Ven. Ghesce Tenzin Temphel: Insegnamenti su “Il destino compiuto”

Ven. Ghesce Tenzin Temphel: “Con l’addestramento mentale possiamo essere in grado d’accettare qualsiasi situazione delle vita. “

Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel il 4 e 5 giugno 2022 all’Istituto Lama Tzongkapa, Pomaia, PI, su “Il destino compiuto”. L’educazione di Tzong Khapa in un canto di realizzazione. Una panoramica di come Je Rimpoche ha ottenuto le realizzazioni.

Appunti non revisionati ed editing del Dott. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per ogni errore ed omissione. Traduzione dal tibetano di Rita Trento.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

Ascoltiamo gli insegnamenti non solo per il nostro beneficio, ma per la felicita ultima degli esseri senzienti, avendo attenzione per la propria mente. Facciamo in modo quindi di controllarla. Perché questo è l’aspetto principale che ci conduce alla felicità.

Evitiamo i tre difetti dell’ascolto: quello di essere come un vaso bucato, un vaso sporco ed un vaso capovolto.

Anche nella dedica, non dimentichiamoci di dedicare i nostri meriti agli esseri, affinché raggiungano la felicità.

Come possiamo farlo, visto che questi sono illimitati?

Possiamo pregare perché siano felici.

Ma, se parlassimo loro: quanti sarebbero disposti ad ascoltarci?

Abbiamo a che fare con persone diverse, che parlano in modo diverso, anche aggressivo, e rendono infelici loro stessi e chi è vicino a loro. Verso di loro possiamo così solo generare compassione, senza mai scoraggiarci, perché costoro sprecano questa preziosa rinascita umana e noi non possiamo fare altro che generare compassione, affinché possano trovare la felicità.

Buddha Sakyamuni, prima di diventare tale, al cospetto di un maestro, ricevette i voti di Bodhisattva https://www.sangye.it/altro/?p=7563 e fece la promessa di realizzare lo stato di Buddha per beneficiare tutti gli esseri.

Come?

Col corpo di emanazione suprema o Dharmakaya.

E promise di farlo anche dopo centinaia di anni.

Questo in cui siamo è un tempo molto diverso da quello in cui visse il Buddha, questo è un tempo con molte più degenerazioni. E pochi furono i Bodhisattva che ebbero il coraggio di fare una tale promessa, di rigenerarsi a grande distanza di tempo, in tempi di grandi conflitti, di guerre.

Buddha Sakyamuni è molto gentile per aver fatto questa promessa di rigenerarsi a grande distanza di tempo per prendersi cura di tutti gli esseri affinché conseguano la felicità.

Abbiamo conseguito questa nostra esistenza umana molto preziosa.

Nel mondo ci sono tante religioni, tutte molto gentili. Grazie al dibattito ed allo studio ed alla nostra intelligenza siamo in grado di cambiare la nostra mente e di realizzarne gli insegnamenti.

Buddha Sakyamuni promise di generarsi in epoche successive, anche in quelle in cui gli esseri si sarebbero trovati in condizioni peggiori, molto misere.

Come?

Col corpo di emanazione suprema non sarebbe stato possibile, perché non percepibile dagli esseri ordinari.

Manifestando il corpo della forma Rupakaya? Tuttavia solo i Buddha potrebbero vederlo.

Solo manifestando un corpo più grossolano avrebbe potuto essere percepito, un corpo percepibile solo dagli Arya Bodhisattva, comunque esseri grossolani, ma dal karma estremamente puro. Ma questo corpo verrà comunque lasciato, e ciò avverrà quando mancheranno i discepoli, ma non smetterà, perché continuerà a beneficiare gli esseri con continue emanazioni. Come? Non possiamo saperlo.

Come accumulare meriti?

In Italia dobbiamo ritenerci fortunati perché troviamo pianure fertili, mare e monti, e si sta bene e ciò dipende dai nostri meriti.

Poi, a livello individuale si può sperimentare fortuna, ricchezze ed onori, il che dipende solo dai nostri meriti.

Qualunque cosa positiva che sperimentiamo a livello individuale dipende dai nostri meriti. Continuando a vivere una nostra vita felice significa anche che stiamo consumando i nostri meriti, quindi dobbiamo rigenerarli.

