Ghesce Tenzin Tenphel: Mente Chiara, Mente Serena

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: L'amore e la compassione vanno nutriti. Coltivare amore e compassione costa poco.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: L'amore e la compassione vanno nutriti. Coltivare amore e compassione costa poco.

Insegnamenti sul temaMente Chiara, Mente Serena del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 28 29 marzo 2009 . Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, revisione del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per ogni possibile errore ed omissione.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel 28 marzo 2009, mattino.

Per sua natura la mente è chiara. Ciò che dobbiamo cercare di comprendere è quanto può essere felice la mente. La mente così come è naturalmente, è chiara, questo è un dato di fatto. Ma non è per nulla detto che sia serena. Ci son molti livelli della mente: partendo da quelli più grossolani arriviamo a quelli sempre più sottili. La mente che quotidianamente utilizziamo è estremamente grossolana. Pensiamo a ciò che ci succede in un intervallo di tempo ristretto, ed è difficile che abbiamo una visione più ampia di tutta la prospettiva, in questo senso la mente è limitata e ha delle barriere che dipendono da questo limite. In questo momento è difficile costruirci una mente felice e serena, proprio per questi limiti che abbiamo. Il primo passo da fare è quello di costruirci una mente ampia, che veda lontano: questo è il primo passo da fare. Dopo avere costruito una mente di questo tipo riusciremo ad affrontare in modo molto più sereno quelli che sono gli ostacoli quotidiani del momento. Per cui, in questa prospettiva molto più ampia, e avendo questa prospettiva di grande felicità, affrontare situazioni problematiche contingenti diventa più semplice.

Se noi non abbiamo dei buoni metodi per affrontare le sofferenze quotidiane, continuiamo a ricevere dei “colpi” e questo rende la mente sempre più ristretta, con meno possibilità di comprendere.

In questo tipo di attività in cui ci facciamo sopraffare da queste situazioni contingenti, questo le impedisce di avere una visione così grande.

Alle volte, guardando nel volto di una persona, gli si può leggere in volto che è sofferente, che sta male. Questo tipo di sofferenza in realtà è creato da sè stessi, dal modo in cui usiamo la nostra mente. Addirittura ci sono persone che pensano che non valga la pena vivere ed addirittura alcuni arrivano a morire per via di questa mente che hanno. Ovunque siano, con chiunque, sono infelici, e, per queste persone, diventa estremamente difficile la vita in famiglia. Bisogna comprendere di chi è l’errore di questa situazione. Ovviamente, vi sono molte situazioni esterne che contribuiscono, però la radice del problema è dentro di noi. Per cui diciamo che le condizioni esterne, per quanto ci possano nuocere, questo dipende esclusivamente dalla nostra mentalità e non dipende dalle condizioni esterne e dal modo in cui possono influenzarci. Per cui diciamo che l’opportunità che ognuno di noi ha di trovare nella nostra mente pace e felicità dipende dal nostro modo di utilizzare la mente dal nostro modo di ragionare, da qui proviene la nostra possibilità di ottenere pace e felicità.

Perciò, dal modo in cui utilizziamo la nostra mente, dipende l’opportunità che abbiamo di essere o non essere felici.

Per cui diciamo che, riguardo a questa direzione con cui possiamo utilizzare la nostra mente, i nostri ragionamenti, come la mente ha più livelli, dal più grossolano al più sottile, così i nostri ragionamenti vanno dal più grossolano al più sottile. Per cui, proprio perché la situazione in cui ci troviamo è quella più grossolana, è proprio da qui che dobbiamo cominciare. Per questo non parlerò della mente speciale che comprende la vacuità, la mente dell’illuminazione, i metodi segreti del tantra, non parlerò di questo, ma della nostra mente attuale, da cui dobbiamo partire. Partendo da dove siamo è possibile migliorare la nostra mente stessa.

Parlando dei grandi insegnamenti, la mente della rinuncia, gli stadi del percorso del tantra, la mente che comprende la vacuità, partono tutti dalla nostra mente. Possiamo dire sono fatti così, così e così.

Conoscere in modo teorico è estremamente utile, ma il nostro lavoro è far sorgere tutto questo nella nostra mente. Per cui, la prima base da comprendere è che la felicità deve essere costruita all’interno della nostra mente. Naturalmente c’è una grande relazione tra la mente ed il corpo, per cui, se il nostro corpo dal punto di vista contingente, momentaneo è di aiuto alla nostra mente, dove deve essere realizzata la felicità è nella nostra mente. Per cui parlando di pace e felicità, ancor più importante è la condizione e come sta la nostra mente.

