1.5 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Primo Volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016. Capitolo 15 Coltivare il comportamento etico. Capitolo 16 L’attitudine di una persona dalla capacità ridotta. Capitolo 17 Gli otto tipi di sofferenza. Capitolo 18 I sei tipi di sofferenza. Capitolo 19 Ulteriori meditazioni sulla sofferenza.
Capitolo 15 COLTIVARE IL COMPORTAMENTO ETICO {247}
3’ Come ti impegni nella virtù e ti distogli dalla non-virtù dopo aver riflettuto sul karma e i suoi effetti in generale e in dettaglio.
a” Una spiegazione generale.
b” In particolare, il modo di purificazione tramite i quattro poteri
1” Il potere dell’ estirpare
2” Il potere dell’ applicare rimedi
3” Il potere del distogliersi dagli errori
4” Il potere della base
3’ Come ti impegni nella virtù e ti distogli dalla non-virtù dopo aver riflettuto sul karma e i suoi effetti in generale e in dettaglio
a” Una spiegazione generale
Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva:
“Dalla non-virtù deriva la sofferenza;
Come posso liberarmi veramente da questo?”.
È cosa giusta che io in ogni momento, giorno e notte,
Pensi solo a questo.
Ed anche:
Perché il Saggio ha detto che la convinzione
È la radice di tutte le virtù,
E che meditare costantemente sugli effetti fruizionali
È la radice di questa convinzione.
Pertanto, avendo compreso il karma virtuoso e non-virtuoso e i rispettivi effetti, non lasciarlo solo a livello di comprensione, ma medita su di esso {248} più e più volte, perché questo è un soggetto veramente oscuro ed è difficile acquisire la certezza su di esso. Inoltre, il Sutra del Re delle Concentrazioni dice:
Se anche la luna e le stelle dovessero cadere dalle loro sedi
E la terra con le sue montagne e città (dovesse) perire
O il regno del cielo trasformarsi completamente,
Tu [Buddha], nonostante ciò, non proferiresti una parola non vera.
Perciò, sii convinto delle parole del Tathagata, e sostieni dunque la tua meditazione su di esse. Se non hai una certezza genuina circa questa qualità di verità degli insegnamenti del Buddha, non potrai raggiungere, rispetto ad alcuno degli insegnamenti, la certezza che compiacerà il Conquistatore.
Alcuni, che pretendono di aver acquisito conoscenza certa della vacuità, sono incerti sul karma e i suoi effetti e non lo tengono in considerazione. Questa è una comprensione erronea della vacuità, perché una volta che avrai compreso la vacuità, vedrai che (essa) è il significato del sorgere dipendente e ciò ti assisterà nel darti certezza sul karma e i suoi effetti.
Lo stesso sutra dice:
Come illusioni, bolle, miraggi e lampi,
Tutti i fenomeni sono come la luna [riflessa] nell’acqua.
Non è vero che gli esseri viventi, che muoiono
E procedono verso le prossime vite, sono progenie di Manu [il primo umano all’inizio dell’eone].
Tuttavia, il karma che ti appartiene non scompare;
Quello virtuoso e quello non-virtuoso danno luogo ai loro effetti concordanti;
Questo approccio logico è sano; benché sottile e difficile da vedere, [193]
Rientra nell’ambito visuale del Conquistatore.
Perciò, sviluppa conoscenza certa del sorgere dipendente insieme alla causalità dei due tipi di karma, ed esamina le tue azioni fisiche, verbali e mentali tutto il giorno e tutta la notte. Con questo mezzo, porrai fine alle rinascite miserabili. Tuttavia, se all’inizio non sei versato nelle classificazioni di causa ed effetto, comprendendo solo un frammento della loro profondità e avendo un’attitudine lassa rispetto alle tue azioni fisiche, verbali e mentali, allora stai solo spalancando la porta dei regni miserabili. Infatti, Domande dei Re Naga dell’Oceano Sagara-naga-raja-pariprccha afferma:
Signore dei Naga, una singola pratica dei bodhisattva mette fine alle rinascite nei regni miserevoli.
Qual è questa singola {249} pratica?
È il discernimento di ciò che è virtuoso.
Tu devi pensare: “Sono io sincero?
Come sto trascorrendo il giorno e la notte?”.
Quando i primi guru di questo lignaggio ebbero esaminato le loro menti in tal modo, dissero:
In questa occasione di addestramento nel karma e nei suoi effetti, se confrontiamo le nostre azioni di corpo, parola e mente con ciò che viene spiegato nell’insegnamento, vediamo che non sono in conformità ad esso. In questo siamo carenti. Perciò non siamo per nulla liberati. Noi dobbiamo vedere se siamo o no conformi (all’insegnamento) confrontandoci con le leggi del karma e i suoi effetti. Quando esaminiamo la nostra mente alla luce degli insegnamenti, siamo saggi se riconosciamo sinceramente la non-conformità o una completa mancanza di conformità. La Collezione di Versi Indicativi:
Coloro che sono infantili e sanno
Di essere infantili, sono saggi da questo punto di vista.
Quando ci confrontiamo con l’insegnamento, ciò può essere paragonato al trasportare un cadavere (Per trasportare un cadavere la cosa più facile è legarlo e mettere la sua schiena sulla tua schiena. Così tu e il cadavere sareste girati in direzioni diverse l’uno rispetto all’altro.): noi stiamo lottando contro gli insegnamenti. Quando speri di essere il migliore tra le persone religiose e i reverendi dotti, tu sei il peggiore degli esseri infantili. La Collezione di Versi Indicativi:
Coloro che sono infantili ma credono
Di essere saggi, sono chiamati infantili.
Proprio al minimo, comprendi ciò che viene detto riguardo agli insegnamenti ed esaminali di conseguenza. Anche Bo-do-wa, che cita questo insegnamento come visto nella Ghirlanda di Storie della Nascita, asserisce che devi esaminare la tua mente. Come viene detto nella Ghirlanda di Storie della Nascita:
C’è una lunga strada dal cielo alla terra.
C’è una lunga strada anche tra la spiaggia distante dell’oceano e la sponda più vicina.
C’è una strada ancora più lunga tra le montagne dell’est e le montagne dell’ovest.
Ma tra la [persona] ordinaria e il sublime insegnamento (la distanza) è ancora più lunga di così. [194]
Questo verso dice che esiste un grande abisso tra noi, gente ordinaria, e l’insegnamento. Questo verso è un insegnamento che il portatore di doni, brahmino Subhasita, spiegò al bodhisattva principe Ciandra dopo che il principe gli aveva offerto mille monete d’oro.
Inoltre, Do-lung-ba disse:
Se qualcuno che sa come esaminare la nostra corrente mentale dovesse fare ciò, quella persona troverebbe presto qualcosa che è andata proprio {250} lontano dall’insegnamento – come un gomitolo di filo mandato giù da un ripido pendio.
Inoltre, nel Capitolo di Colui Che Dice il Vero Satyaka-parivarta, viene indicato come (puoi) distoglierti dal compiere azioni errate una volta che hai riflettuto in questo modo:
Oh Re, non uccidere.
La vita è molto cara a tutti gli esseri.
Perciò essi vogliono preservare le loro vite a lungo.
Dunque non pensare a uccidere, neppure nelle profondità della tua mente.
Applica l’attitudine di restrizione verso le dieci azioni non-virtuose così come verso i misfatti spiegati in precedenza. Fai così senza neppure far sorgere i pensieri motivanti. Abituati a questa attitudine e usala di frequente.
Se non rifiuti in questo modo le cattive azioni, sperimenterai sofferenza. Indipendentemente da dove andrai, non sarai libero da essa. Perciò, non è sensato impegnarsi in azioni che sembrano portare felicità a breve termine e tuttavia hanno effetti che devi sopportare col volto coperto dalle lacrime. D’altro canto, è sensato impegnarsi in azioni che ti danno felicità senza difetti e diletto nel momento in cui sperimenti la maturazione dei loro effetti. La Collezione di Versi Indicativi:
Se hai paura della sofferenza
E non ne provi piacere,
Non commettere azioni peccaminose
Sia in pubblico che in privato.
Sia che tu abbia commesso tali azioni
O che le stia commettendo,
Non sfuggirai alla sofferenza
Anche se cercassi di fuggire.
Indipendentemente da dove ti trovi, non c’è luogo
Che non sia stato creato dal karma,
Né nel cielo né nell’oceano,
Neppure un luogo sulle montagne. [195]
Ed anche:
I puerili, che hanno scarsa saggezza,
Agiscono come nemici di se stessi;
In questo modo, essi compiono azioni peccaminose
I cui effetti diventeranno intensi.
Faresti bene a non impegnarti in quelle azioni
Che danno luogo al tormento, {251}
I cui effetti sopporterai uno per uno,
Piangendo, con la faccia coperta di lacrime.
Faresti bene a impegnarti in quelle azioni
Che non danno origine al tormento,
Alle cui fruizioni sarai sottoposto una per una
Felicemente e con una mente gioiosa.
Poiché desideravi la felicità
Sei stato sfrenato e peccaminoso;
Piangerai quando sperimenterai
Le fruizioni di tali peccati.
Ed anche:
Benché i peccati non ti feriscano necessariamente
Nell’immediato, come un’arma,
Le rinascite prese tramite azioni peccaminose
Saranno evidenti nelle tue vite future.
Le azioni peccaminose determineranno
Nel futuro vite
In cui le fruizioni di queste azioni
Saranno di varie intensità.
Proprio come la ruggine emerge dal ferro
E si nutre di quello stesso ferro,
Così pure coloro che hanno commesso azioni senza indagare
Viaggiano verso i regni miserevoli per via delle loro stesse azioni.
Kam-lung-ba disse a Pu-chung-wa: “Il nostro insegnante Drom-don-ba dice che solo il karma e i suoi effetti sono importanti, ma gli eruditi contemporanei non ritengono che sia qualcosa da spiegare, ascoltare o su cui meditare. Io mi chiedo, è la sola pratica difficile?”. Pu-chung-wa rispose: “È proprio così”. Ghesce Drom-don-ba disse: “Oh seguaci dell’Anziano, una grande presunzione è inappropriata; questo sorgere dipendente è sottile”. Pu-chung-wa disse: “Poiché io invecchio, ho rivolto la mia attenzione al Sutra del Saggio e dello Sciocco”. Sha-ra-wa disse: “Il Buddha disse che qualsiasi errore e manchevolezza intervengano, non sono dovuti a qualche area non buona o alla costruzione di una nuova casa, ma sono solo il sorgere di una certa cosa per aver fatto una certa azione”.
b” In particolare, il modo di purificazione tramite i quattro poteri
Benché tu faccia un grande sforzo per non essere contaminato dalle azioni malfatte, gli errori possono nascere da cose tipo la trascuratezza e il prevalere {252} delle afflizioni. [196] Se questo avviene, non è appropriato trascurarle senza farci caso; perciò devi tentare di applicare il rimedio di cui parlò il compassionevole Insegnante.
Ora, riguardo a come rimediare a ogni infrazione, fai come è spiegato nel contesto dei tre voti. Comunque, dovresti rimediare ai peccati tramite i quattro poteri. Il Sutra che Dà i Quattro Insegnamenti (Catur-dharma-nirdesa-sutra) dice:
Maitreya, se i bodhisattva, i grandi eroi, possiedono questi quattro insegnamenti, allora sconfiggeranno tutti i peccati che hanno commesso e accumulato. Quali sono i quattro? Essi sono: il potere di estirpare, il potere dell’applicare rimedi, il potere di distogliersi dagli errori e il potere della base.
Tu sperimenterai di sicuro il risultato del karma che hai compiuto e accumulato. Dal momento che i quattro poteri possono distruggere questo tipo di karma prima che cominci a dare effetto, va da sé che i quattro poteri possono distruggere il karma il cui risultato è indefinito. I quattro poteri sono come segue.
1” Il potere dell’ estirpare
Il primo potere è la grande contrizione per aver fatto azioni non-virtuose da tempo senza inizio. Per sentire questo, è necessario meditare sul modo in cui produci i tre effetti delle azioni, fruizione e così via. Al momento di mettere questo in pratica, fallo per mezzo dei due metodi: la confessione dei peccati nel Sutra della Luce D’oro (Suvarna-prabhasa-sutra) e la confessione dei peccati per mezzo dei trentacinque Buddha.
2” Il potere dell’applicare rimedi Il secondo potere ha sei sezioni:
1) “Dipendenza dai profondi sutra” include le attività tipo il ricevere la trasmissione orale dei sutra come la Prajnaparamita, ricordare il loro significato e leggerli.
2) “Interesse per la vacuità” significa comprendere la realtà in cui non c’è sé e che è luminosamente chiara, e avere la convinzione che la mente è pura dai primordi.