Nella nostra vita sono più le azioni negative che quelle positive e dobbiamo capire la qualità della nostra motivazione delle azioni positive che compiamo, altrimenti la nostra azione positiva non risulta tanto efficace. I meriti si acquisiscono con la motivazione positiva, aiutando gli altri, non semplicemente recitando mantra o circumdeambulando stupa. Ma, se siamo mossi da un’autentica motivazione positiva ed in aggiunta recitiamo mantra, allora sarà tanto meglio.

Abbiamo bisogno di meriti per non sperimentare indigenza, problemi di salute fisica e mentale, povertà materiale e mentale. Il che significa potenziare le nostre qualità di amore e compassione che ci garantiscono di trovare la felicita. Arricchendoci di questa e per tutte le vite future, possiamo realizzare i nostri meriti migliorando noi stessi, in modo d’essere di miglior beneficio per gli altri e, se non possiamo beneficiare tutti gli esseri, cerchiamo di aiutare almeno le persone attorno a noi ed in primo luogo, per riuscire a farlo, cerchiamo di cambiare la nostra mente.

Cerchiamo innanzitutto di analizzare la nostra mente ed il nostro comportamento, impegnandoci ad eliminare i nostri lati negativi ed incrementando quelli positivi, accumulando la nostra ricchezza interiore.

E questa è una ricchezza che nessuno ci potrà sottrarre.

Mentre quella materiale la potremo perdere, anzi saremo afflitti dalla preoccupazione di perderla.

Col denaro la felicità non aumenta, anzi aumentano le malattie, le malattie mentali, la sofferenza mentale.

Non c’è stato un miglioramento della qualità mentale e spirituale dal benessere economico, il che non significa che dobbiamo tornare al passato.

Ci sono molte condizioni, anche difficili e problematiche, che possono crearci sofferenza. Ma, se controlliamo la nostra mente, siamo in grado di bloccare la nostra sofferenza. Se indulgiamo alla nostra sofferenza, questa torna e si impadronisce della nostra mente. Se invece abbiamo il controllo della nostra mente, quindi del modo in cui pensiamo, allora possiamo evitare la sofferenza.

Pensiamo tutti quanti in modo diverso, se non facciamo attenzione ai nostri pensieri, si produce discorsività mentale, che risulta inutile, fastidiosa, o peggio dannosa, negativa. Tutto ciò ci può far star male. L’avversione ci provoca sofferenza che ci fa star male.

Dobbiamo essere attenti all’infelicità mentale, perciò cerchiamo d’essere consapevoli del nostro modo di pensare.

Meditiamo riflettendo sulla nostra infelicità. Ci sono tante cause e condizioni d’infelicità nella vita. Possono essere persone o condizioni. Perché devo stare male?

Pensiamo in questo senso: perché sto male? In questo modo riconosciamo le nostre situazioni e ci curiamo dei nostri stati emotivi. Siamo a volte tristi e non ne sappiamo il perché.

Scopriamolo con la meditazione analitica e troviamone i rimedi. Questa meditazione aveva come oggetto una persona. Immaginiamo che questa sia chiusa, piena di difetti, tuttavia, se poi stiamo male è perché i difetti sono in noi. Quindi analizziamoci e troviamo quali sono i nostri difetti che ci causano tanta sofferenza. Ma può esser che questa persona non conosca i suoi difetti e chissà quanto è stato male per i suoi difetti. D’altra parte, potrebbe non avere alcun desiderio di cambiare.

Se vogliamo possiamo veramente fare attenzione.

Innanzitutto evitando che questi diventino davvero i nostri difetti, evitando innanzitutto che i difetti possano instaurarsi in noi.

Ma, per star male non abbiamo bisogno di incontrare persone irascibili, certe volte ci basta pensar male pur stando soli.

Per stare meglio ci basta eliminare, tralasciare questi pensieri. Allora si diventerà senza paura.

Cosa serve aver paura?

Solo a provar sofferenza. La sicurezza non si identifica con la vita. Eliminiamo i nostri pensieri negativi. Ciò ci permetterà di sviluppare una gran forza, un gran energia. Desidero forse una mente chiusa? No certo. Desideriamo tutti una mente più serena.

Quindi impegniamoci in tal senso.

