Ven Ghesce Tenzin Tenphel: La mente come creatrice: tutto sul karma.

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: L’obiettivo è avere una disciplina della propria mente.

Seminario del Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: “La mente come creatrice: tutto sul karma” al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 16 e 17 novembre 2013. Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, revisione del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano di Sebastiano Sforza.

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel

Prima di tutto dobbiamo sviluppare una buona motivazione a beneficio di tutti gli esseri. La riflessione che dovremmo fare è che tutti noi desideriamo essere felici e non vogliamo soffrire.
Nonostante questo continuano ad arrivare sofferenze, ogni tanto sei felice, per un po’ di tempo poi questa se ne va via. Qual è lo sbaglio? Se ogni volta che sperimento una sofferenza riflettessi su quali condizioni esterne mi fanno soffrire, allora potrei fare dei passi avanti. Ma queste condizioni esterne sono l’unica ragione per la quale soffriamo?

La vera causa è in un errore della nostra stessa mente.

La nostra vera opportunità è quella di creare una buona mente, prudente ed attenta dentro di sé. Se cerchiamo di eliminare le condizioni esterne avverse: potremmo risolverne una, due, ma ne arriverà sempre un’altra. È impossibile risolvere la nostra sofferenza migliorando tutte le condizioni esterne avverse. Se non pacifichiamo e non miglioriamo la nostra mente abbiamo un problema sopra l’altro.

Condizioni avverse e mente indisciplinata.

Già abbiamo un problema esterno che ci complica la vita. Se, oltre a questo, abbiamo la nostra mente indisciplinata, allora diventa un vero problema. Averne uno è già abbastanza. I problemi esterni sono uno dopo l’altro. Se la mente non è disciplinata.

Quando sorge un problema e noi non abbiamo la mente disciplinata questo problema comincia a farci stare male. Se la mente è disciplinata abbiamo gli strumenti per affrontarlo. Quando ne sorge uno nuovo noi lo conosciamo già e questa difficoltà che sorge non avrà più il potere di farci del male. La nostra situazione normale, una mente non disciplinata, quando sorge un problema non è solo l’infelicità che sorge da questa infelicità, ma la nostra mente comincia ad avere una serie di elaborazioni in cui un solo problema fa scaturire una sofferenza che dura a lungo. Per cui diciamo che una difficoltà, questa non è che ci fa male una volta sola, ma ci fa male a lungo, perché continuiamo a pensarci sopra su questa cosa. Questa è un po’ l’illustrazione di come è la nostra vita umana. Se noi stiamo male per un problema, nel frattempo ne sorgono degli altri. Per cui questa è la nostra situazione, per ogni difficoltà esterna ci stiamo a pensare tanto. Non sappiamo come affrontarla nella nostra mente, per cui diventa un percorso continuo. Corpo debole, perdita di forza.

Questo tipo di persona diventa facilmente collerica. E’ facile arrabbiarsi quando si è in questo tipo di situazione. Intelligenza non chiara, non accettiamo l’aiuto degli altri, parliamo in modo sconveniente per cui ci troviamo in una situazione in cui la nostra intelligenza non è più chiara. Adesso sto illustrando tanti tipi di situazione per arrivare a quale conclusione? Il vero errore sta nella nostra mente. E’ la nostra mente che prova tutta questa situazione sbagliata.

Se noi usciamo per strada andiamo a farci un giro, questo problema qua non resta fuori, diventa un nostro problema e, diventando un nostro problema, rende la nostra mente infelice. Questa difficoltà non è che la lasciamo fuori, ce la portiamo dentro, a casa. Questo problema esterno perché dobbiamo tenercelo dentro la mente? Se la difficoltà che noi affrontiamo dal punto di vista temporale dura 3, 4, 5 minuti, questo non è sufficiente. Se il fatto che un problema durato 5 minuti, resta nella nostra mente a lungo, è un nostro problema. Chi è che lo costruisce di fatto? La nostra mente. I problemi e le difficoltà esterne arriveranno uno dopo l’altro e, se la nostra mente non viene domata, questo ci porterà una difficoltà continua. Creare dentro di noi una mente disciplinata e domata è estremamente importante. Nel momento in cui noi riusciamo a crearci una buona mente, questo non potrà eliminare le difficoltà esterne, ma la nostra mente sarà in grado di affrontarle senza soffrire. Per cui, una volta che noi comprendiamo che al di fuori le difficoltà sorgono, possiamo renderci conto che non basta cambiare località. I problemi non sono solo in questo posto e, se andiamo da un’altra parte, non ci sono più problemi. no. Non possiamo scappare dai nostri problemi andando in un’altro luogo. Se voi siete a Sondrio e dite adesso vado a Pomaia, dove c’è il centro non ci sono più problemi. Anche lì ci sono i problemi. Ci sono tanti volontari che vengono in un centro buddhista pensando che non ci siano più problemi, ma invece ci sono anche tanti problemi. Se si formano 10 persone insieme si creano i loro problemi da per loro. Qualsiasi cosa noi facciamo se questa non serve a migliorare la nostra mente in meglio, i problemi rimarranno e l’infelicità continuerà a restare.