3) “Dipendenza dalla recitazione” significa recitare, secondo i rituali, le formule speciali come il [mantra di Vajrasattva] in cento sillabe. Il Tantra Richiesto da Subahu Subahu-pariprccha-tantra afferma:
Le fiamme dei fuochi che si sprigionano nelle foreste in primavera
Sono fuori controllo, bruciano tutti i boschi folti d’alberi;
Allo stesso modo, i venti della disciplina etica soffiano sui fuochi della recitazione {253}
E le fiamme della grande perseveranza bruciano i peccati.
Proprio come quando i raggi del sole destabilizzano la neve
Questa si scioglie in una luminosità insopportabile,
Così pure le nevi dei peccati scompaiono
Quando destabilizzate dai raggi del sole della recitazione e della disciplina etica. [197]
Accendere una lampada al burro nella buia tenebra
Spazza via completamente l’oscurità;
Allo stesso modo, l’oscurità dei peccati accumulata per migliaia di vite
Viene dispersa velocemente dalla lampada al burro della recitazione.
Inoltre, ripeti le recitazioni finché non vedi i segni che tu hai rimosso i tuoi peccati. La Formula di Esortazione (sKul byed kyi gzungs) afferma che i segni corrispondono a sognare quanto segue: vomitare il cibo cattivo; consumare cibo come lo yogurt e il latte; vomitare; vedere il sole e la luna; muoversi nell’aria; fuochi ardenti; sottomettere un bufalo indiano e persone in vesti scure; vedere la comunità di monaci e monache; vedere un albero che emette una sostanza come il latte; cavalcare un elefante o un toro; salire su un trono di leoni; salire a una dimora o su una montagna e ascoltare l’insegnamento.
4) “Dipendenza dalle immagini” significa fare immagini del Buddha una volta che hai acquisito fede in lui.
5) “Dipendenza dall’adorazione” significa fare una varietà di offerte a un’immagine del Buddha o a uno stupa.
6) “Dipendenza dai nomi” significa udire la recitazione e ricordare i nomi dei Buddha e dei figli dei grandi conquistatori.
Questi sei tipi di rimedi sono solo quelli che si trovano nel Compendio degli Addestramenti, di Shantideva. Ce ne sono molti altri.
3” Il potere del distogliersi dagli errori
Il terzo potere è trattenersi effettivamente dalle dieci azioni non-virtuose. Nel Sutra dell’Essenza del Sole, il Buddha disse che questo trattenersi distrugge tutto il karma, le afflizioni e le oscurazioni dell’insegnamento create fisicamente, verbalmente o mentalmente con l’uccidere e così via. Il terzo potere elimina le cattive azioni che hai creato tu stesso in precedenza, che hai fatto creare agli altri, o di cui ti sei rallegrato quando gli altri le creavano. La confessione che manchi di un’attitudine di restrizione diventa mere parole. Il Commentario al Sutra sulla Disciplina {254} di Dharmamitra, spiega che il Buddha pensava a questo fatto quando disse nella Scrittura: “C’è successiva restrizione?”. Perciò è veramente importante avere un’attitudine di restrizione in cui hai la convinzione di non commettere di nuovo quell’azione. Inoltre, lo sviluppo di questa attitudine dipende dal primo potere.
4” Il potere della base
Il terzo potere è prendere rifugio nei tre gioielli e coltivare la mente dell’illuminazione. [198] Riguardo a questo, il Conquistatore parlò in generale di una varietà di mezzi tramite i quali i principianti potrebbero rimuovere i propri peccati. Tuttavia un rimedio completo richiede la presenza di tutti e quattro i poteri.
I peccati vengono rimossi in diversi modi. Un modo è quando si presenta una piccola sofferenza invece della grande sofferenza della rinascita nei regni miserevoli. Un altro è che, anche se nasci in un regno miserevole, non sperimenti la sua sofferenza. Un altro ancora è che un semplice mal di testa nella vita presente serve a rimuovere il peccato. Allo stesso modo, i peccati di cui devi sperimentare gli effetti per lungo tempo possono diventare tali che ne sperimenti gli effetti solo per un breve tempo o che non devi sperimentarli per niente. Non c’è certezza riguardo al modo in cui vengono rimossi i peccati, perché dipende dal fatto che il purificatore abbia grande o piccolo potere, dal fatto che il rimedio sia completo o incompleto dei quattro poteri, intenso o non intenso, di lunga o breve durata e così via.
L’affermazione, sia nei sutra che nei testi sulla disciplina, secondo cui “il karma non perisce neppure in cento eoni”, è fatta in rapporto al karma per il quale non hai coltivato un rimedio con i quattro poteri. Tuttavia, se ti purifichi con un rimedio che comprenda i quattro poteri menzionati prima, si dice che rimuoverai perfino il karma che saresti tenuto a sperimentare. La Spiegazione Lunga del Sutra della Perfezione della Saggezza in Ottomila Versi (Abhisa- mayalamkaraloka) di Haribhadra afferma:
Pertanto, con potenti rimedi tu puoi eliminare completamente i fattori sfavorevoli, che diminuiscono quando possiedi il gruppo di rimedi. Questo, ad esempio, è come l’opacità sull’oro. Poiché tutte le cose tipo le ostruzioni al sublime insegnamento diminuiranno necessariamente nel modo appena spiegato, tu eliminerai completamente le infrazioni, che hanno origine nell’arroganza.
Dovresti comprendere che l’affermazione: “Assolutamente nessun karma, anche per cento eoni…”, è qualificata da : “Se non hai coltivato il gruppo di rimedi.” Se non fosse così, ci {255} sarebbe una contraddizione rispetto alla ragione e una contraddizione rispetto a molti sutra.
Puoi anche comprendere l’espressione del Buddha: “Il karma i cui effetti dovrai sperimentare di sicuro”, con la qualificazione che non hai coltivato il gruppo di rimedi. Sappi che l’espressione del Buddha: “Il karma i cui effetti non dovrai sperimentare con certezza”, si riferisce agli effetti che si manifestano solo a volte, anche se potresti non aver coltivato il gruppo di rimedi. [199]
In questo modo, confessione, restrizione, e così via indeboliscono la capacità del karma di dare frutti. Tale karma non porterà frutti neanche quando entrerà in contatto con altre condizioni. Allo stesso modo, si dice che la rabbia e la produzione di visioni errate indeboliscano la capacità delle radici di virtù di produrre effetti. Sfolgorio di Ragioni (Tarka-jvala) Madhyamaka-hrdaya-vrtti-tarka-jvala di Bhavaviveka dice:
Le visioni errate e la malevolenza indeboliscono il karma virtuoso. I rimedi come il rifiuto, la restrizione e la confessione indeboliscono il karma cattivo. Ogni volta che alcune di queste attitudini sono presenti, esse riducono la potenza dei semi depositati dai karma virtuosi e non virtuosi, anche se è già presente la combinazione di condizioni che consentono al karma di dare effetti. Da dove potrebbe venire un effetto e come sarebbe? Poiché non c’è la combinazione di condizioni per mantenere la potenza dei semi depositati dal karma, il tempo per essere mantenuto è cambiato. A causa di ciò, c’è un completo sradicamento del karma.
Come è stato detto: “Inoltre, sostenendo il sublime insegnamento, sperimenterai in questa vita gli effetti di un peccato le cui conseguenze sei certo di sperimentare”. E: ”Per di più, con questo rimedio, il karma per la rinascita nei regni miserevoli si trasforma in un semplice mal di testa”.
Dubbio: Se il karma che altrimenti risulterebbe nella rinascita in un regno miserevole può essere indebolito e avere l’effetto di diventare semplicemente un mal di testa, come può questa essere considerata una rimozione completa?
Risposta: L’effetto culminante del tuo karma peccaminoso sarà l’esperienza di soffrire negli inferni. Con questo rimedio, tuttavia, non sperimenti nemmeno sofferenze molto piccole negli inferni. Come può questa non essere considerata una vera rimozione completa? Come potrebbero, però, questi risultati dei mal di testa e simili essere esempi di karma che non ha alcun effetto?
Tu non hai trovato un rimedio che distrugga i semi delle afflizioni. Tuttavia, hai indebolito il karma con una condizione contraria. Di conseguenza, anche se le altre condizioni si mettono insieme, il {256} karma non fruttifica. Puoi vedere molte di queste situazioni tra le cause e gli effetti esterni e interni.
Perciò, benché ti sforzi di accumulare molto karma virtuoso, se non ti proteggi dalle cause come la rabbia che distruggono il karma virtuoso, (quest’ultimo) non darà il suo effetto, come affermato sopra. Quindi, devi assolutamente sforzarti di premunirti contro le cause che distruggono il karma virtuoso e fare uno sforzo per rimediare al karma non-virtuoso. [200]
Dubbio: Se si possono rimuovere perfino i karma veramente potenti, come mai i sutra dicono: “Eccetto per le fruizioni del karma precedente”?
Risposta: Non c’è errore in questo ragionamento. Il Buddha parlò in questo modo con l’intenzione che segue: quando le fruizioni come la cecità esistono già, è difficile rimuoverle con un rimedio. Tuttavia è facile impedire che gli effetti sorgano al momento della causa, ossia quando l’effetto non ha ancora avuto luogo. Lo Sfolgorio di Ragioni dice:
Dubbio: Se è vero che un peccato sarà completamente eliminato, perché il Buddha insegnò: “Eccetto per le fruizioni del karma precedente”?
Risposta: Il Buddha insegnò questo avendo in mente il caso del karma della cecità, dell’avere un (solo) occhio, dell’essere zoppo, storpio, muto, sordo e cose de genere, laddove non c’è l’abilità di eliminare gli effetti del karma che è già arrivato alla fruizione. L’intenzione che è sotto forma di causa cessa quando acquisisci una motivazione differente. Questo è dimostrato dai casi delle persone [che commisero assassinii ma più tardi si pentirono], come Angulimala, Ajatasatru, Asoka, Svaka e quelli che uccisero i loro padri. (Angulimala, benché fosse un assassino, pose fine alla sua violenza, divenne monaco e raggiunse lo stato di arhat. In questo modo sfuggì alla rinascita nei regni infernali e non sperimentò tra le sofferenze di quei regni gli effetti dell’uccidere. Ajatasatru era il figlio del Re Bimbisara; egli usurpò il trono e imprigionò suo padre, che morì in prigione. Più tardi, divenne un seguace devoto e virtuoso del Buddha. Come risultato, dopo la morte rinacque in un regno infernale, ma solo per un breve tempo, grazie al suo buon karma. Asoka fu uno dei più importanti monarchi della storia buddhista, che governò la maggior parte del subcontinente Indiano nel terzo secolo a.C. Seguendo una battaglia contro il Regno di Kalinga, egli provò grande rimorso e quindi si dedicò a seguire e propagare l’insegnamento; rinunciò alla violenza e si applicò a creare una società giusta e pacifica. I suoi editti sui pilastri e le iscrizioni sulle rocce evidenziano i suoi progetti sociali e l’incoraggiamento alla disciplina etica, alla tolleranza per le {400} religioni diverse, così come il sostegno alla comunità buddhista. Svaka (A-kya, 136.4) uccise sua madre.)
Dubbio: [Dopo le morti (delle loro vittime)] Ajatasatru e gli assassini delle loro madri avevano sviluppato altre attitudini virtuose. Perché allora rinacquero nell’Inferno Implacabile? Non erano riusciti al eliminare il loro karma?
Risposta: È stato insegnato che rinacquero in luoghi come l’Inferno Implacabile al fine di sviluppare la convinzione nel loro karma e nei suoi effetti. Non è vero che non riuscirono ad eliminare completamente il loro karma rimanente. Come una palla di seta che cade e rimbalza all’insù, rinacquero in un inferno e furono poi liberati. Stando così le cose, è provato sia che si possono sradicare completamente i peccati sia che il karma ha sicuramente i suoi effetti.
Non è certo che alcune particolari persone possano eliminare il loro karma. Il Buddha parlò di questo nel Sutra del Re delle Concentrazioni. Il Re Suradatta uccise Supuspacandra e provò contrizione per questo. (Supuspacandra era il guru delle regine del re Suradatta ed era un bodhisattva.) {257} [201] Egli eresse uno stupa e fece offerte molto vaste. Confessava i suoi peccati tre volte al giorno. Fece questo per novecentocinquanta miliardi di anni. Anche se mantenne la disciplina etica correttamente in quel modo, dopo la sua morte rinacque nell’Inferno Implacabile. Per dieci o venti miliardi di eoni sperimentò sofferenze senza limiti, poiché i suoi occhi venivano fatti fuoriuscire a forza e così via.
Nondimeno, la confessione non è senza senso, perché se non confessi i peccati, sperimenterai sofferenze più grandi e di durata maggiore che se tu li avessi confessati.