Domanda. Mia madre è non vedente. Da quando sono nato sono stato i suoi occhi, ma mi sono allontanato per essere puro, è meglio che torni a starle vicino?

Ghesce Tenzin Temphel. Se la mamma ha bisogno della tua presenza è meglio stare con lei, altrimenti puoi fare le tue scelte. In generale, più i genitori diventano anziani più è opportuno stare loro vicino. In tibetano “cen” è l’occhio e “re” è vedere, quindi recitare il mantra di Cenresi Avalokitesvara è recitare un mantra per la visione.

Domanda. Tutte le forme d’attaccamento sono coscienze sbagliate?

Ven. Ghesce Tenzin Temphel. Si.

Domanda. Qual’è il limite d’attaccamento tra genitori e figli perché non diventi sbagliato?

Ven. Ghesce Tenzin Temphel. È il troppo attaccamento che fa male, l’attaccamento è la mente che ci fa concentrare su noi stessi, mentre l’amore ci fa rivolgere all’altro: mi accorgo e mi interesso a lei che sta male.

L’attaccamento è il desiderio, ma il desiderio non è necessariamente attaccamento. L’amore ed il desiderio vanno spesso insieme, ma bisogna saperli riconoscere.

Dipende da come si formano le aspettative e da come si pensa. È un discorso individuale, se si esagera nel produrre aspettative, questo è un problema. Se non facciamo attenzione ai nostri pensieri questo diventa fonte di sofferenza.

Pomeriggio

Quando parliamo di meditazione ci si riferisce generalmente alla meditazione sulla compassione e la vacuità. Quando ci impegniamo nella meditazione sulla compassione, si vuole realizzare la compassione in noi, il che è diverso per la vacuità, che è solo un oggetto di osservazione, questa va coltivata al punto di realizzarla dentro di noi.

Importante è conoscere bene cos’è la compassione, fino a realizzarne i diversi livelli, familiarizzandosi sempre più con essa e diventando, di conseguenza, sempre più compassionevoli.

Mentre per la vacuità, se la si realizza, non è che diventiamo vacui.

Se meditando sulla compassione, e nel periodo post meditativo si finisce per litigare facilmente, non si ammettono i propri errori, si è arroganti o peggio aggressivi, si finisce per prendere esattamente la direzione opposta.

Dovremmo cercare di incrementare il più possibile tutte le qualità positive, diminuendo, di conseguenza, tutti gli aspetti negativi del nostro carattere, come la malevolenza, l’alterigia, la cupidigia, l’aggressività, l’impazienza, ma anche l’ansia, la paura indeterminata.

Quanto più incrementiamo i lati positivi staremo meglio interiormente e pure fisicamente e diminuiranno anche le afflizioni mentali che proviamo verso gli altri. Quando le afflizioni mentali sono manifeste in noi, ne siamo danneggiati: proviamo sofferenza e creiamo karma negativo. Stiamo male quando proviamo invidia, rabbia, odio, ma pure cupidigia ed arroganza. Senza pace mentale è difficile comportarci bene con gli altri.

Se non facciamo nulla per migliorare gli aspetti negativi non staremo bene con gli altri.

Non dobbiamo sprecare questa meravigliosa esistenza umana perché, se lo facessimo, perderemmo l’opportunità d’essere felici.

Tutti desiderano la felicita e non la sofferenza. Considerando le sofferenze degli infiniti esseri a noi appena visibili, constatando le loro esistenze, tra tutti gli esseri a noi visibili, solo gli esseri umani si distinguono e sono in grado di comprendere e di familiarizzarsi e di realizzare la felicità con l’addestramento mentale.

Se è così, allora perché siamo in preda alle emozioni disturbanti?

Perché da tempo senz’inizio ci siamo familiarizzati con comportamenti mentali e fisici negativi che, a loro volta, hanno prodotto sofferenza in noi e negli altri ed hanno generato karma negativo che, a sua volta, produrrà altre azioni negative, a meno che non intervenga la consapevolezza mentale.

Se si è in preda alla rabbia si possono compiere azioni fisiche incontrollate: offendere, colpire gli altri, fino ad ucciderli. Questo avviene quando perdiamo la pazienza. Poi ce ne rendiamo conto e ci rammarichiamo. Ma, nel frattempo, il karma negativo è stato prodotto.

