpoche: Forse la ragione più profonda che ci fa temere la morte è il non sapere chi siamo.

Sogyal Rinpoche: L’impermanenza

Non c’è luogo da cui essa non venga; possiamo volger di continuo la testa qua e come in un paese infido. In qualsiasi modo ci si possa mettete al riparo dai suoi colpi… non sono uomo da rinunciarvi… Ma è follia pensare di arrivarvi per questa strada.

Essi vanno, vengono, trottano, danzano; della morte nessuna notizia. Tutto questo è bello. Ma quando poi essa arriva, o per essi o per le loro mogli, figli e amici, e li sorprende all’improvviso e alla sprovvista, che tormenti, che grida, che dolore e che disperazione li abbatte!… Continue reading »

Sogyal Rinpoche: Affrontare la morte.

Sogyal Rinpoche: È fondamentale riflettere con calma, e ripetutamente, che la morte è reale e viene senza preavviso.

Sogyal Rinpoche: È fondamentale riflettere con calma, e ripetutamente, che la morte è reale e viene senza preavviso.

Sogyal Rinpoche: Il grande inganno. Attiva pigrizia. Affrontare la morte.

Il grande inganno

La nascita di un uomo è la nascita del suo tormento. Più vive e più diventa stupido, perché la sua ansia di evitare la morte inevitabile si fa sempre più acuta. Che tristezza! Egli vive per ciò che rimane per sempre fuori della sua portata. La sua sete di sopravvivere nel futuro lo rende incapace di vivere nel presente. Chuang Tzu

Dopo la morte del mio maestro, ebbi la gioia di entrare in stretto contatto con Dudjom Rinpoche, uno dei più grandi maestri di meditazione mistici e yogi dei nostri tempi. Continue reading »

Sogyal Rinpoche: Il Battito del Cuore della Morte.

Sogyal Rinpoche: Il Battito del Cuore della Morte. Lavorare con i Cambiamenti. Lo Spirito del Guerriero. Il Messaggio dell’impermanenza: la Speranza nella Morte.

IL BATTITO DEL CUORE DELLA MORTE

Se la morte avvenisse un’unica volta, non avremmo modo di conoscerla. Ma, per nostra fortuna, la vita è una continua danza di nascita e morte, la danza del cambiamento. Continue reading »

Sogyal Rinpoche: La natura della mente.

Sogyal Rinpoche: Per introdurre alla natura della mente, occorrono 'tre cose autentiche'

Sogyal Rinpoche: Per introdurre alla natura della mente, occorrono 'tre cose autentiche'

Sogyal Rinpoche: Ciò che non cambia. La natura della mente.

Ciò che non cambia.

L’impermanenza ci ha ormai svelato molte sue verità, ma conserva un ultimo tesoro, nascosto, insospettato e sconosciuto, eppure intimamente nostro.

Il poeta Rainer Maria Rilke dice che le nostre paure più profonde sono come draghi a guardia dei tesori più nascosti. La paura che l’impermanenza suscita in noi, la paura che niente sia reale e che niente duri, si rivela il nostro migliore amico. Infatti ci porta a chiederci: se tutto muore e cambia, che cos’è reale? C’è oltre le apparenze qualcosa di infinito e immensamente vasto, qualcosa entro cui avviene la danza del cambiamento e dell’impermanenza? C’è qualcosa a cui poterci appoggiare, che sopravvive a ciò che chiamiamo morte? Continue reading »

Sogyal Rinpoche: Riportare la mente a casa.

Sogyal Rinpoche: La mente e la natura della mente. Il cielo e le nuvole. I quattro errori. Guardare dentro. La promessa dell’illuminazione. Riportare la mente a casa. Educare la mente. Il cuore della meditazione. La pratica della presenza mentale. La grande pace naturale. Riposate nella gran pace naturale. I metodi della meditazione. La postura. Tre metodi di meditazione: osservare il respiro, utilizzare un oggetto, recitare un mantra. La mente in meditazione. Un delicato equilibrio. Pensieri ed emozioni: le onde e l’oceano. Esperienze, fate delle interruzioni.

La mente e la natura della mente.

La scoperta più rivoluzionaria del Buddhismo è questa: vita e morte sono nella mente, e in nessun altro luogo. La mente è vista come la base universale di tutte le esperienze, il creatore della felicità e della sofferenza, il costruttore di ciò che chiamiamo vita e di ciò che chiamiamo morte. Continue reading »

Allarghiamo la Nostra Percezione

under-the-bodhi-treeAllarghiamo la Nostra Percezione

Assumiamo una corretta posizione di meditazione: la colonna vertebrale eretta, il capo leggermente reclinato, una posizione che ci permette di dare uno sguardo più attento, più curioso dentro di noi, sentendoci a nostro agio, sciogliendo tute le contrazioni, le tensioni, i punti dolenti, che racchiudono come gusci di noci, come corazze, i nostri problemi.

Ebbene, ora rompiamo questi gusci di noce, e lasciamo andare i problemi che ci assillano, trovando ed assestandoci nella corretta posizione mostrata dal Buddha.

Osserviamo i pensieri che scorrono nella nostra mente. Continue reading »

Le Quattro Meditazioni Incommensurabili

shakyamuni-2Le Quattro Meditazioni Incommensurabili

Assumiamola posizione corretta, sentiamo l’armonia del nostro corpo appoggiato alla sua base al cuscino, le gambe a formare una solida ed ampia base a terra, il bacino leggermente inarcato, il petto leggermente prominente, le spalle in asse sulle anche; molto lentamente lasciamo fluire il nostro respiro: dolcemente e leggermente. Una volta che la nostra mente si è acquietata, cerchiamo di riportarla al nostro scopo, cerchiamo d’individuare bene il motivo per cui siamo venuti qui. Che cosa ci ha condotto fin qui? Loscopo è quello comune a tutti gli es: quello di trovare la felicità e di liberarci da qualsiasi sofferenza. Meditiamo ora sui due pensieri incommensurabili equanimità ed amorevole gentilezza, permeati d’amore e di compassione. Continue reading »

Sogyal Rinpoche: karma e rinascita

Sogyal Rinpoche: Integrazione, la meditazione in azione. Ispirazione. Evoluzione, karma e rinascita. Alcune prove indicative della rinascita. La continuità della mente. Il karma. La creatività. La responsabilità. Le reincarnazioni in Tibet. I bardo e altre realtà. Incertezza e opportunità. Altre realtà. Vita e morte nel palmo della mano. Questa vita: il bardo naturale. La visione karmica. I sei reami. Le porte della percezione. La saggezza del non io. L’io sul sentiero spirituale. La guida saggia. I tre strumenti della saggezza. Dubbi sul sentiero.

Integrazione: la meditazione in azione

Mi sono reso conto che i praticanti spirituali moderni non sanno come integrare la pratica della meditazione con la vita quotidiana. Non lo ripeterò mai abbastanza: integrare meditazione e azione è la base, il punto e lo scopo della meditazione. Continue reading »

Sogyal Rinpoche: Il maestro e la meditazione.

Sogyal Rinpoche: Il sentiero spirituale. Trovare la via. Come seguire il sentiero. Il maestro. L’alchimia della devozione. Un flusso di benedizioni. Il Guru Yoga: fondersi con la mente di saggezza del maestro. Invocazione. Maturazione e approfondimento della benedizione. Trasmissione di potere. Dimora nel Rigpa. La visione. La meditazione. L’azione. Il corpo d’arcobaleno.

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Sogyal Rinpoche: Morire – Tonglen

Sogyal Rinpoche: Morire. Consigli del cuore sull’aiuto ai morenti. Dare amore incondizionato. Dire la verità. Paure di morire. Le cose irrisolte. Dire addio. Verso una morte serena. Compassione: La gemma che esaudisce i desideri. La storia del tonglen e il potere della compassione. Come risvegliare l’amore e la compassione. Amore-benevolenza: dissuggellare la fonte. Compassione: considerare se stessi uguali agli altri. Compassione: mettersi al posto degli altri. Usare un amico per generare compassione. Come meditare sulla compassione. Come dirigere la compassione. Gli stadi del tonglen. Preliminari alla pratica del tonglen. Tonglen ambientale. Tonglen per se stessi. Tonglen in una situazione reale. Tonglen per gli altri. La pratica essenziale del tonglen. Tonglen per i morenti. Il santo segreto.

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Sogyal Rinpoche: Le pratiche per morire

Sogyal Rinpoche: L’aiuto spirituale ai morenti. Al capezzale del morente. Dare speranza e trovare perdono. Trovare una pratica spirituale. Elementi essenziali della pratica del Phowa. Tre modi per praticare. Usare gli elementi essenziali del Phowa nell’aiuto ai morenti. Dedicare la nostra morte. Le pratiche per morire. Il momento della morte. Lasciar andare l’attaccamento. Entrare nella chiara consapevolezza. Le istruzioni per la morte. Le pratiche per il momento della morte. Il phowa: il trasferimento della coscienza. La grazia della preghiera al momento della morte. L’atmosfera del momento della morte. Abbandonare il corpo. Continue reading »

Ven. Ghesce Ghendun Tharcin: La via del tantra

Ven Lama Ghesce Ghendun Tarchin. La legge di causa effetto ha creato l'universo, grazie all'energia della vacuità.

Ven Lama Ghesce Ghendun Tarchin. La legge di causa effetto ha creato l'universo, grazie all'energia della vacuità.

Ven. Lama Ghesce Ghendun Tharcin: La via del tantra è la via verso la liberazione.

Insegnamento del Ven. Lama Ghesce Ghendun Tharcin conferito il 19-20.11.16 a Sassari. Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Ven Lama Ghesce Ghendun Tarchin

Buongiorno a tutti. Buongiorno al Maestro Enrico al suo impegno per tutti, per il Dharma, per la sua bodhicitta.

Siamo tutti, come si dice nel Cristianesimo, strumenti di dio. Non strumenti d’una possente macchina.

Così la nostra è la pratica dell’amore per aiutare gli altri, secondo le proprie possibilità.

Questo è il motivo della nostra vita, è la pratica del Dharma, è il motivo della vita. Tutto qua.

