3-14 Lama Denys Rinpoce: La Piena Presenza

Lama Denys Rinpoce: L'empatia è quando si sta bene insieme.

Lama Denys Rinpoce: L'empatia è quando si sta bene insieme.

3 – Lama Denys Rinpoce: “La Piena Presenza” 5 – 12 aprile 2014.

Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa e di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” approvato da Sua Santità il Dalai Lama per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore od omissione.

Mercoledì 9 Aprile

Lama Denys Rinpoce

Avete iniziato bene la giornata?

Quando si è calmi, è bene restare calmi, ma, se si prende coscienza di restare calmi, si può cedere nell’agitazione. Dopo aver fatto la doccia, asciugandosi con l’asciugamano costituisce una specie di body scan e costituisce un momento di far amicizia col proprio corpo.

Anche l’immagine di sciogliersi nella candela che arde va bene, più è semplice più va meglio.

Domanda. Ho provato una sensazione di abbandono e di grande apertura, benessere, lo spazio si apre. Esercizi nello spazio, spazio bianco, noi tutti diventavamo tanti, tanti, tanti, infiniti, di luce.

Lama Denys Rinpoce. Bene, nello spazio, sono esercizi che ci fanno aprire.

In tutti gli esercizi noi tutti abbiamo le nostre tensioni e paure, la cosa più importante è conoscere il proprio corpo. Ad esempio: “Mio caro corpo, te ne ho fatte vedere di tutti i colori, ma ora mi prendo cura di te”. Assumete un atteggiamento di accoglienza e benevolenza verso il vostro corpo. Muovendoci, avvertiamo se, ad esempio, ci duole il braccio destro, lo sentiamo, lo accettiamo, ma non restiamo bloccati dalla paura o dal rifiuto di muoverci, sentiamo la sua intensità, sentiamo anche il limite e sentiremo che possiamo andar lontano, ci muoviamo in uno spirito di rieducazione, si sente e ci si rilassa nella sensazione: accogliere la sensazione nella benevolenza e rilassarsi dentro, con dolcezza e con rilassamento e con un cammino dinamico di rieducazione che ci porta alla mobilità.

Domanda. Ho provato una sensazione positiva, piacevole, ho respirato bene.

Lama Denys Rinpoce. Gli esercizi in piedi possono essere fatti in piedi o da seduti, l’uno o l’altro od entrambe insieme, tre ripetizioni di ogni movimento, anche una sola, quando siamo abituati.

Poco a poco, nell’addestramento si tratta d’essere intelligenti, perché l’addestramento non è un qualcosa di rigido, marziale, si tratta di sentire pian piano piano e di esser noi stessi i nostri allenatori.

Domanda. L’ampiezza della respirazione è un po’ come lo spazio della nostra interiorità?

Lama Denys Rinpoce. Respiro tutto aperto, sentite la pulsazione della respirazione ampia.

Oggi abbiamo una giornata intensa. Ieri abbiamo sperimentato la piena presenza coi pensieri, o meglio il pensiero in piena presenza. Oggi scopriamo la piena presenza nelle emozioni. Pensiero ed emozioni sono esperienze normali e positive, non si tratta di voler essere senza pensieri ed emozioni, si accolgono i pensieri ed emozioni senza inizio. V’è una continuità tra pensiero ed emozione. Un emozione è un pensiero energitizzato, con una carica affettiva energetica che lo fa diventare, lo fa salire a livello d’un emozione.

Esperienza iniziale o primaria. Il primo apprezzamento, la sensazione, il processo d’identificazione della forma e di concettualizzazione, attribuzione di nomi, concettualizzazione è una nominazione, come sulla carta geografica google map dove troviamo il territorio, le strade, i nomi. Quindi, una volta identificato il fenomeno, il suo investimento, l’identificazione porta all’emozione, nel cui etimo c’è l’emozione, l’impulso che ci mette in movimento.

L’emozione si struttura, emerge sul pensiero, sui concetti, sulla costruzione, su un investimento affettivo che energizza, spinge il pensiero su un emozione che ci spinge e ci avvolge in modo intenso.

Abbiamo due tipi d’emozioni: conflittuali e di partecipazione. Le prime sono forme di relazione e di lotta in forma duale e conflittuale: vogliamo prendere, respingere, non sapere. Sono volere, non volere, neutre; attrazione, repulsione ed indifferenza. Prendere, evitare, ignorare. Le emozioni dualistiche conflittuali sono tanto più intense quanto più c’è una pulsione od una maggior polarità.