Tramite la confessione e la restrizione puoi purificarti dai peccati senza alcun residuo. Tuttavia c’è una grande differenza tra la purezza del non essere mai stato macchiato da un errore dall’inizio e la purezza raggiunta tramite la confessione dell’errore. Per esempio, (il testo) Livelli del Bodhisattva dice:
Tu puoi riparare l’avvenuta infrazione radice prendendo il voto del bodhisattva. Tuttavia, sarà impossibile raggiungere in questa vita il primo livello del bodhisattva.
Inoltre, il Sutra che Raccoglie Tutti i Fili Sarva-vaidalya-samgraha-sutra afferma che, anche se rimuovi i peccati, avrai bisogno almeno di dieci eoni per raggiungere il livello della sopportazione [il secondo dei quattro livelli del sentiero della Preparazione]:
Il giovane Manjushri chiese: “Oh Bhagavan, se qualcuno, sotto l’influenza di un compagno peccatore, dovesse fare qualcosa come abbandonare l’insegnamento, come potrebbe questa persona, oh Bhagavan, liberarsi da quell’azione in questa vita?”.
Il Bhagavan rispose: “Manjushri, se tu confessassi il tuo errore tre volte al giorno per sette anni, lo rimuoveresti. In seguito a questo, raggiungeresti il livello della sopportazione in dieci eoni, al minimo”.
Perciò, la completa purificazione significa purificarti completamente dal sorgere degli effetti spiacevoli. Tuttavia, dal momento che estendi di molto il tempo necessario per raggiungere le cose quali la conoscenza del sentiero, sforzati di non essere macchiato da errori dall’inizio. [202] Il Buddha disse che per questa ragione gli esseri nobili non si impegnano coscientemente nemmeno nel più sottile dei peccati o infrazioni, neppure per amore delle proprie vite. Se fosse vero che la purezza tramite la confessione è simile agli erro- ri che non sono mai avvenuti, allora non ci sarebbe bisogno di agire in questo modo.
Questo è evidente anche nel mondo. Benché una mano, un piede e così via, (una volta) danneggiati possano guarire, essi sono differenti da quelli che non hanno mai subito danni.
{258} Sforzandoti in quel modo, dovresti fare come dice la Collezione di Versi Indicativi:
Una persona dalla condotta peccaminosa,
Che ha commesso peccati e non ha guadagnato meriti,
Che si è separata dall’insegnamento ed è giunta al suo opposto,
Avrà paura della morte, come una fragile barca che va in pezzi in un grande fiume.
Una persona che abbia guadagnato meriti e non abbia commesso peccati,
E che abbia praticato l’insegnamento del sistema dei santi,
Non avrà mai paura della morte,
Come una barca robusta che attraversa un fiume.
Non agire come la persona del primo verso, ma fai tutto quello che puoi per agire come la persona del secondo verso.
Inoltre, ha poco senso dire molte parole ridondanti ma agire in modo sregolato. Anche se sai solo poche cose, c’è grande beneficio nel praticare qualsiasi insegnamento tu conosca, mettendo da parte ciò che è sbagliato e adottando ciò che è giusto. La Collezione di Versi Indicativi dice:
Gli indisciplinati possono parlare a lungo di ciò che è ragionevole,
Ma non agiscono di conseguenza.
Come i mandriani che contano il bestiame di altri,
Essi non ottengono la fortuna della pratica virtuosa.
Quelli che praticano l’insegnamento in conformità alle proprie istruzioni
E sradicano l’attaccamento, l’ostilità e l’ignoranza,
Ottengono la fortuna della pratica virtuosa,
Benché possano parlare poco di ciò che è ragionevole.
Dilettandosi della coscienziosità
E temendo l’indisciplina,
I monaci si tirano fuori dai reami miserevoli,
Come gli elefanti si tirano fuori dal fango.
Dilettandosi della coscienziosità
E temendo l’indisciplina,
I monaci scrollano via tutti i peccati
Come il vento scrolla le foglie dagli alberi.
Stando così le cose, la corretta visione del sorgere dipendente e la causalità dei due tipi di karma sono il fondamento indispensabile per le pratiche di tutti i Veicoli e gli scopi di tutti gli esseri. Come dice la Lettera a un Amico Suhrl-lekha di Nagarjuna:
Se tu effettivamente desideri lo stato elevato [come umano o deità] e la liberazione,
Devi necessariamente familiarizzare con la visione corretta. {259}
Con le visioni errate, anche una persona che agisca bene
Avrà fruizioni terribili in tutte le vite. [203]
Quindi, usando come illustrazioni ciò che è stato spiegato, dovresti guardare la Consapevolezza dell’Insegnamento Eccellente, il Sutra del Saggio e dello Sciocco, il Sutra delle Cento Azioni, le Cento Storie di Bodhisattva (Bodhi-sattvavadana-kalpalata), le prefazioni della disciplina, così come le altre scritture, per sviluppare una certezza intensa e duratura. Considera questo come un obiettivo di importanza cruciale.
Capitolo 16 L’ATTITUDINE DI UNA PERSONA DI CAPACITÀ MINORE {261}
b) La misura dell’attitudine di una persona di capacità minore
c) Eliminare le concezioni errate riguardo all’attitudine di una persona di capacità minore.
b) La misura dell’attitudine di una persona di capacità minore
In precedenza hai avuto un interesse naturale per questa vita, mentre il tuo interesse per le vite future è stato meramente una comprensione che si rifaceva a ciò che dicevano gli altri. Hai generato l’attitudine di una persona di capacità minore quando questi interessi hanno cambiato oggetto e il tuo interesse per il futuro è diventato predominante, mentre l’interesse per questa vita è diventato puramente incidentale. Comunque, devi rendere stabile questa attitudine. Perciò, una volta che si è presentata, coltivala diligentemente.
c) Eliminare le concezioni errate riguardo all’attitudine di una persona di capacità minore
Concezione errata: Nelle scritture si dice che devi distogliere la mente da tutte le cose eccellenti dell’esistenza ciclica. Qualcuno potrebbe interpretare male questo e pensare che sia improprio sviluppare interesse per lo stato elevato [come umano o deità] in cui il corpo, le risorse e cose simili sono eccellenti, per-ché (tale stato) è all’interno dell’esistenza ciclica.
Risposta: Ci sono due tipi di oggetti di interesse: quelli che tu cerchi con diligenza temporaneamente e quelli che cerchi diligentemente ai fini ultimi. Anche le persone che lottano per la liberazione devono con diligenza, {262} ma temporaneamente, cercare corpi eccellenti, ecc. nell’esistenza ciclica. Questo perché raggiungeranno alla fine la bontà certa tramite un succedersi di vite nello stato elevato. [204]
In aggiunta, all’interno dello stato elevato non tutto – corpo, risorse e attendenti eccellenti – è incluso nell’esistenza ciclica. Il corpo supremamente eccelso è l’incarnazione di un Buddha come forma; le risorse più eccellenti sono le ricchezze di questo regno di incarnazione; e gli attendenti più eccellenti sono il seguito di questa incarnazione. Intendendo questo, Maitreya dice, nell’Ornamento per i Sutra Mahayana, che ottieni lo stato elevato come umano o deità per mezzo delle prime quattro perfezioni:
Eccellenti risorse e corpo
E seguito eccellente, stato elevato.
Ancora, si dice in molti testi che raggiungi l’incarnazione di un Buddha come forma per mezzo delle prime quattro perfezioni.
Pertanto, coloro che conseguono l’onniscienza portano a compimento una gran quantità di disciplina etica eccezionale, generosità, pazienza e così via, per molto tempo. Di conseguenza, essi cercano pure gli effetti di questo stato elevato eccezionale, con il corpo e via dicendo.
Si parla del raggiungimento della meta finale, la bontà certa, nello Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva:
Affidandosi alla barca del corpo umano,
Liberati dal grande fiume della sofferenza.
Come dice Shantideva, devi affidarti a una vita in un regno felice , esemplificato nel verso dal corpo umano, e attraversare l’oceano dell’esistenza, raggiungendo l’onniscienza. Inoltre, devi passare successivamente attraverso molte vite. Di conseguenza, la disciplina etica, la causa preminente dell’ottenere un corpo in un regno felice, è la radice del sentiero.
Per di più, in un regno felice hai bisogno di un corpo che sia pienamente qualificato, perché, anche se hai raggiunto il sentiero, se il tuo corpo non è completamente qualificato e possiede buone qualità solo fino a un certo punto, farai uno scarso progresso. Per questo, non è sufficiente osservare parzialmente gli addestramenti fondamentali dei monaci novizi e cose del genere. Devi assolutamente sforzarti di mantenere gli addestramenti fondamentali dei monaci e così via, nella loro interezza.
Concezione errata: Alcuni dicono che se il mantenimento della disciplina etica è finalizzato al conseguimento di una rinascita in un regno felice, tu puoi ottenere questo anche con un voto di un giorno. Perciò, perché diventare monaco, che {263} è una vita difficile con uno scarso risultato? Altri dicono che se lo scopo dei voti della liberazione individuale è di diventare un arhat, perché diventare monaco e condurre una vita che è difficile e con un risultato scarso? Dovremmo piuttosto valutare una vita come praticante laico, perché puoi anche diventare un arhat in quel tipo di vita e, per di più, non puoi diventare monaco finché non raggiungi l’età di vent’anni. [205]
Risposta: Sappi che queste pretese sono una grande sciocchezza delle perso- ne che non comprendono i punti chiave dell’insegnamento. Piuttosto, sforzati
di mantenere in modo completo gli addestramenti fondamentali, assumendo
gradualmente i voti superiori mentre usi come supporto quelli inferiori.
Questo conclude la spiegazione dell’addestramento della mente negli stadi del sentiero che sono condivisi con le persone di minore capacità.
Capitolo 17 GLI OTTO TIPI DI SOFFERENZA {265}
2) Addestrare la mente negli stadi del sentiero condiviso con le persone di media capacità
a) L’addestramento mentale.
i) Identificare la mente intenta alla liberazione.
ii) Il metodo per sviluppare la mente intenta alla liberazione.
a’ Riflessione sulla sofferenza e la sua origine
1’ Riflessione sulla verità della sofferenza: i difetti dell’esistenza ciclica.
a” Mostrare il significato del fatto che il Buddha, tra le quattro nobili verità, asserì per prima la verità della sofferenza
b” L’effettiva meditazione sulla sofferenza
1” Riflessione sulla sofferenza universale dell’esistenza ciclica
(a) Riflessione sugli otto tipi di sofferenza
-
(i) La sofferenza della nascita
-
(ii) La sofferenza della vecchiaia
-
(iii) La sofferenza della malattia
-
(iv) La sofferenza della morte
-
(v) La sofferenza di incontrare ciò che è spiacevole
-
(vi) La sofferenza della separazione da ciò che è piacevole
(vii) La sofferenza di non ottenere ciò che desideri (viii) La sofferenza dei cinque aggregati fatti propri.
2) Addestrare la mente negli stadi del sentiero condiviso con le persone
di media capacità [206]
Mi inchino con rispetto ai reverendi insegnanti che hanno grande compassione.
Sii consapevole della morte e rifletti su come cadrai in un reame miserevole dopo la morte. Distogli la tua mente da questo mondo e {266} cerca diligentemente una felice rinascita futura. Se ti sforzi di rifiutare il peccato e di coltivare la virtù tramite la pratica base del prendere rifugio e tramite la riflessione sul karma virtuoso e non-virtuoso e sulla certezza dei loro risultati, otterrai una rinascita felice. Tuttavia, non accontentarti solo di questo: dopo aver sviluppato l’attitudine che è condivisa con le persone di minore capacità, sviluppa l’attitudine che è condivisa con le persone di media capacità vale a dire: disgusto per tutta l’esistenza ciclica. Su questa base, puoi aspirare a diventare una persona di grande capacità, sviluppando la mente della suprema illuminazione.
Di conseguenza, devi addestrarti nell’attitudine della persona di media capacità. Perché? Perché anche se tu dovessi raggiungere il livello di una deità o di un umano, saresti in errore se credessi essere questo piacevole per natura, dal momento che non saresti ancora sfuggito alla sofferenza dell’essere condizionato. (La sofferenza pervasiva dell’essere condizionati è uno dei tre tipi di sofferenza discussi in maggior dettaglio più avanti. Gli altri due sono la sofferenza del dolore e la sofferenza del cambiamento.) Perciò, in realtà, non avresti felicità di alcun tipo, la tua vita finirebbe ancora male, perché sicuramente cadresti ancora in un regno miserevole. Una vita umana o divina è come riposare su un precipizio giusto prima di cadere nell’abisso. Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva:
Dopo essere giunto ripetutamente a nascite felici,
E aver sperimentato in esse molta gioia,
Muori e cadi nella sofferenza
Protratta e insopportabile dei reami miserevoli.
