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Sua Santità il Dalai Lama: il Sutra del cuore, 1° giorno
Gennaio 6th, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Più meriti raccogliete, migliore sarà la vostra comprensione della vacuità. E, man mano che la vostra comprensione della vacuità migliora, più chiaramente potrete riconoscere che il raggiungimento della Buddità è una possibilità reale. Pertanto, meriti e saggezza si completano a vicenda.”

5 gennaio 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Dopo che Sua Santità il Dalai Lama questa mattina è giunto davanti alle telecamere e si è seduto, l’abate coreano Ven. JinOk lo ha accolto ed ha ribadito la richiesta dei discepoli coreani di spiegare loro il “Sutra del cuore”.

Il Ven. JinOk ha quindi proceduto a recitare il Sutra al ritmo del “moktak” o campana di legno che teneva tra le mani.

“Oggi iniziamo tre giorni di insegnamenti per un gruppo di fratelli e sorelle di Dharma dalla Corea.” Ha annunciato Sua Santità. “Mi sento molto fortunato ad avere questa opportunità. Ci sono versioni del sutra della Perfezione della Saggezza in 100.000 righe, 25.000 righe e 8.000 righe, mentre la più breve è costituita dalla lettera “A”. Il “Sutra del cuore” è indicato come la “Perfezione della saggezza in 25 strofe” e, nonostante la sua relativa brevità, è un testo completo.

Gli insegnamenti della Perfezione della Saggezza non possono essere seguiti semplicemente sulla base della fede. Questo è il tipo di insegnamenti che coloro che hanno un’intelligenza acuta seguono sulla base della ragione. La parola saggezza, il nome di questi insegnamenti, mostra che per comprenderli occorre intelligenza e l’esercizio della nostra facoltà analitica. Come il Buddha consigliò ai suoi seguaci: “O monaci e studiosi, mentre l’oro viene messo alla prova bruciandolo, tagliandolo e sfregandolo, esaminate attentamente le mie parole e accettatele solo allora, non solo per rispetto verso di me”.

Coloro che insegnavano e studiavano alla Università di Nalanda si affidavano alla ragione ed alla logica.

Gli insegnamenti della Perfezione della Saggezza implicano due aspetti: la spiegazione esplicita della vacuità e l’indicazione implicita di come progredire sul sentiero. Questo secondo aspetto, la progressione sul sentiero, è rappresentato nel “Sutra del Cuore” dal mantra finale. Poiché ci sono tre veicoli, i veicoli degli Uditori, dei Buddha Solitari e dei Bodhisattva, ci sono quindici percorsi, cinque ciascuno. Come fare progressi sul sentiero è spiegato nello “Ornamento per una chiara realizzazione”.

“Devi ascoltare l’insegnamento per ottenere una comprensione preliminare, quindi riflettere e pensarci per approfondire la tua comprensione, infine meditare su ciò che hai capito per svilupparne l’esperienza.

“Il ‘Sutra del Cuore’ presenta la quadruplice vacuità: ‘La forma è vuota, la vacuità è forma, la vacuità non è altro che forma, anche la forma non è altro che vacuità‘. La vacuità qui non implica il nulla come il vuoto dello spazio. Quando esaminiamo come esistono le cose, scopriamo che non sono nel modo in cui appaiono. La vacuità non riguarda il nulla; indica che le cose dipendono da altri fattori. Mancano di un’esistenza indipendente o intrinseca in sé e per sé.

Sviluppiamo l’attaccamento alle cose basandoci sul vederle come aventi un’esistenza intrinseca ed oggettiva, che è il modo in cui sembrano esistere. Nagarjuna è chiaro su questo.

Ciò che è l’origine dipendente

Viene spiegato come vacuità.

Essendo una designazione dipendente,

È essa stessa la via di mezzo.

Non esiste niente

Che non sia derivato in modo dipendente.

Pertanto, non esiste nulla

Che non sia vacuità.

Le emozioni distruttive sono radicate nella nostra visione esagerata di come le cose esistono, il che, a sua volta, ci spinge a creare ogni tipo di problema. Anche il discepolo di Nagarjuna, Aryadeva, fa luce su questo.

Come il senso del tatto [pervade] il corpo

Così l’ignoranza è presente in tutte [le emozioni afflittive].

Vincendo l’ignoranza, anche tu

Superai tutte le emozioni afflittive.

“Ciò significa che, sebbene ci siano modi specifici per contrastare la rabbia e l’attaccamento, arrivando a comprendere la vacuità ed il sorgere dipendente, è possibile sradicare tutte le emozioni distruttive. Riflettere su come le cose non esistono oggettivamente aiuta a contrastare l’aggrapparsi ad esse come ci appaiono.”

Sua Santità ha sottolineato che lo “Ornamento per una chiara realizzazione” https://it.qaz.wiki/wiki/Abhisamayalankara afferma che bodhicitta è quella mente che desidera raggiungere l’illuminazione a beneficio di tutti gli esseri. Ha suggerito che è molto utile combinarlo con una profonda comprensione della vacuità, il che è chiaramente spiegato nella “Saggezza fondamentale della Via di Mezzo” di Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=9194.

