10 Patrul Rinpoche: Le Istruzioni Orali del Mio Perfetto Maestro.
Una guida ai preliminari del Longchen Nyingthig dello Dzogchen.
Titolo originale: Kun bzang lama’i zhal lung (Dzog pa chenpo longchen nyingthig gi nongdro’i khird yig kun bzang lama’i zhal lung); Insegnamenti orali del maestro Samantabhadra sulle pratiche preliminari Dzogchen della serie “Essenza del cuore della vasta estensione”.
Le cause che conducono alla liberazione, Il frutto: i tre livelli di illuminazione, Capitolo sesto: come seguire un amico spirituale, esaminare il maestro.
CAPITOLO QUINTO: I benefici della liberazione
Istruito da molti esseri realizzati e ricchi di dottrina,
Hai messo in pratica e sperimentato le istruzioni dei tuoi maestri. In modo infallibile conduci al sublime sentiero.
Maestro impareggiabile, ai tuoi piedi mi prostro.
Il modo di ricevere sia questo insegnamento sui benefici della liberazione che quello sul modo adeguato di seguire un amico spirituale, presente nel capitolo successivo, è lo stesso già illustrato nei capitoli precedenti.
Cos’è la liberazione? È affrancarsi da questo oceano di frustrazioni e sofferenza chiamato samsara ottenendo lo stato di sravaka o di pratyekabuddha, oppure la perfetta Buddità.
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LE CAUSE CHE CONDUCONO ALLA LIBERAZIONE
Per ottenere la liberazione è anzitutto necessario educare la propria mente mediante i quattro pensieri che distolgono dal samsara, il primo dei quali è la difficoltà di ottenere le libertà e i vantaggi dello stato umano. In secondo luogo, si deve intraprendere ogni pratica necessaria, iniziando dalla presa del rifugio, che è il fondamento di ogni sentiero, fino al perfetto compimento della pratica principale.
I benefici di ciascuna di queste pratiche sono esposti nei relativi capitoli della Seconda Parte.
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IL FRUTTO: I TRE LIVELLI DI ILLUMINAZIONE
Il frutto dell’aver realizzato lo stato di sravaka o di pratyekabuddha, oppure la perfetta Buddità, è una condizione di pace e appagamento libera dalle funeste circostanze delle sofferenze samsariche. Quale profonda gioia!
Dal momento che, fra tutti i sentieri, abbiamo scelto di seguire quello del Mahayana, tutte le pratiche – le dieci azioni positive, le quattro qualità incommensurabili, le sei perfezioni trascendenti, le quattro concentrazioni, i quattro stati senza forma, l’intensa calma e il profondo discernimento – dovrebbero essere intraprese col solo scopo di ottenere la perfetta Buddità. Conducendo tali pratiche, dobbiamo applicare i tre metodi supremi: ossia dapprima suscitare in noi il bodhicitta, poi eseguire la meditazione vera e propria libera dai concetti e infine terminare con le dediche dei meriti ottenuti.
CAPITOLO SESTO
Come seguire un amico spirituale
I sutra, i tantra e gli sastra non fanno alcuna menzione di esseri che abbiano realizzato la perfetta Buddità senza aver seguito un maestro spirituale. Noi stessi possiamo renderci conto che nessuno è in grado di sviluppare le qualità relative ai diversi sentieri e alle diverse fasi della crescita spirituale soltanto grazie al proprio valore e al proprio ingegno. Al contrario, tutti gli esseri, inclusi noi stessi, mostriamo particolari abilità nel lasciarci sviare dalle vie errate, mentre, se ci imbattiamo nel sentiero che conduce alla liberazione, lo seguiamo con la stessa incertezza di un cieco che vaga da solo in una pianura deserta.
Nessuno può portare con sé i gioielli di un tesoro trovato su un’isola senza affidarsi ad un navigatore esperto. Allo stesso modo, un compagno o un maestro spirituale, essendo la vera guida per la liberazione e l’onniscienza, va seguito con il massimo rispetto. Per fare ciò, è necessario impegnarsi in tre compiti essenziali: dapprima esaminare il maestro, poi seguire i suoi passi e infine emulare le sue azioni e realizzazioni.
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ESAMINARE IL MAESTRO
Il motivo principale per cui è necessario seguire un maestro spirituale è che gli esseri ordinari come noi sono facilmente influenzabili da parte di persone o circostanze con cui entrano in contatto.
Nelle foreste di sandalo delle montagne Malaya, quando un albero comune cade, assorbe poco alla volta il dolce aroma degli alberi profumati che lo circondano; finché, dopo qualche anno, il suo legno ne assume interamente la fragranza. Allo stesso modo, studiando e vivendo accanto ad un maestro eccellente, saremo permeati dal profumo delle sue qualità fino a colmarne il nostro intero essere.