Un esempio molto chiaro può essere quello dell’Europa, in cui i mezzi utilizzati perché il corpo sia in una situazione confortevole sono innumerevoli. Le condizioni di conforto, di ricchezza sono tante e, allo stesso tempo, ci sono comunque molte sofferenze mentali. Per curare il corpo vi sono molte cose, ma, per curare la mente, molto meno. Allora, dobbiamo prestare attenzione, e vedere dove sbagliamo. Sul corpo è più facile vedere dove ci sono dei problemi, ma, per curare la mente, è necessaria più attenzione. Perciò servono gli insegnamenti e la meditazione, entrambi. Magari ci si crede nel giusto e non si vedono gli errori. Non vedendo gli errori, è difficile tagliarli. Allora bisogna studiare ed ascoltare. Ho studiato questi aspetti per 21 anni nel monastero, ma ancora mi risulta difficile, perché la nostra mente ha una forte attitudine per gli atteggiamenti negativi. Per lavorare su questi aspetti non serve diventare buddhisti. L’errore è nella mente, non è fuori. Dove è l’errore? Perché ho sbagliato? Perché soffriamo? Perché non c’è felicità? L’importante è chiedere a se stessi e capire ogni giorno dove ho sbagliato, perché c’è sofferenza.

Per cui nel nostro lavoro di migliorare la nostra mente è estremamente importante la nostra stessa esperienza. Perciò, se il nostro lavoro non è associato alla nostra esperienza è molto difficile migliorare. La prima cosa essenziale per potersi migliorare è vedere dove ci sono errori nella nostra mente. Effettivamente nella nostra mente ce ne sono tantissimi di errori, e noi abbiamo la necessità di conoscere tutti questi. Di alcuni ce ne renderemo conto, di altri no. Basandoci su quelli che conosciamo, riusciremo a comprendere anche gli altri.

Perchè i tanti errori che conosciamo continuiamo a compierli?

Come la collera: sappiamo benissimo che è un errore, ma, pur sapendolo, continuiamo a lasciarci andare alla collera. Ad esempio, nel nucleo famigliare sappiamo benissimo che litigare non fa bene, eppure continuiamo a farlo, e questo dimostra quanto è dura la nostra mente, sappiamo che una cosa è un errore, eppure lo continuiamo a fare.

Pertanto, uno degli errori è essere talmente presi dai problemi del presente che non riusciamo ad avere una visione più ampia. Perché, sempre nell’esempio di marito e moglie, questi litigi avvengono perché non c’è una visione lontana. Essendo solo presi dal presente, si può continuare a litigare, ed, eventualmente giungere ad una separazione, questo perché non si ha una visione lontana dei problemi.

Ad esempio, sempre parlando di eventi che ci accadono di momento in momento, se il nostro compagno/a ci dice una cosa sbagliata, immediatamente reagiamo e da lì viene fuori un litigio. Mentre, se riceviamo una parola sbagliata, e si riflette in modo più ampio, si può pensare: “Ecco, ora se rispondo verrà fuori un litigio, e questo non porterà nulla di buono per il nostro stare insieme futuro, per la famiglia in generale”. Quindi un metodo è ragionare su una prospettiva più ampia, e questa è una pratica che ci può portare a migliorare la nostra mente.

Possiamo immaginare che la pratica sia ritrovarsi con gente tranquilla, sorridente dopo di che ci si siede e si medita su pensieri armoniosi. Certo, questo è utile, ma se si va via e poi si torna nella vita normale e ci si comporta in modo negativo, non era quella la vera pratica.

Per cui se noi arriviamo alla conclusione che la nostra mente ha bisogno di essere felice, dobbiamo capire in modo chiaro cosa è che non la rende felice. Dove è l’errore, qual è il motivo?

L’errore è nella mente stessa, perchè è la mente che deve chiarirsi e risolvere il suo errore, e, per farlo, deve conoscerlo. Una volta che lo conosciamo, dobbiamo fare in modo di eliminarlo e questo è quello che possiamo chiamare veramente come la pratica.

Questo tipo di pratica si può fare in qualsiasi momento, in qualsiasi circostanza in cui ci troviamo abbiamo l’opportunità di fare questa pratica. Che non è quella che si fa in modo formale a gambe incrociate. Se parliamo della pratica della nostra mente, noi siamo sempre con la nostra mente, per tanto abbiamo sempre la possibilità di vedere se sta andando in una direzione buona o in una cattiva. Ed in questo senso certamente non ci manca il tempo.

Ci sono sempre persone che mi dicono: “Non ho tempo di fare la pratica, in famiglia non è possibile praticare”. La persona che formula questo tipo di ragionamento non ha capito cosa è la pratica. In realtà, la vera pratica è qualcosa che possiamo fare in ogni momento e circostanza cercando di rendere la nostra mente rilassata. Conseguentemente, proprio in ogni circostanza in cui ci sono ostacoli, difficoltà o sofferenza: quelli sono i momenti in cui dobbiamo fare la nostra pratica. È proprio nella presenza di problemi e sofferenze che c’è la necessità di praticare.