Domanda. L’esperienza, l’identificazione, il nome è successivo all’emozione, perché talvolta l’azione crea l’emozione e non sappiamo darle il nome.

Lama Denys Rinpoce. Ci può essere un attaccamento che afferra un emozione, ma c’è stata comunque un emozione che viene da un attaccamento, l’emozione conflittuale viene da una polarizzazione, intensificazione della presa fissazione, dell’attaccamento: attrazione, repulsione, indifferenza. Poi ci possono essere l’invidia, l’orgoglio, la gelosia, la rabbia. Di un emozione conflittuale si può distinguere la tonalità e l’intensita della polarizzazione, ad esempio, la forte collera, le emozioni di soddisfazione, autosoddisfazione, che stiamo bene.

Le emozioni conflittuali sono quelle che sono chiamate le passioni. Poi ci sono le emozioni di partecipazione. L’intensità d’esperienza che viviamo in situazioni d’empatia, comunione, fusione, sono non duali. Le passioni sono emozioni duali, mentre quelle empatiche sono non duali: compassione, amore in senso di vera comunione non possessivo, del buon cuore, del cuore tenero ed aperto. Esiste una relazione da un lato tra le emozioni conflittuali e le concettualizzazioni e, dall’altro, tra l’empatia e l’attività cardiaca. Sono quelle di partecipazione, sono le emozioni di piena presenza, di piena presenza empatica, di quando s’incorpora, di quando si è compartecipi nella stessa esperienza con l’altro, l’amore, compassione, verità, fiducia, non paura, non concettuale, tutte esperienze, emozioni che vanno nel senso dell’empatia. Se le emozioni conflittuali si sviluppano nella polarizzazione, nell’attaccamento, quelle di partecipazione emergono dalla depolarizzazione e nel non attaccamento. Le emozioni di partecipazione sono il passo successivo alle emozioni conflittuali. La piena presenza nelle emozioni emerge dalla diminuzione o assenza di grasping o presa fissazione, attaccamenti. Nelle emozioni conflittuali c’è una lotta per ottenere ciò che ci manca od il rifiuto per non trovare quel che non vogliamo. Le emozioni conflittuali ci portano alla tendenza a scacciarle, combatterle, reprimerle. Il cammino è la decostruzione, la destrutturazione delle emozioni distruggenti, senza attaccamenti, senza grasping, quindi c’è un non giudizio e non attaccamento, grasping.

Domanda. La relazione tra emozione e passione, presa, l’emozione di partecipazione necessita di una presa?

Lama Denys Rinpoce. Le emozioni di partecipazione sono estremamente intense hanno un’intensità tanto forte da farci piangere, creano una comunione estremamente intensa, fino a parlare del dono delle lacrime in certe tradizioni, il che significa un’emozione molto intensa.

Domanda. Cosa intende per empatia positiva e negativa?

Lama Denys Rinpoce. L’empatia è sempre positiva, ci può essere una forma d’attaccamento nell’empatia che la può trasformare in un emozione duale, se l’emozione è fissata, grasping può portare a paura, o d’averne di più o d’essere trascinati; empatia nella non paura fino in fondo, è essenziale abbandonarsi veramente senza paura, abbandono, lasciare la presa, esperienza intensa e trasparente. Se volete resistere alla grandi onde dell’oceano opponendovi, sarete trascinati, il modo migliore è di tuffarvici dentro, lasciandovi trasportare. Se arriva un intensa onda emotiva, se è in arrivo, se c’è una trasparenza nella non resistenza, quest’ondata può passare. Occorre lasciare quindi la presa, non grasping. È il modo migliore di vivere le emozioni.

Domanda. L’empatia, in psicologia è la capacita di comprendere i sentimenti dell’altro, come se si fosse nei suoi panni, ma mantenendo la propria individualità, ma ieri abbiamo parlato di sentimenti d’empatia con lo spazio e le montagne, ma non credo che le montagne abbiano l’empatia.