Come il tronco di un comune albero
Caduto nelle foreste dei monti Malaya
Assorbe il profumo di sandalo dalle foglie e i rami inumiditi,
Così vi renderete simili a chiunque voi seguiate.
In questa epoca degradata è difficile trovare un maestro dotato anche di una sola delle qualità descritte nei preziosi tantra. Pertanto è indispensabile accertarsi che il maestro che intendiamo seguire possegga almeno le seguenti caratteristiche.
Egli deve essere puro e non deve aver mai contravvenuto ad alcuno degli impegni e delle proibizioni relativi ai tre tipi di voti, ossia i voti esterni del Pratimoksa, i voti interni del Bodhisattva e i voti segreti del Mantrayana Segreto. Egli deve possedere la dottrina dei tantra, dei sutra e degli sastra. Il suo cuore deve essere così pieno di compassione da amare ciascuno degli esseri che lo circondano come un proprio figlio. Un buon maestro deve essere versato nelle pratiche rituali – quelle esterne del Tripitaka e quelle interne delle quattro sezioni dei tantra. Inoltre, mettendo in pratica il senso degli insegnamenti, egli deve aver realizzato in se stesso tutte le straordinarie qualità della liberazione e della saggezza. Dotato di un piacevole eloquio, egli deve mostrare la sua generosità nel dirigere individualmente i propri discepoli tenendo conto dei bisogni di ciascuno e comportandosi conformemente alle sue stesse istruzioni. Codesti quattro modi di acquistarsi la fiducia degli esseri mettono in grado il maestro qualificato di raccogliere intorno a sé i suoi fortunati discepoli.
La completezza di tutte le qualità secondo il più puro Dharma
In questi tempi degenerati sono difficili da trovare.
Ci si affidi tuttavia la maestro che, forte della pura osservanza dei tre voti,
È imbevuto di dottrina e grande compassione,
Esperto nei riti dei pitaka e tantra infiniti,
Ricco di frutti, effonde l’immacolata saggezza
Della liberazione e della consapevolezza.
Attratti dai fiori risplendenti delle sue quattro qualità
I fortunati discepoli, come api, lo attornieranno per seguirlo.
In particolare, riguardo agli insegnamenti quintessenziali sulla natura profonda del Mantra Vajrayana, il maestro dovrebbe possedere le seguenti qualità.
Versato nel prezioso tantra, egli dovrebbe aver maturato un flusso ininterrotto di potenziamenti provenienti da un solido lignaggio. Non avendo mai trasgredito i samaya e i voti proclamati nel corso del potenziamento, egli non sarà disturbato da pensieri ed emozioni negative, mostrando una condotta serena e disciplinata. Egli dovrà essere competente sul senso completo dei tantra della base, della via e del frutto del Mantrayana Segreto del Vajrayana, e aver ottenuto tutti i segni del successo (quali, le visioni dell’yidam) nelle fasi di sviluppo e completamento della pratica. Il maestro poi dovrebbe essersi autoliberato avendo sperimentato su di sé la natura dei fenomeni. Suo unico assillo sarà il beneficio degli esseri, essendo il suo cuore colmo di compassione. Avendo abbandonato ogni attaccamento agli eventi ordinari della vita, egli dovrebbe provvedere solo ai suoi bisogni più necessari. L’esclusiva concentrazione sulle vite future, farà si che il suo unico, risoluto pensiero sia il Dharma. Guardando alla insoddisfazione del samsara, egli proverà una grande tristezza per la sorte degli esseri, incoraggiando lo stesso sentimento negli altri. Abile nel prendersi cura dei suoi discepoli, egli dovrebbe fare uso dei metodi appropriati per ciascuno di essi; mentre preserverà la benedizione del lignaggio mediante il completo appagamento dei desideri del proprio maestro.
Il maestro straordinario che conferisce le istruzioni essenziali
Ha ricevuto il potenziamento, rispettato i samaya, ed è un uomo pacifico;
Ha approfondito il senso dei tantra della base, della via e del frutto;
Ha sviluppato tutti i segni delle fasi dello sviluppo e del completamento
E le sue realizzazioni lo hanno liberato;
Ha illimitata compassione e cura per ciascuno;
Ha semplificato le sue attività profane e bada fermamente al Dharma;
Ha maturato sazietà per questo mondo,
comunicando agli altri lo stesso sentimento;
È esperto nei metodi e possiede le benedizioni del lignaggio.
Con tale maestro, la realizzazione si compie rapidamente.
Vi sono, d’altra parte, certi maestri che vanno evitati. Le caratteristiche di questi ultimi sono le seguenti.
