Namkhai Norbu: Conoscere la nostra vera condizione

Chögyal Namkhai Norbu: Il principio dell’Insegnamento che Buddha ha dato è quello di causa ed effetto.

Chögyal Namkhai Norbu: Conoscere la nostra vera condizione.

Buongiorno a tutti dappertutto. Sono molto felice di essere qui a Pechino. Mi dispiace di non conoscere il cinese per poter spiegare. La maggior parte della vita l’ho passata in Occidente e per questo parlerò in inglese.
Voglio spiegare un po’ che cos’è l’Atiyoga perché vi ho dedicato me stesso. Il mio percorso spirituale, la mia vita, il mio modo di essere, sono integrati con il principio dell’Insegnamento dell’Atiyoga.
Sono fermamente convinto che sia molto utile e importante conoscere i principi dell’Insegnamento dell’Atiyoga non solo a chi si dedica alla pratica e segue un percorso spirituale ma anche a chiunque viva nella nostra condizione umana. Questo è il motivo per cui ho seguito questa conoscenza e insegnamento.
In Tibet originariamente esistevano quattro o cinque tradizioni buddiste e quella pre-buddhista Bon, tutte molto importanti. Si applicano e si presentano in modi diversi.

Questo dipende d alla condizione dell’individuo, come nella medicina. Quando abbiamo problemi con la salute andiamo da un medico esperto che ci dà consigli sul tipo di medicine e di terapia abbiamo bisogno. In modo simile abbiamo diverse tipi di tradizioni e di scuole.

Tuttavia in essenza non ci sono differenze fra tutti gli insegnamenti e le tradizioni. Se si segue un insegnamento, o qualcosa di simile, si vuole imparare qualcosa per avere un beneficio. Non ci si concentra sulla tradizione e su questo tipo di suddivisione. Il punto principale è avere un beneficio. Per questo, nella mia esperienza, ho trovato che l’Atiyoga è il più importante. Dal punto di vista tradizionale in Tibet io appartengo di base ai Sakyapa. L’Atiyoga non è il principio di questa tradizione ma quando ho imparato tutto della tradizione buddhista ho scoperto che l’Atiyoga è veramente l’essenza.

Storia dell’Atiyoga

Quando impariamo il significato di Atiyoga possiamo comprenderne l’essenza. L’insegnamento Atiyoga è originario di Oddiyana, significa che è arrivato nella nostra epoca, nella nostra condizione. Nella tradizione buddhista Budda Sakyamuni è ritenuto il primo maestro ma se andiamo a vedere la storia di diverse nazioni e popolazioni troviamo molte storie antiche raccontate in diversiluoghi prima dell’epoca di Budda Sakyamuni. Se seguiamo a fondo le antiche storie degli insegnamenti in India, per esempio, possiamo capire che nell’insegnamento Vajrayana le figure delle divinità e dei Bodhisattva assomigliano tutte a principi e principesse nell’antica India.
Nella storia dell’India si dice che in tempi molto antichi la condizione umana era simile a quella dei Deva, come Brahma o a Krishna, e che di Deva ce n’erano molti tipi. Originariamente la condizione umana era molto elevata, ma man mano che si sono sviluppatele emozioni la condizione umana, divenedone sempre più soggetta, è peggiorata. Per esempio, nel Kalpa Dzogden, ossia in tempi molto antichi, gli esseri umani non avevano bisogno di case e non dipendevano dal cibo ma man mano che si sono evoluti sono diventati limitati e dipendenti dagli oggetti. La storia descrive un’epoca molto remotadella condizione umana in generale, non solo la storia di una sola nazione o di una sola popolazione. A quel tempo esisteva uno dei più antichi maestri Atiyoga chiamato Nangwa Tampa che trasmise il principio della conoscenza dell’Atiyoga. In seguito, dodici diversi maestri sono apparsi in diverse epoche. L’ultimo è considerato Budda Sakyamuni.