Lama Denys Rinpoce. L’empatia è la capacita di comprendere l’atro senza fare confusione con l’altro. La comunione è la piena comprensione, un intelligenza dell’empatia è un’intelligenza del cuore senza identificazione, senza grasping. Fusione senza confusione, comprendere e sentire l’altro con l’ambiente, ma senza identificazione. Empatia e comunione, fusione senz’identificazione: è il grasping che porta i problemi. Mathieu Richard nel suo libro “La forza della benevolenza” parla di promuovere l’altruismo. Siamo passati dalle emozioni conflittuali a quelle di compartecipazione. Perciò occorre liberarsi dalle emozioni che dipendono dal grasping, dalla presa fissazione, perciò impariamo a stare tranquilli, senza grasping, si tratta d’essere nella piena presenza d’assenza. È usata in diversi approcci spirituali, la piena presenza d’assenza del sé e la presenza di sé, dell’ego come grasping, la presenza della natura. E lo è sia nel Buddhismo tradizionale che tra i Vedanta ed in altre. Siamo completamente presenti quando siamo completamente assenti, la presenza è totale quando mi sono completamente assentato, è un incoraggiamento a lasciarsi andare. Il lavoro con le emozioni, il fulcro è lasciare la presa, assentandosi, assentarsi, andare nell’assenza. In genere, quando abbiamo un’emozione, vogliamo restare senza essere perturbati dall’emozione, la vogliamo scacciare o scappiamo, fuggiamo. Desidero restare senza essere turbato dall’emozione. Me la soluzione è lasciare l’emozione, e noi stessi assentarci o sganciare o svanire, lasciarsi e lasciarsi andare. Cruciale è la relazione con l’emozione.

Si passa dalla relazione alla a–relazione o non relazione, dalla relazione conflittuale alla non relazione, che è in sé stessa una comunione: lo vedremo in quattro fasi, grazie alla respirazione.

1 – Riconoscere, discernere, individuare l’emozione, le sensazioni fisiche come indicatori dell’emozione, l’adrenalina che sale, la rabbia che va agli occhi, la sensazione è un indicatore molto importante dell’emozione, la piena sensazione del corpo è sentire lo stato in cui siamo, riconoscere, ma senza giudizio, in un atteggiamento di accoglienza neutra e benevola, non pensare che l’emozione non debba o debba esserci, in un accoglienza neutra e benevola senza farci trascinare. Può essere fatta con l’etichettatura, ad esempio, riconosciamo qualcuno col proprio nome, senza bisogno di dirci il nome se è di famiglia, riconoscimento verbale e non, è importante il riconoscimento. Ed accogliamo con benevolenza le emozioni, è pure una gran pratica d’accoglienza di stessi così come siamo, di benevolenza con noi stessi, la pratica con le emozioni è accogliere sé stessi.

2Incorporare respirando, respirare con le emozioni, o respirando con le emozioni sentendole, si entra nella loro qualità, incorporare l’emozione sentendola pienamente, entrando, entrando, respirando nell’energia delle emozioni. Inspiro accogliendo con benevolenza ed espiro lasciandomi andare nell’energia. Così si riduce la distanza, come se si entrasse nelle sue emozioni, nella sua natura: ci si rilassa nellemozione e ci si fonde con le emozioni.

3 – Lasciar diffondere, irradiare nel rilassamento, nell’aperto, nello spazio, lasciar diffondere l’energia dell’emozione: irradiandola, la scarichiamo nello spazio. La diffusione avviene con lo scandire del respiro e si continua raccogliendo e rilassando, come il respiro: continuiamo nell’aperto.

4 – Lasciar riposare, restare tranquilli nell’aperto, nello spazio, nell’apertura, nell’apertura della semplice presenza globale, pausa, respira nello spazio, in una piena presenza. La risposta non viene da una reazione, ma da un’armonia empatica.

La mente incorpora l’energia dell’emozione, Samantabadra, gli auspici di Dzochen.

Domanda. Occorre riconoscere l’emozione conflittuale od il grasping?

Lama Denys Rinpoce. All’inizio si riconosce quel che c’è, se è collera è collera, ma senza giudizio, accogliendo, lasciando venire, espirando, lasciando andare, espirando e rilassandosi.

Continuiamo con un momento di respirazione, inspirando, accogliendo ciò che c’è delle emozioni che ci sono o non ci sono, accogliere inspirando nell’inspirazione, espirazione, lasciando andare, abbandonandosi, è la stessa esperienza che viviamo con un’emozione od un’energia emozionale. Inspirare, espirare silenziosamente, lasciandoci andare, silenziosamente per qualche minuto.