Considerando il “Sutra del cuore” https://www.sangye.it/altro/?p=6098 Sua Santità ha letto il titolo in sanscrito e tibetano ed ha chiarito il suo significato come “Cuore della perfezione della saggezza”. Il preambolo indica dove è stato impartito l’insegnamento, da chi e chi erano i destinatari. Dopo la sua illuminazione, il primo ciclo di insegnamenti del Buddha includeva non solo le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785, ma anche la Conoscenza Superiore (Abhidharma) e la Disciplina Monastica (Vinaya).

Le cause della sofferenza a cui si fa riferimento nelle Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=10772 sono il karma e le afflizioni mentali. Per sconfiggerli è necessario superare l’ignoranza.

Gli insegnamenti del Buddha iniziarono con le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=4371 ma, in seguito, al Picco degli Avvoltoi a Rajgir, i discepoli ricettivi lo ascoltarono insegnare la Perfezione della Saggezza. Le ultime due Nobili Verità, la vera cessazione ed il vero sentiero, possono essere pienamente comprese solo nel contesto della Perfezione della Saggezza, che richiede una potente intelligenza.

Sua Santità ha sottolineato che solo le persone dal karma puro erano consapevoli della presenza e dell’impegno di Avalokiteshvara nel dialogo con Shariputra. Il Buddha, nel frattempo, era entrato in un “assorbimento meditativo sulle varietà di fenomeni chiamati l’apparenza del profondo”. Il sutra afferma che Avalokiteshvara vide che “anche i cinque aggregati sono privi di esistenza intrinseca”.

La parola “anche” non è inclusa nella traduzione cinese del sutra, e quindi, probabilmente, non è nemmeno nella traduzione coreana. Significa che, non solo la persona designata sulla base dei cinque aggregati è priva di esistenza intrinseca, ma anche gli aggregati mancano di esistenza intrinseca. Sebbene diciamo che le cose sono vuote, ci aggrappiamo ai cinque aggregati come se fossero intrinsecamente esistenti.

Sua Santità ha letto il secondo ed il terzo paragrafo del sutra. Ha notato che qui la forma è il soggetto in base al quale viene spiegata la vacuità, perché la maggior parte dei nostri giudizi relativi ai fenomeni esterni dipendono dal nostro senso della vista.

Tutte le cose sorgono in dipendenza da altri fattori; quindi, sono vacuità. Forma e vacuità sono della stessa natura, ma sono concettualmente differenti.

Sua Santità alludeva ai quattro errori logici che, nel suo “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 spiega che sarebbero derivati qualora le cose avessero un’esistenza oggettiva. Essi sono: (1) che l’assorbimento meditativo dell’essere Arya sulla vacuità sarebbe il distruttore dei fenomeni; (2) che sarebbe sbagliato insegnare che le cose mancano di esistenza ultima; (3) che l’esistenza convenzionale delle cose sarebbe in grado di resistere all’analisi ultima della natura delle cose, e (4) che sarebbe insostenibile affermare che le cose siano vuote in sé e per sé.

Le Quattro conseguenze assurde citate da Sua Santità durante il commentario al Sutra del Cuore tratte dal sesto capitolo del commentario di Chandrakirti al suo Supplemento di Madhyamika. 
གལ་ཏེ་རང་གི་མཚན་ཉིད་བརྟེན་འགྱུར་ན་།།
དེ་ལ་སྐུར་པས་དངོས་པོ་འཇིག་པའི་ཕྱིར་།།
སྟོང་ཉིད་དངོས་པོ་འཇིག་པའི་རྒྱུར་འགྱུར་ན།།
དེ་ནི་རིགས་མིན་དེ་ཕྱིར་དངོས་ཡོད་་མིན་།།༣༤
34.Se le caratteristiche proprie fossero dipendenti
il negare ciò distruggerebbe le cose.
Che la vacuità sia ciò che distrugge le cose
non ha alcun senso, quindi le cose non esistono.
(Questa strofa spiega la prima delle 4 conseguenze assurde, ovvero che se i fenomeni fossero intrinsecamente esistenti, l’equilibrio meditativo di un Arya sulla vacuità li distruggerebbe)
དེ་ཉིད་བདག་ཅན་དངོས་ལས་ཚུ་རོལ་དུ་།།
གནས་རྙེད་མ་ཡིན་དེ་ཕྱིར་འཇིག་རྟེན་གྱི་།།
ཐ་སྙད་བདེན་ལ་རྣམ་པར་དཔྱད་མི་བྱ།།་༣༥
གང་ཕྱིར་དངོས་པོ་འདི་དག་རྣམ་ངཔྱད་ན་།།
35.Perciò, investigando queste cose
a parte la realtà delle cose
non si trova un locus .
Quindi la verità convenzionalmente accettata
non deve essere investigata.
(Questa strofa spiega la seconda delle 4 conseguenze assurde, ovvero che se le cose fossero intrinsecamente esistenti, la verità convenzionale dovrebbe sostenere l’analisi ultima)
དེ་ཉིད་སྐབས་སུ་རིགས་པ་གང་ཞིག་གིས་།།
བདག་དང་གཞན་ལ་སྐྱེ་བ་རིགས་མིན་པའི་།།
རིགས་དེས་ཐ་སྙད་དུ་ཡང་རིགས་མིན་པས།།
ཁྱོད་ཀྱི་སྐྱེ་བ་གང་གིས་ཡིན་པར་འགྱུར།།༣༦
36.Nel contesto della realtà, con qualunque ragionamento
la produzione da sé e da altro non sono possibili.
Dal momento che non è ragionevole nemmeno convenzionalmente
come può esistere questa tua produzione?
(Questa strofa spiega la terza delle 4 conseguenze assurde, ovvero la non confutazione della produzione ultima)
La quarta conseguenza assurda: se i fenomeni fossero intrinsecamente esistenti è che le affermazioni nei testi che i fenomeni sono vuoti di natura intrinseca sarebbero false.
Le prime tre sono accompagnate dai versi radice. La spiegazione dell’ultima la troviamo nell’autocommentario al supplemento. Traduzione dal tibetano di Fabrizio Pallotti.