Ad esempio, ci sono delle persone che all’inizio, le prime volta che vanno in un centro di Dharma, l’atmosfera li rende felici e pensano di avere trovato qualcosa che effettivamente li rende felici. Dopo un po’ che vengono, vedono delle persone che sono strane e cominciano ad essere dubbiose, cominciano ad occuparsi degli errori degli altri, e perciò non vengono più nel centro di Dharma. Concentrarsi sugli errori degli altri non porta un miglioramento. È ovvio che, guardando ed analizzando gli altri troveremo degli errori, dovremo trovare un Buddha per trovare una persona priva di errori. In genere, pensiamo che solo noi siamo privi di errori, e questo è un grave errore, una cosa che distorce molto. Pertanto la cosa essenziale è guardare dentro di sé scovando i proprio errori. Guardando se stessi ci si rende conto cosa c’è di buono e di non buono. Conoscere questo è molto importante, perché è da questa conoscenza che può partire il nostro miglioramento. Guardare i propri errori è una qualità grandissima. Per cui, in generale, gli errori non sono qualcosa di buono, ma, poiché riconoscendoli otteniamo la possibilità di eliminarli, sotto questo aspetto possiedono una qualità. Questa qualità è quella che possono essere chiariti, risolti. Ma perché sia possibile questo: devono essere riconosciuti. Perciò diciamo che naturalmente la mente è chiara, questa è la sua natura stessa di chiarezza.

Quindi diciamo che, ritornando sull’argomento degli insegnamenti di oggi, mente chiara e mente serena, ci rendiamo conto che, effettivamente essa è chiara, ma non serena. Il nostro lavoro è quello di riconoscere i nostri veli, i nostri errori e, gradualmente, toglierli, così otterremo la mente chiara e la mente serena.

Magari alcuni dicono: “Ma cosa dice Ghesce La?” Alle volte sono contento, sono sereno, ma questo è vero: naturalmente abbiamo questi momenti di felicità, ma quello che dico è che non è una felicità costante, perfetta. Ci basta una circostanza negativa che immediatamente non siamo più felici. Certe felicità che viviamo e poi si trasformano in sofferenza, possiamo chiamare queste esperienza sofferenza del cambiamento.

Ad esempio, abbiamo intenzione di comprarci una macchina nuova, andiamo su internet, guardiamo il modello, andiamo dal concessionario e poi otteniamo la macchina che volevamo: siamo felici. Però, dopo qualche giorno ci accorgiamo che dobbiamo metterci la benzina, dobbiamo assicurarla, insomma si sommano tutta una serie di preoccupazioni e sofferenze che non finiscono mai.

Le persone che ci provocano danni, o che reputiamo cattive, non possiamo ucciderle, dovremmo uccidere tutti per eliminare tutti i problemi che crediamo che ci provengono dagli altri. Bisognerebbe impiegare molta energia, e poi saremmo indagati ed arrestati dalla polizia. Con molta meno energia possiamo lavorare dentro di noi e sviluppare una mente più potente, più forte. Il cibo, i vestiti, vanno bene certamente, il problema è che pensiamo troppo a queste cose. Pensare troppo per il cibo, per i vestiti, per la casa non va bene. Se è buono, il cibo si mangia e se non è buono si mangia ugualmente.

Magari, in coppia, si vuole andare in un posto. Si sceglie un posto e, quando si arriva, uno vuole andare in un posto e l’altro/a in un altro. E, magari, si litiga per questo. Ma qual è la differenza? Non c’è. E così litighiamo sempre, la cosa più importante è la nostra pace. Allora bisogna imparare un po’ di pazienza, senza questa non ci può essere pace. Almeno un poco di pazienza.

Dobbiamo imparare dove c’è causa di pace e dove di sofferenza, senza capire questo non è possibile tagliare la sofferenza.

A questo mondo tante persone dicono “Voglio la pace”, ci sono le bandiere della pace, manifestazioni per la pace, e questo è positivo. Però al mondo non c’è pace. Perché la pace deve provenire da ognuno di noi. Magari sul balcone s’espone la bandiera della pace, ma dentro la famiglia ci sono molti problemi. Dobbiamo cominciare noi stessi a praticare la pace.

Adesso facciamo un po’ di meditazione, proviamo a guardare dentro noi stessi ed a domandarci se c’è una relazione fra la nostra infelicità ed il nostro modo di pensare. Dobbiamo cercare gli errori nel nostro modo di pensare, altrimenti qualcuno potrebbe pensare “Sì, c’è qualcosa di sbagliato, è colpa della moglie o similari.” Questo non va bene, dobbiamo cercare i nostri errori.

All’interno di noi abbiamo diverse mentalità, attraverso i nostri pensieri, siamo riusciti a crearci una mente più felice, più pacifica. Alcuni avranno trovato il modo per riuscire a crearsi più felicità. Alcune persone, per via del modo di pensare ristretto della propria mente, saranno riuscite a pensare in un modo che si creeranno ancora più problemi. La nostra stessa mente può costruirsi un futuro pacifico, felice e gioioso. Abbiamo libertà di scelta e quindi dobbiamo essere i maestri della nostra mente e responsabili di noi stessi. Se non c’è questa nostra volontà di cambiamento, per quanto sia grande il lama, la sua benedizione non riuscirà a trasformarci. Perciò è vero che l’incontro con un grande lama può dare una benedizione che si riflette nel fatto che la nostra mente ha una sensazione di felicità, ma questa deve essere una base temporanea sulla quale costruire il nostro lavoro, che dobbiamo fare noi.