Ma noi siamo in grado di agire utilizzando dei poteri opponenti, generando amore e compassione e solo noi esseri umani possiamo farlo e, se non lo facciamo, sprechiamo la nostra esistenza.

Quando siamo in preda alle emozioni disturbanti, che sono le cause della nostra sofferenza, non solo non abbiamo la pace mentale ma creiamo karma negativo, ed il risultato è la sofferenza. Dovremmo perciò evitare di compiere azioni negative.

Non tutte le rinascite umane sono preziose. Tuttavia, perché alcune persone hanno facoltà fisiche incomplete, deficit fisici o mentali? Dipende dal loro karma. Il conseguente karma negativo che subiscono è causa di sofferenza e perdita di pace mentale e dobbiamo necessariamente cercare di modificare la nostra situazione per essere felici.

Solo noi possiamo farlo.

Quando siamo in preda alle afflizioni mentali, non facciamo altro che sperimentare emozioni negative.

Visto che le cause della sofferenza sono in noi, dovremmo evitare di incolpare gli altri. “Sono gli altri che mi danneggiano, sono invidiosi, mi creano situazioni negative” così penso.

Pur essendo vero che esistono queste persone, ciò dipende dal karma negativo accumulato in passato.

Se non purifichiamo un’azione negativa, prima o poi ne sperimenteremo il risultato in termini di sofferenza. Siamo tutti diversi per la diversità di cause che abbiamo posto in passato, per le differenti azioni negative del passato. È vero che gli altri ci possono danneggiare, ma ciò dipende dal comportamento negativo del passato.

Tutto dipende dal karma.

Se non controlliamo la nostra mente, non solo la nostra pace mentale ne risulterà compromessa, ma sperimenteremo karma negativo come risultante delle nostra azioni negative.

Proviamo sofferenza create dalla nostre paure, ansie, fantasticherie irreali della nostra mente e per condizioni negative che effettivamente sono difficili.

Cosa possiamo fare per non soffrire?

Cercando innanzitutto di comprendere la nostra mente, eliminando tutti i pensieri che ci creano paure. Verso coloro che effettivamente ci danneggiano, per evitare la sofferenza dobbiamo innanzitutto evitare di compiere altre negatività e di accumulare di conseguenza altro karma negativo, quindi dobbiamo purificare le nostra negatività, evitando di commetterne altre, avendo potere e controllo sulla nostra mente, incrementando i lati positivi del nostro carattere: eviteremo così le sofferenze. Perché le sofferenze indotte dagli altri dipendono essenzialmente dal nostro karma negativo.

Se non abbiamo il controllo mentale siamo in preda alle afflizioni, e di conseguenza cadremo nell’infelicità

Intendo le afflizioni indotte dalle azioni negative come l’uccidere, comportamenti sessuali scorretti, rubare.

Tutti abbiamo affezioni mentali e, se non abbiamo un controllo mentale, finiremo per cadere nei comportamenti scorretti e di conseguenza si cadrà nel karma negativo e nelle rinascite inferiori. Pensiamo alle rinascite nei regni famelici che non riescono a trovare cibo o acqua. Se questi non li possiamo vedere, possiamo vedere la sofferenza degli animali in preda alla fame, sete, che rischiano costantemente di essere cacciati e divorati da altri animali. E, rinascendo come umani, si rinascerà deboli e gracili o col piacere ad uccidere, un’inclinazione a ricadere nella stessa afflizione che, conseguentemente, ci procurerà ulteriore sofferenza.

I preta o spiriti famelici, anche quando trovano qualcosa, non riescono ad ingerire né il cibo né l’acqua. Non riescono a nutrirsi. Ci sono infatti esseri umani che vivono nella carestia, nella siccità. Hanno anch’essi un capo prominente, arti scheletrici e addome prominente da denutrizione.

Sperimentiamo solo i risultati delle azioni che noi stessi abbiamo compiuto, non è possibile sperimentare i risultati delle azioni che non abbiamo compiuto. Quindi, tutto ciò che sperimentiamo è frutto del nostro karma.

Quando leggiamo del karma che è certo, che non viene sperimentato se non compiuto, non dobbiamo considerarlo in generale, ma applicarlo a noi stessi.

Nel mondo ci sono molti che hanno provato sofferenze simili a quelle descritte per i regni infernali.

