5 Darmaraksita: La ruota delle armi taglienti

Vajrayogini5° Parte, Darmaraksita: La ruota delle armi taglienti. Tradotto dal tibetano in Inglese da Alexander Berzin e Sharpa Tulku, insieme a Jonathan Landaw e Khamlung Tulku, sulla base di una spiegazione orale da Ghesce Ngawang Dhargyey, 1973. Tradotto in Italiano da Aliberth Meng.

(112) Quando i musicisti stanno suonando una bella melodia,
Dovremmo esaminare il suono che essi stanno facendo
Potremmo così scoprire che la musica non esiste da sé.
Ma quando non stiamo facendo la nostra analisi formale,
Tuttavia c’è una bella melodia che può essere ascoltata,
Che è meramente una etichetta in base alle note e gli strumenti
Ecco perché la bella musica può alleggerire i cuori tristi.
(113) Quando esaminiamo attentamente gli effetti e le loro cause,
Possiamo vedere che entrambi sono privi di esistenza intrinseca:
Essi non possono essere autonomi, interamente o in parte,
Eppure sembrano esistere come sorgenti indipendentemente
E poichè accadono eventi, che, in realtà, sono condizionati
Costantemente da varie forze, componenti e parti.Ed è di questo vero livello in cui noi facciamo esperienza
Della nascita e della nostra morte, e tutto ciò che la vita porta con sé.
Quindi, per favore, in questo mondo di sole apparenze,
Cerchiamo di essere sempre sicuri che ciò che facciamo sia di virtù
E si cerchi di evitare tutte quelle azioni che ci causano dolore.
(114) Quando un vaso è riempito da continue gocce d’acqua,
Non sono soltanto le stesse prime gocce che lo riempiono;
Né ciò è fatto completamente dalle diverse ultime gocce.
Esso è riempito da una raccolta continua e interdipendente
Di cause e forze che si trovano a venire tutte insieme –
L’acqua, il gocciolamento, il vaso e cose del genere.
(115) E’ proprio la stessa cosa quando facciamo l’esperienza
Di piacere e dolore: cioè, i risultati del nostro passato.
Gli effetti non arrivano mai dalle prime azioni causali,
E nemmeno essi provengono dalle diverse ultime azioni.
Sia il piacere che il dolore provengono dall’ interdipendenza
Delle accumulazioni combinate di forze e di cause.
Quindi, per favore, in questo mondo di sole apparenze,
Cerchiamo di essere sempre sicuri che ciò che facciamo sia di virtù
E si cerchi di evitare tutte quelle azioni che ci causano dolore.
(116) Quando non si fanno dissertazioni formali con la logica,
Semplicemente lasciando fluire liberamente gli eventi della vita,
Anche se noi sperimentiamo belle sensazioni di piacere,
Nella verità ultima, questa apparenza di palese felicità
E’ totalmente priva di auto-esistenza intrinsecamente reale.
E tuttavia, al livello operativo della vita di tutti i giorni
Questo aspetto apparente ha una sua verità relativa.
Però comprendere pienamente questo profondo significato
Per le persone lente di mente, ahimè, sarà molto difficile.
(117) Ed ora, se cerchiamo di fare una stretta contemplazione

Sulla vacuità, come possiamo noi avere anche una sensazione
Di verità convenzionale, contemporaneamente al tempo stesso?
Tuttavia, cosa può esservi che abbia una vera auto-esistenza?
E ancora, cosa può mai esservi che sia privo di verità relativa?
Come può chiunque e ovunque credere in cose di questo tipo?

(118) Proprio come gli oggetti della vacuità sono non-autoesistenti,
La stessa vacuità degli oggetti è di per sé uguale.
La eliminazione del vizio e la pratica delle virtù
Sono altrettanto prive e vuote di ogni costruzione mentale
Che le possa ritenere azioni indipendenti e auto-costruite.
Infatti, nel complesso, esse sono del tutto vuote e prive
Di tutte le proiezioni mentali e di tutti i preconcetti.
Così, se riusciamo a focalizzare la nostra chiara concentrazione
Sulla vacuità, senza che la nostra mente vagante vada fuori strada,
Allora veramente arriveremo ad essere esseri meravigliosi
Con una profonda comprensione della più profonda vacuità.
(119) Praticando in questo modo le due forme di
bodhichitta,
Quelle della verità ultima e della verità convenzionale,
Dopodiché, completando senza alcun tipo di interferenze
Anche tutte le accumulazioni di intuizione e di merito,