Lettera a uno Studente Sisya-lekha di Ciandragomin: [207]
Tu che ruoti costantemente nell’esistenza ciclica,
Che entri però in un reame felice scambiando la semplice calma con la felicità,
Vagherai certamente senza aiuto
Attraverso centinaia di reami simili o diversi.
Di conseguenza, devi diventare completamente disincantato rispetto ai reami felici come lo eri rispetto ai reami miserevoli. Come dice Quattrocento Stanze di Aryadeva:
Lo stato elevato spaventa i saggi
Tanto quanto l’inferno.
Raro è lo stato di esistenza
Che non li terrorizza.
Anche il Sommario in Versi della Perfezione della Saggezza in Ottomila Versi Ratna-guna-sancaya-gatha dice:
Quelli le cui menti sono attaccate all’esistenza ciclica continueranno a vagare costantemente in essa.
{267} La Lettera a uno Studente Sisya-lekha:
Più ti fai l’idea che tutti gli esseri siano felici,
Più diventa densa l’oscurità della tua illusione.
Più ti fai l’idea che tutti gli esseri soffrano,
Più diminuisce l’oscurità della tua illusione.
Più contempli ciò che è piacevole,
Più si propagano le fiamme dell’attaccamento.
Più contempli ciò che è spiacevole,
Più si riducono le fiamme dell’attaccamento.
Da tempo senza inizio sei stato condizionato a credere che le meraviglie dell’esistenza ciclica siano sorgenti di felicità ed hai abitualmente proiettato su di esse una falsa immagine di bellezza. Ma se, come rimedio, ti addestri a meditare sulla sofferenza e sulla sgradevolezza, porrai fine a queste idee sbagliate. Ciandragomin dice che, se ometti di meditare su queste, l’ignoranza e l’attaccamento cresceranno e continuerai ad alimentare il processo dell’esistenza ciclica. Quindi, è di vitale importanza meditare sui difetti dell’esistenza ciclica.
I difetti dell’esistenza ciclica sono spiegati in tre parti:
1. L’addestramento mentale (Capitoli 17-21)
2. La misura della determinazione di essere liberi (Capitolo 22)
3. Dissipare le concezioni errate (Capitolo 22)
a) L’addestramento mentale Questo è spiegato in due parti:
1. Identificare la mente intenta alla liberazione
2. Il metodo per sviluppare la mente intenta alla liberazione
i) Identificare la mente intenta alla liberazione [208]
Liberazione significa libertà dal legame, e ciò che ti lega all’esistenza ciclica è il karma e le afflizioni. Sotto il loro potere, gli aggregati sono rinati in maniera triplice: nei termini dei tre reami, essi sono rinati nel regno del desiderio, e così via; nei termini dei tipi di esseri, essi sono rinati come i cinque [deità, esseri umani, animali, spiriti affamati e esseri infernali] o sei tipi di esseri [i cinque più i semi-dèi]; e nei termini dei tipi di nascita, essi sono rinati in quattro modi – per nascita da un utero, nascita da uova, nascita da calore e umidità, e nascita spontanea. Poiché questa è la natura del legame, la libertà dalla rinascita forzata dal karma e dalle afflizioni è liberazione, e il desiderio di ottenere quella libertà è la mente intenta alla liberazione.
{268} Momento dopo momento l’attività composizionale del karma e delle afflizioni sorge ed è distrutta, ma questa distruzione non è liberazione. Benché le cose che sono state prodotte non persistono per un secondo momento, questa distruzione non dipende dalle condizioni per la liberazione, tipo la coltivazione di un rimedio [conoscenza dell’assenza del sé]. Se questa fosse liberazione, ne conseguirebbe che tutti sarebbero liberati senza sforzo, e questo è assurdo. Quindi, se tu tralasci di coltivare il rimedio, in futuro rinascerai, dato che la rinascita si arresta solo coltivando il rimedio.
ii) Il metodo per sviluppare la mente intenta alla liberazione
Il desiderio di alleviare la sofferenza della sete è basato sul constatare che non vuoi essere tormentato dalla sete. Allo stesso modo, il desiderio di raggiungere la liberazione, che allevia la sofferenza degli aggregati fatti propri dal karma e dalle afflizioni, è basato sul constatare che gli aggregati fatti propri sono imperfetti in quanto la loro natura è sofferenza. A meno che non sviluppi la determinazione di rifiutare l’esistenza ciclica mediante la meditazione sui suoi difetti, non cercherai sollievo dalla sofferenza degli aggregati fatti propri. Le Quattrocento Stanze:
Come può apprezzare la pace colui che
Non è disincantato rispetto a questo mondo?
L’esistenza ciclica, come la dimora,
È difficile da lasciare alle spalle.
Sviluppare la mente intenta alla liberazione ha due parti:
1. Riflessione sulla sofferenza e la sua origine (Capitolo 17-20)
2. Riflessione dal punto di vista dei dodici (aspetti del) sorgere dipendente (Capitolo 21)
a’ Riflessione sulla sofferenza e la sua origine Questo è spiegato in due parti:
1. Riflessione sulla verità della sofferenza, i difetti dell’esistenza ciclica (Capitoli 17-19)
2. Riflessione sul processo dell’esistenza ciclica nei termini della sua origine (Capitolo 20)
1’ Riflessione sulla verità della sofferenza – i difetti dell’esistenza ciclica La riflessione sulla verità della sofferenza è spiegata nei termini di:
1. {269} Mostrare il significato del fatto che il Buddha, tra le quattro verità, ha asserito per prima la verità della sofferenza
2. L’effettiva meditazione sulla sofferenza
a” Mostrare il significato del fatto che il Buddha, tra le quattro nobili verità, asserì per prima la verità della sofferenza
Dubbio: [209] Le vere origini sono le cause e le vere sofferenze sono i loro effetti. Perché, allora, il Bhagavan rovesciò l’ordine, se le origini precedono le sofferenze, e disse: “Monaci, questa è la nobile verità della sofferenza; questa è la nobile verità dell’origine”?
Risposta: In questo caso, l’Insegnante rovesciò la sequenza di causa ed effetto, non per errore, ma perché questo capovolgimento è vitale per la pratica. Perché? Se i suoi discepoli non riuscissero a sviluppare per prima la giusta determinazione di liberarsi dall’esistenza ciclica, troncherebbero la radice stessa della liberazione. Come potrebbe lui condurli allora alla liberazione? Così, all’inizio, il buio dell’ignoranza avvolgeva i suoi studenti; essi fraintendevano le meraviglie dell’esistenza ciclica, che sono di fatto sofferenza, scambiandole per felicità. Come dice Quattrocento Stanze:
Sciocco! Se non c’è alcun termine
A questo oceano di sofferenza,
Perché tu,
Che vi sei impigliato, non hai paura?
Dicendo “Di fatto questa [esistenza ciclica] non è felicità ma sofferenza”, il Buddha spiegò molte forme di sofferenza, e condusse i suoi discepoli a disin- cantarsi rispetto all’esistenza ciclica e a riconoscerla come sofferenza. Poiché questa è una pre-condizione necessaria, il Buddha parlò per prima della verità della sofferenza.
Una volta che hai riconosciuto la sofferenza, ti vedi sommerso in un oceano di sofferenza e realizzi che, se vuoi essere liberato dalla sofferenza, devi per forza contrastarla. In aggiunta, riconosci che non puoi porre fine alla sofferenza a meno che non annulli la sua causa. Investigando sulla causa della sofferenza, giungi a comprendere la sua vera origine. Di conseguenza, il Buddha parlò dopo della verità dell’origine. [210]
Successivamente, tu sviluppi la comprensione della verità dell’origine e la com- prensione che il karma contaminato produce la sofferenza dell’esistenza ciclica, che le afflizioni producono il karma e che la concezione del sé è la radice delle afflizioni. Quando vedrai che puoi eliminare la concezione del sé, farai voto di realizzare {270} la sua cessazione, che è anche la cessazione della sofferenza. Perciò il Buddha parlò dopo della verità della cessazione.
Dubbio: Se insegnare la verità della sofferenza promuove il desiderio di liberazione, il Buddha non avrebbe dovuto insegnare la verità della cessazione immediatamente dopo aver insegnato la verità della sofferenza?
Risposta: Non c’è errore. Perché? A questo punto, dopo che hai riconosciuto la verità della sofferenza, tu hai un desiderio di liberazione e pensi: “Se solo potessi raggiungere la cessazione che solleva da questa sofferenza!”. Ma se non hai identificato la causa della sofferenza e non hai visto che puoi eliminare quella causa, non consideri ancora la liberazione come qualcosa di raggiungibile e perciò non pensi: “Io realizzerò la cessazione”.
In questo modo, quando pensi: “Realizzerò la cessazione, che è liberazione”, sorge in te l’interesse per la verità del sentiero, interrogandoti sul sentiero che conduce a questa cessazione. Per questa ragione, il Buddha parlò per ultimo della verità del sentiero.
Allo stesso modo, il Continuum Sublime dice:
Riconosci che sei ammalato; elimina la causa della malattia;
Ottieni la salute; abbi fiducia in un rimedio.
Analogamente, dovresti riconoscere, eliminare, ottenere e aver fiducia rispettivamente nella
Sofferenza, la sua causa, la sua cessazione e il sentiero.
Stando così le cose, le quattro verità sono insegnate ripetutamente dal Mahayana all’Hinayana. Dal momento che il Sugata ha incluso nelle quattro verità i punti vitali concernenti il processo dell’esistenza ciclica e della sua cessazione, questo insegnamento è cruciale per ottenere la liberazione. Poiché questo profilo sinottico della pratica è importante, deve essere insegnato agli studenti proprio in questo ordine. Perché? A meno che tu non rifletta sulla verità della sofferenza al punto da diventare effettivamente disgustato dall’esistenza ciclica, il tuo desiderio di ottenere la liberazione sarà mere parole e qualunque cosa tu faccia condurrà ad originare ulteriore sofferenza. A meno che tu non rifletta sull’origine della sofferenza, finché non avrai una buona comprensione della radice dell’esistenza ciclica, che è il karma e le afflizioni, sarai come un arciere che non vede il bersaglio – non afferrerai i punti essenziali del sentiero. Tu scambierai per il sentiero ciò che non è il sentiero per la liberazione dall’esistenza ciclica e ti esaurirai senza risultato. Infine, se non riesci a comprendere il bisogno di eliminare la sofferenza e la sua origine, non riuscirai neanche a riconoscere la liberazione che offre sollievo dalla sofferenza e dalla sua origine; [211] quindi il tuo interesse per la liberazione sarà un mera presunzione.
b” L’effettiva meditazione sulla sofferenza {271}
L’effettiva meditazione sulla sofferenza è spiegata in due parti:
1. Riflessione sulla sofferenza universale dell’esistenza ciclica (Capitolo 17- 19)
2. Riflessione sulle sofferenze specifiche (Capitolo 19)
1” Riflessione sulla sofferenza universale dell’esistenza ciclica Questo è diviso in tre:
1. Riflessione sugli otto tipi di sofferenza
2. Riflessione sui sei tipi di sofferenza (Capitolo 18)
3. Meditazione sui tre tipi di sofferenza (Capitolo 19)
(a) Riflessione sugli otto tipi di sofferenza
Medita secondo quanto è detto in Lettera ad un Amico di Nagarjuna:
Vostra Altezza, siate disincantato rispetto all’esistenza ciclica,
Che è l’origine di molte sofferenze,
Essere privato di ciò che vorresti, morte, malattia, vecchiaia e così via.
(Si legge des in luogo di nges in LRCM, p.211, linea 5; des pa, “Sua Maestà”. Suhrllekha è indirizzata al re bDe-spyod, che a volte è identificato come Gautamiputra Satkarni, della dinastia Satavahana.) Qui, coltivare un senso di disincanto rispetto all’esistenza ciclica significa riflettere su di essa come origine di molte sofferenze. Gli otto tipi di sofferenza includono i quattro che Nagarjuna espone esplicitamente – essere privato di ciò che vorresti, e così via – così come i quattro che sono indicati dalle parole “e così via”. (Questi quattro sono menzionati più avanti nel testo. Essi sono: la sofferenza della (1) nascita, (2) imbattersi in ciò che è spiacevole, (3) cercare e tuttavia non ottenere ciò che vuoi, e (4) i cinque aggregati fatti propri.) Il Bhagavan insegnava questi otto in molti discorsi quando identificava la verità della sofferenza.
Durante ciascuna delle sessioni in cui mediti sugli insegnamenti condivisi con le persone di media capacità, prendi anche (in esame) gli insegnamenti condivisi che ho spiegato nella sezione sulle pratiche appropriate per le persone di minore capacità. Quanto agli insegnamenti che non sono condivisi con le persone di minore capacità, se la tua mente è forte, mantienili nella meditazione esattamente nel modo in cui li ho scritti qui; se è debole, allora lascia fuori le citazioni scritturali e medita solo sul significato dei punti che ho delineato.