Anche tra gli umani sono innumerevoli ed impensabili le sofferenze sperimentate da molte persone.

Quindi se vogliamo smettere di soffrire dobbiamo evitare di compiere karma negativo.

Come?

Avendo il controllo della nostra mente.

Il che non sarà un evento immediato, ma un processo che comporterà molto tempo.

Meditiamo sulla legge di causa ed effetto in quanto le sofferenze sono strettamente connesse alla legge di causa ed effetto.

Cerchiamo di capire le azioni all’origine dei risultati e lo possiamo fare solo in base alla legge di causa effetto https://www.sangye.it/altro/?p=4206 e meditiamo su ciò per 10 minuti.

Per conoscere le azioni negative è bene leggere e studiare quanto espresso nel Lamrim https://www.sangye.it/altro/?p=6032 a proposito delle azioni non virtuose. Se le conosciamo, ne sappiamo i risultati derivanti. Il che aumenterà la compassione non solo verso chi soffre ma anche verso chi è causa della sofferenza.

È importante riflettere sulla sofferenza e la compassione. Ma chiediamoci: sono in grado di sopportare le sofferenze? Certamente no. Quindi come è meglio fare? Evitando le 10 azioni non virtuose

https://www.sangye.it/altro/?p=11445.

Domanda. Desidererei un testo che illustri il karma.

Ven. Ghesce Tenzin Temphel. Tutto il Lamrim https://www.sangye.it/altro/?p=3762 o l’Ornamento per le Chiare Realizzazioni.

Domanda. Come le cause si legano alle condizioni per generare il karma?

Ven. Ghesce Tenzin Temphel. Cause e condizioni sono sinonimi, così lo sono nei testi. Pensando al seme che, per generare, necessita altre condizioni come l’acqua, concime, terra ecc., anche data una causa, se non abbiamo determinate condizioni, allora il risultato non si verifica.

Da tempo senz’inizio abbiamo accumulato infinito karma, ma non è possibile che tutto il karma si verifichi in un solo istante. E le afflizioni sono la causa per cui il risultato si manifesta. Se controlliamo la nostra mente siamo in grado di non far sorgere le condizioni dei nostri risultati. Comunque il karma è un fenomeno estremamente nascosto. Per la Madyamika Prasangika un Arhat o distruttore del nemico ha abbandonato le afflizioni mentali ma non le latenze, ma, in tal modo, è privo delle condizioni per sperimentare i risultati. Considera un praticante del Mahayana del 1° o 2° terreno arya Bodhisattva che, pur avendo le afflizioni e le latenze, non ne sperimenta i risultati, perché ha il controllo della mente. Perché anche le condizioni dipendono prevalentemente da noi.

Ci sono diverse cause e diverse condizioni.

E non sono interscambiabili.

Questa causa non è la condizione e questa condizione non è la causa.

Domanda. Dare sempre colpa a noi stessi non porta a deprimerci?

Ma se si comprende che le azioni negative che proviamo e subiamo dipendono dal nostro karma, allora dobbiamo comprendere l’importanza di riconoscere i nostri errori per modificare i nostri comportamenti

Domanda. La qualità del pensiero dipende dal karma, ma qual’è la forza che muove i processi cognitivi?

Ven. Ghesce Tenzin Temphel. Il potere della mente è il conoscere. Ed aumenta sempre più con l’addestramento.

Domanda. Qual’è la rinascita per gli avari?

Ven. Ghesce Tenzin Temphel. Si può rinascere come preta od umani ma carenti di risorse o come tartarughe per aver negato ospitalità in quanto la tartaruga viaggia col la propria casa.

Il karma, la legge di causa effetto, è un fenomeno estremamente nascosto, solo i Buddha possono comprenderla nei dettagli.

Domenica 05/06/22

Generiamo una motivazione positiva basata sull’altruismo per aiutare il prossimo, non dimenticandoci della dedica, affinché le nostre azioni siano di effettivo beneficio per gli altri. All’inizio, anche se non si compiono molte azioni positive, cerchiamo di fare le nostre azioni nel migliore dei modi e di dedicarle. Compieremo delle azioni che procurano moltissimo meriti, perché in ogni momento consumiamo virtù, dobbiamo quindi evitare le cause della sofferenza prediligendo quelle che portano alla felicità.