È la seconda fase delle quattro che abbiamo visto: l’espirazione nell’apertura. Quando c’è un’energia emotiva, continua nella terza fase, dove la si lascia andare e si scarica l’energia nello spazio.

Ora, tornate a contemplare nella natura. Abbiamo fatto la piena presenza nella camminata, ora, senza fare la fila indiana, ognuno resti per proprio conto nella piena presenza camminando, ed è molto utile addestrarsi a camminare normalmente, con pause, lentamente, rapidamente, seduti, distesi, riprendo a camminare, pausa. Contempliamo ciò che è piccolo e vicino, oppure ciò che è grande e lontano e lo spazio aperto, lasciando lo spazio oltre, oggi il cielo è aperto, è meno luminoso ed è così più facile la contemplazione con gli occhi completamento aperti, senza abbagliamenti. Lasciate andare completamente la mente. Se ci sono pensieri ed emozioni: respirate con essi, la piena presenza empatica, respirate accogliendo e lasciandovi andare e scoprite la presenza empatica di accogliere e lasciarsi andare.

Pomeriggio.

Riconoscere le emozioni.

Alleniamoci col barometro fisico del corpo, questo è il tema di stamani.

Domanda. Nell’apertura, all’inspirazione è la tensione che mi ingabbia, mi sento pensante anche nella relazione col corpo.

Lama Denys Rinpoce. Si può entrare in relazione all’apertura, restare aperti piuttosto che afferrare l’oggetto, la relazione aperta è un che di molto leggero, senza grasping, senza attaccamento. All’inizio possiamo avere la sensazione di non saper bene come fare, poi ci rendiamo conto che dobbiamo procedere senza paura.

Domanda. Quando fissiamo e c’identifichiamo col cielo, alla fine noi siamo cielo?

Lama Denys Rinpoce. Si, si diventa niente ed è il cielo in noi.

Domanda. Come incide la volontà nell’esperienza dell’apertura?

Lama Denys Rinpoce. La non volontà, la nolontà, l’abbandono che ci fa lasciare la presa, lasciare non è uno sforzo di volontà, è coraggio, una forma di determinazione e di motivazione. L’impegno e la motivazione ci permette di tuffarci nell’apertura, ma non è una volontà tesa e contratta.

I Vedanta, il Buddha fecero ed insegnano l’esperienza della natura in , in un sé riflessivo, non duale, così com’è: la natura di Buddha risvegliata, in una scorciatoia metafisica. Nei Vedanta il è lo stato di piena presenza assoluta, non dualista, è lo stato d’assenza di sé, d’assenza del grasping, d’assenza d’attaccamento, dell’ego. È il come negazione dell’ego, come nel Dharmabuddha. Shankara fu accusato di esser un buddista travestito come Taranata fu accusato d’essere un vedanta travestito. Unesperienza con la piena presenza non dualista è la piena esperienza rimè. È una nella diversità, una sola esperienza di diverse espressioni e diversi metodi. Fondamentale è la piena presenza: unica esperienza, eterno presente, istante presente,

L’empatia della piena presenza, l’avete provata?

Domanda. La possibilità d’aprirsi al bagno di luce che diceva ieri, è possibile in base all’attaccamento che ci si mette?

Lama Denys Rinpoce. Non sforzo, non fabbricazione.

Domanda. Ho avuto una piacevole sensazione di benessere nella respirazione: questa è la presenza empatica?

Lama Denys Rinpoce. L’empatia è quando si sta bene insieme e si integra.

All’inizio è importante l’insegnante che riporta le istruzioni, poi occorre ripeterle da sè stessi. L’immobilità del corpo favorisce la stabilità della mente, trovate l’immobilità del corpo nel rilassamento, meditate ad occhi aperti, si ha meno facilmente sonno, la mente è più chiara e si può usare la visione panoramica, molto preziosa per entrare nell’apertura.

Ricapitoliamo le quattro fasi:

1 riconoscere, individuare;

2 respirare nell’emozione, incorporare l’emozione, sentendola pianamente;

3 lasciare diffondere l’emozione all’aperto, lasciar diffonder l’energia dell’emozione;

4 lasciar riposare all’aperto, nell’apertura della semplice presenza globale, nella pausa.

Le praticheremo in una situazione piacevole.

