31 Gennaio 2016. Monastero di Tergar, Bodh Gaya, Bihar, India. Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa, revisione dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per i possibili errori ed omissioni.
Durante il 18° giorno d’Insegnamento nell’ambito dell’Incontro di Dharma d’Inverno Arya Kshema, il Karmapa ha conferito insegnamenti sulla pratica di purificazione delle azioni negative, sulla base del Prezioso Ornamento della Liberazione di Gampopa. In particolare, il Karmapa si è oggi concentrato sullo sviluppo della fiducia sulla possibilità di purificare tutti i nostri misfatti, attraverso la pratica della confessione.
Sua Santità il Karmapa
È molto probabile che a questo punto ci sorga un dubbio. Il fatto è che fino ad ora abbiamo compiuto innumerevoli misfatti, cosìcchè: come è possibile che solo una piccola confessione in questa vita può effettivamente purificare tutti i nostri misfatti? Se non abbiamo una completa fiducia nell‘antidoto della confessione, avrà quindi meno potere di purificare i nostri misfatti.
In risposta a questo, il Buddha ha insegnato su entrambi: i misfatti e la possibilità di purificarli. Quindi non ha senso credere nei primi ma non la possibilità di purificarli. Se crediamo alle parole del Buddha che un misfatto è un difetto, allora anche noi dovremmo credere al Buddha che, se applichiamo l’antidoto, questo può purificare quella colpa.
Perché le virtù sono più forti delle non virtù? Anche un’azione minore virtuosa è in grado di distruggere una montagna di grandi misfatti, immensi come il Monte Meru. Penso che la ragione di questo è che, a differenza delle virtù, i pensieri non virtuosi, come l’avidità, la rabbia e la delusione, sono in realtà errati e non in sintonia col modo in cui le cose in realtà sono. Essi non si adattano con la natura delle cose, o si potrebbe dire che non sono supportati da come stanno le cose in realtà. Le intenzioni virtuose, invece, hanno il sostegno di base dell’effettiva verità, un vero supporto, e, per questo motivo, la virtù diventa più potente. Queste sono alcune delle molte ragioni per cui anche una virtù minore può distruggere enormi misfatti.
È possibile confessare i nostri misfatti, ma vi metto in guardia contro la mancanza d’attenzione, l’imprudenza delle nostre azioni. Insomma, se da un lato dobbiamo sapere che con l’adeguata ed effettiva confessione, rimorso e decisione di non più commetterli, possiamo purificare le nostre azioni negative, dall’altro dobbiamo, proprio per questo, evitare di cadere in atteggiamenti di lassismo ed azioni sconsiderate. Come nel caso della tubercolosi, proprio perché ci sono dei farmaci, non significa che non dovremmo prendere delle precauzioni per non ammalarci.
Cosa significa creare il karma di rifiutare il Dharma? E, come evitare di cadervi? Il karma di respingere il Dharma si verifica se pensiamo che qualcosa che non è il Dharma è il Dharma, o se pensiamo che qualcosa che è il Dharma non è il Dharma. Iniziare a polarizzarsi su una tradizione o lignaggio può diventare la base per respingere la Dharma. Pensare che il veicolo di fondazione od altre tradizioni non sono il Dharma è rifiutare il Dharma.
Il 14 febbraio ci sarà la commemorazione del XVI Karmapa, uno dei suoi più grandi meriti fu la ristampa dell’edizione Dege del Kangyur e la sua distribuzione a tutti i monasteri delle diverse tradizioni. Ricordando questa iniziativa del 16° Karmapa, la commemorazione di quest’anno sarà caratterizzato dall’inaugurazione di una edizione ristampata del Jang Kangyur, sia in forma cartacea che on-line. La Jang Kangyur fu la prima edizione del Kangyur a stampa in una regione tibetana e la maggior parte delle matrici originali in legno sono ormai andate perse. Si tratta di una edizione importante e preziosa e spero che ristampandola si possa contribuire a rilanciare gli insegnamenti, ora in pericolo di estinzione. Fonte https://www.sangye.it/altro/?p=7552