Chi pratica la via del Buddha, lo fa attraverso la pratica del Dharma, la filosofia della Via di Mezzo, attraverso la pratica della compassione e della saggezza, questo è il modo di servire tutti gli esseri senzienti, senza distinzione. Questa è la grande compassione del Buddha, è questo: la compassione verso tutti esseri, grazie alla sua consapevolezza. Continue reading »

Sogyal Rinpoche: Il processo del morire.

Sogyal Rinpoche: Il processo del morire. Esaurimento della durata della vita. La morte prematura. Il bardo doloroso del morire. La posizione per morire. La dissoluzione esterna: i sensi e gli elementi: Acqua, Fuoco, Aria. La dissoluzione interna. La morte dei veleni. La base. La base della mente ordinaria. L’incontro di madre e figlia. La durata della luminosità fondamentale. La morte di un maestro. La radiosità intrinseca. Le quattro fasi della dharmata. Luminosità: il paesaggio di luce. Unione: le divinità. Continue reading »

Sogyal Rinpoche: Le esperienze del bardo.

Sogyal Rinpoche: Saggezza. Presenza spontanea. Comprendere la dharmata. Il riconoscimento. Il bardo del divenire. Il corpo mentale. Le esperienze del bardo. Durata del bardo del divenire. Il giudizio. Il potere della mente. La rinascita. L’aiuto dopo la morte. Quando possiamo aiutare. Come possiamo aiutare. La chiaroveggenza dei morti. Pratiche del Buddhismo tibetano per i morti. Il Né Dren e il Chang Chok. La purificazione dei sei reami. La pratica delle cento divinità pacifiche e irate. La cremazione. Le pratiche settimanali.

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Sogyal Rinpoche: Mantenere aperto il cuore.

Sogyal Rinpoche: L’aiuto a chi rimane. Una pratica del cuore. Invocazione. Richiesta di aiuto. Colmare il cuore di beatitudine. Aiutare i morti. Mantenere aperto il cuore. Imparare dal dolore. Le esperienze di pre morte: una scala per il paradiso? L’oscurità e il tunnel. La luce. Somiglianze col bardo del divenire. Uscita dal corpo. Osservare impotenti i propri cari. Forma perfetta, mobilità e chiaroveggenza. Incontro con altri. I vari reami. Visioni infernali. I Délok: l’esperienza di pre-morte tibetana. Il messaggio delle esperienze di pre-morte. Il significato delle esperienze di pre-morte. Il processo universale. La rivelazione dei bardo. Che cosa è quindi la morte secondo gli insegnamenti del bardo? Il processo nel sonno. Il processo nella vita di tutti i giorni.

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Ven. Ghesce Gendun Tharcin: Il Dharma

Ven. Ghesce Gendun Tharcin: Tutte le esperienze devono avere la capacità di trasformare la nostra mente.

Ven. Ghesce Gendun Tharcin: Tutte le esperienze devono avere la capacità di trasformare la nostra mente.

Ven. Ghesce Gendun Tharcin: Il Dharma

Insegnamento del Ven. Ghesce Gendun Tharcin conferito il 03.11.16 alla Fondazione Maitreya, Via Clementina 7, Roma. Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Ven. Ghesce Gendun Tharcin

Benvenuti tutti al Dharma. Continue reading »

Lama Thubten Yeshe

Lama Yeshe, Kopan, 1981Lama Thubten Yeshe

View a photo montage on YouTube of Lama Yeshe and Lama Zopa Rinpoche prepared by David Zinn for the 2009 Parliament of World Religions.

Read excerpts from the upcoming biography of Lama Yeshe, Big Loveto be published soon by the Archive. For more information about Lama’s life, see Lama’s page on the FPMT site.

Read A Tribute to Lama Yeshe compiled after his death in 1984 and published in Wisdom Magazine.

Lama Thubten Yeshe was born in Tibet in 1935. At the age of six, he entered the great Sera Monastic University, Lhasa, where he studied until 1959, when the Chinese invasion of Tibet forced him into exile in India. Lama Yeshe continued to study and meditate in India until 1967, when, with his chief disciple, Lama Thubten Zopa Rinpoche, he went to Nepal. Two years later he established Kopan Monastery, near Kathmandu, in order to teach Buddhism to Westerners. Continue reading »

Lama Yeshe: Anger is such a ridiculous mind

Lama Yeshe: Anger is such a ridiculous mind

Lama Yeshe: Anger is such a ridiculous mind

Lama Yesce: I think it’s important to deeply imprint your mind with the knowledge that there’s no external enemy.

Q: When we feel anger, what should we do? Repress it, show it if it’s not harmful to others, or ignore it?

Lama: The first thing you can do when somebody makes you angry is to analyze the situation, especially what caused it and its effect. When you analyze the situation, start by looking at how anger projects its object—how it concretizes and exaggerates the object. When you analyze the evolution of your anger in detail, you can’t find that concrete object anywhere. That’s one way of eliminating anger.

Another thing you can consider is if it’s worth hanging onto your anger. The moment you conclude that it’s not worthwhile – that anger destroys yourself and others – you can change your mind and let it go. The inner conversation that breeds resentment and perpetuates anger – “He did this, she did that, he did this, she did that” – simply agitates your mind and is completely not worthwhile. Continue reading »

Lama Yeshe: Different People, Different Methods

Lama Yesce: What matters is mental attitude.

Lama Yesce: What matters is mental attitude.

Lama Thubten Yeshe: Different People, Different Methods

Lama Yesce: What matters is mental attitude.

Lama Yeshe gave this teaching at a weekend seminar in Christchurch, New Zealand, 14 June 1975. Edited by Nicholas Ribush. Published in Mandala magazine, July 2012.

The characteristic nature of all of Lord Buddha’s teachings and methods is psychology and knowledge wisdom. And what he taught was not just theoretical but practical and based on experience.

In general, theories and ideas are inadequate if they lack the key of understanding. We need to know how to put them into practice. Because of this, the Tibetan tradition has always emphasized the importance of passing the experiential lineage, not just the theories, from guru to disciple, and in this way the living teachings of the Buddha have come down to us today.

There are four different schools of Tibetan Buddhism but their similarities are far greater than their differences. Continue reading »

Ven. Ghesce Gendun Tharcin: La Grande Compassione.

Ven. Ghesce Gendun Tharcin: La grande compassione abbraccia tutti.

Ven. Ghesce Gendun Tharcin: La grande compassione abbraccia tutti.

Ven. Ghesce Gendun Tharcin: La Grande Compassione.

Insegnamento conferito il 21.09.16 alla Fondazione Maitreya, Via Clementina 7, Roma. Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Ven. Ghesce Gendun Tharcin

Misericordia e grande compassione tendono allo stesso scopo: l’unità degli esseri, di tutti gli esseri, incluse le piante. Invece noi abbiamo considerazione solo per noi stessi, il che è il culmine dell’ignoranza. La massima apertura è aprire il cuore a tutti. Continue reading »

S. S. Dalai Lama: L’invocazione ai 17 Pandit di Nalanda

Sua Santità il XIV Dalai Lama: Tramite la mente dell’emersione definitiva che ricerca la pace della liberazione Da tutte le sofferenze e possedendo la radice, la grande compassione Che è il desiderio illimitato di proteggere tutti i migratori, Possa ottenere la trasformazione magnifica della Bodhicitta spontanea.

Sua Santità il XIV Dalai Lama: Tramite la mente dell’emersione definitiva che ricerca la pace della liberazione Da tutte le sofferenze e possedendo la radice, la grande compassione Che è il desiderio illimitato di proteggere tutti i migratori, Possa ottenere la trasformazione magnifica della Bodhicitta spontanea.

Sua Santità il XIV Dalai Lama: L’invocazione ai Diciassette Pandit del Glorioso Nalanda che Illumina i Tre Tipi di Fede

Sorto dalla compassione che vuole il bene dei migratori

Sei la deità eccelsa che ha ottenuto la suprema protezione

D’abbandono e realizzazione e guidi i migratori insegnando il sorgere dipendente:

Mi prostro al Potente Capace, il Sole degli Oratori.

Hai chiarificato abilmente con il profondo ragionamento del sorgere dipendente

L’intento della Madre dei Vittoriosi, il significato del definitivo libero da estremi,

Sei il pioniere della via di mezzo del Mahayana come profetizzato dai Vittoriosi:

Faccio richiesta ai piedi di Nagarjuna il chiarificatore. Continue reading »

Nagarjuna: Il Fondamento della Saggezza

Nagarjuna: Colui che vede il sorgere per relazione dipendente Vede anche la sofferenza, L’origine di tutto, la cessazione E il Sentiero.

Nagarjuna: Colui che vede il sorgere per relazione dipendente Vede anche la sofferenza, L’origine di tutto, la cessazione E il Sentiero.

Nagarjuna: Il Fondamento della Saggezza

Capitolo 18: L’analisi del sé. Capitolo 26: L’analisi delle dodici diramazioni dell’esistenza. Capitolo 22: L’analisi del Tathagata. Capitolo 24: L’analisi delle quattro verità dei superiori. La sequenza dei capitoli indicati da Sua Santità il Dalai Lama da utilizzare per lo studio e la pratica quotidiana. Tradotto dal tibetano da Fabrizio Pallotti. Chiara Luce Edizioni, 56040, Pomaia – Pisa, tel. e fax 050/685690 chiaralucedizioni@gmail.com; www.chiaraluce.it

Titolo originale dell’opera: Il Fondamento della Saggezza

du ma rtsa ba’i tshig leur byas pa she rab ces bya ba bzhugs so

Capitolo 26: L’analisi delle dodici diramazioni dell’esistenza

1. A causa dell’ignoranza che ostruisce si rinasce

Ciò che compone ha tre aspetti Continue reading »

Nagarjuna: Lode al rendere felici gli esseri senzienti

Nagarjuna: Se non avessi affetto per gli esseri senzienti, per il beneficio di chi ho realizzato?

Nagarjuna: Se non avessi affetto per gli esseri senzienti, per il beneficio di chi ho realizzato?

Arya Nagarjuna: Lode al rendere felici gli esseri senzienti

Traduzione di Fabrizio Pallotti Ciampa Pelgye

Nella lingua Indiana: Sattuaradhanastawam

In Tibetano: sems can mgu bar bya ba’i bstod pa

In Italiano: Lode al rendere felici gli esseri senzienti.