Sappiamo distinguere ciò che è corretto e ciò che non lo è, ciò che è virtuoso e non. L’azione positiva produce solo felicità e, se non vogliamo soffrire, dobbiamo evitare le azioni negative.

Se non prestiamo attenzione alla nostra mente, un momento di malessere può influenzare a lungo la nostra vita. Pur considerando che le difficolta materiali e mentali esistono e non le dobbiamo ignorare, spesso stiamo male anche senza motivo. Ed il difetto sta nei nostri pensieri negativi ed inutili.

Alcuni pensano che la felicità è non avere problemi e realizzare tutti i nostri desideri. Ma tutto ciò è irrealizzabile. Sono i troppi desideri che ci fanno stare male. A volte un poco di felicità giunge dall’esterno.

Ma la felicità va cercata dentro di noi.

È normale trovare delle persone difficili, malvagie, problematiche. Non è che tutti i malvagi vivono insieme e che basta evitarli per non avere problemi. La felicità va trovata dentro di noi.

Se qualcuno ci loda, se lo fa tutti i giorni, possiamo dubitare, sospettare – chissà cosa vuole da me? E perdiamo la fiducia nella persona. Se non cambiamo la nostra mente in modo positivo, anche le condizioni esterne positive non ci daranno la felicita.

Solo grazie alla nostra mente, al di là delle condizioni esterne, riusciremo a trovare la felicità.

Sono più importanti i soldi o l’ambiente inquinato?

Molti considerano il denaro più importante dell’ambiente e stanno rovinando tutto. Ed ovunque l’uomo sta distruggendo l’ambiente. E siamo in uno stadio avanzato e fra 10-15 anni troveremo in un processo di distruzione irreversibile.

Tutto questo da dove deriva?

Da molti, troppi desideri e sete inesauribile di potere. Anche i disastri ambientali derivano da menti incontrollate che creano disagio alla collettività. È importante cercare d’essere felici, sereni, con una mente rilassata.

È fondamentale l’addestramento mentale che ci permette di stare bene anche in situazioni difficili.

Non dovremmo trascurare i momenti di malessere immotivati, cosi come quando proviamo avversione per una persona, magari immotivatamente. Il che non porta a nessun beneficio, anzi arreca danno alla nostra felicità. Su che base quel qualcuno che avversiamo è negativo?

Lo è forse di per sé rispetto a tutti? No, perché c’è chi loda quella persona. Quindi non è per tutti negativa. È uno degli esempi di una nostra fabbricazione mentale.

Se pensiamo male quando incontriamo qualcuno di negativo, come possiamo determinare il livello di negatività di quella persona? È più su basi esteriori, legate all’aspetto che decidiamo che quella persona è positiva o negativa. Perché scorgiamo solo dopo del tempo le negatività delle persone che ci sono vicino e per tanto tempo non ce ne siamo affatto accorti. Perché? Perché non c’è una reciprocazione dei nostri desideri, ma anche ciò dipende dalla nostra mente e dai nostri pensieri. Perché, pur desiderando la felicita, ne distruggiamo le cause? Questo lo dobbiamo fermare. Solo prendendoci cura della nostra mente ed allenandola per vivere in modo positivo che possiamo esaudire il nostro desiderio di felicità.

Come possiamo aiutare gli altri? È sempre bene aiutare, ma dobbiamo fare attenzione a come siamo. È comunque importante saper pensare bene. Chi reagisce negativamente probabilmente ha sofferto molto, non conosce nemmeno come trasformare la mente, dobbiamo capire quella persona, agendo in modi non di danno, evitando gesti o parole dure, offensive. Se non lo facciamo, anche noi possiamo finire per assumere i difetti altrui e stare male. Vediamo qualcuno che sta male e stiamo male anche noi caricandoci delle sue afflizioni. Più intensa è l’avversione, più cambia il nostro modo di percepire l’altro. E ce ne dobbiamo rendere conto, altrimenti s’instaurano abitudini negative e finiamo per odiare le persone vicine che non ci hanno causato nulla di male.

Possiamo diventare abili rispetto a molti pensieri.

Chi studia il Dharma non è detto che sia una persona migliore, anziché generare avversione dal momento che quella persona conosce approfonditamente il Dharma ma non lo pratica ed invece di provare avversione dovremmo provare compassione per quella persona.