Per cui, nel caso la nostra pratica e meditazione serve effettivamente a migliorare la nostra condizione di vita, il nostro modo di affrontare i nostri problemi e difficoltà. Il fatto che la nostra mente migliora è il significato della pratica spirituale, il fatto di riuscire ad integrarla con la nostra vita normale. Il senso della pratica spirituale del dharma e della meditazione è quello di essere più felici di eliminare la sofferenza. Se questo non avviene, la nostra mente rimane indisciplinata come prima come è possibile eliminare la sofferenza. Perché succede che noi studiamo il dharma ci pensiamo sopra, facciamo la pratica e facciamo ritiri eppure la nostra mente non cambia. Come mai? Ci sono tutte queste difficoltà e problemi esterni meditiamo anche sulla grande compassione e la mente dell’illuminazione ma se non osserviamo a cambiare veramente la nostra mente allora non cambia niente. Mi hanno detto che per migliorare devo meditare medito e non succede niente. Com è questa storia? Perché? C’è proprio un errore in come si intende la meditazione. Se riflettiamo su quella che viene definita la grande compassione. Questa grande compassione sarebbe la riflessione sulla grande sofferenza su tutti gli esseri senzienti, provare pena e avere il desiderio come vorrei che questi esseri venissero liberati dalla sofferenza. Questo è il modo in cui si riflette e si medita sulla grande compassione. Tutti gli esseri senzienti sono da una parte e poi abbiamo amici, parenti fratelli da un’altra. Sono fuori da tutti gli esseri senzienti. Per cui se lasciamo perdere tutti gli esseri senzienti, ci concentriamo sulla nostra famiglia e cerchiamo di non fare del male è una buona partenza. Se noi seguiamo gli insegnamenti del lam rim vediamo che prima di tutto dobbiamo riuscire ad avere compassione per noi stessi. Se non l’abbiamo per noi stessi come facciamo ad averlo per gli altri? Noi di fatto non abbiamo un vero amore per noi stessi, se non ci prendiamo cura di noi stessi come possiamo sviluppare un vero amore e compassione per gli altri.

Impariamo li ad avere un buon comportamento, a non arrabbiarci, se noi impariamo a non provocare conflitti con le persone vicine, essere amorevoli. Significa che ci porterà ad essere sempre più felici e a rendere più felici le persone con cui ci vediamo abitualmente. Se noi riusciamo a risolvere i problemi che abbiamo nella cerchia familiare quella sofferenza lì è eliminata per cui noi siamo più felici. Più siamo felici meno diventiamo collerici. Più sviluppiamo compassione meno ci arrabbiamo più ci arrabbiamo questo porta via la compassione. Qual è la causa della collera e della rabbia? La causa più grande è avere una mente infelice. Quando si è infelici è molto facile andare in collera. La felicità porta ad essere molto irritabili. Questo è il primo obiettivo, oggetto in cui dovremmo cercare di trasformare la nostra mente. Se realizziamo questo la nostra felicità diminuisce, siamo più contenti. Più diventiamo felici meno diventiamo collerici. In questo modo si inizia veramente un processo di miglioramento. Più la nostra mente è felice, più migliora, più siamo felici, questo crea un circuito positivo che va verso il meglio. Per cui, diciamo che questo miglioramento, cambiamento deve cominciare da noi stessi per migliorare il nostro comportamento con gli altri. Per cui diciamo che se noi meditiamo su questa grande compassione e allo stesso tempo lo lasciamo solo come oggetto di meditazione com possiamo pensare che sia realistica la cosa. Questo argomento, questa cosa è estremamente importante, veramente importante. Se noi studiamo il dharma e per anni cerchiamo di meditare sulla mente della grande compassione e lo facciamo applicandoci molto bene. Cominciamo a convincerci ed essere molto bravi cominciamo a convincerci di essere un bodhisattva però un bodhisattva che si arrabbia. Io sono bravo ho meditato tanto studiato tanto sono loro che non capiscono niente e mi arrabbio con queste persone perché non hanno studiato. Io ho fatto meditazione augurando il bene agli altri e gli altri cos è che hanno fatto. Bisogna stare attenti a tutte queste cose per non prendere una direzione sbagliata. Quando riusciremo veramente ad essere felici se saremo di beneficio agli altri, se avremo un buon comportamento. Se continuiamo ad arrabbiarci e così non può esserci beneficio.

Se di fatto fosse che noi ci comportiamo bene e tutti gli altri si comportano bene di fatto non succede così. Come mai c’è questa situazione. Il vero significato è di cambiare in mente la nostra mente. Di fatto quello che succede è che se noi non riusciamo a domare la nostra mente continueremo ad avere una mente che nutre odio, forte desiderio, bramosia. Queste afflizioni mentali ci portano ad avere cattivi pensieri sia con la parola che con la mente e tutto questo significa accumulare azioni negative. E’ impossibile pensare di potere ottenere della felicità quando accumuliamo karma negativo. Colui che accumula karma negativo non può essere felice. Comprendere questo in modo profondo è estremamente importante. Non riusciremo mai ad interrompere le nostre azioni negative. Se non siamo convinti di questo non c’è un vero motivo per interrompere le azioni negative. Ci sono tante persone che non conoscono questa situazione, compiono azioni negative con la speranza di ottenere la felicità. Tante azioni negative le compiono pensando che gli portino la felicità. Questo è uno sbaglio. C’è gente che si comporta molto male riesce a diventare molto ricca accumula un sacco di soldi e se pratica il dharma cos è che sta ottenendo? Niente.

Sono i beni materiali è la ricchezza che ci porta la pace e la felicità. E’ così o non è così? Per cui dovrebbe essere che tutte le persone estremamente ricche siano estremamente felici. E’ così o non è così? Tutte queste persone sono infelici e hanno tante sofferenze. Anche queste persone affrontano tante sofferenze. Più si hanno possedimenti e ricchezze più si hanno problemi e infelicità. Il governo ci chiede una grande quantità di soldi, poi abbiamo paura dei ladri e i parenti ci chiedono se abbiamo qualcosa per loro. La nostra persona diventa serva della ricchezza. La ricchezza dovrebbe servire a noi, non ha nessun senso che siamo noi servi della ricchezza. Il vero significato della ricchezza dovrebbe essere che è a noi di beneficio. Il significato della ricchezza è quello di farci perdere vita, forza vitale. Per cui se noi facciamo il confronto è più importante la ricchezza o la nostra vita. La nostra vita è la cosa più importante. La nostra vita non possiamo comprarla. La nostra vita non possiamo comprarla, costruirla la nostra forza vitale. I soldi e i beni sono cose che si possono costruire. Gli uomini e gli esseri umani possono costruire soldi e ricchezza ma non viceversa. Per cui anche questa è una situazione che va compresa bene. Ci sono anche altri problemi, se siamo invitati a un matrimonio o ad una festa abbiamo il problema di scegliere vestito, scarpe, tanti problemi che sorgono da un semplice invito. Sorgono anche delle invidie, magari andiamo da qualche parte e diciamo questa ha un vestito più bello del mio. Se non abbiamo una macchina sufficientemente bella non ci aprono nemmeno il cancello. E’ importante sapere quello, vedersi, guardarsi come si è. Dobbiamo renderci conto che senza analizzare bene questo è possibile cambiare e migliorarsi veramente. Se possiamo fare questo allora riusciamo a cambiare.