28 marzo 09 pomeriggio

Vorrei dare una spiegazione in breve delle tre prostrazioni, dello schiocco delle dita e del Sutra del Cuore della Saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=216.

Il motivo per il quale ho fatto delle prosternazioni è perché simboleggiano un antidoto al fatto che dentro alla mente di colui che si siede sul trono possa sorgere orgoglio. Ovviamente non mi sono prostrato al trono, che non ha nessuna importanza, ma ho pensato che ci fosse seduto il mio lama radice.

Appena ho finito le prostrazioni, ho fatto schioccare le dita e questo è simbolo dell’impermanenza, come lo schiocco delle dita dura un istante così è l’impermanenza che è qualcosa che cambia in ogni istante.

Nel momento in cui mi siedo sul trono visualizzo che il mio lama radice si dissolve dentro al mio cuore, questo perché faccio richiesta della sua energia.

Pertanto, il Sutra del Cuore della saggezza riguarda la saggezza, che riguarda la vacuità. Quindi, quando si parla della vacuità, non si parla del nulla, non è parlare del nulla. Parlando in modo estremamente grossolano della vacuità, possiamo dire che le cose non sono così come appaiono. Dunque, si parla di una vacuità di come sono le apparenze. Diciamo che le cose sono vuote del modo in cui normalmente appaiono. Così, il fatto che noi non ci accorgiamo che le cose in realtà sono vuote di questa solidità con cui appaiono, il fatto di non accorgerci di questo, è responsabile di come vanno le cose. A seguito di questa visione non consapevole di com’è la realtà, noi sviluppiamo nella mente tutta una serie di idee confuse che possono essere sia l’attaccamento verso alcune cose, sia l’avversione per altre, e tutte queste sono originate dal fatto di non conoscere come è la realtà in se stessa. Per cui, recitare il Sutra del Cuore è come mettere dei semi per poter in seguito comprendere la saggezza che comprende la vacuità. È un auspicio per una futura nostra comprensione.

L’offerta del mandala è un modo per richiedere l’insegnamento del Dharma. Perciò l’offerta del mandala è un simbolo, come per dire: “Ti offro questo mandala meraviglioso, per favore insegna il Dharma”.

Tanto tempo fa non era affatto facile ricevere gli insegnamenti, il maestro metteva alla prova l’intenzione del discepolo e poi, eventualmente, alla fine dava gli insegnamenti, ma non era una cosa così automatica. Ad esempio, il santo Milarepa ha dovuto inizialmente essere sottoposto a prove molto difficili e solo dopo averle superate gli fu offerto l’insegnamento.

Dopo il mandala, c’è la pratica del rifugio e della mente dell’illuminazione. Sono preghiere per creare la buona motivazione e così ascoltare nel modo corretto gli insegnamenti del Dharma.

Cosicché, dal mio punto di vista, dico: “Prendo rifugio fino all’illuminazione nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha e per i meriti ottenuti attraverso l’insegnamento del Dharma, possa essere di beneficio a tutti gli esseri”. Gli ascoltatori dovranno dire per i meriti derivati dall’ascolto…

E’ importante per il maestro sviluppare la motivazione di insegnare il Dharma per il beneficio degli esseri. Ed anche dal punto di vista di chi ascolta gli insegnamenti è estremamente importante sviluppare la motivazione corretta. Ad esempio, se la motivazione fosse quella di star bene in questa vita, questa sarebbe una motivazione molto limitata, perché non tiene conto delle future rinascite. Perciò la motivazione deve essere qualcosa di molto ampio ed importante e quindi aspirare al beneficio per tutti. È molto difficile nella nostra condizione essere di beneficio a tutti gli esseri, però, sviluppando questa motivazione siamo molto di beneficio a noi stessi. Una grandissima quantità dei nostri problemi provengono dalla malevolenza verso gli altri, dal fatto di essere gelosi, invidiosi degli altri, pertanto tantissime nostre sofferenze vengono da questo modo di pensare.

Nella nostra vita quotidiana quando andiamo a prendere un treno, ad esempio, ci troviamo di fronte a moltissime persone, che non ci fanno assolutamente nulla di male, eppure generiamo un sacco di giudizi, e questo ci costruisce la sofferenza e gli stati di malessere. Per questo motivo è estremamente importante l’idea di voler essere di beneficio a tutti gli esseri, coltivare questo nella mente è estremamente importante. E se non fosse possibile, almeno nuocete il meno possibile gli esseri.

Se ci familiarizziamo con questi pensieri negativi di giorno in giorno li accresciamo. Questa persona che critichiamo o giudichiamo, è veramente sempre più negativa come la designiamo? O è la nostra visione a non essere vera?

