Lama Zopa Rinpoce: RICORDARE LA MORTE
Non è gran cosa riflettere solamente su morte e impermanenza, ma riveste un’importanza vitale pensare a ciò che avviene dopo la morte. Se il karma è negativo, allora ci sono i reami inferiori con sofferenze inimmaginabili: tutto questo può essere impedito immediatamente.
Non possiamo liberarci del samsara entro un’ora, oggi, questa settimana o quest’anno, ma possiamo purificare il karma negativo adesso, oggi stesso e, fermare, quindi, le rinascite nei reami inferiori se la morte sopraggiungesse adesso, tra un’ora, oggi stesso. Questo è possibile.
Ricordando morte, impermanenza, karma e reami inferiori di sofferenza, la mente è indotta ad adottare la soluzione della pratica del Dharma. La mente si prepara immediatamente alla morte: senza esitazione purifica il karma negativo opprimente che causa il permanere nei reami inferiori ove le sofferenze sono inconcepibili e non vi è alcuna possibilità di praticare il Dharma.
Ogniqualvolta si presentano problemi nella nostra vita, è sempre bene ricordare i reami inferiori di sofferenza. Non sopportiamo le problematiche del momento ma, nei reami inferiori, le sofferenze saranno bilioni, bilioni di volte peggiori, enormi quanto il cielo. Se raccogliessimo tutta l’energia del fuoco, non importa quanto rovente sia, diventerebbe fredda se paragonata a una sola piccola favilla dell’inferno. Tutto il calore prodotto dal fuoco di questo mondo umano è freddo se equiparato a una piccola fiamma del reame infernale. È bene fare il confronto.
Gli esseri che possiedono un corpo umano e che non hanno incontrato il Dharma vivono un’allucinazione, conducono un’esistenza di visioni errate con un mucchio di opinioni sbagliate. Nonostante siano benestanti, benché abbiano molte amicizie e sembrino godersi la vita, essi non si rendono conto di cosa stia accadendo: non sono consapevoli della loro stessa vita. Non si rendono conto della forza delle loro allucinazioni, cumuli di concezioni errate che li costringono a porre le cause per il samsara e per i reami inferiori. Essi non hanno la possibilità di piantare i semi per essere liberi dal samsara, per tagliare la radice dell’ignoranza samsarica, perché non vi è comprensione della vacuità: nessuna occasione per meditare sulla vacuità.
Se una persona è generosa, leale e aiuta il prossimo senza alcuna aspettativa, forse è in grado di creare un dharma puro ma è molto difficile che accada.
Normalmente si conduce un’esistenza con attitudine esclusivamente materiale e con grande attaccamento a questa vita. Si fa uso dell’intera esistenza, del prezioso corpo umano e dell’istruzione per creare solamente cause ulteriori per i reami inferiori.
Questo accade quotidianamente. Durante l’intera vita le persone si comportano come farfalle notturne attratte dal bagliore di una fiamma, completamente allucinate, ingannate e ignare della fiamma che le distruggerà: la realtà è ben diversa da come appare. Nonostante stiano per bruciarsi, nonostante abbiano ancora la possibilità di volare via, persistono nel farsi attirare dalla fiamma.
Accade esattamente lo stesso per il pesce con l’esca: non riconosce l’inganno dell’amo che lo porterà a morte sicura e indicibile sofferenza. Ignaro del pericolo è sempre attratto dall’esca, che nasconde l’amo e il risultato che ne consegue è totalmente diverso da ciò che il pesce si aspetta. Una volta che ha abboccato non ha via più di scampo.
L’attitudine mondana di una mente di attaccamento e di insoddisfazione porta allo stesso identico risultato. Una volta sprofondati nella palude delle attività di questa vita, è difficile evitare le innumerevoli e svariate problematiche o le sofferenze emotive della mente e del corpo che hanno la stessa identica radice: la mente insoddisfatta, la brama, l’attaccamento e l’afferrarsi a questa esistenza. Tutto quello che stiamo facendo è rendere il samsara più lungo, creando karma; stiamo dando un contributo alla sofferenza samsarica, rendendola sempre più lunga. Inoltre ci sono le sofferenze dei reami inferiori da cui è difficile evadere.
Un metodo simile è usato per la cattura degli elefanti: l’elefantessa è il richiamo mentre il maschio impazzisce dal desiderio, ottenendo il risultato di trovarsi intrappolato in una gabbia; all’inizio si aspettava felicità ma, alla fine, ciò che ha ricevuto in cambio è ben altro, è terrificante.
Tutti questi esempi dimostrano come il samsara e le perfezioni samsariche siano un inganno e, quindi, non dobbiamo fidarci. Di conseguenza diventa indispensabile riportare costantemente alla mente la morte e l’impermanenza. La riflessione su morte e impermanenza rende la vita altamente significativa, distruggendo in modo estremamente rapido le illusioni e il seme dell’impronta (del karma). Meditare è facile e si possono, così, annientare le illusioni. Questo spinge al Dharma e a perseverare nel portare a termine la pratica.
Questo insegnamento è stato pubblicato da MANDALA, marzo-aprile 1997, notiziario della FPMT. Colophon: stampato con l’autorizzazione di Lama Yeshe Wisdom Archive.