Nel dharma buddhista la cosa di cui principalmente parliamo è la situazione reale. Qual è la situazione reale. Attraverso il nostro pensiero dobbiamo capire qual è la vera situazione. Tanti dei nostri pensieri non sono in armonia con quello che è la realtà. Abbiamo tanti pensieri che non c’entrano con quello che è la vera situazione. Pensare questo è impossibile, non è realistica la cosa. Perché se c’è, è impossibile. Se un problema sorge, dobbiamo accettarlo, non si può dire non c’è. Non dobbiamo dire va bene a tutto. Non è così. Quello che dobbiamo fare è imparare con una mente priva di errori ad affrontare i problemi. Quello dobbiamo riuscire a fare.

16.11.2013 pomeriggio

Per ridurre la sofferenza, il metodo migliore è quello di domare la nostra mente, coltivare nella nostra mente gli aspetti virtuosi e diminuire le afflizioni mentali e le attitudini negative. Come esseri umani abbiamo l’intelligenza a disposizione e dovremmo cercare di usarla bene. Per cui cos’è che dobbiamo fare per migliorare la nostra mente, per migliorarci: presenza mentale, consapevolezza e saggezza. Per cui questa parola che traduco come presenza mentale è kempa parola per memoria: rendersi conto se la nostra mente è positiva o negativa! Miglioramento della mente significa anche migliorare il nostro modo di pensare, dobbiamo porre attenzione al nostro modo di pensare. Dobbiamo stare attenti a come pensiamo, se ci sorge una preoccupazione e non stiamo attenti, dietro a questa preoccupazione possiamo passare un sacco di tempo a stare preoccupati. Dietro a tanti pensieri magari diventiamo anche infelici tramite questo pensiero. Il pensare alle preoccupazioni non ci rende felici. Se noi non facciamo attenzione a questo circolo di pensieri abituiamo la nostra mente a stare tempo e tempo dietro ad una preoccupazione. Ci sono delle persone che hanno preoccupazione o paura del futuro: stasera cosa succederà, domani cosa devo fare? Il futuro in genere diventa una fonte di preoccupazione. Più vi abituiamo la nostra mente, più succede. Si abitua a preoccuparsi del futuro, e in questo modo rende la propria mente infelice. Se non stiamo attenti a come funziona la nostra mente riusciamo a costruirci delle preoccupazioni che esistono solo perché le creiamo con la nostra mente. Questa preoccupazione ancora prima che le cose succedano rende questo problema ancora più grande non è che lo diminuisce. Non è che questa situazione evita il problema o fa si che il problema non esiste. Magari uno si preoccupa per un problema che non sorgerà mai, per cui quella diventa una preoccupazione completamente inutile. Riguardo le nostre preoccupazioni, ce ne sono alcune che non sono in accordo con la realtà. Poi ci sono delle preoccupazioni che possono essere in armonia con quello che effettivamente succede. Ad esempio, due amici piccoli, che sono un po’ come amici o amiche inseparabili, hanno come la preoccupazione che un certo momento potranno dividersi. Di fatto è una preoccupazione in accordo con la realtà, perché è quasi sicuro che crescendo si dovranno dividere, sorgere interessi diverse, andare da altri parti etc… questo è il caso in cui si preoccupa di qualcosa di realistico. In questo caso non abbiamo degli strumenti per evitare che questa separazione accada. Per cui in questo caso preoccuparsi a cosa è servito? Per cui è importante essere in armonia finché si è insieme senza bisogno di preoccuparsi per il futuro quello è importante.