Benché queste siano meditazioni analitiche, dovresti nondimeno arrestare l’eccitazione e così via (Questo è un riferimento ai cinque difetti che impediscono la meditazione: pigrizia, dimenticare le istruzioni personali, eccitazione e mollezza, non applicare i rimedi, e applicare eccessivamente i rimedi.) rispetto al tuo oggetto mentale, non prendendo alcun oggetto – virtuoso, non-virtuoso, o eticamente neutro – diverso da quello su cui stai meditando. Senza lasciare cadere la tua mente sotto l’influenza del sonno, della letargia o della mollezza, medita continuamente in uno stato di coscienza che sia veramente chiaro {272} e puro. Questo perché, come dice Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva, qualsiasi pratica virtuosa darà scarso risultato se la mente è distratta:
Colui Che Conosce la Realtà ha detto che
Preghiere, austerità e cose simili,
Anche se praticate per molto tempo,
Sono inutili se fatte con mente distratta. [212]
Anche il Sutra del Coltivare la Fede nel Mahayana (Mahayana-prasada- prabhavana-sutra) dice:
Oh figlio di buona famiglia, da questa enumerazione dovresti conoscere che la fede nel Mahayana dei Bodhisattva e tutto ciò che emerge dal Mahayana, deriva dal contemplare correttamente il significato e l’insegnamento con una mente che non sia distratta.
Qui, una “mente che non sia distratta” significa una mente che non vaghi verso oggetti che siano diversi dall’oggetto virtuoso di meditazione; “il significato e l’insegnamento” si riferisce al significato e alle parole; e “contemplare corretta- mente” significa analizzare e riflettere con discernimento. Questo mostra che qualsiasi conseguimento di una qualità virtuosa richiede sia una focalizzazione senza distrazioni che il discernimento analitico. Perciò il Buddha dice che qualsiasi conseguimento di una qualità virtuosa nei tre veicoli richiede uno stato mentale che sia (1) tanto un’effettiva serenità meditativa, o qualcosa di simile ad essa, che si basi univocamente sul suo oggetto di meditazione senza allontanarsi da esso, quanto (2) un’effettiva visione penetrante intuitiva, o qualcosa di simile ad essa, che analizzi con cura un oggetto virtuoso di meditazione e distingua sia la reale natura che la diversità dei fenomeni. Similmente, il Sutra che Svela il Significato Inteso (Samdhi-nirmocana-sutra) dice:
Maitreya, dovresti sapere che tutte le qualità virtuose, mondane e sovramondane, degli sravaka, dei bodhisattva o dei tathagata sono il risultato di serenità meditativa e visione penetrante intuitiva.
Interpreta qui “serenità meditativa” e “visione penetrante intuitiva” come inclusive sia delle effettive serenità meditativa e visione penetrante intuitiva che degli stati della mente simili ad esse, perché non è certo che tutte le buone qualità dei tre veicoli si sviluppino come risultato di effettive serenità e visione penetrante intuitiva.
(i) La sofferenza della nascita
Ci sono cinque punti da contemplare:
1) La nascita è sofferenza perché è associata al dolore: [213] la nascita è accompagnata da molte sensazioni intense di pena per i seguenti quattro tipi di esseri viventi: quelli nati come esseri infernali, {273} come spiriti affamati che invariabilmente soffrono, esseri nati da un utero ed esseri nati da un uovo.
2) La nascita è sofferenza perché è associata alle tendenze disfunzionali: (“Tendenze disfunzionali” traduce daustulya, gnas ngan len. Come questo paragrafo rende chiaro, questo termine si riferisce alla presenza dei semi, o latenze predisponenti, di un karma afflitto e al modo in cui queste latenze predisponenti rendono difficile usare il corpo e la mente per le pratiche del sentiero.) tutti i fattori composizionali dei tre reami, poiché sono associati a tendenze disfunzionali che sono in armonia con la classe delle afflizioni, sono inadatti [al servizio della virtù] e sono incontrollabili. Per di più, una volta che possiedi i fattori composizionali di un essere vivente all’interno dei tre reami, anche tu sei vincolato a tendenze disfunzionali che sono in armonia con la classe delle afflizioni. In breve, poiché i fattori composizionali sono associati ai semi che generano, sostengono e accrescono le afflizioni, essi sono inadatti al servizio della virtù; per di più, tu non puoi controllarli come desidereresti.
3) La nascita è sofferenza perché è l’origine della sofferenza: tu nasci nei tre reami e su quella base soffri per la vecchiaia, la malattia e la morte.
4) La nascita è sofferenza perché è l’origine delle afflizioni: quando nasci nell’esistenza ciclica, i tre veleni mentali sorgono per gli oggetti di attaccamento, ostilità ed ignoranza e, come risultato, corpo e mente sono disturbati e sono nel dolore, e tu non puoi essere felice. Le afflizioni tormentano il tuo corpo e la tua mente in numerosi modi.
5) La nascita è sofferenza perché è una separazione non voluta: tutte le nascite finiscono in morte, che è indesiderabile e ti fa sperimentare solo sofferenza.
In tal modo, alla nascita sei legato al dolore ed equipaggiato con tendenze disfunzionali. La nascita porta alla malattia, invecchiamento e così di seguito, così come alle afflizioni e alla morte. Considera come anche queste diano origine alla sofferenza.
In particolare, la sofferenza che subisci nell’utero è come descritta in Lettera a uno Studente Sisya-lekha di Ciandragomin: [214]
Dopo che sei entrato nell’utero, che è come l’inferno,
Sei circondato da sporcizia maleodorante
E intrappolato nel buio più fitto.
Col corpo senza spazio per muoversi, devi sopportare enormi sofferenze.
Il Sutra della Discesa nell’Utero Garbhavakranti-sutra spiega il significato di queste parole:
Insudiciato da quantità di orina, sostanze simili al cervello, saliva densa e midollo, il feto sta sopra gli intestini e sotto lo stomaco, in uno spazio che è pieno di molti tipi di sporcizia ed è {274} la dimora di miriadi di batteri, con due aperture veramente maleodoranti e cavità e aperture nelle ossa. La sua parte davanti è rivolta verso le vertebre e quella dietro verso la parete dello stomaco. Ogni mese è nutrito dal sangue uterino della madre. Le parti di cibo che sua madre ha mangiato sono masticate dalle sue due file di denti e inghiottite. Quando è inghiottito, il cibo è inumidito da sotto dalla saliva e dal liquido trasudante delle infiammazioni della bocca, mentre è contaminato da sopra da saliva densa. I residui di quel cibo simile al vomito entrano da sopra attraverso l’apertura del cordone ombelicale e producono la crescita. Tramite gli stadi dell’ingrossarsi, del vibrare, lo stadio allungato e lo stadio globulare, l’embrione viene completamente trasformato in un feto con braccia e gambe. La placenta circonda le sue braccia, gambe e guance. Puzzolente come un vecchio fazzoletto usato per il muco, il fetore è insopportabile. Racchiuso nel buio più fitto, si muove in su e in giù. I sapori amari, acidi, piccanti, salati, speziati e astringenti del cibo lo affliggono come carboni ardenti. Come un verme intestinale, si nutre di fluidi sudici; esso si trova in un pantano che trasuda sporcizia marcescente. La sua forza vitale è instabile. Il calore del corpo di sua madre lo tormenta, lo scalda e lo surriscalda, tutto in tre gradazioni: leggermente, moderatamente e grandemente. Esso sperimenta un tormento penoso, intenso, violento e insopportabile. Ogni volta che sua madre si muove un po’, moderatamente o molto, anch’esso si muove allo stesso modo, costretto da cinque legami. [I cinque legami sono: due braccia, due gambe e la testa.] Esso sperimenta un tormento che è penoso, intenso, violento, insopportabile e quasi inconcepibile, come se fosse stato cacciato in una fossa di ceneri ardenti.
Similmente, si dice che il feto è danneggiato nell’utero quando la madre mangia troppo o troppo poco, mangia cibo che è troppo unto, piccante, freddo, caldo, salato, acido, dolce, amaro, speziato, o astringente; indulge ai suoi desideri sessuali; corre troppo o troppo veloce; salta o nuota; o siede o si accovaccia di fronte al fuoco. Si dice anche che il feto è delimitato dallo stomaco e tenuto fermo dagli intestini, come se fosse legato dai cinque legami o impalato su un paletto. C’è anche ulteriore sofferenza quando il bambino emerge dall’utero e nasce all’esterno. Lettera a uno Studente di Ciandragomin Sisya-lekha dice:
È schiacciato lentamente, come i semi di sesamo in una pressa per l’olio,
E poi in qualche modo nasce.
Nondimeno, quelli che non perdono la vita immediatamente
Devono disporsi a penare.
Il corpo che dimorò e crebbe in quella sporcizia
È imbrattato dal viscidume dell’utero e ha un cattivo odore insopportabile.
La memoria è perduta, essendogli inflitto un tale tormento,
Che è come subire la bruciatura di una pustola infiammata o come essere {275} sul punto di vomitare.
Il Sutra della Discesa nell’Utero Garbhavakranti-sutra spiega il significato di queste parole:
Così, quando tutte le sua membra maggiori e minori si sono sviluppate, il feto si agita in un luogo spaventoso, profondamente oscuro, di orina putrida colante, ha un puzzo insopportabile, è contaminato da escrementi e orina ed (è) continuamente gocciolante di sporcizia fetida, sangue e fluidi putridi. L’energia che nasce dalla maturazione di karma precedente fa rigirare i suoi piedi all’insù e la testa all’ingiù, verso l’apertura. Con entrambe le braccia ritratte, è lievemente, moderatamente e completamente schiacciato tre due macchine di ossa. [216] I penosi, intensi, violenti e insopportabili tormenti fanno diventare blu tutte le membra del corpo, dolenti come ferite fresche. Tutti gli organi del corpo diventano caldi. Dal momento che la secrezione uterina è ora molto ridotta, la superficie del corpo si secca e così le labbra, la gola e il cuore si inaridiscono. Costretto in uno spazio limitato e pieno di insostenibile terrore, esso emerge, per quanto difficile possa essere, quando trascinato fuori per l’influsso di cause e condizioni, da energie che sorgono dalla maturazione di karma precedente. Una volta fuori, l’aria brucia come liquido caustico su una ferita; il semplice tocco di una mano o di un tessuto è percepito come il taglio di una lama. Esso sperimenta un tormento penoso, intenso, violento e insopportabile.
Si dice che quando è preso in grembo da qualcuno o cose simili, o toccato con oggetti caldi o freddi, il bimbo neonato sperimenti un tormento penoso, intenso, violento e insopportabile, come una mucca scorticata che venga mangiata da insetti parassiti o come un lebbroso le cui lesioni siano colpite con una frusta.
Tra gli otto tipi di sofferenza, considera questo primo tipo, insieme agli otto tipi [la sofferenza dei cinque aggregati fatti propri], come il più cruciale e medita su entrambi. Perciò, come spiegato prima, dovresti investigare ripetutamente su di essi con la saggezza discriminante e meditare su di essi.
(ii) La sofferenza della vecchiaia Ci sono cinque punti da contemplare:
1) Un corpo avvenente si deteriora: la tua schiena si incurva come un arco; la tua testa è bianca come il fiore dell’erba dra-wa; le rughe coprono la tua fronte come le linee di un’assicella tagliente. In modi come questi, la giovinezza viene meno e diventi privo di attrattiva.
2) {276} La forza e il vigore fisico si deteriorano: per esempio, quando siedi, ti lasci cadere come un sacco di immondizia tagliato da una corda; quando ti alzi è come sradicare un albero; quando parli sei incoerente; e quando cammini, incespichi. [217]
3) I sensi si deteriorano: i tuoi occhi non riescono a vedere le forme chiaramente, e così via; e il potere della memoria e delle altre facoltà diminuisce per l’estrema smemoratezza, e così via.
4) Il godimento degli oggetti dei sensi si affievolisce: hai difficoltà a digerire cibo e bevande, e non puoi godere degli oggetti desiderabili.
5) Il deterioramento della vita è penoso: siccome la tua vita si avvicina all’esaurimento, ti dirigi rapidamente verso la morte.
Pensa ripetutamente a questi punti. Come dice il Lalita-vistara-sutra Sutra del Grande Gioco:
Come l’invecchiamento progredisce e noi superiamo un certo punto,
Siamo come un albero colpito da un fulmine,
Inariditi dalla vecchiaia come una terribile casa decrepita.
Oh Saggio, parla prontamente della via di fuga dalla vecchiaia.
L’età indebolisce le masse di uomini e donne
Come una tempesta di vento strappa le piante rampicanti da un bosco di alberi di sal.