Dobbiamo cercare il modo di utilizzare la nostra mente in un modo più positivo, se nella mente c’è qualcosa di sbagliato. Certamente anche gli altri, come noi, faranno qualcosa di sbagliato, ma più noi sbagliamo, più succede anche gli altri. L’importante è iniziare da noi stessi, altrimenti questi pensieri negativi crescono giorno dopo giorno. Continuando a rispondere alle offese, di giorno in giorno i problemi diventano più grandi, perciò, in questi casi, bisognerebbe fermarsi, e parlare con gli altri con mente aperta, dopo essersi calmati. Se il problema è ancora piccolo, posso cercare di trovare dei metodi per frenarlo, e migliorare la situazione, altrimenti, questo continuerà a diventare sempre più grande.

La realtà è diversa da quella che sentiamo durante la meditazione. Durante il breve tempo della meditazione ci sentiamo bene, ma poi, quando ci scontriamo col mondo, non è così. Perciò, meditare va bene, ma, soprattutto, dobbiamo affrontare direttamente la realtà e sviluppare la pace dentro di noi. Dobbiamo modificare il nostro atteggiamento nella realtà. Solo desiderare la pace non è sufficiente.

Qualche volta dobbiamo meditare sulla nostra sofferenza, è importante comprenderla. È importante sviluppare la nostra mente e indirizzarla verso la pace. Altrimenti tutto il mondo, tutte le persone diventano nostri nemici. Allora perché dentro di noi non c’è pace? Non dipende dalla condizione, ma da noi stessi.

L’importante è la mente forte, felice, il resto è secondario, perché questo corpo ci accompagna solo per questa vita. Anche se pensiamo solo a questa vita, la mente è più importante. Se il corpo è forte, ma la nostra mente non è felice, piano piano danneggia il nostro corpo.

Se il nostro lavoro è quello di migliorare e rendere più saggia la nostra mente, dobbiamo comprendere che non può essere fatto in un istante, ma è un processo molto lento e graduale. Il motivo per cui dobbiamo procedere in modo lento e con grande prudenza, è che la strada da percorrere è molto lunga. È una strada nuova, quindi bisogna fare attenzione con diligenza e conoscenza. Siamo molto fortunati come umani, con questo corpo disponiamo di una saggezza enorme. Usare questa saggezza con pensieri negativi significa farli crescere di molto. La rinascita umana ha un grande significato perché dà effettivamente la possibilità di realizzare la nostra felicità.

Il nostro compito è quello di correggere e migliorare la nostra mente. Altrimenti il corpo e la parola prenderanno attitudini sbagliate. Bisogna fare attenzione perché, quando iniziamo a correggere la nostra mente, all’inizio ci sembra qualcosa di estremamente faticoso e difficile.

Siamo molto familiarizzati con un’attitudine negativa, perciò dobbiamo fare attenzione, non dobbiamo forzare troppo, dobbiamo andare piano piano. La nostra mente è molto dura da cambiare, da esser trasformata. Non dobbiamo né pretendere troppo, né essere troppo pigri, dobbiamo trovare una via di mezzo. Perciò dobbiamo usare i mezzi adatti per attuare questo percorso, così, piano piano, raggiungeremo la nostra meta. È un pò come la storia della lepre e la tartaruga.

Per recitare il mantra OM MANI PADME HUM pensiamo ad Avalokitesvara sopra al nostro capo e, tenendo la mano vicino al cuore, visualizziamo che la sua energia entra nel nostro cuore. Il nettare di chiara luce esce dalla nostra bocca entra nella mala e questo serve per far crescere in noi amore e compassione.

Dunque abbiamo bisogno di usare dei metodi che si basano sulla nostra intelligenza. Dobbiamo trovare un metodo per far sì che i problemi che dobbiamo affrontare non ci deprimano, non influenzino troppo la nostra mente. Quando si arriva a casa stanchi, qualcuno, volendosi rilassare, si sdraia su un bel divano. Ma, continuando a pensare, non si rilassa veramente. Dobbiamo diminuire i nostri pensieri tagliando quelli che non servono o che recano afflizzioni. Questo mi rilassa di più, anche perché ho meno pensieri. Altrimenti, quando ci si alza al mattino si è già stanchi, inizio il lavoro con una cattiva motivazione, è così più facile litigare ed andare in collera, e poi la sera in famiglia si possono creare ulteriori problemi.

Se diminuisco i pensieri ed il parlare a vanvera posso andare a riposarmi tranquillamente. E, quando mi alzo al mattino, avrò spazio per pensare a come sono fortunato e ci sarà spazio per sviluppare una motivazione corretta. Ogni tanto va bene andare con gli amici e tornare tardi, come al sabato perché possiamo dormire la domenica. Dobbiamo rilassarlo il nostro corpo. Ed anche la mente ne sarà giovata. Facciamo un po’ di meditazione.

Ognuno di noi alle volte si arrabbia, allora cerchiamo di meditare sul motivo per il quale ci capita, qual è il beneficio che otteniamo arrabbiandoci e, di conseguenza, pensiamo in quale situazione precipitiamo. Inoltre, chiediamoci se vi sono delle alternative all’arrabbiarci. Questo è il soggetto di questa breve meditazione.