Un esempio di cui ci preoccupiamo molto è il nostro corpo. L’invecchiare è inevitabile, non c’è un metodo per cambiare. Non è che se ci preoccupa tanto non si invecchia. Più ci si preoccupa più si invecchia velocemente. Per cui diciamo che noi per il nostro corpo utilizziamo tante medicine, la medicina migliore per il nostro corpo è avere una mente felice, quella è la medicina migliore. Non sto parlando di spiritualità ma di vita normale. Anche il consiglio dei dottori è quello di essere rilassati e tranquilli per stare bene in salute. C’è una grande quantità di felicità che ci creiamo con il nostro modo di pensare. Nel momento in cui ci rendiamo conto che ci sono tanti modi di pensare non salutari dobbiamo cercare di cambiarli. E’ impossibile che noi ci aspettiamo di non incontrare più problemi o difficoltà esterne. Possiamo prenderci cura della nostra mente e controllarla questo è possibile. Lasciando perdere tutti quelli che possono essere i problemi esterni, possiamo sapere che più la nostra mente è infelice più il nostro corpo ci darà problemi. Abbiamo tanti problemi esterni però il problema esterno principale è rappresentato proprio dal nostro corpo, quindi dal nostro corpo sorgeranno molti più problemi. Non c’è bisogno di altri problemi esterni. Solo i problemi che sorgono dal nostro corpo sono sufficienti per darci infelicità. Se non abbiamo la capacità di migliorare la nostra mente i problemi che sorgono sono veramente tanti e le difficoltà che sorgono sono sempre di più. Se non facciamo buon uso della nostra intelligenza mentale, questo ci porterà ad una consapevolezza maggiore. Una volta che questi sono diventati talmente tanti poi è ancora più difficile risolverli. Questo può essere utile per le persone nuove, una pratica molto semplice da fare tutti i giorni. La mattina vi svegliate, vi lavate bene il viso, fate 2/3/4 minuti di riflessione di meditazione. Potrebbe essere una meditazione riguardo la meditazione da avere: “oggi cerco di avere una buona motivazione, qualsiasi sia la mia attività”. Prima di andare a dormire dedico a fare l’esame di coscienza: ”dice stamattina sono stato proprio bravo”. Non sono proprio contento di quello che ho detto, fatto e pensato domani dovrei fare meglio. Quando penso di avere fatto qualcosa di buono posso gioirne se invece vedo che non mi sono comportato bene dovrò ripromettermi di fare meglio. E così andiamo a letto. Questo porta via poco poco tempo: 3 minuti al mattino e 3 minuti la sera. L’importante è farlo continuamente se uno fa questa cosa due o 3 giorni non serve a niente. Un errore che facciamo spesso: usciti dalla meditazione: non manteniamo l’intelligenza mentale e questo tipo di introspezione e continuiamo a pensare e ad agire normalmente. Per cui se dobbiamo essere consapevoli e avere intelligenza durante la meditazione. Nello stesso modo dobbiamo essere consapevoli ed usare saggezza quando siamo fuori dalla meditazione. In una stanza come questa ci sono poche occasioni per cui la mente possa incontrare delle occasioni difficili: ce ne sono molte di più quando usciamo fuori, andiamo in giro ed incontriamo qualsiasi tipo di persona. Per cui se il nostro obiettivo è quello di domare la nostra mente dobbiamo farlo nelle sessioni di meditazioni e non abbandonarlo ma farlo anche nella nostra vita normale. Se riusciamo ad integrare questi due momenti allora abbiamo la possibilità di migliorare. Non bisogna immaginarsi che la meditazione sia solo una questione di postura, l’aspetto più importante è come usiamo i nostri pensieri durante la nostra meditazione. Il nostro obiettivo è quello del miglioramento, dobbiamo guardare com è la nostra mente, ci rendiamo conto degli aspetti positivi e negativi sono quelli che devono cambiare e migliorare. Da qualcosa che è negativo farlo positivo, buono. Per fare un esempio di com’è che può migliorare la nostra mente ci sono tanti modi adesso voglio fare un esempio. Ad esempio in che modo devono essere i nostri pensieri, cercare di avere un buon modo di pensare durante la meditazione. Anche durante la meditazione possiamo renderci conto che abbiamo tanti pensieri che non sono buoni, pensieri positivi. Non abbiamo un modo di pensare perfetto limpido sempre quando limitiamo. Quando siamo impegnati a fare qualcosa di negativo riusciamo a farlo perfetto. Abbiamo voglia di insultare qualcuno la insultiamo bene, la insultiamo bene e alla fine diciamo gliel ho proprio detta bene: motivazione cattiva, parola cattiva e alla fine siamo anche soddisfatti di quello che abbiamo fatto. Per cui in questo caso siamo veramente bravi. Invece quando cerchiamo di impegnarci in pensieri positivi o migliorare la nostra mente di solito la conclusione è che ci addormentiamo. Non riusciamo ad avere questa forza nel far questo: la mente è poco lucida poco chiaro non è dritta la mente, è abbastanza debole non è stabile. Per cui non riusciamo a pensare bene in modo perfetto e continuo. E’ molto importante che noi esaminiamo da noi stessi come si muove la nostra mente, cosa fa, questo lo dobbiamo capire noi. Quando noi meditiamo non meditiamo in un modo così perfetto e lucido. E’ difficile meditare bene. Questo è un segno che la nostra mente è instabile poco chiara non è una mente