Lama Zopa: Rinunciare agli otto dharma mondani

Lama Zopa Rinpoche: "Quando le falene vedono la luce di una candela pensano che sia un buon posto dove andare".
Lama Zopa Rinpoche: “Quando le falene vedono la luce di una candela pensano che sia un buon posto dove andare”.

Il filosofo e pandit Mandhyamaka Nagarjuna, che aveva raggiunto la suprema realizzazione e che aveva riportato gli insegnamenti dei sutra e del tantra della tradizione Mahayana in India dopo un periodo di degenerazione, affermò: “E’ meglio non avere il prurito che avere il piacere di grattarsi.”

Nell’esempio egli vuole dire che se non si ha prurito non si ha bisogno di grattarsi e di danneggiare la pelle. Significa che è meglio non desiderare oggetti mondani che possederli.

Nell’esempio egli vuole dire che se non si ha prurito non si ha bisogno di grattarsi e di danneggiare la pelle. Significa che è meglio non desiderare oggetti mondani che possederli.

Il punto è che se la vostra mente è libera dal desiderio, non avete alcun problema con gli oggetti, come per esempio l’attaccamento che sorge quando venite a contatto con un oggetto del desiderio. Il conflitto sorge perché c’è del desiderio nella vostra mente. Se non esiste alcun desiderio nella vostra mente, nessun problema sorge quando venite a contatto con un oggetto.

Quindi, quando parlo di rinunciare agli otto dharma mondani, non voglio dire che dovete far finta che gli otto tipi di oggetti siano inesistenti. Abbandonare gli otto dharma mondani significa abbandonare il pensiero negativo degli otto dharma mondani (Attaccamento ed avversione rispettivamente per; il piacere, il dispiacere, il guadagno e la perdita di cose materiali, la lode ed il biasimo, la fama e l’infamia, n.d.r.) . Se voi abbandonate il pensiero degli otto dharma mondani, non avrete alcun problema con alcun oggetto: quando fate esperienza del piacere, nessun problema; quando il piacere diminuisce, di nuovo, nessun problema; quando qualcuno vi loda, nessun attaccamento a quella lode; se siete circondati da tutti i tipi di oggetti materiali, nessun problema di desiderio o conflitto nella vostra mente.

Coloro che abbandonano gli otto dharma mondani non soffrono mai a causa dell’ attaccamento. Anche se, per esempio, al grande yogi Milarepa fosse stato offerto ogni oggetto materiale esistente al mondo, egli non avrebbe mai avuto i tipi di problemi che avrebbero le persone ordinarie nella stessa situazione. La sua mente non sarebbe mai cambiata. Le menti degli esseri come Milarepa sono sempre in uno stato di felicità e di pace che non può essere distrutto dalle condizioni esterne.

Quando le persone come noi sono felici, che sia per un’ora o per un giorno, lo stato di felicità cambia sempre, non dura.Questo succede perché la nostra felicità sorge dalla specifica situazione, non dal controllo mentale. Per esempio, se incontriamo qualcuno che ci loda e ci fa i complimenti, la nostra mente si sente elevata e felice. Ma se, in seguito,

quella persona ci incolpa o ci critica, la nostra mente soffre. Questo succede perché non abbiamo nessun controllo mentale; la nostra felicità e la nostra sofferenza derivano dalla situazione in cui ci troviamo. Il potere di controllo della nostra mente è limitato, quindi la nostra felicità non dura mai.

La felicità dei praticanti puri come Milarepa è completamente differente. La loro felicità scaturisce dal controllo della mente e la loro pratica fondamentale è costituita dall’abbandonare e controllare il pensiero negativo degli otto dharma mondani. Questa è la loro pratica di base, la pratica radice. Poiché la loro felicità nasce dal controllo mentale, invece di trasformarsi in sofferenza, la loro pace mentale si sviluppa sempre di più e diventa sempre più elevata. E tutto comincia con il loro abbandonare il pensiero negativo degli otto dharma mondani; questa è la loro prima pratica di base, la pratica che li rende praticanti puri.

Poiché questo è quello che loro hanno fatto, noi dovremmo fare lo stesso. Fino a quando continueremo a trascorrere le nostre vite seguendo il pensiero negativo degli otto dharma mondani, la nostra vita non sarà una vita di puro Dharma; non saremo praticanti di Dharma. La definizione assume un senso solo in relazione alla pratica.

La gente di tutto il mondo medita senza capire che cosa sia in realtà il Dharma. Quindi, anche se praticano molto la meditazione, le loro vite sono sprecate. Perché non è vero Dharma anche se passano la maggior parte del loro tempo meditando? Perché queste persone non hanno una reale comprensione della natura della sofferenza, di che cosa siano la sofferenza e l’origine della sofferenza; non conoscono la differenza fra azioni positive e azioni negative. Le loro menti non sono consapevoli di questi argomenti che sono in realtà le cose più importanti da scoprire per coloro che sono alla ricerca della pace suprema. Credono che il semplice fatto di meditare, il semplice fatto di sedere in una determinata posizione, costituisca una buona azione che porta alla pace, ma in realtà è esattamente l’opposto.

Perché le persone che meditano senza la saggezza della comprensione sprecano il loro tempo e la loro vita? Perché gran parte della loro vita quotidiana, anche la loro meditazione che essi credono essere la causa della pace suprema, è al servizio degli otto dharma mondani.

Quando le falene vedono la luce di una candela pensano che sia un buon posto dove andare. Non pensano che la fiamma brucerà il loro corpo, non hanno paura. Se avessero paura, non volerebbero di proposito verso di essa. Più voi provate a fermarle, più insistono a voler entrare nella fiamma. Quest’ esempio mostra la natura della mente animale. Comunque, quando quelle falene volano verso la fiamma si aspettano di trovare solo pace e felicità. Non desiderano soffrire e non progettano di bruciarsi. Quindi perché lo fanno? Perché non conoscono la paura. La loro mancanza di paura è dovuta alla loro mancanza di comprensione del fatto che andare verso la fiamma conduce alla sofferenza. Quello che succede nella realtà è l’esatto contrario di ciò che quelle creature ignoranti si aspettano; si bruciano e muoiono.

E’ molto importante capire perché esse si impongano di sperimentare una simile sofferenza, che cosa le spinge a farlo.

Questa è la vera scienza, questo è il modo migliore di studiare la scienza.

Perché le falene volano intenzionalmente verso la fiamma? Perché provano con tutta la loro forza a gettarvisi il più velocemente possibile? Ciò accade a causa della loro ignoranza, a causa dell’oscurazione mentale che gli impedisce di scoprire la vera natura della situazione: che il fuoco è caldissimo e che le brucerà. La loro ignoranza gli fa percepire la situazione in maniera molto differente da quella che è in realtà. Alcune persone potrebbero pensare che le falene siano felici di fare quello che fanno, ma non lo sono. Se sapessero che cosa sta per accadere, cercherebbero a tutti i costi di evitarlo.

Lama Zopa Rinpoce,

Monastero di Kopan, 22 novembre 1973. Tratto dal Lama Yeshe Wisdom Archive, a cura di Nicholas Ribush.Traduzione di Simonetta Ferrini.