Mi prostro a Manjushri.

    1. Essere di beneficio agli altri è avere rispetto per me.

Colui che non abbandona la grande compassione ha sincero rispetto per me.

Per coloro che sono caduti dopo avere abbandonato la compassione

Non c’è nient’altro se non la compassione che può rialzarli da lì.

    2. Colui che spinto da compassione si impegna per gli esseri

Non solo mi fa felice, mantiene anche la responsabilità degli insegnamenti. Continue reading »

The Life of Atisha

Atisha Dipamkara

The Life of Atisha.

By Kyabje Lama Zopa Rinpoche, Kopan Monastery, Nepal, 1976.

Having a little bit of understanding of the life story of Atisha is very beneficial for our mind, so we can try to understand the teaching he wrote. By understanding Atisha’s life story and how he practiced Dharma and achieved realizations, devotion arises and we can feel that his teaching is most precious and pure.

Actually it is a very long life story, and it is divided into three parts. In order to have some idea about the great bodhisattva Atisha and how he benefited sentient beings, there are stories about his birth, his home, his birthplace and his early life. The stories explain how he achieved great knowledge and realizations with that holy body. Then after achieving the knowledge and realizations of the path, he benefited the teachings and helped sentient beings— he led the disciples and sentient beings to happiness. Continue reading »

1 Nagarjuna: Lettera ad un amico 1-51

Nagarjuna: Se la terra, le montagne e gli oceani saranno distrutti dal calore di sette soli, e anche degli esseri incarnati non rimarrà nemmeno la polvere, che bisogno c’è di considerare il corpo umano che è così fragile.

Nagarjuna: Se la terra, le montagne e gli oceani saranno distrutti dal calore di sette soli, e anche degli esseri incarnati non rimarrà nemmeno la polvere, che bisogno c’è di considerare il corpo umano che è così fragile.

1 Nagarjuna: Lettera ad un amico. 1-51

In sanscrito: suhrllekha

In tibetano: bshes pa’i springs yig

In italiano: Lettera a un amico

Mi prostro al giovane Manjushri.

1 Tu che possiedi naturalmente le qualità degne di virtù,

presta attenzione a questi versi armoniosi di metrica superiore

che ho brevemente composto e che inducono ai meriti

che sorgono dall’ascolto della parola dei Tathagata.

2 Chi è saggio rende omaggio all’immagine del corpo dei Tathagata,

non importa se fatta di legno o di altra fattura.

Allo stesso modo, anche se la mia lirica non è attraente, Continue reading »

2 Nagarjuna: Lettera ad un amico. 52-123

Nagarjuna: Senza la saggezza non c’è concentrazione, e pure senza la concentrazione non c’è saggezza.

Nagarjuna: Senza la saggezza non c’è concentrazione, e pure senza la concentrazione non c’è saggezza.

2 Nagarjuna: Lettera ad un amico. 52-123

In sanscrito: suhrllekha

In tibetano: bshes pa’i springs yig

Continua da qui https://www.sangye.it/altro/?p=9149

52 La liberazione dipende da te stesso, dunque

non c’è bisogno dell’aiuto di nessuno.

Quindi, tramite l’ascolto, la moralità e la concentrazione

impegnati nelle Quattro Verità.

53 Addestrati continuamente nella moralità superiore,

nella saggezza superiore e nella concentrazione superiore.

Questi tre addestramenti includono più di duecentocinquanta precetti.

54 O Signore, il Bhagavan ha indicato che

la reminiscenza del corpo è l’unico sentiero da percorrere.

Questa va mantenuto bene, con intensità.

Degenerando questa reminiscenza si distruggono tutti i Dharma. Continue reading »

Nagarjuna: Lettera ad un amico. Testo in tibetano

Nagarjuna: Lettera ad un amico

In sanscrito: suhrllekha

In tibetano: bshes pa’i springs yig

༄༅། །བཤེས་པའི་zིང་ཡིག་བ9གས་སོ།

9་གར་yད་zzzི་ད་ལེ་ཁ། བོད་yད་z། བཤེས་པའི་zིང་ཡིག

འཇམ་དཔལ་གཞོན་@ར་@ར་པ་ལ་9ག་འཚལ་ལོ། Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Il Rituale del Sur

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: Offrendo il SUR realizziamo i pensieri in accordo al Dharma liberandoci dalle interferenze e rinascendo nella terra pura della grande beatitudine e altro, e completiamo le due raccolte e otterremo lo stato di Buddha.

Kyabje Lama Zopa Rinpoche: Offrendo il SUR realizziamo i pensieri in accordo al Dharma liberandoci dalle interferenze e rinascendo nella terra pura della grande beatitudine e altro, e completiamo le due raccolte e otterremo lo stato di Buddha.

Lama Zopa Rinpoche: Il Rituale del Sur

Se desideri offrire il SUR a fine sera, fa’ un impasto pulito di farina, burro, grani, medicine, profumi, essenze e gioielli (1), mescola queste sostanze del SUR spruzzando dell’acqua e offrile in un contenitore del SUR pulito e senza crepe su un fuoco intenso senza fumo.

Nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha

fino all’illuminazione prendo rifugio.

A causa delle raccolte delle generosità e le altre che io ho compiuto

possa ottenere l’illuminazione per il beneficio dei migratori. X3

Sono chiaramente visualizzato come Cenresig, dal mio cuore dei raggi di luce invitano gli ospiti d’onore che possiedono le qualità e tutti i poveri esseri con cui ho i debiti karmici, che si accomodano ai loro posti. Continue reading »

Kandro Rinpoche Tzerigma: Il Canto Struggente di Lama Vajradhara e Arya Tara

taraveKandro Rinpoche Tzerigma: Il Canto Struggente del Ricordo di Lama Vajradhara e Arya Tara Inseparabili

Che meraviglia! Sei bellissima e affascinante:

Mi rivolgo a te che sei la natura ultima di tutti i lignaggi.

Completamente felice, tieni il loto e dai rifugio:

Mi rivolgo a te, apparenza e vacuità, TARE liberatrice.

Grande beatitudine, Madre dei Tathagata e dei loro figli:

Mi rivolgo a te, natura ultima unificata.

Madre che dai rifugio ai miseri che soffrono:

Mi rivolgo a te, amorevole e compassionevole che liberi al vederti. Continue reading »

1 Nagarjuna: Commentario alla mente dell’illuminazione 1-59

Nagarjuna: Gli atomi della forma non producono le coscienze sensoriali

Nagarjuna: Gli atomi della forma non producono le coscienze sensoriali

1 Nagarjuna: Commentario alla mente dell’illuminazione 1-59

In Sanscrito: bodhitzitabiuarana nama

In Tibetano: bjang chub sems kyi ‘drel pa

Omaggio al Glorioso Vajrasattva!

È stato detto che:

Separata da tutte le cose

avendo abbandonato l’oggetto e il soggetto

degli aggregati, degli elementi e delle sorgenti,

poiché i fenomeni sono uguali in quanto privi di sé

la propria mente è da sempre innata,

della natura della vacuità. Continue reading »

2 Nagarjuna: Commentario alla mente dell’illuminazione 60-112

Nagarjuna: Coloro che si immergono nella mente dell’illuminazione la devono tenere stabile nei pensieri.

Nagarjuna: Coloro che si immergono nella mente dell’illuminazione la devono tenere stabile nei pensieri.

2 Nagarjuna: Commentario alla mente dell’illuminazione, 60 – 112

60 Questa ruota con 12 anelli

gira sulla strada del samsara

Non asseriamo che al di fuori da questa

gli esseri possono sperimentare i frutti delle loro azioni.

61 Così come in dipendenza dello specchio

appare l’immagine completa del proprio volto

il volto non si è spostato nello specchio

eppure senza esso non c’è immagine. Continue reading »

1 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Patrul Rinpoche: Cosa rende una azione buona o cattiva?

Patrul Rinpoche: Cosa rende una azione buona o cattiva?

1- Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

Preliminari ordinari o esterni, difficoltà e vantaggi del raggiungere la libertà, il modo corretto di ricevere gli insegnamenti spirituali, la vasta efficacia dei metodi: l’attitudine del mantrayana segreto, atteggiamenti da evitare, le tre imperfezioni del vaso.

Longchen Nyingthig (1)

Prologo:

Mi prostro dinanzi a voi, venerabili maestri,

la cui compassione è infinita e incondizionata.

Voi conquistatori del lignaggio della mente;

voi Vidyadhara del lignaggio dei simboli;

voi fortunati fra gli esseri ordinari che,

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2 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Patrul Rinpoche: Se avete uno stile di vita conflittuale potreste essere immersi in azioni negative

Patrul Rinpoche: Se avete uno stile di vita conflittuale potreste essere immersi in azioni negative

2 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

I cinque modi errati di ricordare, Atteggiamenti da perseguire, Le quattro metafore, Le sei perfezioni trascendenti, Condotte differenti, L’Insegnamento vero e proprio: spiegazione sulle difficoltà di ottenere libertà e vantaggi, Riflessioni sulla natura della libertà, Riflessioni sugli specifici vantaggi del Dharma, i cinque vantaggi soggettivi.

Non lasciate dunque che la vostra mente sia troppo tesa o interiormente concentrata. Concedete ai vostri sensi di essere naturalmente a loro agio, bilanciando tensione e rilassamento. Continue reading »

3 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Patrul Rinpoche: Non si dovrebbe mai dimenticare che il capitale più importante da accumulare in questa vita è la nostra generosità.

Patrul Rinpoche: Non si dovrebbe mai dimenticare che il capitale più importante da accumulare in questa vita è la nostra generosità.

3 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

Cinque vantaggi legati alle circostanze, le otto circostanze furtive che annullano la libertà di praticare il dharma. le otto tendenze incompatibili che annullano la libertà di praticare il dharma. capitolo secondo, l’impermanenza della vita, l’impermanenza dell’universo esteriore in cui vivono tutti gli esseri, l’impermanenza degli esseri che abitano l’universo, altri esempi di impermanenza

CINQUE VANTAGGI LEGATI ALLE CIRCOSTANZE

Un Buddha è apparso e ha predicato il Dharma, Continue reading »

1 La vita di Milarepa: nascita e infanzia.

Milarepa

Milarepa

1 Nascita e infanzia di Milarepa

Milarepa nacque nei 1040 nel Tibet sud-occidentale, non lontano dalla frontiera nepalese. Apparteneva alla tribù Khyung po, discendente da un grande clan di pastori del Centro Nord. Il nome Mila apparteneva alla famiglia da generazioni e la sua origine si deve ad un antenato di Milarepa chiamato Gyose, un eremita abile nello scacciare i demoni e nel guarire le malattie, molto famoso e assai richiesto nel paese.