L’età ruba il nostro vigore, abilità e forza,
È come se fossimo conficcati nel fango.
L’età rende non attraenti i corpi attraenti.
L’età ruba la nostra gloria e la nostra forza.
L’età ruba la nostra felicità e ci rende soggetti a insulti.
L’età ruba il nostro vigore; l’età causa la morte.
Jen-nga-wa disse: “Il dolore della morte è orribile ma breve; come è orribile l’invecchiamento!”. Ga-ma-pa disse: “È bene che l’invecchiamento avvenga poco per volta. Se avvenisse in un sol colpo, sarebbe intollerabile”.
(iii) La sofferenza della malattia
Anche qui ci sono cinque punti [da contemplare]:
1) La malattia cambia la natura del corpo: la carne si consuma, la pelle si secca, e così via.
2) Pena e tormento aumentano e sono raramente assenti: gli elementi del corpo – acqua, terra, aria e fuoco – non sono in equilibrio e fluttuano caoticamente, causando tormento fisico, che a sua volta produce angoscia mentale. Voi passate notte e giorno in questo stato.
3) Non c’è desiderio per le cose attraenti: poiché vi si dice che le cose desiderabili nuocciono ai malati, non potete indulgere {277} liberamente in esse; [218] e non avete la libertà di movimenti e posture che desiderereste.
4) Dovete far ricorso, anche se controvoglia, a oggetti spiacevoli: i malati sono costretti a prendere medicine, cibo, bevande e simili, di gusto sgradevole, e devono affidarsi a terapie severe che implicano cose tipo l’essere bruciati col fuoco o l’essere penetrati da strumenti.
5) Perdete la vostra energia vitale: è penoso realizzare che la vostra malattia è terminale.
Riflettete con cura su questi punti. Come dice il Sutra del Grande Gioco:
Centinaia di malattie e il dolore della malattia rampante
Ci affliggono, come gli umani opprimono gli animali selvaggi.
Guarda agli esseri sopraffatti dalla vecchiaia e dalla malattia
E parla prontamente della via di fuga dalla sofferenza.
Nell’inverno profondo, il vento e le grandi bufere di neve
Tolgono il vigore alle erbe, agli arbusti, agli alberi, alle erbe officinali.
Allo stesso modo, la malattia toglie il vigore agli esseri viventi;
Essa stronca le loro facoltà, l’apparenza fisica e la forza.
Essa prosciuga fino all’ultimo una grande fortuna di ricchezza e grano.
La malattia umilia costantemente gli esseri viventi;
Li danneggia ed è sprezzante della bellezza.
Li tormenta come il sole che picchia dal cielo.
(iv) La sofferenza della morte
Di nuovo, ci sono cinque punti da contemplare:
1) Sei separato da oggetti che sono belli ed attraenti.
2) Sei separato da parenti stretti che sono belli e attraenti.
3) Sei separato da compagni che sono belli e attraenti
4) Sei privato di un corpo che è bello e attraente
5) Quando muori, sperimenti terribile dolore e angoscia.
Rifletti ripetutamente su questi (punti), finché diventi disincantato.
In che modo i primi quattro tra questi costituiscono sofferenza? Tu soffri nel vedere che stai perdendo queste quattro cose eccellenti. Il Sutra del Grande
Gioco:
Tu muori e passi a un’altra vita, e nel fare questo
Sei separato per sempre dalle persone che sono meravigliose e amate. [219] {278} Come una foglia caduta da un albero, o la corrente di un fiume, Non ritornerai mai e non li rincontrerai ancora.
La morte rende debole il potente.
La morte ti porta via come un fiume trasporta via un tronco.
Le persone vanno da sole, non accompagnate, senza un compagno – Impotenti, perché il loro karma ha i suoi effetti.
La morte afferra miriadi di esseri viventi,
Come i mostri marini afferrano moltitudini di creature,
Come un’aquila afferra un serpente, o un leone un elefante, Come il fuoco fa presa sull’erba, gli alberi e le creature brulicanti.
(v) La sofferenza di incontrare ciò che è spiacevole Anche qui ci sono cinque punti da contemplare:
1) Per esempio, il semplice incontrare i tuoi nemici ti causa dolore e angoscia.
2) Stai con la paura di essere punito da loro.
3) Temi che parleranno con malevolenza, senza parole gentili.
4) Hai terrore della morte.
5) Ti preoccupi di andare in un regno miserevole dopo la morte, per aver agito in modi contrari all’insegnamento.
Rifletti su questi (punti).
(vi) La sofferenza della separazione da ciò che è piacevole Di nuovo, ci sono cinque punti da contemplare:
1) Nella tua mente sorge il dolore.
2) Nelle tue parole ti lamenti.
3) Tu arrechi danno al tuo stesso corpo.
4) Sei rattristato ricordando e sentendo la mancanza delle buone qualità di ciò che hai perso.
5) Non è più possibile ricorrere a ciò che hai perso.
Rifletti su questi (punti).
(vii) La sofferenza di non ottenere ciò che desideri
Di nuovo, ci sono cinque punti, simili alla separazione da ciò che è piacevole. Cer- care ma non ottenere ciò che vuoi, significa, per esempio, coltivare un campo ma non fare il raccolto, oppure mettersi in un affare ma non riceverne profitto. La pena del disappunto deriva dal lavorare sodo per ottenere qualcosa che desideri con ardore e poi non ottenerla.
{279} (viii) La sofferenza dei cinque aggregati fatti propri (dal karma e dalle afflizioni mentali)
Il Buddha disse: “In breve, i cinque aggregati fatti propri sono sofferenza” Nidana-samyukta. La riflessione sul significato di questo insegnamento contempla di nuovo cinque punti. È nella natura dei cinque aggregati fatti propri dal karma e dalle afflizioni di essere:
(1) recipienti per la futura sofferenza;
(2) recipienti per la sofferenza basata su ciò che esiste al presente; [220]
(3) recipienti per la sofferenza del dolore;
(4) recipienti par la sofferenza del cambiamento;
(5) recipienti per la sofferenza dello stato condizionato.
Rifletti ripetutamente su questo.
Qui, rispetto al primo punto, tu induci la sofferenza nelle vite future prendendo questi aggregati fatti propri. Quanto al secondo, gli aggregati fatti propri for- mano la base per gli stati che, come la malattia e la vecchiaia, sono fondati sugli aggregati già esistenti. Il terzo e il quarto sono prodotti perché gli aggregati fatti propri sono connessi alle tendenze disfunzionali verso questi due tipi di sofferenza. Riguardo al quinto, l’esistenza stessa degli aggregati fatti propri costituisce la natura della sofferenza dello stato condizionato, perché tutti i fattori composizionali, che dipendono dal karma e dalle afflizioni precedenti, sono la sofferenza dello stato condizionato. Questo sarà spiegato in dettaglio nella sezione sulle tre sofferenze.
Se non coltivi un genuino senso di disincanto rispetto all’esistenza ciclica, la cui natura sono gli aggregati fatti propri, non avrai la possibilità di sviluppare una mente genuina intenta alla liberazione, e non ci sarà modo che tu sviluppi la grande compassione per gli esseri viventi che migrano nell’esistenza ciclica. Per cui, questa riflessione è estremamente importante, a prescindere dal veicolo, Mahayana o Hinayana, in cui entri. Anche quando hai sviluppato un senso di disincanto rispetto all’esistenza ciclica, segui le scritture senza difetti e i commentari autorevoli e persegui la comprensione esatta di essi. Poi usa una prolungata meditazione analitica che discerne per attuare una potente trasformazione della tua mente.
In questo modo, io ho seguito la presentazione ben fondata di Asanga nello spiegare il proposito del Bhagavan nell’insegnare gli otto tipi di sofferenza come via per comprendere la verità della sofferenza, i difetti dell’esistenza ciclica.
{280} Bo-do-wa disse:
Appena nasciamo come uno dei sei tipi di esseri, siamo messi di fronte alla sofferenza della malattia, della morte e via di seguito. Quando è presente la causa della malattia, siamo malati; quando è presente la causa della morte, moriamo. Questo non è né inappropriato né accidentale; è il carattere della natura dell’esistenza ciclica. Mentre siamo nell’esistenza ciclica, non vi si sfugge. Se siamo disgustati da essa, possiamo allora eliminare il processo della nascita. [221] Per fare ciò, dobbiamo eliminare la sua causa.
Rifletti in questo modo sul sorgere delle sofferenze spiegate sopra: le sofferenze della nascita, della vecchiaia, della malattia, della morte e via di seguito.
Capitolo 18 I SEI TIPI DI SOFFERENZA {281}
(b) Riflessione sui sei tipi di sofferenza
-
(i) Il difetto dell’incertezza
-
(ii) Il difetto dell’insaziabilità
-
(iii) Il difetto dello spogliarsi ripetutamente dei corpi
-
(iv) Il difetto della rinascita ripetuta
-
(v) Il difetto di discendere ripetutamente dall’alto al basso
-
(vi) Il difetto di non avere compagni
(b) Riflessione sui sei tipi di sofferenza
Chiare Parole: Spiegazione della “Lettera ad un Amico” [di Mahamati] dice che ci sono sette tipi di sofferenza, ma dal momento che l’ultima riespone ciascuno dei difetti, qui dovreste contemplarne sei tipi.
(i) Il difetto dell’incertezza
Nel passare attraverso l’esistenza ciclica, i parenti stretti come tuo padre e tua madre diventano nemici in altre vite, mentre i nemici diventano parenti stretti. Analogamente, tuo padre diventa tuo figlio e tuo figlio (diventa) tuo padre; e tua madre diventa tua moglie e tua moglie (diventa) tua madre. Dal momento che non c’è altro che una successione di tali trasformazioni, non c’è nulla che tu non possa mettere in conto. La Lettera ad un Amico:
Per quelli nell’esistenza ciclica non ci sono certezze, Perché i padri diventano figli, le madri diventano mogli, I nemici diventano amici,
E capita anche il contrario.
Persino in questa vita i nemici diventano amici e viceversa. {282} Il Tantra Richiesto da Subahu Subahu-pariprccha-tantra dice:
In un breve spazio di tempo, un nemico può diventare un amico E un amico può diventare un nemico.
Allo stesso modo, uno può diventare indifferente,
Mentre coloro che erano indifferenti possono diventare nemici
O amici intimi.
Sapendo questo, i saggi non generano mai attaccamenti.
Essi abbandonano il pensiero di trarre diletto dagli amici
E sono contenti nel focalizzarsi sulla virtù.
Meditando su questo, dovresti controllare il sorgere dell’attaccamento e dell’ostilità che derivano dal discriminare tra amici e nemici. Sii consapevole che tra i fenomeni dell’esistenza ciclica assolutamente nulla può essere degno di fiducia. Disincantati.
(ii) Il difetto dell’insaziabilità La Lettera ad un Amico:
Ciascuno di noi ha bevuto più latte
Di quello che riempirebbe i quattro oceani; tuttavia
Quelli nell’esistenza ciclica che agiscono come esseri ordinari
Sono intenti a berne ancora di più di quello. [222]
Pensaci: ogni essere vivente ha bevuto così tanto latte materno nel passato, e tuttavia, senza addestrarsi nel sentiero della liberazione, ne berrà ancora altrettanto nel futuro. Questo è solo un esempio. Se riflettessi sul come non ti manchi l’esperienza riguardo alle meraviglie e alle sofferenze dell’esistenza ciclica, dovresti diventare disincantato. Tu indulgi nei piaceri in cerca di soddisfazione; tuttavia, non sei mai soddisfatto dai piaceri mondani, per quanto tu ne possa godere. Per cui, la tua brama cresce di momento in momento, e per via di questo vaghi per ere nell’esistenza ciclica. Per un periodo di tempo incommensurabilmente lungo sperimenterai una sofferenza intollerabile, che quei piaceri non miglioreranno minimamente. La Lettera ad un Amico:
Proprio come un lebbroso tormentato dalle larve
Cerca sollievo nel fuoco
Ma non trova pace, così tu dovresti comprendere
L’attaccamento ai piaceri dei sensi.
Anche nel Compendio delle Perfezioni si dice: Paramita-samasa
Tu ottieni ciò che vuoi,
Lo usi, poi acquisisci di più,
E ancora non sei soddisfatto,
Cosa potrebbe essere più insano di questo?
E Lettera a uno Studente Sisya-lekha di Ciandragomin dice:
Quale essere non è venuto al mondo centinaia di volte?
Quale piacere non è già stato sperimentato incalcolabili volte?
Quale oggetto di lusso, come gli splendidi ventagli di coda di yak bianco, non
hanno già posseduto (tali esseri)?
Tuttavia, anche quando possiedono qualcosa, il loro attaccamento continua a
crescere.