Che tutti noi si possa presto raggiungere la piena illuminazione
Riconoscendo ciò che noi e tutti gli altri abbiamo desiderato.
Epilogo
La ‘Ruota delle Armi Taglienti che Effettivamente Colpisce al Cuore del Nemico’ fu composto dal grande Yogi Dharmarakshita, nel suo rifugio nella giungla, dove vivono molti animali feroci predatori. Ciò che questo grande yogi, possessore di una vasta conoscenza delle Scritture, di pieni poteri di logica e di analisi approfondita ha scritto qui, è l’essenza degli insegnamenti di tutti i suoi santi guru.
Egli praticò sempre in conformità con questa essenza, nel suo rifugio nella temibile giungla, durante l’età degenerata in cui visse.
Tra i suoi molti discepoli, Dharmarakshita trasmise questi insegnamenti ad Atisha; ed Atisha li praticò ovunque si recasse per domare coloro che erano ancor più selvaggi.
Quando Atisha sviluppò la vera intuizione nelle due forme di bodhichitta grazie a questi insegnamenti, egli compose i seguenti versi:
“Io andai in giro con molta difficoltà abbandonando la regalità,
Ma, attraverso l’accumulazione di merito molto virtuoso,
Ho incontrato il mio vero guru, lo Yogi Dharmarakshita.
Mostrandomi questi insegnamenti di supremo nettare,
Egli mi ha concesso la sovranità sulla mia mente;
Così che ora ho ottenuto tutte le forze opponenti,
Dopo aver pienamente memorizzato queste parole che mi ha insegnato.
Anche se io non voglio favorire una visione di parte:
Ogni volta che studio i vari insegnamenti
Faccio sempre degli sforzi per ampliare la mia saggezza
Per vedere le sconfinate meraviglie che sono in ogni tradizione;
Eppure, devo ammettere che soprattutto questi insegnamenti