Ricordiamo una situazione piacevole nei nostri ricordi. Entriamo bene nell’esperienza, in modo vivo ed intenso. Notiamo l’esperienza fisica e come questa situazione è vissuta nel nostro corpo. Respiriamo: inspirando ed espirando, sperimentando i differenti stadi dolcemente, inizialmente le quattro fasi lentamente, poi per diverse volte di seguito, silenziosamente per qualche istante.

Domanda. Questo lavoro sulle emozioni può inibire la creatività artistica?

Lama Denys Rinpoce. Riduce la creatività artistica nevrotica, è la diminuzione della nevrosi, ma dà slancio alla creatività artistica sana ed autentica.

Domanda. Ho avuto difficoltà nella terza fase: diffondere le emozioni per irradiarne le energie. Come mai?

Lama Denys Rinpoce. Quando abbiamo accolto quest’energia, occorre lasciarla andare, si accoglie come per dire sì, sì d’accettazione, sì d’accoglienza e sì d’abbandono, sì di lasciare, come un sole nello spazio, senza controllo, un limite che irradia energia naturalmente.

Domanda. La terza tappa e la quarta: solo alla fine sono riuscita a farle. Perché?

Lama Denys Rinpoce. È il segno che è bene continuare nella piena accoglienza ed abbandono, e, semplicemente continuando, puoi irradiare, lasciando il tempo.

Domanda. Ho avuto un’esperienza molto positiva, ho avvertito l’emozione partire dal corpo, un emozione totale, una bella esperienza.

Lama Denys Rinpoce. Eccellente.

Domanda. Anch’io ho avuto l’esperienza del batticuore e dell’emozione forte, poi è andato via, e sembrava strano rispetto all’emozione.

Lama Denys Rinpoce. Perciò ho suggerito di fare più forte il ciclo.

Domanda. Ho avuto la sensazione che l’emozione abbia lasciato una specie d’impronta.

Lama Denys Rinpoce. Bene!

Affrontiamo le situazioni più difficili e delicate e lo stress, che è una nozione moderna, apparsa negli anni ’50, questo non vuol dire che in passato non si fosse stressati. Un endocrinologo lo portò sulla scena pubblica, definendolo come l’insieme delle risposte dell’organismo sottoposto ai vincoli del suo ambiente, e la risposta ai vincoli è lo stress, è un processo di risposta. Stress come dukka in prospettiva orientale, duka in pali e sanscrito come senso di malessere e sofferenza, disarmonia. Mindfulness based stress reduction MBSR è basata sulla piena presenza e coscienza.

L’ origine di duka è nel grasping, nell’attaccamento o presa-fissazione. La liberazione dallo stress passa attraverso la liberazione dal grasping. Inizialmente lo stress è vigilanza, capacita di fuga da un pericolo, positivo, ma problematico quando le richieste dell’ambiente superano le capacita di risposta del soggetto. La vigilanza è positiva, ma, oltre un cero livello, è un problema, diventando distress: all’origine dei mali. Lo stress positivo è equilibrio tra lo stimolo dell’ambiente e le capacita del soggetto, è uno stimolo positivo. Se i vincoli dell’ambiente raggiungono un livello sommergente o le risposte del soggetto sono sproporzionate, la situazione è negativa, quindi è distress, mentre a-stress è quello che, pian piano, si può scoprire nella pratica della piena presenza o, meglio, si può passare da una situazione di stress estremo ad uno stato di a-stress e non stress. Abbiamo quindi una fase iniziale d’allarme, di reazione e d’esaurimento. Nell’ambito psicologico, lo stress è relativo al cambiamento – adattamento, dove il cambiamento è il fattore stressante, ed in sua risposta c’è l’adattamento al vincolo, come una tensione nervosa, quindi lo stress è percepito e vissuto dall’individuo quando non si sente all’altezza dei vincoli cui è sottoposto, mentre lo stress buono provoca una risposta adeguata alla domanda. Lo stress fa il collegamento tra la psiche, le malattie pscichiche e porta a somatizzazioni provocate da fenomeni neuro ormonali. Nell’aspetto più ampio è duka, come adattamento, come relazione sana ai vincoli dell’ambiente, stress e sofferenza, si destruttura in una buona relazione basata sul non grasping della presa-fissazione. Sono molti i tipi duka, dalle forme abituali di risposta, che non risolvono il problema: lotta, fuga, rassegnazione. Le cattive risposte portano a squilibri e malattie psicosomatiche. La nozione di vincolo e stress è applicabile sia a livello psicologico, fisico e sociale. Nelle reazioni allo stress si trovano strategie di negazione come forme di negazione assenza lavoro o dipendenza da farmaci droghe, cibo – bulemia, cioccolato, iperattività. Strategie positive come in modi di liberazione, pazienza, resilienza, lasciandosi del tempo, lasciandosi una certa libertà, che, pian piano, permettono di liberarsi. Sono strategie di liberazione, d’apertura, che permettono di scaricare. Qui la piena presenza è molto preziosa, è la strategia per gestire e liberare dallo stress, è importante sentire che è possibile, comprendendo che non si tratta di cambiare le relazioni ma se stessi, il che dà fiducia in sé: connessione alla vita ed al corpo sono fattori molto importanti, il che si stabilisce nella piena presenza. Lo stress si stabilisce nel mentale e nelle sue fissazioni, accogliendo ed accettando le sensazioni così come sono e rilasciando. L’allentamento della sensazione mentale libera dalle sensazioni stressanti. L’energia dello stress può scaricarsi, dissolversi. Al di la della fissazione mentale, sullo stress, s’apre lo spazio della creatività pieno di risorse, naturali, creative e positive.