perfetta. Se le cose le lasciamo così come sono c’è poca occasione che possiamo diventare veramente felici e abbandonare la sofferenza. Parlando di metodi di meditazione che possono aiutare a migliorare la nostra mente la meditazione più utile è al meditazione analitica. Questa meditazione analitica è molto difficile farla individualmente è molto più utile farla insieme a due o tre persone. Approfondire e sviscerare un argomento il fatto di essere in due o tre è qualcosa che fa venire fuori le opinioni di ognuno. In questo modo dal punto di vista della meditazione analitica essere in più di una persona è molto utile. Anche perchè se il nostro obiettivo della meditazione è migliorare la nostra mente se non sappiamo come fare in che modo possiamo migliorare la nostra mente? Per cui abbiamo bisogno di conoscere. Se non conosciamo su cos’è che meditiamo? Per cui dobbiamo meditare su quello che conosciamo, la meditazione deve essere la conseguenza di qualcosa che sappiamo e la conoscenza proviene dallo studio e dalla riflessione. In questo contesto di studio e riflessione è molto utile essere insieme agli altri ed ognuno riceve beneficio ad essere insieme agli altri perché ci si scambia idea su ciò che si è capito. Nel monastero si passano ore a dibattere su due ore di insegnamento. Su un argomento che noi ascoltiamo la discussione diventa molto lunga. Qua non è così. Ad esempio parlando della mente dell’illuminazione diciamo che come minimo l’insegnamento classico può durare una settimana di insegnamento per cui su 10 giorni di insegnamenti la nostra discussione dura 2 mesi. Per la maggior parte dei casi siamo noi stessi che creiamo sofferenza. Di sicuro non è una cosa consapevole, non è che mi sveglio oggi e dico oggi ho proprio voglia di stare male. Però se noi riflettiamo molto bene e facciamo un confronto tra quello che è il danno tra la sofferenza che ci proviene dagli altri e quella che noi costruiamo da noi stessi possiamo vedere che è molta di più quella che proviene dagli altri. Per cui diciamo che la nostra riflessione non è che possiamo dire che dagli altri non abbiamo mai sofferenza o problemi ma dobbiamo sopratutto riflettere e interrompere è la sofferenza che proviene da noi stessi. L’unico metodo per ottenere una felicità stabile e definitiva è quella di interrompere la sofferenza che sorge da noi stessi. Se eliminiamo un problema che viene dall’esterno ne sorge un altro, se eliminassimo tutte le persone del mondo allora saremmo felici. Senza amici, conoscenti e persone che ci aiutano non siamo contenti. Per cui quello che dobbiamo pacificare sono i nostri errori, i nostri sbagli nella nostra mente. Per cui cos’è che ci crea problemi, che fa sì che ci crea sofferenze, fa sì che non riusciamo a controllare bene la nostra mente, non l’abbiamo domata. Per cui adesso facciamo una meditazione di 10 minuti e l’argomento è: sono più le sofferenze che creo da me stesso o quelle che provengono dagli altri. Qui vorrei fare un piccolo esempio però è proprio un bell’esempio per cui lo faccio. Vorrei fare quest’esempio se sono più le sofferenze che provengono dagli altri oppure che provengono da noi stessi. Una persona ci dice tu sei davvero una cattiva persona. Perché? Cosa ho fatto? Chissà cosa pensano gli altri di me? Quello lì ha detto una cosa che è durata un minuto e io sono stato un mese a pensare che sono una cattiva persona. Per cui se facciamo i conti chi è che mi ha fatto più male lui che mi ha detto una cosa pochi secondi o io che ci ho pensato a lungo. Per cui siamo noi che ci creiamo la maggior quantità di sofferenza. Se uno cambia il modo di pensare di vedere le cose dice cosa me ne importa a me di quello che dice questo ed è finita. I casi sono due o sono una brava persona e non me ne importa nulla se invece sono effettivamente una cattiva persona ha detto la verità. La quantità di sofferenza che noi sperimentiamo dipende dal nostro modo di pensare siamo noi che rispetto a una condizione esterna creiamo una piccola o grande sofferenza. Per cui dobbiamo comprendere che la grande quantità di sofferenza dipende dalla nostra mente per cui la possibilità di essere felici dipende dalla nostra mente. Se noi veramente vogliamo avere una speranza di ottenere la felicità questa è riposta nell’abbandono della nostra mente di sicuro non è nel nostro corpo. Il compito principale è quello di migliorare la nostra mente ma questo non vuol dire che non dobbiamo prenderci cura del nostro corpo l’aspetto principale è migliorare la nostra mente. Nella maggior parte dei casi le persone prestano più attenzione al corpo che alla mente. Se noi non discipliniamo la nostra mente, e pensiamo a prenderci solo cura del nostro corpo, anche questo atteggiamento diventa causa di sofferenza. Il corpo di per se stesso è causa di sofferenza. Bastano pochissime cose per rendere il corpo sofferente, ci viene il raffreddore. Basta molto poco perché il corpo soffra. Ad esempio, se non mangiamo ci ammaliamo, se mangiamo troppo ingrassiamo. E’ importante prenderci cura del corpo, perché c’è una relazione tra corpo e mente, ma quello di cui ci dobbiamo maggiormente prendere cura è la nostra mente. Anche perché, se noi miglioriamo la nostra mente, il corpo naturalmente resta felice.

