Prendersi cura dei morenti

Avalokitesvara Cenresi

Avalokitesvara Cenresi

PRENDERSI CURA DEI MORENTI

Una raccolta di consigli per gli FPMT Hospice Services di Lama Zopa Rimpoce: prima parte. Lo scopo di nascere come esseri umani è quello di eliminare la sofferenza degli altri e di renderli felici.

CONTENUTI: Introduzione – Sua Santità il Dalai Lama a proposito dell’Hospice Service – Coltivare la mente di chi aiuta – Aiutare il malato e il morente – L’eutanasia dal punto di vista buddhista e la compassione – Il momento della morte – Dopo la morte – Consacrare le ceneri dentro Stupa o statue – Sostenere chi aiuta.

INTRODUZIONE

Il lavoro dell’hospice service dovrebbe essere basato su tre principi:

1. morire è inevitabile;

2. tantissimi esseri muoiono ogni minuto e noi non siamo persone speciali o le uniche a morire;

3. è molto importante morire con il pensiero di bodhicitta nella mente.

Lo scopo della nostra vita non è soltanto quello di risolvere i nostri problemi o di ottenere la felicità solo per noi stessi. Infatti, tutta la nostra felicità, i beni materiali che ci sostengono e tutto ciò di cui godiamo nella nostra quotidianità sono dovuti alla gentilezza di altri esseri. Quindi lo scopo definitivo, il proposito della nostra vita è quello di liberare altri esseri senzienti dai loro problemi e renderli felici.

Lavorare per un hospice service è un’azione altamente meritoria in quanto rappresenta un immediato servizio alla comunità. Lama Zopa ci consiglia di integrare il Dharma nel nostro lavoro, poiché il lavoro sociale ordinario (seppur di beneficio) è un impegno che dura solo questa vita mentre il Dharma riguarda tutte le vite future.

Durante una malattia, l’azione principale da compiere è quella di prendersi cura della mente del morente. Altri possono curare gli aspetti legati al corpo ma noi dobbiamo prenderci cura della mente. La cultura moderna si pone molte domande circa la morte e la rinascita in quanto c’è mancanza di chiarezza o di educazione a proposito di queste due fasi esistenziali. Tra gli psicologi e i dottori esistono diversi punti di vista su questi argomenti; ciò sta a significare che c’è molto da imparare rispetto a cosa sia la mente. Solamente attraverso la comprensione di cosa sia la mente si può capire il significato della morte e della rinascita e quale sia il metodo migliore per aiutare una persona morente. I bisogni di una persona che sta sperimentando la morte, che si trova a questo punto cruciale della sua vita, sono incredibili e necessitano di sostegno. La gente considera questa esperienza terrificante, ma per coloro che hanno vissuto una vita positiva – una vita fatta di sincerità con un cuore amorevole e compassionevole verso gli altri – la morte non sarà qualcosa da temere ma qualcosa di cui realmente gioire. Tali persone possono morire pacificamente, gioiosamente, fiduciose, senza paura, preoccupazioni o dubbi, coscienti che stanno andando in un posto migliore dove potranno essere maggiormente di beneficio per l’umanità, per gli altri esseri viventi. Per queste persone la morte diventa un sentiero di pace, laddove nella vita successiva potranno realizzare o sperimentare un successo più grande e la felicità. Per coloro che hanno preservato uno stato mentale positivo, libero da emozioni negative come l’attaccamento verso il proprio corpo, verso i propri averi, verso coloro che li circondano, il processo del morire sarà tranquillo. La morte sarà come togliersi un vestito vecchio e indossarne uno nuovo. Praticamente, lasciamo il nostro vecchio corpo per prenderne uno nuovo, sano, giovane. Sviluppando poi nuovamente la nostra mente (nella vita futura) saremo in grado di aiutare e beneficiare gli altri maggiormente. Ma per la maggioranza delle persone l’avvicinarsi della morte rappresenta la situazione più difficile e dura della loro vita. Per tale ragione questo è il momento nel quale è necessario veramente offrire loro un po’ di rifugio e di sostegno.

SUA SANTITA’ IL DALAI LAMA BENEDICE UN NUOVO HOSPICE SERVICE DELL’FPMT

Il Jamyang Buddhist Center di Londra, UK, ha avviato recentemente un progetto chiamato Tara Hospice Service e chiesto a Sua Santità il Dalai Lama una dichiarazione di sostegno. Sua Santità ha risposto molto velocemente scrivendo una lettera di appoggio all’iniziativa (Dicembre 2002).

Nel leggere il contenuto della lettera, Lama Zopa Rimpoce fu molto contento e considerò veramente importante, per i centri interessati, incorniciare la lettera ed esporla cosicché potesse essere d’ispirazione per gli altri. Rimpoce rilevò la valenza positiva di agire in questo modo.

Da Sua Santità il Dalai Lama: “Malattia, sofferenza e morte fanno parte della realtà dell’esistenza umana. Sarebbe sciocco far finta di non essere ammalati quando invece lo si è o che non moriremo mai, così come pensare di non poter guarire, negandoci questa possibilità”. In qualità di esseri viventi tutti noi desideriamo la felicità e cerchiamo di evitare la sofferenza. Tuttavia la nostra attitudine nei confronti della sofferenza diversifica il modo in cui la sperimenteremo. Un fattore importante nel trattare le gravi malattie, sia quando i malati siamo noi sia quando ci prendiamo cura di qualcun altro, è quello di allenare la mente. Da una parte questo significa coltivare una motivazione sincera e compassionevole e attuare azioni positive servendo gli altri esseri senzienti; dall’altra vuol dire calmare e controllare la mente, che è il modo più profondo per prepararsi al futuro. Nell’identificare gli stati mentali negativi come la rabbia, l’odio, le frustrazioni, la gelosia e l’orgoglio, possiamo impegnarci per eliminarli. Nello stesso tempo possiamo coltivare attitudini positive come la compassione e l’amore, la tolleranza e la soddisfazione. Educare la mente in questo modo è utile e realistico. L’amore e la gentilezza non sono un lusso ma una fonte di salute e felicità per gli altri e per noi stessi. Il prendersi cura realmente del malato non implica procedure costose ma il semplice dono di affetto e di amore. Nella pratica di guarigione, un cuore gentile è prezioso quanto una preparazione medica professionale, in quanto fonte di felicità sia per se stessi sia per gli altri. Le persone reagiscono alla gentilezza anche nel caso in cui le cure mediche siano inefficaci; inoltre coltivando un cuore gentile creiamo la causa per la nostra buona salute. Sono felice di apprendere che un progetto di far funzionare un hospice buddhista sia iniziato proprio con il Jamyang Buddhist Centre di Londra. Aiutare gli altri, ovunque sia possibile, andando incontro alle loro necessità, è una sincera espressione di compassione e mi sento sempre incoraggiato quando si compiono passi pratici come questo per realizzarla, agendo con una motivazione così positiva.”