Una storia trasmessa fino ai nostri giorni ci dà uno stralcio della grande fama di questo famoso avo: si racconta di un demone che iniziò a perseguitare una famiglia che non credeva molto in Gyose, la quale si rivolse a un altro lama ma senza risultato. Alla fine fu costretta a ricorrere al potente eremita, ed egli spaventò il demone a morte, tanto che esso fuggì emettendo grida di terrore, e appellando il lama in questo modo: “ Mila! Mila! Non ho mai incontrato un simile pericolo!”.

Da quel momento il nome Mila si tramandò di padre in figlio, ma Milarepa prese questo nome solo molto più tardi, quando si rifugiò tra i ghiacci a meditare, vestito solo di tela. Continue reading »

4 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Patrul Rinpoche: La meditazione sull’impermanenza è la porta che conduce tutti i praticanti del Dharma sul giusto sentiero.

Patrul Rinpoche: La meditazione sull’impermanenza è la porta che conduce tutti i praticanti del Dharma sul giusto sentiero.

4 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

Esempi d’impermanenza, l’incertezza delle circostanze che ci porteranno alla morte, l’impermanenza come intensa consapevolezza.

La compagnia degli altri esseri umani non può durare per sempre e spesso la nostra vita termina nella solitudine. Siamo come gli abitanti di diversi villaggi richiamati a migliaia o a decine di migliaia da una grande fiera o da una importante cerimonia per poi disperdersi ritornando ognuno a casa propria. Continue reading »

2 La vita di Milarepa: magia nera

milarep-copia12 La vita di Milarepa: magia nera

Sul bianco cavallo “Leone Briglia Sciolta”, con al collo la turchese “Grande Stella Emanazione di Luce”, Milarepa era in viaggio, insieme ad alcuni ragazzi che, come lui, andavano ad apprendere la magia.

Il distacco dalla madre era stato straziante. Il suo cuore aveva avuto come il presentimento che non l’avrebbe più rivista. Più e più volte era stato stato sul punto di voltare il cavallo e tornare indietro ad abbracciarla. Continue reading »

5 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Patrul Rinpoche: Dal momento che la morte colpisce vecchi e giovani in modo così inaspettato, è necessario iniziare a praticare il Dharma fin dal primo momento della nascita.

Patrul Rinpoche: Dal momento che la morte colpisce vecchi e giovani in modo così inaspettato, è necessario iniziare a praticare il Dharma fin dal primo momento della nascita.

5 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

Quadro generale delle sofferenze del samsara, il regno umano, i tre tipi fondamentali di sofferenza.

Capitolo Terzo: L’insoddisfazione del samsara

Comprendendo che le attività condotte nel samsara sono prive di significato, Con grande compassione, ti sforzi per attuare il beneficio degli esseri.

Senza aderire all’idea di samsara e nirvana,

agisci in armonia col Grande Veicolo. Continue reading »

3 La vita di Milarepa: pentimento.

Milarepa: “Desidero solo praticare il dharma”

Milarepa: “Desidero solo praticare il dharma”

3 La vita di Milarepa: pentimento.

Trascorsero alcuni mesi da questi eventi ma Milarepa, nel suo intimo, non era per nulla compiaciuto. Nel suo cuore si era insinuato un senso di malessere che gli opprimeva il petto, troncandogli il respiro. Per la prima volta stava riflettendo sulla portata delle sue azioni, sulle morti che aveva provocato, sul dolore che aveva arrecato alle famiglie delle vittime e sulla distruzione e la conseguente miseria di tutti coloro che avevano perduto i raccolti e subito gravi danni alle abitazioni. Pensava anche ai suoi zii, i quali erano stati colpiti più duramente di ogni altra persona e soffrivano per la morte dei loro amati figli. Certo egli aveva agito per dovere filiale, ciecamente, senza neppure interrogarsi se le sue imprese fossero giuste o sbagliate. La madre veniva prima di ogni altra cosa, e lui l’aveva vista tormentarsi tutta la vita al pensiero del torto subito. Il pensiero che poi potesse togliersi la vita lo aveva fatto quasi impazzire. Continue reading »

6 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Patrul Rinpoche: Salute, ricchezze, benessere, felicità e fama sono gli effetti di azioni compiute nel passato.

Patrul Rinpoche: Salute, ricchezze, benessere, felicità e fama sono gli effetti di azioni compiute nel passato.

6 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

ALTRE SOFFERENZE LEGATE ALLO STATO UMANO

La paura di incontrare odiati nemici

La continua preoccupazione per i beni materiali non impedisce che talvolta si sia costretti a condividerli coi nostri nemici. Continue reading »

4 La vita di Millarepa: Marpa

Milarepa riprese la sua opera, pensando che di certo il lama non poteva sbagliare.

Milarepa riprese la sua opera, pensando che di certo il lama non poteva sbagliare.

4 La vita di Millarepa: Marpa

Quella notte Marpa sognò il suo maestro Naropa, il quale gli impartiva l’iniziazione e gli porgeva un Vajra di lapislazzuli a cinque punte sul quale erano evidenti alcune macchie, e un vaso colmo di nettare. Poi gli ordinava di lavare le macchie con il nettare del vaso e di issare il Vajra così purificato su di uno stendardo, per la gioia dei Buddha del passato e di tutti gli esseri, promettendogli che così facendo avrebbe realizzato il suo scopo e quello di tutti gli esseri. Quindi svanì nel cielo. Marpa allora eseguiva gli ordini del suo maestro, e dal Vajra risplendente emanò una luce purissima che si spandeva sul mondo, eliminando le sofferenze di tutte le creature e rendendole felici.

Marpa si svegliò raggiante dalla felicità, come sempre quando sognava il suo maestro. In quel mentre sua moglie Dakmema entrò con il cibo e, sedendosi vicino a lui, gli disse: “Nobile lama, stanotte ho fatto un sogno ben strano. Ho sognato due fanciulle che portavano uno stupa di cristallo sul cui bordo comparivano alcune macchie. Continue reading »

5 La Vita di Millarepa: Marpa

Milarepa non poteva che dire la verità

Milarepa non poteva che dire la verità

5 La Vita di Millarepa: Marpa

Dopo alcuni giorni, sentendo che le piaghe erano migliorate, Marpa andò a trovare Milarepa per esortarlo a riprendere il lavoro. Il giovane si stava dirigendo verso la costruzione e vide la Madre venire velocemente verso di lui. Ella aveva un piano: inscenare una finta partenza per muovere a compassione il cuore del lama. Così il giovane preparò i suoi pochi bagagli, un sacco con dentro i suoi libri e un po’ di farina che gli aveva procurato la Madre. Faceva questi preparativi con studiata lentezza, cercando così di attirare l’attenzione del lama mentre la Madre faceva finta di volerlo trattenere, dicendogli che avrebbe di nuovo intercesso per lui. Tutti questi movimenti finirono per attirare l’attenzione di Marpa, il quale si accorse che stava accadendo qualcosa. “Che state confabulando voi due?” tuonò il lama, dirigendosi a grandi passi verso la moglie e il giovane novizio. Continue reading »

7 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Patrul Rinpoche: Distruggere una vita è un atto particolarmente crudele.

Patrul Rinpoche: Distruggere una vita è un atto particolarmente crudele.

7 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

CAPITOLO QUARTO. Karma: il principio di causa ed effetto

Hai rinunciato al male per seguire il bene, Continue reading »

6 La vita di Millarepa: Iniziazione

Marpa era felicissimo del sogno di Milarepa, ritenendolo di buon auspicio.

Marpa era felicissimo del sogno di Milarepa, ritenendolo di buon auspicio.

6 La vita di Millarepa: Iniziazione

Marpa si destò dalla sua meditazione con animo pacificato, e chiese ai monaci di andare subito a chiamare la moglie.

Quando la Madre fu presso di lui, le chiese notizie di lama Gnogpa e degli altri monaci. La Madre gli raccontò di come il lama fosse andato a prendere le reliquie di Naropa, fosse poi ritornato, e avesse incontrato il Grande Mago in lacrime e cercato di confortarlo.

Sono ancora lì, o lama” disse dolcemente la Madre con gli occhi umidi.

Così devono essere dei buoni discepoli! Che vengano subito da me, presto!” rispose Marpa, con gli occhi trasognati. Continue reading »

8 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Patrul Rinpoche: Riguardo alle azioni, l’intenzione è di gran lunga il fattore determinante per giudicare se esse possano ritenersi positive o negative, lievi o fatali.

Patrul Rinpoche: Riguardo alle azioni, l’intenzione è di gran lunga il fattore determinante per giudicare se esse possano ritenersi positive o negative, lievi o fatali.

8 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

Gli effetti delle dieci azioni negative

Ogni azione negativa produce quattro tipi di effetti karmici: l’effetto che matura totalmente, l’effetto simile alla causa, l’effetto condizionante e l’effetto proliferante.

L’EFFETTO CHE MATURA TOTALMENTE

Commettere una qualunque delle dieci azioni negative sotto la spinta dell’odio ha per effetto la nascita nei regni infernali. Commetterla ispirati dal desiderio, ci farà rinascere tra i preta, mentre la motivazione dell’ignoranza ci destinerà presso gli animali. Una volta nati in tali reami, dovremo sopportare le sofferenze ad essi specifiche.

Un impulso molto forte quale un desiderio, uno scatto d’ira o una profonda ignoranza capace di ispirare una prolungata e ininterrotta accumulo di azioni negative, causa anch’esso una rinascita negli stati infernali. Se l’impulso e il numero di azioni ad esso correlate sono inferiori, la rinascita avverrà fra i preta o gli animali.