17. 11. 2013

Karma meritorio o che si ottiene attraverso l’assorbimento meditativo. Per cui parlando della moralità, in accordo con il vinaya, gli insegnamenti sulla disciplina monastica, l’enfasi maggiore è su come interrompere le azioni negative del corpo e della parola. Dal punto di vista di un monaco: non uccidere, non rubare e non avere attività sessuali. L’azione negativa di uccidere dal punto di vista naturale, poi compio un’azione negativa perché rompe il voto che ha fatto di non uccidere. Parlando sempre delle regole morali del vinaya, l’enfasi maggiore è su quello che dobbiamo evitare di fare col corpo e della parola: chi presiede è la disciplina mentale. Se non domiamo la mente, è naturale che compiamo azioni negative con il corpo e con la parola. Domare e disciplinare la nostra mente è assolutamente indispensabile. Mantenere un comportamento morale non è indirizzato alle monache o ai monaci, ma è qualcosa che è comune a tutti. Qualcosa che è una responsabilità di tutti e non solo delle persone ordinate. Il fatto di prendere i voti è un’impegno particolare, le azioni negative sono negative per tutti anche se uno non ha preso questo impegno. L’avere un buon comportamento morale è importante e, in particolare, dobbiamo avere una moralità che riguarda la nostra mente, la nostra coscienza. Quando noi esaminiamo i 3 comportamenti negativi del corpo cioè uccidere, rubare, prendere quello che non è nostro, cattivo comportamento sessuale, non è che dobbiamo accumulare questo, sennò accumuliamo karma negativo, dobbiamo riflettere se noi vogliamo uccidere, a noi non farebbe piacere essere uccisi e quella è la riflessione per la quale non dobbiamo danneggiare gli altri. La maggior parte non ha intenzione di uccidere, però, anche senza volerlo, continuiamo ad uccidere esseri, camminando per strada, andando in macchina, oppure nel caso in cui mangiamo carne, evidentemente c’è una relazione tra noi e il fatto che vengano uccisi degli esseri. Pratiche di purificazione e confessione che purifichino il karma negativo. In rapporto al mangiare la carne, quanti animali vengono uccisi è una quantità immensa. Rispetto a tutte le uccisioni che avvengono per gli animali, sono pochi quelli che fanno preghiere per loro. Anche i vegetariani sbaglierebbero nel pensare: io sono vegetariano e sono senza peccato, non uccido nessuno. Solo camminando: quanti insetti uccidiamo? Nel coltivare vegetali: quanti insetti vengono uccisi? Per una mela che mangiamo quanti insetti vengono uccisi? Quante mele mangiamo? Io posso pensare: non è un problema mio, è un problema dei coltivatori, non sono io che uccido gli animali. Però, di fatto, il coltivatore di mele non ha bisogno di un campo di mele per mangiare, lui non lo fa solo per se stesso. Quanti insetti uccidiamo per andare da casa nostra a comprare una mela? Io non ho nessuna intenzione di uccidere, per cui non compio azioni negative, ma non è vero, perché di fatto io comunque uccido anche se non è una cosa volontaria. Compiamo tante azioni negative, uno deve esserne consapevole, questo perché è importante comprenderlo, se si comprende, comprende anche l’esigenza di purificare queste azioni negative. Non solo è necessario, ma riguardo alle creature che noi possiamo uccidere, è molto importante fare anche preghiere di buon auspicio per questi esseri. Se noi non compiamo questa pratica di purificazione, di fatto noi continuiamo ad accumulare azioni negative. Questo del camminare ed uccidere insetti camminando è solo un esempio. Ad esempio, se pensiamo solo quando andiamo in treno, nei posti molto affollati, quante pesieri facciamo sulle persone: questo è cattivo, questo è buono, questo mi piace, questo non mi piace. Queste sono tutte azioni negative che compiamo nella mente. Se siamo soli coi nostri pensieri, quanti pensieri negativi sorgono nella nostra mente? Per cui, tante azioni negative che compiamo con la mente, con l’azione e col corpo, abbiamo come una gamma continua di pensieri che sorgono di tutti i tipi, per cui, non c’è bisogno di una vera intenzione per compiere pensieri negativi. Se noi prendiamo azioni negative, come camminare o mangiare, abbiamo sempre necessità di camminare e di mangiare. Riusciamo in un certo senso a domare la nostra mente tramite le pratiche di purificazione. Questo ci porterà a compiere meno azioni negative. Nuovamente vediamo l’importanza di cercare di migliorare la mente. Quindi, nel momento in cui noi riusciamo a migliorare e disciplinare la nostra mente, e non abbiamo più pensieri di tutti i tipi che sorgono nella nostra mente, perché è disciplinata, questo ci rende molto più felici e pacifici. L’incontro di tante diverse persone, di solito ci porta a pensieri di tutti i tipi, che spesso possono turbarci, qualsiasi sia l’atteggiamento delle persone intorno a noi, la nostra mente rimane pacifica e tranquilla. Se la nostra mente non è disciplinata, anche che non conosciamo, se ci troviamo per 2 ore in treno di fronte a una persona che non ci piace, noi per 2 ore siamo scontenti e nella nostra mente siamo a disagio. Diciamo che, parlando del karma, possiamo dividerlo in 3 categorie: quello che verrà sperimentato nella prossima vita e quello che verrà sperimentato nelle prossime vite. La prima categoria è quella che noi compiamo un’azione ed è quella che viene a maturazione in questa stessa vita. Se noi ci arrabbiamo con qualcuno, noi non piaceremo più a questa persona e il risultato è immediato. Il primo effetto è che risulteremo antipatici a questa persona, il secondo effetto è che la nostra mente sarà infelice. Questo crea anche un’abitudine all’arrabbiarsi. La collera ci allontana dagli amici, crea sofferenza in famiglia, questi sono tutti gli effetti di essere collerici di arrabbiarsi. Il venire a maturazione del karma che proviene dalla collera è immediato e continuo. Se non interrompiamo l’abitudine alla collera questa è una cosa che continua ad andare avanti, avendo creato un’abitudine andrà avanti anche nelle prossime vite. Cresce l’abitudine alla collera e diminuisce l’attitudine all’essere pazienti. Man mano che diminuisce la capacità di essere pazienti, aumenta sempre di più la nostra sofferenza. In concomitanza con la collera accumuliamo una grande quantità di azioni negative con il nostro corpo, e la collera diventa anche la causa di molte malattie e poi si invecchia prima ed in genere s’accorcia la vita. Gli effetti negativi della collera sono veramente tanti, e continuano nella prossima vita. Anche perché ci ritroviamo nella prossima vita che si nasce già collerici. Per questo motivo allenarci ad esercitare la pazienza è importantissimo. Con l’allenamento alla pazienza, la pazienza diventa sempre più forte e continua a migliorare, ad ingrandirsi. Per cui, mano a mano che cresce la pazienza, più è possibile domare la nostra mente, più aumenta la nostra pace e felicità. Tutti i nostri amici saranno contenti, tutta la gente attorno a noi è contenta se siamo persone pazienti e la pazienza aiuta molto la salute del nostro corpo e aumenta la lunghezza della vita. Se noi andiamo a prendere l’iniziazione di lunga vita e poi ci arrabbiamo tutte queste cose non ci allungheranno la vita. Per cui ovviamente se noi prendiamo l’iniziazione di lunga vita e poi facciamo un ritiro, nel momento in cui ci arrabbiamo questi vengono rotti. Il metodo per diminuire la collera è esercitare la pazienza. La causa della nostra collera è una mente infelice, è a causa di una mente infelice che diventiamo collerici e da dov’è che viene una mente infelice? In genere noi abbiamo una grande quantità di desideri, quante avversità o difficoltà incontriamo nella nostra vita? Per cui diciamo dalla non realizzazione di tutti i nostri desideri e da tutte le avversità che anche non volute incontriamo diventiamo infelici. Da questo diventiamo collerici e ci arrabbiamo. Molto spesso non c’è neanche un lungo intervallo tra quando ci arrabbiamo, siamo in pace e ci arrabbiamo di nuovo. Non è che ogni volta che siamo infelici ci arrabbiamo. La relazione tra l’essere felici ed arrabbiarsi è molto veloce. Non c’è un tempo lungo ma diventa arrabbiata la cosa. Quando abbiamo una mente infelice dobbiamo cercare di avere un obiettivo un oggetto. Dobbiamo cercare un metodo che impedisca che questa mente infelice sorga.

Una delle cause che abbiamo di sofferenza è il fatto che abbiamo tanti desideri che non riusciamo a realizzare. Dovremmo imparare a non soffrire quanto non realizziamo i desideri. Quello è possibile, è una cosa possibile. Sia che noi diventiamo felici sia che diventiamo infelici, il desiderio non lo realizziamo. In ogni caso non riusciamo a realizzarlo, per cui tanto vale non essere infelici. Sia che incontriamo avversità, sia che non le incontriamo, non cambia il fatto che siamo felici o infelici. Nel momento in cui queste situazioni non ci rendono infelici questo interrompe la nostra collera. Ora se noi prendiamo il bodhisattvacharyavatara https://www.sangye.it/altro/?cat=15 nel capitolo della pazienza https://www.sangye.it/altro/?p=2405 , è uguale. Parla del fatto che c’è necessità di esercitare la pazienza e se ci abituiamo alla pratica della pazienza questa pazienza aumenta sempre di più. Se non la esercitiamo, questa pazienza diminuisce sempre di più.