N.B.: Gli Hospice Services dell’FPMT che desiderano una copia di questa lettera con carta intestata del Dalai Lama devono contattare il Center Services all’International Office.

COLTIVARE LA MENTE DI CHI AIUTA

Comprendere le ragioni dell’aiutare

C’è una ragione pura e semplice di cui abbiamo bisogno per aiutare gli altri: è normale che un essere umano che sta soffrendo abbia bisogno del nostro aiuto. Se una persona non vedente si trova in pericolo di cadere da una rupe, a causa della sua cecità, mentre voi avete occhi per rendervi conto che la vita di quella persona è in pericolo e potete sostenerla con le vostre braccia, non ha molta importanza se quella persona chieda o meno il vostro aiuto. Esso non dipende dalla sua richiesta. Il solo possesso della capacità di aiutare è una ragione sufficiente per correre verso quella persona e afferrarla prima che cada nel dirupo. Abbiamo bisogno di aiutare gli altri esseri senzienti e ciò non dipende dalle loro richieste di aiuto. Dovremmo aiutarli semplicemente perché ne abbiamo l’abilità, il potenziale per farlo ora. Anche se non possediamo l’abilità di essere loro di aiuto nell’immediato, possiamo sviluppare questa attitudine incrementando il nostro grado di compassione e saggezza. Quanta più compassione e saggezza siamo in grado di sviluppare, tanto più la nostra capacità di aiutare gli altri si svilupperà e con essa il potere che abbiamo di liberarli da tutte le sofferenze e le cause che sono in loro, nel loro continuum mentale.

Le cause della sofferenza degli esseri senzienti sono il karma e i difetti mentali, il loro modo errato di pensare e le impronte negative lasciate nel continuum mentale. Il karma è connesso alla propria individualità, perciò ognuno dovrà porre attenzione nell’aiutare gli altri a eliminare il karma negativo. Questo dovrebbe essere il comportamento più pratico da mettere in atto per sostenere il morente, poiché nel momento della morte il karma negativo dovrebbe essere ridotto o indebolito. Voi raccogliete cieli di beneficio quando aiutate gli altri sinceramente dal vostro cuore, consapevoli che il significato di questa rinascita come essere umano è quello di essere di aiuto agli altri. Quando serviamo gli altri con questa consapevolezza e con compassione, l’esistenza quotidiana ci porta tanta pace e felicità. Così la nostra vita interiore sarà intensa anziché vuota e priva di soddisfazioni.

Sviluppare i benefici per le nostre vite future e per l’obiettivo ultimo dell’illuminazione

Per quanto riguarda i risultati karmici del lavoro che stiamo facendo, otto sono i risultati che maturano aiutando i malati e i morenti. Considerando che il karma si espande, possiamo fare esperienza del risultato di un buon karma molte volte in una stessa vita e anche in decine, centinaia o migliaia di vite. In questo modo il buon karma che si ottiene aiutando gli altri, attraverso azioni caritatevoli, può avere come risultato uno stato di benessere in centinaia o migliaia di vite.

Alcuni degli otto risultati che maturano sono:

(1) In tutte le nostre vite future, in cui rinasceremo come esseri umani, avremo una lunga vita.

(2) Fare carità agli altri diventerà anche causa di ricchezza, in questa vita e specialmente, nelle vite future.

(3) Se siamo umili e rispettosi nei confronti di coloro che stiamo servendo, saremo rispettati dagli altri e realizzeremo potere in questa e nelle vite future. Potremo portare pace e felicità a milioni di esseri senzienti. Consideriamo il Dalai Lama, per esempio: ogni essere che vede Sua Santità riceve da lui pace e gioia. Incontrare Sua Santità anche una sola volta è un esperienza indimenticabile. Soltanto vedere il suo sorriso o ascoltare la sua voce porta grande pace. Possedendo tali capacità saremo in grado di beneficiare milioni di persone.

(4) Saremo dotati anche di un corpo perfetto, di saggezza, e di una casta elevata. Questo si riferisce specificatamente a rinascite in nazioni orientali. Infatti in Oriente, se si desidera essere di beneficio agli altri, bisogna essere nati in una casta elevata degna di rispetto. Possiamo così beneficiare tanti esseri senzienti, sebbene ci siano casi in cui è vero il contrario, come quello del grande yogi tibetano Milarepa. Milarepa era solo uno degli innumerevoli meditatori che s’illuminò in una sola breve vita di questo periodo degenerato e lo yogi più conosciuto in Occidente. In qualche modo, forse a causa della sua bodhicitta, il nome di Milarepa divenne molto famoso, sebbene vi furono molti altri lama tibetani e meditatori che ottennero l’illuminazione in una vita. Milarepa non aveva niente –neanche un dollaro. Ma la sua mente e il suo corpo erano molto potenti. Visse in montagna dove meditò e ottenne l’illuminazione. Egli era capace di sopportare ogni difficoltà e fu quindi in grado di vincere completamente la sua ignoranza, rabbia, attaccamento e gli altri difetti mentali e di porre fine anche alle loro impronte negative. Fu capace di realizzare la piena illuminazione. Grazie a un corpo e a una mente molto potenti, Milarepa poté ottenere rapidamente l’illuminazione.

Similmente anche noi stiamo offrendo un servizio difficile, che molta altra gente non sarebbe in grado di portare avanti. Nel prendere su noi stessi la responsabilità di fare lavori così complessi, creiamo la causa per avere un corpo e una mente potenti nelle nostre vite future, cosicché saremo capaci di completare le realizzazioni e raggiungere l’illuminazione. Nelle nostre vite future saremo nuovamente in grado di portare incredibili cieli di beneficio ad altri esseri senzienti. Gli altri quattro aspetti degli otto risultati che maturano sono spiegati molto chiaramente nei testi lam-rim.

L’importanza di coltivare un buon cuore

La caratteristica più importante per un volontario/aiutante è di avere un buon cuore. Non ha

importanza se colui che si prende cura degli altri sia buddhista o cristiano purché abbia un buon cuore.