L’EFFETTO SIMILE ALLA CAUSA

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7 La vita di Millarepa: Ascesi

La fama di Milarepa si sparse ovunque, ed egli è considerato ancora oggi il più grande santo e poeta del Tibet, colui che con il suo esempio, la sua illuminazione e la dolcezza del suo canto ha toccato più di ogni altro il cuore umano.

La fama di Milarepa si sparse ovunque, ed egli è considerato ancora oggi il più grande santo e poeta del Tibet, colui che con il suo esempio, la sua illuminazione e la dolcezza del suo canto ha toccato più di ogni altro il cuore umano.

7 La vita di Millarepa: Ascesi

Quando Milarepa giunse nelle vicinanze del suo paese, iniziò ad interrogare i pastori che incontrava, senza rivelare la propria identità, sulle sorti della casa e dei suoi abitanti.

Le notizie che raccoglieva non erano certo incoraggianti. Sembrava che sua madre fosse morta da tempo, e che sua sorella Peta avesse da tempo lasciato il paese per andare a mendicare, raminga . I pastori credevano che nella casa, oltre al cadavere della madre, ci fosse pure il demone del fratello, un mago nero che aveva distrutto il paese. Milarepa, sentendo quelle notizie, si rifugiò in una grotta a piangere. Nei panni di un lama, nessuno lo riconosceva, ma preferì aspettare il crepuscolo per ritornare in paese.

Man mano che si avvicinava, trovò che tutto era proprio come nel sogno. Il campo era invaso dalle erbacce, la casa era in rovina. Con il cuore in tumulto, Milarepa entrò. La casa doveva essere vuota da lungo tempo, abitata solo da uccelli e topi, i cui escrementi avevano ricoperto ogni cosa. I Sacri Testi erano stati rovinati dalla pioggia, e tutto aveva un aspetto di desolazione e di abbandono. Continue reading »

Chögyal Namkhai Norbu: I Tre Principi dell’Insegnamento

Chögyal Namkhai Norbu: La maggior parte degli esseri senzienti ignora la propria vera natura.

Chögyal Namkhai Norbu: I Tre Principi dell’Insegnamento.

Quando seguiamo qualsiasi tipo di insegnamento dobbiamo comprendere che ci sono sempre tre principi, altrimenti non riusciremo a capire che tipo di insegnamento sia e che beneficio possiamo avere. Questo non per giudicare se un insegnamento è migliore di un altro, ma è molto importante perché, se stiamo seguendo un insegnamento, dobbiamo comprenderne le caratteristiche, che dipendono dalla situazione.

L’insegnamento va in accordo con le capacità di una persona, proprio come una medicina: per esempio, alcuni sono più interessati [all’insegnamento], altri hanno maggiori o minori capacità, altri ancora hanno una maggiore o minore conoscenza ecc… Quando siamo ammalati non possiamo prendere una medicina qualsiasi. Per sapere quale prendere dobbiamo andare da un dottore che ci visita e poi ci dà dei consigli. Questo significa che dipende dalla situazione e dalla condizione dell’individuo. La stessa cosa vale per l’Insegnamento.

Nell’Insegnamento ci sono tre principi che dobbiamo comprendere. In generale, nello Dzogchen chiamiamo questi tre principi la Base, la Via e il Frutto. Non sempre vengono usati questi stessi termini in tutte le tradizioni ma, anche se li chiamano in modo diverso, si tratta sempre degli stessi tre principi.

Vi farò l’esempio del Sutra. L’insegnamento Sutra è quello di Buddha a un livello più fisico. In questo insegnamento ci sono due veicoli, chiamati Hinayana e Mahayana. Hinayana significa ‘veicolo minore’, mentre Mahayana significa ‘veicolo maggiore’. Perché un veicolo è considerato ‘minore’ e un altro ‘maggiore’? Quando giudichiamo con la mente in maniera ordinaria, pensiamo subito che ‘minore’ sia meno importante e che ‘maggiore’ sia molto meglio. Il significato non è quello, ma si riferisce alle capacità dell’individuo. Molte persone non riescono ad aprirsi, lo possiamo capire se guardiamo alla vita di tutti i giorni. Molte persone rimangono sempre chiuse e non riescono nemmeno a comunicare con gli altri. Invece alcune sono sempre aperte, quindi possiamo capire che c’è una differenza. Continue reading »

9 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Patrul Rinpoche: Dal momento che la minima condotta positiva causa enormi benefici, non si deve sottovalutare alcuna buona azione.

Patrul Rinpoche: Dal momento che la minima condotta positiva causa enormi benefici, non si deve sottovalutare alcuna buona azione.

9 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

Il Karma: Gli effetti delle dieci azioni negative.

In Kashmir viveva un monaco di nome Ravati, attorno al quale si erano radunati molti discepoli. Egli, dotato di poteri miracolosi e munito del dono della chiaroveggenza, un giorno, in un fitto bosco, tingeva con lo zafferano gli abiti dei suoi monaci. In quello stesso momento, un laico dei dintorni, cercando un vitello smarrito e scorgendo del fumo levarsi dal fitto della foresta, si avvicinò per curiosare.

Avendo visto il monaco che attizzava il fuoco, gli chiese cosa stesse facendo.

Sto tingendo gli abiti”, rispose il monaco.

L’uomo, sollevato il coperchio del calderone della tintura, vi guardò dentro esclamando: “Questa è carne!”.

Anche il monaco, a sua volta sportosi ai bordi della pentola, vide che il suo contenuto era carne.

L’uomo allora trascinò il monaco dinanzi al re dicendo: “Sire, costui ha rubato il mio vitello. Vi prego di punirlo;” al che il re fece gettare Ravati in una fossa.

Alcuni giorni dopo, la mucca che apparteneva a quell’uomo ritrovò da sola il suo vitello. Il suo padrone si recò nuovamente dal re pregandolo di rilasciare il monaco, ma il re, dimenticandosi dell’accaduto, lasciò Ravati per altri sei mesi nella fossa.

Un giorno, un folto gruppo di discepoli anch’essi dotati di poteri miracolosi si librarono nell’aria planando proprio dinanzi al re.

Ravati è un monaco puro e innocente,” disse. “Vi preghiamo di liberarlo.”

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10 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Patrul Rinpoche: Il vero maestro guida sapientemente le persone ordinarie bisognose del suo aiuto.

Patrul Rinpoche: Il vero maestro guida sapientemente le persone ordinarie bisognose del suo aiuto.

10 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

Le cause che conducono alla liberazione, Il frutto: i tre livelli di illuminazione, Capitolo sesto: come seguire un amico spirituale, esaminare il maestro.

CAPITOLO QUINTO: I benefici della liberazione

Istruito da molti esseri realizzati e ricchi di dottrina, Continue reading »

11 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Naropa insisté finché non fu accettato dal maestro Tilopa.

Naropa tanto insisté finché non fu accettato dal maestro Tilopa.

11 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

SEGUIRE IL MAESTRO

O nobile, dovresti pensare a te stesso come a un ammalato… Continue reading »

12 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni del Mio Perfetto Maestro.

Quando fu in presenza di Marpa, Milarepa pose i piedi del lama sul suo capo e gridò: “Sono un gran peccatore e vengo dall’ovest! Vi offro il mio corpo, la mia parola e la mia mente. Vi prego di nutrirmi, vestirmi e insegnarmi il Dharma. Datemi modo di diventare un Buddha in questa vita!”

Quando fu in presenza di Marpa, Milarepa pose i piedi del lama sul suo capo e gridò: “Sono un gran peccatore Vi offro il mio corpo, la mia parola e la mia mente. Vi prego di nutrirmi, vestirmi e insegnarmi il Dharma. Datemi modo di diventare un Buddha in questa vita!”

12 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.

Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.

Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.

Seguire il maestro: Milarepa e Marpa.

Infine, occupiamoci di come Jetsun Milarepa si pose al seguito del suo maestro Marpa di Lhodrak.

Nella regione di Ngari Gungthang viveva un uomo benestante di nome Mila Sherab Gyaltsen, che aveva un figlio e una figlia. Il figlio maschio, chiamato Mila Thöpa-ga (“Mila che si ascolta con gioia”), divenne in seguito Jetsun Mila. Continue reading »

Chogyal Namkhai Norbu: arriva il lama libera tutti.

Chogyal Namkhai Norbu

Chogyal Namkhai Norbu

Chogyal Namkhai Norbu: arriva il lama libera tutti.

Il Maestro non ti dice se devi andare a destra o sinistra”, di Raimondo Bultrini foto di Paolo Fassoli. Dolcevita, Vagabondi del Dharma 7 Agosto 2015. Il Venerdì di Repubblica.

Cos’ha di speciale il suo modo d’intendere il Buddhismo? Innanzitutto meno formule, meno mantra e più comportamenti quotidiani. Lo racconta l’autore di questo articolo: la guida più (allegramente) illuminata che potreste trovare. Il Maestro assiste alle danze tibetane (si chiamano khaita, ovvero «armonia nello spazio») nel gompa (il luogo di pratica) di Merigar. Tutti a Merigar appassionatamente. Per la sua gente Norbu è un tulku, reincarnazione di maestri dalle buone intenzioni.

Per molti mesi l’anno Giorgio Horn lavorava in Africa come consulente di vari progetti umanitari, e al ritorno passavamo lunghe serate a parlare di vita, musica etno e religioni del mondo. Giorgio aveva incontrato Chogyal Namkhai Norbu, allora docente di Letteratura tibetana e mongola dell’università orientale di Napoli, Continue reading »

1 The Magic Life of Milarepa

As he was saying these words, Milarepa was full of joy. 

As he was saying these words, Milarepa was full of joy.

1 – The Magic Life of Milarepa: Youth, Seeking the Dharma, Meeting his Guru Marpa, Hardships Serving His Guru, Ordeals, Seeking a new Teacher, Meeting Marpa Again, Initiations and Instructions

Mila Sherab Gyaltsen, Milarepa’s father, married Nyangtsa Kargyen,the noble family of Nyang, when he was 21. The couple lived happily and prosperously in the village of Kya Ngatsa. Continue reading »

2 The magic life of Millarepa

Milarepa replied: " I do not know when I shall die”

Milarepa replied: " I do not know when I shall die”

2 – The Magic Life of Milarepa: Undertaking an arduous journey to India, Dream of Four Great Pillars, Farewell to his Guru Marpa, Meeting his aunt and uncle while asking for alms, Ascetic Diet of Nettles.