Più abituiamo la mente alla pazienza, più diventiamo pazienti, più perdiamo l’abitudine alla pazienza e più la pazienza va persa. Sia che la esercitiamo sia che non la esercitiamo incontreremo ostacoli. Per cui visto che la situazione è questa è meglio essere pazienti. Le avversità ci sono sorgono. Più aumenta la nostra pazienza più aumenta la nostra pace mentale, se vogliamo eliminare i frutti della collera dobbiamo iniziare da adesso ad esercitare la pazienza. L’abitudine ad esercitare la pazienza ce la portiamo anche nelle vite future. Se ad esempio c’è una persona di brutto aspetto, la prima volta che la vediamo, ci sembra brutta, poi man mano che la conosciamo magari alla fine ci sembra bella. Magari ne vediamo una bella ma ha un caratteraccio, parla male etc… la vediamo nel suo aspetto negativo non la voglio vedere questa persona. Mentre una persona anche brutta non vediamo l’ora di vederla e di incontrarla. Se uno è bello sia dentro che fuori è la cosa migliore che si possa avere. Però mentre non riusciamo a costruirci una bellezza esteriori noi possiamo costruirci una bellezza interiore e questa è la cosa più importante. Ora parlando di meditare ed esercitare la pazienza non significa soltanto trattenere la collera, altrimenti si può fare un giorno due tre giorni e alla fine diventa furibondo. Non è trattenere, reprimere la collera, praticare la pazienza. Non solo, ma nel reprimere la collera, intanto è una cosa che si può fare per un periodo di tempo, ma poi è anche molto pericoloso per la salute: può causare problemi al cuore, alla pressione. Piuttosto che reprimersi è meglio arrabbiarsi, dica quello che deve dire dica un po’ di parolacce è meglio che reprimersi anche perché la collera più di tanto non dura poi ci si calma e allora è meglio cominciare a riflettere. Come mai mi sono arrabbiato, come mai ho fatto questo. Alla fine se riesce a riflettere si accorge che non c’era un vero motivo che giustificava questa grande collera. La nostra collera non aveva una radice vera, un qualcosa che la giustificava, questo non è sufficiente questo. Poi adesso mi sono arrabbiato quante cose ho sbagliato e ho detto. Di tutti gli insulti e le parolacce che ho detto se domani incontro quella persona mi vergogno quasi. Se uno analizza bene si rende conto quante cose assurde ho detto perché sono andato in collera e tutto questo perché non riesco ad avere una vera disciplina della mia mente. Per cui l’importante è riconoscere gli errori della collera comprendere quanto sia difettosa sbagliata. Per cui in questo modo uno comincia a riflettere sugli errori i difetti le conseguenze negative della collera. La collera è qualcosa che non va bene non è una buona cosa. Se noi pensiamo alla nostra situazione normale della vita: il fatto che viviamo con fratelli e sorelle la nostra aspirazione è di essere allegri di passare del buon tempo insieme questa è la nostra aspirazione. Spesso la nostra aspirazione non corrisponde alla realtà. Come mai? E come mai non succede?

Il motivo principale è la mancanza di capacità di esercitare la pazienza. Il fatto di non sapere essere pazienti questo è causa di tanti problemi ed avversità. L’importante è capirlo. Anche questo ci porta a capire che la collera è sbagliato. All’inizio riflettere su tutto questo, allenarsi su tutto questo non è facile. Di occasioni in cui andiamo in collera ce ne sono tante. Ci sono tante occasioni per le quali andiamo in collera dove migliorarci è facile. Tutte le arrabbiature quando guidiamo la macchina evitarle è abbastanza facile. Non c’è bisogno di una meditazione profonda per evitare di andare in collera quando andiamo in macchina. Basta una normale intelligenza. Quando magari cerchiamo di infilare la chiave nella toppa e non entra bene ed evitare di arrabbiarci in questo caso è una cosa che possiamo risucire a fare. Delle volte ci arrabbiamo con la penna quando non scrive, basta un’intelligenza normale per non arrabbiarci con la penna. Se la connessione con il computer non è buona è una fonte di irritazione. Dobbiamo essere attenti a tutte queste cose e riusciamo ad eliminare tanta collera che abbiamo dentro. Sono tutte cose che ci evitano di andare in collera. Se non prestiamo attenzione a queste piccole cose ci abituiamo per cui c’è bisogno di rifletterci di pensarci. Ogni volta sono tutte cause di infelicità per la nostra mente. Più rendiamo la mente infelice più siamo predisposti ad andare di nuovo in collera. Dobbiamo esercitare la pazienza cominciando con questi aspetti superficiali, piccoli. Non c’è bisogno di meditazione profonda nè metodi speciali c’è bisogno di usare una normale intelligenza. Non c’è nemmeno bisogno di fare grandi preghiere. Anche perchè se facciamo preghiere molto intense non riusciamo ad eliminare il traffico. Spesso non ci servono delle condizioni particolarmente avverse per arrabbiarci, ci basta molto poco. Rispetto a questo dobbiamo vedere quante occasioni abbiamo di esercitare la pazienza e possiamo misurare dentro di noi la nostra capacità di avere pazienza.