Generalmente la storia è presentata così nell’insegnamento Atiyoga.Se pensiamo a questo l’epoca di Budda Sakyamuni non è poi così antica. In ogni caso a quel tempo l’insegnamento Atiyoga era quasi scomparso. Viviamo nel tempo e nello spazio e ci sono sempre molte cose che cambiano e non restano a lungo. Erano rimasti solo alcuni insegnamenti Atiyoga chiamati Nyengyüd, o trasmissione orale d’insegnamenti in poche parole. Al tempo di Buddha Sakyamuni alcuni di questi Nyengyüd ancora esistevano ma ufficialmente non l’Atiyoga non era insegnato. Poi l’insegnamento Atiyoga è stato ripreso da una emanazione di Buddha Sakyamuni chiamata Guru Garab Dorje.
Oggi abbiamo i testi originali dell’Atiyoga, che vennero insegnati non solo Nangwa Tampa ma anche da quei dodici maestri. Tutti questi insegnamenti vennero ripetuti da Guru Garab Dorje perché era un essere illuminato onnisciente.

Al di là di causa ed effetto

Quello che Buddha Sakyamuni insegnò furono fondamentalmente le Quattro Nobili Verità. La prima Nobile Verità, quella della sofferenza, significa che non c’è essere senziente che non sperimenti la sofferenza. Ma anche se non ci piace soffrire non sappiamo come superarlo e quando abbiamo problemi li combattiamo. Quando Buddha ha spiegato la Nobile Verità della sofferenza ha detto che anche se combattiamo un problema non possiamo mai vincere perché la sofferenza è un effetto, un frutto. Quello che dobbiamo fare è scoprirne la causa.
Quindi Buddha ha spiegato la seconda Nobile Verità, quella della causa (della sofferenza). Quando scopriamo la causa c’è la possibilità di cambiarla o modificarla con la conseguenza che il frutto non si manifesta. Il famoso insegnamento di Budda su causa ed effetto è chiamato karma. Però le persone hanno diverse capacità e condizioni e anche se molti vorrebbero interrompere o modificare una causa negativa alcuni possono non avere sufficiente capacità di farlo da soli. Così Buddha ha dato questa via, la terza Nobile Verità detta della cessazione (della sofferenza), ossia come interrompere le cause negative. Molti sono in grado da soli di interromperle, ma altri non ne hanno la capacità. In questo caso fanno un voto perché così possono in qualche modo suparare una causa negativa. Così questo è un altro metodo.
Nella tradizione buddhista, in particolare in quella Hinayana, possiamo fare un voto. Per esempio vorremmo smettere di fare qualcosa nella nostra vita ordinaria, come fumare, perché pensiamo faccia molto male alla salute, alla memoria ecc. ma ci abbiamo provato quattro o cinque volte senza successo. Che cosa possiamo fare in questo tipo di condizioni? Possiamo fare un voto, prenderlo in modo perfetto e superare il problema. Per questo motivo Buddha ha spiegato la Nobile Verità della via (per superare la sofferenza). La Via è un metodo diverso che dipende dalla condizione dell’individuo.
Il principio dell’Insegnamento che Buddha ha dato è quello di causa ed effetto. Quando alcuni dei suoi studenti gli chiesero come potessero andare al di là di causa ed effetto lui li avvisò che ci sarebbe stato un maestro come lui che avrebbe spiegato come andare al di là di causa ed effetto. Non diede spiegazioni dirette né quel tipo di insegnamento, ma disse che ci sarebbe stato un maestro come lui. Quel maestro era Guru Garab Dorje.

Il tantra Dra Thalgyur

L’insegnamento di Guru Garab Dorje si basa innanzitutto sull’insegnamento di Nangwa Tampa, che era stato il primo maestro a insegnare il tantra chiamato Dra Thalgyur. Questo tantra è la radice dell’insegnamento Dzogchen e quindi possiamo dire che l’insegnamento Dzogchen è l’essenza, l’obiettivo finale di tutti gli Insegnamenti. La sua essenza non si manifesta molto esternamente, come nell’insegnamento Sutra. Lo ossiamo capire dal tantra Dra Thalgyur, che spiega quanto a lungo l’insegnamento di Budda durerà sulnostro pianeta. Dice che l’insegnamento Sutra che Budda ha dato oralmente sparirà presto, mentre il Vajrayana rimarrà vivo per altre migliaia di anni perché non è collegato a qualcosa a livello fisico,come il voto. Quando il Vajrayana scomparirà si dice che l’Atiyoga continuerà fino a quando il mondo scomparirà. Questo perché l’Atiyoga è la conoscenza della nostra condizione. non ha regole da seguire o che ci dicono come dobbiamo essere. Le persone interessate all’Atiyoga devono imparare da se stessi e diventare responsabili