Avere un buon cuore significa avere la consapevolezza dello scopo della propria vita: “Il mio

lavoro, la ragione per cui sono qui, la ragione per cui io ho questo prezioso corpo umano, lo scopo della mia sopravvivenza, è portare felicità agli altri”. Ogni volta che incontrate un essere cercate di provare questo sentimento, cercate di generare questo pensiero. E’ molto importante praticare il Dharma, il buon cuore, e questo è il miglior metodo per impedire la depressione, per fermare la mente infelice. Cambiando la vostra attitudine, anziché pensare sempre e solo a voi stessi, pensate agli altri quotidianamente. In questo modo la vita diventa molto gioiosa, molto piacevole, molto appagante. Così, anche se ci sono problemi o malattie, vivendo con questa attitudine nella nostra vita giornaliera, con questa consapevolezza, nessuno ci potrà infastidire. Il nostro intento deve essere quello di pensare agli altri: un cambiamento radicale.

L’importanza di studiare il Dharma

Ci sono livelli differenti nel modo di essere utili agli altri esseri senzienti: possiamo aiutarli a

raggiungere la felicità temporanea, causando felicità in questa vita o nelle vite future; possiamo portarli fuori dal samsara, facendo cessare la loro sofferenza e conducendoli alla felicità definitiva, la realizzazione della più alta illuminazione.

Coloro che hanno un buon cuore ma non comprendono il Dharma – il sentiero verso la liberazione e l’illuminazione – che compiono la loro ricerca in modo sincero nonostante i loro limiti nella conoscenza della saggezza del Dharma, possono comunque essere di aiuto agli altri, ma solo rendendoli felici in questa vita, nient’altro più di questo. Senza la comprensione del Dharma ciò che possono fare è limitato. Perciò, studiare il Dharma diventa estremamente importante. Perché? Il proposito è di rendere effettivo il significato delle parole, comprenderne il significato; il senso delle parole deve entrare nel nostro cuore che si trasforma nel significato degli insegnamenti. In questo modo si può sottomettere la propria mente, che diventa più duttile, più paziente, più tollerante, più compassionevole, più amabile verso gli altri e più gentile. Queste semplici qualità danno valore alla vita, rendono il corpo umano pieno di significato, utile.

L’importanza di prepararci alla morte e alle nostre vite future per l’illuminazione definitiva

Aiutare a prendersi cura dei malati e dei morenti è, in sé, la migliore preparazione alla morte. La paura della morte non viene dall’esterno, ma dall’interno della nostra mente, causata dai difetti mentali e dal karma negativo. La paura è il risultato dell’attaccamento e di altre emozioni negative dovute al karma accumulato in passato. Servendo gli altri, nella nostra vita quotidiana, con una mente sincera, purifichiamo veramente molto karma negativo e sviluppiamo così un buon cuore.

Servire gli altri con cuore sincero ci porta ogni giorno a uno stato di pace e di soddisfazione. Ci sentiamo contenti, comprendiamo che la nostra vita ha un senso, è colma di felicità e soddisfazione nel presente e lo sarà nel futuro; inoltre creare così tanti meriti è anche la migliore preparazione per la nostra morte. Ci assicura che avremo una morte pacifica, gioiosa, senza ansietà o visioni spaventose. La nostra consapevolezza farà un buon viaggio verso la prossima vita, che risulterà dotata di una buona rinascita. Come cambiamo i nostri vestiti, lasceremo il nostro vecchio corpo e ne prenderemo uno nuovo nella terra pura di Buddha, oppure prenderemo un altro corpo umano perfetto.

Quello che facciamo adesso crea una moltitudine di cause per l’ottenimento di un potente perfetto corpo umano, con le otto qualità. Lama Tsong Khapa spiegò che, grazie a un tale corpo, noi possiamo realmente ottenere le realizzazioni sul sentiero verso l’illuminazione.

Poiché quello che facciamo contribuisce a creare innumerevoli cause di questo perfetto corpo umano, ci dobbiamo rallegrare. Riceveremo incommensurabili benefici ora, nel momento della nostra morte e in tutte le vite future fino all’illuminazione. Il beneficio totale verrà dopo la nostra illuminazione, quando saremo in grado di liberare innumerevoli esseri senzienti dalle loro sofferenze conducendoli verso l’ottenimento supremo. Senza nessuna aspettativa di ricevere benefici dal servire gli altri, otterremo naturalmente tutti questi risultati.

In altre parole servire gli altri è il progetto per le vite future. Non possiamo essere sicuri dei nostri progetti di questa vita. Ogni cosa è incerta; non siamo sicuri di poter finire quello che stiamo facendo e neppure di come saranno le nostre vite. Non possiamo scommettere sul fatto di essere vivi domani, o sul fatto che saremo, senza dubbio, in grado di completare i nostri lavori. L’unica cosa che certamente accadrà è la morte, ma il tempo in cui la morte avrà luogo è incerto. Può succedere in ogni momento, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Lama Tsong Khapa affermò che non saremo in grado di sconfiggere la morte fino a quando avremo raggiunto un certo livello sul sentiero.

Perfino i progetti come aiutare gli altri, beneficiarli sinceramente o liberare la mente dai difetti mentali sono nulla, se cerchiamo soltanto il benessere di questa vita. Se i nostri progetti non appartengono al Dharma, non importa quanto vasti essi siano; sarebbero simili a altri grandi progetti non virtuosi. Perciò il nostro impegno per la felicità delle vite future è fermare, far cessare le cause delle cattive migrazioni. Questo significa due cose: prima di tutto purificare il karma negativo già creato in questa vita e nelle vite passate; in seconda istanza creare le cause per una rinascita più elevata, per la liberazione dal samsara, per una bontà totale e per la definitiva felicità fino all’illuminazione, che è la felicità di tutte le vite future. Dobbiamo immediatamente incominciare questo lavoro, per ottenere la felicità, oltre questa vita fino all’illuminazione. Quindi se cerchiamo di prepararci bene prima che la morte arrivi, il lavoro per tutta la nostra felicità futura sarà compiuto.

L’importanza della pratica quotidiana e delle preghiere

Sua Santità il Dalai Lama afferma che meditare realmente nel momento della morte, come lo abbiamo fatto durante la vita, è difficile. Se durante la nostra vita non abbiamo potuto meditare bene, non saremo in grado di praticare al momento della morte; non saremo capaci di mantenere la nostra concentrazione.

Meditare sul lam-rim è una delle migliori preparazioni per la morte. Si dovrebbero fare pratiche specifiche spiegate nel lam-rim, negli insegnamenti degli stadi del sentiero verso l’illuminazione, come le pratiche preliminari di purificazione, le offerte al guru, ai Tre Gioielli, le prostrazioni o la recitazione del mantra. Ciò trasforma la mente nel sentiero verso lo stato illuminato, i tre principi del sentiero verso l’illuminazione e i due stadi dei sentieri tantrici. Il lam-rim spiega i quattro modi per accumulare meriti potenti ed estesi.