Undertaking an arduous journey to India

Marpa told him to meditate with perseverance. He provided him with ample supplies and directed me to meditate in a cave called Tiger Nak at the Southern Cliffs. Then Milarepa filled an altar lamp with butter, lit it, and placed it on my head. he meditated day and night in this way, without moving, until the butter in the lamp was exhausted. Eleven months passed. Then the lama and his wife came to visit him, Marpa said, ” My son open an entrance and came home for a rest so you may talk with me, your old father, about your inner experience.” Just then Dagmema returned and said, “There is nothing wrong. Continue reading »

Lama Thubten Yeshe: Dissoluzione

Lama Thubten Yeshe: Tutti i fenomeni della sfera sensoriale esistono come le nuvole.

Lama Thubten Yeshe: Tutti i fenomeni della sfera sensoriale esistono come le nuvole.

Lama Thubten Yeshe: Dissoluzione

Acqua che scorre rapidamente dalla scoscesa parete montana, una energia naturale:

c’è la vita

ma la potenza della morte

è ciò che l’accompagna.

Molta gente mi considera pazzo quando parlo della morte. Pensano che io non capisca nulla della vita.

se pensi alla morte e alla sofferenza, ti deprimi” Pensano che io ne sia ossessionato.

morire è atroce. Perché ti soffermi tanto?”

È molto buffo, perché sono loro a non capire la vita. Continue reading »

3 – The Magic Life of Milarepa

Milarepa replied: " My life is over and my mission has been completed”.

Milarepa replied: " My life is over and my mission has been completed”.

3 – The Magic Life of Milarepa: Perceiving the inherent simplicity of the Dharmakaya, Renouncing the Eight Worldly Reactions and Meditating, The conquest of non-human beings, Meeting His Spiritual Sons, Poisoning Milarepa with Curdled Milk, Geshe Making Confession, Leaving The Final Will To His Spiritual Sons, Nirvana.

Perceiving the inherent simplicity of the Dharmakaya

They left, and Milarepa ate the good food they had brought. The sensation of pleasure and pain and the feelings of hunger increased so much that he could no longer meditate. Continue reading »

Longchenpa: La nave preziosa

Longchenpa

Longchenpa

Longchenpa: La nave preziosa

Poiché non c’è altro stato al di fuori di me [la Presenza],
non devi coltivare alcuno stadio.
Poiché fin dall’inizio in me non ci sono ostacoli,
tu sei al di là di ogni ostacolo: la saggezza primordiale autoriginata semplicemente è. […]
Poiché non vi è alcun luogo in cui andare al di fuori di me,
tu sei al di là delle vie da percorrere;
(Poiché tutti i Buddha, gli esseri senzienti, ciò che appare, le esistenze, l’ambiente e coloro che lo abitano)
sorgono dallo stato essenziale della pura e totale presenza,
tu sei al di là del dualismo. […]
Non c’è nulla su cui concentrarsi o da interpretare.
Rilassati semplicemente nella realtà di questa beata coscienza primordiale autoriginata. […]

Stabilisciti in questa intrinseca chiarezza, priva di costruzioni e difetti, il più a lungo possibile. Osserva semplicemente ogni pensiero che sorge in questa dimensione. Rimani così. Poiché sei presente, il pensiero si libera senza che debba essere eliminato. […] Continue reading »

Denys Rinpoché

Lama Denys Rinpoce con Sua Santità il Dalai Lama

Lama Denys Rinpoce con Sua Santità il Dalai Lama

Vajracarya Lama Denys Tendrup Lama Denys Rinpoché

Denys Rinpoché, maestro Vajra, è l’erede spirituale diretto di Kyabjé Kalu Rinpoché, è il fondatore e il superiore del Sangha Rimay, comunità internazionale dei praticanti di dharma riconosciuta dal governo francese nel 1994.

Nato a Parigi nel 1949, (Denis Eysseric-François) vi intraprende gli studi di medicina e filosofia. Alla ricerca di una via di saggezza autentica, scopre la tradizione del Buddha e si reca per la prima volta in India nel 1968. Nel corso di questo viaggio, incontra Sua Santità Kyabjé Kalu Rinpoché. Divenuto suo discepolo, si unisce a lui nel suo monastero di Sonada, sui contrafforti dell’Himalaya indiano. Continue reading »

Longchenpa: Non è necessario progredire né purificare alcunché

Longchenpa: Non è necessario progredire né purificare alcunché

Riconosci che lo stato della pura e totale presenza è una vasta dimensione senza centro né confini.
È dovunque uguale, non accetta né rifiuta alcunché.
Unisci la natura della mente e i suoi processi abituali in una condizione al di là del dualismo
Poiché i fenomeni, concepiti soggettivamente o sperimentati direttamente,
si presentano come ornamenti dello stato primordiale, Continue reading »

1-16 Lama Denys Rinpoce: La Piena Presenza

Lama Denys Rinpoche. La Mindfulness è altruismo, è il fondamento della rivoluzione altruistica che inizia dal cambiamento di sè stessi, dalla Mindfulness si può sviluppare un'attitudine altruistica che può influenzare a cambiare il mondo intero.

Lama Denys Rinpoche. La Mindfulness è altruismo, è il fondamento della rivoluzione altruistica che inizia dal cambiamento di sè stessi, dalla Mindfulness si può sviluppare un'attitudine altruistica che può influenzare a cambiare il mondo intero.

1- Lama Denys Rinpoce: Secondo Seminario Residenziale Nazionale “La Piena Presenza” OMT Open Mindfulness Training dal 14 al 21 maggio 2016 all’Eremo dei Camaldoli, Napoli.

Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa e di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” approvato da Sua Santità il Dalai Lama per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Continue reading »

Longchenpa: Il vasto stato di presenza.

Longchenpa: Questo vasto stato di presenza.

Riconosci che lo stato della pura e totale presenza è una vasta dimensione senza centro né confini. È dovunque uguale, non accetta né rifiuta alcunché. Unisci la natura della mente e i suoi processi abituali in una condizione al di là del dualismo. Poiché i fenomeni, concepiti soggettivamente o sperimentati direttamente, si presentano come ornamenti dello stato primordiale, non accettarli né respingerli. […] Continue reading »

2-16 Lama Denys Rinpoce: La Piena Presenza

Lama Denys Rinpoce col Dr. Luciano Villa e Graziella Romania.

Lama Denys Rinpoce col Dr. Luciano Villa e Graziella Romania.

2 – Lama Denys Rinpocè: “La Piena Presenza” 14 – 21 maggio 2016.

Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa e di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” approvato da Sua Santità il Dalai Lama per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore od omissione.

Domenica 15.05.16 mattino – Lama Denys Rinpocè

Avete dormito bene? Avete messo in pratica i consigli che vi ho dato prima di addormentarvi? Continue reading »

3-16 Lama Denys Rinpoce: La Piena Presenza

Vajradhara Kalu Rinpoche e Lama Denys Rinpocè 1976

Vajradhara Kalu Rinpoche e Lama Denys Rinpocè 1976

3 – Lama Denys Rinpoce: “La Piena Presenza” 14 – 21 maggio 2016.

Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa e di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” approvato da Sua Santità il Dalai Lama per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore od omissione.

Lunedì 16. 05. 2016 mattino. Lama Denys Rinpochè.

La prima tappa.

1- La prima tappa è la piena presenza al corpo. Continue reading »

4-16 Lama Denys Rinpoce: La Piena Presenza

Lama Denys Rinpocè: Abbiamo la tendenza costante ad essere in lotta con alcune parti di noi che tendiamo a rifiutare.

Lama Denys Rinpocè: Abbiamo la tendenza costante ad essere in lotta con alcune parti di noi che tendiamo a rifiutare.

4 – : “La Piena Presenza” 14 – 21 maggio 2016.

Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa e di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” approvato da Sua Santità il Dalai Lama per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore od omissione.

Mercoledì 18. 05. 2016 mattino. Lama Denys Rinpoce

Stamane avete fatto un’esercizio che è la meditazione dinamica. Ha 3 fasi: la 1° è orientata ad affaticarsi fino ad una sorta d’esaurimento senza esagerare, a quel punto ci si rilascia a terra sdraiandosi sulla schiena, è un modo profondo di mollare la presa e d’abbandono. Immaginiamo d’essere un alpinista con 30 kg sulle spalle e che fa fatica, si stanca molto, e, quando raggiunge la cima, molla lo zaino soddisfatto, abbandonandosi alla visione del panorama, è un buon esercizio fisico, un buon esercizio spirituale che ci porta all’abbandono per mollare la presa. Continue reading »

5-16 Lama Denys Rinpoce: La Piena Presenza

Kalu Rinpocè e Lama Denys

Kalu Rinpocè e Lama Denys

5 – Lama Denys Rinpoce: “La Piena Presenza” 14 – 21 maggio 2016.

Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa e di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” approvato da Sua Santità il Dalai Lama per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore od omissione.

Giovedì 19.05.16 Pomeriggio. Lama Denys Rinpoce.

Molti hanno difficoltà a relazionarsi con gli altri. Continue reading »

Mipham: Il Punto Essenziale dell’introduzione alla Vera Natura della Mente

Mipam Gyatso: “La mente luminosa è sempre presente come il nostro innato stato naturale: l’importante è farne esperienza.”

Mipham: Il Punto Essenziale dell’introduzione alla Vera Natura della Mente

Traduzione, commento e testo tibetano a cura di Giuseppe Baroetto 2015.

1. Traduzione

Se abbiamo la capacità di sperimentare semplicemente i tre aspetti della stasi, del movimento e della consapevolezza, essendo praticanti della mahmudrā, il punto essenziale delle [istruzioni che guidano] gradualmente alla visione della verità della realtà ultima è che [in noi] c’è la matrice dei buddha, la vera natura della mente.

A questo riguardo, grazie alle istruzioni che affrontano il punto essenziale, [possiamo capire che] la radice di tutti i fenomeni è la mente; quindi, se ricerchiamo il punto essenziale della nostra mente, conseguiamo la conoscenza del segreto della mente, diventiamo esperti in ogni fenomeno e realizziamo il significato del non sé.