Ati – Condizione Primordiale

Quando parliamo diAtiyoga, cosa significa Ati? Nella lingua di Oddiyana si dice ‘ati’ mentre in sanscrito di dice ‘adhi’ e significa condizione primordiale. Tutti hanno la propria condizione primordiale. Non esiste una condizione primordiale unificata per tutti gli esseri senzienti. Se ci sono dieci persone ci sono anche dieci diversi tipi di stati primordiali. Lo passiamo capire dal modo in cui l’insegnamento Sutra è presentato. Per esempio, se vogliamo praticare per incrementare la nostra compassione dobbiamo fare Avalokiteshvara. Se vogliamo una vita più lunga facciamo la pratica di Budda Amitayus. Se vogliamo diventare più intelligenti facciamo la pratica di Manjushri. Abbiamo tutti questi tipi di concetti riguardo agliesseri illuminati. Invece con essere illuminato si intende un essere totalmente qualificato e in possesso di quantità e qualità di saggezza. Manjushri ha la compassione come Avalokiteshvara, mentre Avalokiteshvara ha anche lui la capacità e la conoscenza dell’intelligenza, allora perché li dividiamo? Il vero stato di tutti gli esseri illuminati è la medesima condizione, ma non significa che diventino uno solo. Alcuni hanno questo tipo di idea. Questo lo si trova più nella tradizione Hindu.
Se siamo nello stato di un essere realizzato non abbiamo il concetto di separazione o di essere una cosa sola. Siamo al di là di questo. Ma quando siamo al di là non significa che diventiamo uno. Questo si riferisce anche a quello che è chiamato per tutti il nostro stato primordiale.

Yoga o Naljor

Yoga’ significa la condizione della vera conoscenza. ‘Yoga’ è anche usato nella lingua di Oddiyana e in Sanscrito, nella tradizione Hindu, e quando chiediamo qual è il vero significato della parola ‘yoga’ rispondono ‘unione’. Ma nell’insegnamento Dzogchen e nel Vajrayana la parola ‘yoga’ non significa ‘unione’. Nei tempi antichi, all’epoca di Guru Padmasambhava, quando furono introdotti l’insegnamento Vajrayana e lo Dzogchen in Tibet, c’erano molti traduttori che non erano solo bravi a tradurre le parole ma conoscevano il vero senso dell’Insegnamento. Hanno tradotto la parola ‘yoga’ con ‘naljor’ in tibetano, una parola molto importante. ‘Naljor’ in tibetano è composto da due parole. ‘Nal’ o ‘nalma’ significa com’è la vera condizione. Ciascuno ha il proprio stato primordiale: questa è la vera condizione. Se ci sono dieci persone allora ci sono dieci nalma, dieci vere condizioni. Se conosciamo la nostra vera natura allora non c’è differenza tra il mio nalma e quello di un altro. Ma sebbene abbiamo la stessa natura non significa che diventiamo una singola entità. Siamo in quella stessa natura, in quella stessa conoscenza, ciascuno ha la sua vera natura, nalma.
‘Jor’ significa possedere quella conoscenza. Questo è molto importante. tutti gli esseri senzienti hanno ciascuno la propria nalma, la vera condizione, ma noi lo ignoriamo e rimaniamo nella visione dualistica. Qual è la differenza tra la visione dualistica e la condizione nalma? Nalma significa al di là di tempo e spazio. Nella nostra condizione relativa non possiamo capire cosa significa al di là di tempo e spazio. Questo è il motivo per cui nell’insegnamento Sutra la Prajñaparamita è al di là di ogni spiegazione. Nel Vajrayana è spiegata come Mahamudra e tutti questi stati sono al di là di ogni spiegazione perché per spiegarle dobbiamo pensare e giudicare e poi stabilire qualcosa. Quando cerchiamo di comprendere giudicando e pensando con le nostre menti che sono nel tempo e nello spazio, come possiamo capire qualcosa che è al di là di tutto ciò?