Domanda. Lo stress è generato da tante richieste in un ambito temporale, tutte insieme, obbligate dal contesto. Come possiamo trovare qui il tempo per fermarci per tre respiri o trovare una tranquillità?

Lama Denys Rinpoce. Una cosa alla volta, ad esempio, facendo una cosa alla volta, al 100% è la cosa più efficace. È difficile imporlo, ma, se lo facciamo, gli altri vedranno che funziona ed è quindi positivo. Sono stati fatti esperimenti anche tra i militari, facendo una cosa alla volta, sentendola e vivendola pienamente, time management, gestione del tempo che permette d’essere rilassati e felici ed ottimizza le nostre risorse.

Domanda. Quali sono le condizioni dell’eustress?

Lama Denys Rinpoce. La situazione d’attenzione è vigile ai vincoli ed agli stimoli dell’ambiente.

Domanda. I bambini sono già pressati da piccoli, figuriamoci da grandi. Cosa ne pensa?

Lama Denys Rinpoce. Esistono situazioni stressanti per i bambini, ma la situazione più stressante per i bambini sono i genitori, perché subiscono lo stress dei figli. Se loro vivono nella piena presenza è un bene per i figli.

Facciamo ora l’esperienza spiacevole, procediamo con le quattro fasi, notando sopratutto le sensazione fisiche: respirando, inspirando accogliendo, espirando lasciando, fondendosi con l’energia.

Domanda. All’inizio ho provato tristezza, poi accettazione: espirazione nello spazio e distensione nello spazio.

Domanda. I vincoli ce li mettiamo noi stessi e ne diventiamo schiavi. Non è forse vero?

Lama Denys Rinpoce. C’è molto stress: fisico, sociale, psicologico, narcisistico, sono tutte aggressioni destabilizzanti.

Domanda. Non sono riuscita a vedere uno stress unico, ma tante situazione in cui il mio ego non riusciva a rispondere alle aspettative, con un grande carico alle ghiandole surrenali, ai reni.

Lama Denys Rinpoce. Al respiro?

Domanda. Come antidoto ho usato la sensazione positiva usata per generare le sensazioni belle. Va bene?

Lama Denys Rinpoce. È possibile farlo in questo modo, ma non è proprio l’esercizio che ho proposto.

Domanda. Inizialmente pensavo di aver tante possibilità tra le tante situazioni brutte della mia vita, poi sono andato alla ricerca d’un qualcosa di più forte, mi s’è scaldata la pancia, la sensazione è uscita, era una sensazione anestetizzazione delle emozioni piacevoli. Cosa ne pensa?

Lama Denys Rinpoce. Se cerchiamo un pò, vi riusciamo, ritroviamo delle situazioni d’addestramento spiacevoli, a quel punto troveremo tanta materia prima per lavorare e trovare tante tante occasioni per addestrarci, più la situazione è stressante, sgradevole, aggressiva, più potremo addestrarci.

Domanda. Ho individuato bene la sensazione spiacevole, ma non sono riuscito ad andare oltre.

Lama Denys Rinpoce. Respirare le energie, la situazione, accogliendo e rilassando. Le sensazioni: la seconda diventa la terza, continuando a respirare fin quando è necessario.