“Questi quattro errori logici o assurdità sono menzionati anche nella “Essenza della Vera Eloquenza del significato interpretativo e definitivo” di Jé Rinpoché https://www.sangye.it/altro/?p=942 e nella sezione speciale del “Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero“.

Sua Santità ha detto che mentre la saggezza contrasta la nozione di un sé intrinsecamente esistente, la grande compassione contrasta le nostre attitudini estreme autogratificanti. Elogiava particolarmente la potente pratica di scambiarestessi con gli altri, evidenziata nel Bodhisattvacharyavatara https://www.sangye.it/altro/?cat=15 Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva” di Shantideva https://www.sangye.it/altro/?p=2340. Questo è un libro che Sua Santità ha studiato e su cui ha riflettuto attentamente da quando ne ha ricevuto una spiegazione da Khunu Lama Rinpoché. Ha chiarito che questo testo e lo “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 sono libri su cui fa personalmente affidamento. Ha aggiunto che le opere di Dignaga e Dharmakirti sulla logica e la ragione sono state fondamentali per lo sviluppo di un approccio ragionato al Buddismo appropriato al ventunesimo secolo.

Quando ha risposto alle domande di monaci e monache di tre templi in Corea, Sua Santità ha ammesso che la scienza e il buddismo hanno obiettivi diversi: il buddismo si occupa della mente e delle emozioni, mentre la scienza è più focalizzata sulle cose materiali. Tuttavia, da quando ha riconosciuto che il nostro stato d’animo ha un’influenza sulla nostra salute e benessere, la scienza ha iniziato a prestare attenzione alle tecniche buddiste per coltivare la pace della mente.

Sua Santità ha dichiarato che la radice della felicità è l’amore e la compassione, che sperimentiamo per la prima volta in relazione a nostra madre e che non ha nulla a che fare con la pratica religiosa. Sua Santità è inoltre fiducioso che i benefici dell’amore e della compassione possano essere presentati da un punto di vista laico. Dopotutto, siamo animali sociali interessati a proteggere la comunità in cui viviamo. Ricordare l’unicità dell’umanità è un concetto fondamentale dell’approccio ragionato del buddismo alla pratica dell’amore e della compassione.

Alla domanda su come resistere ai sentimenti negativi, Sua Santità ha ammesso che, pur impegnandoci a cercare di contrastare l’attaccamento, la rabbia e l’odio quando sono fortemente manifesti, tuttavia, tali sentimenti ed emozioni sono più difficili da affrontare quando sono dormienti. Tuttavia, coltivare lamorevole gentilezza e la mente di risveglio di bodhicitta può aiutarci a ridurli.

Per quanto riguarda l’accumulo di virtù e saggezza, Sua Santità ha operato una distinzione tra gli aspetti fisici e di saggezza di un Buddha. L’aspetto fisico del Buddha, che risulta dall’accumulo di virtù, è un mezzo per aiutare gli altri. Inoltre, più meriti raccogliete, migliore sarà la vostra comprensione della vacuità. E, man mano che la vostra comprensione della vacuità migliora, più chiaramente potrete riconoscere che il raggiungimento della Buddità è una possibilità reale. Pertanto, meriti e saggezza si completano a vicenda.

Sua Santità ha letto il quarto, quinto e sesto paragrafo del “Sutra del cuore” prima di annunciare che si sarebbe fermato lì per la giornata ed avrebbe ripreso la sua spiegazione domani.

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14507 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. http://it.dalailama.com/videos/sutra-del-cuore, https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/227155962196315https://www.dalailama.com/videos/the-heart-sutra-1


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