Perciò diciamo che il nostro compito sarebbe quello di migliorare la nostra mente. Se noi con la nostra mente non facciamo questo, perdiamo un occasione. È come perdere il miglior tempo di cui disponiamo. Questa è l’essenza della pratica: migliorare la nostra mente e diminuire i nostri errori. Quindi, molti di noi pensano: “Non ho tempo per meditare, non ho tempo per far la pratica”. E, quindi, non ho l’opportunità per migliorar la mente e diminuire i miei errori. Se abbiamo tempo per fare anche una pratica formale questo va molto bene, è ottimo, altrimenti possiamo riflettere sui nostri comportamenti, e questo è come meditare formalmente.

In genere abbiamo due tipi di meditazione: quella analitica e quella in cui la mente si posa su un unico punto, la concentrativa. La più importante è quella analitica, perché è grazie a questa che la mente migliora e cresce la nostra saggezza e noi acquisiamo la capacità di posarci su un unico oggetto. Pertanto, dobbiamo veramente comprendere quanto la meditazione analitica è essenziale. E come meditazione analitica intendiamo pensare e riflettere in modo corretto. Cosicché si pensa “Non ho tempo per far meditazione” però abbiamo sempre tempo per parlare, per 3 o 4 ore. Questo accade. Perché parlare è un’abitudine ed è difficile da interrompere, però potremmo parlare dieci minuti di meno e fare più meditazione. Parlare va bene, ma non bisogna perdere tempo, fino a quando parliamo per dire cose sensate o per stare insieme va bene ma da un certo momento in poi può diventare un perdita di tempo, allora non va più bene. Perciò, per trovare il tempo per fare un po’ di meditazione non è che bisogna smettere completamente di parlare.

Visto che non abbiamo una mente corretta, a volte parlando ci rendiamo più importanti di quello che siamo e appena qualcuno ci dice guarda che non ti comporti bene, non sei una brava persona, noi ci arrabbiamo perché l’idea che c’eravamo fatti non corrisponde a quanto ci dicono. Partiamo col fare una considerazione e, dopo un po’, può saltar fuori gelosia, invidia, superbia o da qualche discorso può saltar fuori collera, possiamo finire per criticare altre persone. Perciò, quando parlo di ridurre il parlare c’è un motivo che possiamo analizzare. Dobbiamo cercare di capire noi stessi perché parlare a vanvera ci reca danno. Dovete riflettere e stabilire se questo discorso vi è di beneficio, questo è il compito di chi ascolta il Dharma, stabilire se quello che viene detto è di beneficio. Se ci accorgiamo che è una cosa valida allora possiamo tenerla dentro e cercare di praticare. Altrimenti possiamo dimenticarcelo.

Domanda: Come possiamo esser felici dopo aver perso un nostro caro?

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel.

Se la mente non è allenata è molto molto difficile. Questo è uno dei motivi per i quali nella meditazione Buddhista c’è molta enfasi sulla meditazione sull’impermanenza. Dobbiamo preparaci prima di morire, altrimenti sarà un momento molto difficile e complicato anche per noi. Se perdiamo una persona che amiamo, quello che dobbiamo fare è cercare di essere di beneficio, non fare qualcosa che possa nuocere. Dobbiamo trovare dei sistemi per rendere la mente tranquilla, rilassata. Se siamo vicini ad una persona che sta per morire ed esprimiamo tutto il nostro dolore, gli facciamo delle richieste del tipo non andartene, questo gli porterà solo maggiori preoccupazioni. Questo è importantissimo verso una persona che sta morendo comportarci in questo modo. E non dovremo nemmeno piangere di fronte a lui perché è qualcosa che lo deprimerà in modo incredibile. Perciò dobbiamo essere molto imprudenti, molto attenti, dobbiamo avere un atteggiamento molto normale, questa è la cosa migliore. Dopo che è mancata dobbiamo meditare sul fatto che la morte è un evento naturale, non possiamo farci niente, il rattristarci in sé che beneficio ha? Lui se ne è andato, noi continuiamo, la nostra sofferenza sarà nociva verso la persona che se ne è andata. Dobbiamo cercare di migliorare, diventare delle persone migliori, perché questo aiuterà la persona che se ne è andata, aiuterà noi stessi e gli altri.

Domanda. Perché la mente rimane irrequieta dopo la meditazione sull’impermanenza e sulla morte?

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel.

Rimanere irrequieti può essere un buon segno, perché significa che la mente è stata condotta bene, però devo stare attento a non farmi trascinare da queste emozioni, sennò vado nella direzione sbagliata. Comunque, come principianti, dobbiamo stare attenti a non forzare troppo, se mi accorgo che ci siamo spinti un po’ troppo in là, possiamo lasciare un pochino perdere, andarci più cauti.