Non c’è sofferenza che non abbiano già sperimentato molte volte.
Le cose che desiderano non li soddisfano.
Non c’è essere vivente che non abbia già dormito nelle loro pance.
Allora perché non si liberano dell’attaccamento all’esistenza ciclica?
Pensa a questo.
Inoltre, diventerai disincantato [riguardo all’esistenza ciclica] se rifletti su ciò che dice (il testo) Alleviare il Dolore (Soka-vinodana):
Negli inferni, ripetutamente
Hai bevuto rame bollente liquefatto –
In tale quantità che neppure l’acqua dell’oceano
Regge il paragone. [223]
La sporcizia che hai mangiato
Come cane e come maiale
Formerebbe una pila molto più estesa
Del Monte Meru, il re delle montagne.
Per la perdita delle persone amate e degli amici
Hai sparso così tante lacrime
Nei reami dell’esistenza ciclica
Che l’oceano non potrebbe contenerle.
Le teste che sono state recise
Nel combattersi l’un l’altro,
Se impilate,
Arriverebbero oltre il cielo di Brahma.
Tu sei stato un verme
Ed, essendo stato vorace, hai mangiato così tanta melma
Che se fosse versata nel grande oceano
Lo riempirebbe completamente.
Pertanto, il Sutra della Disposizione degli Steli afferma:
Ricorda gli infiniti corpi che, nel passato, {284}
Hai sprecato insensatamente a causa del desiderio;
Ora in questa vita cerca veramente l’illuminazione;
Adotta una condotta disciplinata e, tramite quella, distruggi il desiderio.
Ricorda gli infiniti corpi che, nel passato,
Hai sprecato insensatamente a causa del desiderio.
Per tante volte quanti sono i grani di sabbia nel Gange
Hai mancato di compiacere i Buddha e ignorato i loro insegnamenti come questo.
Anche se tu ottenessi le vaste meraviglie dell’esistenza ciclica, esse sarebbero illusorie. Tieni a mente gli innumerevoli corpi che hai sprecato nel passato, sperimentando sofferenza senza limiti e senza scopo. Considera che continuerà in questo modo a meno che tu non faccia uno sforzo per mettervi una fine. Sviluppa un senso di disincanto. Jen-nga-wa disse:
Onorevoli insegnanti, quanti corpi avete preso da un tempo senza inizio? Ora, dal momento che non avete mai praticato gli insegnamenti Mahayana, dovete applicarvi assiduamente.
Sang-pu-wa disse:
In questa esistenza ciclica ci sono molti cambiamenti di fortuna, per il meglio e per il peggio; non puntate le vostre speranze su di essi.
Rifletti finché non fai sorgere questo tipo di pensiero; dopo averlo sviluppato, devi sostenerlo continuamente nella meditazione.
(iii) Il difetto dello spogliarsi ripetutamente dei corpi La Lettera ad un Amico:
Ciascuno di noi ha lasciato una pila di ossa
Che farebbero apparire piccolo il Monte Meru. [224]
Se, dopo che essi hanno preso nuovi corpi, le ossa scartate da ciascun essere vivente non sparissero, esse sovrasterebbero perfino il Monte Meru.
(iv) Il difetto della rinascita ripetuta La Lettera ad un Amico:490
Se tu cercassi il limite delle madri contando con pallini di terra
Della dimensione delle bacche di un ginepro, la terra non sarebbe sufficiente.
I dotti del passato prendevano questo (esempio) per significare che ogni palli- na rappresenta un essere vivente che è stato tua madre, ma questo non è corretto. Chiare Parole: Spiegazione della “Lettera ad un Amico” Vyakta-pada-suhrl-lekha-tika cita un sutra che indica {285} che ciò si riferisce ai predecessori della linea materna, dalla propria madre a sua madre e via di seguito:
Per esempio, oh monaci, se qualcuno prendesse da questa vasta terra delle palline grandi quanto le bacche di un ginepro e le mettesse da parte dicendo: “Questa è mia madre e questa è la madre di mia madre”, allora, oh monaci, l’argilla di questa vasta terra verrebbe esaurita, ma la linea dei predecessori da parte della madre non lo sarebbe.
Di nuovo, l’interpretazione di quegli antichi eruditi è errata, perché il testo di Nagarjuna dice: “Il limite delle madri”.
Dovresti comprendere come questo causi il tuo disincanto nel modo seguente. Le Quattrocento Stanze dice:
Tu non puoi vedere la causa iniziale
Neppure di un singolo effetto;
Vedendo quanto siano vaste perfino le cause di un singolo effetto,
Chi non sarebbe spaventato?
Il commentario di Ciandrakirti Bodhisattva-yoga-carya-catuh-sataka-tika a questo dice:
Di fronte a questa vasta regione selvaggia, l’esistenza ciclica, dove muoversi è difficile a causa della densa foresta dell’ignoranza la cui portata non può essere misurata, è giusto coltivare un costante senso di disincanto ed un corrispondente modo di condotta.
(v) Il difetto di discendere ripetutamente dall’alto al basso La Lettera ad un Amico Suhrl-lekha:
Essendo diventato Indra, degno dell’onore del mondo, cadrai tuttavia
Ancora una volta a terra a causa della forza del karma passato.
Perfino se sei diventato un monarca universale,
Diventerai ancora una volta uno schiavo degli altri esseri nell’esistenza ciclica.
Benché tu abbia sperimentato a lungo i piaceri
Di accarezzare i seni e le vite di donne divine,
Ancora una volta incontrerai le sensazioni insopportabili [225]
Dei congegni infernali che stritolano, tagliano e lacerano la carne.
Avendo dimorato a lungo sul picco del Monte Meru
Godendo il tocco piacevole del terreno soffice sui tuoi piedi,
Immagina si essere sottoposto al dolore insopportabile
Di camminare ancora una volta nell’inferno sui carboni ardenti e sui cadaveri in decomposizione.
Essendoti divertito in bellissimi boschi
E avendo goduto gli abbracci di donne divine, {286}
Arriverai ancora nelle foreste dell’inferno, dove le foglie
Sono lame che tagliano a fette le orecchie, il naso, le mani e le gambe.
Benché tu sia entrato nel Fiume che Scorre Dolcemente
Con bellissime dee e loti dorati,
Ti immergerai ancora una volta nell’inferno in acque ustionanti,
Le acque insopportabili del Fiume non Guadabile.
Avendo ottenuto i grandi piaceri di una deità
Nel regno del desiderio, o la felicità distaccata di Brahma,
Tu diventerai ancora una volta carburante per i fuochi
Dell’Inferno Implacabile, soffrendo una pena senza tregua.
Essendo stato una deità del sole o della luna,
Che illuminava il mondo con la luce del suo corpo,
Tornerai ancora una volta alla densa, nera oscurità,
Dove non puoi vedere neppure la tua stessa mano protesa.
(Le deità del tipo Brahma vivono oltre il regno del desiderio, dove non c’è desiderio sensuale e non ci sono donne. Zahler, et al. (1983) dice che queste deità sono nel primo livello di concentrazione del regno della forma (rupadhatu); altre fonti (Kloetzli 1983, pp.29-30, pp.45-50) suggeriscono che tutti i livelli del regno della forma possono essere considerati nel loro insieme come il mondo di Brahma (Brahmaloka). Una fonte (Lozang Jamspal, et al. 1981, p.42, n.15) afferma che la parola “Brahma” in questo particolare verso si riferisce a tutti gli esseri dei reami della forma e senza forma (arupadhatu).
I tre congegni per stritolare, tagliare e lacerare la carne sono rispettivamente quelli degli Inferni dello Stritolamento, delle Linee Nere ed Estremamente Caldo. Essere accudito da donne divine significa essere servito dalle dee. Il “piacere delle deità nel regno del desiderio” si riferisce alle deità nel regno del desiderio dal Cielo dei Trentatre in su. Qui, la luce del sole e della luna è descritta nei termini che sono familiari alle persone ordinarie, senza distinguere tra il supporto, il palazzo della deità, e ciò che è supportato, la deità; se li distingui, allora la luce è la luce dei palazzi del sole e della luna.
Considerando tutti i modi in cui puoi cadere dai luoghi alti a quelli bassi, come illustrato da questi esempi, dovresti essere disincantato rispetto all’esistenza ciclica, perché alla fine tutte le sue meraviglie collasseranno. Come afferma le Basi della Disciplina Vinaya-vastu:
La fine delle cose accumulate è l’esaurimento.
La fine delle cose che sono in alto è la caduta. [226]
La fine degli incontri è la separazione.
La fine della vita è la morte.
(vi) Il difetto di non aver compagni La Lettera ad un Amico:
In questo modo arriverai al dolore.
Perciò prendi luce dalla lampada dei tre tipi di merito;
Altrimenti andrai da solo in un’oscurità senza fine
Che né il sole né la luna possono penetrare.
{287} “Arriverai al dolore” significa: “Sappi che devi morire come ho indicato prima, e prendi la luce del merito.” “I tre tipi di merito” si riferisce alla virtù fisica, verbale e mentale o ai tre fondamenti dai quali sorge il merito, generosità e così via. “Oscurità senza fine” si riferisce al buio dell’ignoranza.
Riguardo al non avere compagni, Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva dice:
Questo corpo avanza intero, tuttavia
Le ossa e la carne che lo accompagnano
Si separeranno e si disperderanno.
Dato che è così, Perché menzionare gli altri, come le persone amate?
Tu sei nato solo. Muori anche solo.
Poiché gli altri non possono condividere la tua sofferenza,
A che serve l’ostacolo delle persone amate?
Dunque, questi sei difetti comprendono tre tipi:
1) Nell’esistenza ciclica non c’è una base sicura su cui tu possa contare.
2) Per quanto tu possa indulgere nei suoi piaceri, alla fine questi non ti daranno soddisfazione.
3) Sei impigliato nell’esistenza ciclica da tempo senza inizio.
Il primo di questi ha quattro parti:
1) Non c’è sicurezza nell’ottenere un corpo, perché butti via corpi ripetutamente.
2) Non c’è sicurezza negli agenti di aiuto o danno, perché non sono certi.
3) Non c’è sicurezza nel raggiungere una condizione eccellente, perché ciò che è alto diventa basso.
4) Non c’è sicurezza nei compagni, perché alla morte te ne vai senza compagni.
La terza di queste quattro si riferisce all’essere rinato a ripetizione; non c’è limite al flusso di rinascite. Rifletti sulla sofferenza anche dal punto di vista di questa triplice impostazione.
Capitolo 19 ULTERIORI MEDITAZIONI SULLA SOFFERENZA {289}
(c) Meditare sui tre tipi di sofferenza
-
(i) La sofferenza del cambiamento
-
(ii) La sofferenza del dolore
-
(iii) La sofferenza dello stato condizionato
2” Riflessione sulle sofferenze specifiche
(a) La sofferenza degli esseri umani
(b) La sofferenza dei semi-dèi
(c) Riflessione sulla sofferenza delle deità
(i) Le deità del reame del desiderio
(a’) La sofferenza del morire e del cadere
(1’) La sofferenza del morire
(2’) La sofferenza del cadere nei regni inferiori
(b’) La sofferenza dell’ansietà
(c’) La sofferenza dell’essere tagliati, squarciati, uccisi ed esiliati
(ii) Le deità dei reami della forma e senza forma
(c) Meditazione sui tre tipi di sofferenza
(i) La sofferenza del cambiamento [227]
Le sensazioni piacevoli sperimentate dagli esseri nell’esistenza ciclica sono come il piacere che si prova quando si mette l’acqua fresca su una pustola o un carbonchio: quando la sensazione temporanea viene meno, il dolore si fa sentire di nuovo. Questa è chiamata la sofferenza del cambiamento e include non solo la sensazione stessa, ma anche la mente principale e altri processi mentali che {290} sono simili ad essa, così come gli oggetti contaminati che, quando percepiti, danno luogo a quella sensazione. (Nel contesto dei processi mentali, la frase “simile ad essa”si riferisce ai cinque modi in cui i processi mentali sono simili alla mente principale che essi accompagnano. I cinque, come dati nell’Abidharma–kosa–karika (AK), sono le identità: (1) di base, (2) di oggetto osservato, (3) di aspetto, (4) di tempo e (5) di entità sostanziale.)
(ii) La sofferenza del dolore
Quando una pustola dolorosamente infiammata entra in contatto con una (sostanza) irritante come l’acqua salata, è assai doloroso. Questo è il modo in cui riconosci la sensazione di dolore. Le sensazioni dolorose come questa costituiscono la sofferenza del dolore, perché appena esse sorgono il corpo e la mente sono tormentati, come nel caso del dolore renale. Inoltre, come spiegato sopra, la sofferenza del dolore non è solo la sensazione.