Sono stati di grande aiuto in questa epoca di decadenza”.
Tra tutti i suoi numerosi discepoli inimmaginabilmente grandi in India e Tibet, Atisha trasmise questi insegnamenti all’Upàsaka Dromtonpa, che era stato profetizzato come
il suo discepolo più idoneo, dalle molti divinità di meditazione di Atisha, come Tara.
Atisha trasmise questi insegnamenti a Dromtonpa al fine di pacificare gli animi dei discepoli del più remoto Tibet che erano difficili da domare.
Questo lavoro è stato tradotto paternamente dal sanscrito in tibetano dallo stesso Atisha e dal suo figlio spirituale Dromtonpa.
Note
Yamantaka è l’aspetto adirato o forzuto di Manjushri, l’emanazione della saggezza dei Buddha. L’ira di Yamantaka è diretta contro l’egoismo, contro l’atteggiamento auto-gratificante, contro l’afferrarsi all’ego e l’attaccamento ad una esistenza indipendente ritenuta reale. Queste ignoranti attitudini prendono il posto delle nostre possibilità di ottenere l’illuminazione, e così l’ira di Yamantaka si oppone al grande Signore della Morte.
I Bodhisattva, o i Coraggiosi, sono la discendenza spirituale del Buddha, gli esseri che hanno l’atteggiamento illuminante (
bodhicitta) e lavorano per il raggiungimento dello stato di Buddha, che è l’illuminazione, per il beneficio di tutti gli esseri. Ci sono cinque punti di somiglianza tra i bodhisattva e i pavoni. Proprio come i colori delle piume del pavone crescono più radiosamente brillanti quando essi mangiano le piante che sono velenose per gli altri animali, così i bodhisattva brillano con beata felicità facendo uso delle varie illusioni velenose come il desiderio e l’attaccamento, per il bene degli altri. Proprio come i pavoni che hanno cinque corone di piume, così i bodhisattva hanno la realizzazione dei cinque sentieri graduati per l’illuminazione. Proprio come la vista di un pavone che mostra i suoi colori ci dà un grande piacere, così la vista di un bodhisattva eleva la nostra mente grazie alla sua bodhicitta. Proprio come i pavoni principalmente mangiano le piante velenose e non mangiano gli insetti né causano danni agli altri, mai i bodhisattva causano anche il minimo danno agli altri esseri senzienti. Proprio come i pavoni mangiano con piacere le piante velenose, così quando ai bodhisattva vengono offerti degli oggetti sensoriali, pur non avendo un attaccamento a questi oggetti, essi li accettiamo con piacere per permettere al donatore di ottenere merito dalla sua offerta.
Ci sono tre livelli di formazione della mente, secondo i tre obiettivi della motivazione, delineati nella dottrina
lam-rim del percorso graduale all’illuminazione. Con uno scopo iniziale della motivazione, noi lavoriamo per raggiungere una migliore rinascita futura. Con un obiettivo intermedio, lavoriamo per ottenere la liberazione (nirvana), solo per noi stessi, dal circolo vizioso della rinascita (samsara). Con uno scopo avanzato, come seguaci del sentiero Mahayana con la motivazione della bodhicitta, noi lavoriamo per raggiungere la piena illuminazione della Buddhità per il beneficio di tutti gli esseri. La parola ‘ora’ nel testo indica l’importanza di praticare gli insegnamenti con un avanzato scopo di motivazione, avendo già preparato la nostra mente, col sentiero del lam-rim,  il corso graduale preventivamente seguito.
Con uno scopo avanzato di motivazione, ci sono due modi in cui possiamo seguire il sentiero Mahayana. Seguendo il Veicolo delle Perfezioni (
Paramitayana), ci possono volere molte vite prima di raggiungere il nostro obiettivo di illuminazione. Seguendo il Veicolo Tantra (Vajrayana), tuttavia, si può raggiungere l’illuminazione in una sola vita umana. La parola ‘qui’ nel testo – indica l’immediatezza del praticare la Via del Tantra, con una motivazione di bodhicitta particolarmente forte.
La Via del Tantra insegna molti metodi per la realizzazione rapida della illuminazione. Incluso tra questi, l’uso come sentiero delle illusioni che sono di norma velenose. Allo scopo però di utilizzare le illusioni come percorso, come ad es. il desiderio lussurioso, dobbiamo prima essere privi di un atteggiamento auto-gratificante, l’attaccamento al nostro avido interesse e piacere personale. Inoltre, dobbiamo avere una comprensione sana della vacuità – cioè, il fatto che tutte le cose, noi compresi, sono prive e vuote di un modo di esistenza che sia realmente indipendente. Perciò, voler utilizzare le illusioni come sentiero, senza questi due requisiti, è estremamente pericoloso e, ben lungi dal raggiungere il nostro obiettivo voluto, si rischierebbe di distruggere completamente le nostre possibilità per raggiungere l’illuminazione.
Qualsiasi illusione può essere utilizzata nel sistema tantra come sentiero che porta alla illuminazione. Nel veicolo delle Perfezioni, le illusioni possono essere utilizzate soltanto come metodo per beneficiare direttamente gli altri quando le circostanze lo richiedano. Esse non possono tuttavia essere praticate come un vero percorso reale.
I Tre Gioielli del Rifugio sono il Buddha, i suoi insegnamenti (Dharma), e la comunità monastica e spirituale (Sangha) di chi comprende e pratica questi insegnamenti. I Tre Gioielli del Rifugio in inglese sono anche denominati come le Tre Gemme Preziose, le Supreme Tre Gemme, o la Triplice Gemma.