29 marzo 09 mattino

Ricercando l’origine di questo corpo, sappiamo che proviene dai nostri genitori. Pertanto, i nostri genitori, a loro volta, provengono dai loro genitori e così via. E via dicendo, questo materiale che forma i corpi attuali proviene da materia precedente, a ritroso fino all’origine della Terra, ed ancora prima. Se prendiamo l’aspetto della mente e della coscienza, non ci troviamo nessun tipo di forma, è chiara consapevolezza. Anche la mente deve provenire da un momento precedente. È chiaro che l’aspetto materiale proviene dall’unione di sperma e ovulo, ma la coscienza da dove viene? Possiamo dire che la coscienza viene dalla madre e dal padre? No, deve venire da una causa della sua stessa natura che proviene dal passato. Se la coscienza provenisse da quella del padre e della madre, se essi fossero buoni ed intelligenti dovrebbero avere un figlio buono ed intelligente, ma può non essere così. Al giorno d’oggi gli scienziati dicono che la coscienza è in stretta relazione col cervello. Ma non possiamo dire che il cervello sia la mente.

Sicuramente c’è una relazione fra il cervello e la mente, però il punto essenziale è che la mente non è il cervello. Secondo il Buddhismo vi è un reame di esseri senza forma. Più gli esseri riescono a sviluppare la coscienza sottile, non quella grossolana, questa relazione col cervello diminuisce. Gli uomini generalmente non si ricordano delle loro vite passate. Se pensiamo a 20 anni fa, quante cose ci siamo dimenticati? Pertanto, immaginate la vita precedente. Riflettere sulle vite passate e future è estremamente importante e benefico. Attraverso questo tipo di riflessione ci verrà in mente di ridurre quelle che sono le nostre afflizioni mentali. Se pensiamo a questa stessa vita non abbiamo neppure la libertà di sapere quanto vivremo. Dunque, immaginate la prossima vita. Quindi, l’importanza di questa riflessione è sviluppare prudenza, considerando anche il fatto che abbiamo la possibilità di migliorare la nostra mente. Abbiamo a disposizione l’intelligenza, usando questi strumenti che abbiamo a disposizione, non c’è limite allo sviluppo della mente.

Come non vi è limite allo spazio, così non vi è limite alle qualità del Buddha, perciò abbiamo questa possibilità di migliorare le qualità della nostra mente infinitamente, mentre il corpo ha dei limiti. Ad esempio, coloro che fanno esercizi di ginnastica, ginnastica artistica, fanno delle cose incredibili, ma, ad un certo punto, si fermano. Ed, oltretutto, poi si torna indietro. Anch’io una volta facevo ginnastica, un po’ me la cavavo, ma ora proprio non riesco più a far nulla. Mentre le qualità mentali sono cresciute.

Quindi, la mente ha la possibilità di migliorare, diventare sempre più saggia. Questo tipo di riflessione porta a crescere la nostra benevolenza nei confronti degli altri. Si può far sorgere compassione dispiacendosi del fatto che alcune persone buttano via tutte queste qualità sprecando tempo. Perciò è veramente molto importante considerare le vite passate e future, tutto questo non può essere realizzato immediatamente, bisogna pensarci sopra, con calma col tempo, questo darà uno spazio più ampio alla propria mente che darà la possibilità di migliorare e accrescere la propria consapevolezza e saggezza.

Prendiamo, ad esempio, dei nostri soliti pensieri ordinari, del tipo “Io sono il più bravo”, oppure l’invidia etc. Questo tipo di pensieri che benefici hanno? Il pericolo è che l’intelligenza agisce anche a sviluppare questi pensieri negativi, e quindi si può diventare anche molto bravi nella malevolenza ed amplificare moltissimo i problemi.

Ci sono degli avvocati che conoscono bene la legge, alcune persone che hanno infranto la legge si rivolgono all’avvocato perché questo, attraverso la sua intelligenza e conoscenza della legge, trovi un modo per scappare a questo errore. Poi solitamente le cose vanno avanti per tanto tempo e questa persona deve continuare a dar soldi all’avvocato. L’avvocato dà sempre delle speranze, anche se sa dal principio che il cliente ha sbagliato, così riesce a tenersi per tanto tempo il cliente. Questa è una cosa complicata.

Perciò, da un certo punto di vista dobbiamo considerare che abbiamo la capacità di migliorare ed addestrare la nostra mente, e, d’altra parte, dobbiamo comprendere che sta alla nostra mente scegliere se sta dal lato positivo o dal lato negativo. Sta alla nostra libertà costruirci le nostre abitudini. Se scegliamo le abitudini positive, più le facciamo crescere, più le potenzialità negative diminuiranno.

Quindi si dice: Se è possibile essere di beneficio agli altri o come minimo evitiamo di danneggiare gli altri. È la mente che produce l’intenzione di esser di beneficio o di far del male a qualcuno. Ognuno di noi dovrebbe riflettere quanto può esser giusto o no recar sofferenza agli altri. Oltretutto danneggiare gli altri ci porta ad avere dei nemici, pertanto, visto che ognuno di noi non vuole aver nemici, è meglio che non faccia del male agli altri. Questo non è l’aspetto principale. Non dobbiamo occuparci del fatto se gli altri fanno o meno male agli altri, quello di cui dobbiamo occuparci è di non danneggiare gli altri.