Se abbiamo poca pazienza abbiamo poca opportunità di essere felici. Per cui se vogliamo veramente esercitare la pazienza dobbiamo lasciare perdere le occasioni forti ed esercitarci sulle piccole cose. Esercitare la pazienza con le piccole cose questo ci porterà ad essere più pacifici e questa eliminerà comportamenti negativi della mente della parola e del corpo. Dobbiamo riflettere su tutto questo pensarci. Se invece non esercitiamo la pazienza e ci abituiamo ad essere in collera ed arrabbiati ci rende la mente molto chiusa e ristretta e non abbiamo più la consapevolezza di ciò che facciamo con il corpo e la parola. Attraverso un carattere così chiuso uno non piace a nessuno e ci sono persone che si suicidano. Perché ad esempio il fatto di suicidarsi non è una cosa spontanea. E’ una cosa che viene formata dal costruirsi una depressione una tristezza che ha come conclusione il fatto che a uno venga in mente di uccidersi. Se uno pesa tutti quelli che sono i benefici della pazienza, trae la conclusione e comincia ad esercitare la pazienza. Nel momento in cui uno ha intenzione di praticare la pazienza cerca di esercitarsi nella pazienza e poi si vede che tutta le gente attorno a noi non lo fai uno potrebbe irritarsi anche di questo. C’era un monaco attorno allo stupa, il fatto di esercitare la pazienza è il non arrabbiarsi. Non dobbiamo pensare che gli altri ci impediscono di praticare la pazienza. Non è lui che ci impedisce di praticare la pazienza. Sorge un ostacolo, è un’occasione per la nostra pratica. Anche perché se non ci fosse nessuno che ci irrita non avremmo nessun bisogno di praticare la pazienza. La pratica dell’esercitare la pazienza è la pratica più importante che c’è. Anche perché con la pazienza tante altre pratiche vengono molto bene. Se non la pratichiamo altre pratiche non sorgono così bene. Non abbiamo la pazienza per leggere un testo per recitare mantra. Senza pazienza si possono recitare testi a mantra, ma quante persone ci sono che recitano testi e mantra eppure vanno in collera? Cos’è l’essenza, la verità del dharma? E’ migliorare la nostra mente e la cosa essenziale è esercitare la pazienza. Se non riusciamo ad esercitare la pazienza possiamo accumulare qualsiasi numero di mantra ma non calmiamo la nostra mente e non pratichiamo il dharma. Senza diventare pazienti non trasformiamo la nostra mente e di fatto non pratichiamo il dharma. Inizialmente non dobbiamo iniziare da obiettivi molto grandi, sull’importanza della pazienza e su come ci conviene iniziare a meditare riflettiamo 10 minuti. Ogni tanto se ci si incontra si dibatte e si discute su ciò su cui si è meditato è molto molto utile. Come ho detto ieri veramente è possibile meditare 5 minuti la mattina e 5 minuti la sera. Sicuramente troviamo il tempo per farlo. Se includiamo anche l’argomento della pazienza sarebbe molto importante. Io incontro tante persone a Pomaia, una delle domande che mi dicono spesso è: io non ho il tempo per meditare. Quanto tempo sprechiamo tutti i giorni per dire che non si trova il tempo per meditare. Quanto tempo sprechiamo per cose senza senso. Se combiniamo la riflessione quella diventa l’autentica pratica spirituale. Quella che è l’autentica pratica spirituale è il cercare di integrare nella nostra vita quello su cui riflettiamo. Se noi proviamo a fare meditazione e non miglioriamo la nostra mente questa non è più una pratica autentica. Se noi nella nostra vita quotidiana continuiamo ad arrabbiarci ed avere pensieri di tutti i tipi e poi in un’altro momento della nostra giornata queste cose non vengono integrate la nostra mente resta quello che è, non migliora, non cambia. La nostra vita, quella che è la nostra pratica spirituale non devono essere due cose separate. Prima avevamo parlato del karma che si matura in questa vita, parlando di quello che si matura nella prossima vita quando questo viene fatto in modo intenzionale e volontario il frutto principale è di ottenere una rinascita nella prossima vita, tra gli inferni, o tra gli spiriti affamati o tra gli animali. Se volete approfondire bene l’argomento della pazienza dovreste leggere il 6 capitolo del Bodhisattvacharyavatara https://www.sangye.it/altro/?p=2405 . Rinasciamo come esseri umani e di solito rinasciamo in un posto mediocre, non in un bel posto. Rinasciamo in un ambiente sgradevole come esseri umani. Nasciamo con l’abitudine e la capacità di uccidere. Propensi ad uccidere ed abili nell’uccidere. Le azioni negative sono negative però hanno una grande qualità: che possono essere purificate. Il fatto di riuscirci dipende da quanto è la nostra motivazione, quanto è più intensa la nostra motivazione quanto più abbiamo la capacità di purificare azioni negative nel passato. Contemplare quante conseguenze negative porterà questa azione negativa. Allora potrà sorgere un vero rincrescimento e dire questa cosa qua è veramente stata una brutta azione. Tante azioni negative in questa vita ce ne siamo dimenticati ma immaginiamoci quante ne abbiamo compiute in tutte le vite precedenti. In ogni caso quelle accumulate in questa vita sono molto minori di quelle accumulate in tutte le vite precedenti che non conosciamo. Una persona che in questa vita si è comportato bene però nelle vite precedenti no, noi non lo sappiamo non abbiamo questa capacità di conoscere. Possiamo renderci conto delle azioni negative che abbiamo compiuto non abbiamo nessuna idea di quello che abbiamo compiuto nelle vite precedenti non lo sappiamo. Se solo riflettiamo quante azioni negative compiute in questa vita, il numero delle azioni negative che non conosciamo quante saranno? Tanto più è forte il rincrescimento tanto più i 3 poteri per purificare le azioni negative funzionano meglio. Ogni sera dobbiamo pensare alle nostre azioni negative pensando da un tempo senza inizio. Il fatto che sperimenteremo la conseguenza di un’azione negativa è certo senza metodo di purificazione. Se comunque faremo la pratica di purificazione, anche non perfetta, diminuisce l’effetto dell’azione negativa.

L’obiettivo è avere una disciplina della propria mente. Con i voti di liberazione personale, con scopo inferiore o Hinayana e con questa perfezione entrare nello scopo intermedio, poi nel Mahayana e poi nel tantra perfezionando sempre la partenza, la base e i voti di liberazione personale. E’ una connessione che serve a far crescere la compassione nel nostro cuore. Siamo avari nel recitare mantra. Dovremmo fare una riflessione pensando a quanto tempo usiamo in modo inutile la nostra parola. E’ sicuramente più di beneficio impiegare del tempo a recitare mantra che parlare completamente a vanvera.