In questo [insegnamento], se ricorriamo alle istruzioni dei maestri realizzati, tralasciando le molteplici analisi teoriche, [dobbiamo sapere che il punto essenziale viene indicato come segue]. Continue reading »

Milarepa: The Song Of Perfect Assurance

Milarepa: When in one's own mind one ponders On the original state of Mind, Illusory thoughts of themselves dissolve

Milarepa: When in one's own mind one ponders On the original state of Mind, Illusory thoughts of themselves dissolve

Milarepa: The Song Of Perfect Assurance (To The Demons)Obeisance to the perfect Marpa.

I am the Yogi who perceives the Ultimate Truth.
In the Origin of the Unborn, I first gain assurance;
On the Path of Non-extinction, slowly
I perfect my power;
With meaningful symbols and words
Flowing from my great compassion,
I now sing this song
From the absolute realm of Dharma Essence.

Because your sinful Karma has created
Dense blindness and impenetrable obstruction,
You cannot understand the meaning
Of Ultimate Truth.
Listen, therefore, to the Expedient Truth.

In their spotless, ancient Sutras,
All the Buddhas in the past, repeatedly
Admonished with the eternal Truth of Karma —
That every sentient being is one’s kinsman. Continue reading »

Milarepa: Siate saggi.

Jetsun Milarepa: Ricchezze e possedimenti sono un prestito simile alla rugiada: quant'è sciocco legarvisi con il nodo dell'avarizia!

Jetsun Milarepa: Ricchezze e possedimenti sono un prestito simile alla rugiada: quant'è sciocco legarvisi con il nodo dell'avarizia!

Jetsun Milarepa: Siate saggi.

Mi prosterno ai piedi di Marpa, il traduttore.
Ascoltatemi bene, fedeli benefatori!

Quando il santo dharma si estende ovunque come una pianura,
quant’è sciocco fare del male sconsideratamente!

Questo corpo è dotato di opportunità e condizioni favorevoli difficile da ottenere
quanto sono sciocchi gli uomini che sprecano la propria vita!

La città è un recinto di fango soggetto a distruzione: in tale cimitero,
quant’è sciocco viverci sempre!

l’unione di due coniugi è come un incontro occasionale al mercato:
quant’è sciocco lasciarsi andare a ripicche e litigi!

Complimenti e lusinghe sono solo suoni illusori:
quant’è sciocca la cattiva inclinazione a dare loro importanza!

Un nemico malevolo è come un fiore destinato ad appassire:
quant’è sciocco passare la propria vita in contese! Continue reading »

Lama Yesce: Il metodo yoga di Maitreya – Le pratiche preliminari

Lama Yesce: Prendere rifugio non significa solo recitare delle parole – ci deve essere qualcosa nella vostra esperienza che vi porta a sentire che questo è il modo di agire per sfuggire alla sofferenza...

Lama Yesce: Prendere rifugio non significa solo recitare delle parole – ci deve essere qualcosa nella vostra esperienza che vi porta a sentire che questo è il modo di agire per sfuggire alla sofferenza…

Le meditazioni preliminari per il metodo yoga di Maitreya sono la presa di rifugio e la bodhicitta, i quattro incommensurabili e così via.

Perché appaiono in questo testo? Perché fanno parte di questa pratica? I preliminari sono una sorta di segnale di avvertimento, come un semaforo, che vi dicono di stare attenti. Questo mostra la bellezza del Buddhismo tibetano; è una specie di pubblicità per il Buddhismo tibetano. La gente al giorno d’oggi è confusa, sia spiritualmente che in senso materiale. Dunque abbiamo bisogno di un sentiero agile e graduale verso l’illuminazione, un processo attraverso il quale possiamo crescere a piccoli passi. In altre parole, un sistema graduale è molto importante per far sì che la nostra crescita spirituale avvenga in maniera naturale, organica e che il Dharma diventi noi e che noi possiamo diventare il Dharma.

La domanda a questo punto sorge spontanea: bisogna fare i preliminari quando pratichiamo questa sadhana ogni giorno? Essi appaiono nel testo: bisogna farli? Io vi dico di no, non necessariamente. Allora mi chiederete: perché dunque sono nel testo? La risposta è che poiché dobbiamo svilupparci gradualmente, i preliminari servono per mostrarci come farlo. 

Se voi avete già completa fiducia nel supremo essere illuminato e nella saggezza del Dharma e sentite che i praticanti di meditazione sono i vostri migliori amici nel mondo – se avete piena fiducia in questi tre aspetti – allora questo significa prendere rifugio. Non avete bisogno di recitare la formula del rifugio, “Prendo rifugio in Buddha, prendo rifugio in Dharma, prendo rifugio in Sangha”, ogni volta. Questo può essere semplicemente un fatto culturale; questo modo di prendere rifugio dovrebbe essere abbandonato. Prendere rifugio non significa solo recitare delle parole – ci deve essere qualcosa nella vostra esperienza che vi porta a sentire che questo è il modo di agire per sfuggire alla sofferenza e ottenere la liberazione e che vi fa sentire a vostro agio con questo modo di pensare. Questa è l’essenza della presa di rifugio. LEGGI TUTTO Continue reading »

Milarepa: Upon this earth, the land of the Victorious Ones

both Samsara and Nirvana Are neither existent nor non-existent;

Milarepa:Both Samsara and Nirvana Are neither existent nor non-existent;

Milarepa: Upon this earth, the land of the Victorious OnesUpon this earth, the land of the Victorious Ones,

Once lived a Saint, known as the second Buddha;
His fame was heard in all the Ten Directions.
To Him, the Jewel a’top the eternal Banner of Dharma
I pay homage and give offerings.
Is He not the holy Master, the great Midripa?

Upon the Lotus-seat of Midripa
My Father Guru places his reliance;
He drinks heavenly nectar
With the supreme view of Mahamudra;
He has realized the innate Truth in utter freedom.
He is the supreme one, Jetsun Marpa.
Undefiled by faults or vices,
He is the Transformation Body of Buddha. Continue reading »

Milarepa: The Song Of The Twelve Deceptions

Milarepa: The common mind is in every way misleading; And so I practice how to animate Awareness.

Milarepa: The common mind is in every way misleading; And so I practice how to animate Awareness.

Milarepa: The Song Of The Twelve Deceptions

Worldly affairs are all deceptive;

So I seek the Truth Divine.

Excitements and distractions are illusions;
So I meditate on the Non-dual Truth.

Companions and servants are deceptive;
So I remain in solitude.

Money and possessions are also deceptive;
So if I have them, I give them away.

Things in the outer world are all illusion;
The Inner Mind is that which I observe.

Wandering thoughts are all deceptive;
So I only tread the Path of Wisdom. Continue reading »

Milarepa: The Song Of Food And Dwelling

Milarepa: May the dark shadow of all men's sorrows Be dispelled by my joyful singing.

Milarepa: May the dark shadow of all men's sorrows Be dispelled by my joyful singing.

Milarepa: The Song Of Food And Dwelling

I bow down at the feet of the wish-fulfilling Guru.

Pray vouchsafe me your grace in bestowing beneficial food,
Pray make me realize my own body as the house of Buddha,
Pray grant me this knowledge.

I built the house through fear,
The house of Sunyata, the void nature of being;
Now I have no fear of its collapsing.
I, the Yogi with the wish-fulfilling gem,
Feel happiness and joy where’er I stay.

Because of the fear of cold, I sought for clothes;
The clothing I found is the Ah Shea Vital Heat.
Now I have no fear of coldness.

Because of the fear of poverty, I sought for riches;
The riches I found are the inexhaustible Seven Holy Jewels.
Now I have no fear of poverty. Continue reading »

Milarepa: Un consiglio

Jetsun Milarepa: Mentre siete inseguiti dagli emissari delle morte Continuate a cercare piaceri effimeri.

Jetsun Milarepa: Mentre siete inseguiti dagli emissari delle morte Continuate a cercare piaceri effimeri.

Milarepa: Un consiglio

Sono uno yoghi che vaga per il paese,
Un mendicante che viaggia solo,
Un povero che non possiede nulla.

Ho lasciato dietro di me la terra che mi ha visto nascere,
Ho voltato le spalle alla mia bella casa,
Ho abbandonato i miei fertili campi.

Sono stato in ritiro solitario, sulle montagne,
Ho praticato in caverne di roccia circondate dalla neve,
E ho trovato il cibo come fanno gli uccelli
Così è stato fino ad ora.

È impossibile predire il giorno della mia morte,
Ma io ho uno scopo prima di morire.
Questa è la storia di me, lo yoghi;
Ora, vi darò qualche consiglio
Cercando di controllare gli eventi di questa vita,
Cercando di continuo di essere cosi furbi,
Sempre tentando di manipolare il vostro mondo,
Coinvolti in ripetitive relazioni sociali…….. Continue reading »

Milarepa: Colui che mi avrà ritrovato sarà Buddha.

Jetsun Milarepa: La compassione abolisce la differenza tra sé e gli altri.

Jetsun Milarepa: La compassione abolisce la differenza tra sé e gli altri.

Colui che non raccoglie nessun merito,
e non pensa che alla sua salvezza, raccoglie la trasmigrazione.
Colui che non distribuisce ciò che ha ammassato
avrebbe un bel meditare, rimarrebbe senza virtù.
Colui che non trae la sua contentezza da sé stesso
accumula solo per arricchire gli altri.
Colui che non signoreggia il demone dell’ambizione
non trova che rovine e conflitti nel suo desiderio di gloria. Continue reading »

Milarepa: SongTo The Rock Demoness

Milarepa: Arrange to enter into undisturbed meditation. And be mindful of the Unceasing Intuitive Sensation!

Milarepa: Arrange to enter into undisturbed meditation. And be mindful of the Unceasing Intuitive Sensation!

Milarepa: SongTo The Rock Demoness

River, ripples, and waves, these three,
When emerging, arise from the ocean itself.
When disappearing, they disappear into the ocean itself.

Habitual thinking, love, and possessiveness, these three,
When arising, arise from the alaya consciousness itself.
When disappearing, they disappear into the alaya consciousness itself.