Io darei questo consiglio: la mattina, a qualsiasi ora ci svegliamo, possiamo dedicare 5 minuti per cercare di pensare: “Oggi cerco di agire in modo consapevole, sviluppare buon cuore”. Poi quando andiamo a lavorare cerchiamo di essere effettivamente consapevoli di quello che stiamo facendo. Poi, alla sera, prima di andare a dormire, possiamo fare un’esame di coscienza e, se ci accorgiamo che ci siamo comportati bene, possiamo rallegrarci, altrimenti, se ci accorgiamo di aver fatto degli errori, possiamo riprometterci di non compierli più. Se ci si abitua con questa pratica, gradualmente la mente migliorerà.

L’ideale sarebbe, con la nostra consapevolezza, accorgerci immediatamente di eventuali errori, chiedersi: “Ma cosa sto pensando, che utilità ne ottengo?”. Se non riusciamo a farlo al momento, possiamo farlo un po’ dopo. Anche questo è estremamente importante per correggere e migliorare la nostra mente. Alcuni potrebbero pensare “Sì è tutto vero, però poi a lavoro c’è qualcuno ce mi rompe le scatole in una maniera incredibile”. Questo però non ci sta bene. Dobbiamo cercare di capire se c’è qualcuno che ci fa del male, ci fa soffrire, dobbiamo capirne la ragione. Non sto dicendo che non esiste gente cattiva o che si comporta male. Ma è quanto noi ci soffriamo che conta, il che dipende dalla nostra mente. Cosicché, se c’è questa persona che ci crea sofferenza, e ci dice cose antipatiche, cose cattive, noi la etichettiamo come una cattiva persona, è la nostra mente che da un episodio ingrandisce in modo incredibile quella che è la nostra sofferenza. Perciò diciamo che, se da parte della persona esterna abbiamo ricevuto una parola offensiva, noi, invece di trovare un metodo per risolvere questa situazione, continuando a pensarci sopra, non facciamo altro che ingrandire questa situazione. Quindi, alla base c’è un errore di una persona, ma poi noi facciamo di tutto per ingrandire questa situazione. Cosicché noi abbiamo la possibilità di renderci più o meno felici. Sarebbe sbagliato avere delle aspettative che la nostra felicità provenga dall’esterno. Non sto dicendo che nessuno ci possa beneficiare. Ma il fatto di poter contare su questo beneficio degli altri è molto difficile. Quindi, siamo noi che dobbiamo costruirci qualcosa di buono in noi stessi, questo è l’aspetto importante.

Ci sono tante persona che per ottenere un piccolo vantaggio personale non esitano a danneggiare gli altri. E, proprio in questo contesto, dovremo renderci conto che vi sono molte vite, pertanto, in questo contesto, essere nocivi alle altre persone, è una cosa estremamente grave.

C’è una grande differenza fra amore ed attaccamento. L’attaccamento è quel tipo di emozione che dice se io ho quella cosa o quella persona, io sono felice. Mentre l’amore è quello che vorrebbe che l’altro sia felice. Noi mescoliamo l’amore con l’attaccamento.

Dovremo rifletterci, pensarci sopra. In ogni caso, l’amore è qualcosa che abbiamo tutti dentro di noi, l’abbiamo imparato dai nostri genitori. Pertanto, diciamo che è questo amore che abbiamo imparato dai nostri genitori. Però non abbiamo amore per i nostri nemici. Per questo, negli insegnamenti si parla di grande amore. Sulla base dell’amore della famiglia possiamo costruire quello che viene chiamato il grande amore che si estende non solo per le persone a noi vicine, ma per tutti indistintamente, compresi i nostri nemici.

Tra le altre cose dobbiamo essere grati ai nostri nemici, alle cattive circostanze, perché ci danno la possibilità di sviluppare la pazienza. Questo è il modo di trasformare in amici i nostri nemici. Il modo corretto di sviluppare la pazienza non è lasciare che chiunque parli o ci offende e noi ce lo teniamo dentro. Ci sono delle persone che, se le lasciate fare, continuiamo a peggiorare il loro atteggiamento. Perciò, possiamo intervenire con una buona motivazione, l’importante è che l’intervento provenga dalla compassione e non dalla rabbia. La compassione sorge dalla consapevolezza che quell’essere, comportandosi così, si creerà problemi e sofferenza.

La saggezza è parte della consapevolezza, la consapevolezza non è detto che sia saggezza. Mente, consapevolezza e presenza mentale fanno parte di quella che chiamiamo mente principale. La saggezza è come un ornamento. Conoscenza, consapevolezza, mente possono essere l’aspetto principale e da qui si diramano i vari aspetti principali fra cui la saggezza.

Colophon

Questa prima bozza d’appunti, a cura del Dott. Luciano Villa nell’ambito del Programma Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, sui preziosi insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel, è da ritenersi provvisoria, quindi lacunosa, con possibili errori, nonché imperfezioni, anche rilevanti, e non rappresenta affatto una trascrizione letterale delle parole che ilVen. Ghesce Tenzin Tenphel espresse direttamente o tradotte dal tibetano in italiano, ma semplicemente un limitato spunto di riflessione.

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