(iii) La sofferenza dello stato condizionato
Le sensazioni neutre contaminate sono come una pustola infiammata che è in contatto con sostanze né lenitive né irritanti. Poiché queste sensazioni coesistono con le tendenze disfunzionali, esse costituiscono la sofferenza dello stato condizionato, che, come spiegato sopra, non si riferisce alle sole sensazioni. La sofferenza dello stato condizionato coesiste con le tendenze disfunzionali persi- stenti nella misura in cui è influenzata dal karma precedente, così come dalle afflizioni, e coesiste con i semi che produrranno futura sofferenza e afflizioni.
In tal modo, l’attaccamento cresce quando sorge una sensazione piacevole e l’ostilità cresce quando sorge il dolore. L’ignoranza cresce quando, sbagliando, apprendi come permanente il corpo, che è parte di una situazione disfunzionale che non è né piacevole né dolorosa, mentre di fatto è impermanente. L’attaccamento dà origine alla sofferenza come futura rinascita nei cinque reami [i reami degli esseri infernali, spiriti affamati, animali, esseri umani e deità]; l’ostilità determina la sofferenza sotto forma di dolore in questa vita, così come la sofferenza futura nei regni miserevoli; mentre l’ignoranza agisce in un modo tale da mantenere in esistenza le sofferenze prodotte dagli altri due [attaccamento e ostilità]. Pertanto, l’attaccamento cessa quando vedi come sofferenza le sensazioni piacevoli. [228] Nel caso di sensazioni dolorose, l’ostilità cessa quando consideri che, dal momento che questi aggregati [del corpo e della mente] sono una collezione di cause per la sofferenza, le sensazioni dolorose sorgono da essi proprio come fa l’afflizione fisica. Nel caso di sensazioni neutre, l’ignoranza cessa quando vedi che esse sono impermanenti, esauribili e periture per natura. In questo modo, impedisci alle tre sensazioni di far sorgere i tre veleni mentali. Io ho spiegato questi punti in conformità al Compendio delle Determinazioni e ai Livelli degli Atti Yogici.
Allo stesso modo in cui qualcuno che porti un carico pesante non può essere felice fino a quando il carico deve essere portato, così tu {291} soffrirai fino a quando porterai il peso degli aggregati fatti propri (dal karma e dalle afflizioni mentali). Benché tu abbia momenti occasionali in cui la sensazione penosa è assente, poiché gli aggregati sono saldamente incastonati nelle tendenze disfunzionali della sofferenza e delle afflizioni, la sofferenza dello stato condizionato è ancora presente e, perciò, miriadi di sofferenze sono proprio sul punto di sorgere in modi innumerevoli. Perciò, dal momento che la sofferenza dello stato condizionato pervade tutta la sofferenza ed è la radice degli altri due tipi di sofferenza, medita spesso su di essa per disincantarti nei suoi confronti.
Per di più, le tue sensazioni piacevoli correnti, che fanno crescere l’attaccamento, sorgono per la maggior parte solo dopo il sollievo dalla sofferenza; il piacere non esiste in modo naturale, indipendentemente dalla rimozione della sofferenza. Per esempio, se soffri perché hai camminato troppo, sorge uno stato mentale piacevole quando ti siedi. Poi, quando la precedente sofferenza intensa viene meno, sembra sorgere gradualmente il piacere. Tuttavia, sedere non è piacevole per natura, perché, se siedi troppo a lungo, sorge di nuovo la sofferenza, proprio come prima. Supponi che lo stare seduti e altre posizioni siano cause di piacere proprio per loro natura. Proprio come la sofferenza cresce in proporzione al tuo coinvolgimento nelle cause di sofferenza, così dovrebbe crescere il piacere quanto più cammini a lungo, siedi, ti corichi, bevi o mangi o sosti al sole o all’ombra. É chiaro, invece, che se fai troppo a lungo una qualsiasi di queste cose, ciò che ne risulta è solo sofferenza. [229] Infatti, sulla stessa linea, il Sutra della Discesa nell’Utero Garbhavakranti-sutra dice:
Nanda, ciascuna delle attività fisiche di camminare, sedere, stare in piedi, o coricarsi deve essere intesa come sofferenza. Se i meditanti analizzano la natura di queste attività fisiche, vedono che nel caso passino il giorno camminando e non riposino, non si siedano o non si corichino, sperimenteranno il camminare esclusivamente come sofferenza e sperimenteranno sensazioni intense, acute, insopportabili e spiacevoli. Non sorgerà la nozione che camminare sia piacevole.
Dopo aver discusso le altre tre attività fisiche nello stesso modo, il testo continua:
Nondimeno, Nanda, poiché interrompono la continuità della sofferenza di una o dell’altra delle attività fisiche, sorge qualche altra, nuova sofferenza, e considerano che questo sia un piacere. Nanda, quando sorge questa sensazione contaminata di piacere, sta solo sorgendo sofferenza; quando finisce, è solo questa natura di sofferenza che finisce. Quando comunque sorge di nuovo, è solo l’attività composizionale che sorge; quando finisce, è solo l’attività composizionale che finisce.
Inoltre, come dice Quattrocento Stanze di Aryadeva: {292}
Si vede che quando il piacere cresce,
Si trasforma in dolore;
Il dolore, quando cresce,
Non si trasforma in piacere.
2” Riflessione sulle sofferenze specifiche
Tra i sei tipi di sofferenze specifiche, ho già spiegato sopra le sofferenze dei tre reami miserevoli.
(a) La sofferenza degli esseri umani
Da ciò che è stato spiegato sopra, dovreste capire che la sofferenza degli esseri umani consiste nel soffrire la fame e la sete, nelle sensazioni spiacevoli di caldo e freddo e nella sofferenza del cercare il sostentamento ed affaticarsi. È anche nascita, vecchiaia, malattia, morte e così via, i sette che ho già spiegato prima. Le restanti voci di questa lista di sette sono le tre della precedente lista di otto: la sofferenza di incontrare ciò che è spiacevole, la sofferenza della separazione da ciò che è piacevole, e la sofferenza di cercare e tuttavia non ottenere ciò che vuoi. L’ottava della lista, la sofferenza degli aggregati fatti propri, è un’aggiunta sinottica ed è lasciata fuori quando si elencano le sofferenze umane. Dovresti, inoltre, comprendere la sofferenza umana secondo le due citazioni che seguono. La Discussione delle Collezioni Indispensabili (Sambha-ra-parikatha) di Vasubandhu dice:
È evidente che anche gli umani
Hanno tutte le sofferenze dei regni miserevoli,
Tormentati dal dolore, essi sono come gli esseri dell’inferno;
Deprivati, sono come quelli nel mondo del Signore della Morte [gli spiriti affamati].
Gli umani hanno anche la sofferenza degli animali [230] In quanto il potente usa la forza
Per danneggiare e opprimere il debole.
Queste sofferenze sono proprio come un fiume.
Alcuni soffrono per la povertà;
Per altri la sofferenza deriva dallo scontento.
La sofferenza del desiderio ardente è insopportabile. Tutti loro litigano e possono essere uccisi.
Le Quattrocento Stanze:
Per il privilegiato, il dolore è mentale;
Per la gente comune, è fisico.
Giorno dopo giorno, entrambi i tipi di dolore Affliggono il mondo.
(b) La sofferenza dei semi-dèi
La Lettera ad un Amico:
Anche i semi-dèi, per loro stessa natura, sperimentano sofferenza mentale {293} A causa del loro odio per lo splendore delle deità.
Benché siano intelligenti, essi non vedono la verità
Per via delle oscurazioni mentali caratteristiche di questo regno di rinascita.
In altre parole, sono torturati dalla loro insopportabile invidia per la ricchezza delle deità. A causa di questo, lottano con le deità e devono sopportare molte sofferenze come quella di avere i corpi tagliati e fatti a pezzi. Sono intelligenti, ma hanno oscurazioni mentali, fruizioni di karma passato, che rendono loro impossibile vedere la verità dall’interno di quella situazione. Consapevolezza dell’Insegnamento Eccellente afferma che essi sono animali, ma Livelli degli Atti Yogici li colloca nel regno delle deità.
(c) Riflessione sulla sofferenza delle deità
Questa è spiegata rispetto a: (1) le deità del reame del desiderio e (2) le deità
dei reami della forma e senza forma.
(1) Le deità del reame del desiderio
Le sofferenze delle deità del reame del desiderio sono considerate in tre parti:
1. Le sofferenze del morire e del cadere
2. Le sofferenze dell’ansietà
3. Le sofferenze dell’essere tagliati, squarciati, uccisi ed esiliati
(a’) Le sofferenze del morire e del cadere
(1’) La sofferenza del morire
La Lettera ad un Amico:
Benché le deità abbiano grande piacere in cielo,
Lì la sofferenza del morire è anche più grande di quello.
Il saggio che comprende questo, cessa di creare
Attaccamenti per i cieli perituri. [231]
Le deità traggono piacere dall’indulgere nei loro desideri sessuali, tuttavia quando stanno per morire la tremenda sofferenza che sperimentano è più grande di questo (piacere), nel momento in cui diventano consapevoli dei cinque segni della morte, dei quali lo stesso testo dice:
I loro corpi prendono un colore non attraente,
I loro cuscini diventano scomodi,
Le loro ghirlande di fiori appassiscono e i loro abiti puzzano;
Un sudore inconsueto compare sui loro corpi.
I cinque segni che lanciano segnali alle deità nel cielo,
Preannunciando la loro morte e la partenza da quel luogo, {294}
Sono simili ai segni
Che preannunciano la morte agli umani sulla terra.
(2’) La sofferenza del cadere nei regni inferiori La Lettera ad un Amico:
Esse devono congedarsi dai mondi divini.
Se il loro merito è esaurito,
Allora, impotenti, diventeranno
Animali, spiriti affamati o abitanti dell’inferno.
(b’) La sofferenza dell’ansietà
Le deità con vaste riserve di meriti ottengono gli oggetti più desiderabili. Al vederli, le deità con meriti minori diventano ansiose e sperimentano grande angoscia e pena per via di questo.
(c’) La sofferenza dell’essere tagliati, squarciati, uccisi ed esiliati
Quando le deità lottano con i semi-dèi, esse subiscono la sofferenza di avere le membra e le estremità minori recise, di avere i corpi fatti a pezzi e di essere uccise. Quando le loro teste vengono recise, esse muoiono, ma le altre loro membra si rigenerano dopo essere state recise o squarciate, ed esse sopravvivo- no. Quanto all’essere esiliate, quando c’è una battaglia, le deità più potenti espellono le deità più deboli dalle loro dimore. Inoltre, come dice la Discussione delle Collezioni Indispensabili di Vasubandhu:
Le deità che indulgono nei piaceri sensuali
Non hanno menti felici.
Esse sono bruciate da un fuoco interiore,
Attizzato dall’infezione del desiderio sensuale.
Come può esserci felicità
Per coloro le cui menti sono distratte?
Dal momento che le menti non sono sotto controllo [232]
E (non sono) libere da distrazione neppure per un momento,
Esse sono per natura disturbate ed agitate.
Non saranno mai calme,
Come un fuoco il cui combustibile sia il legno
E che infuri sferzato dal vento.
Ed anche:
Esse sono come invalidi, non ristabiliti da molto
Da una malattia, che mangiano in modo scorretto e si ammalano di nuovo.
{295} (ii) Le deità dei reami della forma e senza forma
Le deità dei reami più alti, della forma e senza forma, benché sfuggano a queste sofferenze, muoiono nondimeno affette ancora da afflizioni e oscurazioni. Poiché non hanno il controllo sul posto in cui dimoreranno in futuro, persino loro soffrono a causa delle tendenze disfunzionali. Inoltre, come dice la Discussione delle Collezioni Indispensabili:
Quelle dei regni della forma o senza forma
Sono oltre la sofferenza del dolore e la sofferenza del cambiamento.
Per natura hanno la beatitudine della concentrazione meditativa;
Esse restano immobili per un eone.
Ma anche questa, con la massima sicurezza, non è liberazione;
Dopo aver fatto conto su di essa, cadranno ancora.
Benché possa sembrare che abbiano trasceso
La turbolenza dei reami miserevoli,
Tuttavia, come uccelli che si librano nel cielo,
Esse non possono starci per sempre, benché ci provino –
Come una freccia scoccata con la forza di un bambino, alla fine cadranno giù di nuovo.
Proprio come le lampade al burro che bruciano per un tempo lungo
Possono estinguersi di fatto in ogni momento,
Esse (deità) sono afflitte dai cambiamenti
Della sofferenza dello stato condizionato.
Rifletti in questo modo sulle sofferenze generali e specifiche dei cinque o sei tipi di esseri.
Poi, quando ti sarai disgustato dell’esistenza ciclica, ti interrogherai sulle sue cause.
Qual è la causa dell’esistenza ciclica?