Si può anche meditare sulle Quattro Nobili Verità, il vero fondamentale Buddhadharma, per ottenere la liberazione dal samsara. Una meditazione molto importante riguarda la sofferenza, impermanenza e morte. E’ estremamente facile fare questa meditazione, estremamente potente per tagliare i difetti mentali – i nostri veri nemici. E’ anche importante integrare i cinque poteri nella nostra vita e impararli, per farne una pratica del momento della morte. Ci sono pratiche molto speciali per ottenere velocemente l’illuminazione.

Una di queste è il powa, il trasferimento della coscienza al momento della morte in una terra pura, dove si ricevono insegnamenti sul Vajrayana, che permettono di realizzare l’illuminazione nell’arco di una sola esistenza. L’efficacia del powa dipende da come si praticano i cinque poteri al momento della morte (determinazione, rincrescimento, seme bianco, preghiera, familiarità) che è conseguente a quanto bene si facciano le pratiche generali durante la vita.

Inoltre, durante la nostra vita quotidiana dovremmo mantenere la mente il più possibile concentrata sul buon cuore, il pensiero di beneficiare gli altri, mantenendolo vivo ventiquattro ore al giorno, stabilendo fermamente la mente su quest’attitudine. Dopo aver generato tale pensiero, ricordate che il proposito della vostra esistenza è quello di liberare gli innumerevoli esseri viventi da tutte le sofferenze e di essere la loro causa di felicità.

E’ estremamente importante nella nostra vita quotidiana praticare la consapevolezza sul significato dell’esistenza. Significa avere la costante consapevolezza ovunque –in ufficio, a casa, per stradache “io sono qui per portare felicità agli altri”. Anche con gli animali possiamo pensare: “sono qua per portare felicità a questi insetti, a questi uccelli, a questi pesci, a questi esseri”.

La pratica del buon cuore, cioè bodhicitta, purifica molto karma negativo compreso un karma molto pesante, facendo in modo, allo tempo stesso, di fermare la creazione di nuovo karma. E’ il karma negativo che fa sperimentare alla mente la paura della morte. Ed è bodhicitta, in particolare, che arresta l’infinita sofferenza e le rinascite nel dolore che sorgono da queste azioni negative. Quindi, dobbiamo vivere nella moralità, prendendo i precetti da un maestro spirituale o assumendoci questo impegno di fronte a oggetti sacri.

E’ bene dedicare i meriti: la mattina dopo la nostra pratica di meditazione e specialmente alla fine della giornata, quando offriamo i meriti di qualsiasi azione buona che abbiamo compiuto durante quel giorno.

A causa di tutti i meriti passati, presenti e futuri raccolti da me e i meriti dei tre tempi accumulati da tutti i buddha, i bodhisattva e gli altri esseri senzienti, possa ogni essere, al solo vedermi, toccarmi, parlare di me, ricordarmi o sognarmi, da questo momento in poi mai più rinascere nei reami inferiori. Possano tutte le creature essere immediatamente liberate da tutte le malattie, spiriti dannosi, karma negativo e contaminazioni.

“Parlare di me” può riferirsi a lode o critica –anche qualcuno che ci prende in giro. “Vedermi” può anche includere vedere le nostre foto. Preghiamo affinché qualsiasi connessione con noi prevenga la rinascita di quell’essere nei reami inferiori –quello dell’inferno, degli spiriti famelici, o dei reami degli animali.

Fai anche la seguente preghiera molto potente:

Possa chiunque mi vede, mi tocca, parla di me o mi ricorda, essere curato immediatamente dal cancro, AIDS, coma, artrite, emicrania e altre gravi malattie. Possano coloro che sono posseduti da spiriti essere immediatamente liberati dalla loro influenza. Possa chiunque stia morendo fermare immediatamente l’esperienza di emozioni terrificanti e apparizioni karmiche e sentire una benedizione incredibile nel suo cuore. Possano tutte le creature rinascere in una terra pura di Buddha, dove non c’è la sofferenza della rinascita, della vecchiaia, della malattia o delle emozioni incontrollate. Totalmente libere da tutta la sofferenza e dalle sue cause, possano esse raggiungere l’illuminazione in quella terra pura.

Se ogni giorno generiamo tale pensiero di beneficiare gli altri, verremo presi in considerazione. Questo significa che ogni nostra manifestazione diventerà strumento di guarigione: ascoltare la nostra voce, guardarci, toccarci, ricordarci sarà fonte di benessere.

Gli insegnamenti dei sutra menzionano come “tutti i dharma esistono in dipendenza del desiderio”. Qui, il termine dharma significa semplicemente fenomeni. Sia che siano dannosi o siano benefici, i fenomeni sono realizzati dalla nostra intenzione, dal nostro desiderio. Tutta la nostra felicità deriva dal nostro desiderio, dalle nostre intenzioni positive. L’illuminazione, la totale liberazione dal samsara, sono creazioni della mente, nascono dal nostro desiderio. Tutti i fenomeni esistono in dipendenza del desiderio. Perciò, pregando in questo modo, il potere della nostra mente che genera un tale desiderio, può farlo anche accadere. Questo è il beneficio della preghiera. La preghiera può esaudire desideri grazie al potere della mente.

Si può comprendere il potere delle preghiere anche pensando che, con la recitazione di preghiere negative si possano danneggiare gli altri. Preghiere negative possono danneggiare molte persone e perfino distruggere il mondo. Kirti Tsenshab Rimpoche, un Guru dal quale ho ricevuto molte iniziazioni, era un grande yogi e un sapiente con cieli infiniti di qualità e realizzazioni; eppure egli era estremamente umile e rispettoso di ogni essere, ricco o povero, giovane o vecchio.

Rimpoce raccontò la storia della distruzione dei templi e dei monasteri tibetani. Tanto tempo fa, in un monastero buddhista, c’era un monaco disubbidiente, che non seguiva le regole monastiche. Il monaco addetto a mantenere la disciplina lo rimproverò molto duramente e lo picchiò. Il monaco indisciplinato generò una rabbia molto intensa e recitò molte preghiere negative con il desiderio di distruggere dei monasteri. Rimpoce spiegò che il problema ebbe inizio da questo fatto. Più tardi, forse nella sua vita successiva, questo monaco distrusse moltissimi monasteri.

È importante quindi generare pensieri benefici, l’aspirazione di aiutare gli altri e avere fede e fiducia nel potere della preghiera.

Comprendere il ciclo di morte e rinascita

Fu spiegato dal gentile e compassionevole onnisciente Guru Shakyamuni Buddha che, benché questo corpo si disintegri alla morte, la coscienza ha comunque un seguito. Nel sentiero mahayana del grande veicolo ci sono cinque livelli o stadi per realizzare la piena illuminazione:

1. il sentiero dei meriti o dell’accumulazione,

2. il sentiero della preparazione,

3. il sentiero della visione,

4. il sentiero della meditazione, e

5. il sentiero del non più apprendimento.