La pratica del Tantra richiede di dover ricevere le iniziazioni. Queste comprendono il prendere dei voti relativi alla condotta morale, e il dare la propria sacra parola d’onore di voler seguire le pratiche tantriche nella maniera prescritta.
La Legge di causa ed effetto descrive la universale Legge del karma, quale risultato delle azioni virtuose nella felicità e delle azioni non-virtuose nella sofferenza.
La pratica di devozione al guru – per poi arrivare a quella del Tantra, definisce il Lam-rim, cioè la gamma del percorso graduale per l’Illuminazione. Le immagini di Buddha e delle varie divinità di meditazione che rappresentano i differenti aspetti di illuminazione del Buddha, hanno un uso importante sia nel Veicolo delle Perfezioni che nel Tantra. Esse sono utilizzate come coadiuvanti per lo sviluppo della concentrazione meditativa uni-direzionata (single-minded=samadhi). Utilizzando queste immagini, come oggetti di devozione, raccogliamo il merito di ottenere il corpo fisico di un Buddha. Per noi non sarà mai possibile sperimentare le conseguenze delle azioni non-virtuose degli altri. Qualunque sia la sofferenza che abbiamo, essa deve essere il risultato di azioni non-virtuose con cui ci siamo impegnati noi stessi in passato. I sei reami di esistenza sono divisi in tre stati superiori e tre stati inferiori. I tre inferiori stati della rinascita sfortunata sono quelli delle creature dell’inferno, gli spiriti affamati (preta), e gli animali. I tre stati superiori fortunati sono quelli della rinascita degli dèi, degli anti-dèi (asura), e degli esseri umani. Chiediamo a Yamantaka di girare tre volte la ruota delle armi taglienti. Queste tre volte si riferiscono:(1) il livello convenzionale o relativo della verità, in cui opera la bodhicitta convenzionale come un mezzo per condurre se stessi e gli altri verso l’illuminazione; (2) il livello l’ultimo della verità, in cui opera la bodhicitta finale, come la saggezza che comprende la vacuità; e (3) questi due livelli o gradi di verità realizzati insieme.
Le quattro grandi forze ‘opponenti’ eliminano la necessità, per noi, di sperimentare le conseguenze sfortunate delle nostre azioni nonvirtuose precedentemente commesse. Queste quattro sono: (1) sensazione di rammarico e disgusto per la nostra non-virtù, (2) prendere rifugio nei Tre Gioielli del Rifugio e meditare sulla bodhicitta, (3) offrire la nostra promessa di non commettere nuovamente azioni nonvirtuose, e (4) compiere e dedicare il merito di azioni virtuose a beneficio di tutti gli esseri senzienti.
I Mantra sono parole di potere, combinazioni di sillabe in lingua sanscrita, utilizzate come invocazioni e preghiere. HUM, DZA e PH’AT sono semi di sillabe mantriche. La prima ripetizione di ciascuna è per la bodhicitta convenzionale, la forza opponente per la nostra attitudine auto-gratificante. La seconda ripetizione è per la bodhicitta ultima, che distrugge il nostro attaccamento all’ego.
Il nostro corpo è un sacco di pelle riempito con le cinque illusioni velenose di desiderio da bramosia, repulsione da paura e rabbia, ignoranza da mentalità chiusa, orgoglio da arroganza, e gelosia da egoismo.
I Tre Canestri (
Tripitaka), degli Insegnamenti del Buddha, trattano della moralità da disciplinare (Vinaya), i discorsi sulla meditazione (Sutra), e la filosofia e la metafisica (Abhidharma).
Chiediamo a Yamantaka di ruotare tre volte intorno alla sua testa il suo randello fatto di teschi che rappresenta sia la saggezza dell’assenza di ego, che è comune a entrambi i Veicoli delle Perfezioni e del Tantra, così come la saggezza non-duale della vacuità e beatitudine. Le tre volte che egli rotea questa clava distruggono (1) ego-attaccamento, (2) la nostra attitudine auto-gratificante, e (3) il nostro corpo contaminato di illusione prodotta da questi due tipi di ignoranza.
I tre tipi di saggezza possono riferirsi sia alla saggezza di ascoltare, pensare, meditare, oppure alla saggezza intellettuale, concettuale, e non concettuale.

Finito di tradurre il 12/5/2011…. – Fonte: http://www.berzinarchives.com/web/en/archives/sutra/level3_lojong_material/specific_texts, (Tratto dal sito: http://www.centronirvana.it/home.htm che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)

One thought on “5 Darmaraksita: La ruota delle armi taglienti

  1. Pingback: Progetto Free Dharma Teachings, Insegnamenti sul Dharma e non solo… » Blog Archive » 4 Darmaraksita: La ruota delle armi taglienti.

Comments are closed.