Mente e natura della Mente

Per esempio normalmente quando seguiamo l’insegnamento si parla di mente e di natura della mente. Com’è la nostra mente? Possiamo osservare i nostri pensieri e se rimaniamo così un poco sorgerà qualche pensiero. Immediatamente ci chiediamo: ‘chung, ne, dro sum’- da dove vengono i pensieri, dove stanno, dove scompaiono? Quando seguiamo insegnamenti, i maestri ci dicono di osservare i nostri pensieri così da scoprirlo. Quando i pensieri sorgono cerchiamo di vedere da dove vengono ma non troviamo nulla e i pensieri scompaiono. Quando non troviamo nulla allora quella è la vacuità. Ma non rimaniamo nella vacuità a lungo perché una altro pensiero sorge. Quando penso a me stesso che cerco i pensieri ma non trovo nulla, anche questo è un pensiero. Immediatamente cerco da dove vengono questi pensieri ma non trovo nulla, è sempre vacuità. Allora possiamo capire che i pensieri esistono perché se non esistessero non sorgerebbero, anche se non riusciamo a trovare nulla di concreto.
Che cos’è la natura della mente? Qualcuno, in particolare secondo l’insegnamento Sutra, dice di non riuscire a trovare nulla, solo vacuità e che questa è la natura della mente. Questa non è la natura della mente. Nell’insegnamento questo è quello che chiamiamo esperienza. Abbiamo diversi tipi di esperienze, non solo della vacuità. Impariamo tutto nella vita tramite le esperienze. Se, per esempio, voglio sapere se un certo cibo è dolce o aspro, non ho bisogno di fare molte ricerche per scoprire cosa sono il dolce e l’aspro. Lo so già perché ne ho fatto esperienza, l’ho imparato. Se fossimo neonati non avremmo quella esperienza o quella conoscenza e se qualcuno stesse dando insegnamenti e spiegazioni non capiremmo.
Nell’Insegnamento Dzogchen Atiyoga c’è un esempio. Se qualcuno è cresciuto senza aver mai assaggiato nulla di dolce in vita sua ed è curioso di sapere come sia il sapore dolce, potrebbe ad esempio chiederlo ai ai genitori o ad altri. Ma nessuno può spiegare che cosa è il sapore dolce a chi non l’ha mai provato. Potremmo scrivere volumi interi sul sapore dolce, ma come possiamo farlo capire a chi non ne ha mai avuto alcuna esperienza? La natura della mente è un po’ la stessa cosa, solo un concetto. Sappiamo che la mente esiste perché i pensieri sorgono e sono qualcosa di vivo. Dato che la mente esiste allora pensiamo che ci debba essere qualcosa come la natura della mente. Possiamo parlare della natura di molte cose, come la natura degli elementi, la natura del fuoco, ecc., ma per scoprire veramente qualcosa dobbiamo averne esperienza. Per esempio possiamo dare un pezzettino di cioccolata a qualcuno che non ha mai avuto esperienza del sapore dolce così che possa provare in bocca il sapore dolce. Ci sono diversi modi di spiegare il sapore dolce ma questo è il modo per scoprirlo.
Allo stesso modo tutto quello che abbiamo imparato nella vita è stato attraverso le esperienze. Per esempio se un bambino piccolo si avvicina al fuoco i genitori gli diranno di non andarci vicino perché è pericoloso. Però il bambino non capisce perché sia pericoloso, ma solo che i genitori non gli hanno dato il permesso di andarci. In assenza dei genitori il bambino andrà vicino il fuoco e scoprirà il problema del calore – non sarà nemmeno necessario che tocchi il fuoco. Noi impariamo tutto con l’esperienza, che a volte può essere qualcosa di concreto e con un aspetto materiale. Altre volte invece è qualcosa di relativo alla nostra dimensione della voce a livello energetico, oppure può essere a livello mentale. Da siamo piccoli cresciamo e frequentiamo le scuole elementari, le medie, le secondarie e l’università, imparando molte cose con la mente. Alla fine dei nostri studi riteniamo di sapere tutto. Significa anche che siamo qualificati per fare un lavoro, cosa indispensabile nella nostra società, nella nostra condizione di esseri umani. Ma quando parliamo di naljor, jor significa che possediamo la conoscenza della nostra vera condizione. Questo è molto importante per tutti. Dobbiamo scoprire e capire che un essere umano ha la sua condizione umana. Ogni persona ha la sua condizione e la rispettiamo. Questo è anche il principio dell’insegnamento che Buddha ha spiegato.

Estratto dalla conferenza pubblica tenutasi a Pechino, Cina, il 9 ottobre 2015.

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