Fintanto che non si raggiunge il terzo di questi sentieri del bodhisattva, quello della visione (la saggezza che percepisce direttamente la vacuità), si dovrà sperimentare in continuazione il ciclo di morte e rinascita, incluse la vecchiaia e la malattia, etc.

Nel buddhismo, nel più alto sistema dello yoga tantra, ci sono due stadi: lo stadio di generazione e lo stadio di completamento.

Lo stadio di completamento è composto, a sua volta, da cinque stadi:

1. l’isolamento del corpo,

2. l’isolamento della parola,

3. la chiara luce,

4. il corpo illusorio e

5. l’unione della chiara luce con il corpo illusorio.

Quando un praticante tantrico realizza lo stadio di chiara luce, ha un controllo completo sulla morte e sulla rinascita, fino al punto in cui la sua causa cessa. Fino a quando non realizzeremo uno di questi livelli, che ci danno il controllo sulla morte e sulla rinascita, dobbiamo passare attraverso questa sofferenza. Il tipo di rinascita che prenderemo dopo questa vita, dopo la morte, dipende dalla sua causa più recente, la condizione della mente al momento della morte. Questo stato è importante poiché determina il tipo di mente futura che potrà essere felice o sofferente a seconda che il trapasso sia avvenuto in modo pacifico o disturbato. Ciò è estremamente importante poiché influisce sulla vita futura e la felicità a lungo termine di quella persona.

Se una persona è in grado di realizzare una rinascita fortunata, avrà maggiori opportunità di sviluppare la mente ed essere capace di beneficiare maggiormente gli altri. Così, in questo modo, di vita a vita, si può sviluppare sempre di più la mente e sperimentare una felicità in aumento fino a quando si realizzerà la piena illuminazione. Attraverso lo sradicamento di tutti gli errori della mente e il completamento di tutte le qualità positive, in particolare le realizzazioni della completa e perfetta saggezza, della compassione perfetta e del perfetto potere, si sarà in grado di liberare ogni essere dalle proprie sofferenze e di portarlo alla perfetta felicità della piena illuminazione. Si otterrà il potere di comprendere tutte le differenti qualità delle menti degli altri esseri e rivelare loro i mezzi per sradicare la sofferenza e per sviluppare felicità.

Gran parte di queste possibilità dipendono dallo stato della nostra mente prima della morte; comprendendo questa verità possiamo subito renderci conto di come il nostro servizio sia incredibilmente importante ed essenziale: il regalo migliore che possiamo dare grazie alla nostra compassione e saggezza. Questo è quello che dà significato, soddisfazione e gioia alle nostre vite, poiché offre agli altri l’opportunità di godere la felicità, di vita in vita fino alla piena illuminazione: il regalo migliore, il più importante.

Oltre a coltivare le nostre menti, la cosa più importante è la pratica che adottiamo. Quando meditiamo, gli altri incominciano a percepire la nostra mente. Essi possono sentire le vibrazioni della nostra mente: calda, benevola, generosa, sincera. Questo fa sì che gli altri ci rispettino, ci ascoltino, desiderino seguire la nostra pratica. Anche una persona che non pratica il Dharma, se è vicino a un praticante può trarne molto beneficio e risolvere i suoi problemi. Un praticante del Dharma porta felicità e pace nella mente di ogni essere e costituisce un esempio per tutti.

La storia di Asanga: una potente storia di compassione e sacrificio.

Vorrei menzionare la storia del pandita Asanga. Chi ha seguito gli insegnamenti di Dharma conoscerà sicuramente la sua storia molto bene. Asanga fece un ritiro in un eremitaggio per dodici anni, cercando di ottenere la visione di Buddha Maitreya. Dopo alcuni anni di ritiro, il suo desiderio non si era avverato, quindi Asanga lasciò l’eremitaggio. Mentre scendeva giù a valle egli vide un uccello che volava dentro il suo nido in un anfratto nella roccia. Asanga vide che la roccia era stata scavata dalle ali dell’uccello che la toccavano, quando egli vi entrava e vi usciva. Malgrado le piume dell’uccello fossero molto morbide e la roccia invece molto dura, quell’uccello era stato

capace di penetrare la roccia. Questo lo ispirò, ed egli pensò: “Se perfino le piume di un uccello possono scavare una roccia, perché io non posso perseverare nella mia pratica per vedere Buddha Maitreya?”. Così tornò all’eremitaggio per altri tre anni di ritiro. Trascorsi tre anni, ancora una volta gli fu preclusa la visione di Maitreya Buddha. Così abbandonò nuovamente il ritiro. Lungo il sentiero del ritorno, vide una persona tagliare un frammento di roccia con un filo. Asanga vide che la roccia era stata recisa con il movimento del filo. Questo lo ispirò nuovamente; egli pensò: “Se anche un filo può recidere una roccia, perché io non posso perseverare nella mia pratica per vedere Buddha Maitreya?”. Così ritornò all’eremitaggio e fece altri tre anni di ritiro. Ma ancora nessuna visione gli fu concessa. Asanga si scoraggiò e rinunciò nuovamente all’eremitaggio. Lungo la strada egli vide dell’acqua che, gocciolando da una roccia, l’aveva livellata. L’acqua è duttile e leggera, la roccia dura, ma gocciolando in continuazione l’acqua aveva livellato la roccia. Questo ispirò nuovamente Asanga, ed egli pensò: “Se anche le gocce d’acqua possono modellare la roccia, perché io non posso perseverare nella mia pratica per vedere Buddha Maitreya?”. Ritornò quindi indietro per altri tre anni di ritiro. Dopo dodici anni di ritiro egli ancora non aveva avuto la visione di Buddha Maitreya e decise di abbandonare definitivamente il ritiro. Scendendo lungo il sentiero vide un cane ferito in mezzo alla strada. La parte inferiore del corpo del cane era una ferita aperta riempita di vermi. Asanga provò una compassione insopprimibile per il cane. Tagliò un pezzo di carne dal suo polpaccio e lo distese sulla terra. Poi chiuse gli occhi e tentò di prendere i vermi dalla ferita infetta con la punta della sua lingua. Ma si rese conto che non li poteva toccare. Aprì gli occhi e trovò di fronte a sé non il cane ma Buddha Maitreya. Buddha Maitreya era stato sempre presente per tutto il tempo. Non c’era nessun cane ferito e nessun verme. Prima che Asanga generasse l’insopprimibile compassione per il cane, sacrificando se stesso e purificando in questo modo la sua mente, egli aveva visto solo un cane. Con la mente impura e oscurata dalle contaminazioni karmiche, invece di vedere Buddha Maitreya vedeva semplicemente un cane ferito pieno di vermi. Generando una profonda compassione e sacrificando se stesso per servire quell’essere vivente, Asanga aveva purificato tutti i difetti mentali che gli impedivano la visione di Buddha Maitreya. Il suo karma impuro aveva proiettato un commovente cane ferito ricoperto di vermi. Asanga purificò completamente tutte queste contaminazioni e quando il karma

impuro venne eliminato, egli poté vedere Buddha Maitreya.