Self-awareness, self-illumination, self-liberation, these three,
When arising, arise from the mind itself.
When disappearing, they disappear into the mind itself.

The unborn, unceasing, and unexpressed, these three,
When emerging, arise from the nature of being itself.
When disappearing, they disappear into the nature of being itself. Continue reading »

Namkhai Norbu: La pratica nella vita quotidiana

Namkhai Norbu Rinpoche: Se riuscite a mantenere la presenza durante il giorno potete anche vedere tutto quello che succede come un sogno, ciò aiuta ad avere sogni lucidi la notte.

Namkhai Norbu Rinpoche: Se riuscite a mantenere la presenza durante il giorno potete anche vedere tutto quello che succede come un sogno, ciò aiuta ad avere sogni lucidi la notte.

Namkhai Norbu Rinpoche: La pratica nella vita quotidiana.

Lo Dzogchen è il nome utilizzato per  indicare la natura della mente, la nostra condizione fondamentale, primordiale, ovvero prima che esiste la confusione e con questo termine intendiamo sopratutto  il suo riconoscimento.  Per realizzare questa natura bisogna essenzialmente praticare due cose:  la non distrazione ed il rilassamento. Per non distrazione s’intende non “non – pensare”, ma s’intende non fissazione ai pensieri, quindi dovremmo utilizzare la nostra mente come uno specchio per guardare cosa fa mentre siamo seduti in meditazione, mentre scriviamo, mentre mangiamo ,camminiamo e lavoriamo ed ogni volta che ci fissiamo ad un pensiero dobbiamo riconoscerlo come  “movimento” o “pensiero” e lasciarlo andare, il tutto senza entrare nel giudizio. In questo modo possiamo vedere la gabbia in cui noi siamo racchiusi e praticare veramente la compassione e la comunicazione autentica, che altrimenti avviene all’interno di una dimensione fatta dalle nostra proiezioni ed impalcature. Lasciando andare il chiacchiericcio interiore , le proiezioni divengono sempre più trasparenti e possiamo veramente comunicare con la situazione .

Nel Buddhismo Mahayana, assume un aspetto importante la motivazione, ed il modo per praticare il Mahayana in modo efficace è osservare sempre la propria motivazione prima di agire.

L’altro aspetto è il rilassamento, siamo di solito tesi perché diamo molta concretezza alla realtà che sperimentiamo, quando in realtà è un esperienza di apparenza, uno dei metodi per favorire il rilassamento, se non è spontaneo, è vedere tutto come un sogno così come ci ha detto il Buddha. Continue reading »

Milarepa: Sono il compagno di gioco dei bambini.

Jetsun Milarepa: Sono il conforto delle persone anziane.

Jetsun Milarepa: Sono il conforto delle persone anziane.

Non ho preferenza per alcun paese,
non ho fissa dimora,
il mio comportamento non segue alcuni schema.

Sono libero da attaccamento alle cose materiali,
e non faccio differenza fra cibi puri o impuri.

Il tormento delle emozioni negative è per me piccolo,
la mia considerazione per me stesso e i miei desideri sono piccoli,
e il mio attaccamento alle nozioni di soggetto e oggetto è piccolo.

Ho sciolto il nodo del superamento della sofferenza.
Sono il conforto delle persone anziane,
sono il compagno di gioco dei bambini.

Fonte http://buddhismo.forumfree.it/?t=58162152 che si ringrazia devotamente per la sua grande gentilezza.

Giuseppe Baroetto. Dopo la morte: l’ipnosi regressiva ed il bardo tibetano

Il  ciclo della vita, un’espressione dell’illusione del saṃsāra indicata dal Buddha.

Giuseppe Baroetto. Dopo la morte: l’ipnosi regressiva ed il bardo tibetano

Nel 1974 lo psichiatra canadese Joel Whitton (1945-2017), all’età di ventotto anni, mentre praticava l’ipnosi regressiva su una volontaria soprannominata Paula Considine, «si imbatté nel bardo». Aveva già condotto numerose sedute di regressione ipnotica a vite passate, ma «non aveva mai pensato che la vita attiva si svolgesse fra le incarnazioni». (Joel L. Whitton, Joe Fisher, Dopo la morte, p. 28. 2 Ivi, p. 31.)

Il termine tibetano bardo in generale indica lo stato intermedio tra la morte e l’eventuale rinascita, ciò che Whitton chiamò “intervita”. Paula in ipnosi profonda raccontò di una propria esistenza in cui si chiamava Martha; accadde che, sollecitata improvvisamente a passare «alla vita prima di essere Martha», incominciò a descriversi “in cielo”: «Sto… aspettando… di… nascere», disse allo stupefatto psichiatra. «Poteva darsi che la mente inconscia di Paula avesse bussato alla porta del favoloso bardo degli antichi tibetani?» Continue reading »

1 – H.H. Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: Amitabha Buddha and the Pureland of Dewachen.

His Holiness The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: Nothing could possibly come into relative existence without the ultimate grounding in emptiness.

His Holiness The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: Nothing could possibly come into relative existence without the ultimate grounding in emptiness.

1 – His Holiness The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche: Amitabha Buddha and the Pureland of Dewachen.

This morning His Holiness is going to give teachings concerning Amitabha Buddha, the Buddha of Boundless Light, and His Pureland. In conjunction with the teachings in general, this afternoon, His Holiness will teach how to obtain the transference of consciousness to the Pureland of Amitabha Buddha through this practice. Specifically, He will teach you how to practice the text of which all of you should get a copy. It is the daily sadhana for the practice of Amitabha Buddha. Yesterday, you received that empowerment.
His Holiness The Drikung Kyabgön, Chetsang Rinpoche.

Generally, it can be said that there are many purelands, many paradises of Enlightened Beings we call Buddhas. The Pureland of Great Bliss of the Buddha of Boundless Light, Amitabha, is quite a unique place. There are purelands in the four directions, East, South, West, North, and in the center. Among them, the Pureland of Amitabha is the easiest to get to and therefore quite special. Continue reading »

Marpa: Letter to Jangch’ub Kyab

Marpa the Lotzava

Marpa the Lotzava

Missive to Master Jangch’ub Kyab (dpon byang-chub skyabs la sbkur-ba) by Marpa the Translator, Sheyrab Yéshey (smar-pa lo-tswa-ba shes-rab ye-shes, 1012–1097)

If original mind, the Absolute Body (dharmakāya), is not realized,

Then even staying in forest retreats is just paying rent.

If, in the realization of the mind of indivisible emptiness and compassion,

Which has neither center nor edge,

Mindfulness is without distraction,

Then even staying on the homestead is the hermitage supreme.

And so it is that I beseech thee not to let thy mind be depressed Continue reading »

Marpa: Letter to Lama Lhumgompa

Marpa the Translator

Marpa the Translator

Letter Sent to Lama Lhumgompa (bla ma lhum sgom pa la bskur ba’i ‘phrin) by

Marpa the Translator, Sheyrab Yéshey (smar-pa lo-tswa-ba shes-rab ye-shes, 1012–1097)

OṂ SVĀSTI.
[“May all be auspicious.”]

I bow at the feet of the Precious One.
On the marvelous lotus in the sky,
There are thirty-seven pollen beds.
On each and every one of those pollen beds,

Are inconceivably many millions of light-beams.
That is the natural condition of Nirvāṇa.
As for the sole rabbit’s horn supreme,
It beautifies well the twelve wrinkles;

Whomever it strikes is stirred with pain. Continue reading »

Milarepa: Uomini nobili e fortunati!

Jetsun Milarepa: Le manifestazioni sono la natura della propria mente;

Jetsun Milarepa: Le manifestazioni sono la natura della propria mente;

Jetsun Milarepa: Uomini nobili e fortunati!

Non è certo che questa vita è ingannevole?

Non è certo che le ricchezze sono [solo] illusioni?
Non è certo che il samsara è [anche] il nirvana?
Non è certo che la felicità è un sogno?
Non è certo che elogi e insulti sono [come] echi?
Non è certo che le apparenze sono la natura della mente?
Non è certo che la propria mente è Buddha?
Non è certo che il Buddha è il Dharmakaya?
Non è certo che il Dharmakaya è la realtà assoluta?

Se lo capite, qualunque cosa si manifesti è contenuta nella mente.
Osservate la mente giorno e notte!
Se si guarda la mente, non la si vede. Continue reading »

Milarepa: L’offerta delle colombe, figlie degli dei.

Jetsun Milarepa: Quando ricevete onori e riverenze, fate attenzione che non nasca l’orgoglio.

Jetsun Milarepa: Quando ricevete onori e riverenze,fate attenzione che non nasca l’orgoglio.

Jetsun Milarepa: L’offerta delle colombe, figlie degli dei.

Namo Guru!

Il Getsün Milarepa, seguendo le indicazioni [dello yi-dam], da Yölmo, giunse in Tibet e si fermò in una grotta di Kuthang, dove s’immerse nello stato della chiara luce, solitario come un rinoceronte. Arrivò una colomba con un orecchino d’oro. Inchinò il corpo e piegò la testa come se facesse prosternazioni, e gli girò intorno parecchie volte. Quindi volò fino a una roccia in uno spiazzo pulito. Il Getsün capì che quello era l’invito di un essere non umano. Andò in quel luogo: c’era un mucchietto di riso bianco. La colomba vi ficcò il becco come per fare un’offerta; fece prosternazioni e gli girò intorno come prima; infine volò via. Il Getsün, rallegrato e meravigliato, cantò:

1

Emaho!

Benevolo Marpa di Lodrak,

con il cuore ti rammento, nel cuore ti medito.   Continue reading »

Milarepa: Come potete farcela?

Jetsun Milarepa: Se non esercitate le capacità della mente in questo momento, ma sperate che tutto accada da sé, come potete farcela?

Jetsun Milarepa: Se non esercitate le capacità della mente in questo momento, ma sperate che tutto accada da sé, come potete farcela?

Jetsun Milarepa: Come potete farcela?

Se non taglia la corda della soggezione all’opinione altrui

ma tenete conto di ciò che pensa la gente, come potete farcela?

….

Se non riconoscete le circostanze avverse come amiche,

ma cercate di eliminare la sofferenza, come potete farcela?

Se non esercitate le capacità della mente in questo momento,