Maestri simili a una macina di legno. In tali persone non vi è traccia delle qualità che sorgono dallo studio, dalla riflessione e dalla meditazione. Ritenendo che, quali sublimi discendenti di questo o quel lama, essi ed i loro successori siano superiori agli altri, spalleggiano la loro casta come dei bramini. Pur dedicandosi per breve tempo alla meditazione e allo studio, la loro motivazione non è assicurarsi la liberazione dalle vite future, ma ottenere benefici terreni, quali la preservazione del feudo presbiterale di cui sono eredi. La loro attitudine a formare discepoli è tanto insufficiente quanto lo è una macina fatta di legno anziché di pietra.
Maestri simili ad un rospo che vive in un pozzo. Privi delle qualità specifiche che li distinguano dagli esseri ordinari, essi vengono tuttavia tenuti in alta considerazione da persone incapaci di comprendere la loro vera natura. Esaltati dagli onori e dai profitti ricevuti, costoro sono del tutto inconsapevoli delle reali qualità presenti nei grandi lama. Per far comprendere la loro mente angusta, viene usato l’esempio del rospo che vive in un pozzo.
Un giorno, un vecchio rospo che abitava all’interno di un pozzo ricevette la visita di un altro rospo proveniente dalla spiaggia di un oceano.
“Da dove vieni?” chiese a quest’ultimo il rospo che viveva nel pozzo.
“Vengo dal grande oceano,” rispose il suo ospite.
“Quanto è grande questo oceano?” chiese ancora il primo rospo.
“Enorme!” replicò l’altro.
“Un quarto del mio pozzo?” indagò il primo.
“Molto di più!”
“Metà del mio pozzo?”
“No, molto di più!”
“Quanto il mio pozzo, dunque?”
“Molto, molto più grande!”
“Impossibile,” esclamò allora il rospo che abitava nel pozzo.
“Devo vedere con i miei occhi.”
Quando i due rospi giunsero sull’oceano; il primo rospo, di fronte alla vastità di quella distesa d’acqua, morì per il distacco della sua testa dal corpo.
Cattivi precettori. Sono coloro che, senza aver mai seguito un maestro capace, né aver studiato i sutra e i tantra, posseggono pochissime conoscenze. Le loro emozioni negative, la loro scarsa attenzione e presenza mentale li rendono negligenti nel rispetto dei samaya. Tuttavia, benché di mentalità più ristretta degli esseri ordinari, essi, come se la loro visione avesse superato il piano concettuale, imitano i siddha nell’eludere regole e convenzioni. Traboccanti di rabbia e invidia, essi non approfittano dell’ancora di salvezza dell’amore e della compassione e inducono i loro seguaci a seguire i loro stessi errori.
Precettori ciechi. Inferiori ai loro stessi seguaci in qualità umane e spirituali e privi della compassione del bodhicitta, essi sono del tutto incapaci di indicare a chicchessia ciò che va fatto e ciò che va evitato.
Come bramini, alcuni difendono la loro casta,
Oppure, pensando ai loro possedimenti,
Fingono di immergersi in studi e riflessioni;
Tali guide sono come una macina di legno.
Per quanto non dissimili dalla gente ordinaria,
Alcuni, assecondati dalla superstizione popolare,
Accrescono i guadagni, gli onori e le offerte.
Amici di tale risma sono come il rospo che abita un pozzo.
Scarsamente istruiti e negligenti nel soddisfare voti e samaya,
Alcuni, di mentalità ristretta, assumono tuttavia pose da uomini spirituali,
Rompendo i legami vitali con l’amore e la compassione,
Codeste guide malvagie sanno solo seminare il male.
Seguire chi non è migliore di noi,
Privo di bodhicitta ed attratto dalla fama,
È un incomparabile errore.
Come le vostre stesse guide cieche,
Tali frodi vi condurranno in tenebre ancora più profonde.
Il Gran Maestro di Oddyana Padmasambhava avverte:
Trascurare l’esame dei nostri maestri
È come ingerire un veleno;
Trascurare di sondare i nostri discepoli
È come balzare da un precipizio.
Si ripone la propria fiducia in un maestro spirituale per tutte le vite future. Dal maestro apprendiamo ciò che va fatto e ciò che va evitato. Tuttavia, se ci accostiamo ad un amico spirituale senza averlo accuratamente esaminato, perdiamo la possibilità di accumulare con la nostra fede i meriti di un’intera vita. Persino le libertà e i vantaggi dello stato umano andranno perduti. Tutto ciò è come essere uccisi da un serpente velenoso arrotolato su un albero dopo esserci accostati ad esso scambiandolo per una fresca chiazza d’ombra.
Senza aver esaminato con cura il proprio maestro,
Il fedele perde i meriti accumulati.
Egli, come scambiando un serpente velenoso per l’ombra di un albero,
È derubato con l’inganno della libertà appena ritrovata.