Asanga si rivolse a Buddha Maitreya e disse, “Ho meditato per lungo tempo; perché non ti ho visto prima?”. Maitreya Buddha rispose: “Sono sempre stato là nell’eremitaggio, anche se tu non mi hai potuto vedere”. Buddha Maitreya mostrò poi ad Asanga una serie di macchie sulla sua tunica. Asanga era solito sputare nella sua caverna … e gli sputi finivano sulla tunica di Buddha Maitreya. Egli mostrò ad Asanga questi segni come prova del fatto che era sempre stato nell’eremitaggio – era Asanga che non riusciva a vederlo. Poi Buddha Maitreya chiese ad Asanga che cosa volesse da lui e questi rispose che desiderava i suoi insegnamenti. Buddha Maitreya lo portò quindi nella terra pura di Tushita, dove in un mattino, equivalente a cinquant’anni umani, gli insegnò l’Abhisamayalamkara, che spiega l’intero sentiero verso l’illuminazione: gli otto capitoli nei quali parla in dettaglio dei quattro kaya, il santo corpo e la santa mente del Buddha. Questo testo viene studiato per molti anni a Sera, Gaden e Drepung, i più grandi monasteri di Lhasa, e ora in India nei ricostruiti monasteri. Tutte le cinque divisioni degli insegnamenti di Buddha Maitreya sono studiate per molti anni. Dopo avere ricevuto questi insegnamenti Asanga li portò nel mondo umano e li trascrisse.

Sulla base degli insegnamenti di Asanga, Lama Atisha compose “La Lampada del Sentiero verso l’Illuminazione” della quale Lama Tsong Khapa scrisse poi estesi commentari. Anche altri lama illuminati scrissero commentari di questo testo. Innumerevoli meditatori in Tibet realizzarono il sentiero e ottennero l’illuminazione studiando questi insegnamenti e la loro essenza, il lam-rim.

Oggigiorno questi grandi insegnamenti si stanno diffondendo anche in Occidente, dove ogni anno centinaia di migliaia di persone sono in grado di dare un senso alla loro vita seguendo il sentiero verso l’illuminazione. Tutto ciò proviene dagli insegnamenti che Buddha Maitreya diede ad Asanga. Quegli insegnamenti sono le basi e le basi furono poste perché Asanga generò intensa compassione e volle sacrificare se stesso per un essere vivente, un cane ferito.

Con questi insegnamenti, moltissimi esseri dentro e fuori il Tibet hanno potuto usare le loro vite per il beneficio degli altri e molti esseri sono stati capaci di realizzare l’illuminazione. Ora, anche noi possiamo ricevere questi insegnamenti che rendono la nostra vita piena di significato. Grazie alla grande compassione di Asanga che sacrificò se stesso per aiutare quello che gli apparve come un cane ferito, noi possiamo godere di tutti questi benefici. La storia di Asanga è quella di una persona che offri servizio a un altro essere senziente, che generò compassione per un cane ferito. Tutti questi benefici incredibili che riceviamo vengono dalla compassione di Asanga. Durante i suoi dodici anni di ritiro non accadde niente; solo dopo avere sacrificato se stesso per prendersi cura di un cane ferito fu capace di vedere Buddha Maitreya. Questo è il punto che volevo sottolineare.

CONSIGLI PER I CENTRI CHE DESIDERANO OFFRIRE UN SERVIZIO DI CONSACRAZIONE DELLE CENERI DENTRO STUPA O STATUE

I centri che desiderano offrire il servizio di consacrazione delle ceneri, dovrebbero farsi mandare le ceneri al centro poi, richiedere ad ogni alto lama che verrà al centro di purificare e benedire queste ceneri. Ciò può anche essere fatto dal gheshe residente. Dopo la consacrazione, preparate le ceneri per la deposizione entro uno stupa o una statua.

Si può anche suggerire una donazione in base alle differenti misure dello stupa per coprire il suo costo di costruzione e per le offerte per coloro che lo costruiscono (le persone possono farlo volontariamente se lo desiderano). Il centro che offre il servizio di consacrare le ceneri dentro uno stupa o una statua, ha bisogno di un gruppo di persone che sappiano fare gli stupa in modo appropriato. Se una sola persona sa come fare gli stupa, nel caso lasci la comunità, non permette al centro di continuare il servizio nel futuro. La famiglia può decidere la misura dello stupa o degli stupa desiderati, in base al materiale disponibile e alla cifra che intende spendere. Cercate di mettere tre misure a disposizione: la più piccola alta circa 20 cm, la seconda di circa 60 cm e la più grande di circa 90 cm. Gli stupa o tsa-tsa dovrebbero contenere al loro interno mantra benedetti. Fare uno stupa contenenteuno di questi particolari mantra (jangchub gyenbum) genera gli stessi meriti di creare 100.000 stupa senza il mantra. Lo stupa grande dovrebbe contenere all’interno un albero della vita (tsog shing) con lo specificomantra scritto e avvolto intorno all’albero. Mettete un mantra di Namgyalma sulla cima dell’albero della vita, poi scrivete il mantra OM AH HUM al di sotto. Scrivete un altro mantra intorno al cuore, e

uno al di sotto di quello e poi ponete un doppio vajra in fondo. Avvolgete gli altri mantra intorno all’albero. Mettete il nome o una foto della persona deceduta sul fondo dello stupa o della statua.

Creare un reliquiario alla memoria

Il centro dovrebbe costruire un tempio speciale (o uno stupa), dove è disponibile un terreno sufficientemente grande, per conservare le statue e gli stupa. Il tempio dovrebbe sorgere in un area separata e avere un tetto, ma non necessariamente avere delle porte. Due lati della costruzione possono essere adibiti per deporvi gli oggetti sacri. L’area dovrebbe essere abbellita e ben mantenuta con spazi appropriati, dove le persone possono sedere in meditazione. Se si desidera, le pareti possono essere di vetro in modo che le persone possano vedere all’interno. Come alternativa si possono costruire grandi stupa e situarli in un area prescelta interna al centro, che può diventare un giardino di stupa alla memoria. Lo stupa dovrebbe essere fatto di un materiale resistente, capace di opporsi agli elementi; dovrebbe avere una base solida, dell’altezza da circa cinquanta centimetri a un metro. Assicuratevi che tutti gli stupa siano della stessa altezza e che la forma dell’area sia ben delineata –per esempio un quadrato, un triangolo o una forma circolare, etc. Si possono piantare fiori o piante attorno agli stupa, così come porvi delle offerte o circoambularli. Parenti, amici e altre persone possono venire e fare offerte di fiori agli oggetti sacri o circumambulare il tempio e il suo contenuto di numerosi oggetti sacri. Ci dovrebbero essere indicazioni su come fare offerte agli oggetti sacri o alle statue, con la spiegazione che le offerte non vengono fatte alla persona morta, perché una tale motivazione sarebbe causa di rinascita nei reami inferiori e di sofferenza. Tali offerte non avrebbero una valenza positiva e non accumulerebbero merito.