Potrebbe diventare una esempio, e rivelarsi gentile con noi, perché lo prenderemmo per un esempio che non vorremmo riprodurre. Nell’allenamento mentale in 8 strofe di Langri Tempa https://www.sangye.it/altro/?p=27, nella quarta strofa si dice “possa considerare come un prezioso gioiello le persone che con me si comportano in modo negativo”. Il che ci fa comprendere come comportarci nelle situazioni negative della vita. Potremmo auspicare il meglio per noi stessi ma non è detto che avvenga.

Perché qualcuno giunge a suicidarsi?

Si parte col fatto di non avere il controllo della mente, si cade in insuccessi, tutto diventa difficile, complesso. Si perde la voglia di vivere e ci si suicida. Ne conosciamo le storie. E, come erano in passato? Erano gentili e felici. Ma, come è possibile che siano giunti a suicidarsi? Essi non hanno mai cercato di trasformare, analizzare la propria mente e di accettare le situazioni difficili della vita con l’addestramento mentale.

Evitiamo sempre di generare arroganza, considerandoli gli altri inferiori, perché, se stiamo meglio degli altri, è grazie ai nostri meriti, ma un giorno la nostra situazione può cambiare: anche chi è ricco può diventare povero e viceversa. Valorizziamo gli aspetti positivi della vita, in questo modo diventeremo delle persone belle e positive.

Ci sono persone di successo cui, ad un certo punto, la fortuna finisce. Dobbiamo generare compassione per loro, anche perché non l’avevano previsto.

Ma dobbiamo sempre aver presente che nella vita: nulla è certo, non conosciamo il futuro. Ma, con l’addestramento mentale possiamo essere in grado d’accettare qualsiasi situazione delle vita.

Questa meditazione che abbiamo appena compiuto insieme era per generare compassione per coloro che direttamente soffrono o che soffriranno in futuro per il loro karma.

La sofferenza mentale dipende dalla mente, le situazioni esterne sono solo provvisorie, solo la mente può eliminarla.

Chi commette negatività prova sofferenza mentale.

È raro trovare qualcuno che ne sia esente.

Cosa possiamo fare per cambiare la nostra sofferenza mentale? Innanzitutto solo noi possiamo minimizzare la sofferenza. Ma non possiamo eliminarla andando a spasso con gli amici od altri.

È difficile per chi è mentalmente chiuso eliminare la propria sofferenza. Proprio costoro possono fare una bella passeggiata, ascoltare musica. Altrimenti, il modo migliore è utilizzare la nostra intelligenza e stare sempre meglio, gradatamente, rilassandoci pian piano. Fate attenzione a tutte quelle situazioni che riteniamo problematiche, sopratutto dove le immaginiamo, ma non ci sono, non esistono.

Altrimenti, il mancato controllo della mente funge da volano all’infelicità. Quindi, ci sono situazioni che siamo in grado o meno di cambiare.

Se questo pensiero è sbagliato, come posso cambiarlo?

Con la mente tranquilla posso generare più facilmente amore e compassione. Quando si dice di percepire l’energia negativa degli altri con tutta probabilità stiamo percependo la nostra energia negativa.

Domanda. Sono molto severa con me stessa, ma anche con gli altri, ma vedo che non va bene. Se ho compassione per me stessa questa può aiutarmi verso altri?

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel. Chi è sempre triste non può meditare sulla compassione per gli altri, perché la sua mente è molto chiusa, occorre innanzitutto generare compassione per noi stessi. La rabbia danneggia noi stessi e non danneggia gli altri. Anzi, anche gli altri ci risponderanno con rabbia.

Domanda. Come posso capire quando proteggere me stesso?

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel. Se la situazione è pericolosa è meglio scappare.

In altri casi è meglio dialogare, esprimendo la propria opinione. Nella maggior parte delle situazioni non ci sono veri problemi ma sono le persone a crearli. Anche solo per il cibo si creano problemi. Il che deriva dal moncato controllo della mente.

Sua Santità il Dalai Lama negli USA in una conferenza, parlando di amore e compassione, concluse: “Tra poco me ne andrò e tornerò in India, vi ho comunicato come vivere meglio, ora dipende da voi trovare una vita più serena e più facile”.