Dopo un’attenta verifica, dal momento in cui avremo realmente accertato le qualità positive sopra citate, non dovremmo mai mancare di considerare il nostro maestro come il Buddha in persona. Il maestro che mostra tutte le qualità al completo è l’incarnazione della saggezza compassionevole di tutti i Buddha delle dieci direzioni che appare in forma umana a beneficio degli esseri.
Il maestro dalle infinite qualità
È la saggezza e la compassione di tutti i Buddha
Che appare in forma umana per tutti gli esseri.
Egli è l’ineguagliabile sorgente di ogni realizzazione.
Il vero maestro guida sapientemente le persone ordinarie bisognose del suo aiuto. La sua condotta quotidiana è simile a quella dell’uomo comune; tuttavia la saggezza della sua mente, del tutto straordinaria, è quella di un Buddha. La sua attività di essere realizzato si adatta alla natura di coloro che beneficiano delle sue azioni. La sua nobiltà è perciò unica. Come una madre verso i suoi figli, egli sopporta con pazienza l’ingratitudine e lo scoraggiamento dei discepoli dissipandone dubbi e scoramenti.
In modo opportuno, nel guidarci condivide le nostre azioni.
Nella verità egli è del tutto diverso da noi.
Le sue realizzazioni lo rendono il più nobile.
Competente nel dissipare i nostri dubbi, egli sostiene con pazienza
Ogni nostro scoraggiamento e ingratitudine.
Un maestro che sia dotato di queste qualità è come un vascello che ci trasporta al di là del vasto oceano del samsara. Come un nocchiero, egli predispone in modo infallibile la nostra rotta verso la liberazione e l’onniscienza. Come un diluvio di nettare, egli estingue il fuoco delle azioni negative e delle emozioni perturbatrici. Come il sole e la luna, egli irradia lo splendore del Dharma disperdendo la spessa tenebra dell’ignoranza. Come la terra, egli sostiene con pazienza l’ingratitudine e lo scoraggiamento, essendo le sue azioni conformi al più vasto orizzonte della sua visione. Come l’albero che esaudisce i desideri, egli è la sorgente di ogni soccorso in questa vita e di ogni felicità in quella futura. Come il vaso perfetto, egli è un tesoro che racchiude l’inconcepibile varietà dei veicoli e delle dottrine che si adattano alla varietà degli esseri. Come gemma sublime che estingue la bramosia di ogni altra gemma, egli dispiega gli infiniti aspetti delle quattro attività (Pacificare le emozioni, incrementare le qualità, temperare i disordini e domare il carattere sono le quattro attività a beneficio degli esseri.) a beneficio degli esseri. Come padre o madre, egli ama in modo incondizionato ognuna delle creature viventi, senza avversione per ciò che è distante, né preferenze per ciò che è più familiare. Come un immenso fiume, la sua compassione è così estesa da includere l’infinità degli esseri che eguaglia l’immenso spazio, ma è anche tanto veloce da soccorrere all’istante ogni sofferente bisognoso di protezione. Come il re delle vette, la sua gioia per la felicità altrui non è scalfita dall’invidia, né è scossa dall’attaccamento alle apparenze. Come pioggia che bagna ogni cosa, la sua imparzialità non è mai disturbata dal desiderio o dall’avversione.
Egli è il vascello che ci trasporta al di là dell’esistenza samsarica,
Il nocchiero infallibile del sublime sentiero,
Il sole e la luna che disperdono l’oscura ignoranza,
Egli è la terra, immensamente paziente,
L’albero che esaudisce i desideri, sorgente di conforto e felicità,
l vaso perfetto che contiene il tesoro del Dharma.
Egli appaga ogni necessità, come una preziosissima gemma.
Egli è padre e madre, amando tutti allo stesso modo.
La sua compassione è rapida e vasta come l’acqua di un fiume.
La sua gioia non muta, come il re delle vette innevate.
La sua equanimità non è scalfita da nulla, imparziale come la pioggia.
Le benedizioni e la compassione di un simile maestro eguagliano quelle del Buddha. Coloro che stabiliscono un legame positivo con lui possono realizzare la natura di Buddha in una sola vita. Tuttavia, persino coloro che gli si oppongono potranno essere condotti al di là del samsara.
Un tale maestro eguaglia tutti i Buddha.
Se anche chi lo danneggia può intraprendere il sentiero verso la felicità,
Coloro che si affidano a lui con fiducia
Conosceranno la gioia dei più alti stati dell’essere e della liberazione.
Prima edizione tibetana: Gangtok 1974. Prima edizione occidentale: The Words of My Perfect Teacher, San Francisco 1996. Traduzione di Cristoforo Andreoli, © 2006. Fonte che si ringrazia per la sua gentilezza www.realizzazione.it, http://www.realizzazione.it/perfettomaestro/IstruzioniOrali.pdf