Benefici di fare offerte a uno stupa benedetto

Il fare offerte agli stupa diventa la causa per inconcepibili benefici e felicità che giungono fino alla più alta e piena illuminazione, la perfetta pace della mente. Tutti questi benefici possono essere dedicati alla buona immediata rinascita della persona morta e alla sua liberazione dalla sofferenza più atroce dei reami inferiori – il reame infernale, il reame degli spiriti famelici e quello degli animali. I benefici possono essere dedicati affinché quella persona possa ricevere il corpo perfetto di un essere migratore felice, possa incontrare il sacro Dharma, il sentiero senza errore verso la piena illuminazione, lo stato di infinita felicità; affinché possa incontrare il perfetto amico spirituale qualificato e virtuoso e realizzare velocemente la piena illuminazione. Inoltre, si possono dedicare i meriti ai membri viventi della famiglia affinché abbiano un grande beneficio e realizzino bodhicitta in questa vita. Così c’è un grande vantaggio anche per gli esseri viventi. Ogni prostrazione, circoambulazione od offerta purifica i loro ostacoli ed essi creano i meriti e le cause per la più altra illuminazione. Inoltre, si può officiare annualmente una puja per la persona deceduta le cui ceneri sono conservate nel centro. Dovrebbe essere una puja di una divinità comune a tutte le tradizioni, per esempio Mitrugpa, il Buddha della Medicina o Amitabha. Nel giardino delle ceneri gli studenti possono meditare sull’impermanenza e sulla morte; in un tale luogo, la meditazione diventa molto potente ed efficace. La pratica di Dharma può sgorgare dal cuore e recidere in modo immediato tutti i problemi emozionali, come la rabbia, il desiderio e così via.

Se consigliare di porre nel tempio le ceneri solo dopo la benedizione può ferire altre tradizioni funerarie, allora è meglio non menzionare questa pratica in pubblico (benché le ceneri non benedette poste in un tempio non siano di beneficio né per la persona deceduta né per i viventi).

Consigli in particolare per gli FPMT Hospices

I consigli seguenti sono per gli FPMT Hospice Services.

1. un lama dovrebbe eseguire la Jangwa puja per ogni ospite dell’hospice service che muore;

2. dovrebbe essere dato uno stupa alla famiglia di ogni persona che è morta, indipendentemente dal fatto che sia buddhista o no. L’Hospice Service dovrebbe chiedere un’offerta per ogni stupa costruito e questa può diventare un’entrata per coloro che lo erigono;

3. su ogni stupa si dovrebbe far incidere in oro una targa tipo: “Questo stupa è dedicato al caro… perché abbia ogni felicità temporanea e definitiva”;

4. si può celebrare un giorno speciale e chiamarlo Stupa Day, e quando i mantra sono inseriti nello stupa in questo giorno speciale, il nome di una particolare persona da ricordare può essere menzionato ad alta voce mentre viene inserito il rotolo del mantra;

5. quando il lama consacra lo stupa, possono essere fatte dediche per ciascuna persona malata e per quelle che sono già morte.

9 Queste puje sono differenti dalla Jangwa puja.

Cerimonia del Jangwa

Nel pubblicizzare il Jang-chog, prima si spiegano le qualità del lama che eseguirà la cerimonia e dopo potete, fornire alcune informazioni sulla cerimonia di Jang-chog. Eseguite la cerimonia in uno spazio ampio per permettere la partecipazione di tante persone. I nomi delle persone decedute dovrebbero essere scritti su un grande foglio di carta (sottile, che possa essere bruciata facilmente), e sul rovescio del foglio, dovrebbe essere riportata la prima lettera del nome di ogni persona (per esempio “A” per Alice Smith). Fate offerte di cibo, fiori, luci, etc., e offritele ai Tre Gioielli a favore delle persone morte, in modo da raccogliere meriti per loro. Infine distribuite il cibo.

Puja

In generale, sarebbe bene fare la puja elaborata del Buddha della Medicina una volta alla settimana; è molto efficace per il successo del morente. Potete recitare anche il Sutra del Buddha della Medicina una volta al mese. Al momento della morte si può anche recitare il testo speciale di Pabongka Rimpoce con i 100.000 nomi del Buddha. Ribur Rinpoche ricevette non molto tempo fa, questo testo da Lhasa. Il testo ora si trova al Tushita Meditation Center di Delhi e può essere letto dai monaci tibetani. E’ un testo molto raro.

SOSTENERE GLI AIUTANTI

E’ molto importante rendere felici i volontari affinché possano praticare con un buon cuore –ciò significa per loro essere ispirati. Se c’è un Hospice, il Sangha ordinato può vivervi per alcuni mesi, per distinguere il livello di pratica con il quale ciascun paziente può relazionarsi e creare un ambiente benedetto. Le persone appena arrivate, che non hanno mai fatto questo servizio prima, devono imparare da quelli che hanno fatto questo servizio per lungo tempo. Chi non ha esperienza di come funziona la mente dovrebbe studiare vari testi, ascoltare insegnamenti differenti da fonti differenti, e grazie a questa esperienza arrivare a conoscere i differenti stati mentali delle persone morenti. I volontari dovrebbero incontrarsi una o due volte al mese; ciascuno dovrebbe scrivere ciò che ha osservato con la sua esperienza. Persone con più abilità e saggezza potranno poi pubblicare questa ricerca facendola diventare un libro. Non c’è bisogno di essere precipitosi. Nel corso del tempo, questo libro diventerà una guida per l’organizzazione e beneficerà altre istituzioni. Il gruppo dovrebbe praticare il powa. Ogni anno dovreste chiedere insegnamenti del powa e fare il ritiro del powa in modo da poterlo praticare. E’ molto importante fare un ritiro del powa ogni anno. Se si diventa abili nel powa e si ricevono segni di realizzazione, allora questo può essere il miglior servizio pubblico, liberando altri e aiutandoli nel momento della morte. Va bene chiedere ai lama tibetani specializzati di fare il powa e di fare la purificazione Jangwa. Se è difficile invitare i lama all’hospice, potete chiedere loro di fare il powa a distanza, ovunque si trovino. Dovrete solo informare il lama sulla direzione in cui è posizionata la testa della persona deceduta.