Domanda. Ci si dissolve di fronte alla negazione negativa?

Lama Denys Rinpoce. Ci si lascia andare, ci si fonde nell’energia della situazione, e più la si lascia andare e la si lascia diffondere, più c’è apertura.

Domanda. Ho fatto fatica a sentire l’emozione positiva, ma non quella negativa, che mi ha preso la pancia ed attanagliato alla gola, dandomi un senso d’angoscia con una forte tendenza a scappare. Con l’espirazione avevo una fissazione di quest’energia che mi bloccava. Cosa ne pensa?

Lama Denys Rinpoce. La volontà di scappare è controproducente, la fine comunque l’hai trovata, e, se continui ad addestrarti, avrai altre occasioni. Espira accogliendo senza giudizio e lasciandoti andare nell’energia. Pazienza e tempo fanno meglio di coraggio e forza.

Domanda. Se sto lottando per sopravvivere, come devo fare? A cosa serve l’apertura?

Lama Denys Rinpoce. Se praticate l’apertura, ottimizzi le tue chanches di sopravvivere, ottimizzare le risorse nella situazione d’adattamento spontaneo è ottimo ed avrai una maggior probabilità di sopravvivere e, se non sopravvivi, almeno morirai bene. Il modo miglior di morire è nell’apertura, svanendo nella luce, la coscienza del sé si perde nella chiarezza.

Domanda. Ho avuto una difficoltà a trovare una situazione spiacevole, perché non ne aveva voglia, così come non aveva voglia di lasciare le cose piacevoli.

Lama Denys Rinpoce. Il possesso e la possessività fanno diventare spiacevoli le cose piacevoli. E, scacciare, occultare, fuggire dalle cose spiacevoli, le nutre. Sia rispetto alle cose spiacevoli che piacevoli si tratta di metterci il meno attaccamento, grasping, presa-fissazione, possibile. Si possono fare esercizi col proprio partner che ci crei delle sensazioni spiacevoli in modo da sottoporci ad allenamento.

Domanda. ?

Lama Denys Rinpoce. Nella terza fase l’energia esce e si scarica. Ed impedirsi di emettere le lacrime non va bene, perché piangere è catartico.

Domanda. Ho avuto cinque sensazioni che non si scaricavano, ma il viso si contraeva con dolori allo stomaco, fino allo svanire della sensazione.

Lama Denys Rinpoce. L’attenzione regolare al respiro è molto utile, è bene rimanere in contatto con l’attenzione al respiro.

Domanda. L’apertura all’attenzione, esistono degli studi sulla piena presenza ed emotività. Cosa ne pensa?

Lama Denys Rinpoce. Negli ospedali s’utilizza la morfina come forte antidolorifico, tutti gli analgesici e trattamenti contro il dolore sono una buona cosa, la sofferenza non ha un potere salvifico, l’antalgia può dare serenità, è una buona cosa. Il che non è proprio la piena presenza, la terapia del dolore può tuttavia favorire il fatto d’essere a proprio agio e rappresenta un aiuto importante. Il non attaccamento e l’attaccamento sono come la respirazione: lasciare la presa è il non attaccamento, è ciò che si vive nella piena presenza ed è ciò che è prodotto artificialmente quando si utilizzano sedativi, la piena presenza stimola le endorfine.

Domanda. Ho riconosciuto bene l’emozione sgradevole di poco tempo fa, non era rabbia ma frustrazione, la sensazione di essere schiacciata al cranio e spalle. Non sono riuscita a mantenere bene l’esercizio e vorrei sapere se con più tempo ce la posso fare.

Lama Denys Rinpoce. Entrandoci dentro e respirando, accogliendo nell’inspirazione e nell’espirazione, rilassandosi in un respiro, andando nella sensazione.

L’ultimo periodo della giornata, come tutte le sere: dedicatelo all’integrazione. Potete guardare il vostro foglio d’integrazione con le quattro colonne e le quattro situazioni di seduta e di richiamo. È importante prendere ora le buone abitudini per mantenerle dopo, ricordatevi le buone situazioni, al mattino ed alla sera: integrazione con le situazioni piacevoli e spiacevoli, in particolare. Ogni volta che c’è una situazione spiacevole è l’occasione per addestrarci con questa situazione e respirare con essa. È la via del Buddha.

Fate esperienza sulle situazioni spiacevoli e piacevoli.