MATERIALI DISPONIBILI CON LA PRATICA PER I MORENTI E PER AIUTARE COLORO CHE SONO MORTI

How to Help the Dying and the Dead: Three Articles of Instructions by Lama Zopa Rinpoche

Giving Breath to the Wrechtched: The Method of Benfiting Sentient Being at the Time of Death

Amitabha Powa

Dedication Prayers I e II

The King of Prayers

The Bodhisattva’s Confession of Moral Downfalls

The Heart of the Perfection of Wisdom Sutra

Powerful Mantras for the Time of Death

Medicine Buddha Sadhana

The Concise Essence Sutra Ritual of Bhagavan Medicine Buddha called “The Wish-Fulfilling Jewel

Morning Prayers (a collection of prayers for all occasions)

Mahayana Prayers for Teaching Occasion (a collection of prayers for the teaching and other occasions)

Tutto il materiale sopraelencato è disponibile presso l’FPMT Education Services FPMT EDUCATION DEPARTMENT, P. O. BOX 888, TAOS, NEW MEXICO 87571

TEL: 1 (505) 758-7766, ext. 125, FAX 1 (505) 758-7765, EMAIL: materials@fpmt.org, www.fpmt.org/education/materials.asp, 36

A PROPOSITO DI LAMA ZOPA RIMPOCE E DELL’FPMT

Lama Zopa è nato nel 1946 a Solu Khumbu una regione del Nepal sul Monte Everest e fu riconosciuto all’età di tre anni come la reincarnazione del Lama di Lawudo, un grande meditatore di quella zona. Rimpoce divenne monaco in tenera età e fu educato, prima nei monasteri del Tibet poi in quelli del Nepal, sotto la tutela del suo principale insegnante, Lama Thubten Yeshe e di altri alti lama del Monastero di Sera. Verso la fine degli anni 1960 e nei primi anni 1970, Lama Yeshe e Lama Zopa Rimpoce fondarono il Monastero di Kopan in Nepal, dapprima per l’educazione dei giovani monaci delle aree himalayane, specialmente Lawudo e Solu Khumbu. Essi incominciarono a dare anche insegnamenti e meditazioni di buddhismo ai viaggiatori occidentali, avviando in questo modo al Monastero di Kopan i corsi di meditazione di un mese, che sono ora divenuti famosi. Nel 1974, i due lama visitarono l’Australia e la Nuova Zelanda, su invito di alcuni loro studenti occidentali, in modo da diffondere ulteriormente gli insegnamenti del buddhismo. Questo fu il primo di numerosi viaggi oltreoceano che, alla fine, portarono alla fondazione di una  organizzazione internazionale di centri buddhisti: The Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition – la Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana (FPMT), che al presente conta oltre 130 centri di studio e di ritiro, monasteri, hospices, case editrici, inclusa la Wisdom Publications e la Lama Yeshe Wisdom Archive e vari uffici di progetti sparsi per il mondo. Quando Lama Yeshe morì nel 1984, Lama Zopa Rimpoce diventò il capo spirituale dell’ FPMT, che continua a fiorire e crescere sotto la sua incomparabile guida. Rimpoce è anche autore di numerosi libri, che includono:

Da Wisdom Publications (www.wisdompubs.org):

Wisdom Energy

Wisdom Energy 2 (with Lama Thubten Yeshe)

Transforming Problems

The Door to Satisfaction

Da The Lama Yeshe Wisdom Archive (www.LamaYeshe.com):

Virtue and Realtity

Making Life Meaningful

Teachings from the Mani Retreat

A Chat on Heruka

A Chat on Yamantaka

Maggiori dettagli sulla vita di Rinpoche e il suo lavoro si possono trovare sul sito web dell’FPMT www.fpmt.org.

LE FONTI DEL DISCORSI, DEI CONSIGLI E DEGLI INSEGNAMENTI DI KYABYE THUBTEN ZOPA RIMPOCE

1) Talk given at Cittamani Hospice, Palmwoods, Queensland, Australia, 19 Aprile 2000 (Cittamani Hospice 19-4-00)

2) Heruka Lung Talk – Additional Teachings on Working with the Dying – at Tushita Retreat Centre, Dharamsala, 13 May 1990 (HERUADLZ)

3) An explanation of the Practice of “Jang Wa” and other practices to benefit sentient beings (JANGPC)

4) Talk on Meditation and Practices to benefit the dying and the dead (compilation and edited by Ven. Pende July 2000) (ASHES 2 LZ 2)

5) Po-wa Teaching from Nyung-nay commentary at Chenrezig Institute, 13 September 1991 (POWA-LZR)

6) Extract of Teachings on Death and Impermanence, Kopan November course 1996 (DEATHLZR KOPAN 96)

7) Instructions on “How to help a Dying or Dead Person, Maggio 1993 (DEAT-AD 2)

8) Article “How to Benefit the Dying and the Dead”, September/October 1997 Mandala

9) Advice to Tara Home, California “Creating a conducive environment for the dying” additional editing by Ven Constance Millier, 1997 to Mandala September/October 1997 article (LZR)

10) Advice given at Root Institute, 9 January 2002 (Clinic advice at Root 2002)

11) Advice regarding Hospice Work, 10 January 2002 (LZR adv LDC)

12) Advice to Center for Bevidst Liv og Dod, 1 February 2002 (Advice from Bevidst)

13) Advice to Ven Marcel, 18 January 1997 (DEATH-LTTR 2)

14) Advice to Karuna Hospice Service, Caloundra, September 1996 (LZR adv to Karuna)

15) Advice on Caring for the Dying, 11 September 1996 (DEATH-AD)

16) Advice at New Delhi, India, 15 October 1995 (DEAD)

17) Advice on How to Benefit the Death, last revised January 1995 (ASHES-LZ)

18) Advice on Caring for Terminally III Karuna Hospice Service, Brisbane, Australia, 5 October

1994 (LZR adv to Karuna October 94)

19) Advice about Funerals, 14 September 1994 (FUNE-LZ)

20) Advice to William Hursthouse (ASH-BEN)

21) Advice to Anila Anne (LZR recommend prayers)

22) Advice on People who die (ASH-AD)

23) Advice to Ven Pende (DEATH-LTTR)

24) Correspondence from Ecie Hursthouse, 14 January 2002 (LZR adv to Amitabha Hospice)

25) Correspondence with Owen Cole, 7 February 1996 (EUTH-3T)